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Analisi Sintattica delle Frasi: Soggetto, Predicato e Costituenti, Appunti di Linguistica

SintassiAnalisi testualeLinguistica applicataLinguistica teorica

Una introduzione alla sintassi delle frasi, inclusi concetti come soggetto, predicato, costituenti e analisi in costituenti immediati. Viene inoltre discusso come analizzare una frase e i ruoli semantici di agente, paziente, esperiente, beneficiario, strumento e destinazione. Il documento include anche una breve discussione sui ruoli sintattici e semantici di soggetto, predicato verbale e oggetto (o complemento oggetto).

Cosa imparerai

  • Come si distinguono le frasi esclamative dalle altre?
  • Che cos'è una frase?
  • Che ruoli semantici esistono e quali sono i ruoli principali?
  • Che ruoli svolgono soggetto, predicato verbale e oggetto (o complemento oggetto) in una frase?
  • Che sono i costituenti immediati e come possono essere analizzati?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 21/12/2022

federica-paleari-1
federica-paleari-1 🇮🇹

4.5

(4)

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Scarica Analisi Sintattica delle Frasi: Soggetto, Predicato e Costituenti e più Appunti in PDF di Linguistica solo su Docsity! CAPITOLO 4 + APPUNTI LEZIONE LINGUISTICA Sintassi A differenza degli altri termini dei diversi livelli di analisi della linguistica che risalgono all’800, il termine sintassi ha un’origine antica, si trova già presso i grammatici grechi dell’epoca alessandriana del II,III sec. d.C. La sintassi dal greco (syntaxis, syn insieme + taissen ordinare), il livello di analisi che studia come si combinano tra loro le parole e come si strutturano nelle frasi. Sintassi come parte della grammatica che regola la formazione e la struttura delle frasi e dei loro costituenti. La frase è l’unità di misura e di base per la sintassi all’interno della lingua, come la nozione di parola è difficile da definire il suo significato, infatti esistono innumerevoli definizioni della frase, in grammatica tradizionale come l’espressione di un pensiero compiuto.  In maniera approssimativa, possiamo identificare una frase con una predicazione ossia un’affermazione riguardo a qualcosa, l’attribuzione di una qualità o di un modo d’essere o d’agire a un’entità, o in termini più tecnici l’assegnazione di una proprietà a una variabile o di una relazione fra più variabili: Gianni è alto per es. è una predicazione, attribuisce a Gianni la qualità chiamata altezza  La predicazione è tipicamente associata ai verbi e ad ogni verbo autonomo corrisponde una frase  Un eccezione a quanto detto prima sono le frasi nominali (frasi senza verbo): buona, questa torta È un messaggio autosufficiente, contiene una predicazione pur non contenendo un predicato verbale Le parole si combinano in frasi secondo rapporti e leggi strutturali, a volte complessi, il compito di studiare ciò è della sintassi. Una frase può essere costituita anche da più predicazioni: mi sorprende/che tu non mi abbia chiamato prima= frase semplice (privilegiata dal parlato) Simone mangia una mela e beve un bicchiere di latte, subito dopo esce in giardino= frase complessa formata da tre frasi semplici , sono frasi tra loro coordinate, privilegiate nello scritto. Una frase semplice, contiene una predicazione che viene detta preposizione, che coincide con una predicazione (altro termine indicato per indicare una frase semplice è clausola dall’inglese clause). Spesso le frasi non vengono realizzate come unità isolate ma si combinano in sequenze strutturate in periodi (sintassi del periodo). Le proposizioni si combinano per coordinazione o subordinazione:  Coordinazione: le proposizioni sono accostate senza che ci siano relazioni di dipendenza, sono sullo stesso livello gerarchico, prive di relazione gerarchica  Subordinazione: le proposizioni sono legate da un rapporto gerarchico di dipendenza Le