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appunti di italiano su futurismo, svevo, pirandello e pascoli, Appunti di Italiano

Una breve biografia di Gabriele D'Annunzio e Italo Svevo, due importanti scrittori italiani del Novecento, e una descrizione delle loro opere più significative. In particolare, si analizzano le raccolte di poesie di D'Annunzio e il romanzo 'Una vita' di Svevo, con un focus sulla figura dell'inetto. Viene inoltre presentato un estratto del romanzo 'Le ali del gabbiano', che mette in luce le differenze tra i personaggi di Alfonso Nitti e Macario.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 18/01/2023

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Scarica appunti di italiano su futurismo, svevo, pirandello e pascoli e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! D’ANNUNZIO: Voleva scrivere 7 libri di poesie (“laudi”), ma si ferma alla fine del quinto: sono Maya (racconta un suo viaggio in Grecia, rendendolo mitico + si presenta come il nuovo Ulisse + paragone antico-moderno -> apprezzamento della modernità), Elettra (raccolta di poesie sulle città, con un confronto tra le città nel medioevo e quelle moderne), Merope (poesie sulle imprese coloniali in Libia), Asterope (poesie sulla prima guerra mondiale) ed Alcyone  Alcyone = raccolta di poesie che racconta l’estate dalla fine della primavera all’inizio dell’autunno. I soggetti sono la natura e l’amore, sono presenti temi decadenti come la metamorfosi panica (natura che si fa umana attraverso le voci + donna che si fa natura, diventando una ninfa), il vitalismo e il dionisiaco (lasciarsi andare ai sensi) Le poesie sono molto musicali ITALO SVEVO: VITA: Italo Svevo nasce nel 1861 a Trieste, che al tempo non faceva parte dell’Italia -> di lingua italiana, ma di cultura sveva, austriaca.  Aron Hector Schmitz era il suo vero nome: “Italo Svevo” è uno pseudonimo: “Italo” per “italiano”, “Svevo” per richiamare gli svevi asburgici. La sua famiglia asburgica era di agiata borghesia -> il fervore culturale di questi anni (-> la società capitalistica è al suo massimo sviluppo) dà la possibilità di crescere molto, ma c’è sempre il rischio di perdere tutto  Suo padre (un mercante) fa un investimento sbagliato e perde tutto -> Svevo conosce la miseria -> sarà la sua vera passione, la letteratura, a salvarlo Sposa una lontana cugina ricchissima, e diventa dirigente dell’industria del padre della moglie. I suoi primi romanzi sono “una vita” e “senilità”, nei quali riversa i suoi influssi letterari: la sua è una letteratura “fai da te”, non ha mai ricevuto una educazione letteraria. 1923 = anno di pubblicazione di “la coscienza di Zeno”: Svevo rappresenta un ponte esperienziale tra la letteratura italiana e quella tedesca (sa il tedesco per le sue origini). In particolare, è affascinato da Schopenhauer, e vede il mondo come una realtà fenomenica sotto al quale bisogna trovare il noumeno kantiano, il vero motore -> analogia con la psicoanalisi -> molto affascinato da Freud -> la coscienza di Zeno Conosce personalmente James Joyce -> questa parentesi dà importanza a Svevo (Joyce era molto conosciuto), che non aveva avuto fortuna letteraria, e gli dà forza per continuare a scrivere -> tra i due c’è la somiglianza del flusso di coscienza. Nei primi due romanzi di Joyce troviamo una narrazione eterodiegetica, ossia in terza persona: egli utilizza un processo associativo libero da vincoli razionali, facendoci entrare in un’area nuova, che prima era sconosciuta -> la libera associazione di idee -> Svevo coglie l’illogicità del nostro pensiero e dei sogni, che presentano un tipo di pensiero associativo, e intuisce che la nostra coscienza non segue un filo logico  Punto in comune