Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Analisi dei Conflitti Armati: Natura, Cause e Tipologie, Appunti di Giustizia Sociale Ed Economica

Una panoramica dei conflitti armati, distingue tra conflitti interstatali e civili, e analizza le cause di mortalità e casualità. Viene inoltre presentata la teoria di holsti sulla guerra di terzo genere e la critica delle 'nuove guerre'. Il testo include anche una breve introduzione alla teoria di galtung sulla violenza e al pensiero di clausewitz sulla guerra.

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 25/01/2024

imen-bultif
imen-bultif 🇮🇹

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Analisi dei Conflitti Armati: Natura, Cause e Tipologie e più Appunti in PDF di Giustizia Sociale Ed Economica solo su Docsity! DATE ESAMI: 9 GENNAIO SCRITTO-12 ORALE 23 SCRITTO 25-ORALE 6 FEBBRAIO SCRITTO -9 FEBBRAIO ORALE ATTENTATI NEW YORK - WASHINGTON (11/09/2001) Attacco alle Torri Gemelle I postumi dell’11 Settembre e la guerra globale al terrorismo, che è diventato uno degli agenti primi di sicurezza internazionale e con due grosse guerre come eredità, Afghanistan (Agosto 2021) e Iraq (2012) Nell’attacco 2011 abbiamo un’organizzazione NON STATO (Al-quade) che non usa strumenti di carattere militare (usa gli arei) per attaccare due luoghi non militari, ovvero le torri gemelle, che però hanno conseguenze classiche, due guerre “tradizionali” . Il governo talebano dell’epoca ospitava suo territorio le strutture dell’Al- queda. L’obiettivo USA era ridurre le capacità d’operazione di Al e sganciare Al dal governo Afghano. Errore USA: unisce Al all’Afghanistan che sono due elementi separati e spesso e volentieri in disaccordo. USA facendo quest’associazione interviene nel governo Afghano, decidendo lei come dover amministrare a livello economico, governatore+ un programma di riforme molto incompatibile con la società Afghana. Dopo l’11 Settembre c’è stato l’unico caso in cui è stato invocato dell’articolo 5 della NATO, che è quella della mutua difesa, che però sono stati indirizzati negli USA. Gli aerei italiani sono andati a garantire sicurezza al cielo USA + Intervento in Iraq, campagna avviata i primi mesi del 2003, che al tempo era soggetto al regime di Saddam Houssein, che però aveva una tradizione secolare e nazionalista non minimamente legato al sistema islamista e alle 11 settembre. I punti sono da ricercare nella politica INTERNA Americana, Bush Junior vinse con il rotto della cuffia + non si poteva cambiare presidente durante una guerra. Dopo Saddam Hussain totale caos, lotta unica contro USA, ma tra di loro guerra interna COMPLEX INSURGENCIES: IRA 2005 . Formere Regime Elements= chi desidera il ritorno del vecchio regime . Sunni Arabs Rejectionists= Iraq paese sciita, ma al governo sempre sunniti, ciò li ha sempre beneficiati e paura che alle nuove votazioni obv vince la maggioranza sciita. Magari loro nemmeno sostenitori di Hassam, ma cambiamento status quo, può cambiare ampiamente la loro condizione . Sunni Iraq islamist . Sadr/ Shiite Extremist (TUTTI E TRE ELEMENTO RELIGIOSI, gli altri no) . Foreign Islamist: Al arriva in Iraq DOPO caduta di Saddam Hussain, questi gruppi sempre presenti durante le situazioni di caos . Organized Crime . Fina ciao Facilitators Durante la guerra cambia la domanda del mercato e loro si inseriscono perfettamente. Questi sono gruppi che hanno ampio interesse a mantenere la situazione di conflitto o che ha interesse ad avere un ruolo nel conflitto per poter aver spazio durante i momenti di pace . La più grande violenza in Iraq si è avuta sopratutto nella guerra tra Sunni e Sciiti in cui entrambi avevano due idee diverse su come amministrare il paese nel futuro (settarismo) INTERNALIZZAZIONE DEI CONFLITTI . Nel mondo post-bipolare, gli scontri sono sempre principalmente interni gli stati: . K.Hosti: 1945-1995, 164 conflitti, cui cui 126 interni (77%) . UCDP (Upsala conflitti data problem) 1969-2009, 121 conflitti, di cui 90 interni e 24 interni internazionalizzati (cioè interno, ma con qualche forma di intervento dall’esterno). Per loro un evento è interessate se e solo se produce almeno 25 morti l’anno. . HSR: 2003: 95% dei conflitti —minuto 16.50 andare a riascoltare Quali sono i tipi di violenza investigati dall’UCDP:  Armed conflicts/ State-based conflicts: almeno 1 degli attori considerati sia uno STATO. Gli stati sono i più grandi mobilizzatori di morti, quando sono gli Stati ad intervenire in guerra, il numero di morti impenna.  Non States conflicts: attore dove NESSUNO dei due attori è uno Stato es: Curdi vs Daesh, i cartelli in America Latina  Unilateral violence: da un lato c’è un gruppo la violenza la esercita e dall’altro un gruppo dove la violenza la subisce: es guerra in Myanmar, Ruanda, i morti sono tutti da un lato Le fatalità NO UGUALE dalle casualità Fatalità= morti, Battle realeted death, morti a causa collegate al conflitto, ma non uccisi direttamente. Morti per fame esempio o perché malaria a causa delle condizioni pochi igieniche della guerra Casualità= morti in battaglia + feriti in battaglia ANALISI DEGLI ARMED-CONFLICTS: abbiamo quindi le guerra tra Stati e le guerre civili, insieme guerre civili internazionalizzati, ovvero guerra che nasce come tra Stati e diventa civile, o nasce come civile e diventa tra Stati. Guerra civile in Congo ad esempio in cui sono intervenuti 9 stati + Guerra extrastato, ovvero le guerre di decolonizzazione, che finiscono nel 1975 con la fine dell’Impero Portoghese. Guerre che però poi sono diventati civili . Le guerre intrastatali sono sempre quelle di più + passa il tempo più la guerra aumentano, picco ce l’abbiamo nel 1991 e poi diminuiscono e poi si rialzano in questo decennio . Le guerre tra Stati sono l’eccezione non la norma, dopo la 2WW, hanno numeri bassissimi, il valore medio era: India VS Pakistan, Eritrea VS Etiopia . Più guerre, le cose stanno andando peggio? Dobbiamo vedere il numero di morti all’anno. Le guerre tra due gruppi non stato causano più morti rispetto violenza stato tra stato e stato vs gruppo (guerra civile) 1994: guerra in Ruanda picco di morte mai eguagliato State-based conflicts: 1. Africa 2. Asia 3. Medio Oriente (quelli più studiati) 4. Europa 5. America 16/10/2023 Conflicts and state-building SITO: SIPRI.ORG (think-thank indipendente) e produce:  annuario molto corposo  Statistiche sulle spese militari (non tutti i governi sono chiari sulla spesa militare, inoltre non tutti gli Stati inseriscono all’interno della spesa militare le stesse cose, alcuni mettono nella spesa militare cose che altri stati inseriscono in un’altra categoria  Molto attento all’andamento globale delle operazioni di pace, dunque produce statistiche su quanto sono questi emissioni (aumentano-diminuiscono), chi è l’artefice di tale emissioni (coalizioni regionale, USA, UE?) - Other track : non si incontrano i ministri degli esteri, ma persone a vario titolo legate ai due ambienti, più o meno distanti dalle istituzioni dei propri paesi, che stilano dei punti e li presentano ai propri paesi. Questo è un tipo di approccio utilizzato per cercare di evitare le rigidità ed ostilità che si hanno quando invece si incontrano i vertici dello Stato. Power mediation = un mediatore può essere più o meno influente in un processo di mediazione in virtù di fattori differenti. A volte è meglio avere un mediatore più mite e neutro, in altre situazioni è meglio