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STRUTTURALISMO LINGUISTICO, SAUSSURE, Humboldt, Hjelmslev, Coseriu, Appunti di Filosofia del Linguaggio

* Appunti chiari, completi, dettagliati, schematici ed efficaci * Utilizzo di colori e suddivisione in paragrafi. * Estrema cura del linguaggio tecnico. * Utilizzati per la preparazione di SEMANTICA I (10593164; docente F. Diodato) superato con 30/30 File suddiviso principalmente in: 1)Introduzione a Saussure (mediante Humboldt) 2) Approfondimento completo della teoria saussuriana 3) Approfondimento completo degli strutturalismi e degli autori post-saussuriani (enfasi su Hjelmslev e Coseriu)

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 16/07/2021

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Scarica STRUTTURALISMO LINGUISTICO, SAUSSURE, Humboldt, Hjelmslev, Coseriu e più Appunti in PDF di Filosofia del Linguaggio solo su Docsity! «I.2 1800: il contesto d'emergenza di Humboldt Il contesto d'emergenza di Humboldt va caratterizzandosi attraverso peculiarità basate sulla precedente tradizione ottocentesca. la metafora vitalistica: la lingua come organismo vivente —Tra l'800 e il ‘900 sulla base della precedente tradizione si consolida un'idea di lingua come organismo vivente vero e proprio. Così facendo: 1. la linguistica si configura come una scienza naturale la cui struttura globale è più importante delle singole parti. 2. si rafforza la discriminazione razzista: le lingue, come gli organismi viventi non sono . Una lingua migliore sarà assegnata commisuratamente ai meriti delle razze. 3. si sviluppa la scienza fonetica (anche sulla base della scoperta delle leggi fonetiche) da qui si sviluppa l'idea che il mutamento linguistico è da vedersi all'interno di un sistema. 4. decade l’idea della lingua primigenia così come si configurava nel medioevo linguistica e scienze della natura —Si consolida l'applicazione del metodo biologico: 1. le linguistiche sono scienze naturali 2. le lingue sono dotate di vita propria come organismi viventi she MESI per la propria sopravvivenza: i è completamente alla della lingua stessa, indipendente dal parlante totale esclusione di un'idea di lingua come e Sostenuta da: o Haeckel = estende il darwinismo tedesco alla considerazione di come e lingue si evolvono a partire da un ) per variazione e . (i o Schleicher (1863) = intende alla lettera la metafora dell'organismo, estendendola anch'egli in un'ottica : le lingue, così come per gli organismi viventi, hanno lottato per la . Ad uscire saranno le e Ostacolata dai neogrammatici (Hermann Osthoff, Karl Brugmann...) = riportano in auge l'importanza del rapporto fra lingua e parlanti, assente nel metodo biologico le metacritiche: il nuovo ruolo del linguaggio —In questo snodo ‘800-900 sono pubblicate una serie di metacritiche a partire dal dibattito post-kantiano'5: amichevolmente o meno si criticava il silenzio sul linguaggio di Kant, non integrato all'interno delle critiche e nella sua «Da ciò iniziano a maturare alcune idee dal 1 1. Un'idea di teoria della mente in cui la mediazione del linguaggio sia considerata per di un pensiero Contrariamente al platonico della tradizione precedente: i pensieri sono infestati dal linguaggio. 2. Un'idea di un'unica capacità di linguaggio propria a tutti che si declina in diverse lingue. Quest'idea di fondo nega determinismo linguistico e svolte razziali è uno e si declina in tante lingue, anche il così come il uno e si declina in !*Il dibattito è ancora oggi molto acceso: vi sono studiosi che sostengono che Kant si sia espresso sul linguaggio Humboldt Sulla base del contesto d'emergenza precedentemente analizzato, emerge il pensiero di Wilhelm von Humboldt (1767-1853), collocato in una Humboldt-Saussure-Strutturalismi linguistici |Tra i due non c'è un rapporto diretto ma è chiaro che Saussure abbia assimilato le idee di Humboldt studiando in un contesto tedesco —È una figura controversa: famiglia ricca e personalità poliedrica (linguista, politico, diplomatico, filosofo. e; viaggiatore, conoscitore di lingue) con la passione spiccata per il mistero del linguaggio (così come lo definirà Saussure). «De Mauro lo colloca nella linea di accusatori del silenzio di Kant e nello schema anti-aristotelico: Bacon, Locke, Hobbes, Hume, Condillac, Leibniz, Vico. JRiconoscono il ruolo cognitivo del linguaggio ed il nesso lingua-popolo-nazione dalla tradizione aristotelica che configura il linguaggio come un 1. Opere di Kant 2. Intrattiene stretti rapporti con Goethe e Schiller. 3. Ricca conoscenza linguistica grazie ai numerosi viaggi e allo studio dei materiali grammaticali dei gesuiti. * 1795, Piano di un’antropologia comparata * 1820, Sullo studio linguistico comparato in rapporto alle diverse epoche dello sviluppo del linguaggio * 1836, Sulla diversità della struttura linguistica umana e il suo influsso sullo sviluppo spirituale delgenere umano. «1.3 la teoria di Humboldt —Cerchiamo di analizzare il pensiero di Humboldt cercando di attenzionare un'adeguata terminologia tecnica: utilizzando all’interno delle opere filosofico-linguistiche tutto risulta più ostico. nozione di linguaggio come Sprachorganimus e organo formativo del pensiero 1. Unistinto intellettuale insito nella natura umana: o Daun lato caratterizza l'essere in quanto tale !5 o Dall'altro non esisterebbe se la non fosse in qualche modo 17 | Per formarsi ed essere utilizzato comporta necessariamente la conoscenza di una lingua storico-naturale intera (conoscenza di una quantità minima di segni definita principio formativo) 2. Un organismo (Sprachorganimus): dotato di organizzazione organica/sistemica: è intrinsecamente storico. JQuest'aspetto è definitivamente chiarito da Cassier nel 1945: o Humboldt ha rinnegato della metafora della lingua come organismo dei suoi | o Considera il non una cosa materiale ma un'attività umana analizzabile non dalla fisica e dalla biologia ma nell’ambito delle scienze umane d'origine della lingua si è generato un rapporto originario tra popolo e lingua d'appartenenza 2 Ecco perché anche nelle lingue molto vicine geograficamente e culturalmente abbiamo dei termini molto diversi (ad esempio i nomi dei colori). ® ripresa da Leibniz, Lucrezio ed Epicuro Humboldt ed il relativismo linguistico Humboldt si può definire come un relativista? Spesso Humboldt è: e associato al determinismo linguistico = la la realtà in e inquantosiha una visione riduttiva e incorretta del relativismo humboldtiano = la lingua ha effettivamente la capacità di “plasmare” la realtà all'interno di una certa visione ma fissa quale visione l'essere umano debba adottare. Possiamo muoverci tra le varie lingue, come fossero dei cerchi dai quali possiamo sfilarci e riinfilarci liberamente. il modo in cui percepiamo —Quella di Humboldt è definita volgarmente una prospettiva relativista debole. —Il relativismo forte in realtà importanza alla lingua piuttosto che al Chomsky ed il cognitivismo di prima generazione hanno puntare il e avvalorare le proprie tesi. al 100%, bensì è stata data più per Versione debole (Humboldt, Sapir. linguaggio, come caratteristica specie-specifica, influenza la cognizione (vomo come animale linguistico), La lingua, in quanto Versione forte (Neo-humboldtiani, Ipotesi Sapir-Whol la struttura di ciascuna lingua è incommensurabile rispe alle altre. La grammatica, a ogni livello, e la semantica di strumento grazie al quale la facoltà si realizza, influenza la visione del mondo ma non la determina, dato'il ricorso della lingua stessa allo sfruttamento di tutte le risorse cognitive rese possibili dalle capacità simboliche della specie. ciascuna lingua nascondono delle strutture latenti che determinano una specifica visione del mondo che i parlanti acquisiscono inconsapevolmente. Il parlante è prigioniero della lingua, dalla quale non può emanciparsi mai del tutto. la reinterpretazione del nesso romantico lingua-popolo-nazione —Humboldt sottolinea spesso la storicità della lingua: essa caratterizza la vita di un popolo e costituisce l'elemento di continuità delle generazioni. |Così facendo reinterpreta il nesso romantico fra lingua-popolo-nazione: © la altre pretesto per innalzare la propria nazione sulle e Humboldt è guidato da una nostalgia romantica per il passato, scatenata nell’udire la lingua che ci accomuna con esso. «Se il linguaggio, per il suo originarsi dal profondo dell'essenza umana, non fosse veramente e specificamente collegato anche alla discendenza fisica, come potrebbe la lingua natia possedere per il colto come per l’incolto tanto più vigore e intimità di una lingua straniera, sì da suonare all'orecchio, dopo una lunga assenza, come una sorta di improvviso incanto, suscitando nostalgia in chi è lontano?» L’interpretazione errata di Chomsky —La teoria di Humboldt è stata spesso ridiscussa a seguito dell’interpretazione sufficientemente fraintesa da parte di Chomsky in Chomsky classifica Humboldt tra gli studiosi del linguaggio cartesiai tentavano di determinare la Chomsky fraintende: 1. Nozione di forma della lingua o InH.