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Appunti del corso Storia del Cinema divisi per argomenti - prof. Andrea Minuz, Appunti di Storia Del Cinema

Sono tutti gli argomenti del corso triennale "Storia del Cinema" trattati dal Prof. Minuz a lezione, più tutte le spiegazioni tecniche dei film che ha dato da vedere per lo svolgimento dell'esame. grazie a questi appunti sono riuscita a prendere 29/30.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 16/05/2022

francescacaddeu
francescacaddeu 🇮🇹

4.4

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Scarica Appunti del corso Storia del Cinema divisi per argomenti - prof. Andrea Minuz e più Appunti in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! STORIA TECNOLOGICA Riguarda il linguaggio, inteso come linguaggio cinematografico e audiovisivo, che ha le sue regole, la sua sintassi e la sua tecnologia. Tutto per realizzare un movimento di macchina che nel corso del tempo avrà modo di cambiare definitivamente, la staticità della macchina da presa, per la pesantezza del materiale, diventerà una macchina da presa facile da spostare per il movimento, con i tagli d’immagine, per rendere la storia più reale possibile, per farci immedesimare e far immedesimare il pubblico di allora in una realtà che stavano conoscendo in quegli anni. Come ad esempio il portare la cinepresa su un treno come Smith, oppure riprendere i binari di un treno, come nel documentario “Shoah”, per far rivivere allo spettatore cosa hanno vissuto gli ebrei nel viaggio per il campo di concentramento, andando quindi a ricollegare tutto questo con un altro tipo di viaggio della cinepresa con Kubrick in “odissea nello spazio” del 2001, dove la cinepresa sembra zoommare e dare l’idea di un viaggio extracorporale del protagonista. Nella storia della drammaturgia teatrale, invece, non invecchia la tecnologia, ma la messa in scena. Nel caso del cinema quello che invecchia è la fattura del cinema. Obsolescenza, le cose nel mondo del cinema, invecchiano in modo diverso rispetto alle altre arti che sono meno dipendenti dalla tecnologia. BLOCKBUSTER Significa campione d’incassi, prendiamo come esempio Jaws, film realizzato negli anni ’70 del Novecento dal giovane regista Steven Spielberg. La nascita della parola Blockbuster definisce, quindi, un nuovo modo di produzione di Hollywood. Nel film di Jaws, con varie peripezie legate alla realizzazione e all’investimento, ci si concentra molto sul marketing, cambiando la strategia iniziale. Vengono acquistati vari spazi pubblicitari nelle televisioni, e un anno prima dell’uscita del film tartassano i cittadini con il trailer. Successivamente, verrà realizzata una nuova idea che sarà una grande innovazione, la scaturation selling: l’uscita del film in cinquecento sale contemporaneamente. Nasce un vero e proprio MERCHANDAISING: mercati ancillari, il mercato di libri, album di figurine, magliette con copertina del film etc. fanno altra scoperta decisiva, per la prima volta incassano di più che con i biglietti della sala. Si inizia con la vendita delle licenze, si possono generare più profitti che con la sala. Viene addirittura realizzato un “parco a tema” negli studios con lo squalo “Jaws” con pozza d’acqua dove esce lo squalo. Disney è in realità, il primo a capire che si fa buon business con lo sfruttamento film nel parco a tema (sfruttamento dell’immagine del film) Esempio dell’interconnettività su cui si basano le produzioni moderne. JAWS, film di Spielberg, esce il 25 giugno 1975, il più grande incasso della storia del cinema. Campione di incassi, definisce il nuovo ruolo di produzione a Hollywood e la parola “blockbuster”. Essendo terrorizzati dall’investimento decidono di cambiare strategia di marketing, esce in tre visioni, ovvero lanciano il film in più sale, è un ciclo durato tre anni e al termine di tre anni si fanno i conti. È un’idea che cambia la storia del cinema, usciamo contemporaneamente in 500 sale nel prossimo weekend, per far aumentare il pubblico. LA STORIA DEL CINEMA: CINEMA DELLE ATTRAZIONI – ORIGINE DEL CINEMA ANNI ‘10 Nel cinema delle attrazioni si ha un unico punto di vista, ovvero un’inquadratura mono-puntuale. La macchina da presa è ingombrante ed è posizionata in un punto e lì si ferma, con un unico punto di vista, quello da cui vediamo la scena. L’intento non è raccontare qualcosa, la narrazione è assente, ma è mostrare qualcosa. Nei primi anni mostrare qualcosa è sufficiente per impressionare il pubblico, aver a che fare con le immagini che si muovono o con l’aggiunta degli effetti speciali, come ad esempio il cambio del manichino in Maria Stuarda; non ci sono storie, quindi non servono attori e sceneggiatori. Il primo effetto speciale è il movimento, le immagini si muovono e come protagonista è presente una ballerina nel 1896, in cui non è la cinepresa a spostarsi, ma la donna. Viene inserito il colore, non quello che conosciamo noi oggi, quello reale, bensì una pellicola monocolore che, in base alla rappresentazione della scena, di cosa vuole suscitare, viene scelto un