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Analisi Sintattica e Struttura Frasale: Sintagmi, Valenza e Frasi Complesse, Appunti di Linguistica

Una introduzione alla sintassi e alla struttura frasale, con un focus particolare sui sintagmi, la valenza dei verbi e le frasi complesse. Viene spiegato il concetto di asse sintagmatico e sintagma, il ruolo della semantica e pragmatica nella lingua, l'ambiguità e la distinzione tra letture diverse di una frase. Vengono inoltre introdotti i concetti di frase semplice e complessa, la coordinazione e la subordinazione, e il ruolo dei complementi. Il documento include anche esempi e lezioni per una comprensione più approfondita.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 25/09/2021

tania-siniscalchi
tania-siniscalchi 🇮🇹

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Scarica Analisi Sintattica e Struttura Frasale: Sintagmi, Valenza e Frasi Complesse e più Appunti in PDF di Linguistica solo su Docsity! LA SINTASSI Lezione 18. 16/04/2021 * Terzolivello di analisi linguistica che studia la struttura delle frasi * Sioccupa delle modalità di combinazione delle parole in unità di livello superiore (più grandi) ® Unità minima dianalisi: sintagma, frase (un po’ più grande del sintagma). Asse sintagmatico: asse che studia il rapporto tra elementi in una frase in presenza (cioè quando sono tutti presenti in una stessa frase e si oppone a quello paradigmatico che è invece tutto l'insieme delle scelte che avrei potuto fare alternativamente a quella che ho fatto. ® Inanalogia con quanto accade in fonologia e morfologia, il procedimento di analisi che consente di identificare le unità minime della sintassi è basato sulla prova di commutazione: analisi in costituenti immediati LA RAPPRESENTAZIONE AD ALBERO In fonetica e fonologia abbiamo parlato di coppie minime per sapere se un fono è un fonema: per i sintagmi, tutto ciò che può essere messo nella stessa posizione di un sintagma, è sempre un sintagma. la rappresentazione ad albero è il modo con cui i linguisti rappresentano la struttura delle frasi. Esistono gerarchie strutturali tra gli elementi del sintagma. La parte alta è il tronco, le diramazioni sono i rami. Le sigle sono i nodi (es. F, SN, SV), da cui partono due rami. F: frase. Due costituenti immediati della frase (due blocchi in cui si può dividere subito la frase): SN sintagma nominale (due elementi, quello centrale o testa è il nome, da cui il sintagma è determinato es. cane); SV sintagma verbale, la parte centrale è il verbo (es. ha rincorso il gatto del vicino). DET determinante (es. il, quel). N nome. AUX ausiliare. V verbo. SPrep sintagma preposizionale. ART (o DET) articolo o determinante. PREP preposizione. Il cane ha rincorso il gatto del vicino E SN sv &mOON Pep N Rei 1 sscsnioli glio ad vibo Francesca studia Trantesca studia L’ANALISI SINTATTICA Il principale aspetto della struttura di un enunciato (frase) è il fatto che esso, a dispetto della sua linearità, ha una struttura gerarchica, nella quale cioè esistono costituenti sopraordinati (sono più in alto e sono rappresentati dai nodi che ‘dominano’ qualcosa) e costituenti sottordinati (rappresentati dai nodi dominati da un altro nodo)” (R. Simone) Esempio: il cane è gerarchicamente più in alto del gatto, perché uno compie l’azione e l’altro la subisce. Lezione 19 21/04/2021 L'italiano è una lingua che viene classificata come lingua PRO-DROP, “pronoun dropping” (caduta del pronome). In inglese è obbligatorio esprimere il soggetto con un pronome (es. “I study” e non solo “study”). In italiano no, la marca finale del verbo permette di capire a chi si riferisce, anche senza pronome (es. posso dire sia “io studio” che “studio”). Inserire il pronome dona sfumatura di significato differente alla frase. Esempio: Studio. SN SV g studio Il pronome cade, so che è “io” ma non è manifestato. IL SINTAGMA e La minima combinazione di parole che funziona come un'unità sintattica (della struttura frasale) ® Testadelsintagmaa seconda di in che parte del discorso si trova dà il nome al sintagma intero (in analogia con la morfologia delle parole composte) SCUOLE