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Appunti di linguistica generale 1, Sbobinature di Linguistica Generale

Appunti completi delle lezioni di linguistica generale 1

Tipologia: Sbobinature

2019/2020

Caricato il 10/04/2020

yass025
yass025 🇮🇹

4.6

(44)

85 documenti

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Scarica Appunti di linguistica generale 1 e più Sbobinature in PDF di Linguistica Generale solo su Docsity! LINGUISTICA GENERALE – lezione 1 (CAP.11) Cos’è la linguistica? È lo studio scientifico del linguaggio Linguaggio  aspetto degli esseri umani che manifesta una doppia natura:  vi sono lingue diverse, frutto di un’evoluzione di cultura, storia, geografia… (definito socialmente);  è un fenomeno di carattere cognitivo: gli esseri umani, indipendentemente dalla lingua che parlano manifestano questa capacità cognitiva che li contraddistingue da tutte le altre specie viventi, per la ricchezza e la capacità espressiva *obiettivo del linguista è spiegare questa doppia natura del linguaggio Studio scientifico  il tipo di procedimento che si utilizza in linguistica è lo stesso che si utilizza in biologia, chimica, fisica (discipline empiriche che osservano il mondo così com’è), quindi basato sul metodo scientifico  insieme di intuizione e deduzione Linguistica vs grammatica  grammatiche normative, prescrittive che dicono come la lingua dovrebbe essere, quindi ciò che il parlante sa della sua lingua MENTRE la linguistica non si occupa di questo, ma di studiare come la lingua è, come si manifesta effettivamente e perché è così com’è (l’italiano dei parlanti) Esempio: italiano standard, sancito da accademia della Crusca & italiano effettivamente parlato che cambia da regione a regione Papere di Lorenz  Lorenz fu un biologo che si occupava di etologia (studio dell’ambiente in cui si sviluppano varie specie animali). Studiò diversi aspetti fondamentali per lo sviluppo delle specie animali, in particolare l’attaccamento del piccolo alla madre, importante per la sopravvivenza della specie. Senza la protezione e il nutrimento della madre, il piccolo non riuscirebbe a sopravvivere  importante che il piccolo riconosca la madre e si crei questo attaccamento. Il piccolo d’oca riconosce come madre la prima cosa che vede, a prescindere che sia un’altra oca, un animale differente o, appunto, un essere umano (imprinting). Esiste infatti una “finestra temporale” molto precoce entro la quale, subito dopo la nascita, il cervello degli esseri viventi è geneticamente predisposto a riconoscere gli esseri viventi che incontra come figure di riferimento e, quindi, a stabilire con esse un legame di attaccamento. Se in quella finestra di tempo l’attaccamento non si crea il piccolo non identifica più alcuna madre. - Predisposizione genetica in relazione con l’ambiente che porta un vantaggio per la specie - Si identificarono meccanismi analoghi di imprinting anche in molte altre specie animali e, seppur con delle differenze, anche negli esseri umani. Questo processo riguarda anche il linguaggio [manifestazione delle conoscenze linguistiche del parlante nativo]  gli esseri umani hanno tutti una predisposizione genetica innata a parlare e utilizzare il linguaggio. Ma i bambini impareranno la lingua dell’ambiente con cui si trova ad interagire (varietà linguistica) e vi è una finestra temporale (periodo critico) in cui deve avvenire quest’interazione dell’individuo con l’ambiente. Il bambino quando nasce non è “tabula rasa”, ma nasce già con questa predisposizione al linguaggio. Come si è notato ciò? Si è osservato (tramite lo studio dei movimenti del bulbo oculare e dell’energia di suzione) che i bambini a poche ore dalla nascita