colore specifico, come ad esempio il colore viola che suggerisce la notte, altrimenti gli stati d’animo dei protagonisti come ad esempio la tristezza con il colore blu. MOVIE GOING Luoghi del cinema delle origini sono delle vere e proprie forme di consumo. Sono i primi luoghi del cinema, ovvero caffè parigini, dove veniva proiettato a pagamento, il primo film dei fratelli Lumière. Successivamente viene introdotto invece, il Nickelodeon, la prima tipologia di spazio coperto dedicato alla proiezione dei film per un pubblico pagante. LUNGOMETRAGGIO Prima del lungometraggio, vi erano dei cortometraggi di scene che avevano la durata di un minuto, già nel 1905 vediamo la realizzazione di più scene, come ad esempio “le passioni di Cristo” oppure per il cinema italiano “La presa di Roma”. Il film “le passioni di Cristo”, ha più quadri che costruiscono il tema della passione di Gesù, tutti possono comprenderlo perché è una storia che tutti conoscono, questo fatto permette quindi a qualsiasi spettatore, anche all’analfabeta, di comprenderlo. Lo scopo è di addestrare il pubblico delle origini con le stazioni, andando dal quadro uno al quadro due, come continuo della scena. Un altro lungometraggio importante è invece “La Grande rapina al treno” del 1903, la rapina è un contesto di conquista del west ed ha una struttura come “La presa di Roma” o “le passioni di Cristo” con vere e proprie tappe mono-puntuali. Viene aggiunta anche una linea narrativa molto importante nei racconti di suspence: “nel frattempo” dove sono presenti due momenti diversi nello stesso film, come “La Vita di un pompiere” di Porter, dove si vedono due scene diverse sia di quanto il pompiere salva la donna in veduta esterna della scena, e sia quando salva la donna dall’interno della camera, per poi uscire dalla finestra e ricollegarsi direttamente alla veduta esterna. Non siamo ancora di fronte ad una forte narrazione, alcune scene ancora hanno una funzione attrazionale, scioccare lo spettatore, come ad esempio il treno dei fratelli Lumière. EARLY FILM PRODUCTION: PATHE VS GAUMONT (prima produzione cinematografica) Nel corso dei primi anni della storia del cinema, tra il 1885 e il 1910 la Francia è uno dei paesi più importanti del mercato cinematografico, grazie ai fratelli Lumière. Durante il 1896 viene fondata la Pathè Frères, la prima società cinematografica che controllava il processo produttivo del film dove l’integrazione di produzione, distribuzione, esercizio venivano riconosciute all’interno di un solo soggetto produttivo. La produzione dell’esercizio appartiene a tre soggetti diversi, come i Lumière che creavano i film, successivamente veniva venduto e infine, un esercente lo proiettava. Accorpare i tre soggetti significa perciò creare una integrazione verticale. La Pathè inizia comprandosi le sale cinematografiche. AMERICA ANNI ’20 Dagli anni ’20 il cinema diventa americano, per lo scoppio della Prima guerra mondiale che si svolge prevalentemente sul suolo europeo, entrando in una crisi industriale ed economica. L’america, invece, si trova in condizioni economiche migliori, per superare l’industria cinematografica. L’arrivo del cinema americano è dato dall’arrivo della figura di Griffith che lavorerà soprattutto sulla suspance. Griffith porta “il vento tra gli alberi” nel cinema, il senso del mondo esterno, la delicatezza della luce e dell’immagine visiva. Nel film “agonia sui ghiacci” ambientato su un fiume ghiacciato, nella natura, si fa spazio anche all’imprevedibilità, quando vediamo il braccio della donna toccare il ghiaccio. Griffith vide Cabiria e ne fu ispirato, realizza perciò un film di tre ore e mezza “Intolerance”, ovvero l’intolleranza umana: da babilonia, con stacchi di scene rappresentanti Gesù e il massacro di San Bartolomeo, e anche la modernità, con colorazioni delle scene in blu, con auto lucide. Intolleranza, visto come il fallimento dell’amore, chiedeva di vedere al pubblico il significato della sequenza, montando altri momenti differenti nel mentre si stava svolgendo una scena precisa. È il primo, quindi, a costurire l’idea di un montaggio che in parallelo ci mostra più azioni alternate tra loro. La tecnica di montare due linee narrative permette all’osservatore di immedesimarsi nello spazio, queste linee si intersecano creando suspance. Sarà un decennio in cui si affermeranno i primi divi internazionali, grazie al lavoro dello Studio System con le grandi produzioni delle Big Five, che comprenderà anche lo star system, l’integrazione verticale della produzione (ripresa dai francesi) il countinuity script, ovvero una sceneggiatura molto dettagliata scritta anche per il produttore, il sistema dei generi e i big budget movie e molto importanti, le catene di sale. PRODUTTORI AMERICANI Hollywood si forma grazie all’immigrazione di ebrei est europei che scappano dalle persecuzioni razziali, come Leammle, fondatore dell’Universal, Mayer dell’NGM o Zukor della Paramount e Goldwing della Warner Bros; intuiscono la possibilità di sviluppare una nuova tipologia di affari. Il fatto di non essere