DI PENSIERO IN LINGUISTICA: vari modi di concepire di concepire una lingua o un’altra. Noi stiamo affrontando la linguistica in generale. Però, esistono due principali approcci al linguaggio: - Uno formale o generativa (linguistica generativa alla Chomsky, per cui la lingua è una forma, secondo loro c'è una grammatica universale che sarebbe la lingua innata del nostro patrimonio, inoltre, si possono individuare specifiche aree del cervello dove possiamo collocare un determinato fenomeno sintattico dando poco rilievo a tutti gli aspetti semantici del significato, pragmatici. Per loro è molto difficile spiegare l'ironia, metafore che sono fatti legati al contesto concreto in cui un’espressione viene pronunciata. Porta l'approccio ad albero), - Uno funzionale (vede il linguaggio come qualcosa che serve per comunicare e per dire qualcosa a qualcun altro su qualcosa o su qualcuno. Per loro è più importante comprendere cognitivamente in una lingua cos'è importante, a cosa serve, quali strutture vengono usate, per quale funzione. Quindi, è più importante vedere a cosa serve la lingua nei suoi usi concreti piuttosto che nella sua struttura astratta e formale e danno più peso alla semantica, pragmatica) Nella frase ho sicuramente un sintagma verbale “ha rincorso”, però posso avere più sintagmi nominali. “Il cane”, soggetto, è più in alto nella gerarchia cioè è uno dei costituenti immediati dipendenti immediatamente da nodo frase: questo spiega qual è il soggetto (che dipende da F ed è il soggetto), e qual è il complemento oggetto (il gatto, che dipende da SV). - Complementi Y Grammatica tradizionale: definizione su base semantica v_ Esempi di complementi: specificazione, termine, mezzo o strumento, modo o maniera, argomento, tempo, stato in luogo, moto a luogo, moto da luogo, moto per luogo, secondo termine di paragone, ecc. Y Nella posizione di complementi del verbo (cioè dei suoi argomenti diversi dal soggetto) si trovano sia relazioni puramente grammaticali, a legame diretto (complemento oggetto diretto) o indiretto (oggetto preposizionale o oggetto indiretto), sia relazioni concettuali (relazioni di tempo, di luogo) v Inalcune lingue le funzioni grammaticali non sono segnalate da nulla, se non dall'ordine degli elementi; in altre lingue possono esistere marche formali esplicite per indicare la funzione dei diversi elementi (quello che in latino era morfologia di caso, quindi caso genitivo specificava quello che poi abbiamo chiamato complemento di specificazione, dativo diventa complemento di termine ecc. La morfologia di caso è diventata, si sono trasformate le marche di caso alla fine del nome in preposizioni (es. vi, a, per...) Lezione 20 22/04/2021 LA VALENZA Tesnière ha detto che i verbi si comportano un po’ come gli elementi chimici, quando sono presenti nella frase hanno bisogno di un certo numero di altri elementi per essere saturi, quindi i verbi hanno una loro valenza (‘argomenti’ es. verbi che hanno valenza uno, valenza due). Per questo esistono i verbi zerovalenti, monovalenti, bivalenti, trivalenti e tetravalenti. | verbi si comportano in modo diverso in base alla lingua. La valenza verbale è il numero degli argomenti necessari a un verbo per essere completato, essere saturato. Tavola Periodica degli elementi | verbi possono avere una valenza principale (es. mangiare implica qualcuno che magi qualcosa, ma io posso dire “sto mangiando lasciami stare” dove non dico cosa sto mangiando, in questo caso “mangiare” è un verbo bivalente usato con valenza monovalente, e quindi hanno una valenza i verbi che dipende dal loro significato poi alcuni non necessariamente devono sempre esprimere a livello comunicativo la valenza completa, però rimane bivalente il verbo “mangiare” la valenza è quella di base) e essa può variare in alcuni casi particolari in base a come lo uso alla frase sia in diminuzione che in aumento. © Verbi zerovalenti: verbi che denotano fenomeni atmosferici (non hanno bisogno di nessun argomento per essere saturati, completati es. piovere =non c’è un soggetto che piove, nevicare, grandinare, ecc.) @ Verbi monovalenti: richiedono un solo