avere un mediatore più forte che pone un ultimatum ad entrambi. Il conflict management, possiede una ETERO DIREZIONE = ciò significa che qualcuno gestisce e l’altro viene gestito. .NEO-MARXISTI (o teoria critica)= secondo la teoria neo-marxista il conflitto è prodotto dalle strutture sociali, ovvero le classi. Per uscire dal conflitto dunque bisogna eliminare le strutture sociali. Nell’approccio classico Marxista l’uscita delle strutture sociali è attuata attraverso la rivoluzione, metodo che prevede la violenza. Gli studi neo-marxisti però danno vita all’approccio meno violento possibile: i peace studies. Il fondatore di tale teoria è: Johan Galtung che porta avanti i suoi studi a partire dal ’68. Galtung spacchetta la violenza, per lui la violenza può essere: - Violenza diretta: ovvero la violenza fisica, che include sia le mazzate che la minaccia di mazzate - Violenza strutturale: tale violenza è quella intrinseca nelle strutture della società (es: discriminazione nei confronti degli afro-americani nella white America dunque violenza razziale, violenza di genere, violenza religiosa, violenza economica-sociale). Tale violenza può generare una risposta attraverso la violenza diretta o la rivoluzione vista come atto per eliminare la struttura di cui ci si sente vittima - Violenza culturale: ovvero la cultura della violenza, dove vi un’esaltazione della violenza, della guerra, “morire per la propria patria è bello e dignitoso”, esaltazione della violenza tramite film, videogiochi ecc.. Per Galtung inoltre anche la sterilizzazione della guerra è una violenza culturale: ovvero per Galtung anche i metodi che cercano di diminuire la violenza diretta e sanguinosa, come ad esempio le pistole, le camere a gas, le bombe, tutti quegli strumenti che non ti portano a compiere fisicamente occhi negli occhi, la propria vittima, è violenza. Galtung introduce il concetto di “pace positiva”. Tale termine tiene conto di tutti le tipologie di violenza precedentemente elencate. Per Galtung la pace si ha quando tutti gli individui sono in empatia con gli altri —> Peace building: costruire la pace, ovvero usare tutti gli strumenti a proprio uso (eccetto la violenza) per eliminare la violenza diretta, strutturale e culturale, solo così si potrà arrivare alla pace postiva. Root causes= a differenza delle teorie realiste che analizzano le cause di un conflitto solo superficialmente, i peace studies si pongono come obiettivo quello di comprendere le cause alla base, alla radice che hanno portato alla violenza Tutti questi elementi sommati creano la: conflict resolution. Ottenere la pace postiva è però estremamente complesso in quanto bisogna riformare le fondamenta di una società, a differenza della pace negativa che si preoccupa solo di fermare la violenza diretta. Tale approccio dunque è più difficile da ottenere, anche perché alla conflict resolution ci arriva la società stessa toccata dalla violenza, deve essere un qualcosa voluto da TUTTI, e tutti devono adoperarsi e partecipare per arrivare a tale risultato. . Strategic studies = studio TOP- BOTTOM (dall’alto verso il basso) . Management studies = misto tra TOP-BOTTOM; BOTTOM-TOP . Peace studies= BOTTOM-TOP (dal basso verso l’alto) LEZIONE 18/10/2023 Conflict and state-building . Problemi del conflict settlement—-> produce una tregua, non una vera e propria pace. Qual è quel tipo di soluzione che farebbe cedere le fondamenta dell’approccio realista? Non si arriva ad una pace. Ad esempio, economia di pace, sto bene, arriva economia di guerra, riesco a trovarmi un altro lavoro, magari nel contrabbando, campo di aiuti e solidarietà internazionali, e mi trovo bene all’interno di questo tipo di economia di guerra, di conseguenza mi attivo per mantenere tale situazione. In questo sistema, “give war a chance” è fallimentare. Tu dai una possibilità alla guerra, e la guerra si sostiene da sola a tempo indeterminato (es: parte di tale dinamica è accaduto in Sierra Leone, nel momento in cui non si è intervenuto nell’economia e nei diamanti non c’è stato modo di disencitivare la rivoluzione e la guerra, preferisco vendere diamanti e non patate). Entrambi le parti riconoscono un valore nel continuare la guerra all’infinito. . Problemi dei conflict management —-> “Qualcuno gestisce e qualcun’altro viene gestito” tale approccio è portatore di una certa dose di ETERO DIREZIONE, quindi di assenza di local ownership, sopratutto quando viene istituzionalizzato e ad un certo punto, ci sono delle istituzioni, delle burocrazie, es Nazioni Unite, che arrivano per cercare far conflict management ma essendo organizzazioni e strutture, si dotano di procedure, ciò significa che la soluzione proposta non sarà sagomata sulle esigenze del contesto, ma sarà sagomata sulle caratteristiche di chi interviene. Mc Cinty è uno che parla del ruolo della burocrazia e della TECNOCRAZIA. Può succedere inoltre “finto interesse nei confronti del mediatore da entrambi le parti” in quanto ho interesse nei confronti del soggetto che propone la mediazione, ad esempio: accetto mediazione dell’ONU così ricevo i pacchetti di aiuti umanitari, poi però non ho nessuna intenzione di mediare davvero, io voglio continuare a fare la guerra. Qui i mediatori devono capire quando vengono presi in giro. Quando entrambe le parti invece non riconoscono direttamente la parti, non sorge nessun problema, ed il mediatore va semplicemente via. L’etero direzione/ tecnocrazia può influire sulla pace prodotta. Il manegeament corre il rischio di costruire una pace sulla base di presupposti che sono quelli considerati interessati, buoni, validi per chi fa il gestore e non per chi viene gestito —-> pace traballante. . Problemi della conflict resolution —-> progetto molto ambizioso. Problema sta nel fatto che si ritiene che gli umani siano SEMPRE in grado di correggersi, che abbiano questa capacità d’introspezione tale da comprendere quando stanno sbagliando e correggersi è molto utopistico. Ci sono aspetti culturali inconsci che ancora prima da maneggiare, sono difficili da comprendere. Una delle ragioni per la quale si ricorre alle mediazione è perchè talvolta le parti, essendo così inseriti all’interno della loro visione dove l’altro è il nemico, non riescono a risolvere il problema. Anche in questo caso però il soggetto terzo, non sei te, e di conseguenza tale soggetto può operare esclusivamente con il materiale fornito. La conflict resolution ambisce a fare una PSICOTERAPIA SOCIALE DI MASSA. “The evolution of international security studies” LIBRO Un approccio ulteriore rispetto a quelli precedentemente indicati è la CONFLICT TRANSFORMATION (approccio che cerca di fare i conti con i limiti ed i problemi dei precedenti approcci indicati) = trasformare il conflitto L’idea è stata costruita da persone che hanno avuto un background di mediatori all’interno dei conflitti, e con conflict transfromation si intende = processo volto a trasformare il conflitto in forme progressivamente meno violente. L’idea è “cerchiamo di risolvere le cose in modo progressivo, perchè comunque un passo avanti costituisce una forma di miglioramento” questo anche perchè ci si rende conto che soluzioni di tipo win-win non sono sempre possibili. I fondatori di tale pensiero sono Jean Paul Lederach e Niall, a partire dagli anni ‘2000. LE NUOVE GUERRE (?) Il filosofo della guerra per antonomasia è Carl von Clausewitz, generale dell’esercito Prussiano durante