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appunti di filosofia su Hume e Locke, Appunti di Filosofia

La figura di David Hume, filosofo scozzese del XVIII secolo, e l'empirismo, corrente filosofica secondo cui la conoscenza umana deriva esclusivamente dai sensi o dall'esperienza. Vengono descritte le opere principali di Hume e il suo pensiero scettico radicale e naturalista. Inoltre, viene analizzato il percorso della conoscenza e la relazione tra causa ed effetto. Il documento potrebbe essere utile come appunti o sintesi del corso per studenti di filosofia o di storia della filosofia.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 28/01/2022

verdianabb
verdianabb 🇮🇹

4.7

(6)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica appunti di filosofia su Hume e Locke e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Monday, 26 April 2021 Hume EMPIRISMO: (dal greco εμπειρια - esperienza) è la corrente filosofica, nata nella seconda metà del Seicento in Inghilterra, secondo cui la conoscenza umana deriva esclusivamente dai sensi o dall'esperienza. I maggiori esponenti dell'empirismo anglo-sassone furono John Locke, George Berkeley, e David Hume: costoro negavano che gli esseri umani avessero idee innate, o che qualcosa fosse conoscibile a prescindere dall'esperienza. Vita e scritti Nacque il 26 aprile 1711 a Edimburgo (Scozia) da una famiglia di origini nobili. 1725 —> frequenta l’università di Edimburgo; studiò giurisprudenza. Era interessato però alla filosofia e alla letteratura. 1734-37 —> si dedicò a studi filosofici. In questo periodo compose la sua prima opera (Trattato sulla natura), che fu pubblicato nel 1739/40, ma non ebbe successo. 1742 —> pubblicò la prima parte dei Saggi morali e politici, che invece furono accolti. 1745-58 —> incarichi politici: segretario del generale James St. Clair, che lo portò nelle sue ambasciate militari a Vienna e Torino. 1748 —> Ricerca sull’intelletto umano, che rielaborava la prima parte del Trattato. 1752 —> Hume fu bibliotecario a Edimburgo e cominciò a comporre una Storia d’Inghilterra, che fu pubblicata in 6 volumi tra il 1754 e il 1762 e che ottenne grande successo. Fu stampata anche la Ricerca sui princìpi della morale, rielaborazione della terza parte del trattato. 1757 —> Storia naturale della religione Chi David Hume Quando 1711-1776 Movimento Empirismo inglese Pensiero Scetticismo radicale e naturalismo Opere principali Trattato sulla natura umana Ispirazione John Locke of 1 14 Monday, 26 April 2021 Entrò in contatto con Rousseau. 25 agosto 1776 —> morì a Edimburgo. 1779 —> pubblicati i Dialoghi sulla religione naturale. Il “trattato sulla natura umana” Esprime il progetto di costruire una scienza della natura umana su base sperimentale, analoga a quella di Bacone per la natura fisica. Hume intende offrire un’analisi sistematica delle varie dimensioni che la caratterizzano: dalla ragione al sentimento, dalla morale alla politica. Hume è persuaso che la natura umana costituisca una sorta di “capitale” del regno del sapere, e che una scienza che se ne occupi risulti più basilare e urgente delle altre. La tendenza empiristica e anti- metafisica della filosofia di Hume delineerà un’immagine della natura umana limitata nelle sue pretese conoscitive. Il percorso della conoscenza Le impressioni e le idee percezioni ↳ sono i contenuti della mente divise in due classi, che si distinguono tra loro per il diverso grado di forza e di vivacità con cui colpiscono lo spirito of 2 14 impressioni ↳ sono l e pe rcez ion i che penetrano con maggior forza ed evidenza nella coscienza e sono tutti le sensazioni, passioni ed emozioni, considerate nel momento in cui vediamo o sentiamo, amiamo o odiamo, desideriamo. idee/pensieri ↳ sono le immagini indebolite di queste impressioni Monday, 26 April 2021 Ecco una palla di biliardo che sta ferma su un tavolo ed un’altra palla che si muove verso essa con rapidità; le due palle si urtano e quella delle due che prima era ferma, ora acquista un movimento. È evidente che le due palle si sono toccate l’una con l’altra prima che il movimento fosse comunicato alla seconda e che non vi fu intervallo fra l’urto e il movimento della seconda palla. Perciò la contiguità nel tempo e nello spazio è una circostanza richiesta perché operi una causa qualunque. È evidente che il movimento che è causa precede il movimento che è effetto. Pertanto la successione nel tempo è un’altra