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Introduzione alle fonti del diritto italiano: norme primarie e secondarie, Appunti di Diritto

Una panoramica dettagliata delle norme di rango primario e secondario nel diritto italiano, inclusi gli atti fonte primari, le fonti secondarie, il procedimento legislativo ordinario, il decreto legge, la legge di conversione, il referendum e il potere giudiziario della corte costituzionale. Il documento illustra anche le funzioni del parlamento, la forza di legge delle norme primarie e secondarie, i limiti costituzionali esistenti e il principio di legalità.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 10/03/2024

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Scarica Introduzione alle fonti del diritto italiano: norme primarie e secondarie e più Appunti in PDF di Diritto solo su Docsity! Elementi di diritto (1) L’ORDINAMENTO GIURIDICO E IL DIRITTO COSTITUZIONALE L’uomo ha dei bisogni materiali e dei bisogni spirituali, che lo portano alla formazione di gruppi sociali e all’insorgere di conflitti. I conflitti possono essere risolti: - Con la legge del più forte  guerra di tutti contro tutti - Con il diritto  regole di comportamento che portano a uno stato e, di conseguenza, a una pacifica convivenza Diritto = insieme di norme che regolano la vita sociale dell’uomo in una comunità. Le norme sociali sono norme che di solito rispettiamo se ci va e che, quindi, non hanno il crisma dell’obbligatorietà (anche non rispettandole, non siamo soggetti a sanzioni). Es. Decidiamo tutti insieme di andare al cinema. Nascono diverse scuole di pensiero sul film da vedere e si vota per la maggioranza  è una norma sociale. All’interno delle norme sociali ci sono le norme giuridiche  dandoci un’imposizione, un divieto o un obbligo (sono obbligatorie), sono norme alle quali non possiamo sottrarci. Non rispettarle ci costerà sicuramente qualcosa (es. segnali stradali). Le regole che formano il diritto sono giuridiche e non morali e non religiose, perché prevedono una sanzione esterna e istituzionalizzata: sono quindi regole coattive o coercibili. Diritto = un insieme di regole che disciplinano i rapporti tra gli individui di una comunità. Il diritto è un fenomeno “tendenzialmente” relativo (vedi legislazioni sulla pena di morte e la problematica dei diritti universalmente validi). Il giudice, infatti, deve interpretare tutto perché il diritto va con il nostro sentire. Antinomia = più norme che dicono cose diverse su qualcosa di concreto. Il diritto presenta due grandi rami: 1. Diritto privato  due persone private/individui fanno qualcosa (es. una persona vende il cellulare a un’altra persona). Se qualcosa non va, si va dal giudice privato/civile (diritto civile) 2. Diritto pubblico  insieme delle norme giuridiche che interessano i rapporti tra gli individui e lo Stato N.B. La distinzione è sempre più in crisi poiché lo Stato utilizza spesso strumenti tipici del diritto privato. Oggi gli enti pubblici applicano il diritto privato in buona parte delle attività (ma almeno in una serie di attività, è bene che utilizzino il diritto pubblico). Es. Il gestore di un bar deve assumere e tutti i baristi devono avere le stesse possibilità di essere assunti. Quindi, fanno un concorso (pubblico) dove verrà assunto il migliore. Es. Il pubblico, per scegliere l’offerta migliore di un prodotto, fa un appalto. Una volta scelta, dal momento della firma del contratto, si parla di diritto privato. Quello che manca agli enti pubblici è la libertà/capacità di scelta. Il diritto privato crea uguaglianza tra pubblico e privato, tranne nel fattore scelta. Il diritto pubblico ha diversi rami: 1. Diritto costituzionale 2. Diritto parlamentare 3. Diritto regionale e degli enti locali 4. Diritto amministrativo 5. Diritto tributario 6. Diritto ecclesiastico 7. Diritto penale 8. Diritto processuale civile e penale 9. Diritto internazionale 10. Diritto sanitario 11. Diritto dell’Unione europea IL SISTEMA DELLE FONTI Le fonti del diritto Ordinamento giuridico = raccolta di norme giuridiche vigenti in uno Stato. Si chiamano fonti del diritto i fatti o gli atti che l’ordinamento giuridico abilita a produrre norme giuridiche. Generalità e astrattezza sono i caratteri delle norme giuridiche: - Generalità  colpisce tutti gli individui (es. nessuno può rubare) - Astrattezza  contempla tutti i possibili casi (es. l’oggetto di un eventuale furto è indifferente) Si chiamano fonti di produzione (norme giuridiche) del diritto quei fatti o quegli atti ai quali l’ordinamento attribuisce la capacità di produrre imperativi che esso riconosce come propri. Si chiamano fonti sulla produzione quelle norme che disciplinano i modi di produzione del diritto oggettivo, individuando i soggetti titolari di potere normativo, i procedimenti di formazione, gli atti prodotti.  