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Appunti di Architettura Contemporanea - Lezione 02, Abitare - Professore Gabriele Neri, Appunti di Storia Dell'architettura Contemporanea

Appunti relativi alla seconda lezione di Architettura Contemporanea, nello specifico sull'argomento "Abitare" del primo semestre del professore Gabriele Neri: - l'abitare collettivo; - Charles Foyruer, Phalanstére; - Karl Ehn, Karl-Marx-Hof, Vienna, 1926/30; - Siedlung Roemerstadt - Ernest May; - Margarete Schütte-Lihotzky, Die Frankfurter Küche 1926; - Ginzburg + Milinis, Narkomfin, Moscow, 1928-30; - Unite D'Habitation, Marseille; - Alinson + Peter Smitshon; - Smithson, Robin Hood Gardens, London, 1969-72; - CIAM; - Franz Di Salvo, Le Vele, Scampia (Napoli), 1962-1975; - Slum Surgery in St. Louis;

Tipologia: Appunti

2022/2023

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Scarica Appunti di Architettura Contemporanea - Lezione 02, Abitare - Professore Gabriele Neri e più Appunti in PDF di Storia Dell'architettura Contemporanea solo su Docsity! venerdì 29 settembre 2023 Lezione 2 - Architettura Contemporanea ABITARE Parliamo dell'abitare collettivo. Quando parliamo dell'abitare collettivo, non intendiamo quella che si identifica come la cosiddetta "dimensione domestica", ma degli sforzi che sono stati fatti dall'architettura occidentale sul tema dell'abitare collettivo, non sul singolo. Progettare dei grandi edifici, palazzi, costruzioni e infrastrutture, dentro le quali possono abitare centinaia o migliaia di persone. Arriviamo a una dimensione territoriale e paesaggistica, dato dall'ingombro del progetto. La sfida è far abitare bene le persone, ma nei tempi moderni con il continuo affluire della popolazione dalle campagne alle città, allora il tema di trovare un alloggio è diventato sempre più pressante e allora gli architetti hanno dato una risposta. - Le potenzialità - Il potere dell'architettura - Limitatezza L'architettura non lavora da sola: ad esempio senza la politica molta architettura diventa impossibile, fallimentare; si parla anche di economia, perché ci vogliono anche delle risorse, dobbiamo mantenere in buon stato l'edificio. 1 Charles Foyruer, Phalanstére, XIX secolo. È pensato per contenere circa 1600-2000 persone/450 famiglie. Sono presenti delle parti in cui abitare, residenziali, e una parte per delle attività collettive. È considerato un edificio autosufficiente ed è un progetto architettonico che si lega a un discorso di utopia. L'idea dietro il progetto è quella di separarsi dal modello, opporsi dalla società tradizionale per averne una nuova. Questo non è solo un palazzo, ma lo specchio della traduzione di un idea sociale che l'architetto concepì nell'800 per un nuovo tipo di società. Fourier ha scelto il nome combinando la parola francese falange (falange, un'unità militare emblematica nell'antica Grecia), con la parola Monastère (monastero). La struttura del Phalanstère era composto da tre parti: una parte centrale e due ali laterali. La parte centrale era progettata per attività tranquille. Comprendeva sale da pranzo, sale riunioni, biblioteche e studi. Un'ala laterale è stata progettata per il lavoro e le attività rumorose, come carpenteria, martellatura e forgiatura. Ospitava anche i bambini perché erano considerati rumorosi mentre giocavano. L'altra ala conteneva un caravanserraglio, con sale da ballo e sale per incontri con estranei che dovevano pagare una tassa per visitare e incontrare la gente della comunità Phalanx. Questo reddito era pensato per sostenere l'economia autonoma della Phalanstère. La Phalanstère comprendeva anche appartamenti privati e molte sale sociali. Una sala sociale fu definita da Fourier come una seristère. 