nati in Amerina metteva loro di avere un’idea immaginaria dell’America, scappavano inseguendo l’idea del sogno americano. Adolph Zukor della Paramount, emigra negli Usa dall’Ungheria cominciando a lavorare come commerciante nel campo del pellame e decide di investire nel campo delle sale del cinema, nei Nickelodeon. Inizia ad importare film, come “le Passioni di Gesù” e sposta i suoi affari nei lungometraggi. Pubblicherà anche una sua biografia “il pubblico non ha mai torto” perché tutto ciò che realizza con la Paramount è di costruire un’emozione di massa, una forma di intrattenimento popolare che può rivelare un gran business. Riprende dai francesi il sistema verticale integrato (produzione, distribuzione e esercizio) che poi diventerà un sistema base. STUDIO SYSTEM: Nei primi anni 20, un metodo di produzione e distribuzione cinematografica fu proprio lo Studio System, fino agli anni Cinquanta del XX secolo. Si riferisce alla pratica delle grandi case cinematografiche di produrre lungometraggi nei propri studios, con un vero e proprio personale creativo sotto un contratto a lungo termine, perseguendo poi l’integrazione verticale cinematografica ripresa dai francesi; diventa un sistema di produzione basato sulle potenze politiche ed economiche. Vi erano cinque società chiamate le “Big Five” ad essere le protagoniste tra cui: FOX, Paramount, Warner Bros… Anche l’Universal Pictures e Columbia Pictures, facevano parte invece delle otto totali, ma non arrivarono mai a possedere un circuito di sale a pari livello. Tutto questo si sviluppa negli anni ’20, in cui il cinema diventerà una vera e propria industria, rendendo l’america la nuova protagonista, proprio perché l’Europa stava affrontando la crisi economica dovuta dalla Prima Guerra Mondiale. Il cinema Hollywoodiano diventerà il cinema più potente del mondo, perché la cultura americana è più a proprio agio nel mezzo cinematografico, non avendo alle spalle una cultura forte, millenaria e tradizionale. STAR SYSTEM: è un modo di produzione, creazione e vendita delle star cinematografiche, prende forma a cavallo negli anni ’20 della storia del Cinema, è un fenomeno storico. Ricordiamo Florence Lawrence come la prima star, la prima attrice di cui si conoscerà il nome. Laemmle (fondatore della Universal), firmerà un contratto con la Lawrence e dopo essersi accorto del potere dell’attrice nel mondo del cinema, mise su un vero e proprio stratagemma: finse la morte dell’attrice, uccisa sotto un tram, fin quando non si smentì la notizia realizzando una vera e propria pubblicità nel film di cui lei, subito dopo, sarebbe stata protagonista, innalzando così una grandissima fama e rendendola la prima Star nel mondo del cinema. Ma tra star e attore vi è un abisso, essere attore significa aver a che fare con il talento della recitazione, saper interpretare emozioni e rientrare a pennello nell’anima del personaggio. La star, invece, viene costruita dallo studio system, un modo pubblicitario come abbiamo visto con la Lawrence, per far si che la star arrivi a promuovere il film, pubblicizzandolo con la propria immagine e fama. CINEMA DI GENERE AMERICANO Durante gli anni ’20 decennio decisivo per la costruzione dell’immaginario cinematografico, vi sono dei punti di forza come: le movie places, l’integrazione verticale della produzione, sistema dei generi e big budget movie e lo studio e star system. Il BIG BUDGET MOVIE È l’investimento di molti soldi in una produzione cinematografica che dovrà quindi essere spettacolare, come ad esempio “Wings” del 1927 della Paramount di Wellman, una storia d’amore ambientata nella Prima guerra mondiale, ciò che colpisce lo spettatore, sono le scene di massa, di battaglia e aeree, realizzate montando molte macchine da presa sulle ali degli aereoplani. Il cinema bellico, a tema militare, è spesso ricorrente nella storia del cinema, in ambito di sperimentazione tecnologica e visiva. Oltre questa tipologia di film sono altri che si impongono, come il western: con “il cavallo d’acciaio” di Ford, è un film di paesaggi e non urbano, la macchina da presa che si muove velocemente, mentre nei film di gangster è statica. Ford filma davvero dal treno e il conflitto è tra indiani e bianchi. Nei film western si racconta dell’istaurazione delle leggi, nella città dominata da gangster, invece il mondo è cupo e nessuno si ricorda più della legge. L’HORROR “fantasma dell’opera” del 1925 che deve il suo successo grazie alla diffusione del film “il gabinetto del dottor caligari”, moda dell’espressionismo tedesco che faceva leva sugli elementi gotico fantastici. Apre, quindi, il successo all’horror americano con la prima casa di produzione a specializzarsi per questo genere: la Universal. Frankestein deve molto all’espressionismo tedesco, Golem, racconta la storia di uno scienziato che crea un mostro e viene, quindi, respinto dalla società. Il regista e gli sceneggiatori, lo rendono muto. Più grande trattato hollywoodiano sul pregiudizio. L’horror diventa marchio di fabbrica della universal. GANGASTER Film di Gangster