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Appunti di sociologia dei processi culturali II Parziale, Sintesi del corso di Sociologia Dei Processi Culturali

Appunti di sociologia presi dalle lezioni con integrazioni del libro

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 31/05/2023

chiavos
chiavos 🇮🇹

4.5

(11)

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Scarica Appunti di sociologia dei processi culturali II Parziale e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! SOCIOLOGIA II PARZIALE MAX WEBER distinzione dell’azione in: • Azione razionale in rapporto a un fine (l’autore concepisce chiaramente il fine e combina i mezzi per il suo conseguimento; es. l’ingegnere che costruisce un ponte) • Azione razionale in rapporto ad un valore (il soggetto agisce razionalmente non per conseguire un risultato ma per rimanere fedele alla sua idea di onore; es. il capitano che cola a picco con la sua nave) • Azione affettiva (dettata direttamente dallo stato d’animo, è una reazione emotiva, es. il pugno dato da un giocatore all’altro durante una partita di calcio) • Azione tradizionale (dettata dalle abitudini, il soggetto obbedisce a riflessi radicati in lui da una lunga pratica) W. vede queste azioni non in rapporto all’osservatore (come Pareto) ma in rapporto al significato che il soggetto agente da al proprio agire. Egli si rende conto che le azioni della società moderne sono sempre più del primo tipo (in rapporto ad un fine) e che la società vive un momento di razionalizzazione. L’azione dello scienziato dovrà essere un’azione razionale rispetto a un fine (che è la verità), ma questo stesso fine impone un giudizio di valore; essa è dunque una combinazione di azione razionale in rapporto ad un fine ed in rapporto ad un valore. I suoi caratteri distintivi sono l’incompiutezza (la scienza moderna non può essere conclusa, è per essenza in divenire; specialmente la storia e la sociologia potrebbero essere concluse solo se il divenire umano fosse giunto alla sua fine) e l’oggettività (la validità universale della scienza esige che lo scienziato non proietti nella ricerca i suoi giudizi di valore, le sue preferenze estetiche o politiche). Per Weber, la differenza principale tra scienze della natura e storico-sociali risiede nei fini conoscitivi del ricercatore. Le scienze naturali non condividono l'orientamento verso l'individualità caratteristico delle scienze storico-sociali, le quali, a loro volta, non intendono l’individuo come caso particolare di una legge universale, ma come ente che agisce secondo la propria particolare intenzionalità Il concetto di “individualità” che ne emerge non è connaturato né strutturale all’individuo, bensì deriva dalla scelta del ricercatore in quanto individuo a sua volta intenzionale Le scienze della storia e della società, pur avendo lo stesso carattere razionale di quelle della natura sono diverse da esse: • sono comprendenti (cioè intelligibili intrinsecamente a causa del fatto che gli uomini sono dotati di coscienza, comprensibili immediatamente senza dover passare attraverso concetti mediatori), • storiche (nel senso che i fenomeni singolari possono essere spiegati senza far riferimento alle proposizioni generali) • sono scienze della cultura (nel senso che tentano di spiegare i valori che gli uomini hanno scelto e le opere che hanno prodotto). Le scienze della natura, invece, rilevano regolarità che esprimono con proposizioni di forma matematica, dunque il loro approccio ai fenomeni naturali è mediato da concetti e connessioni di questo tipo SCIENZA = lo sforzo per comprendere e spiegare i valori che gli uomini hanno scelto e le opere che hanno costruito Ma come si possono esaminare opere che si definiscono come creazioni di valori senza dare giudizi di valore? W. risponde distinguendo il giudizio di valore (un’affermazione, di natura morale, personale e soggettiva) dal concetto di rapporto ai valori (un processo di selezione e organizzazione della scienza oggettiva). • Giudizio di valore, personale e soggettivo. È il riferimento pratico ai valori, cioè