le guerra Napoleoniche; durante le Guerra Napoleoniche decise di scrivere un trattato sulla guerra diviso in 8 libri, ma non riuscì a concludere il suo lavoro, perchè morì nel 1831. La moglie decise di pubblicare il libro postumo con la prima edizione del 1832. I libro è scritto tutto, ma solo una parte (ovvero il primo) è analizzata e compiuta, le altre sono nella loro forma più grezza ed inconclusa . Nel suo libro tra le tante cose, riflette sulla natura della guerra, ovvero cos’è la guerra, e sul nesso che intercorre tra guerra e politica (libro: della Guerra) Come definisce Clausewitz la guerra: la guerra è la persecuzione della politica fra l’immischiarsi altri mezzi (tali altri mezzi, è la violenza, l’uso della forza). POLITICS = è la politica politicata. POLICY= è la politica nel senso di come io determino che debba essere gestita una certa cosa. Clausewitz considera la violenza come lo strumento (un mezzo) per ottenere un fine, uno scopo. Perchè un soggetto deve ricorrere alla violenza per ottenere un suo scopo? Perchè ci si oppone al mio obiettivo, e Clausewitz introduce il concetto di ABBATTIMENTO, come abbattimento dell’avversario. Io soggetto A ho un fine, uno scopo, che implica una richiesta ad un soggetto B. Il soggetto B, non accetta la mia richiesta, allora lo strumento di cui io dispongo è la forza, e tramite la forza io cerco di abbattere il mio avversario (Es: invasione Russa in Ucraina). 23/10/2023 Conflict and state-building . LE NUOVE GUERRE (1999) —> M.Kaldor, U. Beck (Guerre post-nazionali), C.Hables Gray (Guerre post- moderne), Martin Creveld, K.Holsti (guerre di terza generazione), P. Collier (ha introdotto il concetto che le nuove guerre hanno natura economica, IMPO M.Kaldor non lo considera parte del filone delle Nuove Guerre) . Critica nuove guerre —> S.Kalyvas (queste signore critica TUTTO il filone delle nuove guerra, non solo colei che ha fondato il movimento delle nuove guerre ovvero Mare Kaldor) Altri critici presenti alle nuove guerre . Difesa nuove guerre (2013) di Mary Kaldor. In tale difesa Kaldor si difende da TUTTI gli autori non solo da Kalyvas Sintesi della tesi di Mary Kaldor Per lei le nuove guerre si distinguono da quelle vecchi per 4 fatto MARY KALDOR: 1999 (NUOVE GUERRE) VECCHIE NUOVE ATTORI: Stato + forze armate Anche altro (paramilitari ecc..) SCOPI: la guerra si fa per territorio o ideologia Si combattono per la politica dell’identità non negoziabile (chi è parte di un gruppo e chi non lo è) METODI D’IMPIEGO DELLA VIOLENZA: metodo principe è la battaglia Pulizia etnica FINANZIAMENTO: tasse Mercato nero/razzia Formula classica dominante per Kaldor nelle vecchie guerre: Stato+forza armate Però anche prima esistevano altri mezzi:  Non stato+forze armate  Stato + mix  Non stato + mix SOSTEGNO: la popolazione non è monolitica. Metodi più ostile, con chi mi è più ostile, più blando con chi mi è affine. Oppure entrambi in base alla situazione. Qualunque attore insurrezionale impiega mix di punizione e mix di grande supporto. Inoltre a volte parto da forte e poi piano piano cerco supporto. E’ IMPO che i media parlano con chi è difeso dal governo, di conseguenza descriveranno i rivoltosi con i ribelli Inoltre i ribelli si comportano con i civili in base alla necessità che loro hanno di loro 3)VIOLENZA= definire quale tipo di violenza sia maggiore è estremamente critico. Inoltre non significa che se io ritengo che l’artiglieria sia meno violenta del fosforo bianco, allora per gli altri sia così, magari è l’opposto. Inoltre non significa che atti che noi consideriamo assolutamente atroce non sia una strategia di guerra. Es: stupro di massa, che manda un messaggio, tagliare le braccia ai disertori, perché così la gente non diserta più per andare a lavorare ai campi. E’ comunque importante non iper-razionalizzare tutta la violenza. La violenza viene anche usata quando io non riesco a gestire la situazione, nel momento in cui mi sfugge la situazione, esercito la violenza Conclusione: la guerra non è cambiata così tanto nel tempo, e laddove ci sono delle differenze, non è che la realtà sia cambiata totalmente a partire dal crollo del muro di Berlino. Ciò che è cambiato è che gli studiosi non riuscendo ad analizzare le cose nella loro lente classica, hanno supposto che ci siano delle nuove guerre. Le guerre sono cambiate, ma il cambiamento non è stato immediato e radicale, ma lento e non radicale. 25/10/2023 (LIBRO S.PINKER) = la guerra sta diminuendo La sua nemesi, LIBRO COKER Risposta di Kaldor alle critiche fatte da lei, da TUTTI (incluse quelle poste da Kalivas) coloro che si sono opposti alla teoria delle “nuove guerre” 1) Sono davvero “nuove”? Per lei SI, perché queste guerre sono diverse dall’archetipo delle guerre tra Stati (quindi Westfaliane). Non essendo guerre tra Stati, queste guerre richiedono delle policy diverse per essere risolte. Per lei sono NUOVE GUERRE semplicemente perché richiedono nuove POLICY per essere maneggiate. + lei parla del peace meeting: - consenso di entrambe le parti, IMPRAZIALITA’, uso minimo della violenza. IMPO: I peace keeper sono imparziali, non NEUTRALI, differenza molto molto importante. 2) Sono davvero guerre? Qui bisogna chiedersi cosa ritiene lei per guerra: per lei la guerra è l’impresa politica violenta. Il crimine è un effetto collaterale della guerra. Riferimento alla politica dell’identità ma Kaldor non indica quanto la politica dell’identità sia la causa della guerra. Per lei la politica dell’identità è la causa alla base della guerra. Che l’identità possa fomentare una guerra, è vero, ma bisogna vedere se sia l’unico elemento, e QUANTO questi influenzi la guerra. Nell’idea di Kaldor manca l’analisi che l’elemento Nazionalista che spinge ai conflitti, non possa stemperarsi, diminuire, cambiare, non è permanente, vi è un venire ed andare dell’elemento identaristico. 3) I dati disponibili sostengono le ipotesi? (Errore di Kaldor, prima si formano le ipotesi e poi si verificano i dati, non viceversa) Le vecchi guerre per lei sono composte da lotta fra militari. È dato NOTO che ad oggi la probabilità di morire in battaglia è in riduzione. Battle related deaths. Di conseguenza tutti questi dati sono d’accordo con la tesi di Mary Kaldor —> danni civili in aumento, ma non abbiamo delle stime dice Kaldor. Se non posso analizzare quante persone sono morte, posso analizzare il numero di sfollati analizzato dall’UNHCR. E’ cambiata la natura della guerra o la sua violenza?1 . Sito: Our World in Data 4) Queste guerre sono post-clausewitizane? Kaldor fa marcia indietro sul fatto che le nuove guerre NON siano clausewitizane. Fa un passo indietro dicendo che le nuove guerre sono clausewitiziane, in quanto la politica dell’identità, fa parte della politica stessa. Le guerre cluasewitziane sono uno scontro di volontà. Lei accetta che le nuove guerre sono Clausewitz, ma rigetta lo scontro di volontà, per lei new war sono un concorso di volontà, in quanto l’identità dell’uno si rafforza in opposizione all’identità opposta. Le risposte di Kaldor sono tutte SI NUOVO BLOCCO (Ripasso concetti) . Economia di scala = tanto più si produce, tanto più il tasso d’unità diminuisce. . Rendimento marginale = costo dell’ultima unità. . Costo-opportunità = costo della rinuncia alle alternative. 