arriva negli anni 30, bande di impreditori del crimine che commerciavano l’alcol, uno dei primi film fu “nemico pubblico”, protagonista un uomo che fa fortuna con i liquori, il film rendeva affascinanti i gangster. Come Scarface del 1932, trasformava il film di gangster in una tragedia greca, protagonista violento che quando sua sorella viene colpita, vi si vede la fragilità del gran uomo. IMPRESSIONISMO FRANCESE Il termine proviene dalla storia dell’arte ed indica le sperimentazioni del linguaggio cinematografico compiuto dagli artisti e intellettuali francesi durante gli anni ’20. L’immagine cinematografica riprende i dipinti e l’arte dei pittori impressionisti, rivendicando una propria coerenza interna con una logica sia emozionale che espressiva che si manifesta attraverso un’immagine, andando quindi a ridurre le didascalie e comunicare di più con l’immagine. Si avvia uno stato poetico del reale, viene costruito attraverso la macchina da presa che non si limita a riprendere il reale, ma lo svela in senso poetico con un nuovo sguardo. È quindi vicino al rapporto con l’impressionismo artistico, vi è l’idea di saper catturare tutti i dettagli del movimento. Alcuni nomi noti all’interno del movimento sono Herbier, Epstein, esigente del cinema puro, Dulac e Delluc, quest’ultimo lavora con l’idea di un cinema indipendente in cui bisogna lavorare in piena libertà. Un’idea d’impressionismo francese cinematografico ce la presenta la Dulac con il film “La souriante Madame Beudet” del 1922 in cui la donna esasperata dal marito immagina e fantastica sul suo assassinio, ci presenta le ansie, la noia della protagonista, e ci regala effetti di sovrimpressioni e specchi. ESPRESSIONISMO TEDESCO Abbiamo un’altra visione per l’espressionismo, a differenza dell’impressionismo francese, permette al film di legittimarsi come oggetto artistico, ha come centro propulsivo la Germania. I film espressionisti sono dominati dal tema della possessione, tema della malattia mentale o anche fisica, un bisogno di trasmettere da parte del personaggio il disagio ed il malessere. L’espressionismo segna un momento di rottura rispetto con i canoni realistici, partendo dalla scenografia, alla recitazione e alla costruzione dell’immaginario. Le luci non sono utilizzate in modo naturale, abbiamo ombre disegnate e linee spezzate, il mondo espressionista è segnato dal caos, un universo interiore segnato da incubi e ossessioni. Il capostipite dell’espressionismo tedesco è “il gabinetto del dottor Calidari” del 1922 di Wiene, oppure Nosferatu di Murnau sempre del 1922. L’espressionismo tedesco, furono influenzati dai pittori e dalle scenografie espressioniste. Il capostipite fu proprio“il gabinetto del dottor Caligari” un film pieno di paura e ambienti spaventosi, inondando gli ambienti di luce uniforme e andando a dipingere le ombre su muri e pavimenti. Caligari rappresentava lo stato tedesco, mentre Cesare la gente comune che veniva manipolata, alla fine eliminano il politico e fanno vedere come in realtà fosse tutta un’invenzione, il sogno di un pazzo, lo stato tedesco non controllava alcuna mente. Sono presenti chiaroscuri che mostravano stato mentale alterato, il film ha ispirato artisti per decenni come il cuore rivelatore di Klein, addirittura Hitchock che riprende le ombre e l’isteria di Caligari. La conseguenza più straordinaria ha luogo in giappone nei primi anni venti con il film “una pagina di follia” attraverso complicati flashback di una donna, dove scopriamo che ha annegato il figlio. Non è solo il protagonista ad essere psicotico, ma tutto il film, tra personaggi e ambientazione. Profonda angoscia dell’espressionismo. IL CINEMA POPOLARE Si tratta di film comici, dove tutta la comicità è affidata ai gesti dell’attore, sono commedie frenetiche, con inseguimenti e capitomboli, affidandosi ad un gran uso del montaggio. I più grandi personaggi sono: Sennet, più come sceneggiatore di film comici che come attore, Keaton, un comico stralunato che ebbe la brillante idea di unire la dimensione malinconica a quella comica. Infine, Charlie Chaplin, uomo geniale che utilizzava il movimento del corpo, pensando come un ballerino e un artista di varietà. Nel film “il monello” Charlie ricreava la sua infanzia, un vagabondo che crede di essere un gentleman che trova un bambino e lo prende con sé. il bambino rompe i vetri così il personaggio di Charlie può aggiustarli e guadagnare, il ragazzo però viene portato in orfanotrofio, e realizza il bambino una performance magistrale, umanizzava il cinema comico lo “griffithizzava”, si percepiva quindi l’umanità di Chaplin verso i poveri diventando il Dikens nel cinema. Vi sono due tipologie di cinema comico: il primo genere di film sono i Keystone Cops, ovvero una serie di film che hanno come protagonisti i poliziotti, personaggi buffi e svitati a cui capita di tutto. Sono presenti molti inseguimenti in automobile, perché la macchina era moderna, come il cinema mentre il teatro non può competere con alcuna velocità e modernità. Altro genere “Bathing beauties”: si usa il