una presa di posizione valutativo-normativa rispetto ad un oggetto o ad una circostanza (es. non salutare è sbagliato) • Rapporto ai valori è il riferimento teoretico ai valori, che consente di rinvenire, all'interno di una costellazione infinita di oggetti, quali siano quelli importanti da conoscere. Lo studioso, sulla base una certa prospettiva o di un interesse orientato a valori, sceglie il materiale empirico individuando il campo della propria indagine (es. il sociologo della politica conferirà una posizione centrale alla libertà, isolando nella serie infinita dei fatti storico-sociali tutto ciò che risulta importante ai fini della ricerca, ossia tutto ciò che le si può riferire) La sociologia weberiana è ispirata da una filosofia esistenziale che prima della ricerca pone una duplice negazione: nessuna scienza potrà dire agli uomini come devono organizzarsi, né quale sarà il loro avvenire (la prima affermazione lo contrappone a Durkheim, la seconda a Marx). I risultati scientifici devono esser conseguiti, partendo da una scelta soggettiva, con procedimenti soggetti a verifica e che si impongono a tutte le menti (grazie a ciò la scienza sarà universale). La sociologia è una scienza del comportamento umano per quel tanto che esso è sociale e per com’è osservabile. Le scienze storiche e sociologiche vogliono allo stesso tempo interpretare i fenomeni e spiegarli in termini di: • causalità storica, che determina le circostanze che rendono possibile un evento • causalità sociologica, che studia la relazione regolare fra due eventi , quindi la loro ripetitività e prevedibilità La causalità di cui parla Weber, tuttavia, si esprime sempre in termini di possibilità e di probabilità e non di determinazione necessaria. La teoria della causalità, parziale e analitica, è , infatti, in Weber una confutazione dell’interpretazione materialistica della storia. Non esiste, per Weber, un elemento della realtà che sia determinante rispetto agli altri La causalità storico-sociale è elemento essenziale che si compone di queste fasi: 1. Definire l’evento nella sua individualità storica, cioè nei suoi tratti peculiari e irripetibili 2. Analizzare l’evento scomponendolo nelle parti che lo costituiscono 3. Supporre attraverso un esperimento mentale che nella successione singolare (accaduta una volta sola) di eventi, uno degli antecedenti non si sia verificato o si sia verificato diversamente 4. Infine confrontare l’evoluzione supposta, e quindi non verificatasi realmente, con l'evoluzione reale, per verificare che l’elemento modificato rientri nelle cause dell’individualità storica dell’evento; in altre parole che, sena quella precisa azione il corso degli eventi sarebbe stato diverso Nasce a questo punto in concetto di tipo ideale: una connessione di rapporti intellegibili propri di un certo contesto storico o di una serie di eventi. Esso è legato alla razionalizzazione, in quanto rappresenta un modo parziale di cogliere un insieme globale attraverso l’isolamento delle caratteristiche tipiche, in maniera tale da rendere intellegibile la materia. Essendo uno strumento che non esiste nella realtà empirica, ma che viene utilizzato per conoscerla, il rapporto fra questi due elementi dipende da: • Dall’astrazione, sempre effettuata a partire da materiale empirico • Dal fatto che la realtà va sempre confrontato e commisurata con l’idealtipo • La realtà è anche il banco di prova finale per la tenuta di un certo idealtipo 3 esempi di tipi-ideali: • individualità storiche (es. il capitalismo → il sociologo sceglie nell’insieme storico un certo numero di caratteristiche per costituire un tutto intellegibile) • elementi astratti della realtà storica (es. la burocrazia che si presenta in diversi tipi di società → Essa designa non un insieme storico, ma un aspetto delle istituzioni politiche)+ Nel primo caso si considera un insieme storico unitario, nel secondo un aspetto delle istituzioni politiche che ricompare in più epoche diverse della storia • Le ricostruzioni razionalizzanti di comportamenti che hanno un carattere particolare (es. la teoria