con il modernismo letterario (come Joyce): egli supera il positivismo e apre alle pulsioni, all’inconscio Muore nel 1928 in un incidente in automobile LA FIGURA DELL’INETTO E “UNA VITA”: Svevo è un grande innovatore per la scelta e la raffigurazione dei suoi personaggi: il suo prediletto è l’inetto  L’inetto è un fallito, una figura ai margini della società che non viene considerato uomo  Nella coscienza di Zeno si parla così tanto dell’inetto che i confini tra questo e il superuomo sbiadiscono Nei suoi primi due romanzi, la figura dell’inetto è assimilabile a quella del contemplatore (Schopenhauer), che non vuole lottare, ma opposta a quella del lottatore, predatore che non pensa e si impone. In “una vita”, romanzo il cui titolo originale era “l’inetto”, il protagonista è Alfonso Nitti (alter ego di Svevo, molto simile a lui), un inetto che pensa troppo. Il suo rivale è Macario (dal greco “maxairos”, “felice”): egli è in qualche modo sempre felice, anche nella sua stupidità, vive e agisce senza pensare (-> lottatore). Non è un personaggio positivo: è rozzo e bruto, ma è felice perché non pensa Il romanzo si conclude con il suicidio di Alfonso, che è quindi anche uno sconfitto: non tutti gli inetti sono sconfitti, ma lui sì Messaggio dell’opera: il lottatore, per quanto fastidioso, esiste sempre Siamo solo nella prima fase del personaggio: Svevo lo sta preparando La figura di Alfonso Nitti otterrà più riconoscimento soprattutto dopo la prima guerra mondiale, quando l’essere fragili assume un nuovo significato T1: LE ALI DEL GABBIANO Il brano è incentrato sulle differenze tra Alfonso Nitti e Macario, e si apre con una considerazione sul motivo per cui Macario apprezzi così tanto la compagnia di Nitti: egli ritiene che l’attaccamento nei suoi confronti derivi dal modo in cui il suo debole carattere faccia emergere la superiorità dell’amico. Macario invita Alfonso per una gita sul suo piccolo yacht nel golfo di Trieste -> emergono i tratti peculiari dei contrapposti caratteri  Alfonso impacciato, terrorizzato e in balia delle onde  Macario a suo agio e sicuro di se, nonostante ci sia brutto tempo Macario fa considerazioni sulla natura, fa notare che muoiono più persone per paura che per coraggio Alla fine del viaggio, Alfonso è stremato -> Macario tenta di distrarlo mostrandogli il volo dei gabbiani, elegante e pacato -> esalta la forza di quegli animali, che pur privi di un grande cervello sono capaci di gettarsi in modo infallibile sulla preda  Macario svaluta l’intelletto e l’intelligenza, ritenendoli capacità inutili per sopravvivere  Alfonso chiede se lui stesso avesse delle ali -> Macario dice di sì, ma che le sue ali possono solo compiere “voli poetici” SENILITA’: Svevo scrive questo romanzo dopo “una vita”. Il protagonista è Emilio Brentani, una sorta di inetto (è inetto anche nell’essere intellettuale, è un falso intellettuale) il cui rivale è Balli. La trama è simile a quella di “una vita”, con diversi temi e intrecci, la differenza è che qui c’è anche una figura femminile, Angiolina LA COSCIENZA DI ZENO: opera pubblicata nel 1923, dopo vent'anni senza pubblicazioni -> nel frattempo, ci sono state la prima guerra mondiale e la nascita/crescita della psicoanalisi Fondamentale per Pirandello è anche il tema dell’assurdo, ossia del contrasto tra ciò che si propone e ciò che si è LA FOLLIA: Uno dei temi principali di Pirandello è la follia: ha avuto contatti diretti (che influenzano tantissimo le sue opere) con questo disturbo a causa della madre e il figlio: sua moglie impazzì dopo il 1903, anno in cui una miniera di zolfo dei Pirandello andò in rovina: il tenore di vita della famiglia si abbassò, e lei ebbe un esaurimento nervoso assurdo, impazzì. Pirandello convive dunque con una moglie pazza, e dal momento che la ama si rifiuta di portarla in una casa di cura: si arrenderà solo quando lei tenterà di uccidere la loro figlia. Anche il figlio di Pirandello diede all’autore un’esperienza diretta con la follia: dopo aver combattuto durante la prima guerra mondiale, e quando tornò soffrì di shell shock -> riuscì a superarlo, ma ci mise qualche anno.  