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Naturalismo e Verismo: Confronto tra due movimenti letterari e l'influenza di Verga, Appunti di Italiano

Le caratteristiche comuni e le differenze tra il naturalismo francese e il verismo italiano, con particolare riferimento alla novella 'rosso malpelo' di giovanni verga. Come entrambi i movimenti letterari si concentrano sulla verità e sull'oggettività nella descrizione della vita, ma con differenti approcci: il naturalismo francese si basa sulla scienza e il verismo italiano sulla povertà e sulle tradizioni regionali. Il testo inoltre presenta una breve biografia di giovanni verga e una descrizione delle sue opere, con una particolare attenzione per il ciclo dei 'vinti'.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 27/12/2023

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Scarica Naturalismo e Verismo: Confronto tra due movimenti letterari e l'influenza di Verga e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! VERGA QUALI SONO I PRINCIPI TEORICI A CUI SI RIFA’ IL NATURALISMO? FAI RIFERIMENTO AL POSITIVISMO, A COMTE, A TAINE ( MILIEU, MOMENT,RACE) A DARWIN ( EVOLUZIONISMO) Il naturalismo si riferisce a una serie di principi teorici che si basano su una concezione scientifica del mondo naturale. In particolare, il naturalismo si rifà al positivismo, un approccio filosofico che sostiene che solo ciò che può essere oggettivamente verificato attraverso l'osservazione e l'esperimento può essere considerato vero. A sua volta, il positivismo è stato influenzato dal pensatore francese Auguste Comte, che ha sviluppato il concetto di "leggi sociali" e di "scienza sociale", sostenendo l'importanza della razionalità e della conoscenza scientifica per guidare il progresso umano. Un altro principio teorico al quale si rifà il naturalismo è la teoria dell'evoluzione di Charles Darwin, che sostiene che le specie si evolvono naturalmente attraverso la selezione naturale e che le caratteristiche fisiche e comportamentali di un individuo sono determinate dalla sua ereditarietà e dal suo ambiente. Infine, la teoria naturalistica si riferisce al concetto di "milieu, moment, race" di Hippolyte Taine, che sostiene che le influenze ambientali, storiche e culturali possono influire sulla formazione della personalità e del carattere umano. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DEL ROMANZO NATURALISTA TEORIZZATE DA EMILE ZOLA? IN QUALE SAGGIO? RICORDA E SPIEGA IL DETERMINISMO CHE CONDIZIONA LA VITA DEI PERSONAGGI, IL METODO SPERIMENTALE DI CALARE I PERSONAGGI IN UN CONTESTO E DI FARLI “AGIRE DA SOLI”, L’IMPERSONALITA’ E L’IMPEGNO SOCIALE Le caratteristiche del romanzo naturalista teorizzate da Emile Zola sono descritte nel suo saggio "Le Roman Experimental" (Il romanzo sperimentale) pubblicato nel 1880. Zola ritiene che il romanzo debba essere basato su due principi fondamentali: il determinismo e il metodo sperimentale. Il determinismo, per Zola, significa che i personaggi del romanzo sono condizionati dalla loro eredità genetica e dalle circostanze ambientali e sociali, e che quindi non hanno libero arbitrio ma sono determinati dalle forze che agiscono su di loro. In altre parole, essi non possono evitare il loro destino. Il metodo sperimentale consiste invece nell'applicare le metodologie della scienza al romanzo, calando i personaggi in un contesto e facendoli agire da soli come se fossero dei veri e propri soggetti di un esperimento scientifico. L'impersonalità è un'altra caratteristica del romanzo naturalista, secondo Zola, che significa che lo scrittore deve rimanere neutrale rispetto ai suoi personaggi e non deve esprimere giudizi morali su di essi. Al contrario, deve descrivere