economica che ricostruisce il mondo in un quadro in cui i soggetti sono puri soggetti economici) I VALORI Sull’influenza del neokantismo Weber sviluppa una concezione volontaristica dei valori → i valori non sono né nel mondo sensibile né in quello trascendente, ma sono creati dagli uomini. A Durkheim che pensava che i valori provenissero dalla società W avrebbe risposto che la creazione dei valori è anche sociale, ma nel senso che ognuno di noi risponde con la sua coscienza ad un ambiente. Politeismo dei valori: ognuno è costretto a scegliere tra valori, in ultima istanza, incompatibili tra loro. • Egli negava una «gerarchia universale di fini». Tra ordine della scienze e ordine dei valori esiste una differenza radicale. • La scienza: soggezione della coscienza ai fatti e alle prove • Mondo dei valori: libera scelta e libera affermazione Etica della responsabilità ed etica della convinzione (le antinomie della condizione umana) Secondo W. l’antinomia fondamentale dell’azione sta nel contrasto tra: • L’etica della responsabilità è propria dell’uomo d’azione , che in ogni situazione valuta razionalmente le decisioni e le rispettive conseguenze, basando il suo agire su un rapporto fini-mezzi(è l’etica del cittadino di Machiavelli che condanna la propria anima per il bene della propria città) E’ un paradigma sociologico che intende la società in termini olistici, ovvero come una totalità di strutture sociali e culturali, costumi, credenze, etc., tra loro interdipendenti, ciascuna delle quali svolge una particolare funzione che permette il mantenimento delle condizioni essenziali per l’esistenza e la riproduzione del sistema sociale. Questo paradigma si fonda sul concetto di funzione nella sua duplice accezione: • In senso biologico→ il compito che le parti svolgono per mantenere in vita l’organismo. La funzione è un concetto astratto ossia non dipende dall’organo concreto. • In senso matematico→ è la relazione tra variabili. Durkheim è un precursore del funzionalismo quando parla di solidarietà organica. (funzionalismo organicista) CRITICHE • 1) il suo astoricismo (inclinazione a ragionare unicamente in termini sincronici). • 2) orientamento conservatore (primato attribuito all’equilibrio, all’omeostasi (tendenza al riequilibrio degli esseri viventi), allo status quo. • Prevalente interesse per il problema dell’ordine (Hobbes), dell’integrazione, e non del conflitto. 3) peso eccessivo attribuito ai ruoli (istituzionali), ai sistemi chiusi, incapacità di comprendere i fattori interni, endogeni, del mutamento dei sistemi sociali RISPOSTA PARSONS Il problema dell’ordine e dell’integrazione non è né conservatore, né progressista. Anche le società e i sistemi nati da rivoluzioni, hanno il problema di u a stabilizzazione di un nuovo ordine sociale (vedi: Russia sovietica con Stalin; Cina popolare). TALCOTT PARSONS • Alfiere dello struttural-funzionalismo • Studioso di Weber, ne traduce l’Etica protestante e lo spirito del capitalismo ed in seguito, dopo il 1945, parti di Economia e società. Opere di maggior rilievo: • La struttura dell’azione sociale (1937) • Il sistema sociale (1951) • Working Paper in the Theory of Action – (1953) (schema AGIL) Parsons vuole allontanare il concetto di funzione dalla metafora organicista poiché: • La società non va più pensata come un grande corpo ma come un “sistema sociale” in cui è importante capire come le parti si armonizzano, • Il funzionalismo vuole fornire un modello teorico astratto – “la grande teoria” capace di spiegare come una società si costituisce e si sviluppa. Concetti base del funzionalismo: • La società è un sistema sociale ossia un insieme strutturato e non contingente di relazioni tra ruoli istituzionalizzati. • La struttura è la forma stabile che le relazioni tra le parti del sistema (ruolo sociali) assumono. • La struttura mantiene la sua funzionalità attraverso dei processi (processo di interiorizzazione). TEMI CENTRALI IN PARSONS: 1. Ricerca di una teoria generale della società (“Grande teoria”) 2. L’individuo si integra nella società mediante l’interiorizzazione di