6/11/2023 Greede anche Greviance in civil war di Collier e Hoffler Critiche alla loro teoria poste da: - McGinty e Williams - Berdal (che ha un mantra: sistema alternativo di protezione, potere e profitto, le tre P) - Keen La figura più nota che sta dietro a questo studio è Paul Collier che è un’economista ma non è stato l’unico autore di questo paper, infatti è scritto da Collier&Hoffler Il paper è stato pubblicato negli anni 2000 ed era in origine un working paper della Banca Mondiale Sono le greviance (ovvero le motivazioni socio-economiche, la violenza strutturale) la causa del conflitto oppure le greed)? L’individuo inizia un conflitto perché vuole migliorare le sue condizioni, una vita migliore oppure inizia il conflitto perché la guerra migliora la loro vita? 1) Collier e Hoffler notano che le ribellioni, tendenzialmente tutte le ribellioni sono collegate al tentativo di catturare risorse —> quando le persone si ribellano, ad un certo punto cercano di mettere le mani sulle risorse economiche 2) Le guerre civili, tendono a ripetersi sempre negli stessi posti. Nei contesti in cui le risorse sono relativamente abbondanti, le ribellioni nascono e sono indirizzate alla cattura delle risorse, e la fine di un’eventuale guerra civile non porrà fine alla guerra per sempre, in quanto questa tenderà a rigenerarsi L’intenzione, dunque, è andare a verificare la causa del conflitto risieda nella GREED . Lo studio si interroga sulla conflict causation, ovvero quali sono i fattori che generano il venire in essere del conflitto. Quello che questo lavoro cerca di fare è individuare la relazione intercorrente tra una variabile dipendente ed una indipendente. GREED = variabile indipendente GREVIEANCE= variabile dipendente Quali sono le cause che spingono le persone ad unirsi in un conflitto, scegliendo la greed o la greviance? Povertà, corruzione, livello d’istruzione, tasso di disoccupazione Export = più il mio PIL dipende maggiormente dall’esportazione dei miei prodotti all’estero, più è maggiore il rischio di cadere in una guerra civile, GREED 7/11/2023 Conflict and state building CRITICHE ALL’ARGOMENTO DI COLLIER E HOFFLER . Critiche disponibili in testi diverse, 3 quadri di critiche  logiche  Metodologiche  Ideologiche, di teoria critica (questo modo di replicare il conflitto non faccia altro che rafforzare determinate istituzioni e agende) . Rischio della quale parla Collier è STOCASTICO, se fumo è più probabile che abbia il tumore, non è una cosa certa, ma è possibile. Se ho A capita B Se ho A è possibile che capita B Correlazione = quando capita A tendenzialmente capita B. Correlazione è diversa da casualità. L’individuazione di una correlazione, non dimostra però il nesso. Il nesso deve essere ipotizzato e poi dimostrato. Nell’argomento di Collier e Hoffler si vede che i fattori associati alla greed sono staticamente più presenti rispetto al conflitto, diversamente da quelli della greviance. Questa correlazione, questa coopresenza non è però una causa Le conclusioni del loro paper portano avanti una dimostrazione statistica, non dimostrano un nesso causale . CRITICA LOGICA =  Greed diverso da causa  Da osservazioni aggregate, livello macro (PIL, livello d’istruzione) producono risultati Micro (ecco perché le persone si uniscono ai ribelli): da macro —> micro, salto troppo alto, disoccupazione tendenzialmente può essere una ragione all’unirsi ai ribelli, non è un dato certo, magari un riccone è felice d’essere disoccuopato . CRITICA METODOLOGICA =  Scelta proxy fatta da loro (istruzione maschile loro messo la greed, ma potrebbe tranquillamente stare anche nella greviance)  Qualità dei dati= la loro qualità può essere variabile, i dati sono una fonte importante, ma bisogna rendersi conto dei limiti che i dati si portano appresso. Il PIL ad esempio è fornito dallo Stato, di conseguenza lo Stato può fornirci dati modificati o non chiari. Non tutti gli Stati sono chiari sui loro conti, bilanci ecc.., sovra o sotto stimare i dati di un paese, sono strumenti di governo . CRITICA IDEOLOGICA =  Per Collier e Hoffler i cattivi sono i ribelli, ma nessun intervento, implicazioni esterne: ESTERNO ASSOLTO  Implicazioni di policy Con ciò il contesto, il paese, la storia, tutto ciò che è legato a quello stato è irrilevante, sono osservati dati e da lì tratte conclusioni. Una lettura del conflitto di questo genere, deve essere integrata da altre letture.  Collier e Hoffler parla di sviluppo, ma non è che se aumento dimensioni della torta allora la torta è divisa in modo equo. Se non so come è costruito il dato, non posso essere certo dei risultati. DISUGUAGLIANZA = la disuguaglianza orizzontale (ad esempio, guerra tra i poveri) - Dipendenti= fino a quando c’è l’economia di conflitto io campo, quando finisce sono nei casini. Campa dell’economia di conflitto, es: traduttore che traduce la lingua, in un conflitto di guerra. Ad esempio, prima disoccupato e con la guerra trova un lavoro, dipendente totalmente da questa, se finisce la guerra no, pane. Chi prima faceva un lavoro e per arrotondare, fa traduttore —> opportunista Il tutto dipende da cosa facevo PRIMA e cosa faccio durante la guerra es: soldato che prima faceva il soldato e avendo le armi decide di usarle per ricattare qualcuno —> opportunista. Soldato che faceva prima il soldato avvia la ribellione —> imprenditore Disoccupato mi unisco alla guerra per diventare un soldato e avere uno stipendio —> dipendente. PACE GUERRA POST- CONFLITTO IMPRENDITORE - + - OPPORTUNISTA - + - DIPENDENTE +/- 0 - Imprenditore durante guerra sta meglio (+), opportunista durante guerra sta meglio (+), dipendente pace non sappiamo se sta meglio o peggio perché non sappiamo se lavora oppure no, durante la guerra dipende dal lavoro che stavo prima Dopo la guerra, TUTTI stanno peggio. Se adottiamo questa prospettiva capiamo i nemici che collaborano tra di loro, magari sono gli imprenditori. Lo stesso vale per le organizzazioni si disgregano, in quanto non sono d’accordo su elementi costi-benefici 13/14/15 = LEZIONI MILITARI, ANDARE A GUARDARSI SLIDE DDR E SSR (+ collegamento con Mcginty) 20/21/22 = INTERVENTI ESTERNI 27/11/2023 SIERRA LEONE Il fatto di rispettare gli accordi di pace non significa che si avrà la pace. La pace a volte non c’è perché le parti non si impegnano nella pace, altre volte invece perché le misure sulle quale ci si accorda non sono quelle che servono e utili. Accordo rispettato differisce dalla pace. Fase zero —> come era messo il paese prima della guerra Sierra Leone collocata nell’Africa Occidentale, popolazione di 4 milioni di persone ed ex colonia Britannica, indipendente dal 1961 e membro del Commonwealth. - Non esiste un gruppo etnico di maggioranza nel paese, dunque nessun gruppo etnico che ha almeno il 50% +1 della popolazione totale. I due gruppi più grossi sono i Temme (sono al collocati al Nord del paese e sono prevalentemente Musulmani ed i Mende sono presenti ad Est del paese e sono al 70% musulmani - La Sierra Leone molto ricca di risorse naturali, in particolare di tipo minerale, la più importante della quale sono i diamanti, ma questa non è l’unica risorsa mineraria del paese, in quanto ci sono anche metalli preziosi come l’oro e minerale di titanio. Quindi l’economia del paese è molto legata alle esportazioni di tali materie prime. - Contesto politico: il paese è diventato indipendente nel 1961, e a partire dal 1967 si instaura un sistema di partito unico, il paese diventa refrattaria nell’avvicinamento politico. Nell’arco storico che noi interessa, ovvero quello che va dal 1961 al 