frasi subordinate o protasi: sub. Relative avverbiali argomentali completive interrogative indirette oggettive soggettive oblique se il modo del verbo è finito (indicativo, congiuntivo, condizionale) si ha una subordinata esplicita. Se il verbo non è finito (gerundio, infinito, participio) si ha una subordinata implicita. Relative: modificano un costituente nominale della frase. Sono subordinate che hanno sempre un nome (o un pronome) come testa. Se aggiungono in formazioni cono dette realative appositive, se lo delimitano sono relative restrittive. Analisi in costituenti immediati: Esistono modi diversi per rappresentare schematicamente l’analisi di una frase nei suoi costituenti: diagrammi o grafi ad albero, boxes, parentesi, parentesi indicizzate o etichette ecc. Il metodo di rappresentazione più diffuso e utile è quello degli alberi etichettati, che meglio permette di rendere visivamente la struttura della frase sia nel suo sviluppo lineare sia nei rapporti gerarchici che si instaurano fra i costituenti. Un albero è un gfrafo costituito da nodi da cui si dipartono rami, a ogni ramificazione si individuano i costituenti immediati sottostanti. La ramificazione è sempre binaria (davanti a un nodo ci saranno sempre due rami). E’ un rappresentazione mediante indicatori sintagmatici, nell’esempio sottostante l’indicatore sintagmatico della frase è Gianni legge un libro. Un altro esempio: F SN SV POSS N V SN AUS PP ART(DET) SN N AGG Mio cugino ha comprato una macchina nuova Poss= possessivo Aus= ausiliare PP= participio passato Det= determinante Agg= aggettivo Il determinante è una categoria che può comprendere gli articoli, gli aggettivi dimostrativi e anche altri elementi, riconosciuti come appartenneti in una stessa classe in base alla loro distribuzione, cioè del fatto che compaiono sempe nello stesso contesto ossia parole funzione che si trovano davanti ad un nome per determinare il referente indicato dal nome stesso. Gerarchie delle strutture sintattiche: Sintagmi: l’analisi in costituenti immediati individua tre diversi sottolivelli di analisi sintattica: sottolivello delle frasi, dei sintagmi e delle singole entrate lessicali (=parole). Il più importante tra questi per quanto riguarda il funzionamento della sintassi è il livello dei sintagmi (o gruppi). Il sintagma è la minima combinazione di parole individuabile in una frase che funzioni come unità della struttura frasale. I sintagmi sono fatti di parole, costituenti ultimi della sintassi. I sintagmi sono costruiti attorno a una testa, sulla cui base vengono classificati e da cui prendono il nome. Testa è la calsse che rappresenta l’elemento minimo che da solo possa fungere da sintagma, se viene eliminato, il gruppo di parole perde la sua natura sintagmatica. 3. CRITERIO DELL’ENUNCIABILITà IN ISOLAMENTO: un sintagma deve poter costituire un enunciato da solo, se considerato in isolamento o in risposta a una domanda. 4. CRITERIO DELLA COORDINABILITà: se dei sintagmi sono dello stesso tipo ( sono tutti SN, SV ecc.) possono essere coordinati, con inserimento congiunzione e. Un sintagma può contenere al suo interno altri sintagmi e a sua volta può far parte di un sintagma più ampio: Es. Funzioni sintattiche: La prima fondamentale classe di principi è interna alla sintassi stessa, dipende dalle reggenze del verbo: si tratta delle funzioni sintattiche. Le funzioni sintattiche riguardano il ruolo che i sintagmi assumono nella struttura della frase, i sintagmi nominali possono valere da soggetto o (complemento) oggetto, i sintagmi preposizionali da oggetto indiretto o da complemento, i sintagmi verbali possono valere da predicato. Es: la mia collega giorgia ha ricevuto un premio di consolazione Le tre funzioni sintattiche fondamentali: Soggetto= tradizionalmente definito come chi fa l’azione Predicato verbale= tradizionalmente definito come l’azione Oggetto (o complemento oggetto)= tradizionalmente definito