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APPUNTI CUORE E MEDIASTINO, Appunti di Anatomia I

Appunti di Anatomia 1 riguardanti la morfologia del cuore e la cavità mediastinica

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 06/01/2019

Utente sconosciuto
Utente sconosciuto 🇮🇹

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Scarica APPUNTI CUORE E MEDIASTINO e più Appunti in PDF di Anatomia I solo su Docsity! 5.12 ANATOMIA: CARDIOVASCOLARE Cavità corporee = individuate per la presenza di membrane Per la parte cardiaca della cavità toracica ci sono due definizioni ovvero cavità pericardica (che riveste il cuore) e MEDIASTINO. Il mediastino è una regione anatomica compresa tra la faccia posteriore dello sterno, i corpi vertebrali, inferiormente è delimitato dal diaframma e lateralmente dalle pleure, superiormente è aperto ma convenzionalmente si prendono come punti di repere un piano trasversale che passa tra la prima costa e il disco interertebrale che separa le vertebre cervicali dalla prima toracica. Lo spazio mediastinico in realtà è diviso in parte anteriore e posteriore con limiti definiti e organi specifici. Lo spazio mediastinico vede la presenza di diversi organi: • pericardio • cuore • grossi vasi che originano alla base del cuore • trachea ovvero il punto di repere che delimita spazio anteriore e posteriore • bronchi • esofago • timo • nervi frenici • linfonodi • tessuto adiposo MEDIASTINO Il mediastino va diviso in ANTERIORE e POSTERIORE Il limite di separazione fra le due porzioni è un piano FRONTALE che passa per la biforcazione della TRACHEA (comunque immaginario, non ci sono elementi anatomici che dividono le due parti). Secondo la divisione proposta da Condorelli (autore di alcuni testi di anatomia), la parete posteriore del mediastino anteriore è reale, e costituita da un SETTO CONNETTIVALE che è uno sdoppiamento dell’aponeurosi cervicale media che scende sui grossi vasi della base del cuore e sul pericardio. Da questo punto il setto che divide mediastino anteriore da mediastino posteriore, è costituito dalla faccia posteriore del sacco pericardico. Possiamo ritrovare anche una parte SUPERIORE mediastinica ovvero la parte dei grossi vasi e del timo. Spostandoci inferiormente si trova la parte inferiore in cui si ritrova più propriamente la divisione in mediastino anteriore e posteriore. MEDIASTINO ANTERIORE Piano superiore = grossi vasi e timo Piano inferiore = pericardio e cuore MEDIASTINO POSTERIORE 1. ESOFAGO 2. AORTA DISCENDENTE 3. VENE AZYGOS 4. NERVI VAGHI (decorrono lateralmente allo sterno) 5. TRACHEA 6. BRONCHI 7. ELEMENTI LINFONODALI MEDIASTINO ANTERIORE Piano superiore = grossi vasi e timo Piano inferiore = pericardio e cuore Limiti mediastino anteriore : nel senso sagittale, la cavità si estende dalla FACCIA POSTERIORE dello STERNO alla BIFORCAZIONE della trachea; nel senso verticale, dalla INCISURA GIUGULARE dello sterno al DIAFRAMMA. Forma e pareti: presenta la forma di un irregolare QUADRILATERO; larga in lato e in basso, si restringe nella parte mediale, approssimando la forma di una clessidra quindi è più stretto superiormente. Si individuano 6 pareti: una parete anteriore una parete posteriore due pareti laterali una parete inferiore una parete superiore. La parete anteriore leggermente convessa e a forma di x, corrisponde all’area che si trova compresa tra i due seni anteriori della pleura. La parete posteriore è incompleta, secondo l’anatomia classica, ovvero è rappresentata dalla biforcazione della trachea. Le pareti laterali, convesse in alto e depresse in basso, sono formate dalla porzione pleurica posta anteriormente all’ilo polmonare. La parete superiore è assente. Infatti, in corrispondenza dell’apertura superiore del torace, il mediastino anteriore si continua largamente con lo spazio previscerale della regione sottoioidea, nonché con le due logge carotidea e sopraclaveare. Le COMUNICAZIONI della cavità mediastinica anteriore sono importanti a livello medico perché si possono trovare invasioni infiammatorie a causa della mancanza di protezione. La cavità mediastinica anteriore non è ben chiusa. Essa comunica largamente: • superiormente con il collo in quanto è completamente aperta • posteriormente con il mediastino posteriore • inferiormente con il tessuto preperitoneale della parete