le fonti sulla produzione indicano quale dev’essere l’iter (come le fonti di produzione vengono in vita) che dev’essere compiuto affinché una norma arrivi validamente in vita (= generare in noi un’imposizione, un divieto o un obbligo). Le leggi sono una delle fattispecie che la norma giuridica può prendere come norme. La legge è di per sé fonte di produzione, perché se c’è una legge, questa genera un’imposizione, divieto o obbligo, così come il decreto o il decreto legge. Fonti fatto e fonti atto Quando l’ordinamento riconosce direttamente al corpo sociale la capacità di produrre norme in via autonoma, senza che siano seguite procedure particolari, né che le norme stesse siano frutto di una ben individuabile ed espressa volontà, si parla di fonti fatto (es. consuetudine, qualcosa che si fa perché pensiamo sia giusto, ma non è scritto da nessuna parte). Le fonti fatto riguardano comportamenti tenuti nella convinzione che vi sia una obbligatorietà. “addormentato” la legge delle SOA. Nel 2016 è uscito il secondo Codice degli Appalti che ha annullato il primo  le SOA sono tornate in vigore. Ci sono tre modi per sopprimere una legge: 1. Abrogazione  addormenta la legge e da un dato momento – termine della vacatio legis – non vale più. L’abrogazione accade tutti i giorni 2. Annullamento  la legge viene cancellata come se non fosse mai esistita, perché non sarebbe mai dovuta esistere 3. Disapplicazione Codice penale  1934 Codice civile  1942 Costituzione  1948 Dal 1934 al 1948 è cambiato tutto, ma il codice penale e il codice civile sono uguali  lo sfasamento temporale ha portato a incongruenze, le quali vengono eliminate interpretandole. Es. Il regio decreto del 1933 ancora valido. Fonti costituzionali e fonti primarie Le norme di rango costituzionale: leggi di revisione costituzionale e «altre» leggi costituzionali, statuti delle regioni speciali. Le norme di rango primario: leggi ordinarie dello Stato, decreti legislativi e decreti-legge, regolamenti parlamentari, statuti delle regioni ordinarie, leggi regionali. Le fonti primarie sono un sistema chiuso: - Non sono configurabili atti fonte primari al di là di quelli espressamente previsti dalla Costituzione - Ciascun atto normativo non può disporre di una forza maggiore di quella che la Costituzione ad esso attribuisce - Agli atti fonte primari va riconosciuta la forza di legge (art. 77 e art. 134 Cost.) Le norme di rango secondario sono un sistema aperto che comprende quello che non entra nei primi due insiemi  se ne possono generare di nuove: - Nel rispetto dei limiti costituzionali esistenti (riserva di legge) - Non in contrasto con le norme di rango primario (principio di legalità) Costituzione Leggi di revisione Norme di rango costituzionale Norme di rango primario = fonti della produzione Leggi ordinarie, decreti legislativi, decreti-legge, regolamenti parlamentari, statuti delle regioni ordinarie, leggi regionali Norme di rango secondario Regolamenti comunali ecc. Le norme primarie hanno forza di legge: - Capacità di innovare al diritto oggettivo subordinatamente alla Costituzione intesa come fonte suprema, abrogando o modificando atti fonte equiparati o subordinati (profilo attivo)  la legge nuova, di pari grado o subordinata, modifica o abroga (= fa addormentare) la vecchia. - Capacità di resistere all’abrogazione o modifica da parte di atti fonte che non siano dotati della medesima forza, quindi di rango inferiore (profilo passivo)  Se una fonte sotto ordinata alle primarie, seppur successiva, vuole andare a modificare quella superiore, questa resiste all’abrogazione da parte di una fonte inferiore. Il sistema costituzionale delle fonti Costituzione (fonte sulle fonti = ci dice quali sono le fonti della produzione) ↓ Fonti primarie a carattere “chiuso” (hanno forza di legge e non possono essere contrarie alla Costituzione) ↓ Fonti secondarie a carattere “aperto” (seguono il principio di legalità  se ne possono generare sempre di nuove e devono rispettare la legge (= quella delle fonti primarie e quelle della Costituzione)) Le leggi sono soggette a interpretazione  essendo generali e astratte, non menzionano la singola persona e il singolo caso specifico. Due leggi potrebbero andare a interpretare lo stesso caso*. La problematica più reale è che spesso una legge dice qualcosa di diverso sullo stesso ipotetico caso rispetto a una norma prima. Es. *Un uomo fa una carezza al viso di una ragazza. La ragazza lo denuncia per molestie. Il giudice deve interpretare il significato. A parte questo caso, il giudice che si trova di fronte a un caso concreto potrebbe avere un duplice problema: 1. Vuoto normativo  non c’è una norma che sia giusta in quel caso (es. diffamazione a mezzo Facebook) e si applica per analogia 2. Antinomia  ci sono due o più leggi che sullo stesso caso potrebbero voler dire cose diverse (le due o più norme sono astrattamente applicabili al caso specifico). Per risolvere l’antinomia, sono stati dati dei criteri Come ordinare le fonti del diritto: i tre criteri delle antinomie normative Il giudice deve valutare i tre criteri contemporaneamente = li affronta una alla volta, ma non si ferma alla prima. 1. Criterio cronologico  la successione delle fonti nel tempo In caso di contrasto tra norme poste da fonti equiparate*, prevale e dev’essere applicata la norma posta successivamente nel tempo (lex posterior derogat priori).  