circostanza che si richiede per ogni causa. Ma questo non basta. Facciamo la prova con altre palle qualsiasi della stessa specie in circostanze uguali e troveremo sempre che l’impulso dell’una produce il movimento nell’altra. Ecco quindi una terza circostanza, quella cioè del congiungimento costante fra la causa e l’effetto. Qualunque oggetto simile alla causa produce sempre qualche oggetto simile all’effetto. La prima palla è in movimento e tocca la seconda; immediatamente la seconda si mette in  movimento; e quando faccio la prova con la stessa o con palle simili, nella stessa circostanza o in circostanze simili, trovo che dopo il movimento e l’urto dell’una segue sempre il movimento dell’altra. Questo è il caso che si verifica quando sia la causa che l’effetto sono presenti ai sensi. Vediamo ora su che cosa si fonda la nostra inferenza quando noi concludiamo dalla presenza di uno di essi che l’altro è esistito o esisterà. Supponiamo che io veda una palla che si muove in linea retta verso un’altra; immediatamente concludo che esse si urteranno e che la seconda si metterà in movimento. Questa è l’inferenza dalla causa all’effetto. Se potessimo spiegare l’inferenza che ricaviamo dall’urto delle due palle, saremmo anche in grado di dare spiegazione di quest’operazione della mente in tutti gli altri casi. La mente può sempre concepire che un qualsiasi effetto tenga dietro ad una qualunque causa e che un evento qualunque segua ad un altro; ora tutto ciò che noi concepiamo è possibile, quanto meno in un senso metafisico; ma dovunque interviene una dimostrazione, il contrario è impossibile ed implica contraddizione. Perciò non vi è dimostrazione per una qualsiasi congiunzione di causa ed effetto.. Tutti i ragionamenti che riguardano la causa e l’effetto sono fondati sull’esperienza e tutti i ragionamenti che derivano dall’esperienza sono fondati sulla supposizione che il corso della natura continuerà ad essere uniformemente lo stesso. Cause simili, in circostanze simili, produrranno sempre effetti simili. Può essere ora opportuno considerare che cosa ci induce a formulare una conclusione di portata così infinita. of 5 14 Monday, 26 April 2021 Ciò che è possibile non si può mai dimostrare che è falso; ed è possibile che il corso della natura possa cambiare, dal momento che noi possiamo concepire tale cambiamento. Ma la nostra esperienza del passato non può provare nulla per il futuro, se non in base alla supposizione che ci sia una somiglianza fra passato e futuro. Non è la ragione la guida della vita, ma l’abitudine. Essa soltanto muove la mente, in tutti i casi, a supporre il futuro conforme al passato. Credenza nel mondo esterno e nell’io Essendo fondata su una credenza non razionale e scaturita dall’abitudine, la conoscenza umana della realtà è per Hume il frutto di un sentimento o di un istinto, non di un atto di ragione. Essa quindi è priva di necessità e rientra nel dominio della mera probabilità. Le credenze non devono essere confuse con le finzioni. Noi possiamo immaginare una cosa che non esiste, ma non è in nostro potere credere che questa cosa esista realmente. Rispetto alla finzione, la credenza è riconducibile a quella stessa vivacità che le impressioni possiedono rispetto alle idee. Gli uomini credono abitualmente nell’esistenza di un mondo esterno, che viene creduto diverso ed estraneo (permanente) rispetto alle impressioni (mutevoli). Hume distingue la credenza nell’esistenza continua delle cose, propria di tutti gli uomini e degli animali, dalla credenza nell’esistenza esterna delle cose. MORALE E SOCIETA’ L’intento di Hume non è quello di prescrivere dei comportamenti basati su principi morali assoluti, ma quello di descrivere, partendo dall’osservazione sperimentale, come e con quali principi gli uomini si comportano nella loro vita. Analizza quindi le qualità, le abitudini, i sentimenti che rendono una persona degna di stime o di disprezzo, trasformando il problema morale in una questione di fatto. Parte da fatto che le valutazioni morali dipendono sia dal sentimento che dalla ragione ma attribuisce al sentimento un’importanza particolare considerandolo il fondamento dell’azione dell’uomo e di conseguenza della valutazione morale. of 6 14 Monday, 26 April 2021 Afferma che ogni uomo è dotato di un gusto morale che gli fa scegliere un’azione piuttosto che un’altra e quindi non è la ragione a guidare le volontà ma il sentimento. Hume quindi cerca il