2 Charles Fourier, Phalanstère, XIX sec. (1600-2200 inhabitants, c. 450 families) A phalanstère (or phalanstery) was a type of building designed for a self-contained utopian community, ideally consisting of 500– 2000 people working together for mutual benefit, and developed in the early 19th century by Charles Fourier. Fourier chose the name by combining the French word phalange (phalanx, an emblematic military unit in ancient Greece), with the word monastère (monastery) Fourier conceived the phalanstère as an organized building designed to integrate urban and rural features. The structure of the phalanstère was composed of three parts: a central part and two lateral wings. The central part was designed for quiet activities. It included dining rooms, meeting rooms, libraries and studies. A lateral wing was designed for labour and noisy activities, such as carpentry, h mmering and forging. It also hosted children because they were considered noisy while playing. The other wing contained a caravansary, with ballrooms and halls for meetings with outsiders who had to pay a fee to visit and meet the people of the Phalanx community. This income was thought to sustain the autonomous economy of the phalanstère. The phalanstère also included private apartments and many social halls. A social hall was defined by Fourier as a seristère. Existenzminimum • Il piano di lavoro si trova vicino a finestra in modo tale che arrivi la luce. • I materiali sono funzionali (legno di quercia per cassetta farina, dopo colore blu per mosche, mattonelle e piastrelle lavabili, mobili incassati e allineati contro polvere). • Vi è una modularità e anche uno studio sull'illuminazione. • Prima tutto era sparso, casuale, fatto di spazi non coordinati l'uno con l'altro, invece in questa cucina anche la lampada ha una funzione importante e comoda per vivere al meglio lo spazio, infatti posso portarla avanti e indietro, a seconda di dove mi serve. • Domanda grande e pressante di abitazioni, architetti cercano di renderle al meglio. • Miglioramento delle condizioni di vita della donna, che passava gran parte del suo tempo all'interno della casa. 5 Ginzburg + Milinis, Narkomfin, Moscow, 1928-30 È un quartiere modello con i grandi architetti tedeschi dell'epoca. Il nome si riferisce ad una classe di impiegati russi di Mosca. All'interno di questo ci sono tutti i 5 punti di Le Corbusier. TRANSITIONAL TYPE OF DWELLING In Russia dopo il 1917, vi era stata una rivoluzione che cerca di rivoluzionare la società, ossia cambiare alle radici la società. Ridimensionando la visione della famiglia: uomo borghese che lavora, donna che sta a casa con i figli. 6 Il blocco è enorme e questo tipo di costruzioni riflettono la società in cambiamento. Il blocco pieno di appartamenti, ma anche uno di servizi (parte pubblica dove ce una mensa, spazio collettivo dove mangiare), sport faciliti, biblioteca e asilo. All'interno di questo edificio posso lasciare i miei figli mentre sono a lavoro, che io sia uomo o donna. È un edificio dove come detto prima, è presente una mensa, quindi se posso mangiare li, allora la cucina all'interno del appartamento sarà ridotto al minimo, visto che non è uno spazio cosi importante. La cucina diventa quella stanza dove ho l'occorrente, non ho quello spazio che solitamente veniva elargito. Si ha una progettazione precisa dello spazio, ho uno spazio comune, quindi riduco lo spazio in sezione e in pianta. Si pensa lo spazio in altezza. Sono presenti 4 corridoi che attraversano l'edificio, dove sono presenti le finestre a nastro; da li si attraversa l'edificio e da quello spazio collettivo entro nei miei appartamenti. In Russia la temperatura è fredda e vista la volontà di esaltare la condivisione degli spazi, non si crea un corridoio stretto, ma uno largo con dei caloriferi. Il soggiorno ha spazio alto, anzi lo spazio più alto, perché in camera da letto ciò non è necessario. 