a parità di fonte, prevale quella arrivata dopo. *Se c’è una fonte costituzionale del 1948 e una primaria del 2023 prevale quella del 1948. Se le fonti, invece, sono equiparate, esce quella dopo. Fonti equiparate = leggi dello stato. Arriva una legge dello Stato successiva e, da quando è entrata in vigore la nuova legge, la legge precedente è abrogata (la norma abrogata non è una norma invalida*). *N.B. L’abrogazione, presupponendo un contrasto tra norme entrambe valide, non elimina la norma precedente ma ne circoscrive il periodo di applicabilità (= la norma cessa di avere efficacia dal momento in cui l’altra è entrata in vigore, post vacatio legis). Es. Il giudice si accorge che il caso della carezza può avere due risvolti. Quindi ferma il processo e manda il caso alla Corte costituzionale a Roma che deve valutare se c’è un’antinomia. Una volta che il giudice vede che il criterio cronologico prevale, prende le due norme: - C’era una norma A - Una nuova norma B è in vigore dal 1° gennaio 2021 Se la carezza è stata fatta prima della norma B, si guarda la legge del precedente e viceversa. N.B. L’applicabilità retroattiva si valuta solo nel diritto penale. Da diritto civile, il giudice potrebbe decidere di applicare a prescindere la norma nuova anche se è stato fatto prima. Nel penale c’è il principio del favor rei. Es. Fare la carezza nel 2020 significare farsi 3 giorni di galera, mentre nel 2021 la pena è di 20 anni. Se il reato è stato commesso nel 2020, l’uomo ha 3 giorni. Al contrario, se nel 2020 fare la carezza portava a una pena di 20 anni, e poi nel 2021 di tre giorni, l’accusato sconta tre giorni di galera  perché la norma odierna è più favorevole. Perché? Perché gli occhi della società sono cambiati, c’è stata un’evoluzione (positiva/negativa). 2. Criterio gerarchico  la sovraordinazione o sottordinazione delle fonti In caso di contrasto tra norme poste da fonti non equiparate (= non sono sullo stesso piano), prevale e deve essere applicata la norma posta dalla fonte sovraordinata. Es. Se una legge sta sopra ed è stata fatta nel 1948 e quella sotto nel 2023, prevale quella sopra. Es. La Costituzione dice che tutti gli uomini sono uguali. Esce una legge statale secondo cui i castani sono più stupidi degli altri e devono pagare 10 euro in più di tasse ogni anno. Questa norma non può andare contro quella sopra perché è sottordinata, quindi viene annullata (= eliminata completamente dall’ordinamento come se non fosse mai esistita, perché non doveva esistere  ex tunc). 3. Criterio della competenza  l’ambito territoriale o materiale di operatività delle fonti In caso di contrasto tra norme poste da fonti ordinate dalla Costituzione secondo differente competenza, prevale e deve essere applicata la norma posta dalla fonte competente (= da chi ne aveva il potere di farlo, cioè lo Stato o la regione). La Costituzione è la nostra legge suprema  niente può andare contro la Costituzione. (Seconda parentesi) Noi esseri umani abbiamo la capacità giuridica e la capacità di intendere e di volere (= agire): - La capacità giuridica si acquista con la nascita, più precisamente noi siamo nati nel momento esatto in cui avviene il primo atto respiratorio in autonomia dalla madre - La capacità di intendere e di volere si acquista ai 18 anni (anche il feto nella pancia ha dei diritti, ma sono addormentati) È importante capire quando si acquista la capacità giuridica. Es. Una famiglia composta da mamma italiana e babbo spagnolo sono andati in Spagna quando la mamma era incinta. Avviene un incidente e muoiono tutti. Il bambino nasce, sta in vita 10 minuti e poi muore. La mamma era molto ricca, mentre il babbo era povero: - Se fosse successo in Italia  muore il bambino, quindi i genitori di lui e di lei dividono l’eredità - In Spagna la capacità giuridica si acquista se si è vivi 24 ore dopo l’espulsione. Il bambino è nato morto. Il padre muore dopo la madre, quindi la famiglia di lui eredita 2. Direttiva = atto che vincola lo stato membro cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi  ha portata generale, ma è obbligatoria solo per tutti gli stati. Questo perché la direttiva, a differenza del regolamento, dice solo qual è il risultato da raggiungere, lasciando ai singoli stati la libertà di come raggiungere quell’obiettivo. Es. La direttiva sui rifiuti disse che nel 2023 si doveva arrivare ad avere l’80% di differenziata. Ogni stato, con una propria legge chiamata legge di recepimento, spiega ai cittadini come lo stato vuole raggiungere l’obiettivo. 3. Decisione = atto obbligatorio in tutti i suoi elementi per i destinatari da esso designati.  la decisione colpisce le stesse possibili categorie del regolamento (può colpire persone fisiche, persone giuridiche e/o stati), MA a differenza del regolamento (che le colpisce tutte indistintamente), la decisione colpisce soggetti determinati. Es. Un regolamento europeo dice che nessuno può produrre più di tot quote latte al mese. Se Pino le supera  decisione (in questo caso sanzione)  multa a Pino. Questo può succedere anche con lo stato. N.B. La decisione non ha un’accezione meramente negativa (es. dare fondi per i terremoti). 