=lontana da un'ottica universalistica (sempre in termini di rapporto tra nazioni, lingua e popoli) In C. = legata alla grammatica universale (unica, che giace dietro ogni lingua, i cui principi sono biologicamente determinata 2. Concetto di creatività linguistica o InH.=le lingue fanno uso infinito di mezzi finiti a qualsiasi livello rispetto alla sintassi © InC.=le lingue sono creative solo che attraverso un o —Le differenze tra i due sono evidenti: e Chomsky =lingua come un fatto mentale, genetico e biologico schiacciando le scienze del linguaggio sulle scienze naturali. e Humboldt = lingue come un fatto storico antropologico non riducibile alle scienze naturali, anzi, analizzabile esclusivamente dalle scienze umane *I.5 Bréal e la linguistica pre-saussuriana Prima di trattare Saussure diamo un'ultima occhiata alla “linguistica pre-saussuriana” attraverso lo studio di Bréal, filosofo francese che collaborerà con Saussure, al quale darà in eredità una serie di corsi. —Pur essendo ancora legato alla linguistica del suo tempo”, porta numerose novità: 1. Coniail termine semantica in Essai de sémantique (1897). «L'interesse per lo studio del significato era già presente in precedenza come : studio di natura storico-antropologico-etimologica della singola parola. JDi qui in poi: o la a inizia ad essere sistematicamente catalogata come branca della linguistica o il significato è studiato anche in relazione all'uso e il funzionamento delle lingue nell'esperienza contingente umana. 2. Distanza dal modello biologico (lingua come organismo vivente, autonomo rispetto ai La lingua è un prodotto cognitivo e sociale: l'esistenza della lingua è concreta, immersa nell'esperienza dei parlanti. Saussure maturerà questa concezione elaborando gli atti di parole. 3. Come Humboldt e non si originano in si rifiuta di rintracciare l'origine del linguaggio: le lingue magari regolati da teologica) ma sono una è la f ; ; ; jgnifi 1. Studi orientali e fascino verso l’indoeuropeo 2. Seguace della linguistica comparativa tedesca. {Apre il dibattito sul comparativo linguistico in Francia tramite la traduzione e l’aggiomnamento della Grammatica di Bopp da cui prende le distanze allontanandosi dal modello biologico fondare la scienza del significato —Per ER Bréal critica il modello di riferimento della linguistica della sua epoca: anziché sul sistema fonologico (detto “forma "), bisogna: 1. Studiare il linguaggio per il suo reale funzionamento = coniugando la “ esterna” con una “ ”: la signification (la langue di Saussure) L connesso alla “forma esterna" attraverso un meccanismo di Determinare delle leggi intellettuali della facoltà di linguaggio sulla scia delle leggi (o leggi di Grimm): analizzando l'evoluzione dei suoni nelle varie lingue è possibile notare cambiamenti sistematici 4. “La criticità sta nella diversità tra le due. Le leggi intellettuali: o Nonhannoil rigore delle leggi fonetiche = individuano una tendenza non-sistematica, non sempre presente. |Basti pensare come i sinonimi non spariscano necessariamente, nelle lingue ne sono presenti molti seppur non sono “sinonimi totali”5 o Sonoleggi cognitive: sono legate al linguaggio, non alle singole lingue. Per questo Bréal è considerato uno dei precursori delle semantiche cognitive: disinteressate dagli elementi sociali, culturali, storici e antropologici; focalizzate sul linguaggio come elemento cognitivo «Nonostante ciò quella di Bréal è una semantica diacronica, in quanto la connessione con le lingue storico-naturali è comunque molto forte. % Esempio: la legge di suddivisione secondo cui i sinonimi tenderebbero a differenziare il loro significato nel corso del tempo, occupando aree semantiche più piccole e differenziandosi tra loro, in quanto sono un impiccio per i parlanti. Ad esempio possiamo individuare nella lingua inglese come l’area semantica della carne e dell’animale si siano differenziate attraverso i termini deefe com * Sinonimia non-totale: la relazione semantica di sinonimia è relativa ai contesti d'uso: i termini “faccia”, “volto”, “viso” sono sinonimi ma si utilizzano in contesti diversi. «1.6 introduzione a Ferdinand De Saussure (1857-1913*) Comprendiamo l’importanza di Saussure nel panorama degli strutturalismi linguistici ma anche dell’intera linguistica. —E un linguista, un glottologo, un filosofo del linguaggio? Si dedica a così tanti interrogativi sul linguaggio da risultare riduttivo per ognuna di queste etichette. Come suggerisce De Mauro, possiamo affermare che in un'ottica odierna in cui linguistica e , Saussure incarna una linguistica teorica: Linguistica = si interroga sui 2. Filosofia del linguaggio = si pone la affronta il problema delle metodologie adottabili per che cos'è il linguaggio? e —Saussure ha di fatto sistematizzato l’area di studio delle scienze del linguaggio odierno, fondando la linguistica generale moderna e la semiologia, ma viene spesso maltrattato, frainteso e bistrattato °°: e Dopola sua pubblicazione del Corso di Linguistica generale si è infatti diffusa la cosiddetta vulgata saussuriana: una riduzione in ancora diffuse soprattutto in America: o il primato della langue sulla parole o il primato della linguistica sincronica sulla diacronica o il parlante escluso dall'analisi linguistica o il disinteresse verso il significante o verso la teoria sintattica o la scrittura della scrittura non se ne sono occupati neanche Frege e Wittgenstein ma loro non hanno ricevuto nessuna di queste accuse. o il suo essere un convenzionalista *La somma di impronte depositate in ciascun cervello della massa parlante Jil soggetto della langue è un soggetto collettivo 1+1+1+]....=1 2. Parole = prodotto individuale, un insieme di convenzioni acquisite o una totalità e un Ciò che è individuale, accessorio/accidentale: o Combinazioni individuali dipendenti dalla volontà del parlante o Atti di fonazione egualmente volontari necessari per l'esecuzione di tali combinazioni 14 D+ D+ [+ —Per comprendere meglio tale rapporto Saussure propone l’esempio del treno Ginevra-Parigi delle 20.45: e Cosìcome identifichiamo il treno che dobbiamo prendere in base a caratteristiche formali (il numero, l'orario...) e non materiali (quante carrozze ha, di che colore è, chi è il conducente...) e Analogamente l'entità linguistica si caratterizza non per caratteristiche materiali (=tutti pronunciamo un segno allo stesso modo) in base alla condivisione intersoggettiva del sistema della /angue, che fornisce dei parametri per Ad esempio ci comprende di distinguere le varie di uno —La distinzione /angue e posi permette di comprendere: 1. Lo studio delle : pur non utilizzandole negli atti di parole è studiarle, così come all'epoca di Saussure avveniva per l'indoeuropeo. 2. rispetto al frutto di un della che crea la lingua Esempio: tentativo di includere “ ” =è la massa che decide se includere la parola e quale significato coniugare al significante del segno stesso). = cambiare una lingua è il 3E' importante ricordare che le odierne definizioni riconducibili a Saussure sono frutto di un attento studio: Saussure aggiungeva anno dopo anno nuovi elementi alla sua teoria: ® gliallievi che hanno trascritto i suoi corsi ginevrini hanno spesso confuso l'ordine cronologico e gli aggiornamenti terminologici ® Inizialmente, infatti, definì la /aigue come la parte sociale del linguaggio, anche nel senso che l'individuo la potesse modificare. |Tale definizione di primo acchito sembrerebbe efficace ma è incompleta: ad esempio non include una teoria della sintattica. @ Solo ad oggi sappiamo che la frase è inclusa nella langue nelle sue forme invarianti (si pensi alle interrogative in inglese) che si declinano in una serie di frasi interrogative particolari sul piano della parole. l'oggetto della linguistica: la /angue come sistema —Saussure matura l'idea che la /angue sia un sistema: e cercandodi ricostruire il sistema vocalico indoeuropeo (in particolare il greco) nota che era privo di senso analizzare singolarmente i suoni in quanto ciascuno è in relazione con gli altri all'interno di una sistema più complesso. ® Tale sistema è caratterizzato da un elemento mancante maniera materiale (Saussure neanche di ma è l'elemento che fa che fra . {Nell'analisi concreta dei suoni, dunque, mancava un elemento astratto che portasse alla possibilità di definire un sistema formale funzionante”. che somigli ad °A) —In linea con lo scopo di rendere la linguistica una scienza, la separazione fra langue e parole permette di Helineare l'og etto della linguistica: la /angue come sistema di segni. La scienza della lingua che entrano nel linguaggio: deve essere espulso dall’analisi (e all’interno del quadro linguistico!) «A partire da questa differenziazione metodologica si sono scagliate le voci della vulgata secondo cui Saussure ignorava la parole e la valenza dei parlanti. JIn realtà: 1. Saussure esclude la parole solo metodologicamente. 