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Sociologia del Suicidio e Devianza Sociale secondo Max Weber: Solidarietà e Religione., Appunti di Sociologia

Teoria delle Relazioni SocialiSociologiaAntropologiaPsicologiaTeoria sociale

Una panoramica della teoria sociologica di Max Weber sul suicidio come fatto sociale, la divisione del lavoro sociale e la solidarietà, la religione come espressione della società e la sociologia 'comprendente'. Vengono discusse le teorie di Weber sulla devianza sociale, il protestantesimo e il capitalismo, le controculture e le sottoculture, le teorie sociologiche della devianza e la socializzazione primaria. Inoltre, vengono presentate le classi sociali e i ceti sociali secondo Weber, la teoria liberale dell'industrialismo, la teoria di Sorokin e la teoria di Lipset e Zetterberg. una ricca base di informazioni per chi sta studiando sociologia, antropologia o psicologia.

Cosa imparerai

  • Che classi sociali distingue Weber?
  • Come Weber descrive la solidarietà meccanica e organica?
  • Che teorie sociologiche discute il documento riguardo alla devianza sociale?
  • Che argomenti tratta il documento riguardo alla teoria di Max Weber?
  • Come Weber descrive la socializzazione primaria?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 10/10/2022

anna-bordiga
anna-bordiga 🇮🇹

4.2

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Scarica Sociologia del Suicidio e Devianza Sociale secondo Max Weber: Solidarietà e Religione. e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! SOCIOLOGIA GENERALE REGOLE GENERALI  Esame: scritto diviso in due: sociologia e statistica;  Durante le lezioni faremo esercizi insieme, che saranno uguali all’esame come forme;  In presenza: 8 domande in un’ora; a distanza: 4 domande (2 e 2) in 30 minuti (4 minuti in più di solito);  Sociologia: libro serve, anche libro di statistica Lezione 1 – 22/02/21 Tutti abbiamo un’idea di cosa sia la società  senso comune  idea grossolana di come stanno le cose che ci permette di muoverci nel mondo quotidianamente. Sociologia, in quanto studio scientifico della società, è un passo avanti rispetto al senso comune  applicare teorie e strumenti per capire come funziona la realtà. Non c’è per forza della verità nella scienza, semplicemente stanno su due piani diversi. Parliamo di teorie  interpretazioni del mondo. Interpretazione non è mai neutrale, ma la nostra teoria viene analizzata attraverso dati fissi. Lo studio sistematico dei gruppi umani e della vita sociale nella società moderna  quella di oggi, quella di prima  comunità. La sociologia si occupa dello studio delle istituzioni sociali  le diverse forme di assetti socialmente organizzati che si trovano in ogni società. Istituzione sociale  costituiscono la struttura sociale, cioè i mattoni della società. La sociologia cerca di capire come queste diverse istituzioni sociali funzionano, come si relazionano tra loro (come famiglia influenza rendimento scolastico). Inoltre, la sociologia si occupa di descrivere e spiegare le forme di disuguaglianza, deprivazione, conflitto che caratterizzano quasi tutte le società. Lezione 2 – 25/02/2021 La sociologia come scienza della società Sul concetto di scienza:  La conoscenza e la ricerca della verità  Forme del conoscere: fede e ragione  Ragione logica e ragione empirica: deduzione e induzione  Valori di verità della conoscenza empirica: leggi e regolarità  Il metodo: ipotesi e verifiche intersoggettive (=aperte al giudizio degli altri) Sul concetto di società:  Legami tra esseri umani … sviluppati in base a credenza e rappresentazioni culturali (non istinto)  Si sviluppa con l’inizio della modernità  superamento epoca del Medioevo (scoperta USA). Le persone non vivevano ancora in una società come la intendiamo oggi  più semplice capire cos’era.  Interazioni tra esseri umani: dirette – indirette, organizzate – non org; consapevoli e non, antagoniste... (le nazioni, la famiglia);  SOCIETAS: forme sociali nate da un “contratto”, oppure per consolidamento di legami personali (le coop., il mutuo soccorso, il gruppo di amici);  CIVITAS: un territorio di riferimento, autonomia e indipendenza (la società italiana, quella europea..)  Società: comprende sempre: o Almeno tre persone (oltre la diade = coppia)  permette la formazione di maggioranza il terzo + coppia ambiente chiuso; o Un sistema di interazioni; o Condivisione di un tratto culturale. Origini della sociologia  Filosofie sociali e dottrine politiche  Separazione tra Stato e società civile (Adam Ferguson. 1767): società come prodotto dell’interazione tra gli uomini  August Comte: dall’approccio “positivo” al positivismo  Karl Marx: dalla filosofia del conflitto alla prassi politica  Dall’età antica… alla modernità  Conoscenza: da autorità ad esperimento o L’osservazione metodica dell’esperienza come strumento per arrivare alla verità;  Rivoluzioni: economiche e politiche: o 1750 ca. Rivoluzione industriale: dalle campagne alla città; dalla sussistenza alla crescita (idea di progresso) o Rivoluzione francese: legittimità, potere, uguaglianza, diritti Modernizzazione  È un processo sociale complesso che coinvolge ogni aspetto della società (economia, politica, amministrazione, famiglia, religione)  È un processo (non necessariamente lineare) che procede verso un modello di società (la società moderna) fondato sulle acquisizioni della Rivoluzione industriale e della Rivoluzione francese  Industrializzazione, urbanizzazione, burocrazia, nazionalizzazione, divisione del lavoro sociale Esiti:  Mutamento come condizione normale; o La società non può più essere data per scontata o Svincolo destino individuale dalla nascita  Conflitti: problema dell’ordine o Cosa tiene insieme la società? o Il conflitto è inevitabile? o La lotta di classe l’idea di mutamento  Società statica: o La vita di una famiglia contadina (nella società agraria) nell’800 non differiva in modo essenziale da quella di una analoga famiglia di duemila o tremila anni fa; o Ogni società in realtà muta, la differenza è di ordine temporale;  Società dinamica o Oggi il mutamento è molto rapido. Nascita della sociologia  Si può dire che la sociologia nasca anche come forma di risposta (scientifica) alla domanda circa il mutamento della società;  È solo quando la società cambia (profondamente, in ogni suo aspetto, in forma accelerata) che ci si rende conto della sua esistenza. O che esistono diversi tipi di società. Punti di vista fondamentali  Teorie del “sistema sociale” (orientamento olistico, ordine, struttura);  Forme della partecipazione sociale  si può essere parte di gruppi attraverso due forme:  Organizzazioni: gruppi progettati per raggiugere scopi limitati che si basano su regolamenti stabiliti per raggiungere alcuni limitati scopi, che si basano su regolamenti stabiliti e in cui la partecipazione dei soggetti è strumentale (lavoro in cambio di denaro)  Associazioni: gruppi progettati per raggiungere alcuni limitati scopi, che si basano su regolamenti stabiliti e in cui la partecipazione dei soggetti è volontaria, libera e gratuita (elezione). La burocrazia  Per Weber la forma moderna di organizzazione è la burocrazia basata su principi universalistici e di razionalità Caratteri distintivi:  Una divisione stabile e specializzata di compiti  il burocrate fa 1 cosa, non 10. Grande differenza con la società non specializzata  tutti sapevano fare tutto  Una struttura gerarchica, con una catena di comando ben definita  Competenza specializzata per ogni posizione  Remunerazione in denaro per le prestazioni effettuate  Secondo Weber, la burocrazia è il modo più efficiente per affrontare le richieste della complessa società moderna, in quanto si fonda su un’organizzazione razionale, dove potere e controllo sono esercitati sulla base della conoscenza e della competenza.  