4. Raccomandazioni e pareri = atti non vincolanti  non generano un’imposizione, un divieto o un obbligo  non succede niente (le puoi seguire come no). Es. Una persona ha comprato un terreno e chiede all’Unione europea come deve fare per impedire che il fiume affianco al terreno esondi. L’Unione europea gli dice di fare un muro di cinta alto 3m e spesso 1m. N.B. Le raccomandazioni e i pareri sono atti non vincolanti, MA, se seguiti, generano nel nostro comportamento l’effetto liceità (= agire nel lecito), che si traduce in tribunale nell’inversione dell’onere della prova (= è l’altro che deve provare che la persona non è nel lecito) nel caso in cui avvenisse un accadimento nefasto. Se non succede niente al fiume, il fatto che la persona abbia seguito il parere o che non l’abbia fatto non porta a nulla. MA se il fiume esonda e la persona ha seguito il parere dell’UE, la persona beneficia dell’effetto liceità. Es. Una persona si mette in tasca il telefono di un’altra persona, con dentro lo scontrino di acquisto del telefono. Il proprietario del telefono denuncia l’altra persona. Il giudice dice all’accusatore che deve provare il furto, MA il proprietario ha pagato in contanti, non ha più né lo scontrino né il telefono.  la persona sulla quale grava l’onere della prova parte svantaggiato in tribunale. La persona del fiume ha agito nel lecito  è l’Unione europea che deve provare il contrario e non la persona che segue il parere. Come entrano le fonti derivate nella nostra Costituzione? Perché dobbiamo seguirle? Articolo 11 della Costituzione  lo Stato limita la propria sovranità (= nelle proprie leggi) a fronte di trattati internazionali firmati  quello con la comunità europea è un trattato internazionale. Quindi, l’Italia non ha modificato la Costituzione. Alcuni stati (es. Germania) hanno fatto una modifica esplicita, altri, come l’Italia, hanno fatto una modifica implicita. Disapplicazione  se una norma europea è in contrasto con una norma italiana, allora in quel singolo caso concreto la norma italiana non funziona e, quindi, si disapplica. N.B. Disapplicazione non vuol dire che una norma si invalida o viene abrogata, perché al di fuori di quel caso specifico quella norma resta valida. Es. L’Italia dice che è vietata la vendita delle mele all’estero. L’Unione europea dice che è possibile vendere mele all’interno dell’Unione europea. Un contadino italiano può vendere le sue mele in Francia perché in questo singolo caso concreto la norma italiana si disapplica, MA non può venderle in Giappone perché in questo caso vale la norma italiana (= si disapplica solo in caso di contrasto con la norma europea). Le fonti comunitarie, in questo senso, disapplicano il diritto italiano in contrasto, fatti salvi I principi fondamentali del nostro ordinamento e I diritti inalienabili della persona umana. LO STATO Gli elementi costitutivi dello Stato sono 3: 1. Popolo = i cittadini, su cui si esercita la sovranità 2. Territorio = un’area geografica ben definita, su cui si diffonde la sovranità 3. Sovranità = un ordinamento politico (= un modo di governare, come la monarchia, la dittatura o la repubblica) e un ordinamento giuridico (= un insieme di norme), che sono l’insieme delle norme giuridiche che regolano la vita dei cittadini all’interno del territorio N.B. Questa cosa è ciclica  il popolo esercita la sovranità. I poteri dello Stato sono 3: 1. Legislativo  Parlamento 2. Esecutivo  Governo 3. Giudiziario  Magistratura L’ORGANIZZAZIONE E L’ESERCIZIO DEL POTERE POLITICO Le forme di governo riguardano il come si distribuisce il potere politico fra i vari organi dello Stato, vale a dire come vengono assunte da chi governa le decisioni politiche che concernono una determinata collettività statale. Ci sono diverse forme di governo: - Monarchia costituzionale (in precedenza monarchia assoluta) - Monarchia Orleanista (dualismo in cui il Governo risponde sia al Re che al Parlamento) - Repubblica Presidenziale - Repubblica Direttoriale - Repubblica Semi-presidenziale - Monarchia/Repubblica Parlamentare - Stati Uniti  governo presidenziale - Svizzera  governo direttoriale - Italia  governo parlamentare - Francia  governo semi-presidenziale Le forme di stato riguardano invece più a monte il modo in cui si atteggia il rapporto fra i cittadini ed il potere politico, vale a dire il rapporto fra governanti e governati, nonché i fini ultimi che si pone l’ordinamento. Con riferimento a quest’ultimo aspetto lo Stato può essere: assoluto, liberale, liberaldemocratico (stato sociale), fascista, socialista e confessionale (basato su una qualche religione) La sovranità popolare Art. 1 Cost. - L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione.  