corpo femminile come attrazione, in una chiave gotico- grottesca, utilizzando la comicità demenziale. Anni Trenta decollo del sonoro Il cinema diventa meno cinematografico, le luci e l’uso delle telecamere cambia, con il film “amami stanotte” di Mamoulian, abbiamo il primo musical ambientato a Parigi, ci fa ascoltare i suoni dei lavoratori e racconta la storia di un sarto che si innamora e che cantando viene ascoltato da un cliente fino a far passare la canzone da persona a persona per arrivare poi, direttamente dall’amata. In questo film, il regista, sostituisce i suoni reali con dei suoni metaforici, ad esempio con le commari, sostituisce le loro voci all’abbaiare dei cani. CLASSICAL HOLLYWOOD STYLE – AMERICA ANNI ‘40 Negli anni Trenta, il regista più premiato è Frank Capra che incarna il rapporto tra stile e ideologia del cinema americano classico. Per riconoscere un film “classico”, bisogna determinarne lo stile e del modo di produzione: l’utilizzo dello studio system, lo star system e l’integrazione verticale. Per quanto riguarda il piano visivo, invece, si identificano: continuity editing, ovvero montaggio che serve a combinare delle inquadrature correlate, l’illuminazione a tre luci, movimenti di macchina al servizio dei personaggi della storia e infine il close up. Il piano narrativo deve essere: strutturato in tre atti, una chiara esposizione di conflitto, chiara motivazione dei personaggi e una chiusura narrativa. E, infine, come contenuti: uno stile di vita americano, il mito della frontiera, un ritorno dalla famiglia e un “self made man”. Il cinema classico si basa su una sospensione dell’incredulità del cinema, infatti, il cinema americano è solo finzione, prendiamo come esempio “Casablanca” (regia di Curtiz) un vero e proprio “riciclaggio” hollywoodiano, la storia proviene da un testo teatrale mai andato in scena. PROPAGANDA E CULTO DELLA PERSONALITA’ La propaganda può essere diretta con i cinegiornali, documentari che raccontano le imprese degli eserciti e dei dittatori. Il culto della personalità comprende il cinema degli anni ’30 durante i totalitarismi. Mussolini intuisce l’importanza del cinema e la cinematografia è l’arma più forte per gli slogan fascisti. Allo stesso tempo, il cinema deve costruire l’immagine di Mussolini, sarà quindi uno dei primi divi della storia della cinematografia, essendo il primo che sovrappone la propria immagine propagandistica a quella politica. Verrà realizzata Cinecittà su modello dei grandi studios hollywoodiani, replicando il modello dello studio system. Il modello architettonico riguarderà anche la città universitaria della Sapienza. Cinecittà è un progetto d’avanguardia, diventando uno degli studi cinematografici più importanti del mondo. REALISMO FRANCESE Parigi del 1930, piu grande mago del cinema francese poeta e artista Coctau, “il sangue di un poeta” una statua dice al protagonista che per lasciare il suo studio deve passare attraverso ad uno specchio, quando vi penetra nello specchio, il regista ci fa sentire delle vere e porprie grida, cosa che non sarebbe stato possibile nel cinema muto. Oltre lo specchio trova un mondo dove non vale la legge di gravità, il suo inconscio. Coctau amava la pittura cubista di Picasso ed influenzato dal consumo di oppio. Nella scena del corridoio l’ambiente era preso di lato, una scena che ci ricorda il regista Nolan riprendere nel film “inception”, con uno sguardo a coctau e un uso della scenografia tecnologica moderna, con un set in continuo movimento. Altrettanto inventivi anche i film di Vigo, come la scena di “zero in condotta” dove sembra che nevichi date le piume dopo una battaglia di cuscini, rallenta la scena e gioca con il sonoro. Il canale parigino, famoso perché usato da Vigo, è una delle location preferite dallo scenegg. Prevert: gente dimenticata che si incotnra in albe livide o luci della sera diventando vivi per un attimo incontrandosi per poi tornare nel loro squallore una volta giorno. Cinema di carnè e prevet è stato definito realismo poetico francese “Porto delle nebbie” film tipico del realismo francese: disertore legione straniera vita sventurata e lasciare francia e ricominciare, camion gli da passaggio tra nebbia. Personaggio solo che cammina fa conoscenza solo di un cane, brano di grande atmosfera di un film accigliato, mentre hollywood guardvaa avanti, la visione di prevert era tragica. Porto delle nebbie descriveva bene ciò che stava succedendo in francia. È dietro la pathè che carnè evocava mondi eccezionali come “amanti perduti” ruota intorno ad un teatro dell’ottocento, storia che scorre attraverso le vite di varie persone tra cui una cortigiana accusata di aver rubato un orologio ad un ricco, un mimo mostra la realtà, Carnè affianca della musica al mimo e una scena di strada diventa teatro. Renoir grande umanista del cinema francese, “la regola del gioco” con il racconto del bene e il male, ripreso anche nel film “la grande illusione”. FILM: CABIRIA Il Cinema italiano è per il patrimonio storico, una cultura impregnata di storia, ad esempio sull’antica