7 Cross section though residential block Internal view of a corridor of type F apartments F-type apartment upper level with kitchen and an added bed (1930s) in the building of Gogolevskij boulevard 8 Abbiamo subito la cucina, prefabbricata, uno spazio unito che non ha le pareti che lo confinano. Anche la scala è prodotta in serie, con cui mi posso recare su, dall'altra parte. Si ha una ottimizzazione degli spazi flessibili, in uno spazio comunque piccolo. Anche il tetto ha tante funzionalità: 10 Dopo la seconda guerra mondiale si nota un clima di revisione, per quanto è stato teorizzato prima della guerra. Nel secondo dopo guerra vi è una critica o comunque un ripensamento di quello fatto dalla generazione precedente. Gli architetti del 900 guardavano al futuro, a una nuova architettura, una nuova forma e prospettiva. Questo fa intendere che sia cambiato qualcosa. Il tema della tecnologia, dell'iper razionalità del progetto, segue l'equazione che molti identificano con lo slogan "la forma segue la funzione", è solo una equazione matematica praticamente. Alinson + Peter Smitshon Si hanno i primi CIAM, ossia dei congressi internazionali di architettura moderna, nati dal bisogno di promuovere un'architettura ed un'urbanistica funzionali. In questi congressi si parlava di architettura, dei problemi di questa e delle possibili soluzioni. (CIAM 11), organised by Team 10 Si hanno i propositi di una rivoluzione Quello che questo team fa è teorizzare l'importanza della strada e della vita della strada; invece ad esempio Le Corbusier e altri avevano cercato di estirparla, le definiva con una pianta paralizzata, come se fossero case tutte uguali e schiacciate, dove si viveva in maniera insalubre, senza spazi aperti e senza verde. Tema della strada: appartiene alla città del passato, ma si devono riconoscere i contenuti positivi. Infatti questo permette e rende favorevole incontrare altre persone, rende piu semplice il commercio e non vi è l'alienazione industriale. Smithson, Robin Hood Gardens, London, 1969-72 L'edificio si trova in una zona non edificata di Londra. Si tratta di appartamenti economici, fatto con due corpi di fabbrica, uno di questi corpo segmentato e un parco al centro. Si realizza usando dei materiali di scarto, per intenderci con macerie. Olografia artificiale con questo (?) 11 Smithson, Robin Hood Gardens, London, 1969-72 Smithson prende ispirazione per questo tipo di costruzione in Inghilterra, si è in qualche modo legati alla vecchia Londra Dalla griglia vediamo subito la logica industriale di appartamenti uno dopo l'altro con pezzi fatti pre fabbricati. Vi è una ricerca che lega la produzione industriale all'architettura. Per costruire degli edifici di grandi dimensioni ha senso prendere dei pezzi già fatti e ripeterli quante volte mi servono cosi da risparmiare e avere comunque una buona qualità. Il cemento è utilizzato con violenza espressiva e crea una barriera contro il rumore del traffico. Si nota una differenza rispetto all'impianto di Le Corbusier, dove abbiamo un buco (un corridoio entrale) del palazzo cieco. Nello schema degli Smitshon è presente un ballatoio aperto, che viene chiamato Street Deck, "ponte della nave" o "street of the sky". Gli spazi sono più larghi del necessario, perché sono pensati per essere abitati. Si prova a fare un tentativo per cercare di introdurre degli edifici concepiti per dei cittadini diversi, in uno schema di questo tipo. Si ha quindi un tentativo di creare partecipazione, convivenza e socialità. 12 Le Corbusier, Unité d’Habitation, Marsiglia «Street-Deck» Mario Fiorentino et al., Corviale, Roma, 1972 Il complesso di Corviale è situato nella periferia Sud-Ovest di Roma. L’edificato si inserisce ai margini del tessuto preesistente secondo una direttrice principale Nord-Sud, separando gli spazi aperti ad Ovest dalla città ad Est. Il progetto iniziale vuole costituire un organismo autonomo: l’area si forma attorno a tre corpi i (la “stecca” primaria, un corpo più basso parallelo ed un terzo corpo che ruota di 45°). Negli anni larga parte degli spazi a servizio ha variato la sua destinazione d’uso e molti degli ambienti sono stati abusivamente occupati. Il corpo principale definisce, con i suoi 960m di lunghezza, l’ingombro longitudinale dell’area e si sviluppa verticalmente in 11 piani profondi 23,6m (36 nei piani inferiori