addominale anteriore, nonostante ci sia il diaframma, infatti il peritoneo ovvero uno strato membranoso che individua la cavità addominopelvica. È in continuità con la parte inferiore del mediastino anteriore • mediante lo iato che separa i fasci sternali del diaframma Il cuore quindi non è isolato, ci sono punti di comunicazione mediastinica. Il PIANO INFERIORE comprende da solo i due terzi del mediastino anteriore. Il suo limite inferiore corrisponde naturalmente al diaframma mentre il limite posteriore corrisponde alla faccia posteriore del sacco pericardico. Il suo limite superiore, puramente convenzionale, è rappresentato da un piano orizzontale che passa a livelli delle terze articolazioni condro-sternali e corrisponde al limite superiore del cuore. Il PERICARDIO è un sacco FIBRO-SIEROSO che avvolge il miocardio e l’origine dei grossi vasi con cui è in continuità. Forma e disposizione generale. Ha la forma di un cono cavo leggermente appiattito in senso anteroposteriore, la cui base, aderente al diaframma, è diretta in basso, mentre l’apice, diretto in alto, corrisponde ai grossi vasi. Pericardio : FIBROSO e SIEROSO Il pericardio SIEROSO, ovvero la parte profonda, presenta DUE FOGLIETTI: • un foglietto VISCERALE (o EPICARDIO), sottilissimo, che ricopre la superficie del cuore dall’apice alla base e che si prolunga in parte sui grossi vasi, dove si riflette per continuarsi con il foglietto parietale • foglietto PARIETALE: più superficiale, molto robusto perché è rinforzato da una lamina fibrosa, la quale costituisce con esso una formazione unica. Il foglietto parietale ha colore bianco opaco si distingue dalle pleure che lo circondano, che invece sono sottili e traslucide. Tra i due foglietti si trova la CAVITA’ PERICARDICA, in cui si trova il LIQUIDO PERICARDICO. La cavità pericardica è molto sottile, i foglietti sono pressoché adesi tranne che per il sottile strato di liquido, infatti viene anche indicata come una cavità virtuale. Il liquido pericardico minimizza l’attrito durante i battiti cardiaci tra cuore e elementi anatomici adiacenti. La QUANTITA’ di liquido può variare in caso di condizioni patologiche, la conseguenza dell’aumento del liquido è un disagio in termini pressori, lo spazio diventa stretto e quindi ci può essere dolore o insufficienza cardiaca. L’aumento è dovuto a stati infiammatori come la pericardite. Altro cambiamento del liquido ma QUALITATIVO è dovuto alla presenza di batteri o agenti patogeni così come di sangue che non dovrebbe essere presente. Mutazioni del liquido sono elementi diagnostici importanti Sarcomeri non ordinati no striatura In grado di contrarsi sotto stimoli nervosi o grazie al sistema nervoso autonomo involontario MIOCARDIO = ibrido tra il muscolo liscio e quello scheletrico I sarcomeri si presentano con una struttura ordinata striatura Le fibre sono di una grandezza intermedia tra i due sia come spessore che come lunghezza Da un punto di vista funzionale è involontario. La contrazione avviene per la teoria dello scorrimento dei filamenti. Un elemento importante è il calcio, poi c’è la troponina, la tropomiosina ecc… CUORE o MIOCARDIO FORMA E DIMENSIONI si presenta a forma di cono appiattito in senso anteroposteriore come il pericardio, appoggiato sulla convessità del diaframma ed orientato: • La sua BASE è diretta verso l’alto, a destra e posteriormente. Alla base del cuore si ritrova l’emergenza dei grossi vasi • Il suo APICE è diretto in basso, a sinistra e in avanti • L’asse del cono è INCLINATO dall’alto in basso, da destra a sinistra e da dietro in avanti, in modo da approssimarsi maggiormente al piano ORIZZONTALE che a quello verticale. Il colore del cuore varia secondo i soggetti e secondo gli stati patologici, dal ROSSO scuro al rosso chiaro. La superficie esterna, specialmente in corrispondenza ai SOLCHI e ai vasi, non è regolare ma presenta alcune strisce o placche ADIPOSE (di un colore tendente al bianco giallino nelle autopsie a causa dell’ossidazione). Il volume del cuore varia significativamente (età, sesso, attività fisica…). Cuore ipertrofico = normale nei corridori Misure indicative: Larghezza 10cm circa. Lunghezza 10cm circa. Circonferenza 20cm circa. Peso 275gr circa. MOBILITA’: E’ tenuto in posizione dalla sua continuità con i grossi vasi che originano dalla base del cuore; è inoltre