argomento (es. camminare dormire, correre, ecc.) @ Verbi bivalenti: richiedono due argomenti (es. guardare, scrivere, mangiare, andare, ascoltare, prendere, giocare, picchiare ecc.) @ Verbi trivalenti: richiedono tre argomenti (es. spedire, vendere, prestare, dare, concedere, restituire, regalare =1) qualcuno che regali 2) qualcuno a cui venga regalato e 3) il qualcosa che è il regalo, mandare, ecc.) © Verbi tetravalenti: richiedono quattro argomenti (es. traslocare, tradurre = 1) qualcuno che traduca 2) qualcosa da 3) una lingua ad 4) un’altra, ecc.) I CIRCOSTANZIALI Io posso dire “io mangio un panino in giardino o in mensa” questo in mensa e in giardino sono specificazioni di alcune circostanze che non sono strettamente necessarie alla valenza del verbo, cioè dove ho fatto l’azione non è che sia centrale necessariamente, non devo dirlo, strettamente, non è nella semantica del verbo lo stesso modo del soggetto, infatti si chiamano circostanziali o margini della frase. I circostanziali non rientrano nello schema valenziale del verbo e sono: Tempo, luogo, modo, ecc. Frasi semplici: quelle che in queste frasi erano l’soggetto, l'oggetto —> diventano nelle Frasi complesse: completive soggettive, oggettive Frasi semplici: quelle che in queste frasi erano circostanziali—> diventano nelle Frasi complesse: subordinate avverbiali o circostanziali (es. temporali, concessive, causali...) RUOLI SEMANTICI Frase vista come evento, come rappresentazione scenica Il soggetto può avere nel processo descritto dal verbo un ruolo: agente (compie l’azione es. Giovanni corre), paziente (patire un emozione es. Giovanni soffre), esperiente (es. Giovanni sente una sinfonia -> lo stente con gli organi di senso), oppure può funzionare come supporto di una proprietà (es. Giovanni è biondo) o di una classificazione (es. Giovanni è uno studente). Tra funzioni sintattiche e ruoli semantici non c'è corrispondenza biunivoca Un SN non viene riconosciuto come soggetto perché è agente o paziente o esperiente, ma perché gode di certe proprietà grammaticali formali indipendenti e viene interpretato come l’espressione dell'agente, del paziente o dell’esperiente sulla base della semantica del verbo e in quanto è stato riconosciuto come soggetto Possibili domande: Cos'è una valenza? Fare un esempio di verbo zerovalente, trivalente... Il soggetto è sempre colui che compie l’azione? Non chiede gli alberi CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE FRASI Complessità Le frasi si distinguono in semplici (unico predicato) e complesse (uno dei costituenti è a sua volta una frase) Dipendenza Tra le frasi semplici che compongono una frase complessa si instaurano delle relazioni. Frase principale: frase indipendente, che può comparire ed essere usata da sola Frase subordinata: frase che da sola è ritenuta inaccettabile (es. io credo che domani pioverà) Frasi coordinate: frasi sintatticamente autonome, accostate senza che tra loro venga stabilito un rapporto di dipendenza (io leggo e marco studia —> ciascuna può star da sola) Modalità Dichiarative: presentano un ordine non marcato (vuol dire che è l'esempio più frequente di una frase, di solito in italiano l'ordine non marcato è soggetto, verbo e oggetto es. io guardo la televisione. L'ordine marcato è un ordine in cui magari proprio perché si vuole optare un enfasi particolare a un elemento della frase si cambia l'ordine dei costituenti es. “è la televisione che io guardo” dove “io” vengo dopo e “la televisione” che è il complemento oggetto è prima) dei costituenti; dal punto di vista semantico, trasmettono esclusivamente l'informazione che deriva dalla somma dei significati parziali dei sintagmi che la compongono Imperative: per l’espressione di ordini e comandi (es. studia!) Interrogative totali: presuppongono sì/no come risposta Interrogative parziali: uno dei sintagmi della corrispondente dichiarativa viene sostituito con un'espressione interrogativa in apertura di frase (es. con chi sei stato ieri al cinema? Con mio fratello) Polarità Dal punto di vista della polarità, le frasi vengono distinte in affermative e negative Diatesi In base alla