2. Saussure l’analisi della parole ma per ragioni biografiche non è riuscito (anche la della langue è incompiuta). \Alcuni hanno provato a terminarle al suo posto, fra i più noti Benveniste, contemporaneo di Austin, fondatore della pragmatica inglese, sviluppa una linguistica molte delle nozioni della pragmatica (atto linguistico, apparato dell'enunciazione). «Saussure aveva infatti distinto: o Linguistica della /angue = arte essenziale dello studio del linguaggio. Uno studio di tipo psichico circa il sistema di segni indipendente dal singolo individuo. o Linguistica della parole = arte secondaria, studio della parte individuale del linguaggio, di tipo psico-fisico. JIn ogni caso Saussure non è che non ha fatto niente: ha fondato con quel “poco” la linguistica del ‘900 ? Dietro tutto questo già si respira la distinzione langue-parole, la °A ricorda la /angue e le varie differenziazioni fonetiche esperienziali sono le parole. «1.8 la linguistica saussuriana Tenendo sempre a mente lo scopo di Saussure e definiti la materia e l'oggetto della linguistica saussuriana andiamo ad analizzarne le caratteristiche principali. —Saussure distingue: 1. Linguistica esterna = ciò che concerne lo studio della lingua storico-naturale, compresi aspetti etnologici, storico-politici, psicologici, sociologici... JI linguisti dell'epoca saussuriana intendevano questo come linguistica, Saussure no 2. Linguistica interna = ciò che concerne la langue come sistema di segni che «conosce solo l'ordine che gli è proprio»: qui o il metodo d'analisi è rigoroso, come in ogni disciplina dalla validità scientifica. o Niente è dato dalla semplice iniziativa di un singolo studioso (come può avvenire nella linguistica esterna) *Da questa riflessione Raffaele de Simone definisce quella di Saussure una metateoria: un tentativo di definire la linguistica (quindi ‘tre che la lingua ). Grazie a questo atteggiamento di Saussure, la linguistica e le scienze del linguaggio assumono la tendenza a interrogarsi continuamente su se stesse, ridefinirsi... bussola del pensiero Saussuriano Ricostruiamo la tassonomia del pensiero di Saussure attraverso uno schema riadattato dalla Ce SIGNIFICANTE (fonazioni) 4 acustica, ca w Senso Bici El (00] Lingua, classi, CLINSELATA Oggetto della linguistica [ET TT SOSTANZA VECI AEREE) CT LINGUISTICA socioling Riadattato da Pramg Diodato da Prampolini. piano della parole e ll piano pratico della sostanza, il regno dell'atto linguistico (o dell'esecuzione): — produce dei suoni (o fonie) che si associano a dei sensi. Ad essi sono e significati sul mera de Rnsieme ele ® Questa è la materia della linguistica: delle esecuzioni possibili, tutto ciò che è manifestazione del linguaggio umano. Per Saussure non è la linguistica propriamente detta ma rientra nella linguistica esterna: si interseca con dr ee di riferimento quali la fonetica, la Piano della langue Il piano astratto del sistema linguistico suddiviso nelle da cui i parlanti attingono per e La langue come sistema (o forma) dei segni è l'oggetto della linguistica così come era intesa da Saussure. la nozione di segno linguistico *— — La definizione di segno linguistico è stata definita a mano a mano: 1. Segno linguistico = meccanismo di combinazione di significante e significato distante da elementi costituiti, convenzioni, liste di espressioni fonetiche preformate... |Cerca di distanziarsi dalla concezione di lingua come nomenclatura, a cui è stato erroneamente legato per via del: —Abbiamo due livelli di arbitrarietà all’interno della teoria di Saussure: 1. Arbitrarietà verticale = tenendo a mente che la lingua è immaginata come un sistema di classificazione che divide e articola due masse amorfe ( ) in entità (: ) riconoscibili, ciascun significante è associato al suo significato N 2. Atrbitrarietà orizzontale valore di ogni segno non è stabilito in maniera volontaria dai parlanti, mossi da una qualche motivazione logico-naturale, ma esclusivamente dal sistema la metafora degli scacchi Per spiegare meglio i vari elementi che rientrano nella sua linguistica, Saussure utilizza spesso la metafora degli scacchi (un tormentone all’interno del Corso): e Nel gioco degli scacchi tutto ie E re di tere a una certa configurazione della tastiera non ha alcuna utilità rispetto alla mossa da svolgere. e Analogamente la lingua ha questo carattere strano e stupefacente di non offrire entità percepibili immediatamente: percepiamo le parole, i suoni, ma non il significante e il significato. Eppure è grazie ad essi, entità concrete e astratte al contempo, che la lingua si configura come tale. «La linguistica ha infatti un valore primario tra le varie discipline semiologiche per Saussure. TTT della metafora: Il cavallo da solo è un elemento del gioco? No, al di fuori della casella, le , le condizioni del gioco... non ha valore a livello di gioco, è un — La materialità del cavallo non è essenziale: è importante la sua funzione nel gioco. Tant'è che se il cavallo cade e si rompe possiamo sostituirlo con un pezzo di carta che sulla scacchiera assume il valore di cavallo. e Così vale per il segno linguistico: il valore non è conferito dalla materialità ma dal sistema in cui è inserito. Saussure attraverso Tullio De Mauro Ampliamo la presentazione di Saussure in relazione ad alcune nozioni e precisazioni introdotte da Tullio de Mauro all'interno del testo Minisemantica dei linguaggi non verbali e delle lingue (1982). La centralità della differenziazione (o articolazione) -Saussure definisce la lingua come il regno delle differenze (o articolazioni): un sistema di segni che: 1. articola, ritaglia, differenzia due masse amorfe... 2. ... ele combinate in entità (i segni) riconoscibili e utilizzabili dalla massa parlante *Da questo meccanismo duplice emerge la produzione della forma (e non della sostanza). — Ne consegue che: e le due masse amorfe del pensiero e del suono sono un fatto linguistico solo quando la langue associa nel segno significante e significato e senzauna lingua non sarebbero differenziate, non si potrebbe parlare allo stesso modo di come lo si fa adesso attraverso il linguaggio. *Non dimentichiamo che in questo processo di articolazione e combinazione è essenziale la presenza della massa parlante, che svolge simultaneamente entrambi i procedimenti. — La collettività così concepita fa decadere qualsiasi accusa di langue saussuriana come convenzione: e Unalingua come convenzione è definita da un singolo che la espone agli altri, che la utilizzano. e La langue intesa da Saussure, invece, è il prodotto del continuo articolare e combinare della massa parlante, un processo spontaneo dettato dal consenso generale. — non vi è una convenzione a monte, ma è vero che se usati da una collettività dei segni possono diventare convenzionali. Ma lo diventano, non ci nascono dal principio. -Riguardo la centralità della differenziazione in merito alla nozione di valore ricordiamo che un segno per avere un valore deve essere inserito all’interno di un sistema: e connesso alla collettività e sottoposto alla mutabilità. — Infatti non è possibile una lingua con un solo segno: c'è bisogno di almeno due segni, della presenza di una differenziazione. *In questo senso anche il valore è: 1. relazionale = si determina nel rapporto tra le unità del sistema 2. oppositivo 3. differenziale = un'unità si individua come tale in quanto è diversa dalle altre unità -De Mauro estende tale principio a qualsiasi codice semiologico (di cui la lingua storico-naturale rappresenta una delle possibilità più complesse). * Esempio: il codice del semaforo. Sappiamo che è dotato di tre segni (verde giallo,rosso) costituiti da: 1. Significante = colore verde, giallo, rosso 2. Significato = passa, stai attento, stai fermo — In ogni codice semiologico si conservano gli stessi aspetti del valore: 1. relazionale = ciascun segno assume il proprio valore in rapporto con gli altri: il verde è tale perché non è rosso. 