Weber non si confronta con la sua esperienza quotidiana, ma con l’evoluzione della storia  come funziona la società nei secoli precedenti e come funziona la nostra società adesso che è complessa ed è fondata sull’organizzazione molto razionale.  Ma lo studio empirico delle organizzazioni indica che spesso questo principio è disatteso e la burocrazia non è né efficace né efficiente. Alcuni modelli teorici tentano di spiegare la deriva della burocrazia:  Formalismo burocratico (Merton)  Gochi di potere (Crozier) Merton: formalismo  La struttura burocratica esercita una pressione constante sul funzionario affinché sia metodico, prudente, disciplinato.  Il funzionario tende quindi a sviluppare una deformazione professionale: i regolamenti, concepiti come strumenti per raggiungere certi scopi, diventano per lui dei fini in se stessi.  Seguire le regole diventa più importante che ottenere risultati.  Questo ostacola la capacità di adattamento alle situazioni particolari, non previste nei regolamenti generali.  Es: reddito di cittadinanza per poveri  devono dimostrare di essere poveri, con ISEE  i poveri non sanno come si fa, quindi funzionario non può dare loro reddito. Burocrazia dice  compila il modulo e aspetta, nel frattempo il povero non mangia.  Formalismo  si rimane legati alla procedura burocratica piuttosto che alla sostanza delle cose  Crozier: giochi di potere  Nelle organizzazioni esistono relazioni di potere, definite come la possibilità di interferire sul comportamento di altri, al di là di quanto previsto dall’organizzazione  Infatti, il comportamento di ciascuno non è mai perfettamente previsto e visibile: ogni incertezza nella regolamentazione comporta un certo potere discrezionale di chi svolge un ruolo.  Questo potere discrezionale può essere usato per contrattare la propria partecipazione nell’organizzazione o I privilegiati cercheranno di conservare le fonti di incertezza alla base del loro privilegio o I danneggiati cercheranno di sottometterle a controllo La società civile  Si tratta di una conquista della ‘modernità’  Rappresenta uno spazio sociale occupato da libere associazioni diverse dalle istituzioni della società  In particolare, facendosi largo fra lo Stato e i gruppi ai quali si appartiene per nascita, come la famiglia (ascrizione) Alexis de Tocqueville (1805 - 1859)  La differenza tra l’Europa e gli Stati Uniti è il numero di associazioni presenti: o Gli abitanti degli USA imparano da piccoli che bisogna contare su sè stessi e, dunque, che ci si appoggia all’autorità pubblica solo quando ciò è indispensabile o Da questo spirito nasce una spinta ad associarsi per i fini più diversi: commerciali, politici, religiosi, letterari, ricreativi.  Le associazioni sono considerate un segno di vitalità della società e un antidoto contro un pericolo interno alla democrazia  sono un contributo per rendere più viva la socialità.  Quello che gli individui, resi uguali, con l’abolizione dei vecchi privilegi, legami e obblighi basati sulla famiglia e la comunità locale, diventino deboli nei confronti di uno Stato che ha accentrato i poteri si controllo. Liberalismo di Tocqueville  Ruolo degli individui dentro l’istituzione statale. La democrazia è più solida solo grazie allo sforzo volontario, non alla volontà dello stato.  Scopo delle istituzioni è proteggere la sacralità della persona/individuo  Uguaglianza di tutti gli individui. Lo Stato deve favorire la libera espressione di ciascuno.  Non ci può essere libertà senza democrazia, ma ci può essere democrazia senza libertà ( le ‘democrature’ di oggi … e la ‘dittatura della maggioranza’).  Il pericolo è il potere dello Stato (centralizzazione)  Ruolo dei ‘corpi intermedi’  Forme di autogoverno, specie locale.  Lezione 4 – 4/03 La cultura  La cultura è un sistema di conoscenze, valori, norme, modelli simboli… o Condivisi da una società o Interiorizzati dai suoi componenti o Trasmessi alle successive generazioni (Malinowski) Contenuti  Conoscenze, arti, scienze, tecniche…  Valori, orientamenti … (religione)  Norme ( conformità e devianza)  Modelli: di comportamento e di riferimento  Trasmissione  Segni e simboli ( comunicazione)  Processi (socializzazione, capire norme e regole che vigono  dentro sta educazione)  Come nasce la cultura?  Gli antropologi cercarono di capire le culture in Polinesia a partire dalla loro cultura europea. Dentro una cultura c’è sempre una Sottocultura (non è inferiore)  come i punk che nascono in Inghilterra conformista che cancella le differenze, è oppositiva; anche i cosplayer giapponesi rispondono a una cultura integrativa.  Controcultura, alternativa a quella maggioritaria  hippie sono una contro cultura perché oltre all’aggregazione attorno ad una moda culturale, c’è anche un modello di società completamente diverso, ad esempio l’economia —> mettono in comune stipendi e condividono le cose. Modalità di relazione tra diverse culture Sottoculture e controculture (1)  Sottoculture : gruppi sociali dotati di caratteri propri che si distaccano in parte da quelli della cultura più ampia di cui fanno parte (società complesse  segmenti);  La sottocultura è fondata su caratteri volontariamente perseguiti, come le scelte stilistiche, vestimentarie, musicali e comportamentali.  Controcultura : manifestazioni culturali di opposizione ideologica, inizialmente proprie di gruppi emarginati, generalmente giovanili, sviluppatesi a partire dagli anni Sessanta del Novecento con marcato carattere anticonformistico e con dichiarata avversione non solo alle manifestazioni della cultura ufficiale ma anche ad altri aspetti della vita e del costume della società. Etnocentrismo e relativismo culturale  Etnocentrismo: la tendenza a giudicare i membri, la struttura, la cultura e la storia di gruppi diversi dal proprio, con riferimento ai valori, alle norme e ai costumi ai quali si è stati educati (gerarchia)  Relativismo culturale: contrappone l’analisi delle singole culture, alla loro analisi comparativa finalizzata ad individuare l’esistenza di principi comuni;  Il riconoscimento della molteplicità culturale e delle differenze si traduce in un riconoscimento dell’importanza dei costumi (o della cultura) nell’organizzazione della vita e della società umana. Modelli:  Separazione / esclusione (GB)  Paese colonialista, i britannici hanno atteggiamento ancora più discriminatorio: il governo britannico ha sempre sostenuto l’autonomia delle comunità coloniali. Di per sé è un principio giusto che contiene l’autoregolazione di quest’ultime, per cui a casa loro fanno ciò che vogliono, basta che tengano sotto controllo l’ordine. Modello altrettanto fallimentare = riots.  Assimilazione / egemonia (FRA)  Assimilazione indica processo in cui qualcosa scompare, perdela propria identità. Francia paese colonialista = tante minoranze asiatiche e africane; aveva anche inventato i diritti durante la Rivoluzione francese. Avendo inventato diritti universali, si aspettava che tutti gli abitanti in Francia dovessero per forza accettarli perché sono universali e li ha inventati la Francia = la mia società è superiore. Discorso etnocentrico e anche relativistico: il rispetto della vita delle persone, al di là delle loro differenze, è un principio universalmente condivisibile = lo Stato deve imporlo a tutti. La vera integrazione è l’assimilazione perché noi abbiamo dei valori che sono i migliori. Risultato = rivolte francesi che scoppiano un anno sì e uno no. (Modello fallimentare)  Fusione (meltin pot)(USA )  In realtà i neri ancora oggi non sono inclusi, come anche in parte spagnoli o italiani.  