diatesi le frasi si distinguono in attive e passive Segmentazione Le lingue storico-naturali parlate nel mondo dispongono di meccanismi sintattici per mutare a fini pragmatico-informativi l'ordine non marcato dei costituenti frasali * Dislocazionea sinistra: procedimento sintattico che sposta nella prima posizione di frase il sintagma su cui si vuol porre l’attenzione, riprendendolo successivamente con un pronome Es. “Una mela, la mangia Marco” (dove prendo il complemento oggetto che Frase semplice SE DEI sn n gono rosso L’ORDINE DEGLI ELEMENTI In latino proprio per la morfologia dei casi, l'ordine della frase è molto libero. Es: Brutus Caesarem necavit / Caesarem Brutus necavit / Necavit Caesarem Brutus. In italiano c'è rigidità nell'ordine delle parole nella frase, tanto che in base alla posizione delle parole c'è anche un cambiamento del significato (“Bruto uccise Cesare” è diverso che dire “Cesare uccise Bruto”) e Tipologia sintattica Le lingue del mondo si comportano in modo diverso. Mettono in ordine in modo diverso soggetto, verbo, oggetto. Ordine dei costituenti maggiori della frase indipendente dichiarativa con verbo transitivo S(oggetto) V(erbo) O(ggetto). Così come a livello morfologico noi possiamo classificare le lingue sulla base del tipo morfologico a cui appartiene (noi abbiamo individuato isolante, agglutinante, tipo polisintetico) anche a livello sintattico noi possiamo individuare dei tipi e dire come le lingue del mondo si comportano nel mettere in ordine soggetto, verbo, oggetto tra di loro. Greenberg è il primo linguista che si è posto la questione e ha individuato ordini diversi presenti nelle lingue e poi ha individuato una serie di conseguenze a seconda dell'ordine dei costituenti della frase. Nel 1966 ha fatto uno studio molto importante che riguarda l’ordine dei costituenti maggiori nella frase indipendente dichiarativa con verbo transitivo, quindi ha preso come modello una frase semplice dichiarativa affermativa quindi una frase del tipo “Giovanni guarda la televisione” dove ci fossero soggetto, verbo, oggetto. L'idea è: se io ho questi tre elementi quali sono gli ordini possibili nelle lingue del mondo? Dal punto di vista combinatorio, 6 ordini sono possibili: SOV, SVO, VSO, VOS, OVS e OSV Preso un campione ampio di lingue. Egli si era accorto che non tutti e sei sono ugualmente rappresentati nelle lingue del mondo. I più diffusi in assoluto sono: SVO e SOV, però c'è ne sono molto poche che hanno VSO e pochissime che hanno gli altri tre rimanenti. Nb: una lingua può avere molti ordini (es, il latino). Ma la maggior parte delle lingue hanno un ordine preferenziale, più diffuso un ordine non marcato. e Itretipi più frequenti antepongono il soggetto all’oggetto: SOV, SVO, VSO Il sintagma che ha la funzione grammaticale di soggetto, posizione strutturale molto spesso occupata da entità che rivestono il ruolo di agente nella struttura dell'evento, si trovano prima per la loro prominenza cognitiva Molto importante è poi la reciproca posizione occupata dai costituenti del sintagma verbale, verbo e oggetto Ma perché ci sono tre ordini diffusissimi e altri molto meno? Perché ci sono ordini preferiti? Motivi di carattere cognitivo. Due ordini principali: svo sov Se consideriamo per un momento VO e OV senza S, si può notare che nella stragrande maggioranza dei casi le lingue che hanno un ordine di tipo VO hanno anche come conseguenza il nome che precede l’aggettivo (Nagg), il nome che precede il genitivo o il complemento di specificazione (Ngen), il nome prima della frase relativa (NRel) e l’uso di preposizioni (Prep). Le lingue che hanno come struttura OV hanno l’ordine aggettivo che precede il nome (AggN), genitivo nome (GenN), frase relativa nome (ReIN), e le posposizione (=vengono dopo il nome, es. nel giapponese e non sono presenti nell’italiano e quindi non si dice “tavolo con”). VO OV NAgg Aggn NGen GenN NRel ReIN Prep Posp Per motivi di struttura — Il tipo VO costruisce i sintagmi posizionando la testa ‘a sinistra’ (VO: N testa a sinistra); viceversa il tipo OV colloca la testa ‘a destra’ (OV: N testa a destra) ACQUISIZIONE LINGUISTICA