2. oppositivo = c'è bisogno di un'opposizione tra valori, una rete di differenze che permetta di identificare il segno come riconoscibile. 3. differenziale = solo dalle differenze concettuali e foniche si originano i segni, non da qualche tipo di idee o suoni preesistenti. «1.9 il ruolo dell’arbitrarietà nella linguistica saussuriana -Tullio de Mauro in Minisemantica si occupa di estendere il discorso delle lingue ai linguaggi non verbali per offrire una classificazione dei codici semiologici. * In primo luogo estende il principio di arbitrarietà radicale della lingua a principio di ogni semiosi (creazione del sistema di segni). -L’arbitrarietà è sottoposta a una serie di vincoli di natura formale e materiale che De Mauro differenzia: 1. arbitrarietà semiotica materiale = la scelta della materia del significante e del significato è vincolata dalla qualità e dalla natura delle entità in gioco: a. nel caso dei segnali = se sono verbali, non verbali, acustici, visivi — Devono essere materiali, percepibili dai nostri sistemi in modo tale che possano svolgere il ruolo di segnale. Nel caso degli umani i segnali devono adattarsi ai sistemi di fonazione (es. non utilizziamo ultrasuoni). Nel caso degli animali bisogna usare segnali disponibili e comprensibili da quella specie (es. un gatto non percepirà un colore come un segnale visivo, noi sì) b. analogamente accade nel caso dei sensi 2. arbitrarietà semiotica formale =i mittenti e i destinatari per comunicare attraverso un sistema di codici sono limitati dai limiti del sistema stesso. —+ Ad esempio per comunicare il senso “rocce e ghiacci del monte bianco” useremo il segnale “monte bianco” (limite formale del segnale). arbitrarietà semiologica e linguaggio -Per De Mauro l’arbitrarietà si estende anche alla scelta del canale fonico-acustico: potevano essere scelti anche gli altri canali (audio-visivo, tattile, olfattivo). * La libertà di scelta è però limitata dal fatto che la struttura biologica umana abbia favorito il canale fonico-acustico in quanto più comodo degli altri, utilizzati più sporadicamente (l'audiovisivo dai non udenti). — Entrambi i canali hanno le proprietà di una lingua verbale. arbitrarietà e categorizzazione Così come: e Saussure si chiedeva come è possibile riconoscere un segnale se esso è caratterizzato da avere caratteristiche foniche sempre diverse* e \Vittgenstein si chiedeva Ma quello che io intendo come “rosso” corrisponde esattamente al tuo “rosso”? = De Mauro vuole definire in che misura un soggetto ricevente è in grado di riconoscere senso e segnale comunicato da un emittente. Come avviene, dunque, il processo di identificazione? Si propone un esempio propedeutico: e Paolomipresta un libro ed io lo devo restituire. Il mio coinquilino oggi andrà in biblioteca, gli chiedo di restituire il libro a Paolo che sarà lì. Come fa il coinquilino a identificare Paolo? — In base al contesto indicheremo una serie di caratteristiche utili (=pertinenti al contesto) per l’identificazione (seguendo l'esempio: sta sempre con un bella ragazza, ha lo zaino rosso, ha gli occhi marroni...) e Analogamente nel caso delle lingue nonostante l'operazione di classificazione sia comunque approssimativa possiamo appellarci alla capacità intrinsecamente umana di selezionare le caratteristiche più pertinenti e distintive per identificare un'unità rispetto alle altre nel suo determinato contesto — operazione di pertinentizzazione — Emerge anche qui come tale scelta sia: e arbitraria (potremmo scegliere qualsiasi caratteristica) ma vincolata alla pertinenza nei confronti del contesto. — Il vincolo si articola in: 1. arbitrarietà materiale = vincoli di capacità di chi identifica, che deve saper percepire quali sono le caratteristiche pertinenti indagava esclusivamente le trasformazioni nel tempo delle singole lingue è considerata solo in relazione ai singoli atti linguistici unici e irripetibili (gli atti di parole saussuriani): l'indagine di un'attività prettamente creativa non può portare ad una sistematizzazione o pertiene esclusivamente per l'uso individuale, un ibrido fra una storia della cultura, una critica letteraria... ma non una scienza sistematica. o sottintendeva l’esistenza di una lingua d’origine comune, l’indoeuropeo ® Le insufficienze della linguistica dell’800 portano ad una crisi di cui Saussure rappresenta uno degli esponenti principali: o mentre l'epoca sosteneva l'impossibilità di una scienza linguistica o le nozioni che all'epoca avevano molta eco iniziano ad essere ridiscusse: Saussure risponde alla crisi con il tentativo di: m isolare la /angue come oggetto della linguistica tra i vari fatti eterocliti del linguaggio (dunque gli atti di parole) m fondare unalinguistica attraverso la nozione di sistema di segni vulgata vs voce autentica - Saussure viene interpretato entro due direttrici dominanti (il dibattito si perpetua fino agli anni ‘60): 1. Fondatore della linguistica odierna, nei suoi criteri epistemologici e metodologici 2. Ripetitore di teorie già presenti (privo di qualsivoglia carattere rivoluzionario) * Ci sono due aspetti ad oggi riconducibili all'unanimità all'operato di Saussure: 1. Fautore di una rivoluzione terminologica 2. padre dello strutturalismo — Questione particolarmente spinosa e controversa. Per confermarla o confutarla vi è il bisogno di definire 1) cosa sia lo strutturalismo 2) fino a che punto si possa parlare di strutturalismo saussuriano -Come già abbiamo anticipato: a seguito della pubblicazione del Corso di linguistica generale (del quale Saussure ha una responsabilità relativa) si sviluppa quella che Lepschy in Linguistica strutturale definisce la vulgata saussuriana: un insieme di fraintendimenti e luoghi comuni ereditati dagli studiosi del linguaggio successivi. * Alcuni esiti: 1. Le linguistiche successive d'ispirazione saussuriana si fondano erroneamente su: o polarizzazione o dicotomizzazione delle distinzioni teoriche proposte nel Corso (al fine di ritagliare l'oggetto della linguistica): m Sincronia e Diacronia passano da essere due modi distinti di analizzare il linguaggio ad essere i poli di una dicotomia: l'una esclude l’altra necessariamente. m Languee Parole m associativo e sintagmatico — Saussure invece si occupava proprio di far coesistere pacificamente i due poli 2. luogo comune secondo cui Saussure non si occuperebbe di semantica. — De Mauro risponde (facendosi portavoce di altri studiosi) che la teoria di Saussure è tutta semantica in quanto: o Cerca di rispondere alle domande come si forma una lingua? quali sono le sue funzioni in senso ampio? o Partendo dalla distinzione della /angue e parole chiarisce che la lingua sia un mezzo per comunicare, attraverso cui ricondurre a sistematicità gli atti di parole unici e irripetibili. Se questa non è una teoria semantica... -L'eredità della vulgata predomina fino agli anni ‘90 del ‘900 al di fuori degli studiosi più meticolosi di Saussure. A quegli anni risale il lavoro di interpretazione e ricostruzione del pensiero di Saussure: nel ‘96 si ritrovano gli scritti inediti che verranno integrati al corso allo scopo di ricostruire quella che De Mauro definirà la voce autentica di Saussure: e Quella di Saussure è una metateoria: fonda l'intera teoria linguistica, fornendo le basi per la fioritura della linguistica del ‘900. Spunto incomprensibile: se Saussure è il fondatore non della linguistica ma di una teoria linguistica anche chomsky è un saussuriano da qualche punto di vista + ne parleremo poi e Hadifatto influenzato l’intera linguistica del ‘900 e quella attuale, che ne è figlia: anche la linguistica e la semantica cognitiva nate alla fine del ‘900 utilizzano ancora nozioni fortemente saussuriane. è Negli scritti inediti del Corso di linguistica generale tradotti da De Mauro nell'edizione del 2005 compaiono quattro nozioni concettuali innovative che fanno decadere ogni luogo comune della vulgata: o quaternione = termine adottato dalla matematica. Indica come la comprensione di un segno dipenda dalle relazionalità interne al sistema d'appartenenza, che riguardano vari livelli: m fra significato e significante m fraivari significati fra loro e i vari significanti. — Dunque un segno richiama immediatamente alla mente tutti i segni con cui ha relazioni m Semantiche = sinonimi, contrari... m legate alsignificante = omografi... o parallelia (abbandonata in favore dell’associazione) = ciascun segno ha attorno a sé altri