tenuto in sede principalmente dal pericardio che contrae aderenze con il diaframma, con lo sterno e con l’aponeurosi cervicale media. Mantiene normalmente una grande mobilità: si abbassa con l’INSPIRAZIONE e si innalza con l’espirazione, si sposta seguendo i DECUBITI laterali (soprattutto decubito laterale sinistro). Mediastino-pericardite: immobilità della punta del cuore. MORFOLOGIA Presenta due margini • MARGINE ACUTO o DIAFRAMMATICO • MARGINE OTTUSO Presenta l’APICE rivolto verso il basso 3 facce 1. FACCIA STERNOCOSTALE o ANTERIORE 2. FACCIA POSTERIORE in cui si ritrova la BASE del cuore 3. FACCIA DIAFRAMMATICA FACCIA ANTERIORE o STERNOCOSTALE Le porzioni anatomiche sono facilmente distinguibili perché di colore diverso a causa del tessuto adiposo. Si individuano due solchi: • SOLCO CORONARIO nella parte più mediale • SOLCO INTERVENTRICOLARE ANTERIORE nella parte più laterale I solchi servono per individuare gli elementi anatomici più profondi. Il SOLCO CORONARIO presenta nella sua parte superiore l’ATRIO DX su quella inferiore il VENTRICOLO DX. La faccia sternocostale è quasi totalmente individuata dalla PARTE DX del cuore. Il solco INTERVENTRICOLARE invece è la linea di superficie che corrisponde al setto interventricolare. Una piccola parte di VENTRICOLO SX è visibile dalla faccia sterno costale. AURICOLE = estroflessioni degli atri (destro e sinistro) che si presentano come lembi tissutali estroflessi dall’organo cardiaco • AURICOLA DX • AURICOLA SX di dimensioni più ridotte e visibile parzialmente I GROSSI VASI sono osservabili solo in modo PARZIALE, le origini sono visibili dalla faccia posteriore o in sezione Comunque si vedono • VENA CAVA SUPERIORE • TRATTO ARCO AORTICO • TRONCO POLMONARE in continuità anatomica con il ventricolo destro, nel punto in cui il ventricolo prosegue nel tronco polmonare esso viene detto CONO ARTERIOSO FACCIA POSTERIORE Parte superiore : occupata dalla BASE del cuore e dalla parte ATRIALE Parte inferiore: divisa dal SOLCO CORONARIO, occupata dai VENTRICOLI Nella zona inferiore si ritrova il SOLCO INTERVENTRICOLARE POSTERIORE La visione dei ventricoli è parziale Si distinguono immediatamente le VENE CAVE che convergono nell’atrio destro. L’origine dell’AORTA (aorta ascendente) non è visibile se non in sezione o allargando la porzione tra i due atri in modo da individuare il ventricolo sinistro. Si ritrovano anche le VENE POLMONARI, solitamente 2 a DX e 2 a SX (ci possono essere variazioni non patologiche). Le vene polmonari arrivano nell’ATRIO SX mentre le arterie polmonari sono la continuazione del tronco polmonare che origina dal ventricolo destro. 6.12 LA STRUTTURA INTERNA In veduta anteriore con un preparato sezionato FRONTALMENTE, si osservano le camere cardiache. Sono 4: due atri superiormente e due ventricoli inferiormente. Per descrivere la struttura interna del cuore immaginiamo di trovarci all’interno di ogni camera e di osservarne le strutture. VENE CAVE = le cose più facili da individuare perché sono grandi e poste su una linea continua, vena cava superiore e inferiore convergono entrambe nell’ATRIO DX. Ci poniamo nell’ATRIO DX Sulla parete superiore dell’atrio destro si individua l’ORIFIZIO della VENA CAVA SUPERIORE. Sul pavimento si trova l’orifizio della VENA CAVA INFERIORE o dell’EUSTACHIO, anteriormente a questo l’orifizio della VALVOLA TRICUSPIDE. Verso il setto interatriale si trova l’orifizio del SENO CORONARICO o del TEBESIO. Le pareti dell’atrio si presentano LISCE tranne per l’interno dell’AURICOLA DX che presenta estroflessioni. Volgendoci verso il setto interatriale si osserva un elemento cicatriziale ovvero la FOSSA OVALE che è una cicatrice dovuta a un foro ovvero il FORO DI BOTALLO che è presente nella circolazione fetale. Successivamente al parto questo foro si chiude dando origine alla fossa ovale. La valvola atrioventricolare viene detta TRICUSPIDE perché è formata da tre lembi valvolari ovvero ANTERIORE, POSTERIORE e SETTALE. Passo nel VENTRICOLO DX le pareti non sono più lisce ma IRREGOLARI e presentano estroflessioni che si chiamano TRABECOLE CARNE. Altre estroflessioni invece hanno una valenza funzionale specifica ovvero i MUSCOLI PAPILLARI che sono in continuità con gli elementi valvolari. I lembi valvolari proseguono con elementi tendinei chiamati CORDE TENDINEE che poi si inseriscono