come chi subisce l’azione A queste si aggiungono numerosi complemeni: specificazione (la zia di Gianni), termine (chiamato anche oggetto indiretto : ho dato un libro a gianni), di mezzo o strumento (battere il chiodo col martello), modo o maniera (procedere con lentezza), argomento (discutere di investimenti), tempo (di notte tutti i gatti smebrano neri), stato in luogo (sto in casa), altri complementi di luogo, moto a luogo (andare a milano), moto da luogo (tornare dal mare) e secondo termine di paragone (Gianni è più alto di Carlo) ecc. Le funzioni sintattiche vengono assegnate a partire da schemi valenziali (o struttura argomentale) di ciascun verbo, che determina il numero e la natura degli argomenti (necessariamente richiesti per saturare una data valenza), che ciascun predicato verbale può reggere. Classi di valenza verbale, i verbi possono essere: 1. Verbi monovalenti: richiedono un solo argomento, di solito sono i verbi transitivi e di solito reggono il soggetto : es. camminare, ridere e piangere (implicano una sola entità, qualcuno che cammina o pianga) 2. Verbi bivalenti: richiedono due argomenti, di solito reggono il soggetto e il complemento oggetto es. lodare guardare e interrogare ciòè implicano due argomenti a due posti, qulacuno che lodi o interroghi e qulacuno che venga lodato o interrogato. 3. Verbi trivalenti: richiedono tre argomenti (verbi di dire e di dare): spedire, regolare, dare, mandare, consegnare, chiedere, annunciare (implicano che  Provenienza: entità dalla quale un’entità si muove in relazione all’attività espressa dal predicato Luisa preleva dei soldi dal conto  Dimensione: entità che indica una determinata estensione nel tempo, spazio, massa Luisa pesa cento chili  Comitativo: entità che partecipa all’attività svolta dall’agente Luisa ha discusso la tesi col professore Anche per i predicati cioè per iverbi possono essere distinti diversi ruoli semantici come processo (trasformare, fiorire, invecchiare), azione (correre, picchiare), stato (esistere) ecc. Sono verbi passivizzabili solo i verbi transitivi (leggere, perdere, dare, portare), verbi che reggono un complemento oggetto e sono trivalenti, vengono chiamati ditransitivi. Mentre i verbi non passivilizzabili sono intransitivi (camminare, lavorare, arrivare, cadere). All’interno della classe dei verbi intransitivi si distinguono anche sulla base della selezione del verbo ausiliare che ammettono o richiedono (e di altre proprietà), le due sottoclassi dei verbi cosiddetti inaccusativi, quelli che richiedono coem ausiliare essere (arrivare, cadere) e ddei verbi cosiddetti inergativi, richiedono come ausiliare avere (camminare, lavorare). Struttura pragmatico-informativa: Dal punto di vista del valore con cui le frasi nel loro complesso possono essere usate nella comunicazione, e di ciò che il parlante vuol fare producendole si distinguono in 5 tipi di frasi: 1. Frasi dichiarative: fanno un’affermazione generica neutra che può avere più valori specifici: Luisa va a Milano 2. Frasi interrogative: che pongono una domanda marcate in italiano dall’intonazione o da parole particolare chi, che cosa…, richiesta di informazioni: dove è andato Gianni? 3. Frasi esclamative: esprimono un’esclamazione, danno una coloritura pragmatica alla frase, marcate anch’esse dall’intonazione: Gianni è andato in ufficio! 4. Frasi imperative o iussive: esprimono un ordine, istruzione ecc e sono marcate da forme verbali quali l’imperativo, il congiuntivo, l’infinito preceduto da una negazione: Gianni va in ufficio! 