Roma e si specializza nel film storico, che sarà poi anche modello per il cinema americano “Quo Vadis”. Il cinema italiano, dovendo trasformare la qualità scientifica in forma rispettabile culturale, poggia sugli elementi del film storico, l’identità, è il paese più adatto ad esaltare il culto del passato. “CABIRIA”, di Pastrone e con la partecipazione di Gabriele D’Annunzio che scrive gli inter-titoli, le didascalie e trova questo nome: Cabiria, una storia romano- centrica. Anche nella locandina francese, Cabiria è di Gabriele D’Annunzio, perché è il nome che fa vendere il film. All’interno, compare il personaggio destinato a grande successo: Maciste. Schiavo che si mette insieme ai romani, per liberare il personaggio di Cabiria. Un uomo “forzuto” che fa impazzire il pubblico. Iniziano a circolare serie di cartoline che hanno al centro lui, Bartolomeo, trovato nel porto di Genova e ingaggiato per le sue evidenti doti fisiche, sarà il capostipite di una serie di film centrati sull’esaltazione del corpo maschile, muscoloso come Schwarzenegger. Maciste si stacca per vivere come personaggio di vita propria. E di fronte al successo di Cabiria, arrivano anche lettere di spettatori che vogliono saperne di più sul personaggio, viene realizzato un ciclo di produzione indipendente con protagonista Maciste, l’uomo forte. Maciste rappresenta anche il superuomo di Nietzsche e ispirazione per Mussolini, che cerca l’uomo forte. NOSFERATU Abbiamo un’altra visione per l’espressionismo, a differenza dell’impressionismo francese, permette al film di legittimarsi come oggetto artistico, ha come centro propulsivo la Germania. I film espressionisti sono dominati dal tema della possessione, tema della malattia mentale o anche fisica, un bisogno di trasmettere da parte del personaggio il disagio ed il malessere. L’espressionismo segna un momento di rottura rispetto con i canoni realistici, partendo dalla scenografia, alla recitazione e alla costruzione dell’immaginario. Le luci non sono utilizzate in modo naturale, abbiamo ombre disegnate e linee spezzate, il mondo espressionista è segnato dal caos, un universo interiore segnato da incubi e ossessioni. Il capostipite dell’espressionismo tedesco è “il gabinetto del dottor Calidari” del 1922 di Wiene, oppure Nosferatu di Murnau sempre del 1922. È un film che viene realizzato nel 1922, con regista Murnau. È il tipico film del movimento espressionista tedesco, riprende dal romanzo de “il conte dracula”. A differenza dell’impressionismo francese, permette al film di legittimarsi come oggetto artistico.I film espressionisti sono dominati dal tema della possessione, tema della malattia mentale o anche fisica, un bisogno di trasmettere da parte del personaggio il disagio ed il malessere. L’espressionismo segna un momento di rottura rispetto con i canoni realistici, partendo dalla scenografia, alla recitazione e alla costruzione dell’immaginario. Le luci non sono utilizzate in modo naturale, abbiamo ombre disegnate e linee spezzate, il mondo espressionista è segnato dal caos, un universo interiore segnato da incubi e ossessioni. THE PHILADELPHIA STORY The Philadelphia story, è un film diretto da Cukor del 1940, è un ottimo esempio di sophisticated comedy. È un film dinamico, con dialoghi molto veloci. La commedia romantica è anche oggi un genere di film che piace ai produttori, perché non costa molto, in questo caso è una commedia del ri-innamoramento: un vero e proprio gioco di specchi tra la società americana e il dibattito intorno al divorzio; lavora in contrasto con la società, perché racconta di una coppia che divorzia per poter intrattenere delle relazioni con altri partner, per poi risposarsi, espediente usato per rappresentare una relazione extraconiugale, all'epoca non accettata nel mondo cinematografico statunitense. È un film costruito con lo Star system, centrato quindi sulla star: Katherine Hepburn, per il rilancio della sua carriera, facendosi portatrice di un ruolo diverso, rispetto ai classici film di cui, in quegli anni, erano abituati ad una figura della donna diversa; rappresenta un ottimo esempio di femminismo hollywoodiano. SINGIN IN THE RAIN Negli anni Trenta, il regista più premiato è Frank Capra che incarna il rapporto tra stile e ideologia del cinema americano classico. Per riconoscere un film “classico”, bisogna determinarne lo stile e del modo di produzione: l’utilizzo dello studio system, lo star system e l’integrazione verticale. Per quanto riguarda il piano visivo, invece, si identificano: continuity editing, ovvero montaggio che serve a combinare delle inquadrature correlate, l’illuminazione a tre luci, movimenti di macchina al servizio dei personaggi della storia e infine il close up. Il piano narrativo deve essere: strutturato in tre atti, una chiara esposizione di conflitto, chiara motivazione dei personaggi e una chiusura narrativa. E, infine, come contenuti: uno stile di vita americano, il mito della frontiera, un ritorno dalla famiglia e un “self made man”. Il cinema classico si basa su una sospensione dell’incredulità