sui muscoli papillari. Le cuspidi sono: cuspide anteriore, cuspide posteriore e cuspide media o settale che poi si inseriscono su muscolo papillare ANTERIORE, POSTERIORE e MEDIALE o SETTALE. C’è un’altra estroflessione che emerge in modo evidente ovvero la trabecola chiamata TRABECOLA DEL SETTO MARGINALE che è adesa al setto interventricolare. La funzione delle valvole è rendere il flusso unidirezionale, il sangue non può seguire un flusso retrogrado. Quando la pressione è maggiore a livello atriale essa fa si che la valvola possa essere aperta, l’apertura della valvola non è mai possibile verso gli atri a causa della presenza degli elementi tendinei. Il sangue esce dal ventricolo dx verso il TRONCO POLMONARE Il sangue attraversa il CONO ARTERIOSO, ovvero la porzione ventricolare che precede gli elementi valvolari del tronco polmonare. La funzione delle valvole polmonari è uguale a quella della tricuspide. Le valvole SEMILUNARI o a NIDO DI RONDINE polmonari sono composte da 3 lembi valvolari: valvola semilunare ANTERIORE, DESTRA e SINISTRA. Queste valvole hanno lembi che se distesi chiudono la valvola, se la pressione spinge dall’ALTO verso il BASSO questi lembi si schiacciano, quando manca la pressione questi si richiudono. La meccanica quindi è differente ma la funzione è condivisa. Dal tronco polmonare il sangue prosegue attraversando le ARTERIE POLMONARI di DX e SX, poi attraverso la circolazione polmonare rientra al cuore. Attraverso le VENE POLMONARI di SX e di DX il sangue torna al cuore riempiendo l’ATRIO SINISTRO. ATRIO SX Come l’atrio destro ha pareti LISCE. Si ritrovano gli orifizi delle VENE POLMONARI DX e SX e sul pavimento quello della VALVOLA BICUSPIDE o mitrale. E’ formata da due lembi valvolari I gruppi di corde tendinee derivanti dalla CUSPIDE POSTERO- LATERALE vanno a terminare nel MUSCOLO PAPILLARE ANTERIORE mentre la CUSPIDE ANTERO- MEDIALE o AORTICA (è rivolta verso l’origine dell’aorta) termina nei muscoli PAPILLARI POSTERIORI. Qui si trovano solo 2 tipi di muscoli papillari. Il sangue procede dal VENTRICOLO SINISTRO in uscita verso l’AORTA, troviamo delle VALVOLE SEMILUNARI ovvero la valvola aortica. La valvola semilunare è divisa in SINISTRA, DESTRA e POSTERIORE. Quando la pressione ventricolare è elevata il sangue non può tornare all’atrio. Analogia tra le valvole polmonari e aortiche. Motivo= lato destro del cuore deve contenere una pressione inferiore rispetto a quella sviluppata dal lato sinistro. Per questo la valvola dx ha 3 lembi mentre la sx ha 2 lembi. Sezionando trasversalmente il cuore a livello ventricolare si nota che lo spessore dei ventricoli è diverso. Sul lato sinistro è necessaria una forza muscolare maggiore. Il tetto dato dalle valvole deve avere una maggiore capacità di resistenza sul lato sinistro due cuspidi perché la resistenza è più elevata Le VALVOLE CARDIACHE presentano un ANELLO FIBROSO intorno all’orefizio valvolare che ha un significato strutturale importante, evita che la contrazione cardiaca chiuda la struttura valvolare. Un anello fibroso esterno evita che la contrazione vada a ostacolare la funzionalità valvolare. Ciascun anello fibroso è in continuità con una STRUTTURA CONNETTIVALE che mette in continuità le 4 valvole, questa struttura è chiamata SCHELETRO FIBROSO DEL CUORE. Il MIOCARDIO può contrarsi perché il tessuto miocardico si INSERISCE sullo scheletro fibroso del cuore che contemporaneamente è importante per l’adesione valvolare. Il cuore ha una parte elettrica ovvero il SISTEMA DI CONDUZIONE DEL CUORE che origina nel NODO SENO ATRIALE (parte superiore atrio destro) che non è individuabile a occhio nudo ma si può trovare andando a caratterizzare il fenotipo cellulare delle cellule che si trovano in questo punto ovvero le CELLULE PACEMAKER che hanno la capacità di depolarizzarsi in autonomia ovvero di iniziare l’attività elettrica che poi viene propagata attraverso il sistema di conduzione che prevede TRATTI INTERNODALI che mettono in comunicazione il nodo senoatriale e il NODO ATRIOVENTRICOLARE (pavimento atrio destro). Questi tratti vedono la presenza di tratti nervosi in grado di trasmettere la depolarizzazione ovvero la capacità elettrica: • tratto internodale ANTERIORE • tratto internodale MEDIO • tratto internodale POSTERIORE
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