segni che lo premono e circoscrivono: il parlante seleziona un segno facendo una scelta sul piano del significante e del significato, scelta dettata dall'adeguatezza delle relazioni fra i segni rispetto al contesto. o sinonimia = concetto sottolineato da De Mauro. Il significato di ogni parola si può estendere in maniera imprevista in una rete di sinonimi che eventualmente piano piano si differenziano. — Quella delle lingue è una sinonimia non-calcolabile: le lingue sono codici creativi, articolati, infiniti. A differenza del calcolo, un codice che ammette solo una sinonimia calcolabile. o post-meditazione o riflessione (De Mauro lo chiama uso metalinguistico riflessivo) = qualsiasi blocco della comunicazione, violazione della norma, errore, divergenza rispetto all'uso comune, può essere superato, spiegato, chiarito mediante i segni stessi: abbiamo la possibilità di chiedere che significa? e rispondere mediante i segni per chiarire i segni. — Ciò accade specialmente nel linguaggio tecnico-scientifico che propone, grazie a tale proprietà, termini metalinguistici sperabilmente univoci. = Già da qui inizia a scricchiolare la nozione di sistema come valori puri in quanto emerge come: 1. il segno è immerso in una serie di relazioni 2. i parlanti non sono indifferenti ma al contrario alimentano la vita del sistema. * Dallo stesso Saussure inoltre emergono dubbi riguardo la nozione di sistema, che sembra passare da: 1. un sistema in cui ciò che conta è il valore puro del segno... 2. ...aduna sorta di ‘sistema locale” in cui ciò che conta sono le continue relazioni fra segni che rendono instabile e vivo tale sistema. — Dunque Saussure non può essere il padre dello strutturalismo, forse di qualche tipo considerando quanti ce ne sono (è più corretto parlare di strutturalismi) l'eredità della langue di Saussure 1. La vulgata attribuisce a Saussure una concezione di Jangue come machine a parler = una macchina che parla: astratta, disincarnata (al di fuori dei parlanti), autonoma, fuori dal tempo e dal mondo. 2. La voce autentica di Saussure = riconoscere il carattere storico-sociale della lingua, che deve necessariamente immergersi nel mondo, nel tempo, nei parlanti. = La presunta esclusione della parole è un fraintendimento dello sforzo epistemologico di fondare una scienza della linguistica. l'eredità del sistema di Saussure -De Mauro ricostruisce in Minisemantica i tre principi della linguistica di Saussure: 1. arbitrarietà radicale linearità di significante = la lingua segue la linea del tempo: essendo il significante di natura fonetico-uditiva si svolge nel tempo attraverso l'alternarsi dei segni in un’organizzazione sequenziale. — | fonemi e i monemi si alternano l’uno dopo l’altro, non possono essere pronunciati entrambi simultaneamente. Analogamente avviene nella scrittura in cui ogni parola si alterna all'altra mediata da uno spazio. 3. ilterzo principio sottaciuto = ad oggi considerato fondante ma estrapolato da De Mauro. Sottolinea come alla definizione di /angue come sistema di valori puri: a. non seguano necessariamente valori fissati e da rispettare necessariamente dai parlanti b. bensì sono negoziati nei singoli atti di parole, a seconda del grado di intesa stabilito dai parlanti, che possono ridefinire continuamente i valori. = il sistema concepito da Saussure dunque è instabile, attraversato da continue onde di trasformazione, non ascrivibile ad un sistema di valori puri, immutabili, stabili. «II.2 introduzione agli strutturalismi - Lo strutturalismo è un ampio movimento di pensiero che si attesta fra le due guerre mondiali, basato sull'utilizzo del modello della struttura in moltissimi ambiti diversi, tra cui la linguistica. «Lo strutturalismo linguistico: 1. nasce simbolicamente con l’attività del circolo linguistico di Praga, più precisamente alla proposta dei linguisti Jakobson, Karcevskij, Trubeckoj della nozione di fonema dapprima al circolo internazionale dei linguisti dell'aja (1928) e poi le tesi di Praga (1929) 2. combinazione = ... e le combinassimo in segni servendoci di un manuale di regolamento (modalità/regole che limitano la libera formazione delle parole) * Tali meccanismi si appoggiano e attingono, dunque, da due insiemi (le varie porzioni di parole e le modalità e regole di combinazione) che sono soggetti a una trasformazione costante. Essa: e Lirende tanto instabili quanto creativi — il movimento dei limiti, che non sono rigidi e immutabili, si muove di pari passo con le possibilità creative. e Nonè percepita dai parlanti che sono sintonizzati con la lingua: non ne sentono i cambiamenti, dati dall'azione del tempo combinata con quella (inconsapevole) dei parlanti. + Da ciò consegue che: 1. assenza di invenzione: o il parlante sceglie le parole anziché inventarle + L'unica eccezione sono rari casi di autentico neologismo. Solitamente anche i neologismi sono vincolati al materiale disponibile alla selezione e alle regole combinatorie offerte dal sistema linguistico. o la lingua non si inventa (=concezione di lingua come nomenclatura) ma è data dal contesto storico-culturale da cui dipende la configurazione dei due insiemi 2. il parlante e il ricevente hanno uno stesso schedario di rappresentazioni prefabbricate (il contenuto dei due insiemi) 3. Il meccanismo di combinazione è caratterizzato da una sorta di scala ascendente di libertà: o nel caso dei fonemi = il potere del parlante rispetto al cambiamento dei fonemi è nullo. Sono soggetti esclusivamente al cambiamento dato dalla combinazione tempo + massa parlante o la libertà di combinare fonemi è limitata = abbiamo un numero fisso di fonemi è una quantità limitata di regole per combinarli che variano di lingua in lingua. — Ad esempio nell'italiano possiamo mettere massimo tre consonanti vicine (str), a differenza di altre lingue o la libertà di combinare frasi in periodi è molto più ampia = l’azione delle regole vincolanti si dilata verso una libertà maggiore di creare frasi COMBINAZIONE Lieto) LR. tetta] Prendendo in esempio la frase i/ gatto grigio salta sul tappeto, comprendiamo maggiormente i due meccanismi di: mZzOo-Nmrmb 1. combinazione = meccanismo orizzontale che: © pone una accanto all'altra le unità linguistiche o conferisce la contestualizzazione: quando combino due unità fra loro, quelle seguenti devono seguire il contesto che si è creato con la combinazione 2. selezione =meccanismo verticale che: o implica la sostituzione: non potendo utilizzare due elementi nella stessa posizione (principio di linearità del significante) avrò un asse di selezione da cui scegliere l'elemento. — selezione e sostituzione sono due facce della medesima azione o deve tararsi sulla contestualizzazione conferita dalla combinazione — ricordiamo che talvolta la lingua in quanto codice creativo può anche oltrepassare le regole ed essere ugualmente compresa (anche attraverso una spiegazione) «II.4 le teorie dei campi dei neo-humboldtiani * 52 vengono cronologicamente prima di Jakobson, dunque non considerano quanto detto precedentemente E' importante stabilire propedeuticamente la differenza sottilissima fra quelli che solitamente sono unificati come campo semantico-lessicale: 1. campo lessicale = si riferisce al significato della singola parola, quella che Eco avrebbe definito una definizione dizionariale 2. campo semantico = area, porzione semantica occupata dalle parole. Una sfera di senso organizzata in parole. -La teoria del campo lessicale Trier-Weisgerber: avrà molto successo nelle semantiche strutturali in quanto rafforzano l’estremizzazione della teoria e delle nozioni di Saussure, caratteristica proprio degli strutturalismi. — Ad esempio sarà ripresa da Hjelmslev per la nozione di figura del contenuto da cui conseguirà il metodo d'indagine dell'analisi componenziale * Si fonda sulle nozioni saussuriane di rapporto associativo e lingua come sistema di valori puri. e Leo Weisgerber linguista, glottologo, professore tedesco dei primi anni del ‘900. Figura controversa e discussa in quanto ufficialmente la sua teoria linguistica era contributo intellettuale del Reich tedesco. Non si comprende ancora ad oggi dove si delineasse il limite della sua onestà intellettuale*. — Ammiratore di Saussure ed Humboldt cerca di accorparne le visioni in una teoria del campo lessicale che in alcuni punti diviene vaneggiante, poco chiara. e Lars von Trier accoglie la teoria di Weisgerber diventandone sistematore più accorto: in quanto linguista aveva bisogno di analizzare il materiale lessicale attraverso un metodo che ancora non esisteva. Lo creerà proprio a partire