2002, la Sierra Leone conosce solo tre presidenti, uno dei quali viene eletto durante la guerra civile, gli altri due erano i precedenti. Sistema autoritario, in cui obiettivo principale come qualsiasi sistema di tipo di sistema autoritario è riprodurre sé stesso a scapito di qualsiasi altra cosa, ciò porta ad una performance calante nel tempo, politica molto personalizzata, estremamente corrotta, economia peggiorata drasticamente, lo stato è incapace di fornire buona istruzione, e la disoccupazione si è impennata. Nella Sierra Leone degli anni 80, tantissimi giovani uomini (maschi) disoccupati, paese enorme presenza di risorse minerarie —> guerra civile SOGGETTI DELLA GUERRA Una serie di personaggi scontenti inizia a radunarsi, a mettere insieme delle istanze di tipo politico, che vengono captate da un signore in particolare che è Charlas Taylor (presidente della Liberia, che siede al più alto gradino dello Stato in quanto vincitore della guerra civile Liberiana conclusasi poco prima) Quest’uomo decide di dare appoggio al RUF, che allora era guidato da Foday Sankoh, quindi la Liberia è stata uno sponsor ed in quanto tale offre ai leader e miliziani del RUF sicurezza nel suo territorio, dove la Sierra Leone non può esprimersi in quanto si trovano in uno stato sovrano ovvero la Liberia, risorse economiche ed addestramento. Ai tempi ancora vivo Gheddafi, che appoggia il RUF in quanto riteneva che le istanze rivoluzionarie del movimento ribelle fossero genuine, in quanto il governo in Sierra Leone ormai si era sclerotizzato ed era necessario un cambiamento. Terzo signore Viktor Bout, il più grande trafficante di armi del periodo. Nel Marzo 1961 il RUF si sente abbastanza preparato e dal territorio Liberiano entra nella Sierra Leone ed inizia una guerra. La campagna militare del RUF va molto bene, anche perché le forze armate Statali non era così ben preparate e nel giro di un anno il RUF conquista 2/3 del paese. Ciò che succede nel paese? è che però avviene un Colpo di Stato nel Aprile del 1993, con un capitano davvero basso di grado e diventa il nuovo dittatore della Sierra Leone, diventando all’epoca il più giovane capo di Stato del paese dato che aveva 25 anni. Questo leader di chiama Valentin Strasser —> è un militare e riesce a diventare il presidente de facto. Essendo militare e molto giovani, lui pensa ad una soluzione militare ad un problema di stampo militare ovvero le milizie del RUF. Quello che fa il nuovo presidente è reclutare nuovi soldati tre le file dell’esercito nazionale. Iniziò forze armate Sierra Leone circa 5000 mila uomini, il RUF il doppio e al picco della sua potenza il RUF aveva 20 mila miliziani. Dunque enorme gap numerico, e Strasser inizia a reclutare nuovi soldati, e la quantità delle forze armate della Sierra Leone passa da 5000 a 12.000 mila in un lasso di tempo estremamente veloce. Problema: tutte queste persone sono da addestrare, bisogna dare loro una competenza militare ma soprattutto li deve professionalizzare dal punto di vista della FUNZIONE che devono svolgere, questi non devono diventare altri soldati che vanno in giro con un fucile facendo cose, ma purtroppo il risultato è stato questo. Nasce il SOBEL che sta per “Soldier by day, rebel by night” signori con il fucile non molto leali nei confronti delle istituzioni/comandante del paese, vede che in giro c’è un sacco di gente che grazie alle armi riesce a mettere mani sulle risorse e decide di fare la stessa cosa. Per Berdal sarebbe un OPPORTUNISTA (possibile dipendente se la paga non gli viene data, perché ai piani alti si sono magnati tutto, dunque lui prima disoccupato gli viene dato lavoro come militare, ma quando la paga non gli arriva deve trovarsi un altro modo per campare e lo fa attraverso l’uso della violenza) Questa scelta di reclutare più soldati non risolve la situazione, il RUF continua ad avere vantaggio, ma c’è ancora un altro sviluppo, ovvero l’intervento del ECOMOG, ovvero la comunità economica dei paesi dell’Africa Occidentale cercando di mettere un tappo al RUF (Revolutionary United Form) Inizio intervento dell’ECOMOG (sono soprattutto Nigeriani IMPO!)qualche successo, ma poi quando sparisce l’effetto sorpresa anche l’ECOMOG si trova messo alle strette e si arriva nel Marzo 1995 con il RUF che è a 30 km dalla capitale, TUTTO il paese è in mano ai ribelli, meno la capitale e questa striscia di di territorio di 30 km intorno alla capitale. Sulla scale Weinstein, il caso della Sierra Leone incontra tutti e tre i punti. Executive outcomes = Sul finire degli anni 80, inizio anni ’90 inizia a verificarsi un importante trasformazione politica in Sud Africa in quanto si installa un governo riformista che intende cessare la politica dell’aperthaied. Il governo Declaire, vuole liberalizzare il regime e cessare la politica di oppressione nei confronti dei neri —> tale governo inizia il dialogo con il Nationa African Congress (partito di Mandela) Problemino tutti di i regimi di transizione: IL SECURITY SECTOR RIFORM. L’apparato di sicurezza dello Stato dei tempi dell’aperthaied non andava più bene, per il paese. Il problema nel mettere in discussione il sistema di sicurezza è di correre il rischio di generare problemi nel processo di tradizione politica. Nel 1989 a Pretoria in Sud Africa, viene fondata (iniziativa autonoma di privati) quella che si auto definisce una compagnia di sicurezza privata, chiamata EXOCUTIVE OUTCOMES ed il governo Sud Africano dell’epoca non aveva nessuna intenzione di proibire, limitare ciò in quanto se ciò succede, una serie di militari al posto di avere strane idee sul futuro del Sud Africa per poi tentare di attuarle, piuttosto vanno a lavorare da qualche altra parte come in queste compagnie di sicurezza private, vanno a fare i militari in giro per il mondo, i mercenari. Se questi soldati sono in Angola a combattere e non in Sud Africa ciò significa che la situazione è più tranquilla e questo garantisce un possibile maggiore successo al processo di transizione. COSA FACEVA L’EXECUTIVE OUTCOMES: 1) Combatteva e nel combattere non faceva operazioni passive di protezione, anzi arrivava con le sue unità militari (soldati armati, supporto di armamenti, capacità di guerre elettronica ecc, velivoli, un esercito fatto e finito). Quindi combatteva ma addestrava anche (usavano anche M24 e FAE) 2) Exocutive outcomes ingaggiata dai governi, in particolari due specifici interventi uno in Angola ed uno in Sierra Leone, con l’invito diretto dei governi locali. Per il Sud Africa all’inizio era utile che il paese potesse sfogare potenziali soggetti problematici tramite questa valvola di sfogo, ma con il passare del tempo Exocutive outcomes ha iniziato a diventare un potenziale problema di pubbliche relazioni per il paese, e nel 1999 entrò in vigore una legislazione molto più restrittiva ed Exocutive outcomes ha cessato d’esistere in questa forma qui. Nel 1995 in Sierra Leone, quando la capitale è ormai circondate dal RUF, Strasser decide di ricorre alla compagnia Exocutive Outcomes. La compagnia viene pagata con i soldi messi a disposizione dal fondo monetario internazionale, il che dipendeva che il periodo di permanenza di Executive Outcomes di rimanere lì dipendeva dalla disponibilità di risorse che arrivavano dall’esterno per la Sierra Leone. COSA FA EXECUTIVE OUTCOMES IN SIERRA LEONE? o Sfrutta le sue superiori capacità militari, portando all’interno del contesto della Sierra