Integrazione pluralistica ( multiculturalismo, ibridazione…)  Quindi, in particolari momenti o fasi storiche, l'ordine morale che regge l'impianto normativo si infrange, si scatenano comportamenti sregolati e la società stessa rischia la disgregazione. Le istituzioni sociali  Abbiamo già visto come nascono le istituzioni  il risultato, la sedimentazione, di relazioni sociali consolidate  come i mattoni che compongono un edificio: le istituzioni nel loro insieme, costituiscono quella peculiare configurazione che noi definiamo società.  Ogni configurazione (ogni società) è però caratteristica, diversa da altre.  La diversità è culturale(la civiltà occidentale...).  Nelle scienze sociali per istituzione si intendono modelli di comportamento che in una determinata società sono dotati di cogenza normativa  Se per organizzazione si intende un insieme coordinato di risorse umane e materiali, per istituzione si intende l‘impianto di regole che rende possibile tale coordinazione.  Rispetto al linguaggio comune, il concetto sociologico di istituzione assume un significato più ampio  tutti i modelli di comportamento e non solo quelli che si manifestano in apparati e organizzazioni (dai tabù ai matrimoni, al linguaggio).  Rispetto al linguaggio comune, il concetto sociologico di istituzione assume un significato più preciso  affinché un modello di comportamento possa essere considerato un’istituzione, è necessaria la presenza di un elemento normativo in qualche misura vincolante  Non bastano regolarità ripetute (consuetudini, abitudini) per avere istituzioni. Il processo di istituzionalizzazione  Le istituzioni sono quindi sistemi di regole.  È possibile interpretare il processo di definizione delle norme in istituzioni come se seguisse uno schema evolutivo(si tratta di una interpretazione).In questo modo le istituzioni si possono ordinare lungo un continuum, a seconda del grado di istituzionalizzazione raggiunto.  Il grado di istituzionalizzazione di un sistema di regole  dipende da: o Le forme flessibili o rigide del controllo sociale che ne garantiscono l’osservanza. o Il grado di informazione in merito alla loro esistenza che ne hanno gli attori coinvolti. o Il grado di accettazione di tali regole da parte della società nel suo complesso. o Il tipo e l’intensità delle sanzioni che premiano la conformità o puniscono la trasgressione. o Il grado di interiorizzazione nei codici morali individuali. o Il grado in cui le norme vengono di fatto osservate oppure no. Integrazione del sistema sociale  Ogni sistema sociale per esistere deve soddisfare quattro requisiti fondamentali (schema AGIL): o (A) adattare i mezzi ai fini  funzione economica o (G) raggiungere i propri fini  funzione politica o (I) regolare le transazioni tra le sue parti (ordine)  funzione normativa o (L) mantenere nel tempo i propri orientamenti di fondo  funzione della riproduzione biologica e culturale  Alle varie funzioni corrispondono istituzioni diverse, anche se molte istituzioni svolgono una pluralità di funzioni: o Sottosistema economico (A) o Sottosistema politico (G) o Sottosistema normativo (I) o Sottosistema culturale (L) Evoluzione dei sistemi  Le istituzioni, come ogni prodotto dell’attività umana, hanno una durata temporale.  Nella dinamica si possono distinguere due tipi fondamentali di processo (mutamento): o le istituzioni nascono, si sviluppano e muoiono per effetto di processi spontanei, non intenzionalmente voluti e prodotti dalle azioni di individui e gruppi identificabili  effetto di composizione o emergente. o Oppure, tali eventi e processi sono imputabili alla volontà specifica di qualche attore.  La vita e il mutamento delle istituzioni dipende dalla loro capacità di rispondere efficacemente alle sfide che provengono: o Dall’ambiente esterno  fattori di mutamento esogeni. o Dall’ambiente interno  fattori di mutamento endogeni.  Due tipi di risposta strategica alle sfide ambientali: o una risposta “rigida”, tendente a conservare l’identità e l’integrità dell’istituzione di fronte alla turbolenza interna o esterna. o una risposta “flessibile” in grado di modificare la propria struttura interna, di ridefinirei confini con l’ambiente e quindi l’identità stessa dell’istituzione. Lezione 5 – 11/03 Norme e devianza  devianza: ogni atto o comportamento di una persona o di un gruppo, che viola le norme di una collettività e che, per questo va incontro a qualche forma di sanzione il contesto socio – culturale  la devianza non è una proprietà di certi atti o comportamenti, ma una qualità che deriva dalle risposte, definizioni e significati attribuiti a questi dai membri di una collettività (o dalla grande maggioranza di questi.)  Durkheim (1893)  cosa tiene insieme la società?  “non bisogna dire che un atto urta la coscienza comune perché è criminale, ma che è criminale perché urta la coscienza comune. Non lo biasimiamo perché è un reato, ma è un reato perché lo biasimiamo”.  ci racconta in maniera molto precisa il contesto sociale e determina che è un atto deviante, a parte i casi molto rari dell’atto deviante che è determinato dalla risposta della società. Cosa vuol dire che un atto si qualifica in base allo spazio e tempo deviante? Es. 1. Gonna corta 50 anni fa- costumi e le abitudini di carattere vestamentario, moda che era ritenuto decente o non – cambiato nel tempo 2. Gonna corta – nel paese islamico La devianza è una qualità che ha a che vedere con la definizione che un contesto sociale dà 1-10/11. Tutto può essere concesso a meno che non sia punito o vietato. Concezione relativistica  Ogni atto (opinione…) viene giudicato/sanzionato in relazione al contesto socioculturale in cui ha luogo  Un comportamento considerato deviante in un paese, in una determinata società o contesto sociale può essere, invece, accettato e considerato positivamente in un altro. Approcci allo studio della devianza  Biologico  Psicologico  Sociologico Teorie biologiche Queste teorie riconducono i comportamenti devianti alle caratteristiche fisiche e biologiche degli individui Cesare Lombroso  I criminali possono essere identificati da alcune caratteristiche anatomiche  Il “delinquente nato” ha in genere la testa piccola, la fronte sfuggente, gli zigomi pronunciati, gli occhi mobilissimi ed errabondi, le sopracciglia folte e ravvicinate, il naso torto, il viso pallido o giallo, la barba rada.  Per lui i giovani moralmente malati erano contadini poveri (maggior parte della popolazione nell’800/900). Trova una corrispondenza tra fisicità e criminalità, ciò si dimostrerà falso col tempo. William H. Sheldon  Ci sono tre tipi fondamentali di costituzione fisica, alle quali corrispondono personalità diverse (c’è una correlazione statistica): o Endomorfo  Fisico: ossia piccole, arti corti, grasso, pelle morbida e vellutata.  Temperamento: visceretonico =socievole, accomodante e indulgente con se stesso o Mesomorfo  Fisico: tronco imponente, torace robusto, gran massa di muscoli, ossa solide  Temperamento: somotonico = attivo e dinamico, irrequieto, aggressivo, energico, instabile o Ectomorfo  Fisico: magro, fragile, delicato, ossa piccole, spalle curve  Temperamento: cerebrotonico = introverso, ipersensibile, nervoso, soffre di insonnia e di allergie. Teorie sociologiche  Cause sociali e/o culturali spingono o attraggono l’individuo verso atti devianti o criminali  Le principali teorie sociologiche sono o Teoria della tensione o Teoria del controllo sociale o Teoria della subcultura o Teoria dell’etichettamento o Teoria della scelta nazionale Teoria della tensione  Importanza del concetto di anomia, mancanza delle norme sociali che regolano e limitano i comportamenti individuali  La devianza e la criminalità sono il risultato di tensioni strutturali e della carenza di regolazione morale all’interno della società  Devianza primaria: quando la violazione di una norma, di una pratica, di una regola viene ignorata o non riconosciuta e la persona che l’ha infranta non si considera un deviante (es. passare con il rosso, fumare occasionalmente marijuana, etc)  Devianza secondaria: quando la violazione di una norma, di una pratica, di una regola viene riconosciuta e resa pubblica e la persona che l’ha infranta è etichettata e trattata come deviante. Teoria della scelta razionale  I sostenitori di questa teoria considerano i reati come risultato non di influenze esterne, ma di un’azione intenzionale adottata attivamente dagli individui.  