è il popolo che vota, elegge, delibera (i referendum) ecc. Secondo il principio democratico, il potere politico trae principalmente la propria legittimazione dal consenso del popolo, che è titolare della sovranità. (Parentesi sulla privacy) Privacy = quanto di più sbagliato ci sia nell’applicazione pratica. Se si tratta il dato per il fine per il quale ci è stato dato, non è violazione della privacy. In certi casi la privacy è sopita, ma è molto complicato gestirla. - XI Lavoro - XII Affari sociali - XIII Agricoltura - XIV Unione europea - XI Lavoro, previdenza sociale - XII Igiene e sanità - XIII Territorio, ambiente - XIV Unione europea Le funzioni del Parlamento - Funzione legislativa = funzione principale - Funzione di indirizzo - Funzione di controllo e informazione - Altre funzioni (giurisdizionali e amministrative) Come si fa una legge ordinaria dello Stato  il procedimento legislativo ordinario: l’iniziativa (fonte sulla produzione di una fonte di produzione) L’iniziativa di legge può essere presentata da 5 soggetti: 1. Il governo 2. Ciascun parlamentare 3. I consigli regionali 4. Il CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro)  non serve a niente 5. 50 mila elettori Uno di questi soggetti presenta un disegno o un progetto di legge al Presidente della Camera o al o del Senato (decidono loro). Egli lo assegna alla Commissione parlamentare competente della materia, e dice in quale dei modi deve lavorare. Es. Scegliamo di presentare un progetto di legge alla Camera dei deputati. Il Presidente della Camera dei deputati lo assegna a una commissione  quella competente per materia (una delle 14). Se non è già imposto dalla legge a priori (= se il Presidente deve assegnare una legge sul bilancio), la legge dice già che la deve assegnare in sede referente. Se la legge non lo dice, il Presidente sceglie in che sede devono lavorare. La commissione può operare in tre modi diversi: 1. Sede referente  la Commissione fa un lavoro minimale (lavoro di stesura del testo) e lo porta subito in assemblea, in cui avviene: - Discussione generale sul disegno di legge  opportunità o meno di fare questa legge - Esame articolo per articolo e votazione degli emendamenti  si propone una modifica (es. i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge ≠ di fronte alla legge i cittadini sono tutti uguali) e si votano i singoli articoli - Dichiarazioni di voto  una volta che il testo è stato confezionato, ogni partito fa la dichiarazione di voto - Votazione finale in aula Sede referente = il procedimento più lungo, perché viene fatto tutto all’interno dell’assemblea. 2. Sede redigente  il lavoro viene svolto un po’ in Commissione (discussione generale, esame articolo per articolo e votazione degli emendamenti) e un po’ in Assemblea (dichiarazioni di voto di ogni partito e votazione finale) 3. Sede legislativa  tutti i passaggi che vediamo in sede referenti vengono fatti all’interno della commissione (il testo non arriva neanche in aula): - È quella più veloce perché ci sono meno teste - È quella più pericolosa perché abbiamo una legge applicata a tutti gli italiani che è fatta da 10 persone Indipendentemente dal procedimento seguito, parte la navetta. Il testo di legge dev’essere approvato anche dall’altra Camera: - Viene portato al Presidente dell’altra Camera - L’altra Camera a sua volta lo assegna a una commissione (quella competente per materia) e dice come lavorare (in quale sede), a meno che non sia già imposto dalla legge a priori - Se l’altra Camera approva il testo nello stesso identico testo, si passa allo step successivo (anche una virgola fa riprendere tutto da capo, fino a quando i due testi non sono identici) N.B. Andare a modificare qualcosa può dare interpretazioni diverse  è importante che i due testi siano identici. Il Presidente della Repubblica può: - Promulgare il testo e poi pubblicarlo in Gazzetta ufficiale (per dare a noi conoscibilità). C’è l’apposizione del “visto” del Guardasigilli al Ministero degli interni  si porta la legge davanti al Presidente della Repubblica, che deve promulgarla - Può non promulgare la legge per una serie di motivi che indica  rimanda indietro la legge alle due Camere, che rivotano. Se le Camere rivotano nello stesso identico testo, il Presidente della Repubblica questa volta è obbligato a promulgarla (a meno che non sia anticostituzionale) La votazione finale può essere: - A scrutinio palese (tradizionale)  votazione elettronica/alzata di mano/appello nominale - A scrutinio segreto  in modo che ognuno sia libero di andare aldilà di eventuali condizionamenti di partito Le maggioranze possibili sono 3: - Maggioranza relativa = maggioranza dei presenti - Maggioranza assoluta = maggioranza degli aventi diritto al voto (in aula non ci sono sempre tutti) - Maggioranza qualificata (una maggioranza più alta rispetto alla maggioranza assoluta) = maggioranza dei due terzi degli aventi diritto Es. Dovevamo essere 100m ma siamo 60. Maggioranza relativa  60 : 2 + 1 = 31 Es. Dovevamo essere 100m ma siamo 60. Maggioranza assoluta  100 : 2 + 1 = 51 Es. Dovevamo essere 100, ma siamo 60. Maggioranza qualificata  100 : 3 x 2 + 1 = 67 Nella stragrande maggioranza dei casi, si vota a maggioranza relativa. In particolar modo le leggi si votano sempre a maggioranza relativa. N.B. Quorum funzionale = numero minimo di presenti senza i quali la seduta non è valida. Ogni Camera