preferiscono e riconoscono uno stimolo linguistico rispetto a suoni non linguistici. (accade anche nella fase pre-natale) Infatti i suoni linguistici hanno caratteristiche di frequenza, di ampiezza particolari, caratteristicamente diversi da altri tipi di suoni. A pochi giorni di vita poi, sono anche in grado di identificare e preferiscono i suoni della lingua della persona che si occupa di loro, rispetto ai suoni linguistici di altre lingue  nascono con language acquisition device Gli stimoli ambientali devono pervenire entro una certa finestra temporale altrimenti la capacità biologica innata non si sviluppa. La finestra temporale si apre alla nascita e si chiude presumibilmente alla pubertà, dopodiché il con language acquisition device che abbiamo smette di funzionare. Esempi: - Bambina di Los Angeles che rimase dalla nascita ai 13 in isolamento, non riuscendo mai più ad apprendere il linguaggio - Sordi profondi che nascono in famiglie non segnanti: se non diagnosticati precocemente possono mancare di input linguistico Il linguaggio riguarda diversi fattori, ciascuno dei quali ha delle sotto-finestre che presentano un periodo critico diverso  esempio: la sensibilità ai suoni linguistici è la prima finestra che si apre ed è la prima che si chiude L’esistenza di questa finestra temporale emerge con chiarezza se confrontiamo  ACQUISIZIONE  bambini che imparano una lingua nativa - Il bambino impara la lingua rapidamente, senza bisogno di insegnamento esplicito - Non sono sensibili all’insegnamento esplicito  i bambini ignorano le correzioni - Se si insiste troppo sulle correzioni, queste possono avere effetti controproducenti - I bambini fanno pochi errori e la tipologia di errori che faranno i bambini è ben nota - Si sa anche quando smetteranno di fare tali errori - Nonostante il tipo di input a cui il bambino è soggetto, cambia appunto da bambino a bambino, alla fine la lingua parlata è uniforme  povertà dello stimolo - 3-5 parlano perfettamente la lingua madre, arricchiscono solo il lessico  APPRENDIMENTO  non-bambino che impara una seconda lingua - L’insegnamento esplicito è fondamentale - Un parlante adulto farà un certo tipo di errori - L’apprendimento della seconda lingua è molto più specializzato, se non veniamo a contatto con un certo tipo di input non lo impariamo - Processo lungo e faticoso, dove lo stimolo è importante Ogni bambino ha tempi diversi per l’acquisizione, e l’apertura e la chiusura delle sotto-finestre varia da soggetto a soggetto  MA non varia mai la sequenza con cui i vari aspetti della lingua vengono acquisiti, non cambiano da una lingua all’altra Bilinguismo  essere entrati in contatto molto precocemente (input) con due lingue e non 1  entrambe diventano lingue native LINGUISTICA GENERALE – lezione 2 (CAP. 1-2) Tre caratteristiche importanti del linguaggio:  Discretezza  è analizzabile in sotto-unità es: C A N E analizzabile come una sequenza di suoni che si distinguono gli uni dagli altri perché hanno limiti precisi  Doppia articolazione  dal suono si passa al significato es: TAVOLO è sì una sequenza di suoni, ma non è casuale, perché a “TAVOLO” corrisponde il suo significato  Ricorsività  capacità di generare infinite frasi semplici (es. "Tizio dorme", "Caio mangia la zuppa", "Piove"), e possibilità teoricamente illimitata di incassare frasi dipendenti (es. "[Sempronio compra la casa [che ha fatto il muratore [che viene dal paese [che è nella valle [che è bagnata dal fiume [che nasce dal monte [dove mia nonna raccontava [che ...]]]]")  Si potrebbe potenzialmente proseguire all’infinito (competenza), ma nella pratica solitamente si arriva ad un massimo di livello 3 (esecuzione).  