Per questi motivi, Pirandello apprezza i matti -> indaga la follia e i folli (gli unici a non indossare maschere) senza pregiudizi IL FASCISMO: Da giovane, Pirandello si iscrive al partito nazionale fascista per motivi economici: voleva avere finanziamenti, ma odiava il fascismo Nel 1934 vince il premio Nobel per la letteratura -> dovrebbe fare un discorso di ringraziamento, e in questo, ovviamente, “ringraziare” anche Mussolini e il fascismo in generale -> si rifiuta di pronunciare il discorso -> grandissimo scandalo  Dopo questo fatto viene messo sotto stretta sorveglianza dell'ovra, l’organo vigilanza della repressione antistatale Quando (nel 1936) muore di polmonite, il regime non gli fa il funerale, e non fa comparire la notizia -> non è sepolto da nessuna parte perché le sue ceneri sono state disperse in mare. In generale Pirandello, l’“autore della risata amara”, non può andare d’accordo con la severità fascista, che sicuramente non prevede spazio per il riso TEMI PRINCIPALI: - concetto di maschera: tutti noi indossiamo delle maschere, per costrizione altrui o nostra -> ce le impone la società o ce le imponiamo noi per rispondere ai canoni della società. Anche durante lo stesso giorno, indossiamo varie maschere diverse - concetto di trappola: da quando nasciamo, siamo intrappolati -> la prima trappola che incontriamo è il nostro corpo, che invecchia e non corrisponde più a ciò che pensiamo di essere/vorremmo essere. Un’altra trappola è la famiglia, che ci opprime e ci impone aspettative (si vede con Belluca e Mattia Pascal). Altra trappola sono il lavoro e la burocrazia -> bisogna rispondere a certe aspettative Per Pirandello, la pazzia e la malattia mentale non sono fattori genetici, ma sono dovuti alle maschere (e anche alle trappole) che la società ci impone.  Queste fanno male alle persone, e non permettono di essere noi stessi e di vivere decentemente  allo stesso tempo però, se ci togliessimo tutte le maschere finiremmo in manicomio - concetto di vitalismo: è lo scorrere continuo della nostra vita interiore, l’insieme della vitalità e dei pensieri/immaginazione. È ciò che abbiamo e siamo dentro, senza maschere né trappole la società per Pirandello è “un'enorme pupazzata”, un teatro: siamo dei burattini  relativismo conoscitivo: la conoscenza di qualsiasi cosa è relativa -> non esiste nessuna verità assoluta -> frantumazione dell'io LE OPERE: IL FU MATTIA PASCAL (1904): pubblicazione del Fu Mattia Pascal, romanzo di successo Trama: Mattia Pascal è un uomo oppresso dalla trappola della famiglia, che è insopportabile, e da una misera condizione sociale. Ogni tanto, per fuggire da questa situazione, va a giocare al casinò di Montecarlo (abita in Liguria, è comodo) Un giorno, dopo l’ennesima lite con la moglie, va al casinò e vince, ma mentre torna a casa gli capita sottomano un giornale su cui c’è la notizia del ritrovamento del corpo di Mattia Pascal: la sua famiglia aveva riconosciuto il cadavere di un uomo annegato. Al posto di approfittare della liberazione dalla “forma” sociale per vivere senza maschere (errore secondo Pirandello, poi approfondisco), egli decide di crearsi una nuova identità, quella di Adriano Meis, che viaggia per l’Europa e poi si trasferirà a Roma. La sua vita però è complicatissima, non può fare quasi niente -> a malincuore, decide