del cinema, infatti, il cinema americano è solo finzione, prendiamo come esempio “singin in the rain” diretto da Kelly, è un musical del 1952. Parla di un uomo che deve dichiarare il suo amore ad una donna, una ragazza che fa finta di odiare il cinema, considerandolo solo un intrattenimento; il protagonista la porta in uno studio cinematografico, creando una situazione romantica, dichiarando così il suo amore. È pura finzione, come il sole realizzato dai riflettori, il vento tra i capelli dato da un ventilatore, una finzione che noi spettatori decidiamo di credere. TO BE OR NOT TO BE Negli anni Trenta, il regista più premiato è Frank Capra che incarna il rapporto tra stile e ideologia del cinema americano classico. Per riconoscere un film “classico”, bisogna determinarne lo stile e del modo di produzione: l’utilizzo dello studio system, lo star system e l’integrazione verticale. Per quanto riguarda il piano visivo, invece, si identificano: continuity editing, ovvero montaggio che serve a combinare delle inquadrature correlate, l’illuminazione a tre luci, movimenti di macchina al servizio dei personaggi della storia e infine il close up. Il piano narrativo deve essere: strutturato in tre atti, una chiara esposizione di conflitto, chiara motivazione dei personaggi e una chiusura narrativa. E, infine, come contenuti: uno stile di vita americano, il mito della frontiera, un ritorno dalla famiglia e un “self made man”. Il cinema classico si basa su una sospensione dell’incredulità del cinema, infatti, il cinema americano è solo finzione: è un film diretto da Lubitisch del 1942, una vera e propria satira del nazismo, permettendo di far riflettere sui rapporti tra il cinema e la storia. Il regista ritiene possibile, attraverso la commedia, di prendersi gioco di Hitler e di tutte le cose che riguardano l’ideologia nazista, fu un pensiero che creò scandalo. È un tema etico ed estetico, con una grande capacità di fare ironia. La forza del regista fu proprio di provenire da Berlino, per questo motivo non era legato alla cultura americana, una cultura puritana, inserendo nella sua commedia messaggi trasgressivi tramite il dialogo. Nelle scene, tra equivoci e gag, si respira il clima della slapstick comedy quando piomba la notizia della guerra. Varsavia sta morendo, ma non c’è spazio per malinconie, in Lubitsch. Si vuol vivere, si vuol essere, annullare il non essere imposto al mondo dal genio del male, e si può, l’arma del comico sgancia bombe. L’operazione geniale di Lubitsch fa sorridere, oggi,  delle critiche rivolte al film, all’epoca, di trattare con mano troppo leggera un problema così grave; lui vedeva altro. CITIZEN KANE 1941 la morte del magnate kein un giornalista decide di ricostruire tutta la sua storia, Proprio perché prima di morire il nostro kein pronuncia il nome di una donna: Rosabella quindi tutti si mettono alla ricerca di questa donna, specialmente il giornalista che a ritroso va a intervistare personaggi che hanno conosciuto il nostro magnate, per cercare di capire chi è questa donna, forse la cantante lirica di cui lui era innamorato. Ciò che fa grandioso questo film, non solo la sceneggiatura straordinaria, ma la messa in scena della bravura di un venticinquenne, Wells, che mette in scena un film come se fosse un regista con alle spalle una grande esperienza. Al suo interno si parla di Noir, di dramma, il cinegiornale, la ricerca, un’incredibile critica fra la stampa e il capitalismo, come ci si puo vendere facilmente. L’ascesa e la caduta di quarto potere è esponenziale nella sua grandiosità. Uno dei finali più belli, che riporta alla fanciulezza, essenza della mancanza di tutto quello che crediamo utile, ma in realtà non è nient’altro ciò che ci obbligano a credere. Impressionante per l’uso incredibile della profondità di campo, che mai era stata utilizzata così, con una potenza di Wells che utilizzava delle lenti apposite, una ripresa dal baso che dava un’inquadratura “deformata”. Il film è strutturato in una maniera che ogni film di questo tipo poi non potrà fare a meno di citare “quarto potere”, anche il genere noir stesso. È un film che mise in crisi la “fama classica”; Welles distrugge questa figura, facendo esaltare la manipolazione del sistema mediatico, denunciando il fascismo e il nazismo. Riporta ciò che siamo abituati a vedere nel muto, i primi cinque minuti c’è solo il dominio fisico, senza dialoghi; è un film senza climax perché inizia direttamente dalla fine. Come disse Francois Truffaut “ appartengo a una generazione di cineasti che hanno deciso di fare film avendo visto Quarto Potere” Che altro aggiungere? CASABLANCA Negli anni Trenta, il regista più premiato è Frank Capra che incarna il rapporto tra stile e ideologia del cinema americano classico. Per riconoscere un film “classico”, bisogna determinarne lo stile e del modo di produzione: l’utilizzo dello studio system, lo star system e l’integrazione verticale. Per quanto riguarda il piano visivo, invece, si identificano: continuity editing, ovvero montaggio che serve a combinare