Il fatto che il linguaggio sia ricorsivo (abbiamo una competenza che non corrisponde all’esecuzione) è una proprietà della nostra mente, la quale struttura il linguaggio in un certo modo  noi sappiamo della nostra lingua molte più cose di quelle che vediamo effettivamente Lingua scritta  la usiamo in quanto comoda, ma non è oggetto di studio della linguistica. o la grafia è una convenzione che si è cristallizzata nel corso dei secoli o è conservativa  cambia meno rapidamente della lingua parlata o non è nemmeno oggetto dell’acquisizione del linguaggio da parte dei bambini o sorge dalla necessità di assegnare un nome ai suoni linguistici, e utilizzare un simbolo che non sia ambiguo. es: AGLIO ci sono 5 lettere ma i suoni sono 3 Tutto ciò riguarda il sistema di trascrizione dell’ipa, NON E’ l’analisi fonologica dei suoni Due proprietà dei suoni importanti (tramite diacritici):  Lunghezza vocalica  si rappresentano nella trascrizione solo i foni lunghi, che nella tradizione IPA vengono marcati dal crono (diacritico consistente in due punti [:]) posto alla destra del simbolo del fono. Se un fono non è esplicitamente marcato come lungo, vuol dire che è breve. (esempio: CANE & CANTO  in “cane” la vocale sarà [a:])  Accento  l’accento di una parola di indica ponendo un apice prima della sillaba tonica (esempio: CAPI’TANO & ‘CAPITANO) FONOLOGIA ↓ Studia suoni che creano significati diversi e cerca di spiegare perché danno significati diversi  non tutti i suoni servono per creare significati diversi (sono distintivi di significato) Restrizioni fonotattiche  non tutti i suoni possono essere combinati liberamente (esempio: la sequenza PR può apparire sia a inizio parola che in mezzo alla parola; la sequenza opposta RP, può apparire in mezzo alla parola ma mai ad inizio parola) Vi sono consonanti ammesse a fine parole (N – L - (D) – R); mentre ad esempio V non appare mai a fine parola. Coppie minime  In fonologia, una coppia minima è una coppia di parole di una stessa lingua, in cui la differenza di un solo suono (segmento) è sufficiente a individuare significati diversi. (esempio: vado/rado + pollo/bollo) Non tutti i suoni dell’italiano entrano in coppie minime  suoni che troviamo in fonetica ma non fonologia (quest’ultima ci dice come combiniamo i suoni in modo da dare dei significati)  I suoni dell’IPA sono annotati tra parentesi quadre [p];[b]  trascrizione fonetica dei segmenti  FONI  es: casa  [‘ka:za]  I suoni che sono distintivi di significato (quindi entrano in coppie minime), oltre ad essere foni sono anche FONEMI  i fonemi sono trascritti con le barre  /p/;/b/  Suono è chiamato “fono” per quanto riguarda le sue proprietà fonetiche (produzione, trasmissione, recezione suono); viene chiamato “fonema” per quello che concerne le capacità di associazione di suono-significato (distintivo di significato) QUINDI un fono distintivo di significato è anche un fonema, quindi dà luogo a coppie minime LINGUISTICA GENERALE – lezione 5 (CAP. 4) Vi sono foni che non danno luogo a coppie minime, quindi NON sono anche fonemi  coppie non distintive di significato 1. La polivibrante velare italiana [r] e la r ovulare (r moscia, come quella francese) [R] non danno luogo a coppia minima, in quanto in italiano non esiste parola che cambia di significato mettendo [r] oppure [R]  ho un fonema /r/ che può avere 2 realizzazioni foniche ([r] o [R])  è una variante libera  posso scegliere liberamente quale “r” usare 2. La nasale alveolare [n] di MANI e la nasale velare [ŋ] di ANCA non danno luogo a coppia minima, in quanto in italiano non esiste parola che cambia di significato mettendo [n] oppure [ŋ]  ho un fonema /n/ che può avere 2 realizzazioni foniche diverse ([n] o [ŋ])  NON è una variante