dalla teoria di Weisgerber. — Il lavoro di Trier si fermerà durante gli anni ‘30, quello di Weisgerber fino agli anni ‘60-'70 ma per via delle sovracitate farneticazioni si preferirà adottare la revisione di altri studiosi come Coseriu. * Tra le righe dei suoi testi complessi e farneticanti emergono spunti completamente estranei all'impostazione nazionalsocialista che potrebbe essere, dunque, un'apparenza. Nonostante, quindi, sia stato tramandato come un ideologo del nazionalismo linguistico estremo, alcune sue tesi affermano che ogni essere umano abbia lo stesso cervello, la stessa fisionomia... definizione di campo lessicale Trier-Weisgerber -Trier elabora la definizione di campo lessicale: e sibasa sulla presunta affermazione di Saussure sul valore come posto del segno nel sistema e inrealtà quando il parlante “tocca” un segno non attiva una rete di relazioni che si estende all'intero sistema linguistico ma solo ad una porzione di esso. — Il campo lessicale è proprio tale porzione circoscritta del sistema linguistico entro cui le parole si definiscono reciprocamente in quanto hanno una particolare relazione tra loro. — Es. il campo lessicale della parola “blu” si compone di altre parole ad essa rapportate: i colori “rosso” "verde"... * Ne consegue che per comprendere una parola: 1. per Saussure = parlante e ricevente dovevano condividere l’intera lingua 2. per Trier = parlante e ricevente dovevano condividere il campo lessicale specifico Weisberger : ® sfrutta il Saussure della vulgata ed echi humboldtiani per affermare che la lingua debba sempre avere legami con il contesto storico-politico d'appartenenza (pensiamo comunque al suo ruolo nel regime nazionalsocialista) e aveva steso una teoria identica a quella già raccontata attraverso Trier ma aggiungendo un elemento che richiama la concezione precedente: il campo lessicale si configura come settore della lingua madre. ® Definisce la linguistica come una “scienza del contenuto” in quanto il significato viene equiparato al concetto. — Ne consegue che: o Ciò che possiamo pensare è articolato secondo la nostra lingua: m così come in Humboldt il linguaggio si faceva strumento del pensiero... m ...in Weisberger è la lingua a farsi strumento del pensiero o Radicalizzando la concezione di Weisberger: il concetto è solo nella parola: m senon penso, non parlo m analogamente se non ho una lingua non posso pensare. differenza con il relativismo Sapir-Whorf -La teoria dei Neo-humboldtiani è spesso associata all’ipotesi relativista Sapir-Whorf. Se le due teorie hanno dei punti in contatto a livello teorico divergono molto per applicazioni pratiche e conseguenze di tali applicazioni 1. Whorf= precursore dell’etnolinguistica: lo studio del linguaggio deve comprendere l'apertura alle lingue diverse. — Il relativismo della sua teoria linguistica affermava una parità semiotica fra le lingue storico-naturali che parallelamente sanciva la parità politica fra le lingue stessa: le lingue hanno uguale dignità in quanto ognuna di essa rappresenta (seppur diversamente?”, ed è qui che risiede il fascino e l'oggetto di studio) la realtà. 2. Weisberger = o studia esclusivamente il tedesco in relazione al celtico: il suo scopo era sancire la supremazia di tale lingua sulle altre. o considerava la lingua animata dallo spirito del popolo, che è riflesso direttamente in essa. o le lingue possono essere classificate gerarchicamente in base ai popoli che ne sono spirito — deriva razzista* #La teoria di Whorf parte da uno studio e una comparazione fra la lingua amerindiana e quella inglese, dalle strutture diverse. — Le lacune che Trier non vede sono dovute alla sua visione focalizzata limitatamente al linguaggio. Non può prescindere dall'immergendosi nell'uso della lingua, movimentato dall'influenza di coordinate esterne di natura pragmatica. Analizziamo ora le teorie della semantica strutturale, analizzando alcune prospettive e problematiche selezionate ad hoc per il nostro percorso. In particolare ci focalizzeremo sulle teorie di: 1. Hjelmslev 2. Coseriu 3. un altrotizio «II.5 la glossematica di Louis Trolle Hjelmslev Fondatore: 1. di una celeberrima rivista a Copenaghen, bandiera dello strutturalismo linguistico. 2. della glossematica, introdotta in Fondamenti della teoria del linguaggio (1943), uno dei manifesti della linguistica e della semiotica strutturalista. — Pubblicato in inglese nonostante Hjelmslev fosse danese (è importante perché i termini inglesi sono quelli su cui le traduzioni sono basate). * la sua attività si svolge soprattutto fra gli anni ‘30 e ‘40 del ‘900. -E' considerato lo strutturalista più ortodosso e radicale: riduce la linguistica ad un’algebra, un calcolo disincarnato dai parlanti, dal tempo, dal reale: ® parte dalla constatazione saussuriana che al di sotto della fluttuazione del “processo” (la parole, la lingua in uso) vi sia un sistema: da cui è possibile isolare una serie di elementi minimi invarianti che si combinano tra loro in elementi varianti. e datale constatazione matura il principio di immanenza da cui la glossematica si caratterizza come: o finalizzata ad analizzare il linguaggio secondo specifiche: m scelte epistemologiche = finge che sia una struttura autosufficiente (una sorta di algebra immanente della lingua), dunque che la fluttuazione del processo non vi sia. — Le accuse nei suoi confronti sono simili a quelle poste a Saussure*, ma c'è da dire che la radicalità di Hjelmslev talvolta lo porta ad ignorare di fatto che la lingua sia viva. m scelte metodologiche = il sistema linguistico è descritto attraverso un modello matematico — Sarà infatti uno dei primi ad usare i termini “struttura” e “funzione” così come sono intesi nello strutturalismo più ortodosso. o basata sull'idea che i segni non siano gli elementi ultimi del linguaggio *Basata sulla frase apocrifa del Corso di lingua come sistema di valori puri che però Saussure non ha mai scritto di proprio pugno, da quanto ne sappiamo. distinzione forma, sostanza e materia -La glossematica di Hjelmslev si fonda su un ampliamento dell'assunto saussuriano di lingua come forma anziché di sostanza, attraverso l'individuazione di un ulteriore elemento (materia). materia E ozz-a mzo- imam vm eze-t c4czmiZOn materia € — La lingua, dunque, si: suddivide in: a. piano dell'espressione b. piano del contenuto tripartisce in strati: a. Forma (articolata in forma dell'espressione e forma del contenuto a seconda del piano della lingua) = costituisce il sistema semiotico della lingua: m l'insieme dei significati... (classe astratta del contenuto) m ..e deisignificanti... (classe astratta dell'espressione) m ..vannoacostituire la funzione segnica (risultato dell'associazione delle forme ritagliate sul piano dell'espressione a quelle ritagliate sul piano contenuto). * Gli strati della forma sono relativi agli strati della sostanza. b. Sostanza (articolata in due strati come la precedente) = parte di materia a cui ciascuna lingua da forma. * Ogni lingua storico-naturale da forma a suoni e sensi. La sostanza dell'espressione di altri sistemi semiotici può essere di natura diversa (grafica, visiva...) Materia = una sostanza amorfa (nei termini saussuriani: la massa amorfa, o la massa del pensiero-suono) costituita da tutto ciò che si può pensare (materia del contenuto) e tutti i modi in cui il pensato può essere espresso (materia dell'espressione). * Da qui si delineano due livelli: 1 Livello cognitivo-concettuale = la materia pertiene la facoltà del linguaggio intrinsecamente umana. — Non si può infatti conoscere la materia, a meno che non confluisca in una lingua storico-naturale: non possiamo, ad esempio, conoscere tutti i suoni che l'apparato fonatorio potrebbe mai produrre (materia fonica dell'espressione) per esprimere la materia del contenuto, ma possiamo conoscere la sostanza dell'espressione di una lingua. — Ciò blocca le accuse di relativismo: c'è un elemento comune a tutti gli esseri dotati di facoltà di linguaggio nonostante la materia si ritagli in maniera diversa nelle lingue. Livello linguistico-culturale = la forma e la sostanza sono relative alla lingua storico-naturale — Esempio. Nella lingua storico-naturale italiana: -Da qui lingua Come forma dell’espressione abbiamo tutti i significanti dell’italiano (tutti i suoni che si possono articolare attraverso l'italiano). Come forma del contenuto abbiamo tutti i contenuti dell’italiano (tutti i pensieri pensabili attraverso l'italiano). Sul piano della sostanza dell'espressione abbiamo tutti i suoni che l’italiano articola. Sul piano della sostanza del contenuto