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La Sociologia: Condizioni Sociali, Teorie e Strutture, Appunti di Sociologia

La sociologia, una disciplina delle scienze sociali che studia la società umana attraverso la ricerca empirica. su come le condizioni sociali influenzano la vita personale, l'interazione sociale e la struttura sociale. Vengono presentate teorie chiave come la solidarietà organica di Durkheim e la razionalizzazione di Weber. Il testo copre anche le analisi microsociologiche e macrosociologiche, le teorie struttural-funzionaliste, l'interazione simbolica, e le teorie femministe e di genere.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 05/12/2021

Martina15100
Martina15100 🇮🇹

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Scarica La Sociologia: Condizioni Sociali, Teorie e Strutture e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! lunedì 25 gennaio 2021 Sociologia Capitolo 1: la sociologia nel mondo globale La sociologia è lo studio sistematico delle relazioni tra individui e società e delle forme di associazione. Assumere una prospettiva sociologica significa riconoscere e comprendere i collegamenti tra gli individui e i più vasti contesti sociali nei quali essi vivono. Applicare la prospettiva sociologica alla nostra vita, non è così difficile, basta prendere in considerazione il più ampio contesto sociale nel quale viviamo per esempio la nostra identità che include classe, genere e nazionalità; il nostro ambiente sociale che include famiglia, il quartiere, la nazione, la cultura e il periodo storico. Tutto questo serve per capire la nostra vita, comprese le forze che hanno cambiato la nostra routine quotidiana e le opzioni che abbiamo per il futuro. Il sociologo americano Mills fornì la più nota descrizione della prospettiva sociologica o come lui la definì: immaginazione sociologica. Secondo Mills la nostra condizione di individui dipende in parte da forze più ampie all’interno della società, con il mutare delle condizioni sociali cambia anche la nostra vita personale “non si può comprendere la vita dei singoli se non si comprende quella della società e viceversa”. Tuttavia non ritiene che le persone siano semplicemente soggetti passivi, non abbiamo le possibilità di scegliere le condizioni in cui viviamo ma possiamo decidere come rispondere a queste circostanze, sia come persone sia come collettività. La sociologia fa parte delle scienze sociali, un gruppo di discipline basate sulla ricerca empirica che raccolgono e valutano dati al fine di studiare la società umana. Le scienze sociali comprendo la scienza politica, l'economia, la psicologia e l'antropologia, discipline che si occupano di aspetti diversi della vita sociale. La sociologia è spesso accusata di non avere una dimensione storica, anche se si può considerare il XIX secolo come il periodo in cui si sono solevate domande riguardo alla funzione della società. Per meglio comprendere le origini della sociologia dobbiamo esaminarne il contesto storico e sociale. Nel 700 la società europea entrò in un periodo storico che prese il nome: modernità. Caratterizzato dalla crescita della democrazia, della libertà personale, da una dipendenza sempre maggiore dalla ragione e dalle scienze per spiegare il mondo naturale e sociale e infine da uno spostamento verso un'economia industriale urbana. In precedenza nel corso del Medioevo la vita intellettuale era dominata da spiegazioni religiose del mondo naturale e di quello sociale la vita politica degli aristocratici proprietari terrieri e dell’élite clericale mentre l'economia poggiava su basi rurali e agricole. L'ascesa della modernità si contraddistinse per alcuni cambiamenti rivoluzionari in ambito culturale, politico, economico e sociale. Questi cambiamenti posero le condizioni necessarie alla nascita della sociologia. | sociologi cercarono di comprendere i notevoli cambiamenti cui stavano assistendo e di suggerire soluzioni per affrontare i problemi sociali che ne derivano. Ma andiamo ad analizzare approfonditamente le rivoluzioni. Rivoluzione culturale: nel corso del medioevo la chiesa e il clero dominavano la vita intellettuale europea controllando il limitato numero di libri dell’epoca e perseguitando e talvolta uccidendo gli eretici ovvero coloro che erano contrari alla dottrina della chiesa e mettevano in discussione l’ordine costituito. Un po' alla volta il domino della chiesa declinò, mentre la ricerca scientifica rivelava i limiti delle spiegazioni del mondo naturale fornite dalla religione. Scrittori e filosofi promossero l'illuminismo, un movimenti intellettuale del XVIII secolo che univa alla fede nella libertà individuale e al rispetto per i diritti dei singoli la logica delle scienze naturali. Il mondo fisico e quello sociale secondo i filosofi