libera  non riesco a pronunciare “mani” articolando [ŋ] e viceversa con “anca”  sono in DISTRIBUZIONE COMPLEMENTARE  la scelta di quale allofono usare è definito dal contesto in cui compare QUINDI l’articolazione della nasale si assimila (processo di assimilazione) al punto di articolazione del fono che segue  PROCESSO FONOLOGICO  In “anca” il suono che segue “n” (ovvero k) è velare e di conseguenza andrà ad influenzare il suono di “n”  In “mani” il suono che segue “n” (ovvero i) è nella posizione più anteriore possibile 3. Le alveolari [s] sorda e [z] sonora, sono foni che non danno luogo a coppia minima, in quanto in italiano non esiste parola che cambia di significato mettendo [s] oppure [z]  ho un unico fonema /s/ che può avere una realizzazione sonora o una realizzazione sorda  NON è una variante libera  la scelta di quale allofono usare è definito dal contesto in cui compare  QUINDI si assimila (processo di assimilazione) alla sonorità del fono che segue  In “rosa”, [s] è seguito da “a”, vocale sempre sonora  [s] avrà di conseguenza una realizzazione sonora  In “rospo”, [s] è seguito da “p”, consonante sorda  [s] avrà di conseguenza una realizzazione sorda Quando si realizza la situazione di 2 foni e 1 fonema, i foni si chiamano ALLOFONI  questi suoni della lingua quindi realizzano uno stesso fonema Nelle parole, la vocale accentata si allunga in sillaba aperta  ovvero sillabe che finiscono con vocale o sono composte solo da vocale si chiamano sillabe aperte  sono accentate e la vocale diventa lunga  Es: CONO  CO-NO, la “o” accentata è più lunga quindi con il crono VS CONTE  CON-TE, la “o” accentata non è più lunga in quando inserita in sillaba cons-voc-cons LINGUISTICA GENERALE – lezione 6 (CAP. 4) Opposizioni fonologiche – secondo rapporto con il sistema (Trubeckoj) Tale classificazione prende in considerazione da un lato l'insieme delle proprietà comuni ai due termini dell'opposizione, che viene chiamata "base di confronto" (ad es. il luogo di articolazione, la sonorità ecc.), dall'altro l'esistenza o meno nel sistema di un rapporto tra membri che sia equivalente. Per quanto riguarda la BASE DI CONFRONTO avremo:  Opposizioni bilaterali: la base di confronto è propria solo dei due termini della coppia oppositiva e non si presenta in nessun altro membro del sistema.  /p/-/b/  occlusive bilabiali sorda/sonora (sonorità). base: luogo bilabiale; modo occlusiva non esistono altre occlusive bilabiali, quindi non ci sono altri elementi che possono entrare in quest’opposizione  Opposizioni multilaterali: la base di confronto è comune ad altri termini del sistema.  /p/-/t/  occlusive bilabiale e dentale sorde (punto di articolazione) base: modo occlusiva; sonorità: sorda esistono altre occlusive sorde /k/, che è velare. Opposizioni fonologiche – secondo rapporto con i membri  Opposizioni privative: uno dei due termini della coppia oppositiva è caratterizzato dalla presenza di una proprietà, chiamata “marca”, l’altro ne è privo, e pertanto avremo un’opposizione “termine marcato-nonm marcato”  /p/ - /b/, non marcato-marcato  marca: sonorità  /d/ - /n/, non marcato-marcato  marca: nasalità  Opposizioni equipollenti: i termini della coppia oppositiva stanno su un piano di parità, non possedendo marche o termini graduabili  /p/ - /k/  bilabialità di /p/ equivale alla velarità di /k/ Opposizioni fonologiche – secondo validità distintiva  Opposizioni costanti: opposizione fonologica i cui termini sono distintivi di significato in ognuna delle posizioni in cui possono ricorrere  Opposizioni neutralizzabili: opposizione fonologica i cui termini sono distintivi di significato ma la cui validità viene sospesa in alcune posizioni  es: opposizione /e/ - /ɛ/  pésca - pèsca; vénti - vènti péscheria - péscheto; véntesimo – véntilato Tratti distintivi binari (Jakobson) Si riteneva che i fonemi fossero l’unità più piccola del linguaggio, ma in realtà vi sono delle componenti più piccole ovvero i tratti distintivi binari  proprietà che differenziano i suoni fra loro Il fonema è un’unità segmentale (cane, ha 4 foni che sono anche fonemi), ma sono ulteriormente scomponibili in proprietà (componenti primitive)  ogni segmento è definito dall’insieme di proprietà (fascio di tratti) che lo contraddistinguono Sono binari, visto che un suono linguistico può avere o meno una determinata proprietà Consentono di classificare tutti i fonemi (12 proprietà binarie)  classificare in modo esaustivo e univoco tutti i suoni dell’italiano  nessun suono è uguale ad un altro Tratti consonantici  Sillabico  caratterizza i fonemi che occorrono in posizione di nucleo sillabico (in italiano solo le vocali, infatti le consonanti per poter essere articolate hanno bisogno di una vocale)  elemento che può portare l’accento della parola  Consonantico  caratterizza i fonemi la cui articolazione implica un’ostruzione dell’aria  serve a distinguere le semiconsonanti che sono articolare senza ostruzione dell’aria (come le vocali)  Sonorante  suoni che si percepiscono molto bene e l’aria tende ad uscire abbastanza liberamente (vocali, semiconsonanti, le liquide e le nasali)  Sonoro  suoni prodotti con vibrazione delle corde vocali  Continuo  l’articolazione può essere protratta nel tempo (fricativi, sibilanti, nasali…)  Nasale  aria fuoriesce anche dalla cavità nasale  Stridente  suoni che hanno proprietà di frizione (da studiare)  Laterale  aria esce dai lati della lingua  Arretrato  lingua si alza verso il retro del palato  Anteriore  lingua si alza verso parte anteriore del palato  Rilascio ritardato  iniziano con un’articolazione occlusiva e terminano con un’occlusione fricativa (le affricate)  Coronale  l’articolazione coinvolge la corona dentale Tratti vocalici  Sillabico  posso portare accento sillabico  Arrotondato  prodotti con arrotondamento delle labbra  Alto  lingua in posizione alta  Basso  lingua in posizione bassa  Arretrato  lingua in posizione arretrata Esempio: quindi considerando “pare”, “bare” e “gare”  la coppia minima tra [p] e [b] che distingue per un solo tratto (tratto di sonorità); è diversa dalla coppia minima tra [p] e [g], in quanto queste invece differenziano per 2 tratti (tratto di sonorità e tratto di arretratezza)  coppie minime diverse Regole fonologiche Processo di assimilazione  Per punto di articolazione  Adeguo l’articolazione della consonante all’articolazione della vocale seguente o “Piango”  sia la [g] che la [o] sono caratterizzate dal tratto distintivo dell’arretratezza “Piangi”  sia la [g] che la [i] non sono caratterizzate dal tratto distintivo dell’arretratezza passo da un’arretrata ad un rilascio ritardato  il tratto di arretratezza è condiviso dalla vocale che segue, perché non si può cambiare l’articolazione della vocale dato che contribuisce al significato  Per sonorità  Adeguo la sonorità della consonante alla sonorità del fono che segue ,CA:POSTA’ZIO:NE L’accento principale risulta sulla “o” ma vi è un accento secondario sulla “a”  dal punto di vista fonologico ho 2 parole, quindi questo criterio si smentisce per le parole composte  [[capo]N[stazione]N]N  processo di composizione nome-nome  non siamo costruendo parole ma stiamo componendo parole complesse per giustapposizione gli elementi che sono autonomamente parole (infatti hanno accento) o [[giallo]A[canarino]N]A  processo di composizione aggettivo-nome Le parole composte sono definite sulla base di criteri