Secondo questa prospettiva, i soggetti sono esseri razionali che scelgono intenzionalmente di violare le norme e perseguire i propri interessi  Chi trasgredisce la legge va incontro a vari tipi di costo: o Esterni pubblici: le sanzioni legali inflitte dallo stato e le conseguenze negative che queste hanno sulla reputazione sociale o Esterni privati: i “costi di attaccamento”, che derivano dalle sanzioni informali degli “altri significativi”, dalle loro critiche, dalla loro condanna o Interni: che nascono dalla coscienza ( dalle norme interiorizzate), che fa provare al trasgressore sensi di colpa e vergogna Interpretazione sociologica  In ogni società la conformità alle norme viene mantenuta attraverso l’uso o la minaccia di sanzioni  Le sanzioni si distinguono in: o Positive: ricompensano chi rispetta la norma o Negative: puniscono chi non rispetta la norma o Formali: applicate da specifiche autorità, a ciò preposte o Informali: reazioni più spontanee e meno organizzate o Severe o lievi: in relazione al livello di gravità dell’infrazione.  Grandi differenze vi sono e ci sono state, fra le varie società, riguardo al tipo di sanzioni usate contro i trasgressori delle norme: o Sistema della faida (cioè della vendetta da parte della vittima del reato o della sua famiglia) o Espulsione dalla comunità o Pene corporali o Sanzioni pecuniarie o Pena detentiva o Pena capitale Lezione 6 – 15/ 03 Socializzazione La trasformazione dell’essere biologico in un essere sociale, caratterizzata da uno specifico modello culturale della realtà. Ci rende parte della società. il modello culturale sono quegli occhiali con cui guardiamo la realtà, varia da cultura a cultura.  Comporta l’integrazione o l’adattamento degli individui in varie strutture e relazioni sociali (classe, famiglia, reti sociali, scuola, ambiente di lavoro)  Si esplica nel trasferimento intergenerazionale di valori culturali, sistemi simbolici e norme sociali  La socializzazione è il complesso processo attraverso il quale l’individuo diventa un essere sociale, integrandosi in un gruppo sociale o in una comunità: o È un processo o Un processo di apprendimento di norme e di valori o Ciò che viene trasmesso è una cultura Ogni società deve assicurare la propria continuità nel tempo, deve sopravvivere. La risposta flessibile è quella che riesce a portare avanti la società modificandosi un po’ ma mantenendo i suoi caratteri fondamentali; la risposta rigida è quella che rifiuta i cambiamenti. Accettare i cambiamenti = sapersi adattare e saper affrontare il cambiamento. La società si difende da fuori ma deve coltivare i suoi membri in qualche modo —> attraverso questo processo (che si concretizza in istituzioni, pratiche). È necessario, quindi, che essa disponga di pratiche e istituzioni, atte a trasmettere almeno una parte del patrimonio culturale che ha accumulato nel corso delle generazioni. La socializzazione è lo strumento attraverso il quale il patrimonio culturale della società viene appreso dagli individui. Un processo di apprendimento  Nel mondo animale (biologia), azioni e comportamenti sono trasmessi perlopiù per via genetica, attraverso un cospicuo bagaglio istintuale  A partire da geni e istinto, gli animali acquisiscono conoscenze che andranno a sostanziare azioni e comportamenti  Il mondo umano invece ha bisogno di un lungo periodo di apprendimento, l’istinto non è sufficiente. La trasmissione della cultura  patrimonio culturale: l’insieme dei valori, norme, atteggiamenti, conoscenze, capacità, linguaggi che consentono alla società di esistere, di adattarsi al suo ambiente esterno e di modificare a sua volta se stessa e il suo ambiente  socializzazione: è il processo mediante il quale i nuovi nati diventano membri della società la visione classica  la socializzazione primaria  la socializzazione secondaria  le agenzie educative e formative (famiglia, scuola, mass media e ambiente di lavoro) la socializzazione primaria  l’insieme dei processi volti ad assicurare all’individuo la formazione delle competenze sociali di base  avviene durante i primi anni di vita fino al raggiungimento dell’età scolare  lo sviluppo del bambino nel contesto della classe sociale, della vita familiare e della scuola  competenze sociali di base: o Acquisizione di un livello di competenza comunicativa ossia la capacità di usare il linguaggio per scambiare informazioni con gli altri membri. o Sviluppo della capacità di entrare in relazione con gli alitri, scambiando affettività, prestazioni, risorse che consentono lo sviluppo di legami sociali e di forme di cooperazione indispensabili all’esistenza stessa della società. La socializzazione secondaria  Insieme dei processi di formazione delle competenze specifiche richieste dall’esercito dei vari ruoli sociali. Si svolge dall’età scolare, per tutto il corso della vita.  Competenze sociali specifiche: quelle che consentono agli individui di svolgere ruoli particolari e comportano la capacità di usare linguaggi e di disporre di conoscenze condivise soltanto da coloro che sono coinvolti nell’esercizio di tali ruoli. Le prime fasi della socializzazione  Per quanto ogni percorso sia assolutamente individuale, è possibile fissare alcune fasi tipiche del processo di socializzazione primaria: o Attaccamento affettivo o Reciprocità del rapporto adulto-bambino o Determinazione di modelli o regole di comportamento  Le modalità e gli esiti di una fase condizionano modalità ed esiti della successiva. Attaccamento affettivo Si sviluppa un rapporto carico di affettività tra la madre, dispensatrice di soddisfazioni, e il bambino, che manifesta ‘attaccamento’ nei suoi confronti in un rapporto di totale dipendenza. Molte ricerche hanno dimostrato che, se questo rapporto è positivo, il bambino sviluppa fiducia nell’ambiente in se stesso, maggiori capacità di apprendimento e autonomia. In caso contrario, si ha un arresto o comunque un rallentamento delle capacità comunicative, motorie, affettive. Reciprocità dell’interazione bambino-adulto Il rapporto che intercorre tra genitore e bambino è una rapporto dialettico.  Determinazione di regole o modelli di comportamento: nell’interazione tra adulto e bambino si vengono a stabilire delle regole, attraverso un meccanismo di premi e punizioni.  Altro generalizzato: il bambino, man mano che cresce e si trova ad agire in una cerchia di persone allargata, opera un’astrazione e generalizzazione dai ruoli e atteggiamenti delle figure parentali ai ruoli e agli atteggiamenti in generale.  Così, i valori, le norme e le conoscenze che il bambino ha ricevuto dai genitori e gnomo rafforzate e sostenute dagli altri e assumono una generalità sempre più ampia fino a includere la società nel suo insieme.  La formazione dell’altro generalizzato e di una capacità di giudizio autonoma indica che il bambino non si identifica e si confronta più con altri concreti, ma con una generalità di altri che rappresentano l’intera società.  