fondamento della valutazione morale in un sentimento specifico e nella sua indagine nota come l’approvazione di certe azioni, o la riprovazione, si fondano sulla valutazione della loro utilità collettiva. Alla base morale c’è quindi la conoscenza dell’utilità o della dannosità sociale di un certo comportamento e che la morale si basa su un sentimento di “simpatia” per gli altri e un generoso interesse per l’umanità. Per rafforzare la sua tesi con cui sostiene che il bene morale coincide con ciò che è percepito e valutato utile per la comunità, Hume usa questo esempio: in un mondo in cui l’uomo non dovesse preoccuparsi delle sue necessità, la giustizia sarebbe inutile perché nessun uomo commetterebbe ingiustizie se avesse a disposizione i beni di cui ha bisogno in quantità illimitata questo significhi che l’obbligo alla giustizia serve per regolare la distribuzione e l’uso dei beni e server per proteggere la vita dell’uomo dentro alla società la giustizia è considerata una virtù e quindi l’utilità per la collettività è considerata il fondamento di tutte le virtù (umanità, benevolenza, amicizia, fedeltà, ecc). of 7 14 Monday, 26 April 2021 2. modi: manifestazione di una sostanza 3. relazioni: idee che derivano dal mettere a confronto più idee, istituendo tra esse un rapporto. Egli si sofferma su l'idea complessa di “sostanza” , considerando che le varie idee semplici sono costantemente unite tra loro , la nostra mente è portata a considerarle come un'idea semplice; poiché non arriva a immaginare come un'idea semplice possa sussistere di per sé, si abitua a supporre un qualche substratum che ne costituisca la base. Locke afferma il carattere arbitrario di questo sostrato cioè della sostanza in quanto esso supera la testimonianza dell'esperienza. Questo vale sia per la sostanza corporea sia per la sostanza spirituale : la prima è il substrato delle qualità sensibili, la seconda è il substrato sconosciuto delle operazioni dello spirito. Tra le idee complesse ci sono anche quelle di relazione, l'intelletto non si limita a considerare le cose in maniera isolata ma procede oltre per conoscere i rapporti in cui stanno con le altre cose. Tra le relazioni sono fondamentali quelle di causa ed effetto, di identità e di diversità. Egli affronta il problema dell'identità della persona. Egli scorge questa identità nella coscienza che accompagna gli stati o i pensieri. L'uomo non solo percepisce ma percepisce di percepire: a tutte le sue sensazioni è accompagnata la consapevolezza ed è proprio quest'ultima a permettere che le varie sensazioni o percezioni costituiscano un UNICO IO e a rappresentare il fondamento dell'unità della persona. Per quanto riguarda invece la formazione di idee generali per egli non indicano alcuna realtà ma sono soltanto segni di un insieme di cose particolari ricavanti tramite astrazione. I nomi generali sono segni di idee generali che a loro volta sono segni di gruppi di cose particolari, tra le quali è possibile riconoscere una certa somiglianza. Alle idee generali corrisponde un rapporto di somiglianza tra le cose particolari, che sono le uniche esistenti. LA CONOSCENZA E LE SUE FORME l'esperienza fornisce il materiale della conoscenza, ma non la conoscenza stessa poiché quest'ultima ha sempre a che fare con le idee, ma non si riduce alle idee perché consiste nella percezione di un accordo o disaccordo tra idee. La conoscenza può essere di due specie diverse: - conoscenza intuitiva quando l'accordo o il disaccordo di due idee è visto immediatamente e in virtù di queste idee stesse, questa conoscenza è la più chiara e la più certa che l'uomo possa raggiungere ed è quindi IL FONDAMENTO DELLA CERTEZZA E DELL'EVIDENZA DI OGNI ALTRA CONOSCENZA. of 10 14 Monday, 26 April 2021 - conoscenza dimostrativa quando l'accordo o il disaccordo tra due idee non è percepito immediatamente, ma viene reso evidente mediante l'uso di idee intermedie che si chiamano prove e consiste dunque in una catena di conoscenze intuitive. La certezza della dimostrazione si fonda dunque sull'intuizione ma è meno sicura poiché nelle dimostrazioni con molte prove diventa possibile sbagliare. - la conoscenza delle cose esistenti al di fuori delle idee: egli è consapevole del problema che emerge nella sua dottrina, se lo spirito non ha a che fare se non con idee e se la conoscenza consiste nel percepire l'accordo o il disaccordo tra le idee, in che modo sarà possibile giungere a conoscere una realtà diversa dalle idee stesse?