illuministi andava esaminato alla luce della ragione. Qualsiasi affermazione di conoscenza doveva essere soggetta a verifiche compiute raccogliendo prove concrete e le spiegazioni dovevano basarsi su cause ed eventi naturali. Rivoluzione politica: i filosofi illuministi ritenevano che l'apertura del dibattito delle idee avrebbe promosso la tolleranza, i diritti individuali, l'uguaglianza e la democrazia. Le idee illuministe sfidarono i governi tradizionali promuovendo gli ideali democratici. Tali rivoluzioni stimolarono un grande interesse per l'ottenimento di una società più equa e per il miglioramento degli sili di vita ma i conservatori le consideravano una minaccia alla stabilità ai valori tradizionali e all'ordine. Rivoluzione economica e sociale: con il termine “rivalutazione industriale” si intende una serie di importanti sviluppi che trasformano le società rurali e agricole in società urbane industriali. L'applicazione lunedì 25 gennaio 2021 pratica del progresso scientifico segnò l’inizio dell’ industrializzazione: l'utilizzo di grandi macchinari per la produzione in serie di beni di consumo. Questo processo richiese però l'impiego di cospicue somme di denaro che spesso andavano molto più in la delle possibilità di un singolo individuo. L'industrializzazione andò di pari passo con l'ascesa dei capitalisti, attori economici che miravano al profitto attraverso investimenti e acquisizioni di aziende. La produzione in serie si basava su un nuovo rapporto tra lavoratori e proprietari: i lavoratori vendevano la propria manodopera in cambio di salario e utilizzavano poi i guadagni per acquistare cibo, abiti e un luogo in cui vivere. Da qui la nascita del consumismo, un sistema di vita che dipende dall’acquisto e dell’utilizzo di beni e servizi messi in commercio. Tali sviluppi alimentarono la rapida espansione del capitalismo, un sistema economico nel quale i macchinari utilizzati per la produzione sono di proprietà privata, i lavoratori ricevono un salario e i commercianti mediano lo scambio di beni e di servizi. Tali cambiamenti economici apportarono importanti mutamenti nella vita sociale, mentre prima i contadini vivevano e lavoravano nelle zone rurali con l'economia industriale i lavoratori si concentrarono nelle zone urbane maggiormente industrializzate. Con la crescita di popolazione nelle città si affermò l'urbanizzazione. Il capitalismo era estremamente produttivo ma creò anche grandi disuguaglianze: pochi imprenditori accumularono enormi profitti, in gran parte derivanti dallo sfruttamento di molti operai sottopagati. A causa delle pessime condizioni igieniche nelle città si propagarono numerose malattie, oltre a le abitazioni sovraffollate e insicure vi era inadeguatezza di trasporti e maggiore criminalità. Si instaurarono nuovi movimenti rivoluzionari. | filosofi sociali cominciarono ad applicare la ragione e i metodi scientifici allo studio sitasti o della vita sociale e a suggerire come migliorarla, questo pose le basi della sociologia. La postmodernità invece è un periodo storico che ha avuto inizio intorno alla metà del XX secolo, caratterizzato dall’ascesa di economie basate sull’informazione e dalla frammentazione delle ideologie politiche e dei metodi di conoscenza. | sociologi odierni sono interessati al rapporto fra le cosiddette economie postindustriali nelle quali predominano i posti di lavoro basati sulle informazioni e quelli nel settore dei servizi e quelle industriali in fase di sviluppo, che ora producono gran parte delle merci fabbricate in tutto il mondo. Inoltre hanno esaminato la nascita della vita suburbana e la nuova realtà delle economie avanzate, documentando nello stesso tempo la continua urbanizzazione nel mondo in via di sviluppo e la crescita delle megalopoli. Essi hanno studiato la nostra cultura estremamente frammentata che comprende ogni cosa, il rifiuto delle verità universali al ritorno delle religioni fondamentaliste con la riaffermazione delle verità universali. In epoca postmoderna la diffidenza verso i governi e la perdita di fiducia nelle ideologie politiche hanno spesso portato a un punto morto nei conflitti al disimpegno politico e a un diffuso cinismo. Oltre a questi grandi cambiamenti, altri aspetti stanno modificando il nostro modo di vita : l'espansione dei media e della cultura del consumo, l’economica globale, l'invecchiamento della popolazione, la famiglia che cambia, le istituzioni sociali in difficolta, crescente diversità e multiculturalismo, violenza e guerra cambiano natura e infine il ruolo mutevole della religione. Capitolo 2: le prospettive teoriche La sociologia moderna affonda le radici nelle idee sviluppate dai primi sociologi: Auguste Comte: stabilità e cambiamento Comte cercò di fondare le basi della sociologia intesa come rigorosa