di tornare a Miragno e di confessare tutto, ma lì scopre che la moglie si è risposata e che è tutto cambiato. Può andare a trovare la sua tomba, che non è neanche sua Questo romanzo rivela il pensiero di Pirandello riguardo alle maschere e alle trappole: secondo lui non è un romanzo totalmente riuscito perché l'eroe non riesce ad essere “forestiere della vita” -> non riesce a togliersi tutte le maschere e le trappole di dosso Pascal fa due errori: in primis dalla trappola di essere Mattia Pascal (= identità) passa ad un'altra trappola, quella di essere Adriano Meis, che è ancora peggio. Poi, da Adriano Meis torna di nuovo ad essere Mattia Pascal.  SI INTRAPPOLA NELLE IDENTITÀ. UMORISMO (1908): è un saggio importante perché enuncia la differenza tra comicità ed umorismo: - Comicità: la comicità è l’avvertimento del contrario, ossia il rendersi conto che qualcosa è il contrario di ciò che dovrebbe essere. Esempio: una donna anziana troppo truccata per la sua età, che tenta di farsi giovane e bella -> la signora è il contrario di ciò che dovrebbe essere: questo ci fa ridere - Umorismo: l’umorismo è il sentimento del contrario, l’andare oltre l’apparenza, fare una riflessione sull’elemento comico che ci porta a capire che dietro a questo c’è sofferenza. Esempio: capire che quella donna, per esempio, si comporta così per tenersi stretto un amante più giovane di lei -> subentra la comprensione umana UNO, NESSUNO E CENTOMILA (1926): tutti noi siamo: - uno, perché siamo unici ed irripetibili (anche sui documenti) - nessuno, perché quando ci togliamo tutte le maschere di noi rimane solo il vitalismo, che è niente, perché non possiamo condividerlo con nessuno e quindi è come se non esistesse -> non c'è nessuno a riconoscerlo -> siamo nessuno quando siamo soli -> vitalismo inesistente e non riconosciuto - centomila, perché siamo tanti quante le nostre maschere trama: Vitangelo Moscarda entra in crisi perché si rende conto di avere il setto nasale leggermente storto -> non sa più chi è, e si rende conto di indossare molte maschere -> vuole togliersele tutte, rimanere senza maschere ed essere quindi libero In paese gli è stato affibbiata la fama di essere avaro -> quando è generoso, lo giudicano pazzo, perché non va incontro a ciò che ci si aspetta da lui a lungo andare, questo essere ritenuto pazzo lo porta a decidere di farsi rinchiudere in un ospizio per malati di mente da lui stesso finanziato -> fingendosi pazzo, può fare tutto ciò che vuole. MOSCARDA COME FORESTIERE DELLA VITA: Vitangelo Moscarda è forestiere della vita, perché è riuscito a liberarsi di tutte le maschere e le trappole che la vita gli aveva imposto (tranne il corpo)  essendo in un manicomio, poi, può fare tutto ciò che vuole  le persone veramente libere sono solo i matti, che non indossano maschere modi per essere forestieri della vita: - immaginazione = fuga dalla realtà - isolamento sociale - essere matti, ossia non giudicati della società -> è in realtà anche questa una maschera che ci si crea per essere liberi. (il suicidio non è contemplato perché è fermare il proprio vitalismo prima del tempo) NESSUN NOME: è la pagina che conclude il romanzo. Narrazione ambientata in un’aula di tribunale, Vitangelo è chiamato a deporre a favore di Anna Rosa. Dal momento in cui viene chiamato, inizia una lunga dissertazione sulla futilità del nome  tutti lo nominano ancora “Moscarda”, ma lui giunge alla conclusione di non riconoscersi in tale cognome  il nome è flatus vocis, non corrisponde a nulla gli uomini della sua civiltà hanno collegato al concetto di nome l’essenza della cosa stessa -> ribatte che per lui non è così  il nome si addice ai morti, ma lui non si sente morto  oggi vuole nascere albero, domani