sintattici  una proprietà importante dei composti è che per il plurale, dato “capo” è una parola autonoma, infatti diventa “capistazione” Derivazione ------> FAMOSO  che ha fama [[fam]Noso]A  non posso utilizzarlo in contesti dove è richiesto un nome, lo devo utilizzare dove è richiesto un aggettivo  le proprietà di questa struttura sono date dall’elemento che compare a destra [A], che mi dice dove e quando lo posso usare MA Composizione -------> Ripetendo lo stesso ragionamento per “capostazione”, sto parlando di un capo o di una stazione  la testa di un composto è invece a sinistra, che mi dice dove e quando posso usare la parola Anche in “giallocanarino” la testa è sempre a sinistra o Nella maggior parte dei composti con le preposizioni, queste precedono la testa del composto (SOTTOSCALA), eccezioni sono per esempio BUTTAFUORI MA Ci sono dei composti che fanno eccezione a questa regola  [[porta]V[lettere]N]N il risultato della composizione non è dato da nessuno dei due elementi, infatti è una persona che porta le lettere Quindi nei composti dove c’è un verbo, la testa del composto non si riconosce immediatamente LINGUISTICA GENERALE – lezione 9 (CAP. 5) In italiano vi sono anche alcuni infissi, ovvero elementi che a differenza dei suffissi e dei prefissi, non vengono aggiunti alla radice della parola, ma inseriti all’interno della radice stessa; inoltre veicolano il significato della parola  esempio: mangiucchiare Processi di composizione  i composti che NON hanno una testa all’interno (portalettere)  ESOCENTRICO  composti che HANNO una testa all’interno (capostazione)  ENDOCENTRICO  questi composti nella maggior parte dei casi, hanno la testa a sinistra ma vi sono delle eccezioni dove la testa è a destra: o gentiluomo  deriva dal francese o scuolabus  calco dell’inglese o terremoto  arriva dal latino Processo di flessione La flessione aggiunge alla parola di base informazioni relative a genere, numero, persona… Esempi: bello  bella ; bello  belli Flessione dei composti  pag. 144 Lezione 9 - (CAP. 7) SINTASSI  studia come le parole possono essere combinate tra loro per dare luogo a frasi Frase  ciò che viene identificato tale da un parlante nativo (nozione cognitiva), ciò perché il linguaggio è ricorsivo (non posso fare un inventario delle frasi dell’italiano)  “Tutti i ragazzi corrono” è considerata una frase dell’italiano e ha un significato  in italiano vi è la proprietà per cui “tutti” può apparire anche in altre posizioni  è lo stesso dire “I ragazzi corrono tutti” ORDINE DELLE PAROLE NON APPARE RILEVANTE  Per formare una negazione in genere si aggiunge “non” davanti al verbo  “Tutti i ragazzi non corrono” MA in questo caso spostando “tutti” non si ottiene una frase col significato equivalente  “I ragazzi non corrono tutti” significa che alcuni ragazzi stanno ancora correndo ORDINE DELLE PAROLE E’ RILEVANTE Fenomeno di portata  l’ordine delle parole è rilevante per il significato Chomsky  nozione di giudizio del parlante – 1957 “Idee verdi e incolori dormono furiosamente” È una frase dell’italiano, ma completamente incoerente dal punto di vista semantico  i parlanti hanno delle intuizioni sull’ordine delle parole e sui modi in cui esse vanno a costituire delle frasi che è indipendente dalla interpretazione che possiamo assegnare alla struttura risultante  la grammaticalità di una frase è indipendente dal suo senso Una frase ha quindi due proprietà:  L’ordine delle parole  Significato che attribuiamo alle parole messe in quell’ordine LINGUISTICA GENERALE – lezione 10 (CAP. 7) Il linguaggio è l’insieme degli aspetti cognitivi, biologici e gli aspetti di carattere culturale Le frasi sono strutture in cui sto parlando di un soggetto e