valori sociali 3. Il modello di evoluzione sociale si basa sul concetto di differenziazione funzionale. IL METODO • La sociologia è una teoria destoricizzata, in quanto è formulata nella società moderna ma è applicabile a qualsiasi gruppo umano del passato presente e futuro. • La teoria sociologica è necessariamente astratta, produce la realtà che essa stessa osserva, poiché intende individuare ciò che accomuna nonostante le enormi differenze le varie strutture sociali. • Da qui la denominazione di “Grande teoria” Se da un lato la teoria funzionalista tenta d’individuare le funzioni fondamentali di ogni forma sociale al di là del modo in cui esse si concretizzino, la teoria struttural-funzionalista di Parsons evidenzia le strutture (Stato, famiglia, scuola) e i processi concreti, che svolgono tali funzioni, fornendo stabilità al sistema sociale. SISTEMA SOCIALE Quali processi garantiscono la stabilità di una società nel tempo? Il sistema sociale è un insieme integrato di ruoli e funziona perché gli individui hanno interiorizzato le credenze alla base delle aspettative sociali tipiche dei ruoli che ricoprono. • Ruolo sociale Il ruolo è indipendente dalla persona (il ruolo di studente non coincide con lo studente che lo ricopre) ed è definito dalle aspettative di ruolo, ovvero le azioni sociali che gli altri ruoli si aspettano dal momento in cui cominciano a coordinarsi. Le aspettative di ruolo sono il risultato del processo di istituzionalizzazione (solo alcuni specifici contenuti normativi sono incorporati nel ruolo) • Processo di interiorizzazione Un sistema sociale è stabile se la struttura integrata di ruoli che la costituisce si mantiene nel tempo. Ciò è possibile solo se gli individui hanno interiorizzato (sistema di personalità) i valori socialmente condivisi (sistema cultura) che stanno alla base delle aspettative di ruolo. Parsons sviluppa l’idea fondamentale di processo di interiorizzazione dei valori coniugando Durkheim e Freud: la “coscienza collettiva” (valori sociali esterni al singolo) teorizzata da Durkheim viene interiorizzata dal Super-io freudiano, una sorta di poliziotto interiore che ci controlla, attraverso i processi di socializzazione. Questi processi di socializzazione ci accompagnano per tutta la nostra vita e sono affidati alle agenzie di socializzazione, ovvero strutture sociali ad essi proposte (famiglia, scuola, Chiesa, partiti) ➔ Tanto più i valori sociali saranno interiorizzati tanto più l’individuo agirà – in modo inconsapevole – sulla base delle aspettative di ruolo che ha fatto proprie. VARIABILI STRUTTURALI Per quanto socializzato, l’individuo può sempre assumere un atteggiamento deviante (cfr. Durkheim). Bisogna evitare un eccesso di devianza che mini la stabilità sociale, tuttavia alcuni dilemmi d’azione sono propri della natura volontaristica dell’azione, ossia rimangono anche negli individui più socializzati: sono le variabili strutturali. 5 coppie di variabili strutturali • Affettività/neutralità: Azione affettiva (amico), azione neutrale (medico). Scelgo tra la gratificazione immediata secondo impulso affettivo o la disciplina domina l’affettività. • Diffusione/specificità: Azione di ampio raggio cioè che tiene in considerazione tutti gli aspetti (genitore-figlio) o di raggio ristretto (medico- paziente) • Universalismo/particolarismo: Azione dettata da criteri universali (giudice – legge/ bibliotecario – utenti) o particolari (madre/figlio; sorella/fratello) • Realizzazione/ascrizione: Tengo in considerazione: Caratteristiche acquisibili (competenze/titoli di studio..)