libro o vento -> non si riconosce in niente Vitangelo descrive poi il paesaggio che circonda il suo ospizio -> molto tranquillo e bello, ma lui lì muore comunque giorno dopo giorno  il suo compito è rinascere attimo per attimo, evitare che il suo pensiero gli rinfacci l’amara realtà, e reincarnarsi non in se stesso, ma in ogni altra cosa  accetta di non avere una identità -> in questo è diverso da Mattia Pascal LE NOVELLE: CIAULA SCOPRE LA LUNA È la storia di un minorato mentale abbastanza giovane il cui unico modo di esprimersi è fare “cra”: “Ciaula” in siciliano significa “cornacchia”. Egli lavora in una zolfara guidata da Cacciagallina. Tra gli operai c’è Zio Scarda, uomo anziano che lavora per mantenere la propria famiglia: suo figlio era morto in miniera per un’esplosione, durante la quale Zì Scarda aveva perso la vista da un occhio. Quest’occhio ora gli lacrima spesso -> può permettersi di piangere la morte del figlio senza che gli altri lo capiscano. Zì Scarda aveva preso Ciaula in simpatia, lo aveva portato a vivere con sé. Ciaula aveva paura della notte, perché non la capiva: non trovava il buio assoluto spaventoso, ma la notte, con un po’ di luce dovuta a luna e stelle, sì -> ha paura di ciò che non conosce + l’esplosione era avvenuta di notte. Il giorno della novella, c’era un lavoro extra da fare, portare fuori dello zolfo in più -> vanno Ciaula e Zì Scarda. Hanno finito di caricare, devono solo portare il carico in superficie -> Ciaula non ne vuole sapere, perché in lontananza vede la luce della luna, che gli fa paura. Zì Scarda lo spinge e lo incoraggia -> Ciaula esce. Quando vede la luna, ne rimane estasiato: Suo padre era uscito per andare al mercato, dove aveva comprato dei regali per i figli, e mentre stava tornando a casa muore per un colpo di fucile -> in paese, tutti sapevano chi fosse stato (era il rivale di Ruggero sul lavoro, che voleva il suo posto in tenuta, ad aver pagato due delinquenti per ucciderlo), ma nessuno voleva parlare, per non essere coinvolti nelle indagini -> omertà del popolo -> caso archiviato in fretta  Pascoli si vede arrivare davanti il carretto del padre con sopra il padre morto -> trauma insuperabile, ne rimane segnato a vita, gli blocca la crescita (molto disturbed)  In onore di questo fatto, scrive “X agosto”: scrive 10 come X perché è un simbolista - > è il simbolo della morte di un innocente (come Cristo) Anche nel resto della sua vita è circondato da morte: entro il 1876 muoiono la madre, una sorella e due fratelli -> queste morti fanno nascere in lui il culto per i defunti e l’ossessione per questi  La famiglia si ritrova in miseria e senza capofamiglia -> Pascoli riesce ad andare avanti grazie a delle borse di studio -> riesce ad entrare all’università di Bologna (in commissione c’era anche Carducci, che rimane impressionato dal suo talento) Durante la prima giovinezza, sviluppa il culto del nido -> culto della famiglia di origine: giura di essere per sempre fedele al nido (e lo sarà davvero) -> non avrà mai una famiglia  Rapporto morboso con le sorelle Ida e Maria -> le porta a vivere con sé: all’inizio, non sposate e mantenute, erano felici, ma dopo un po’ il loro rapporto inizia a farsi incestuoso dal punto di vista affettivo (si chiamano “mammina” e “papino” …) Quando inizia ad allungare le mani, Ida non lo sopporta più e sposa il primo che le fa la corte, per andarsene  Per Maria e Pascoli, questo è altissimo tradimento, la prendono malissimo: inizialmente pianificano un doppio suicidio, poi non lo fanno e iniziano, invece, a metter su famiglia assieme  Comprano tantissimi animali, che trattano come se fossero figli veri e propri (cane Gulì >>), sono sposati nella loro mente  Costruiscono il