delle inquadrature correlate, l’illuminazione a tre luci, movimenti di macchina al servizio dei personaggi della storia e infine il close up. Il piano narrativo deve essere: strutturato in tre atti, una chiara esposizione di conflitto, chiara motivazione dei personaggi e una chiusura narrativa. E, infine, come contenuti: uno stile di vita americano, il mito della frontiera, un ritorno dalla famiglia e un “self made man”. Il cinema classico si basa su una sospensione dell’incredulità del cinema, infatti, il cinema americano è solo finzione, prendiamo come esempio “Casablanca”, regia di Curtiz del 1942, un vero e proprio “riciclaggio” hollywoodiano, la storia proviene da un testo teatrale mai andato in scena. LA CORAZZATA DI POTEMKIN Ejesteijn è stato un regista sovietico, massimo esponente della scuola sovietica del montaggio. In un primo periodo sperimenta la tecnica del montaggio e le possibilità concettuali dell’immagine cinematografica, il cinema diventa una macchina che esprime un pensiero attraverso un uso conflittuale del montaggio che riguarda soprattutto la sua prima produzione. Successivamente, dopo gli anni ’30 del Novecento, ci sono due fattori che ridimensionano questa ricerca, come l’introduzione del sonoro, che cancella per sempre la maggior parte delle conquiste del linguaggio cinematografico, come la maggior parte delle conquiste d’avanguardia. In più ci fu una svolta totalitaria da parte del regime comunista, ovvero l’uso del cinema propagandistico: gli artisti si allineano con il regime di Stalin, con il realismo socialista, esprimendo con un linguaggio semplice, utilizzando i valori dell’esaltazione del mito di Stalin. Ejzesteijn ci farà vedere le varie fasi del montaggio, prima di questo indicherà una vera e propria scomposizione nel linguaggio del cinema, il montaggio può portare la realtà su un piano astratto; userà una serie di dettagli che portano direttamente alla sequenza in una vera e propria dimensione astratta, l’uso del montaggio non per accordare le scene, ma per disarticolarle. Hitchcock nel film “Psyco” del 1960 utilizzerà un modello di montaggio molto simile ad Ejzesteijn, perché dal punto di vista dinamico e ritmico, ci sono più sequenze nella scena dell’omicidio sotto la doccia, che nell’intero film, ovvero alla composizione di una sola scena in tante inquadrature, dovuta ad un problema di censura: non era possibile rappresentare un coltello che affonda nella carne. “la corazzata di Potemkin” I gradini formano un palcoscenico e decise di filmare il massacro qui, facendo cadere i cadaveri sulla scalinata, tre inquadrature di una donna che sbatte e un ombrello, una caduta ripresa con la macchina in mano e un carrello che segue la gradinata. La durata media di un’inquadrature è di tre secondi, bambino che cade, scena di un momento terrificante, di una madre che perde il figlio e lei che cammina in un corridoio di luce, una madre alla griffith, la madre morendo spinge giu per le scale la carrozzina, come il nocciolo della ciliegia da cui eisestein prese l’ispirazione. il panico è ciò che liui voleva ottenere, lui lo definì montaggio delle attrazioni. Braina de palma negli intoccabili riprende la scena della carrozzina, con inquadrature di pochi secondi, pericolo e spari su una scalinata. JAWS 1975 Peter Benchley nel 1971 propone al gruppo editoriale Doubleday 4 pagine per l’idea per un romanzo, qui c’è una scena in cui una ragazza si allontana da una festa in spiaggia in un falò, fa il bagno nuda con un ragazzo e viene aggredita e uccisa da uno squalo. Romanzo di realismo sociale. Impressionata la Wday, Peter inizia a lavorare per il romanzo. Zanc e Brown, sono due produttori hollywoodiani e mentre Benchley sta ultimando romanzo, e gli viene affiancato l’editor figure, ovvero “voi scrivete” e l’editor corregge il romanzo e le bozze girano per i giornali. La moglie dell’editore addirittura disse “potrebbe essere un gran film”. Perciò acquista i diritti prima di farlo uscire, è una mossa azzardata (appena vinto oscar con la stangata, con questi soldi comprano diritti). Spielberg compra diritti dal romanzo di Shindler list prima della realizzazione, ma non significa realizzarlo subito. Bee movie firma. Hanno un basso budget, è un horror da far uscire in estate. Girano in fretta nella piscina della Universal, ma pensano di utilizzare uno squalo ammaestrato, ma non si può ammaestrare, non esistono ammaestratori di squali, quindi lo costruiscono. Provando a rivendere i diritti che avevano acquistato perché non convinti, a questo punto, del successo del film. Spielberg li convince, e girano in mare aperto, per il realismo. Robert Cassel disegnatore che lavora per tante riviste americane, la sua idea è stata andare nel museo di storia naturale di New York e disegna la mascella degli squali, fa degli studi per poi modellare su una tavola di una cucina all’idea di base della locandina - provini di Cassel per la locandina, il film esce facendo riferimento al best seller. Film esce appoggiandosi al
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