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Vita e Opere di Giovanni Pascoli: Biografia e Poesia, Appunti di Italiano

Biografia di Giovanni Pascoli, poeta italiano del XIX secolo. Esploriamo la sua vita, le sue opere e le sue ideologie, dalla formazione classica a la poesia decadentista. Pascoli, un intellettuale della sua epoca, riceve una formazione positivista e si impegnò in una fede umanitaria, ma la sua produzione poetica assunse un tono nazionalista. Scopriamo i suoi libri più famosi, come 'Myricae', 'Poemetti', 'Canti di Castelvecchio' e 'La Grande Proletaria si è mossa'.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 20/02/2022

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Scarica Vita e Opere di Giovanni Pascoli: Biografia e Poesia e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Italiano GIOVANNI PASCOLI VITA E OPERE Giovanni Pascoli nacque nel 1855 a San Mauro di Romagna da una famiglia borghese abbastanza agiata e molto numerosa (Pascoli era il quarto di 10 figli). La sua vita fu sconvolta da una tragedia che lo segnò profondamente: il padre Ruggero fu ucciso a fucilate da un rivale che aspirava a prendere il suo posto da amministratore presso la fattoria “La Torre”. I sicari e i mandanti dell’omicidio non vennero mai individuati. La morte del padre creò difficoltà economiche alla famiglia, che dovette trasferirsi a Rimini. Al primo lutto, inoltre, ne seguirono altri 4, con la morte di due fratelli, una sorella e la madre. Da giovane Pascoli studiò presso il collegio degli Scolopi, a Urbino e poi a Firenze, che gli diede una formazione classica. Ottenne, poi, una borsa di studio presso l’università di Bologna, per frequentare la facoltà di Lettere (della commissione d’esame faceva parte Carducci). Qui cominciò a simpatizzare per il socialismo: venne arrestato per aver preso parte a manifestazioni socialiste e trascorse alcuni mesi in carcere. L’esperienza fu traumatica e determinò il suo distacco dalla politica militante (rimase fedele all’ideale socialista). Nel 1882 si laureò dopo 9 anni di studio (le difficoltà economiche lo rallentarono) e iniziò subito la carriera di insegnante liceale a Matera. Si trasferì in seguito a Massa, dove chiamò a vivere con se le sorelle Ida e Maria, per ricostituire il nido familiare che i lutti avevano distrutto. Passò poi ad insegnare a Livorno, dove rimase per un lungo periodo, sempre insieme alle sorelle. Questo atteggiamento rivela la fragilità del poeta che, segnato dai traumi infantili, cerca la protezione dal mondo esterno, ai suoi occhi minaccioso e irto di insidie. A ciò si aggiunge il ricordo ossessivo dei morti, che gli impedisce di instaurare nuovi legami: nella sua vita non ci sono relazioni amorose, viste dal poeta come qualcosa di proibito. Le sue esigenze affettive sono interamente soddisfatte dal morboso rapporto con le sorelle, motivo per cui il matrimonio di Ida è vissuto dal poeta come un tradimento e provocò in lui una forte depressione. Nel 1895, subito dopo il matrimonio, ottenne la cattedra presso l’Università di Bologna e decise di trasferirsi con la sorella Maria a Castelvecchio di Berga, nella campagna lucchese. La sua vita, apparentemente serena, era in realtà tormentata dalla paura ossessiva della morte e della violenza. Nel 1897 ottenne la cattedra di Lettura latina all’Università di Messina, dove insegnò fino al 1903. Si trasferì successivamente a Pisa e in seguito a Bologna, dove subentrò al suo maestro Carducci nella cattedra di Letteratura italiana. Alla fine degli anni 90 risalgono molte celebri opere (scrisse solo negli ultimi 20 anni di vita): - Myricae —> raccolta di liriche - Poemetti - Canti di Castelvecchio - Poemetti Conviviali Negli ultimi anni di vita, invece, Pascoli svolse la funzione di poeta civile, con l’intento di diffondere le sue ideologie. A questo scopo scrisse molte opere tra cui: Odi e Inni, Poemi del Risorgimento, Poemi italici e le Canzoni di re Enzio Fece anche dei discorsi pubblici, tra i quali si ricorda “la grande proletaria si è mossa” nel 1911 per celebrare la guerra in Libia. Morì a Bologna nel 1912 per un cancro allo stomaco. VISIONE DEL MONDO Pascoli, come tutti gli intellettuali dell’epoca, riceve una formazione positivista, che si manifesta nella precisione con cui utilizza termini scientifici nel campo botanico, ornitologico (studio degli uccelli) o astronomico. La visione pascoliana del mondo, tuttavia, rappresenta la crisi del Positivismo perché è segnata da una profonda sfiducia nei confronti della scienza come mezzo di conoscenza del mondo. Il poeta avverte il mistero che si cela oltre le certezze razionali, ma questa tensione verso ciò che trascende non si concretizza in nulla: - né in una fede religiosa (è affascinato da cristianesimo, ma solo per gli ideali di bontà e fratellanza) - né in un sistema concettuale alternativo IL PENSIERO ←¥È→←⇒⇒⇒µ⇒→ÉY?