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La Poesia di Giovanni Pascoli: Una Biografia Decadente, Appunti di Italiano

La vita e la carriera poetica di giovanni pascoli, dalla sua infanzia travagliata alla morte, passando per i suoi studi, le sue idee socialiste, la sua carriera da insegnante e universitario, e la sua poesia. Pascoli è descritto come un poeta vate che scrive inni, poesie conviviali, e versi in latino, con una precisione scientifica e un senso di mistero e irrazionale. Anche le tendenze spirituali di pascoli e la sua relazione con il mondo dello spirituale, nonostante non abbia avuto una fede religiosa. Viene anche discusso il contesto storico in cui pascoli ha vissuto e la sua precisione nello studio, che si riflette nella sua poetica.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 03/11/2022

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Scarica La Poesia di Giovanni Pascoli: Una Biografia Decadente e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! 1855-1912 Infanzia travagliata, 10 Agosto muore il padre. Nel giro di pochi anni muoiono i fratelli. Ha problemi economici ma riesce a terminare liceo e studiare lettere Bologna, dove si avvicina alle idee socialiste, diventa docente di lettere al liceo e poi all’università. Cerca sempre dir i costruire il nido familiare, è geloso delle sue sorelle. Emerge la sua fragilità emotiva e questa chiusura nel nido familiare gli ha impedito di avere relazioni amorose, che avevano un fascino torbido, si riteneva inadeguato. La presenza delle sorelle genera una sorta di compensazione della figura materna. Entra in depressione quando nel 1895 una sorella si sposa e si trasferisce in campagna a Castel Vecchio con l’altra sorella, lontano dai pericoli e gli orrori della città. Esteriormente vive una vita serena ma interiormente è lacerato da angosce e paure per ciò che avviene dal punto di vista storico e per la presenza ossessiva della morte. Dal 1995 entra in università a Bologna, Pisa, Bologna. Scrisse le Myricae raccolta di poesie, nel 1897 i poemetti, 1903 i canti di Castel vecchio, 1904 i poemi conviviali, in lingua italiana. Scrisse anche in latino. Fu una sorta di poeta vate, scrisse Inni,non cui si fece cantore dell’Italia. Scrisse vere e proprie orazioni come La Grande Proletaria si è mossa. Vive in un periodo in cui il positivismo ha raggiunto l’apice del suo splendore, così si spiega la sua precisione nello studio. Questo rigore si ritrova nella sua poetica attraverso l’estrema precisione con cui descrive piante, stelle, fiori e uccelli, che è un valore aggiunto, crea delle trame nascoste molto più di impatto. È privo di fiducia nei confronti della scienza, crede che non sia in grado di esaurire lo scibile, ma non è capace di fornire una visione alternativa. La sua precisione scientifica apre la porta all’ignoto, il mistero, il mondo dell’irrazionale, tutto ciò che non può essere colto dalla ragione. Queste sue tendenze che vanno verso il mondo dello spirituale non si concretizzano in una fede religiosa. Il mondo gli appare come disgregato, non vede un rigore logico alle cose, ma le vede in modo distaccato, in quanto poeta è in grado di cogliere la verità profonda della realtà. UNA POETICA DECADENTE - IL FANCIULLINO Dentro di noi c’è un fanciullino che è capace di provare emozioni forti e lacrime e gioia. Quando siamo bambini la sua voce è confusa con la nostra, noi poi cresciamo ma lui rimane piccolo. Ma e veramente dentro ognuno di noi? Forse si o forse no, alcuni pensano che non esista perché si aspettano di poterlo toccare, ma in realtà i segni della sua esistenza sono semplici e umili. Quando abbiamo paura del buio è il fanciullino che ci fa sentire queste cose. Si presenta in modo diverso in base al carattere delle persone, ma c’è. Questi fanciullino e come Adamo che si trova davanti a un mondo completamente nuovo dando nomi alle cose, cerca di ragionare secondo corrispondenze, per poter contemplare qualcosa anche se piccola la ingrandisce. Il poeta coincide con il fanciullino, riesce a vedere le cose con meraviglia. Il linguaggio è nuovo. L. 38, il fanciullo tace a volte nei banchieri o negli operai, ma è sempre lì, in tutti ed è anche nell’autore. Il poeta non ha mai perso di vista il fanciullino, ma si chiede se abbia mai vissuto lui o il fanciullino. Inizia un dialogo tra Pascoli e il fanciullino, tu vedi le cose con meraviglia le cose come per la prima volta, in presenza di un mondo nuovo utilizzi una novella parola, questa essenza è antichissima e il mondo si rinnova. La poesia in quanto poesia ha una suprema utilità morale e sociale, il fanciullino fa capire il senso vero della poesia. La poesia è essere appagati di quello che si ha o sognare quello che non si ha? È trovare nelle cose il loro