abbiamo tutti i sensi che l’italiano esprime. La materia dell'espressione e del contenuto sono invece comuni a tutti coloro che sono dotati di una facoltà di linguaggio, in quanto sono tutti i possibili suoni articolabili e tutti i possibili sensi pensabili dalla mente umana. si delineano: differenza con Saussure: distingue ciò che è già formato da ciò che costituisce l'insieme di tutto ciò che è formabile, a cui una lingua può virtualmente dare forma. somiglianze con Saussure: o la funzione segnica è peculiare per ogni lingua o si ravvisa una forma di relativismo linguistico debole: ciascuna lingua storico-naturale è libera di articolare liberamente la materia producendo una sua propria sostanza ed una sua propria forma. come semiotica speciale o teoria dell’onniformatività semantica -Hjelmslev considera la lingua storico-naturale come il sistema semiotico più potente: differentemente dagli altri può dare forma ed espressione ad ogni possibile senso, o almeno tentare di farlo. Hjelmslev parlava di traducibilità (che come ci ricorda De Mauro sarà ripresa da Tarski, Prieto e Chomsky): dunque, una lingua storico-naturale è in grado di tradurre i messaggi espressi in maniera specifica e peculiare dagli altri codici (ciò non significa sminuire la potenza e la specificità di tali codici). — Esempio: o la spia della benzina è un codice fatto da due segni: m Presenza di benzina (contenuto) + spia spenta (espressione) m Assenza di benzina (contenuto) + spia accesa (espressione) o Attraverso la lingua storico-naturale questo codice è traducibile in: m Quandola benzina è presente, la spia della benzina è spenta. m Quandola benzina è assente, la spia della benzina è accesa. — De Mauro declina questa nozione come pluriplanarità del piano del contenuto: possiamo continuamente sdoppiare il piano del contenuto in una lotta alla comprensione dell’incomprensibile (si pensi alla proprietà di post-meditazione o riflessione) teoria della simmetria del segno -Esempio. Per comprendere meglio il nucleo della criticità proviamo a costruire la matrice semantica del campo lessicale di “casa”: per ciascuno dei suoi lessemi: 1. proviamo a sommare i loro tratti distintivi caratteristici... 2. ... individuando come ogni lessema si differenzia dagli altri proprio sulla base della presenza o meno di determinati tratti + casa — tedificio * palazzo — +edificio+piani ® appartamento — +edificio+stanze + monolocale — +edificio-stanze + villa — +edificio+giardino * attico — +edificiotaltezza ® lot + ufficio — +edificio+funzione lavorativa + scuola — +edificio+funzione educativa = Dall'esempio emerge come la matrice semantica non sia unica: 1. Vièun grado di arbitrarietà non-eliminabile: “+/- autonoma” può essere rimpiazzato da “+/- isolata”. 2. Se venisse composta da studenti di un corso di architettura i tratti pertinenti individuati sarebbero diversi. — Vi è una forte componente di natura referenziale oltre che la componente semantica individuata da Hjelmslev. Le due sono impossibili da distinguere * | tratti pertinenti hanno: a. una natura linguistica (elementi interni) b. una natura pragmatica (elementi referenziali, legati alla cultura e al periodo storico) — Senza volerlo Hjelmslev solleva la domanda portante del corso: é possibile una semantica autonoma dalla pragmatica? — Dunque attraverso l’analisi componenziale si possono analizzare solo porzioni limitate di lessemi e non l'intero piano del contenuto. l'eredità dello strutturalismo Hjelmsleviano -Eredità in termini negativi: e i"“post-strutturalisti” condannano un programma strutturalista ortodosso e radicale come quello di Hjelmslev, cercando di includere nuovamente il parlante, la vitalità semiotica della lingua... ecc e lascienze cognitive di chomsky accusano lo strutturalismo ferocemente -Riletture in accezione positiva: nonostante la nomea di radicale e ortodosso strutturalista, la sua opera ricca e complessa è stata rivalutata da una serie di studiosi: 1. Galassi, Prampolini, Cigana individuano in Hjelmslev lo stesso tentennamento di Saussure: da un lato vi è il sistema e dall'altro la lingua viva. — La glossematica è dunque interpretata come parte del pensiero di Hjelmslev, che in realtà è perfettamente consapevole che il sistema puro non ha valore senza che sia calato nella vitalità della parole. 2. Umberto eco propone una differenziazione tra: o strutturalismo ontologico (il presunto strutturalismo di Hjelmslev) o strutturalismo metodologico = sottolinea come l’analisi di H. è finalizzata a cogliere aspetti della lingua concreta attraverso l’astrazione (è un metodo e non un’esclusione ontologica) — Da quest’interpretazione restano domande aperte: m Llostrutturalismo è paragonabile alla linguistica dell’800, senza parlanti e senza storia? — Ad oggi la risposta non è immediata, ma sappiamo che la visione di Saussure sia dal punto di vista dell'interpretazione che degli scritti inediti risponderebbe di “no”. m Fino ache punto l'esigenza fondativa di una scienza linguistica resta nei limiti di una metodologia senza condurre ad un’ontologizzazione di quanto si afferma? — Nel caso dello strutturalismo: fino a che punto il modello resta tale (riferito al fatto concreto) senza sfociare nell’autoreferenzialità? «II.6 la lessematica Eugenio Coseriu -Linguista romeno importante nella discussione critica dello strutturalismo: se Hjelmslev rappresenta lo strutturalismo ortodosso, Coseriu rappresenta quello eterodosso: e vuole quindi conciliare una prospettiva strutturalista più ortodossa con una teoria delle lingue: o si basa sulla nozione humboldtiana di come lingua come attività o include una serie di fattori considerati esterni all'analisi linguistica dallo strutturalismo più ortodosso — Dunque: o da unlato resta fedele alle peculiarità dello strutturalismo di derivazione Humboldtiana e Saussuriana m mantiene la struttura sincronica m nerielabora alcuni aspetti attraverso la nozione di lingua funzionale o mette in discussione la configurazione dello strutturalismo declinatasi negli anni ‘30-40-50 del ‘900 -La teoria linguistica di Coseriu si sviluppa su tre livelli: 1. energeia=la facoltà di linguaggio come attività umana 2. dynamis= supposizione che la facoltà del linguaggio possa attuarsi necessariamente tramite l'apprendimento di una tecnica, della lingua storico-naturale 3. ergon= analisi dei prodotti linguistici: o atti linguistici o testi: produzioni dei parlanti in una determinata lingua storico-naturale l'oggetto della semantica Coseriu identifica l'oggetto della semantica a partire da sette distinzioni a preliminari. w — Attraverso di esse emerge che il linguaggio concili: vw 1. soggettività = la lingua un fatto soggettivo: la massa parlante vw soggettivizza il mondo. 2. oggettività = vi sono delle categorie linguistiche oggettive sulle TITtLTT SISTEMA Lili quali nessun parlante singolarmente può incidere. -Ne consegue la nozione di valore:i valori linguistici sono valori concettuali che si definiscono attraverso le loro opposizioni e il loro funzionamento, non in base a criteri “reali” e ai limiti esistenti tra i fenomeni della realtà. adozione del metodo sincronico -Sulla base della distinzione Saussuriana Coseriu afferma che la lingua va analizzata in sincronia alla competenza del parlante, chiamata qui tecnica del discorso. * Distingue inoltre fra: 1. lingua storica = lingua storico-naturale che si svolge nel tempo, comprendendo una serie di fattori accessori rispetto al suo nocciolo strutturale (la lingua funzionale). lingua funzionale = nocciolo strutturale della lingua, riguardante i valori linguistici al di là del loro uso. — Come Saussure aveva intuito nei suoi scritti inediti, nell'uso i valori sono attraversati da fluttuazioni che renderebbero instabile il sistema e dunque il punto di vista della linguistica. la lessematica - Premessa: Coseriu distingue fra due realtà: 1 2. realtà extra-Jinguistica = (il mondo) realtà linguistica = articola e interpreta soggettivamente in modo arbitrario la realtà extra-linguistica. — Le categorie reali non corrispondono, quindi, direttamente alle categorie linguistiche. — Per questo motivo la realtà linguistica va analizzata senza riferimento a quella extralinguistica (esclusione del metalinguaggio, della post-meditazione). * Ognuna di esse è analizzata attraverso: 1 2. designazione = ciò a cui il segno si riferisce nella realtà extra-linguistica significazione = oggetto della linguistica e della semantica, ovvero ciò a cui il segno si riferisce nella realtà linguistica, dunque all’interno del sistema. — come indica lo schema: il segno (significante + significato) ha una sua: e designazione = modalità con (55 cui il segno è connesso a un oggetto ” — fatto esterno alla lingua e significazione = rapporto fra i significati dei valori linguistici ” CI all'interno del sistema. 