La formazione dell’identità personale (esito di un processo che varia da singolo a singolo e continua a variare nel corso della vita) corre parallela alla scoperta e all’elaborazione cognitiva del mondo sociale. I processi di costruzione dell’identità Distinguiamo tra:  Identità personale, cioè l’immagine che l’individuo ha di sé stesso  Identità sociale, l’insieme dei ruoli svolti dal soggetto nelle varie sfere della vita alle usali appartiene. Si possono distinguere 2 componenti nel processo di formazione dell’identità:  Ritengono invece che le disuguaglianze esistano perché i gruppi sociali che se ne avvantaggiano sono in grado di difenderle dagli attacchi degli altri in una situazione di conflitto continuo. Il conflitto è creato da disuguaglianza di risorse Karl Marx  La storia è essenzialmente la storia di lotte di classe tra sfruttatori e sfruttati.  La stratificazione sociale è lo strumento creato e tenuto in vita da una classe per proteggere e promuovere i propri interessi economici.  In ogni società l’asse portante delle classi si trova nei rapporti di produzione e nelle relazioni di proprietà.La forma di produzione e quella di proprietà variano a seconda del tipo di società.  La stratificazione sociale è lo strumento delle classi dominanti. La differenza sta nella produzione, in chi controlla i rapporti di produzione. Ormai esso è accettato da tutti (materialismo storico) Max Weber  Le fonti delle disuguaglianze e i principi fondamentali di aggregazione degli individui vanno ricercati in tre diverse sfere: o Economia: gli individui si uniscono sulla base di interessi materiali comuni, formando classi sociali. o Cultura: gli individui si uniscono seguendo comuni interessi ideali e dando origine ai ceti. o Politica: gli individui si associano in partiti o in gruppi di potere per il controllo dell’apparato di dominio.  La sua interpretazione porterà alla concezione contemporanea con le successive elaborazioni, poiché ha una visione multidimensionale: esiste la dimensione economica (risorse materiali e quindi le classi sociali) ma ci sono anche altre 2 sfere: culturale e politica. (CETO E CLASSE IMPO) Aver distinto classe e ceto ha chiarito teoria di Marx: in base a queste sfere e all’accesso a quello che lui chiama ‘mercati’, Weber costruisce un sistema di classi sociali molto differenziati. Classi sociali in Weber  Classi possidenti privilegiate in senso positivo -redditieri  Classi possidenti privilegiate in senso negativo  coloro che non dispongono di nulla  Classi medie  coloro che hanno piccole proprietà o un po’ di istruzione o qualche competenza professionale  Classi acquisitive privilegiate in senso positivo  imprenditori di vario tipo o professionisti forniti di un alto livello di preparazione  Classi acquisitive privilegiate in senso negativo  lavoratori Ceti sociali in Weber  Situazione di ceto: ogni componente tipica del destino di un gruppo di uomini, la quale sia condizionata da una specifica valutazione sociale, positiva o negativa dell’onore, che è legato a qualche qualità comune di una pluralità di uomini.  Per migliorare la loro situazione, i ceti seguono la strategia della chiusura sociale, restringendo cioè gli accessi alle risorse e alle opportunità a uno strato limitato di persone, dotato di certi requisiti. Teoria dello squilibrio di status  Lenski: in ogni società vi è una pluralità di gerarchie(reddito, potere, istruzione, prestigio) e ciascun individuo occupa una posizione in ognuna di queste gerarchie.  Equilibrio di status: quando una persona si trova in ranghi equivalenti nelle diverse gerarchie.  Squilibrio di status: quando un individuo non si trova allo stesso livello in tutte le gerarchie. La stratificazione nella storia Quattro i più importanti sistemi di stratificazione sociale esistiti nella storia dell’umanità:  Sistemi schiavistici  Sistema delle caste in India  Sistema dei ceti nelle società di antico regime  Sistema delle classi nelle società moderne Sistema delle caste in India  La casta è un ceto chiuso caratterizzato dall’endogamia.  Ogni casta è legata allo svolgimento di un mestiere o di una funzione rituale (specializzazione ereditaria).  Le caste formano un ordine rigidamente gerarchico, basato sul criterio religioso della purezza. Sistema dei ceti nell’antico regime  Enorme importanza dello status ascritto.  Differenze sociali di diritto tra i cittadini.  L’appartenenza a un ceto conferiva un certo grado di prestigio, ma richiedeva un particolare stile di vita e dunque imponeva obblighi e divieti Sistema delle classi nelle società moderne Si tratta di un Sistema di fatto e non di diritto.Due schemi di classificazione:  Sylos Labini  basato sul tipo di reddito percepito dall’individuo  Goldthorpe  basato su due criteri: o la situazione di lavoro. o La situazione di reddito. Sylos Labini Doveva spiegare in Italia come era distribuito il reddito. Distingue cinque grandi classi sociali, in base anche al tipo di lavoro:  Borghesia = proprietari di fondi rustici e urbani (rendite), imprenditori e alti dirigenti (profitti e redditi misti), professionisti (redditi misti).  Piccola borghesia = lavoratori autonomi (redditi misti, da rendita e profitto).  Classe media impiegatizia = impiegati pubblici e private.  Classe operaia = braccianti e salariati fissi in agricoltura, operai dell’industria e dell’edilizia e del terziario (salari).  Sottoproletariato = coloro che restano a lungo lontani dalla sfera produttiva, disoccupati. John H. Goldthorpe  Situazione di lavoro = posizione occupazionale nella gerarchia organizzativa.  Situazione di mercato = complesso dei vantaggi e degli svantaggi simbolici e materiali, di cuigodono i titolari dei vari ruoli lavorativi. Incrociando queste due dimensioni si giunge a uno schema a sette classi (mette dentro non solo elementi di reddito ma anche economici). 1. imprenditori, professionisti e dirigenti di livello superiore. 2. professionisti e dirigenti di livello inferiore. 3. impiegati e addetti alle vendite. 4. piccola borghesia urbana (commercianti e artigiani) e agricola. 5. tecnici di livello basso e supervisori di lavoratori manuali. 6. operai specializzati. 7. operai non qualificati. Qui non c’è la sottoclasse. Dal pov Marx, aveva in mente 1,5,6,7; qui il quadro è più complesso e articolato. Alcuni grandi mutamenti Trasformazioni di grande rilievo sono avvenute, negli ultimi due secoli, nella stratificazione sociale di tutti i paesi occidentali sviluppati. Esse hanno riguardato:  il tipo e il numero delle classi sociali  la loro composizione e il loro peso  i confini e i rapporti esistenti fra di esse. Proletarizzazione Le società occidentali sono state attraversate da processi di:  Proletarizzazione: passaggio di una o più persone dalla piccola borghesia al proletariato, ovvero dalla condizione di lavoratore autonomo, proprietario dei mezzi di produzione a quella di salariato, dipendente da un imprenditore pubblico o privato.  