Leone delle tecniche differenti rispetto a quelle utilizzate tradizionalmente tra RUF e forze armate della Sierra Leone, come ad esempio la compagnia introduce il combattimento notturno, guerra elettronica ovvero intercettazioni radio, operazioni combinate aria-terra. Sono più bravi a combattere e conoscono delle tecniche migliori. Al picco dello sforzo però Executive Outcomes ha messo solo 300- 400 uomini, rispetto ai numeri esponenziali presenti tra le file del RUF o Executive Outcomes inoltre ADDESTRA I LOCALI, in questo caso però la compagnia non addestra le forze armate della Sierra Leone, ma decide di addestrare un particolare gruppo etnico che era in totale disputa con il RUF, che si chiama Kamajors. L’idea era le forze armate sono corrotte, sono disfunzionali, meglio non mettere mani su una mela già marcia. o Executive outcomes in Sierra Leone dunque è composto: dal nucleo originario di ex militari Sud Africani, i Kamajors addestrati in supporto che vanno ad ingrossare le file di Executive Outcomes e le forze armate della Sierra Leone presenti per presidiare. Le operazioni si svolgono secondo tale schema: - Mettere in sicurezza la capitale e l’aeroporto di Lungi, perché senza il controllo dell’aeroporto è impossibile far arrivare tutto, munizioni veicoli ecc.. - Conquista delle zone che garantivano il controllo delle risorse, le miniere di diamanti e le miniere di titanio. Vengono attaccati tali posti perché sottraendoli al controllo dei ribelli e restituendoli al governo, significa togliere la possibilità di finanziamento ai ribelli —> ciò significa che la potenza dei ribelli scende e mettendole nei mani del governo, queste può usarle contro il RUF - Si procede ad attaccare il grosso delle posizioni del RUF e distruggere il quartiere generale del RUF  Situazione completamente ribaltata, il RUF è stato messo allo stretto in tutto il paese, le forze sono sbandate. Arrivati qua capitano una serie di cose: il governo militare, della Sierra Leone si impegna a tenere libere elezioni ma un altro generale membro delle forze armate della Sierra Leone, fa un colpo di Stato nel Gennaio del 1996, in quanto non apprezza l’idea delle libere elezioni sostenuta da Strasser. Il generale di questo golpe si chiama Julio Maada Bio ed è l’attuale presidente del paese (riesce a diventare Presidente con altri mezzi, anni dopo tali avvenimenti) Il lavoro parallelo tra UNAMSIL e Palliser, consente alla missione delle NU di apprendere nuovi metodi e come agire. Per quanto riguarda invece l’SSR —> la situazione d’insicurezza diffusa in Sierra Leone può essere ricondotta anche all’inefficacia delle forze armate del paese, quindi tramite Palliser il Regno Unito si è preso incarico la formazione delle Forze armate della Sierra Leone, quindi un adeguamento professionale che consentisse loro di tenere testa alla forze del RUF o altre forze ribelli. L’intervento Britannico e appoggio fornito ad UNAMSIL riesce un poco alla volta a cambiare l’equilibrio delle forze e ciò porta al cessate al fuoco del 2000 (importante, cessate al fuoco non accordi di pace) La situazione a questo punto, inizia ad assomigliare per certi versi a quella del 1995 quando se ne andò via Executive Outcomes, in quanto l’equilibrio di porte pendo di meno verso il RUF, MA ci sono due grandi differenze rispetto al passato: - SSR, nel 95-96 la possibilità di mantenere una situazione di ordine era direttamente dipendente da un soggetto esterno ovvero Executive Outcomes, negli anni 2000 invece sono le forze armate del paese che sono maggiormente preparate e possono mantenere fare ciò da soli. - Attivazione di altri elementi che riescono a sanare anche dimensioni differenti. Negli anni 2000 il contesto regionale è cambiato un po’ e questo genera una serie d’operazione combinate tra le Sierra Leone e la Guinea. Sierra Leone confina con soli due paesi Guinea e la Libera che è il principale sponsor del RUF—> Liberia di Charles Taylor in quegli anni si trova ad affrontare la seconda guerra civile nel suo paese e la Guinea appoggia i ribelli in Libera, quindi Charles Taylor in quel periodo è occcupato con il suo paese. Oltre a ciò la Guinea si presta a condurre operazioni combinate, bi-nazionali con la Sierra Leone, sul suolo della Sierra Leone che affaccia sulla Guinea. Il governo di Taylor inoltre soffre in quel periodo di poca stima internazionale, ed il paese è sotto sanzioni. Quindi sponsor viene a mancare —> finita la guerra civile in Liberia Taylor scappa in Nigeria ma verra preso e processato, primo processo di un capo di Stato dopo il processo di Norimberga. - Risorse: una delle cose che si è fatta, è stato introdurre un meccanismo di certificazione dei diamanti a partire dal 2003 —> Kimberly process, la certificazione serve ad esplicitare che il diamante commerciato sia di origine legittima, non sia legato al finanziamento dei gruppi ribelli e sia compatibile con le indicazioni delle Nazioni Unite in materia. Obiettivo del tempo non eliminare il commercio di diamanti di sangue, ma RIDURLO. Peace spoiler = soggetti che rovinano le paci. - Spoiler di tipo politico = non è che non voglio la pace, ma ne voglio una differente - Spoiler di tipo economico = mantenere la guerra, mi giova di più a livello remunerativo Il RUF ha sempre detto di combattere per le istanze popolari e nella Sierra Leone appacificato a tal punto da potersi permettere nuove elezioni, 2002 nuove elezioni ed il RUF si presenta con il suo partito, il RUFP e alle elezioni ottiene ZERO seggi, di conseguenza ricominciare la lotta armata dopo tali risultati è rischioso Transitional justice (giustizia di transizione)= non riguarda l’ordinaria amministrazione della giustizia, e non vi è nemmeno un soggetto terzo che si occupa di aiutare nell’applicazione della legge o la formulazione di normali sentenze. La parola transizione fa riferimento ad una transizone da una situazione di guerra ad una di pace, quindi come facciamo i conti con i torti che si sono verificati durante il periodo di conflitto? Ciò succede per evitare la vendetta personale che genera insicurezza nel paese, bisogna tutelare la situazione di pace; inoltre la giustizia di transizione consento di promuovere una narrazione che sia pubblica e condivisa degli eventi, se no le vicende possono essere sfruttate a modo proprio da determinate forze —> bisogna creare un sentimento condiviso di giustizia. IMPO: la giustizia di transizione si può applicare anche da un regime che vira verso un altro regime, ciò è successo in America Latina ad esempio SIERRA LEONE DUE MODALITÀ’ DI GIUSTIZIA DI TRANSIZIONE Ci sono due modelli principali ed in Sierra Leone sono stati applicati entrambi: - I tribunali per i crimini di guerra (UCT): tipologia sanzionatoria con un imputato un giudice, avvocato, accusa ecc.. dunque processo penale per crimini di guerra, violazioni dei diritti umani, genocidio ecc.. - Commissioni di verità e conciliazione (TRC): hanno un’idea della giustizia di tipo riparatorio, l’obiettivo è cercare di far emergere quelle che sono state l’esperienza durante il conflitto affinché non vengano modificate, non necessariamente per sanzionare i colpevoli quanto per sanare i torti che la società ha subito. In Sierra Leone si è istituita una corte speciale nazionale della Sierra Leone (Sierra Leone special Court, SLSC) volte a giudicare i crimini contro l’umanità e le violazioni contro la convenzione di Ginevra. Tale tribunale era