È certo secondo Locke che la conoscenza è vera solo se c'è una conformità tra le idee e le cose reali. Ma come può essere verificata questa conformità se le cose reali sono conosciute solo attraverso le idee? CI SONO TRE ORDINI DI REALTà → L'IO, DIO E LE COSE. E CI SONO 3 MODI PER GIUNGERE ALLA CERTEZZA DI QUESTE REALTA’. - Noi abbiamo conoscenza dell'esistenza del nostro io attraverso l'intuizione; dell'esistenza di Dio attraverso la dimostrazione, dell'esistenza delle cose attraverso la sensazione. Esistenza dell'io--> procedimento cartesiano: io penso, ragiono, dubito e ciò è costituente della mia esistenza e non posso dubitare di essa. Esistenza di Dio: se qualcosa c'è vuol dire che è stato prodotto da qualcos'altro e dunque per non risalire all'infinito si deve ammettere un essere eterno, onnipotente e onnisciente, questo essere è Dio. Per quanto riguarda l'esistenza delle cose: l'uomo non ha altro mezzo se non la sensazione attuale, non c’è alcun rapporto necessario tra idea e la cosa a cui si riferisce, l'idea potrebbe esserci anche se non ci fosse la cosa. Ma visto che non riceviamo l'idea dall'esterno ci fa conoscere che qualcosa esiste in quel momento FUORI di noi e produce IN NOI quell'idea; secondo Locke basta questa certezza, non è ammissibile che le nostre facoltà ci ingannino a tal punto è fondamentale una fiducia nelle nostre facoltà dato che non possiamo conoscere queste facoltà se non le utilizziamo. La certezza che la sensazione attuale ci dà dell'esistenza delle cose esterne è sufficiente per tutti gli scopi umani , tuttavia ritiene che possa essere confermata da alcune ragioni supplementari: - le idee vengono a mancare quando quando ci manca l'organo di senso adeguato: il che è una prova che le sensazioni sono prodotte da cause esterne che colpiscono i nostri sensi; of 11 14 Monday, 26 April 2021 - le idee sono prodotte nel nostro spirito senza che noi le possiamo evitare, il che vuol dire che non sono prodotte da noi, ma da una causa esterna; - molte idee sono prodotte in noi con piacere o con dolore, mentre quando sono soltanto ricordate non sono più accompagnate da piacere o dolore; il che vuol dire che solo l'oggetto esterno produce in noi piacere o dolore quando colpisce i nostri sensi; i sensi si offrono testimonianza reciproca, ad esempio il tatto e la vista confermano l'esistenza di una stessa cosa e così rafforzano la certezza della sua esistenza. Queste ragioni, come la prima e fondamentale certezza della realtà esterna dovuta alla sensazione, valgono soltanto per l'istante in cui la sensazione è ricevuta. Quando l'oggetto non è più testimoniato dai sensi, la certezza della sua esistenza sparisce ed è sostituita da una semplice probabilità. È ragionevole supporre che le cose e gli uomini continuino ad esistere anche quando io non ne ho una percezione attuale e che, tra essi, esistano anche quelli di cui non ho mai avuto una tale percezione. MA QUESTO COSTITUISCE una probabilità, non una conoscenza certa. Perciò Locke, ammette il dominio della conoscenza probabile, che è quella nella quale si afferma la verità o la falsità di una proposizione per la sua conformità con l'esperienza passata o con la testimonianza di altri uomini. LA POLITICA egli affermava il carattere razionale o dimostrativo dell'etica, sostenendo che non si può proporre alcuna regola morale di cui non si sappia dar ragione; Egli ha scritto LA LETTERA SULLA TOLLERANZA, I DUE TRATTATI SUL GOVERNO E LA RACCOLTA DI SCRITTI SULLA RAGIONEVOLEZZA DEL CRISTIANESIMO → Locke fondatore del liberalismo moderno cioè difensore della libertà dei cittadini, della tolleranza religiosa e della libertà delle Chiese. Il secondo dei due trattarti sul governo afferma l'esistenza di una legge di natura che è la ragione stessa, in quanto ha per oggetto i rapporti tra gli uomini e prescrive la reciprocità perfetta di tali rapporti. Anche per Locke come PER HOBBES, lo stato di natura è caratterizzato da una condizione di uguaglianza di tutti gli uomini, ma mentre per Hobbes si tratta di un'uguaglianza di forza, per Locke si tratta di un'uguaglianza di diritti: TUTTI HANNO L'IDENTICO DIRITTO DI DISPORRE DI SE STESSI E DEI PROPRI BENI. Nello stato di natura ogni uomo è perfettamente libero, cioè non sottoposto ad alcun potere e gode di un diritto naturale alla vita, alla libertà e alla proprietà. of 12 14
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