5 — fatto interno alla lingua -Sulla base di quanto affermato, Coseriu definisce la propria disciplina (la lessematica): ha come oggetto la lingua funzionale (si occupa dei rapporti di significazione interni alla lingua) analizza nel tempo le modificazioni delle lingua nelle sue strutture sincroniche (sistemi fatti di valori linguistici e i campi lessicali) — Possiamo infatti cogliere il senso di un testo senza avere una perfetta conoscenza linguistica e viceversa (conoscere i segni di una lingua ma non cogliere il significato di un testo, che ha a che fare con aspetti storico-culturali legati a una lingua). semantica e pragmatica Lo scopo del nostro corso, lo ricordiamo, è quello di capire i contorni del rapporto fra semantica e pragmatica. -Coseriu mette in luce come quel punto di partenza da cui egli stesso era partito (l’idea di una semantica indipendente dalla pragmatica) in realtà sia critico: e gli scambi comunicativi avvengono prevalentemente attraverso i testi, il cui senso può essere definito attraverso: o la competenza linguistica (che rientra nella semantica) o relazioni con poli esterni dette intorni (entomnos): il mittente, il destinatario, il mondo esterno, il contesto, l'universo del discorso, la situazione extra-linguistica e persino lo sfondo concettuale proprio di quella specifica lingua storico-naturale e del contesto in cui è inserita (rientra nella pragmatica) — Ad esempio: riceviamo un testo al cui interno è inserito un ordine (stai zitto!) A seconda di chi lo pronuncia possiamo coglierlo come ironico (amico), tassativo (capo), eccitante (partner). * Questa cosiddetta svolta pragmatica consentirà: 1. lo sviluppo (inizi dei 60-70) di una linguistica del testo 2. ridimensionamento della pretesa di una linguistica completamente autonoma dalla pragmatica (così come gli strutturalisti, almeno di fama, volevano fare). * Vi sarà una seconda svolta fra la fine del ‘900 e gli anni 2000: lì la pragmatica sembrerà fagocitare la semantica e diventarne autonoma (dunque rovesciando la situazione precedente). «II.7 John Lyons John Lyons è se possibile uno strutturalista ancora più eterodosso di Coseriu. Lavorava: 1. sulla nozione di campo 2. sulla rifocalizzazione dei rapporti fra semantica e pragmatica. — A differenza di Hjelmslev e Coseriu che restano fedeli alla lezione saussuriana, Lyons non è un esegeta del pensiero di Saussure: medierà la semantica strutturale con quella logico-filosofica e referenzialista in voga nella Gran Bretagna (contesto culturale d'appartenenza) — La semantica continentale è di derivazione saussuriana l’antipsicologismo -Lyons afferma che il significato è un fatto puramente linguistico: è completamente slegato da una natura mentalista (antipsicologismo). — Non è, dunque, un concetto, un'idea o uno stato mentale. * E' ripreso il principio saussuriano di lingua come valore tramite l'associazione di significante e significato all’interno di un sistema linguistico. sull’anti-referenzialismo -La semantica: 1. Daunlato si differenzia dalla logica = applicazione delle strutture linguistiche 2. Dall'altro non può escludere l'applicazione delle strutture linguistiche: ogni espressione linguistica: o siriferisce al reale: realtà esterna, stati di cose, individui, gruppi di individui o all'insieme dei mondi possibili che partono dal reale ma potrebbero non avere relazione con esso. — Esempio: il riferimento reale di “unicorno” potrà anche non esserci, ma vi è un qualche tipo di entità (reale o non-reale, in questo caso non-reale) a cui questa parola si applica. definizione antipsicologista di significato contestuale -Impresa ostica considerando il rigido antipsicologismo di Lyons. — Con la nozione di valore è più semplice, ma quando la lingua si immerge nella realtà dei parlanti la definizione risulta troppo stretta. * Quindi Lyons inizia attraverso una distinzione: 1. significato descrittivo* (senso o core meaning o referenziale o proposizionale o cognitivo) = rapporto tra un lessema e gli altri lessemi che rientrano in un campo semantico. * E' empiricamente verificabile sulla base di un giudizio di congruenza. —Es. affermando: “in questo momento piove” in base al contesto di enunciazione posso verificare empiricamente se è vero (=condizione di verità pragmatica). * Si distingue inoltre da: a. significato espressivo = ha a che fare con le caratteristiche personali soggettive del parlante b. significato sociale = un aspetto che serve a mantenere le relazioni sociali. 2. significato denotativo (denotazione) = rapporto tra il lessema e il mondo esterno —+ | due sono interdipendenti: e se considerassimo solo quello denotativo (come fanno alcuni logici) = ridurremo la lingua a una nomenclatura, una lista di etichette che il parlante apprende per riferirsi a stati di cose nel mondo e seinvece considerassimo solo il descrittivo = negheremmo che il senso di un lessema si comprende basandoci sulla sua applicazione alle entità reali o non-reali = Per adempiere ai propri scopi, Lyons pone metodologicamente da parte i significati non-descrittivi. — La priorità del descrittivo è legata alla sua funzione assertiva: la descrizione degli stati di cose è una delle funzioni semiotiche privilegiate delle lingue storico naturali. *Mediando la tradizione strutturalista saussuriana con quella logica Lyons descrive il significato descrittivo come la proposizione asserita nelle affermazioni definita in termini di condizioni di verità pragmatiche. - Dunque, sulla base della focalizzazione metodologica sul significato descrittivo, Lyons sottolinea come il senso e le condizioni di verità pragmatica siano legate alla nozione di contesto. —+ Dunque: 1. il significato descrittivo non è una verità logica ma dipende contesto d'appartenenza. 2. Ciascun atto linguistico e struttura lessicale deve essere definit* tenendo conto di una serie di elementi contestuali: o la situazione fisica, spazio-temporale in cui l’enunciato è prodotto (ieri, oggi, qui, in Francia, duecento anni fa...) o l'insieme di tutte le conoscenze pregresse che i parlanti considerano pertinenti per la comprensione dell’enunciato il comportamento non verbale degli interlocutori l'accettazione tacita* da parte di parlanti e interlocutori di tutte quelle convenzioni, credenze e supposizioni assunte e scontate in una comunità linguistica: i parlanti nei propri atti di parole partono da assunzioni base che non sono mai messe in discussione in quanto intersoggettivamente condivise dalla comunità parlante d'appartenenza *Fondamentale: segnerà il passaggio dalla nozione di campo lessicale alla nozione di frame. = Lyons trova la definizione antipsicologista di significato che cercava in relazione al suo legame con il contesto pragmatico: il significato contestuale : 1. monha alcun presupposto mentalista 2. è estraneo dal processo di mind reading (o lettura della mente), nozione della pragmatica cognitiva secondo cui: o un enunciato è comprensibile se mittente e destinatario sono in grado di convergere verso le costruzioni di senso costruite dall'altro (mind reading) o si presuppone che mittente e destinatario abbiano una mente simile per funzionamento e conoscenze in esse contenute — Da qui emerge come la produzione e la comprensione di un senso non siano legate al mindreading ma in virtù del legame fra valore linguistico e contesto comunicativo * Qui: e daunlatorisiede l'impronta saussuriana in Lyons: le unità linguistiche hanno dei rapporti tali per cui si determinano vicendevolmente ® dall'altro emerge la distanza con gli strutturalismi precedenti: o Il significato: m nonèanalizzato in senso globale (in relazione all'intero sistema lessicale) m main relazione a piccoli campi semantici determinati da relazioni contestuali fra parole o Il contesto: m Mentre in Hjelmslev e in parte in Coseriu il contesto era semplicemente presente per produrre e comprendere i sensi condivisi... m ...qui diviene protagonista imprescindibile dell’analisi. o Possiamo individuare: m unacritica indiretta alla nozione di langue come autosufficiente m un avvaloramento di un'ipotesi di un olismo locale = il significato anziché determinarsi nell'intero sistema linguistico si determina nei campi semantici. = Emerge come semantica e pragmatica si equivalgono nella determinazione del senso di un enunciato
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