considerato sopraordinata rispetto a tutta quelle del paese; dunque, una sentenza del SLSC si imponeva su qualsiasi altra sentenza emessa da qualsiasi altra corte penale del paese. Charles Taylor finisce imputato proprio da questo tribunale e condannato sempre dal SLSC +si sono fatte le commissioni di verità e conciliazione —> l’obiettivo era di fare chiarezza ed includere nella narrazione più attori possibili. Le Corti possono giustiziare solo gli esponenti di più alto rango e non vanno a toccare quegli individui che hanno partecipato al conflitto ma con un ruolo minore (ad esempio cuoca dei ribelli) o soggetti come bambini-soldato che si posizionano in una situazione delicata, dove sono sia vittime che carnefici. . Programma DDR si è concluso nel 2004 . Missione UNAMSIL è finita nel Dicembre del 2005 . Elezioni politiche regolari nel 2007, 2012 e 2018 (vinte da Mada Bio) . Epidemia di Ebola nel 2014  Prima fase del conflitto: CONFLICT SETTLEMENT, la pace è il prodotto dell’equilibrio tra le forze, dove chi è più forte si impone  Seconda fase del conflitto: CONFLICT MENAGMENT 29/11/2023 PACE LIBERALE = all’interno del liberalismo si può collocare quell’oggetto chiamato democrazia, tra cui la possibilità d’esprimere liberamente le proprie opinioni, libero mercato in cui la domanda incontra l’offerta, e presenza di stato di diritto. Nel secondo capitolo del libro, Mac Ginty&Williams parlano ampiamente del concetto di pace liberale e lo smontano affermando che nella costruzione o mantenimento della pace ci sono due tipologie d’oggetto: da una parte l’hardware dall’altra software L’hardware= sono gli Stati, le organizzazioni internazionali, regionali ecc.. Software= è la pace liberale che può essere descritta come quella particolare ideologia che crede che il liberalismo essendo dotato degli elementi precedentemente indicati (libertà d’espressione ecc..) possa produrre pace e lo faccia meglio di altre opzioni. Inciso 1: gli Stati democratici si fanno di meno la guerra tra di loro ergo se aumentano gli Stati democratici si diminuisce il numero di conflitti a livello internazionale. Quindi una delle declinazioni della pace liberale punta a favorire la democrazia per avere maggiore pace Inciso 2: questo modo d’intendere il liberalismo ed i suoi effetti, diventa intrinseco ad alcune organizzazioni internazionali del secondo dopo guerra, e diventa dominante dopo la guerra fredda. Nel liberalismo c’è l’idea che qualsiasi tipo istituzione sia essa formale od informale sia riformabile —> esempio fallimentare Afghano dove si pensa veramente di poter introdurre un sistema di tipo liberale ed Occidentale in un paese assolutamente non legato a questo tipo di tradizione. Il liberalismo, infatti, non è culturalmente neutro, nasce in un determinato contesto e questo crea una tensione, il rischio è di imporre questa cosa. Mac Ginty&Williams stressano sul fatto che la pace liberale come software, come ideologia che dovrebbe servire a produrre pace, può essere applicata a contesti di post-conflitto, ma non per forza riguarda i contesti legati solo ed esclusivamente al post-conflitto, es paese che non ha mai conosciuto la guerra civile, ma ha gli elementi che potrebbero innescare un conflitto, e dunque si interviene prematuramente per arginare una possibile guerra civile (tendenzialmente non è andato bene) I due autori parlano di pace liberale e quindi di peace-building liberale come quel tipo di approccio che è promosso dagli Stati più importanti a livello internazionale, dalla organizzazioni internazionali, incluse quelle finanziarie, la pace liberale dispone tendenzialmente da un supporto internazionale, ed è fondato su argomenti, retoriche ecc.. di tipo liberale. La pace liberale ha diversi strumenti di influenza: • forza; • risorse economiche relativamente abbondanti (può presentarsi in un certo luogo e fornire incentivi per un certo tipo di trasformazione, es. ricerche, formazione ecc.). Però alcuni partecipano solo perché ci sono incentivi economici; • soft power: influenza che un modello considerato positivo ha in maniera anche inconscia su di noi; Se esiste una pace liberale, esisterà anche un’alternativa opposta, es opposizione alla pace liberale in Afghanistan era la pace secondo la concezione Talebana —> pace alternativa = ovvero modelli di pace diversi rispetto a quella liberale, che in alcuni casi sono in grado di resistere alla pace liberale, ma ovviamente hanno una differenza radicale: non sono riproducibili in contesti differenti (la pace liberale invece ha una pretesa di universalità ed in un certo senso si è già riprodotta in determinate zone con successo) Novecento, scontro tra tre ideologie, fascismo, socialismo e liberalismo, ne esce vincitore quest’ultimo. Liberalismo e socialismo hanno un’idea di pace, ma il fascismo? Il fascismo ha un rapporto conflittuale con la pace, in quanto tale ideologia tende e a glorificare la guerra e non ha nessuna intenzione di eliminarla, la guerra permanente è un dato costitutivo del fascismo. + paci ibride, che sono quelle particolari paci, che possono essere anche molto piccole a livello di scala e che presentano un mix tra la pace liberale e la pace alternativa; nell’Afghanistan pre ritorno dei Talebani, il sistema giustizia presente era un misto tra local ownership è concezione di giustizia Occidentale. Il peace-building (costruzione della pace) è un concetto introdotto da Galtung, che è più vicino alle idee neo-marxiste di eliminazione della violenza in tutte le sue forme, dunque l’idea originaria di peace-building non è la pace liberale, è un’altra cosa, ma dopo la fine della guerra fredda, prende piede questa nuova concezione del peace-building LIBERALE (ad oggi però lo si chiama solamente peace-building senza l’aggettivo liberale) nei mezzi, ma anche negli obiettivi, la pace liberale è l’end state. L’istituzione liberale per antonomasia è l’ONU ed il peace-building liberale fa ufficialmente la sua comparsa in un documento delle NA nel 1992. Peace keeping= mantenimento della pace, quando si parla di missioni di peace keeping dell’ONU si parla d’intervento che hanno lo scopo di garantire che un accordo fra le parti, venga rispettata. Principi del peace keeping: - Imparzialità di chi agisce = essere neutrali significa essere irrilevanti, ciò significa che la mia presenza o la mia assenza non cambia la situazione, dunque un intervento di peace-keeping non mira ad essere neutrale. Essere imparziali come un arbitrio, quindi si è tenuti a far rispettare le regole e quindi se qualcuno le viola, vi è una reazione, lo si sanziona. Le regole da rispettare sono quelle indicate dall’accordo di pace approvato da tutte le parti. - Il consenso delle parti in causa = le parti devono essere d’accordo sull’implementazione di quella pace scelta, se no tutto il castello casca. - L’uso minimo della forza = bisogna punire chi viola gli accordi; quindi, serve capacità coercitiva, è essenziale tutelare il personale del peace-keeping, dunque uso della forza per autodifesa e bisogna difendere il mandato. Se la condotta di qualche parte in campo è tale da mettere a repentaglio il mandato, una missione è autorizzata per evitare che crolli il mandato, anche la questione diventa molto delicata. Nel 1992 viene introdotta dall’allora segretario delle Nazioni Unite, Boutrous Ghali un documento chiamato “an agenda for peace” che dettaglia tutta una serie di attività di pace, tra cui