oggettivamente i personaggi, il loro ambiente e il loro comportamento. Infine, l'impegno sociale è un'altra caratteristica del naturalismo, che mira a denunciare l'ingiustizia sociale e la miseria umana attraverso la descrizione realistica della vita quotidiana delle classi inferiori. In sintesi, il romanzo naturalista teorizzato da Zola si concentra sulle forze che determinano il comportamento umano, utilizza il metodo sperimentale della scienza per descrivere oggettivamente i personaggi calandoli in un contesto, adotta l'impersonalità narrativa e lotta per l'impegno sociale attraverso la denuncia delle ingiustizie sociali. CITA ALCUNI TITOLI DI ROMANZI NATURALISTI FRANCESI Alcuni tra i romanzi naturalisti francesi più noti includono: - "Madame Bovary" di Gustave Flaubert - "Germinal" di Emile Zola - "L'assommoir" di Emile Zola - "Les Rougon-Macquart" di Emile Zola (una serie di venti romanzi che descrivono la vita della famiglia Rougon-Macquart attraverso le epoche e le classi sociali diverse) INDICA GLI ASPETTI DI CONTINUITA’ E DI DIFFERENZA TRA IL NATURALISMO FRANCESE E IL VERISMO ITALIANO Il naturalismo francese e il verismo italiano sono due movimenti letterari del XIX secolo che condividono alcune somiglianze, ma presentano anche differenze significative. Tra gli aspetti di continuità, sia il naturalismo francese che il verismo italiano si basano sulla descrizione realistica della vita quotidiana e sulla rappresentazione obiettiva della realtà, rifiutando le visioni romantiche o ideali. Entrambi i movimenti evidenziano anche una forte attenzione ai problemi sociali, economici e politici, con la denuncia della povertà, dell'oppressione e dell'ingiustizia sociale. Inoltre, sia il naturalismo che il verismo hanno fortemente influenzato il cinema, con l'attenzione alla resa realistica della vita quotidiana e dei problemi sociali nei film, specialmente nell'era successiva ai due movimenti letterari. Tra gli aspetti di differenza, il naturalismo francese si concentra maggiormente sulla descrizione degli aspetti psicologici e fisiologici dei personaggi, con l'uso di teorie scientifiche per analizzare l'ambiente sociale e l'individuo. Il verismo italiano, invece, si concentra maggiormente sulle questioni sociali e culturali del popolo italiano e sulla lotta alla povertà, all'ignoranza e alle malattie. Inoltre, il verismo italiano ha una maggiore attenzione alle radici regionali e al dialetto italiano, mentre il naturalismo francese si concentra maggiormente sulle classi sociali e sui problemi urbani. In sintesi, mentre entrambi i movimenti condividono l'attenzione alla verità e all'oggettività della descrizione della vita, il naturalismo francese si concentra maggiormente su aspetti basati sulla scienza, mentre il verismo italiano si concentra di più sulla povertà e sulle tradizioni regionali italiane. QUALE INCHIESTA ISPIRO’ LA NOVELLA “ ROSSO MALPELO”? La novella "Rosso Malpelo" di Giovanni Verga è stata ispirata da una inchiesta svolta dall'autore nel 1878, in cui Verga visitò le miniere di zolfo della Sicilia. Durante la sua visita, Verga incontrò e intervistò alcune persone, tra cui un ragazzo di nome Mena, che gli raccontò la sua storia di lavoro nelle miniere. La storia del giovane Mena ha ispirato la figura di Rosso Malpelo, il protagonista della novella, che vive e lavora in una miniera di zolfo in Sicilia, subendo sfottò e maltrattamenti da parte degli altri minatori. La novella è quindi basata sulla vita reale dei minatori di zolfo della Sicilia e rappresenta una denuncia contro l'oppressione e l'ingiustizia sociale nei confronti delle persone più deboli e indifese. QUALI SONO GLI ESPONENTI DEL VERISMO ITALIANO? Tra gli esponen- del