stabilisce qual è il suo quorum. L’iter legislativo costituzionale (≠ ordinario) = l’iter per generare una legge in grado di andare a modificare la nostra Costituzione. Il procedimento dell’iter legislativo costituzionale si chiama rafforzato = complicato da ulteriori paletti, perché per modificare la Costituzione, bisogna essere sicuri di fare la cosa giusta. L’iter legislativo costituzionale ha dei punti in comune con l’ordinario, ma ad un certo punto si differenzia. L’iniziativa spetta ai cinque soggetti, uno di questi cinque presenta il disegno o la proposta di legge alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica, precisamente al Presidente. Il secondo step è quello nel quale il Presidente della Camera o del Senato al quale è stato presentato l’iter legislativo lo assegna alla Commissione, decidendo quando ne ha il potere e come deve operare. La Camera la approva  navetta  si trasmette all’altra Camera. Dopo che entrambe le Camere hanno approvato a maggioranza relativa lo stesso identico testo, si lasciano trascorrere tre mesi. Poi le due Camere devono rivotare la legge nello stesso identico testo. Possono accadere 3 possibilità: 1. Entrambe le Camere rivotano lo stesso identico testo a maggioranza qualificata / dei 2/3. Segue la promulgazione da parte del Presidente, la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il trascorrimento della vacatio legis e l’entrata in vigore. Per votare la legge a maggioranza dei due terzi, a lato pratico occorre che buona parte dell’opposizione sia d’accordo  questo significa che la legge è giusta perché è condivisa anche da chi è politicamente opposto. 2. Alla seconda votazione NON si raggiunge la maggioranza qualificata in entrambe le Camere, ma almeno la maggioranza assoluta in entrambe le Camere. La legge è pubblicata in Gazzetta ufficiale NON a scopo di vacatio legis, ma a scopo conoscitivo per altri 3 mesi nel quale si può proporre un referendum confermativo (≠ referendum abrogativo). Se, dopo tre mesi, c’è stato il referendum e ha vinto il SÌ (= i cittadini vogliono che la legge venga promulgata) o nei tre mesi nessuno ha chiesto il referendum, la legge viene promulgata e pubblicata in Gazzetta ufficiale al termine della vacatio legis. Se invece i cittadini votano NO, la legge non entra in vigore. 3. Se si raggiunge solo la maggioranza relativa, allora la legge “muore”. e) Le fonti secondarie  perché ci sono altri strumenti per farlo f) Le fonti regionali  perché ci sono altri strumenti per farlo Il procedimento e i “limiti” rispetto all’iter della legge ordinaria: - Richiesta da parte di 500.000 elettori (vs 50.000 elettori per fare una legge) o almeno 5 consigli regionali (vs 1 consiglio per fare una legge) - Le richieste devono essere depositate dal 1° gennaio al 30 settembre di ciascun anno, ma NON nell'anno precedente alla scadenza ordinaria della legislatura e nei 6 mesi successivi alla convocazione dei Comizi elettorali - Successivamente, c’è il controllo dell’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione, sulla conformità della richiesta  sul fatto che le firme siano tutte vere - Poi, avviene un ulteriore controllo della Corte costituzionale sull’ammissibilità dei referendum  il referendum rientra in una delle leggi dei limiti (espliciti e impliciti)? Se rientra, la Corte costituzionale non lo fa passare - Il Presidente della Repubblica, su proposta dei Governo, fissa il giorno della votazione tra il 15 aprile e il 15 giugno. - Ha il quorum = 50% + 1 dei votanti Es. Se gli aventi diritto al voto in Italia sono 40.000 e vanno a votare 20.000 e 1 persona e 10.000 votano contro e 10.000 e 1 votano a favore il referendum passa. Se invece vanno a votare 20.000 persone e tutte votano a favore, il referendum non passa perché non si è raggiunto il quorum.  quando c’è un referendum abrogativo, è giusto andare a votare. (Parentesi) Il referendum consultivo NON è obbligatorio = non vincola di nome il proponente (ci sta semplicemente chiedendo come la pensiamo). IL GOVERNO E IL POTERE ESECUTIVO Il governo ha la funzione esecutiva  consiste nel porre in essere attività concrete ed effettive in attuazione di scelte più generali e di indirizzo + vuole dire anche amministrazione = tradurre continuativamente in decisioni puntuali e aventi ben individuati destinatari le scelte del legislatore:  Governo come potere esecutivo  Governo come vertice dell’amministrazione Come è composto il governo Secondo l'art. 92, comma 1, Cost.: "Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri.” Il governo è un organo complesso (formato da più organi), composto da un organo collegiale: - Consiglio dei ministri, organo collegiale costituito dal Presidente del Consiglio, che lo presiede, e dai ministri e da più organi individuali: - Presidente del Consiglio dei ministri (presidenza del consiglio) - Ministri (vertice delle amministrazioni: rispondono per i ministeri) e Ministri senza portafoglio (delega di funzioni del presidente del consiglio) Il governo può agire sia collegialmente come governo (es. decreto legislativo o decreto legge) o individualmente (es. decreto del presidente della Repubblica, come obbligatorietà della mascherina + in teoria non si può autocertificare lo stato di salute, ma l’autocertificazione lo fa). Ci sono anche altri organi (es. vicepresidente o vicepresidenti del Consiglio dei ministri, sottosegretari di stato, viceministri, consiglio di gabinetto e comitati di ministri…). Cosa fa il Presidente del consiglio?  