De-proletarizzazione: passaggio dalla condizione di bracciante o operaio di fabbrica, privo dei mezzi di produzione, a quella di lavoratore autonomo =scire dalla condizione. Dà a ragione a Marx, fa sì che chi appartiene al ceto medio ricade nella categoria dei proletari. Nella visione classica, la stratificazione è piramidale: molto ricchi e poveri, cioè la maggior parte della popolazione. In una visione ottimistica, il rombo/diamante rappresenta i ricchi e i poveri sono pochi e la gran parte vive in mezzo, cioè il ceto medio. La proletarizzazione del ceto medio è successa negli ultimi 30 anni, figura a clessidra: il ceto medio si restringe fino a quasi sparire, i ricchi aumentano molto di numero ed anche la parte povera aumenta. Vi è quindi l’impoverimento della popolazione, è un fenomeno molto problematico a livello di disuguaglianze. Uno degli elementi che caratterizzano la nostra società è la riduzione del ceto medio. Polarizzazione sociale Nei Paesi Occidentali, dagli anni ‘70 in poi, la grande maggioranza della popolazione attiva è occupata nel settore dei servizi. Tale processo ha polarizzato la struttura occupazionale: o ascendente vs discendente o intergenerazionale vs intragenerazionale o assoluta vs relativa  assoluta: il numero complessivo di persone che si spostano da una classe all’altra  relativa: il grado di eguaglianza delle possibilità di mobilità dei membri delle varie classi Approcci alla mobilità  il primo pone l’accento sul grado di apertura di una società (fluidità sociale), ossia le opportunità che le persone di origini sociali diverse hanno di raggiungere le varie posizioni nel sistema di stratificazione  il secondo ruota intorno al problema della formazione e dell’azione delle classi. Una classe diventa una formazione stabile quando coloro che ne fanno parte condividono valori, idee, stili di vita e ritengono di avere interessi comuni. o La mobilità intergenerazionale può impedire che una classe diventi una collettività sociale o Determinati livelli di mobilità possono ledere l’identità demografica e culturale di una classe La teoria liberale dell’industrialismo  Importanza dei fattori economici  Quanto più è avanzata l’economia di una pese, tanto maggiore è la mobilità assoluta e relativa che esso presenta La teoria dei fattori culturali e politici  Importanza dei fattori culturali o politici  La forte mobilità sociale di alcuni paesi è dovuta a fattori di ordine culturale o politico La teoria di Sorokin  Fluttuazioni, ondate di maggiore mobilità o immobilità sono determinate dalla diversa importanza assunta da fattori esogeni (rivoluzioni, guerre, invasioni) ed endogeni (per es. l’interesse di coloro che occupano posizioni di vertice a non far cadere alcune barriere o a sostituirle con altre) al sistema di stratificazione La teoria di Lipset e Zetterberg  l’andamento della mobilità sociale è simile nelle diverse società industriali occidentali  una forte mobilità sociale (assoluta) è una caratteristica specifica dell’industrializzazione  la mobilità delle società diventa relativamente elevata quando la loro industrializzazione ed espansione economica raggiunge un determinato livello (solitamente nella fase di decollo di questo processo) la teoria di Featherman, Jones e Hauser  la mobilità sociale assoluta dipende da fattori esogeni ( di carattere economico, tecnologico e demografico) e quindi varia nei diversi paesi sviluppati  la mobilità relativa è all’incirca la stessa in tutti i paesi sviluppati e non cresce parallelamente al loro sviluppo economico Mobilità assoluta in Italia  Colbati e schizzerotto analizzano i diversi aspetti della mobilità sociale prendendo in considerazione tre punti o Classe sociale della famiglia di origine o Classe sociale del soggetto alla prima occupazione o Classe sociale attuale Colbatti, Schizzerotto (1994)  Fra questi tre punti, sono possibili cinque diversi tipo di itinerari sociali: o Gli immobili: restano nella stessa classe del padre e non sperimentano alcun tipo di mobilità o I mobili con ritorno alle origini: entrano nel mercato del lavoro con una posizione diversa da quella del padre, ma dopo alcuni anni tornano al punto di partenza o I mobili all’entrata nella vita attiva: partono da una posizione diversa da quella del padre e vi restano anche in seguito o I mobili nel corso della vita attiva: iniziano dalla stessa posizione del padre che dopo poco lasciano per occuparne una diversa o I supermobili: partono da una posizione diversa da quella del padre e in seguito la cambiano, senza tornare al putno di partenza. Gli effetti della mobilità sociale Quali effetti ha la mobilità sociale sugli individui, sulla loro percezione del mondo, sui loro valori, sui loro comportamenti, sulle loro relazioni?  Ipotesi dello sradicamento sociale  Ipotesi dell’acculturazione o risocializzazione Sradicamento sociale  La mobilità è un percorso, doloroso e difficile, che può generare tensioni e squilibri (Durkheim e Sorokin).  Superconformismo ai valori della classe di arrivo (casi di mobilità ascendente): gli individui tentano di integrarsi nella nuova classe e di farsi accettare dagli altri.  Rifiuto assoluto dei valori della classe di arrivo (casi di mobilità discendente): il soggetto rifiuta di aderire agli usi e ai modi di agire della nuova classe, considerando, molto spesso, questa situazione come transitoria. Risocializzazione  Nel passaggio da una classe all’altra, l’individuo: o Ridefinisce, necessariamente, la propria identità sociale o Cambia il proprio modo di pensare e di agire  Questo mutamento non è repentino e radicale: o Il soggetto ridefinisce se stesso gradualmente, abbandonando i valori della vecchia classe per apprendere quelli della nuova. Costruire una cultura diversa da quella di appartenenza è un percorso difficile. Le 2° generazioni rifiutano la nuova cultura perché non riescono ad accedervi. Lezione 8 – 22/03 Argomenti della lezione: - Le differenze di genere - Le differenze etniche: razza, razzismo e discriminazione Quali differenze  Sesso: gli attributi dell’uomo e della donna riconducibili alle loro caratteristiche biologiche  Genere: le qualità distintive dell’uomo e della donna definite culturalmente  Dimorfismo sessuale: uomini e donne presentano differenze chiare e visibili di carattere anatomico Le interpretazioni  Le teorie che spiegano le differenze di atteggiamento e di comportamento, riscontrate fra gli uomini e le donne, possono essere ricondotte a due impostazioni opposte: o Essenzialismo  Dualismo assoluto dei due sessi  le differenze fra mascolinità e femminilità sono naturali, universali, immodificabili: uomini e donne si nasce o Costruttivismo sociale  Somiglianza dei generi  le differenze fra mascolinità e femminilità sono una costruzione sociale: uomini e donne si diventa Essenzialismo  Le teorie essenzialiste vengono spesso sostenute da studiosi di scienze naturali di sesso maschile  Esse sono frequentemente di tipo biologico e riconducono la mascolinità e la femminilità a differenze o Ormonali o Degli emisferi celebrali: lateralizzazione del cervello o asimmetria emisferica o Della capacità riproduttiva (investimento parentale) Essenzialismo femminista  Il genere (la mascolinità e la femminilità) è una essenza che esiste indipendentemente dalla definizione culturale o sociale  Uomini e donne hanno personalità universalmente diverse, perché radicalmente diverse sono le loro prime esperienze relazionali  Fondamentale il ruolo della figura materna nella costruzione dell’identità di genere Costruttivismo sociale  il genere è una costruzione sociale: le differenze negli atteggiamenti e nei comportamenti degli uomini e delle donne variano culturalmente  la divisione sessuale del lavoro è universale culturale (esiste in tutte le società primitive) o ma in società diverse i compiti sono diversi la divisione sessuale del lavoro  vi sono delle barriere formali di accesso alle professioni e alle scuole, che forniscono titoli per accedere a tali professioni  barriere che riducono le opportunità di cui dispongono le donne di scegliere il lavoro che preferiscono Teoria della discriminazione statistica  gli imprenditori trattano gli individui sulla base delle proprie credenze riguardo l’intera categoria a cui questi appartengono  per es. rifiuto di assumere donne in età feconda per il “pericolo” di gravidanze Politica  nell’ultimo secolo (e in modo ancor più rapido nell’ultimo trentennio), le disuguaglianze di genere sono sicuramente diminuite anche in questo campo da quando le donne hanno ottenuto il diritto di voto  nonostante questo, le donne sono ancora fortemente sottorappresentate ai vertici delle organizzazioni e delle istituzioni politiche Salute  in questo campo le donne sembrano essere avvantaggiate rispetto agli uomini<. In Europa e negli USA vivono mediamente più a lungo rispetto agli uomini (7 anni in più)  le spiegazioni di questo fenomeno sono di ordine o biologico o ambientale e sociale  in molte regioni del Sud del mondo, invece, il tasso di mortalità femminile, in certe classi di età, supera quello maschile  in quei Pesi in cui le donne non svolgono lavori retribuiti, non hanno proprietà personali e non controllano risorse economiche: o le donne ricevono meno cure degli uomini o si fa ricorso all’infanticidio femminile o all’aborto selettivo o i genitori dedicano meno tempo e meno risorse all’allevamento delle femmine Sul concetto di razze umane  la classificazione è un’operazione che ha come fine la conoscenza. Per questo, anche gli esseri umani storicamente sono stati classificati. Ma quali le proprietà?  