verismo italiano si possono citare : Giovanni Verga, Federico De Roberto, Luigi Capuana, Ma-lde Serao e Grazia Deledda. Un esempio di questo parallelismo è la descrizione di Nanni: "Era una bella ragazza, alta, con un petto tornito, una vita sottile e fianchi pieni; la faccia arrotondata e bianca, i capelli nerissimi; ma sulle labbra rosse sempre un sorriso che pareva beffardo e su tutta la persona un'aria di noncuranza e di indifferenza, come se il mondo non le importasse nulla." (La Lupa) In confronto, ecco una descrizione di Fosca: "Bianca, con due occhi neri tra due grandi cerchi verdi, che parevano due piaghe fuoriclassa. Brillavano d'intelligenza, ma anche di malattia. La sua bellezza era la bellezza della morte." (Fosca) In entrambi i romanzi, quindi, la figura femminile rappresenta una forza dirompente e ambigua che sconvolge e manipola il protagonista maschile. TEMI E CONTENUTI DELLA NOVELLA “LIBERTA’”? COMMENTA LA CONCEZIONE IMMOBILISTICA E CONSERVATRICE DI VERGA CHE TRAPELA DALLA NOVELLA . CHE RUOLO HA LA FOLLA? La novella “Libertà” di Giovanni Verga narra le fasi salienti di una rivolta contadina scoppiata in Sicilia e repressa dal generale Nino Bixio, passata alla storia come i fatti o il massacro del Bronte. I braccianti vogliono la libertà in senso socio economico come riforma agraria. I notabili temono questa libertà, che leggono in senso politico come rivoluzione e carneficina. La concezione immobilistica e conservatrice di Verga trae origine dalla sua visione della vita come un ciclo immutabile di nascita, morte e rinascita. La folla ha un ruolo importante nella novella perché rappresenta la massa dei braccianti che chiedono la libertà. CHE COS’E’ IL “VERO” PER VERGA? Per Giovanni Verga, il concetto di "vero" è associato alla realtà concreta e materiale. Egli credeva che la verità si manifestasse attraverso l'osservazione attenta del mondo reale, della vita quotidiana e delle relazioni tra le persone. La natura, la società, la cultura, il linguaggio e i comportamenti umani erano per lui oggetto di studio e osservazione costante. Nel suo realismo, Verga cercava di descrivere le cose e i personaggi esattamente come erano, senza filtri di alcun tipo. Egli credeva che la letteratura dovesse essere legata alla vita reale, e che la bellezza e il significato di un'opera letteraria potessero emergere solo dalla sua aderenza alla verità e alla realtà storica, sociale e culturale. Per Verga, la ricerca del "vero" non implica solo la documentazione accurata dei fatti, ma anche una sottile analisi degli atteggiamenti psicologici dei personaggi e delle loro emozioni più nascoste. Egli credeva che il compito dell'artista fosse quello di rivelare la complessità delle persone e del mondo in cui vivono, in modo che gli osservatori possano avere una comprensione approfondita della vita umana e della società. PERSONAGGI E TRAMA DEI MALAVOGLIA i Malavoglia è ambientato in AciTrezza, in Sicilia, negli anni successivi all'unità d'Italia. Al centro delle vicende narrate è la famiglia Malavoglia: il padre Bastianazzo, la madre Maruzza la Longa, i figli 'Ntoni, Luca, Alessi, Mena, Lia. Su tutti domina il nonno, Padron 'Ntoni, figura di patriarca, dispensatore di saggezza. 'Ntoni, l'unico dei nipoti che può aiutare nel governo della barca "Provvidenza", parte soldato. Padron 'Ntoni tenta una piccola speculazione su un carico di lupini: ma il mare, in una notte di tempesta, ingoia il carico assieme al figlio Bastianazzo ed a un garzone. I Malavoglia da padroni diventano poveracci: la barca è dissestata, inoltre devono pagare i lupini, presi a credito. 