loro nido Decidono di rimanere vergini a vita -> Pascoli prova repulsione nei confronti del sesso (stessa sensazione di quando si parla di sesso con i genitori) -> è bloccato a 12 anni (anno della morte del padre) a livello mentale su alcuni argomenti (non tutti: è un professore universitario di successo)  accosta l’atto sessuale a segno di morte e distruzione. Quando una cugina di Pascoli dice che lo vorrebbe sposare, Mariù minaccia il suicidio 1891-1900: pubblica una raccolta di poesie intitolata “Myricae” (eco virgiliano alle bucoliche) -> la ripropone ogni anno ampliata -> qui ci sono le “poesie tipiche pascoliane” -> tutti i temi 1897: pubblica i “poemetti” = poesie lunghe con meno successo -> trattano temi sociali come l’immigrazione 1904: pubblicazione dei poemi conviviali 1903: pubblicazione dei canti di Castelvecchio = prosecuzione ideale delle Myricae, stessi temi + sono molto simili 1892-1904: vince ogni anno il primo premio al concorso di poesia latina di Amsterdam (più prestigioso d’Europa) -> la sua poesia latina è perfetta. verso la fine della sua vita diventa amico di D’annunzio -> lascia le sue posizioni socialiste per avvicinarsi al nazionalismo e all’interventismo  1911: “la grande proletaria si è mossa” = discorso con cui giustifica e promuove la guerra italiana in Libia -> è un discorso odioso e disonesto: non è lui, imita D’Annunzio CARATTERI: Pascoli è un decadente e simbolista: ha poco/niente del positivismo, ma quello che c’è è la precisione nella nomenclatura -> fu un ottimo botanico Concetto del poeta vate si trasforma nel concetto di POETA FANCIULLINO: il fanciullino è in grado di cogliere i messaggi del tutti perché non usa molta logica e razionalità, e si basa su sensazioni e immaginazione.  1897: scrive un saggio sul “fanciullino che è in noi”: questo deve rimanere, altrimenti non saremo più in grado di meravigliarci o di stupirci Riesce a fare poesia sugli elementi più umili -> crede nella dignità di tutti -> cerca di cogliere il sublime dalle piccole cose Tra tutti gli elementi ci sono legami segreti. Pascoli è socialista, ma mai militante -> ripudia la violenza Non è religioso dal punto di vista pratico, ma “segue” i vangeli, crede nei loro messaggi -> aiutarsi l’un l’altro pessimismo radicale: gli uomini sono destinati per natura all’infelicità, ma dice che la sofferenza è un elemento positivo, perché eleva gli animi Sostiene la necessità che ogni classe sociale rimanga dov’è: crede nell’immobilismo sociale  Se si tenta l’ascesa sociale, si ottengono disordini -> bisogna accontentarsi di ciò che si ha e di ciò che si è  È ipocrita, perché è socialista + è passato dall’essere povero all’essere ricco Tema della vita rurale come vita ideale -> la proprietà privata è sacra e va difesa fino alla morte, perché dà dignità e libertà TEMI: - Celebrazione della REALTA’ RURALE e UMILE, le piccole cose - PESSIMISMO: la vita è dolore e sofferenza (-> elemento positivo perché eleva gli animi) - MORTE, DEFUNTI, NIDO, ABBANDONO, SOLITUDINE, DOLORE, ANGOSCIA: temi che si trovano in tutte le sue poesie - Realtà densa di SIMBOLI da interpretare -> molte ANALOGIE STILE: è facile, semplice, usa più coordinate che subordinate, e la scrittura è spesso spezzata. Atmosfera spesso onirica e visionaria Usa la punteggiatura in modo insolito, per dare al lettore determinate sensazioni -> precorre gli ermetici Registro vario -> termini usati dal volgo + nomenclatura precisa + parole elevate Onomatopee + fonosimbolismo + sinestesie Talvolta, riproduce nelle sue poesie il ritmo delle poesie classiche per mezzo dell’accentazione -> è un classicista -> Esperto di Dante, Leopardi e Manzoni Titoli importanti
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