/ la prestazione oppure indipendenti dalla mia volontà (sesso età)/qualità intrinseche • Orientamento verso il sé/ orientamento verso la collettività: Criteri normativi elaborati dal soggetto o completamente dipendenti dalla società SISTEMA AGIL Insieme alle 5 variabili, i 4 imperativi funzionali sono il centro della teoria di Parsons: essi permettono di individuare le funzioni astratte tipiche di ogni società presente, passata e futura. L’insieme di questi elementi prende il nome di schema AGIL. Questo sistema di funzioni nasce dall’incrocio di una dimensione spaziale (interno/esterno) e una temporale (presente/futuro oppure mezzi/fini) Da questo incrocio emergono 4 funzioni necessarie alla sopravvivenza di ogni sistema: ogni sistema dev’essere in grado di adattarsi all’ambiente esterno sfruttando i mezzi che esso offre (funzione di adattamento – strumentale/esterna) per realizzare alcuni obbiettivi esterni (funzione goal – consumatoria/esterna); contemporaneamente dev’essere in grado di garantire l’ordine e la stabilità interni fra le diverse parti funzionalmente differenziate (funzione d’integrazione – interna/consumatoria) attraverso l’istituzionalizzazione di un modello latente di credenze (funzione di latenza – interna/strumentale). A ciascuna di queste funzioni corrisponde un sottoinsieme funzionale con una propria istituzione: il sottoinsieme economico attraverso le imprese si occupa dell’adattamento, quello politico attraverso i partiti e la burocrazia si occupa del goal, quello sociale attraverso le scuole e i media si occupa dell’integrazione, e infine quello culturale attraverso la famiglia e la patria si occupa della latenza DIFFERENZIAZIONE FUNZIONALE Parsons elabora uno schema evolutivo delle società basato sul processo di differenziazione funzionale. Nelle società premoderne, pur essendo complesse al loro interno, le funzioni erano accorpate in un numero minore di sottoinsiemi. Tale processo spiega l’evoluzione storica di queste società che giunge fino all’avvento della società moderna, in cui ogni sottosistema riproduce al suo interno le 4 funzioni fondamentali, dividendosi in 4 sottosistemi distinti, ciascuno dei quali presenta un’ulteriore suddivisione, come in una matriosca Il motore del processo/del cambiamento è costituito dalla struttura degli ordinamenti normatici e dal sistema delle credenze e dei valori. La società moderna si basa sul valore dell’individualismo e considera la società come un sottoinsieme distinto dalla politica e dalla religione. Ciò determina un mutamento della natura dei valori sociali condivisi rispetto alle società pre-moderne dove i valori erano prescritti in modo rigido. Nella società moderna non si interiorizzano comportamenti dettagliati ma criteri generali d’azione proprio perché l’individuo è più libero di scegliere tra alternative funzionalmente differenziate. La società moderna impone all’uomo di essere un individuo autonomo e libero ZYGMUNT BAUMANN e la società liquida • Un punto di partenza dell’analisi di Z. Bauman: Il Manifesto di K. Marx e F. Engels • Uno degli effetti dello sviluppo capitalistico è che «si volatilizza tutto ciò che vi era….di stabile» Liquidità/solidità La modernità era nata per offrire più stabilità e solidità. E’ riuscita in questo intento? Secondo Bauman, la risposta deve essere negativa: dominio dell’economia, dominio di una razionalità di tipo strumentale → Bauman si appoggia alle analisi di Marx e Weber (come i francofortesi) «Elevare la fluidità a principale metafora dell’attuale fase dell’epoca moderna» Anche La «liquidità» come ideologia del sistema di dominio attuale In Modernità liquida, Bauman analizza 5 temi fondamentali: • Emancipazione • Individualità • Tempo/spazio • Lavoro • Comunità Individuo ed emancipazione Quando emerge il bisogno di liberazione ed emancipazione? «Essere e sentirsi liberi è sempre un fatto di equilibrio tra i nostri desideri e la nostra capacità di agire» • Ridimensionare i desideri o ampliare la propria capacità di agire? Dialettica tra costrizione e liberazione LA SCUOLA DI FRANCOFORTE Il primato della critica • Un ritorno alla critica marxiana • Un superamento di Marx e di alcuni aspetti del marxismo per sviluppare una teoria sociale capace di spiegare fatti nuovi imprevisti da Marx stesso ➔ Il cuore della critica francofortese alla società moderna sta nel vedere nei processi di razionalizzazione l’elemento alienante del capitalismo moderno: si tratta di rileggere Marx e il suo concetto di alienazione attraverso Weber e il concetto di razionalizzazione.
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