→←☒-⇒ H-eqiE.az àvari Yoonhard hard Yoon Yoon > alcuni sostengono che avesse scoperto un commercio illecito di sale > IO 07 1867 > Sospensione > contro il ministero dell' istruzione borsa di studio / ' . escono in più edizioni , per cui è difficile definire la data di pubblicazione esatta ' . contengono riferimenti alle Bucoliche di Virgilio > es . Myricae deriva da TAMERICI = alberi . N . B . I soldi per l' acquisto della casa derivavano dalla vittoria per 12 anni di un concorso di LATINO indetto ad Amsterdam > in lui prevale l' irrazionalità , i Il mondo appare ai suoi occhi frantumato e gli oggetti materiali si caricano di valenze allusive e simboliche, rimando a qualcosa di ignoto che è al di la di esse. POETICA La poetica pascoliana viene formulata nel saggio “il fanciullino”. L’idea centrale è che il poeta coincide con il fanciullino che sopravvive in ogni uomo. Egli vede il mondo come per la prima volta, con stupore e meraviglia e lo descrive utilizzando un linguaggio che sappia penetrare nell’essenza più profonda delle cose materiali e coglierne i significati nascosti senza seguire i procedimenti del ragionamento logico. Il poeta diventa un “veggente”, in grado di spingere lo sguardo oltre quello degli uomini comuni. La poesia si configura come una forma di conoscenza prerazionale e immaginosa, secondo una concezione tipicamente decadente che affonda le sue radici nel Romanticismo. Al decadentismo rinvia anche l’idea di una poesia pura, cioè estranea a finalità pratiche, etiche o ideologiche. Pascoli è convinto, tuttavia, che la poesia induca naturalmente alla bontà e alla solidarietà, privando l’uomo dell’odio e degli impulsi violenti (intento morale). L’ideale della fratellanza, al di là della classe sociale di appartenenza, si traduce nella scelta di dare spazio e dignità letteraria anche alle realtà umili che la poesia aveva sempre ripudiato (es. campagna). IDEOLOGIA POLITICA In gioventù Pascoli subisce il contatto delle ideologie anarchico-socialiste, ma si allontana dalla militanza politica per varie ragioni: - esperienza traumatica del carcere - il socialismo romagnolo si accosta all’ideologia marxista della lotta di classe (non approvata da Pascoli) Egli abbraccia allora una generica fede umanitaria e non auspica più un cambiamento radicale dell’assetto sociale, ma un’utopica armonia tra le classi. Di fronte all’affermazione di un capitalismo cinico e aggressivo, egli idealizza in particolare, la classe dei piccoli proprietari terrieri, baluardo dei valori fondamentali come la famiglia, la solidarietà, la laboriosità. Il socialismo umanitario di Pascoli spiega paradossalmente il fatto che, negli ultimi anni di vita, la sua produzione assuma uno stampo nazionalista. Egli vuole espandere il nido familiare, trasformandolo in un nido per tutti gli italiani. Avverte infatti il dramma di coloro che sono costretti ad emigrare dal proprio Paese e non esita a giustificare le conquiste coloniali che possano dar terra e lavoro ai nullatenenti. TEMI PRINCIPALI - nido familiare caldo e protettivo —> influenzato dalla prematura morte del padre, il poeta sogna di ricostruire il nido familiare che l’uccisione di Ruggero ha distrutto. Pascoli lo fa dapprima con le sorelle Ida e Maria, poi solo con Maria. Maria curerà anche le memorie di Pascoli: dopo la morte del poeta si occuperà della pubblicazione di un libro dal titolo “lungo la vita di Giovanni Pascoli”. Tale concetto verrà poi esteso all’intera nazione, spiegando le motivazioni ideologiche del suo nazionalismo - morte —> anche in questo caso fortemente influenzato dalla morte del padre e dei vari lutti subiti nell’’età giovanile - importanza delle piccole cose —> Pascoli scegli di rappresentare realtà umili, convinto che la poesia non debba necessariamente nascere da cose sublimi. Tale concetto è evidente soprattutto nella raccolta “Myricae”. Pascoli, però, le idealizza e si “chiude” nel mondo contadino, rappresentato come un luogo idillico e idealizzato. La poesia non segue le classiche tecniche, ma apporta grandi innovazioni, che aprono la strada alla poesia del 900. Utilizza una pluralità di livelli. In particolare se ne distinguono tre: - pre-grammaticale .—> contiene le onomatopee, che contribuiscono ad arricchire il fonosimbolismo…. - grammaticale —> lingua convenzionale - post-grammaticale —> utilizzo di tecnicismi, ossia di termini specifici per riferirsi a piante, uccelli, strumenti agricoli, … LO STILE > è per lui un atomo opaco del male > il Simbolismo è una sua tendenza personale , non influenzata dal contatto con la letteratura francese (es . Baudelaire , come in D' Annunzio > il poeta non ha bisogno di assumere droghe hanno perso contatto con il loro fanciullino interiore 1 - ✓ V il nido che vuole ricostruire è quello originario , con uno nuovo con i suoi figli e una moglie : / ↳ - i tannini stranieri , . . .
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