'Ntoni torna dal servizio militare: al suo posto parte Luca. La barca è di nuovo pronta all'uso, ma 'Ntoni non vuol saperne più di lavorare, di spaccarsi le ossa per nulla, e magari anche di fare la fine del padre. Mena ama Alfio Mosca, ma è promessa sposa ad un ricco del paese, Brasi Cipolla. Durante la festa di fidanzamento, arriva la notizia che Luca è morto a Lissa. Per pagare il debito dei lupini, i Malavoglia sono costretti a vendere la propria abitazione natia, la casa del nespolo. Mena, ora che è di nuovo povera, deve rinunciare al matrimonio, e anche 'Ntoni, perché la sua promessa, Barbara Zuppidda, gli volta le spalle. Superate le difficoltà, la famiglia Malavoglia sembra riprendersi: ma 'Ntoni è stanco di quella vita, e non se ne va solo perché la madre lo prega di restare. Quando Maruzza muore di colera, non lo trattiene più niente al paese e parte. Torna dopo non molto, più avvilito e deluso di prima. Don Michele, il brigadiere, corteggia Lia e avverte lei e la sorella che 'Ntoni si sta mettendo nei guai. Il giovane infatti, coinvolto in un traffico di contrabbando, viene colto in fallo, e, tentando una difesa, ferisce Don Michele con una coltellata. al processo Padron 'Ntoni è colto da un malore quando scopre che Lia se la intendeva con Don Michele. 'Ntoni è condannato a cinque anni; Lia se ne va di casa per sempre. I Malavoglia sono rimasti in pochi. Alessi lavora per poter ricomprare la casa. Padron 'Ntoni, che si sta spegnendo a poco a poco, vuole essere portato all'ospedale per non gravare sui nipoti: parte sul carro di Alfio Mosca. Questi vuole sposare Mena, che rifiuta; ormai è vecchia, si occuperà dei figli di Alessi e di sua moglie Nunziata. La casa del nespolo è finalmente riscattata, ma è troppo tardi per Padron 'Ntoni, che muore lontano. Una sera 'Ntoni, uscito di prigione, bussa alla porta per chiedere perdono. ma non può fermarsi, dopo che ha infangato l'onore della famiglia. Se ne va, e nessuno lo trattiene. TRAMA ROSSO MALPELO Rosso Malpelo" è una novella scritta da Giovanni Verga nel 1878 e racconta la storia di un ragazzo dal carattere difficile, nato con i capelli rossi, dall'aspetto aspro e dalla voce rauca, che vive nelle campagne siciliane. Malpelo vive in povertà e lavora in una miniera di zolfo, dove si dedica con grande impegno alle sue mansioni. Nonostante il suo aspetto poco gradevole, si guadagna la stima dei suoi compagni di lavoro per la sua abilità e dedizione. Tuttavia, la sua vita cambia quando viene notato dal figlio di un ricco proprietario terriero, Ranocchio, che lo prende sotto la sua protezione e lo porta nella sua casa per lavorare come stalliere. Malpelo guarda con disprezzo l'abbondanza e la vita agiata dei ricchi, sentendosi sempre più emarginato e incompreso. La sua distanza dal mondo degli uomini del benessere aumenta quando viene a conoscenza delle pratiche sleali del padrone. Ranocchio scende in miniera per acquistare l'oro senza pagare i dovuti diritti, affermando che l'oro non c'era, ma questa pratica fu scoperta dallo stesso Malpelo. Il giovane verrà picchiato dallo stesso Ranocchio e costretto ad andare via. Nelle ultime scene della novella, Malpelo, dopo aver fatto una breve visita alla famiglia, entra nella miniera durante lo scontro tra i lavoratori e il padrone, ed in questa furia tutte le varie atrocità che gli uomini avevano fatto gli sembravano poco in confronto alla mortalità che si trovava intorno. Il racconto è caratterizzato da un forte realismo, inserendo nella storia la vita dei minatori dell'epoca, ma anche da un tema universale, come quello della lotta di classe, dell'antagonismo tra ricchi e poveri, tra chi vive nell'abbondanza e chi è costretto a lottare per sopravvivere. Inoltre, Grazie all'aspetto fisico strambo del protagonista, Verga affronta il tema della diversità