gli sto attribuendo delle proprietà  fatte da soggetto e predicato, quindi sono PREDICATIVE (asserzioni  frase che servono per dare delle informazioni) Gianni [SOGGETTO] ha detto che Maria è partita [PREDICATO] Una frase quindi è ben formata quando ha un soggetto ed un predicato, ma ci sono diverse eccezioni:  Frasi con soggetto nullo  es: dorme; piove; è arrivato Gianni; sembra che Maria sia partita  lingue che possono avere una struttura del genere (soggetto nullo o soggetto post verbale) sono l’italiano, lo spagnolo, il portoghese  AL CONTRARIO in inglese, francese e tedesco è sempre necessario un soggetto preverbale (it rains)  differenza puramente lessicale o Si considera che le frasi del primo caso hanno un pronome nullo, realizzato foneticamente come uno zero, chiamato PRO (es: pro dorme)  la struttura soggetto-predicato, in virtù del fatto che esista il soggetto nullo, viene quindi mantenuta (vedi struttura iniziale frasi lezione 11/11) LINGUISTICA GENERALE – lezione 11 (CAP. 7) Costituente/sintagma  sono le unità di base della sintassi Queste strutture predicative sono tutte organizzate attorno al verbo  SINTAGMA VERBALE [vedi appunti del 18/11] LINGUISTICA GENERALE – lezione 12 (CAP. 7) [vedi appunti 25/11] Dato un costituente di un certo tipo esiste sempre una categoria che lo ha proiettato  se c’è una testa di categoria N, questa proietterà un sintagma nominale, ovvero una proiezione massimale dello stesso tipo  data una proiezione massimale di un certo tipo ci sarà una testa corrispondente [es: dato un NOME ci sarà un SINTAGMA NOMINALE] Dato un elemento di categoria (testa) X (nome, verbo, aggettivo, preposizione), ci sarà un costituente di tipo X. Non è quindi possibile avere dei costituenti senza una testa corrispondente MA tuttavia il costituente frasale (F) sembra non identificarsi in una testa || Nella frase “Maria ha salutato Paolo”, salutato è l’elemento verbo, mentre ha è l’ausiliare che esprime i tratti flessivi del verbo  l’ausiliare è quindi considerato come elemento autonomo e proietterà il suo costituente  quindi la flessione (l’ausiliare), categoria I (inflection), proietta il costituente rimasto “F” che corrisponde ora a SI MA Di conseguenza sorge un problema nel disegnare l’albero della frase [[MariaN]SN [haFLESS salutatoV PaoloN]SV]SFLESS In tutte le lingue vi sono gli elementi articolo-TESTA-complemento, il cui ordine in italiano è questo, ma nelle altre lingue può variare. La ricorsività è caratteristica della parte a destra della testa, al contrario della parte sinistra, dove al massimo si può aggiungere qualche aggettivo (NB i quantificatori, come “quasi” sono considerati aggettivi e identificano esattamente ciò di sui sto parlando)  le due parti non sono simmetriche Gli alberi sono al massimo strutture binarie, non state eliminate quelle ternarie [vedi rappresentazione corretta di “quasi sotto al tavolo”] Se due elementi sono asimmetrici significa che si trovano a livelli diversi e si rappresenta con il costituente intermedio di 1° livello SCHEMA X-BARRA (pag 176-180)  Soggetto e predicato sono connessi dalle proprietà di flessione del verbo (dai tratti flessivi), ovvero l’ausiliare MA se l’ausiliare non c’è? LINGUISTICA GENERALE – lezione 13 (CAP. 7) [vedi appunti 02/12] La lettura gerarchica dell’albero (dall’altro verso il basso) è comune a tutte le lingue  specificatore attaccato ad un nodo che si trova più in alto a quella a cui è attaccato il complemento La lettura della precedenza (asse orizzontale) varia da una lingua all’altra  mangiato la mela vs la mela mangiato LINGUISTICA GENERALE – lezione 14 (CAP. 2-3 Cecchetto) [vedi appunti 09/12]
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