5. Frasi ottative o desiderative: esprimono un desiderio, un auspicio, marcate dalla posizione iniziale del verbo al congiuntivo, da fatti intonativi o da elementi introduttivi come un che o un se: se Luisa andasse a Milano, che Luisa vada a Milano. Tema e rema: un’importante distinzione fra la parte della frase che identifica e isola qualcosa sul quale verte l’affermazione e la parte della frase che rappresenta l’affermazione fatta, l’informazione fornita: cioè fra tema e rema. Il tema o topic è ciò su cui si fa un’affermazione, l’entità attorno al quale si predica qualcosa, il tema indica e isola il dominio per cui vale la predicazione. Il rema o comment è la predicazione che viene fatta, l’informazione che viene fornita a proposito del tema. In Luisa va a Milano, Luisa è il tema e va a Milano è il rema Il tema non sempre coincide con il soggetto, prefribilmente il tema occupa la prima posizione: importanza cruciale di chiarire subito l’argomento del discorso. Una funzione della costruzione passiva è quella di promuovere l’oggetto e farlo diventare tema: l’eroe ha acciuffato il malvivente> il malvivente è stato acciuffato dall’eroe In linea di principio ogni frase ha una parte rematica ma possono esistere frasi anche senza un tema come prendi la valigia! Dato e nuovo: un’opposizione che spesso viene considerata corrispondente a tema e rema è dato e nuovo: distinzione relativa al rapporto tra le informazioni veicolate dalla frase, il contesto precedente e le conoscenze condivise tra emittente e ricevente. Dato è l’elemento della frase da considerare noto, che si può considerare noto a tutti i partecipanti dello scambio comunicativo o perché precedentemente introdotto nel discorso, o fa parte delle conoscenze condivise. Nuovo è l’elemento portato come informazione non nota. Questo problema lo risolveremo dopo > elemnto precedentemente introdotto nel discorso Gianni viene con noi al cinema> entità nota agli interlocutori (parte conoscenze condivise) Il tema è frequentemente costituito da informazione data, mentre il rema contiene l’informazione nuova Nelle frasi normali non marcate, soggetto, agente e tema tendono spesso a coincidere sullo stesso costituente frasale, quello in prima posizione. Es. un gatto insegue il topo, un gatto è sia soggetto, agente e tema mentre il topo è oggetto, paziente e parte del rema In conclusione, possiamo allora analizzare sintatticamente una frase secondo quattro diverse prospettive, quattro punti di vista che interagiscono fra loro e ci permettono di comprendere appieno, in tutti i suoi aspetti la struttura della frase:  La prospettiva configurazionale, relativa alla struttura in costituenti  La prospettiva sintattica propriamente detta relativa alle funzioni sintattiche  La prospettiva semantica, relativa ai ruoli semantici  La prospettiva pragmatico-informativa, relativa all’articolazione in tema/rema ed eventualmente in dato e nuovo ecc. Es. Gianni corre, avremmo:  Gianni corre SN+SV  Gianni corre AGENTE+AZIONE  Gianni corre SOGG+PRED VERB  Gianni corre TEMA+REMA Al di sopra dell’unità frase c’è un altro livello di analisi della sintassi, che può essere chiamato il livello dei testi. Dal punto di vista linguistico un testo è definito come una combinazione di frasi (costituita da almeno una frase) più il contesto in cui essa funziona da unità comunicativa. Per contesto si deve intendere sia il contesto linguistico, cioè la parte di comunicazione verbale che precede o segue il testo in oggetto, sia il contesto extralinguistico, la situazione specifica in cui la combinazione di frasi è prodotta. Il contesto linguistico è specificamente chiamato cotesto. Questo è l’ambito della linguistica testuale o pragmatica linguistica. Vi sono elementi e fenomeni appartenenti alla struttura sintattica di una frase il cui comportamento non è ne spiegabile né descrivibile, se non uscendo dalla sintassi della frase e facendo riferimento al cotesto. È questo il caso della pronominalizzazione, cioè l’impiego e il comportamento dei pronomi, in particolare dei pronomi nominali. Es. il cane abbaia. Maria si affaccia alla finestra. Lo vede tutto infuriato… È impossibile spiegare l’interpretazione di “lo” se si rimane nella struttura sintattica ma bisogna riferirsi al cotesto precedente, che ci permette di recuperare che il pronome “lo” riprende il cane. Fenomeni di questo tipo, che per interpretarli è necessario fare riferimento al cotesto linguistico precedente si chiamano anafore (dal greco ana indietro, e phero portare). Mentre il fenomeno contrario per cui si fa riferimento al contesto linguistico seguente si chiama catafora. Le anafore e catafore individuano elementi coreferenti, cioè che rimandano ad un’identica entità designata. I pronomi oltre ad avare valore anaforico o cataforico possono anche avere un valore deittico, quando per la loro interpretazione bisogna far riferimento al contesto situazionale, col termine deissi, proprietà di far riferimento a cose o elementi presenti nella situazione extralinguistica e in particolare nello spazio e nel tempo in cui essa si situa. Es. non posso identificare a cosa si riferisca “tu” o “ieri” senza far riferimento a un contesto situazionale, senno può essere qualunque giorno ieri. Tre tipi principali di deissi: 1. La deissi personale: codifica il riferimento al parlante, all’interlocutore e alle terze persone e che ha come centro il parlante stesso. Esprimono deissi personali i pronomi personali (io, tu, lui,lei,noi,voi,loro ecc.), le persone verbali e i possessivi (mio,tuo,suo ecc.) 2. La deissi spaziale: codifica le posizioni delle entità chiamate in causa rispetto al luogo in cui si trovano i partecipanti all’interazione. Esprimono questo tipo di deissi i dimostrativi (questo, quello ecc.), avverbi di luogo (qui,qua, là ecc.) verbi come andare e venire ed espressioni come a destra, a sinistra, in alto, dal lato opposto ecc. fra queste deissi vi sono due sottoclassi:  Deittici prossimali che indicano prossimità, vicinanza rispetto all’origine del riferimento saziale, cioè chi sta parlando (questo, qui ecc.)  Deittici distali indicano invece distanza, lontananza da chi parla (quello, là ecc.) 3. La deissi temporale: specifica la localizzazione degli eventi nel tempo rispetto al momento dell’enunciazione, espressa da avverbi come oggi, ieri, domani, adesso, subito ecc. dai tempi verbali e dai sintagmi come dieci anni/due mesi, fra tre settimane ecc. Molti di questi elementi in particolare i pronomi personali e dimostrativi possono essere anaforici o cataforici. Molte delle espressioni deittiche, in particolari temporali, possono essere tradotte in una corrispondente non deittica e viceversa es. ieri= il giorno prima, dieci anni fa = dieci anni prima. Vi è inoltre la deissi sociale per designare gli elementi allocutivi, usati per codificare le relazioni sociali fra i partecipanti all’interazione. Es. i pronomi tu e loro. Un altro tipo di fenomeno può essere spiegato superando i confini delle singole frasi, si chiama ellissi, consiste in una frase la mancanza o omissione di elementi indispensabili per dare luogo a una struttura frasale completa e che sono ricuperabili per l’interpretazione della frase dal contesto linguistico. Per es. di coppie domanda-risposta, in cui la risposta è ellittica, data dall’immediata recuperabilità degli elementi omessi: dove vai? A casa, dove il frammento a casa è automaticamente integrato nella struttura frasale fornita dalla frase precedente (vado) a casa. Si nota ad es. che l’italiano a differenza delle altre lingue è una lingua a soggetto nullo (ossia il soggetto io nella frase precedente può essere omesso, infatti senza soggetto la frase sembra lo stesso ellittica). Un ruolo rilevante nella strutturazione dei testi e non riportabile alla sintassi frasale è ricoperto dai segnali discorsivi, elementi estranei alla struttura sintattica della frase che svolgono il compito di esplicitare l’articolazione interna del discorso es. allora, senti, guardi, così no?, insomma, cioè, sai, infine, basta ecc. Meccanismi anaforici e segnali discorsivi conferiscono a conferire coesione al testo, una serie di collegamenti al di là dei confini delle singole frasi.
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