Dirige la politica generale del governo  Mantiene l’unità dell’indirizzo politico e amministrativo, promuove e coordina l’attività dei ministri: - Indirizza ai ministri direttive politiche e amministrative - Può sospendere l’adozione di atti da parte dei ministri e sottoporli al consiglio - Concorda le dichiarazioni pubbliche che eccedono la responsabilità dei ministri  Pone la questione di fiducia  Presenta alle Camere i disegni di legge di iniziativa governativa, sottopone al presidente della Repubblica gli atti aventi forza di legge e i regolamenti governativi  Solleva la questione di costituzionalità delle leggi regionali e conflitto di attribuzione contro un altro potere dello Stato o una regione L’art. 95 afferma che: - Il Presidente del consiglio è il responsabile della politica generale del Governo - I Ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri e individualmente degli atti dei loro dicasteri Formazione del governo Art. 92  «Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri». 1. Il Presidente della Repubblica svolge le consultazioni tra i partiti per individuare la personalità politica che ricoprirebbe meglio il ruolo di presidente della Repubblica 2. Al termine delle consultazioni il Presidente della Repubblica conferisce l’incarico che viene accettato con riserva fino al momento del giuramento e procede con consultazioni informali volte a definire il programma politico e la composizione della lista dei ministri 3. Segue il giuramento del Governo e la firma dei decreti di nomina 4. Vengono nominati i sottosegretari di stato 5. Entro 10 giorni, il Governo si presenta davanti alle Camere per la mozione di fiducia motivata (votata per appello nominale a maggioranza semplice dei presenti) e presentando il proprio programma Es. Ci sono le elezioni. Il partito dei gialli ottiene il 30%, il partito dei ciclamini il 30%, il partito dei blu ottiene il 20%, il partito dei bianchi il 20%. Nessuno ha ottenuto la maggioranza, è necessario il 51%: o si mettono insieme i due partiti che hanno preso il 30% o si mette insieme un partito dei 30% con due che hanno preso 20%. Quando ci sono le elezioni, il presidente della Repubblica fa il giro di consultazione: chiama il leader di ognuno di questi quattro partiti e dice: “hai la possibilità di formare la maggioranza con qualcuno?” Dà il preincarico (vuole vedere che effettivamente se ci sono i numeri). Ci sono 400 deputati alla Camera dei deputati e 200 + senatori a vita (ogni presidente della repubblica può nominare 5 senatori a vita; il presidente della repubblica uscente nomina 5 senatori a vita e poi esce  diventa anche lui senatore a vita. Il nuovo presidente della repubblica nomina altri 5 senatori a vita = ci sono 211 senatori). Il leader del partito della maggioranza deve avere da una parte almeno 201 voti e dall’altra 106 (maggioranza assoluta). Il presidente della repubblica dà l’incarico di trovare una maggioranza a quello che lo convince di più. Es. lo convince maggiormente il partito dei gialli che ha il 30%  quel partito convince l’altro del 30% e a quel punto il presidente della Repubblica nomina il capo dei gialli presidente del Consiglio dei ministri. Lui propone al presidente della repubblica i futuri ministri (divisi fra i partiti). Ovviamente tra i due partiti si decide la linea da tenere, molto spesso basata su una via di mezzo tra i due programmi. Lo stesso vale per la divisione dei ministeri. Se io appena nominato presidente del consiglio, in qualità di rappresentante del partito dei gialli, avessi mentito? Dicendo ad esempio di avere i numeri per governare. Giuramento = momento nel quale il Governo entra in carica Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica. Entro 10 giorni dalla nomina il Governo neonominato si presente alle due Camere per ottenere la fiducia  il presidente della Repubblica vuole verificare che i numeri ci siano davvero. Il governo dei gialli e dei ciclamini vanno alla Camera dei deputati. Il Governo presentandosi in Parlamento espone il proprio programma, nel quale vengono indicati gli obiettivi che esso intende realizzare. La fiducia che le Camere accordano al Governo si fonda sulla condivisione del programma di governo che diviene, per tale via, indirizzo politico dello Stato al quale dovrà attenersi l'azione politica dei Governo e della relativa maggioranza parlamentare. Il governo chiede ad ognuno per nome e cognome se si appoggia o no quel governo. Se quel governo ha la maggioranza, si fa lo stesso procedimento al senato, se si ha la maggioranza, passa. 1. Mozione di fiducia = mozione motivata (bisogna dire nome e cognome e perché si appoggia il governo), votata per appello nominale (uno per uno), a maggioranza semplice (relativa).  