Come sviluppano i bambini la morfologia e la sintassi? Olofrastici= enunciati che sono fatti da una sola parola, è come se le frasi dei bambini che imparano a parlare siano fatte di una sola parola. LO SVILUPPO DELLA MORFOSINTASSI * Primoannodivita: enunciati olofrastici * Dueannicirca: unione di due o più parole, prime semplici frasi (es. mamma lavoro) La capacità di produrre combinazioni di unità lessicali è strettamente dipendente dall’ampiezza del repertorio lessicale (più un bambino conosce singole parole o lessemi più riuscirà a giocarci a metterli insieme, se ne conosce poche fa più fatica a mettere insieme le parole): la soglia minima per la comparsa di fenomeni combinatori di natura sintattica è di circa 100 parole (cioè quando un bambino arriva ad avere un serbatoio di parole da 100 in su, più o meno, riesce a incominciare a combinarle insieme e a fare unità più grandi). Il passaggio dagli enunciati olofrastici a forme più complesse è mediato da alcune forme di transizione: le combinazioni cross-modali gesto-parola e le strutture verticali (i bambini utilizzano in correlazione molto stretta gesto e parola) Combinazioni cross modali: vengono utilizzati due modi, mezzi una visiva e una fonica (con la parola si utilizza il canale uditivo e fonico, con il gesto si usa il canale visivo) @ Le combinazioni cross-modali gesto-parola Il conseguimento dell’abilità di combinare simboli manuali e verbali è una tappa obbligatoria nello sviluppo della competenza comunicativa - Combinazioni equivalenti: il gesto e la parola veicolano, dal punto di vista semantico, lo stesso significato (vale a dire che un bambino impara a parlare e mentre parla emette delle parole e il gesto corrispondente che fa veicolano lo stesso significato) - Combinazioni complementari: il gesto specifica e disambigua il significato della forma verbale prodotta © Le costruzioni verticali: cioè il bambino e il caregiver (chi veicola il discorso può essere chiunque es. la mamma) condividono l'argomento del discorso e lo espandono nei turni dialogici Da parte del bambino vengo pronunciati degli enunciati ‘telegrafici’, (dove mancano molti collegamenti interfrasali in cui si amplia piano piano almeno il lessico del bambino e imparerà a costruire enunciati sempre più grandi) fortemente ancorati al contesto in cui vengono realizzati (un bambino inizia a parlare di cose molto concrete es. pappa, e non riesce a fare discorsi astratti) Gli studiosi linguistica acquisizionale hanno individuato quelle che hanno chiamato le quattro fasi nel percorso di acquisizione delle strutture sintattiche: - Fase presintattica (19-26 mesi): enunciati telegrafici (singola parola), il più delle volte privi di verbo; con frequenza minore frasi nucleari (es. un nome e un verbo), spesso con valenza non saturata (es. se un bambino usa il verbo mangiare ovviamente non sa che è bivalente e quindi ha bisogno di due elementi per essere saturato) - Fasesintattica primitiva (20-29 mesi): si riduce la produzione degli enunciati telegrafici a favore delle frasi nucleari, spesso ancora incomplete; compaiono i primi esempi di frasi complesse, anch'esse incomplete - Fasedi completamento della frase nucleare (24-33 mesi): le frasi semplici nucleari in questo stadio non solo sono complete, ma vengono espanse con elementi circostanziali esterni alla valenza; le frasi complesse (cioè la frase viene resa completa in cui il verbo è saturato, vengono messi tutti gli elementi necessari, e vengono inseriti anche gli argomenti circostanziali) aumentano per numero e tipologia e appaiono morfologicamente complete - Fasedi consolidamento e generalizzazione delle regole in strutture combinatorie complesse (27-38 mesi): compaiono nuovi connettori interfrasali (non solo si riesce a mettere insieme le frasi ma anche i connettivi cominciano a essere utilizzati) LE ALTERAZIONI QUALITATIVE DELL’ELOQUIO DI NATURA MORFO-SINTATTICA Agrammatismo: deficit severo di elaborazione grammaticale, che comporta un impoverimento della struttura sintattica della frase. Le manifestazioni sono: - Stile telegrafico
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