e dell'incomprensione degli individui a causa del loro aspetto, spesso portando alla loro emarginazione sociale. TRAMA MASTRO DON GESUALDO Il Mastro Don Gesualdo" è un romanzo scritto da Giovanni Verga e pubblicato nel 1889. La storia si svolge nella città siciliana di Catania tra il 1820 e il 1836 e racconta l'ascesa sociale di don Gesualdo Motta, un giovane apprendista che diventa un ricco uomo d'affari. Don Gesualdo è un ragazzo molto dotato, ma di modeste origini, che lavora come apprendista nella bottega del vasaro don Pietro Milici. Don Pietro ha un carattere molto duro e severo con tutti i suoi apprendisti, ma in particolare con don Gesualdo, che è costretto a lavorare duramente per poter imparare il mestiere. Dopo anni di duro lavoro, don Gesualdo diventa un esperto vasaro e inizia a lavorare per conto proprio. Grazie alle sue capacità imprenditoriali, egli diventa presto uno dei più importanti vasari della città e riesce a fare grandi guadagni. Don Gesualdo decide quindi di sposarsi con la figlia di un ricco uomo d'affari, la sua grande passione di giovane, e, nonostante la forte disapprovazione dei suoi genitori, i due si uniscono in matrimonio. La vita di don Gesualdo sembra essere perfetta, ma l'ascesa sociale gli ha fatto perdere le sue umili origini e i suoi valori morali. Don Gesualdo diventa un uomo avido e ambizioso, pronto a fare qualsiasi cosa pur di diventare sempre più ricco e potente. Questo gli costa cara, perdendo il rispetto e l'affetto della moglie. Alla fine della storia, don Gesualdo, ormai vecchio e solo, si rende conto che la sua vita è stata vuota e priva di valori. Capisce che non ha mai avuto l'amore e il rispetto della sua famiglia e degli amici, perché ha sempre cercato solo il potere e il denaro. Il romanzo di Verga, ispirato alla vita del personaggio storico Luigi Capuana, mette in evidenza il tema dell'ascesa sociale, dell'avidità e della perdita dei valori morali. Don Gesualdo rappresenta l'ambizione e la cupidigia, la cui ricerca del successo condannerà alla solitudine e alla tristezza di una vita illusoria. TRAMA LA ROBA La roba" è una novella inclusa nella raccolta "Novelle rusticane" di Giovanni Verga, pubblicata nel 1883. La storia è ambientata in una piccola città della Sicilia e racconta la rivalità tra due famiglie per l'eredità di un vecchio podere. La trama ruota intorno alla figura di don Licodemo, un vecchio proprietario terriero che muore lasciando in eredità il suo podere a due famiglie: i Malavoglia e i Cipolla. I primi, composti da una vedova e i suoi figli, sono persone oneste e laboriose che vivono di pesca. I secondi, invece, sono una famiglia di commercianti disonesti che maltrattano i loro lavoratori e cercano di ingannare i Malavoglia per avere l'intera eredità. La storia si sviluppa attraverso una serie di eventi che portano alla progressiva rovina dei Malavoglia, costretti a vendere la loro quota del podere a causa delle lunghe battaglie per l'eredità e delle difficoltà economiche. I Cipolla, riusciti a ottenere l'intera proprietà, si ritrovano però con un terreno ormai esaurito e inutilizzabile. Tra i temi principali trattati in "La roba" ci sono la rivalità familiare, la lotta per la sopravvivenza e la critica alla società siciliana dell'epoca, dove la corruzione e la disonestà sembrano prevalere sulla moralità e sulla fatica del lavoro. Verga, infatti, grazie ad un linguaggio crudo e realistico, descrive la vita quotidiana degli abitanti del paese, evidenziando le difficoltà economiche e sociali che affliggono le famiglie più povere e la mancanza di solidarietà nei confronti di queste ultime da parte delle persone più abbienti.
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