il peace keeping ed il peace building, per capire dove inizia una cosa e dove finisce l’altra. Guerra Fredda nel 1989, perché il documento è pubblicata nel 1992? In quell’anno entra in carica il nuovo segretario generale post-bipolarismo, e lui è il primo a ricoprire questo ruolo post caduta URSS, ed ottenuto il ruolo ha indicato tutto i suoi punti. All’intero della sua agenda sono indicati quattro ideal tipi che le Nazioni Unite possono intraprendere per migliorare la qualità della pace globale: 1) Preventive diplomacy = avviene prima del conflitto, per far si che non abbia luogo, o in forme meno esasperate; le Nazioni Unite certano di prevenire il conflitto attraverso la diplomazia ed in modo non esaustivo vengono indicati alcuni strumenti: dispiegamento di forze ONU preventive (come, ad esempio, caschi blu) che ha l’obiettivo d’aumentare i costi del conflitto e diminuire la sfiducia reciproca > confidence building measures; fact finding mission per evitare di ottenere informazioni sbagliate; creare zone demilitarizzate o DMZ e early warning ovvero l’idea che si possano osservare degli indicatori dei dati, che sono rivelatori di un prossimo conflitto in divenire non ancora presente. 2) Peace making = creare la pace; I mezzi sono i buoni uffici (diplomazia, negoziati), i mediatori, l’arbitrato (le parti si impegnano a rispettare la decisione dell’arbitro, non è il come nelle mediazioni, in quanto le parti hanno accettato delle condizioni, e l’arbitrio si impone affinché quelle condizioni vengano applicate), la via giudiziaria (Corte di giustizia internazionale, la cui decisione deve essere obbligatoriamente rispettata, differisce dall’arbitro perché il giudice non lo scegli te a differenza dell’arbitro) [cap. 6 della Carta dell’ONU], le sanzioni e l’utilizzo della forza militare (e peace enforcement – non c’e il consenso delle parti) [cap. 7 della Carta dell’ONU] 3) Peace keeping = quando l’operazione di creazione della pace riesce, l’obiettivo è mantenerla e consolidarla. Missioni di osservatori, interposizione, implementazioni di accordi di pace, per la DDR. B. Ghali parla delle 13 operazioni dell’ONU fatte dall’87 al 92, paragonandole alle sole 5 dal ’45 al 86. 4) Post-conflict peace building = consolidazione della pace e quindi rendere più difficile la ricaduta del conflitto. devono includere sforzi multidimensionali per modificare e supportare quelle strutture che consolidano la pace e rafforzano la fiducia e il benessere delle persone. Le misure che Ghali propone ricoprono tutti i settori (SSR, DDR, sviluppo economico, partecipazione politica ecc.) [pag. 17 Berdal]. I tribunali presentano dei limiti ed importante capire che le commissioni di verità possono aiutare a colmare il gap. 6/12/2023 Contesti:  segue un’attività militarIi  Accordi ambiziosi e fragili  Ampliamento PK Controlli elettorali e attività umanitarie (min) —— cambio governo (max) '_ Definizione di Berdal di questi due eventi POST-CONFLICT E PEACE BUILDING (riprende definizione data dall’ONU) Post conflict—> che durata ha ? Dopo una guerra esiste una prima fase, che è quella critica dove scegliere cosa fare e in che durata, per migliorare la condizioni di pace. La seconda fase è quella di consolidamento se la prima fase è andata bene (golden hour) 1. contesto di post-conflitto 2. Intervento di peace building post-conflitto 3. Istituzionalizzazione del peace building in sede ONU PRIMO CAPITOLO DI BERDAL . Contesto in post conflitto, capitolo strutturato in 4 parti: 1.1 dimensione politica e end-state 1.2 dimensione storica e psicologica 1.3 violenza residua (quota di violenza che non sparisce dopo la fine del conflitto armato) 1.4 economia del conflitto/ pace 1.1 Difficoltà a decifrare le intenzioni dietro al cessate il fuoco (manca parte, recuperare) 1.2 c’è un problema di fondo, ovvero tutta una serie di cose che per noi sembrano razionali, universalmente condivisibili, non sono percepiti ugualmente a livello locale. Questa pace liberale, non è applicabile a tutti, sopratutto quando c’è una storia coloniale, il mito della resistenza agli altri (Afghanistan). Inoltre si tende a sottovalutare il patriottismo e nazionalismo locale. Si tende anche a sbagliare il personale adatto (ad esempio si sceglie di dispiegare un personale che non proviene da un paese non considerato neutrale nel paese, ad esempio porto Russi in Afghanistan, senza tener conto dei rapporti che il paese ha con i russi e come questi sono percepiti dalla pop). Eccessiva idealizzazione 1.3 Post-conflitto, non significa che è finita la violenza, perchè non ci sono ancora le condizioni che permettono di fermare la violenza, le armi sono ancora totalmente presenti, come gli specialisti della guerra ancora in giro e sopratutto le ragioni della violenza sono ancora presenti, le persone sono ancora incazzate. BERDAL PARLA DI 3 TIPI DI VIOLENZA RESIDUA . Violenza residua politica —> è appena stato firmato un accordo, ma la violenza politica è ancora presente, perchè magari una fazione del gruppo che ha firmato l’accordo non vuole l’accordo e preferisce continuare la guerra. Oppure rappresaglie post-conflitto per motivi politici. Oppure l’accordo non include tutte le parti, di conseguenza la parte non inclusa continua la violenza (es: Talebani, non inclusi negli accordi, quindi hanno continuato la violenza). . Violenza residua economico-criminale —> ai criminali il contesto di guerra giova, perchè chi si dovrebbe occupare di mantenere la sicurezza è impegnato in altro, in un contesto di conflitto inoltre posso dare mancia alla dogana, quindi più facile esportare droga + economia di guerra, bisogni nuovi e vecchi a cui bisogna sopperire  debolezza istituzionale  Corruzione  Porosità dei confini  Opportunità economiche Legami tra chi sta al governo post-conflitto continua mantenere i rapporti con i criminali, sia per questione politiche, ovvero consensi, criminali minacciano cittadini, non votate così rimangono al potere + aspetto economico, riciclo di denaro. Si usa la violenza economica perchè magari determinate persone che sanno usare la violenza, ad esempio la sfruttano per campare, dato che non hanno un lavoro. Gli attori criminali offrono anche lavoro, sicurezza, organizzazioni che riescono a diminuire il settarismo + se tu attacchi organizzazioni criminali, loro rispondono, più violenza e meno sicurezza. Società presenta grande criminalità, tutto dipende da loro, mercato nero, non posso aprire il mio bar perchè ad esempio mafia mi chiede il pizzo, allora fiducia nello Stato, nella politica, con il tempo le organizzazioni criminali sostituiscono lo Stato, diminuiscono la loro criminalità e offrono servizi statali, il crimine è ormai inserito, difficile lo smantellamento. Livelli organizzazioni criminali (1 predatorio, 2 parassitico, 3 simbiotico) . Violenza storico- culturale —> quota di violenza post-conflitto, che esiste per motivazioni che precedono il conflitto, magari fenomeni violenti anche prima del conflitto, esempio certa quota di omicidi, violenza domestica, anche prima del conflitto. + eco stesso del conflitto, durante la guerra le persone si sono abituate a rispondere la situazioni con la violenza, esempio bambini soldati educati a rispondere con il conflitto, quindi eco della violenza presente durante il conflitto (VEDERE SCRITTE FATTE NELLE NOTE) 7 DICEMBRE LEZIONE ONLINE DA RECUPERARE!
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved