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Appunti del contesto letterario del corso di Letteratura Russa 2 della prof. Rossi, Appunti di Letteratura Russa

Appunti del contesto letterario della letteratura russa dell'Ottocento

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 15/03/2023

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Scarica Appunti del contesto letterario del corso di Letteratura Russa 2 della prof. Rossi e più Appunti in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! Letteratura russa CONTESTO LETTERARIO Il motore della cultura non è più la corte, ma si sposa nel privato e nelle istituzioni culturali. Nelle uni si creano circolo di studenti che si riuniscono per approfondire autori o tendenze che non si facevano all’università. In quel periodo c’è la filosofia idealistica tedesca che spiega il senso della storia. Sia la filosofia di Schelling e quella di Hegel con l’idea di uno spirito che si realizza, che ha una metà, sembravano una via d’uscita, qualcosa che aiutasse a capire il mondo. Si crea l’idealista degli anni 40, cioè l’uomo che ha studiato e si è intriso di un certo tipo di cultura che è opposto al regime ma non con l’intento di andare in piazza a combatterlo ma di interpretare la storia nazionale in modo da porre le basi per creare qualcosa di nuovo. Parte fondamentale sono gli articoli sulle riviste letterarie e culturali di orientamento conservatore o progressista (il telescopio). slavofilismo vs. occidentalismo Sul “Telescopio”, nel 1836, viene pubblicata la traduzione russa di un testo francese di Petr Čaadaev, un uomo della generazione precedente, amico di pushkin. Aveva avuto una crisi religiosa e si era avvicinato al cattolicesimo, si era convinto che i problemi della Russia dipendessero dal fatto che era sempre stata staccata dalla comunità europea, e che quindi fino all’800 non aveva avuto una storia → deve ricominciare da capo. Gli idealisti si dividono rispetto al pensiero di Čaadaev, e creano lo slavofilismo e l’occidentalismo. Lui verrà tirato fuori dai dibattiti pubblici. Gli slavofili pensano che la storia ci sia stata e che sia inutile rifiutare il passato ma che la frattura sia avvenuta all’epoca di Pietro Il Grande, cioè nel momento in cui la Russia aveva strappato le sue radici ortodosse e nazionali creando una classe intellettuale occidentalizzata che non capiva e non era capita, e che quindi il futuro doveva essere un ritorno alla cultura nazionale. Erano prevalentemente nobili e figli di proprietari terrieri. Stato con padre zar e figli sudditi (sulla base della proprietà terriera) dovrebbe essere il modello (fratelli K. e I. Aksàkov, I. Kirèevskij, A. Chomjakòv). Il termine era nato nel dibatto di Karamzin il quale usava francesismi e una parte degli intellettuali ritenevano che fosse sbagliato. Per gli occidentalisti, Pietro ha fatto bene ad occidentalizzarsi ma ha sbagliato a mantenere un regime autocratico. Adesso la Russia deve andare avanti e instaurare un regime più moderno (quanto moderno è termine di discussione, liberalismo vs socialismo) (V. Belìnskij, A. Herzen e M. Bakùnin) Nella cultura russa c’è il modo di parlare per generazioni; gli “uomini degli anni 40” sono quelli che vanno all’università in quegli anni, non quelli nati negli anni 40. Si parla anche di uomini degli anni 60, tra i quali ci sono anche parecchie donne; gli uomini degli anni 50 vengono agganciati da una parte o dall’altra. Vissarion Belinskij (1811-1848), è il padre della critica letteraria con valore pubblicistico. Interpreta tanto la letteratura di puhskin e di Lermontov, coltiva giovani autori e gli insegna come scrivere. Inizialmente romantico, mette in rilievo il carattere nazionale (naròdnost’) della letteratura, poi il suo idealismo lo porta a considerare la sua funzione di critica sociale. I poemi e romanzi con un protagonista tenebroso (un eroe del nostro tempo) vengono considerati superati, si cominciano a leggere tesi brevi che partono dalla realtà e sembrano che la vogliano studiare. Tra il 1843 e il 1846 nasce il bozzetto fisiologico, fiziologičeskij očerk, cioè l’autopsia e la dissezione della realtà più degradata (come abitanti delle soffitte o suonatori di organetto). Si comincia a promuovere il raccogliere insieme opere con questo taglio → Peterburgskij sbornik, Raccolta pietroburghese, nel 1846, a cura di N. Nekràsov, è l’opera di esordio di Dostoevskij. Nasce la “scuola naturale” come elemento comune e caratterizzante promossa da Belinskij per questa nuova realtà letteraria (F. Dostoèvskij, I. Turgènev, I. Gončaròv). Non si intende il naturalismo, si intende chi si rivolge alla realtà più umile e la tratta in modo obiettivo e simpatetico. Siamo agli inizi della prosa realista. Belinskij nel 1847 rimane deluso dal tono reazionario dell’opera di Gogol’ Brani scelti dalla corrispondenza con gli amici, dalla Germania dove tenta invano di curare la tisi, gli invia una lettera che diventa il manifesto dell’Occidentalismo progressista. Nel 48 muore ma rimane la sua definizione di certi autori e saranno recuperati in tutto il periodo sovietico. temi degli anni '40-50: − Il “piccolo uomo”. Rappresentazione realistica e psicologicamente approfondita delle classi povere (Akàkij Akàkevič del Cappotto, Makàr Dèvuškin di Povera Gente di Dostoevskij, i contadini delle Memorie di un cacciatore di Turgènev). Piccolo nella sua modestia e nella sua umiltà, in quello che pensa di sé, visione simpatetica e piena di dignità a contadini che prima facevano solo sfondo. − La condizione della donna e il suo diritto a scegliere chi amare senza costrizioni secondo il modello della scrittrice francese George Sand (1804-1876) negli anni Trenta. o Aleksandr Herzen (1812-1870): Di chi è la colpa (1846) La gazza ladra (1848). o A.V. Družinin (1824-1864): Polinka Saks (1846) o Fedor Dostoevskij (1821-1881): Povera gente (1846) o Netočka Nezvanova (1849) − “Eroe dell’epoca”, nobile dotato di grandi capacità, che non trovano però alcuna applicazione concreta e producono un senso di frustrazione. La sua inadeguatezza rispetto a donne più sagge e consapevoli, anche se infelici, diventa simbolo del suo fallimento storico e sociale. Inizialmente (Onègin, Pečòrin di Un eroe del nostro tempo di Lèrmontov) ha molti tratti del “carattere straordinario” (isključitel’naja ličnost’) del romanticismo. Dagli anni ’40 è sempre più dominato dall’introspezione, fino alla paralisi (Bèltov di Di chi la colpa? di A. Herzen, Rùdin di Turgènev, Oblòmov di Gončaròv). Per quest’ultima variante fu coniata da Turgenev la definizione di “uomo superfluo” (lišnij čelovek), poi spesso estesa anche retrospettivamente a tutti. TEORIA DEL REALISMO: Nel 1846 il critico Vissarion Belinskij rivendica la “naturalezza” della nuova prosa, e rifiuta come innaturali le convenzioni letterarie e l’idealizzazione della realtà rappresentata. Nel 1855 il critico Nikolaj Černyševskij sostiene che il bello della natura è superiore al bello dell’arte. La funzione dell’arte è riprodurre la realtà, spiegarla e giudicarla (questa teoria dominava, ma molti non erano d’accordo). generi della prosa narrativa − Rasskaz: racconto, novella: dal secondo 800 (Čechov) testo brevissimo o breve, spesso con finale «a sorpresa». − Roman: romanzo, testo lungo, articolato, con più linee narrative, lontano erede del poema epico- cavalleresco − povest’: racconto, novella: in epoca puškiniana testo breve-medio; dal secondo 800 (Čechov) romanzo breve con una sola linea narrativa o Zapiska (nota, appunto, memoria) o Dnevnik (diario) o Očerk (bozzetto, schizzo)
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