sorriso e la loro lacrima, grazie agli occhi del fanciullino. A volte se quegli occhi non trovano niente di bello in quello che vede o si chiudono e sognano altro. Il sentimento poetico intenso è di chi trova la poesia in ciò che lo circonda e ci evita di essere infelici, correndo con l’immaginazione a vedere cose lontano probabilmente irraggiungibili. Questo modo di osservare la realtà non è logico, la realtà può essere colta nella sua profondità saltando i gradini logici, in modo irrazionale. Il poeta accede direttamente all’essenza della realtà, intuisce la fitta trama di corrispondenze tra le cose e può essere una sorta di veggente. La poesia deve avere un fine? No, è disinteressata, trasmette la bellezza e la tranquillità, assopendo gli odi e i tormenti delle persone ha un effetto sociale, chiunque la legge rimarrà colpito e mansueto. Si confronta con Virgilio che cantò per cantare, egli insegnava ad amare la vita, voleva arginare la lotta tra le classi e tra i popoli, si è fatto voce di un bisogno di pace. Genera una poesia senza fini pratici, è poesia per poesia. Questa poesia ha una sorta di fine • benefico a livello sociale, è capace di sopire gli impulsi violenti e indirizzare i lettori verso un senso di tranquillità, misura, andando a cercare il sublime nelle piccole cose. Tutto può essere poetico, questo socialismo umanitario utopico si spiega con la sua vita, si avvicinò al socialismo italiano che prese una deriva verso il marxismo con un intento più rivoluzionario, quindi Pascoli abbandona questa lotta di classe e la trasforma in una sorta di fede umanitaria. Come corollario a tutto questo, si spiega come mai Pascoli riprenda la religione cristiana solo morale, poiché la sofferenza purifica ed eleva la persona. Pensiero politico Pascoli: Per Pascoli, l’ottimo sarebbe essere paghi di ciò che si ha, l’ottimo x Pascoli e quindi il contadino che è soddisfatto e ritiene ciò che ha quanto di sufficiente per renderlo felice, ecco perché in Pascoli si ha la mitizzazione rurale, perché è l’unico ambiente che possiede i valori che il capitalismo sta consumando. Pascoli diventa anche cantore ufficiale della gloria della patria, perché ritiene che la nazione sia un nido familiare allargato. Soffre il motivo dell’immigrazione, viene visto da Pascoli come persone costrette ad abbandonare il proprio nido (legami, valori, conoscenze) e di fronte a questo elabora un pensiero nazionalista, si trova quindi la compresenza in lui di socialismo e nazionalismo perché i valori della patria sono concepiti come un nido familiare allargato. In particolare a livello politica pensa che esistano due tipi di nazioni: Nazioni capitaliste: nazioni ricche 1. Nazioni proletarie: nazioni povere. Italia, secondo Pascoli infatti è un diritto delle sole nazioni 2. proletarie (povere) di soddisfare i propri bisogni anche economici anche con l’uso della forza, e quindi viene legittimato il colonialismo, ineggia alla campagna di Libia Queste due visioni di Pascoli cantore della vita comune (che si occupa di una vita modesta, che punta ad un’umanita affratellata, che usa il linguaggio di un fanciullino e che cura temi come orfani, mendicanti, è un uomo comune che canta della vita che lo rende appagato con questa sensibilità leggermente decadente per il linguaggio e le corrispondenze.) ma anche come poeta nazionale/ ufficiale, vate delle glorie della patria è la prima interpretazione che gli viene data dalla critica. Pascoli quando scrive immagina di rivolgersi ai bambini, fa parlare il fanciullino che è dentro di se rivolgendosi a dei fanciullino, ma questa è un’interpretazione riduttiva perchè Pascoli è l’autore più decadente in Italia (cfr 615) . ◦ Le cose di cui Pascoli si fa cantore, sono il rifugio cercato da lui contro l’evoluzione del suo ◦ tempo. Esplora zone ancora inesplorate con la dimensione dell’irrazionale e si rifiuta nel mondo rurale per difendersi dal mondo esterno che schiaccia Cfr pag 616/617 A livello di sintassi Pascoli predilige la coordinazione, e una disposizione semplice in cui le idee so susseguono una via l’altra attraverso la procedura delle associazioni di idee-> stile nominale, quindi si eliminano i verbi, ma ci sono idee, sostantivi che evocano immagini senza gesti verbali. Sanguinetti identifica questo stile quello che serve per rendere un’atmosfera visionaria o di sogno, come la visione di un bambino Per quanto riguarda il lessico, Contini dice che quando si usa un lessico ben determinato vuol dire che si crede in un mondo certo, gerarchizzato dove i rapporti tra l’io e il non io sono determinati; il lessico scelto da Pascoli invece è un mix di registri per eliminare la differenza tra le parole, il lessico elevato si sposa con il lessico gergale
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