costituenti lo “zoccolo” dell’edificio) per un’altezza totale di 37m. La direzione longitudinale principale è spezzata trasversalmente da cinque assi secondari su cui si attestano gli accessi, anticipati da piccole piazze di ingresso, e che suddividono il corpo continuo in altrettante unità di gestione. Sugli stessi cinque assi si sviluppano i collegamenti con l’edificio parallelo, cui corrispondono strutture destinate a servizi. Superiormente si attestano gli 8 piani residenziali, interrotti nel mezzo da un “piano libero”, destinato originariamente a servizi di tipo commerciale, che separa le due diverse tipologie residenziali: nei quattro piani superiori si sviluppano unità abitative a ballatoio, cui si accede dai cinque corpi scala principali in corrispondenza degli accessi, mentre i quattro piani inferiori al piano commerciale sono connessi da corpi scala secondari, ognuno dei quali serve quattro unità abitative che proseguono fino ai piani superiori. La legge promosse la costruzione di grandi progetti, che dovevano includere dei servizi collegati. Il Corviale è lungo circa 1 km. Sono presenti una serie di edifici di appoggio L'idea è quella di creare una cittadella, come alternativa a spezzettare il complesso nelle villette sparse per il territorio. Quindi anziché avere tante casette separate, avere un edificio grande con tutte le strutture necessarie vicine. 15 Mario Fiorentino et al., Corviale, Roma, 1972 – Franz Di Salvo, Le Vele, Scampia (Napoli), 1962-1975 È un enorme complesso con questa sagoma particolare. L'orientamento nord sud, per ottimizzare l'esposizione di tutti gli appartamenti. Sono praticamente degli edifici a ziqqurat che rappresentano la vita di Napoli, la vita di strada. È una unita di vicinato, che purtroppo è stata demolita una buona parte. La trasformazione delle Vele in un “inferno abitativo” è dovuta a cause che non hanno nulla a che vedere con la concezione architettonica. Il loro scandaloso degrado è da imputare ai sindaci venuti dopo l’amministrazione Valenzi, compreso de Magistris, che si sono rivelati incapaci di gestire questo grande patrimonio edilizio. A loro vanno contestati il sovraffollamento (i 1.192 alloggi con 6.050 vani andavano assegnati a 6.050 persone nel rispetto dello standard di un abitante per vano, invece sono stati assegnati a famiglie numerose per complessive circa 12.000 persone), il monoclassismo (bisognava assegnare le Vele a un’utenza di varie categorie sociali, come avviene in Europa, ma si è preferito assegnarle ai nullatenenti, ai diseredati, ai disoccupati; qualcuno ha parlato di plebe), il vandalismo (sono stati tollerati il furto degli ascensori e delle lance di rame antincendio – avvenuto tre volte -, le abitazioni abusive che hanno chiuso i piani porticati, le verande, i vani sulle terrazze); le carenze manutentive (non si è mai visto un addetto comunale a controllare le impermeabilizzazioni dei terrazzi, a rifare un intonaco o una pittura, a cambiare una lampadina...). 16 Franz Di Salvo, Le Vele, Scampia (Napoli), 1962-1975 (immagine dal film «Gomorra» di Matteo Garrone, 2008) André Minangoy, Marina Baie des Anges, 1972-1993 Minoru Yamasaki, Pruitt-Igoe, Saitn-Louis, Missouri, 1954-55 Si tratta di case fatiscenti, dove non sono presenti i servizi, dove pullula la povertà, i problemi sociali e il razzismo. Si vuole creare un nuovo quartiere, buttando giù queste casette, si vuole creare un nuovo quartiere moderno. Un edificio chiaro e razionale nel suo impianto, orientato nord sud e con tanto spazio verde intorno. È un vero e proprio modello di riqualificazione urbana: si pensa di mettere insieme nella stessa zona, nello stesso quartiere, sia la comunità nera che la comunità bianca. Si pensa infatti di creare un quartiere dove ci fosse una convivenza di popolazione, visto che comunque le due cercava di stare isolate l'una dall'altra. Questo progetto era un respiro nuovo dal punto di vista del sociale. 17
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