il governo si presenta davanti alle due camere e parte la votazione; quindi, si chiamano tutti i parlamentari che votano e si fa la conta effettiva di quanti appoggiano il governo. Come il governo cessa dalle funzioni?  Crisi parlamentari: mozione di sfiducia (o voto contrario a una questione di fiducia)  Crisi extraparlamentari: dimissioni del Presidente del Consiglio Il governo non ha l’obbligo giuridico di dimettersi se viene battuto da un semplice voto contrario. - Morte - Dimissioni - Decadenza dalla carica, in seguito a condanna o a perdita della cittadinanza Il potere giudiziario La Corte costituzionale è un organo di garanzia circa il rispetto della Costituzione e delle norme di rango costituzionale: - Giudica sulle controversie delle leggi e degli atti aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni - Giudica sui conflitti di attribuzione fra i poteri dello Stato, fra lo Stato e le Regioni e fra le Regioni - Giudica sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica - Giudica sull’ammissibilità del referendum abrogativo I giudici sono nominati o eletti: - Fra i magistrati delle giurisdizioni superiori - Fra i professori ordinari di università in materie giuridiche - Fra gli avvocati con almeno 20 anni di esercizio professionale La composizione ordinaria della Corte viene integrata nei giudizi di accusa verso il Presidente della Repubblica con l’aggiunta di altri 16 membri. Il Ministro della giustizia Cosa fa il ministro sulla magistratura? Art. 107.2 Cost.  Il ministro della giustizia ha facoltà di promuovere l’azione disciplinare.  facoltà di promuovere (NON esercitare) l’azione disciplinare = ha facoltà, se ritiene che il magistrato abbia sbagliato, di segnalare all’organo di autogoverno del magistrato che secondo lui es. un magistrato ha sbagliato in quella causa e dev’essere punito. MA sta a loro controllare se ha sbagliato, se dev’essere punito e per quanto Art. 110 Cost.  Ferme le competenze del Consiglio superiore della magistratura, spettano al ministro della giustizia l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia.  dà il servizio a noi cittadini = dice dove devono essere i tribunali e che orari devono fare (NON come funziona la giustizia, perché dev’essere terzo e imparziale) Il principio alla base di un equo processo è che il giudice dev’essere terzo e imparziale e, perché lo sia davvero, deve essere slegato dagli altri due poteri  gli altri due poteri (legislativo ed esecutivo) sono un frutto dell’orientamento politico di noi italiani in quel determinato momento storico). Però, se dev’essere accusato qualcuno di quelli al potere, la magistratura dev’essere, rispetto a quel partito, imparziale. Abbiamo la magistratura che dev’essere terza e imparziale e abbiamo un ministro della giustizia che, però, è espressione di chi governa in quel momento  è un politico. La composizione del Consiglio superiore della magistratura (27 membri)  3 componenti di diritto (= sempre quelli in automatico): 1. Il Presidente della Repubblica (che presiede il Csm) 2. Il primo Presidente della Corte di cassazione 3. Il procuratore generale della Corte di cassazione  16 componenti eletti da tutti i magistrati ordinari (= giudici che, al loro interno, votano 16 di loro)  membri togati  8 componenti eletti dal Parlamento in seduta comune  membri laici, non giudici, come i professori ordinari in materie giuridiche e avvocati dopo quindici anni di esercizio I componenti elettivi durano in carica 4 anni e non sono immediatamente rieleggibili. Il vicepresidente del Csm (eletto fra gli 8) esercita tutte le funzioni che il Presidente della Repubblica gli delega  solitamente il Presidente della Repubblica partecipa solo alla prima riunione dell’anno. Il Csm opera attraverso Commissioni, fra cui la Commissione per il conferimento degli incarichi direttivi e la sezione disciplinare. Al Csm è affidata ex art. 105 Cost.: - La gestione delle carriere (= chi dev’essere promosso) e dello stato giuridico dei magistrati - Assunzioni in magistratura (= i concorsi) - Assegnazioni di sedi e funzioni - Trasferimenti e promozioni - Conferimento degli uffici direttivi (di concerto con il ministro della giustizia) - Sanzioni disciplinari Il Csm dà pareri al ministro, sui disegni di legge concernenti l’ordinamento giudiziario, l’amministrazione della giustizia e su ogni altro oggetto comunque attinente alle predette materie.  Contro i provvedimenti disciplinari del Csm è ammesso il ricorso in cassazione  Tutti gli altri provvedimenti del Csm possono essere impugnati davanti al giudice amministrativo (TAR = tribunale amministrativo regionale) Ci sono altri organi ausiliari nello stato italiano: - Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) - Consiglio di Stato = organo di secondo grado del TAR - Corte dei Conti = vigila sull’operato contabile dei dipendenti pubblici (tiene il conto di come sono stati spesi i soldi pubblici) - Avvocatura dello Stato = avvocati che difendono lo Stato quando si trova in causa contro qualcuno
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