Le caratteristiche somatiche? I gruppi variano meno dei singoli individui. Pdv biologico: razza non esiste  Sociologia: interesse per come le differenze somatiche sono assunte per giustificare disuguaglianze e forme di dominio Il razzismo  XIX secolo: dottrine che iniziano a circolare in concomitanza con espansione coloniale  Queste dottrine si fondano su una serie di credenze: o Che vi sia corrispondenza tra caratteristiche somatiche e tratti mentali e morali, che quindi questi ultimi siano trasmessi per via ereditaria e siano sostanzialmente immodificabili o Che l’organizzazione sociale rifletta la divisione dell’umanità in razze o Che vi sia una gerarchia naturale tra le razze o Che sia lecito il dominio e lo sfruttamento da parte delle razze che si autodefiniscono superiori sulle razze definite inferiori  Fondamento: determinismo biologico basato su essenzialismo razziale, idea che presunte differenze naturali e immutabili separino gruppi umani  Tutt’ora tentativi di spiegare differenze con caratteristiche biologiche (es. test QI)  In realtà i fattori ambientali sono decisivi per l’esito di qualsiasi processo biologico o Prendendo due gemelli monozigoti e allevandoli in circostanze e culture diverse, cresceranno due persone molto diverse Come spiegare le differenze?  Barriere di ordine fisico o sociale possono determinare due processi distinti: o Deriva genetica o Selezione sessuale Barriere fisiche e sociali  Deriva genetica: popolazioni che vivono geograficamente isolate e i cui membri si accoppiano esclusivamente tra di loro tendono a diventare anche geneticamente omogenee  Selezione sessuale: fattori di ordine socio – culturale, influenzando la scelta del partner, influenzano anche la distribuzione dei caratteri genetici Razzismo  Definiamo razziste quelle dottrine, atteggiamenti e pratiche che discriminano, sulla base dell’appartenenza etnica, l’accesso all’esercizio di diritti e a determinare opportunità e posizioni sociali  Parliamo di discriminazione razziale quando in una società ai membri di una popolazione identificata per le sue caratteristiche, reali o presunte, di razza, viene negato l’accesso all’esercizio di una serie di diritti Le etnie  Il concetto di etnia rimanda a differenze di ordine culturale, che si trasmettono di generazione in generazione, attraverso meccanismi della trasmissione culturale  Gli elementi che contraddistinguono un gruppo etnico sono: miti, tradizioni, cultura, territorio, solidarietà  Si parla di etnia o di gruppo etnico quando: o I membri di un gruppo designano se stessi, e sono designati da altri, mediante un nome o Si è prodotto il mito di una comune origine o discendenza o Si è creata una comunità che condivide certe memorie comuni (tradizioni) e vi è chi si preoccupa di trasmetterle alle generazioni future o C’è una cultura condivisa (linguaggio, credenze religiose, costumi, forme di alimentazione, espressioni artistiche e letterarie, ecc) che presenta caratteri distintivi rispetto alle popolazioni geograficamente vicine o C’è un territorio (o soltanto un luogo simbolico) che i membri del gruppo considerano proprio per diritto storico anche quando vivono dispersi o separati o Si sviluppa un sentimento di solidarietà particolaristico tra i membri del gruppo, che non si estende ai membri di altri gruppi I gruppi etnici cambiano nel tempo  Gli elementi che costituiscono un’etnia si modificano nel tempo per effetto di fattori che possono rafforzarne o indebolirne la coesione: o Endogeni: cioè la presenza/assenza di:  Un èlite letteraria, dedita alla conservazione e trasmissione delle tradizioni; conflitti interni di natura religiosa, politica o sociale, che minano la solidarietà o Esogeni, per esempio  Il contatto con culture etniche; lo stato di guerra con etnie vicine La nazione  Primo significato: il concetto di nazione designa una collettività (un popolo) che si richiama a una discendenza comune, ai vincoli creati dalla lingua, dai costumi e dalle tradizioni comuni e che, in virtù di tale comunanza, rivendica a sé il diritto di organizzarsi, su un dato territorio, in forma di stato sovrano o In questo caso, la nazione si fonda sull’etnia ed entrambe, etnia e nazione, precedono la formazione dello “stato nazione”  Secondo possibile significato: il concetto di nazione designa una collettività di cittadini che hanno comuni diritti e doveri nell’ambito di uno stato territoriale o In questo caso, lo stato precede la formazione della nazione e questa può essere composta anche da etnie differenti Lezione 9 – 25/03 La politica  Politica: regno del possibile  Ma politica anche come “fini, obbiettivi, scelte di un’organizzazione o associazione”  Sociologia: ha a che fare col governo e la regolazione della società La politica in sociologia  Un ambito istituzionale distinto, dove troviamo lo Stato e la sua organizzazione, i partiti e la competizione elettorale, i movimenti sociali, i gruppi di interesse Lo stato e l’interazione politica  Per definire la politica occorre partire dal concetto di potere politico  Distinguiamo tre tipi di potere in riferimento ai mezzi, ovvero alle risorse di cui dispone un’organizzazione o un attore: o Potere economico o Potere ideologico o Potere politico Il potere  Potere economico: chi possiede certi beni materiali o risorse finanziarie può indurre chi non li possiede ad accettare una determinata condotta  Potere ideologico: la capacità di influenzare i comportamenti delle persone con idee espresse da soggetti a cui è riconosciuta un’autorità  Potere politico: il controllo degli strumenti attraverso i quali si esercita la forza fisica  capacità di elaborare, selezionare e introdurre nella competizione politica interessi ed identità sociali, costruendo identità politiche Lo stato (Weber)  Lo stato, cioè la principale istituzione politica, attorno al quale ruota la politica moderna, ha il monopolio dell’uso legittimo della forza. Cioè: o Lo stato sottrae a qualsiasi gruppo l’uso della forza o Lo stato è in grado di utilizzare la forza per ottenere obbedienza o È una sfera sociale diversa dalla società civile La legittimità del potere  Questione della legittimità: potere riconosciuto legittimo  autorità  Due visioni: politica come esercizio del comando; politica come esercizio della libertà (polis greca) o capitale – lavoro Destra e sinistra  dal conflitto socioeconomico deriva asse destra – sinistra  partiti politici compaiono nell’Ottocento in Inghilterra: nasce il partito dei notabili  a cavallo del ‘900 nascono i partiti di massa ( spinta movimento operaio) Partecipazione politica  oggi il partito di massa ridimensionato  partiti elettorali: mobilitazione a scopo elettorale rappresentando elettorato variegato e con voto di opinione  a ideologia sistematica sostituiti riferimenti alle capacità e al carisma del leader a l’accento su problemi particolari da risolvere  controllo dei mass media  più importante I movimenti sociali  se non ci si riconosce nei valori e norme che politica esprime  movimenti sociali, forme di azione collettiva non istituzionalizzata che propongono cambiamenti importanti di regole, valori, ruoli, obbiettivi sociali, allocazione delle risorse  istituzionalizzazione delle istanze del movimento: segno del suo successo ma anche sua fine o movimento di restaurazione: reazione a un precedentemente orientamento di cambiamento sociale o movimenti rivoluzionari: mettono in discussione i valori sociali dominanti in una società, cercando di affermarne degli altri o movimenti riformatori: perseguono un cambiamento nell’allocazione delle risorse o di valori, ma all’interno del sistema stesso Politiche e sistemi di welfare  politica pubblica: programmazione d’azione attuato da autorità pubblica  politiche sociali: previdenza, sanità e assistenza  stato garante di certi standard: Welfare State, nasce da cittadinanza sociale (movimenti operai) o Beveridge, Inghilterra: piano di sicurezza sociale. Espansione da anni ’50 ad anni ’80 (trentennio d’oro).  Rallentamento crescita economica: messa in discussione principi e diritti per contenere la spesa Modelli di welfare oggi  Inclusione e investimento sociale: attraverso attivazione beneficiari  Welfare delle capacità: promuovere capacità delle persone di occuparsi dei propri ambiti di vita  “welfare responsabile” (2019) o Lotta a povertà vista sempre più come intreccio tra azione pubblica e privata, attività professionali e di Terzo settore (e volontariato) con forte riferimento alla dimensione locale e territoriale. Lezione 10 – 29/03 Famiglia e matrimonio: definizioni Famiglia e parentela  Nei paesi occidentali il concetto di famiglia indica un insieme di persone unite fra loro da legami di parentela, di affetto, di servizio o di ospitalità, che vivono insieme sotto lo stesso tetto  Il concetto di parentela indica tutti coloro che, sia che convivano o meno, sono legati da vincoli di filiazione, matrimonio e adozione Parentela e discendenza  In antropologia, sono individuati due sistemi principali di discendenza: o Cognatico o Unilineare La parentela  Nel sistema cognatico, il gruppo di parentela ( parentado) è formato da tutti i discendenti di una persona, sia attraverso la linea maschile, sia quella femminile (modello prevalente in Occidente)  Nel sistema unilineare: tutti coloro che discendono da un antenato comune esclusivamente attraverso la linea maschile o quella femminile (Veneto vs Sardegna) Sistema unilineare  Nel sistema unilineare la parentela può costituire o Clan quando il capostipite del gruppo è mitico o fittizio o Lignaggio quando è genealogicamente dimostrabile  Siamo soliti distinguere tra: o Sistema patrilineare quando l’anello di congiunzione è solo maschile (relazioni agnatiche)  La discendenza è composta da figli e nipoti (M e F) di un antenato maschio. Gli altri sono parte del gruppo dei mariti o Sistema matrilineare: quando l’anello di congiunzione è esclusivamente feminile (relazioni uterine) Il parentado  Nelle società occidentali ( industriali), il parentado è una rete di relazioni ( non un gruppo stabile= clan) che si attiva in particolari circostanze: o Flussi migratori sono possibili grazie a questi legami o Rete fitta e solida di relazioni tra famiglie nucleari o Prossimità del domicilio Endogamia ed esogamia  Endogamia indica le norme sociali che prescrivono la scelta del coniuge all’interno di un gruppo  Esogamia quando le norme vietano di sposarsi con una persona dello stesso gruppo Esogamia: il tabù dell’incesto  Proibisce i rapporti sessuali nell’ambito di certi rapporti di parentela  Nella storia dell’umanità ci sono notevoli differenze riguardo alle categorie di consanguinei fra i quali il matrimonio non è consentito (in genere fratelli, Cleopatra)  Il divieto di incesto presenta vantaggi sociali e culturali: o Previene rivalità e conflitti all’interno della famiglia, perché il padre non deve entrare in competizione con i figli e la madre con le figlie o Rafforza il matrimonio o Rinsalda la società con matrimonio fra non consanguinei Monogamia e poligamia  Le norme sociali prescrivono anche quanti coniugi si possono avere. In tal senso distinguiamo:  Monogamia  quando non è permesso avere più di una moglie o marito per volta  Poligamia  quando si può essere sposati nello stesso momento con due o più persone  Poliandria  quando è una donna ad avere due o più mariti  Poliginia  quando è un uomo ad avere due o più mogli Tipi di famiglia (monogamica)  Frèdèric Le Play: autore delle prime indagini empiriche sulla famiglia in Europa, elaborò uno schema di classificazione, che prevedeva tre tipi ideali di famiglia: o Famiglia patriarcale  tutti i figli sposati convivono sullo stesso tetto con i genitori, sottoposti all’autorità del padre o Famiglia instabile  caratterizzata dalla piena libertà dei figli, i quali raggiunta una certa età lasciano la casa dei genitori o Famiglia ceppo  solo un figlio maschio, scelto dal padre, porta la moglie a casa dei genitori Regola di residenza  Per classificare le famiglie, è possibile individuare dove si risiede dopo le nozze  Regola di residenza matrilocale  quando il marito va ad abitare con i genitori della moglie  Regola patrilocale  la moglie va ad abitare con i genitori del marito: se tutti i figli seguono questa regola, si ha la famiglia patriarcale; se lo fa solo un figlio maschio, si ha la famiglia a ceppo.  Bilocale  quando i due coniugi possono scegliere se abitare con i genitori di lui o di lei  Avunculocale  quando ci si attende che i due coniugi risiedano nella famiglia dello zio materno del marito  Neolocale  quando si preferisce che marito e moglie mettano su casa per conto proprio: se tutti i figli seguono questa regola, si ha la famiglia instabile Tipologia di Laslett (1972)  Peter Laslett ha elaborato una tipologia familiare in cinque tipi, che è utilizzata da quasi tutti gli studiosi di scienze sociali: o Nucleare famiglia formata da una sola unità coniugale. Può essere:  Completa  Incompleta o monoparentale o Senza struttura coniugale  famiglia priva di unn’unità coniugale, formata cioè da persone con altri rapporti di parentela (fratelli non sposati) o Del solitario  famiglia costituita da un’unica persona (con o senza servitori) o Estesa  costituita da una sola unità coniugale e uno o più parenti conviventi  Estensione verticale (nonno)  Estensione orizzontale (fratello) o Multipla - famiglie con due o più unità coniugali  Multiple verticali (es. marito, moglie, figlio e moglie del figlio)  Multiple orizzontali (es. due o più fratelli che vivono con le rispettive mogli ed eventualmente figli)  In generale si parla di famiglie complesse quando si considera la famiglia estesa e multipla. Affetto e autorità  Oltre che per la struttura, le famiglie possono essere distinte anche a seconda dei rapporti di autorità e di affetto esistenti fra coloro che ne fanno parte  Da questo punto di vista distinguiamo la famiglia: o Patriarcale: caratterizzata da una rigida separazione dei ruoli fra i suoi membri, sulla base del sesso e dell’età, e da relazioni di autorità fra marito e moglie, genitori e figli, suocere e nuore, fortemente asimmetriche o Coniugale intima: presenta un sistema di ruoli più flessibile, meno legato al sesso e all’età, e in cui le relazioni di autorità sono più simmetriche. Come si forma una famiglia?
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