scienza della società, cioè modellata sulle scienze naturali e volta a individuare le leggi che governano il comportamento umano. Il fulcro del campo di studi di Comte furono due domande fondamentali sulla vita sociale: “come e perchè le società cambiano?” (Dinamica sociale) e “su cosa si fonda la stabilità sociale in un determinato momento storico?” (Statistica sociale”. Secondo la sua teoria nel corso della storia le società avevano progredito in linea retta passando attraverso diversi stadi: teologico retto della ragione, metafisico retto dalla filosofa e positivista retto dalla scienza. Per Comte il positivismo era la chiave per risolvere persistenti problemi sociali. Herbert Spencer: la società come organismo sociale Spencer affermò che la società è un organismo sociale simile all'organismo umano. La società è costituita da parti separate, ognuna avente una propria funzione unica, che operano insieme per mantenere in vita l'organismo nel suo complesso. Egli metteva in risalto la struttura globale della 2 lunedì 25 gennaio 2021 A partire dalla metà del XX secolo i sociologi hanno talvolta raggruppato le diverse teorie sociologiche in quattro grandi categorie: Teorie struttural-funzionaliste Le seguenti teorie si concentrano sul consenso e sull’interazione cooperativa nella vita sociale, sottolineando come i diversi elementi che compongono la struttura di una società contribuiscano al suo operato generale. Le teorie funzionaliste dominavano negli Stati Uniti verso la metà del XX secolo ed il loro sostenitore principale era Tacott Parsons. Egli considerava le società come sistemi complessi formati da parti interdipendenti che operano insieme per produrre stabilità sociale. Tali sistemi tendono a muoversi verso il normale stato di equilibrio: un mutamento di una parte del sistema comporta il cambiamento di un’altra parte a compensazione. Le persone si integrano nella struttura sociale attraverso la cultura. Un'istituzione sociale deve soddisfare una specifica necessità del sistema come insieme le istituzione che non danno il proprio contributo si adattano o scompaiono. Mergono distinse fra funzioni manifeste le conseguenza riconosciute e volute dei fenomeni sociali, e funzioni latenti le conseguenze per lo più non riconosciute e non volute da li fenomeni. Inoltre pur nella loro persistenza alcuni fenomeni possono essere disfunzionali in quando inibiscono o disturbano il funzionamento di un sistema nel suo insieme. Teorie del conflitto Le teorie del conflitto si concentrano sui conflitti, sul potere e sulle disuguaglianze, evidenziano come la vita sociale e il suo sviluppo ruotino intorno alla competizione per le risorse scarse ritenute più importanti. L'approccio sul conflitto sottolinea come per soddisfare i bisogni comuni le persone cerchino di acquisire risorse che possono includere beni materiali ma anche beni meno tangibili. Poiché spesso tali risorse sono limitate per ottenerle le persone entrano in competizione, comando gruppi sociali e portandoli al conflitto, esso è reso latente dal predominio dei più potenti sul resto della società. In questa lotta incessante i diversi gruppi si avvalgono dei valori culturali e delle idee come armi per promuovere le proprie posizioni mente la cultura dominante spesso sostiene e giustifica le disuguaglianze esistenti. L'interazionismo simbolico Esso si concentra sul modo in cui le persone utilizzano i simboli condivisi e costituiscono la società come risultato delle proprie interazioni quotidiane. Le teorie dell’interazionismo simbolico ebbero pieno sviluppo negli Stati Uniti nell’inizio e nella metà del XX secolo. George Herbert Mead analizzò il modo in cui sviluppiamo il nostre se grazi all'interazione con gli altri e all’auto-riflessione. Le teorie dell’interazionismo simbolico sono fortemente associate alle dimensioni soggettive della vita sociale, l'interazione fra gli individui su cui si basa il mondo sociale avviene mediante simboli culturali come le parole e il linguaggio non verbale del corpo. L'interazione quotidiana tuttavia ricrea e modifica in continuazione tali modelli, quindi la società stessa ha un'instabilità innata ed è in continuo mutamento. Il mondo sociale in perenne evoluzione è quindi sempre in grado di cambiare. Tale interpretazione della realtà produce modelli di comportamento che creano una struttura di routine per la vita familiare. Queste interpretazioni e questi accordi tuttavia non sono statici: vengono costantemente riesaminati. Teorie femministe e di genere La teoria del genere si concentra sulle diseguaglianze sociali basate sulle differenza sessuali e sui processi di costruzione del maschile e del femminile all’interno dell società. Non esiste un'unica teoria del genere bensì una grande varietà. Gli uomini avevano storicamente dominato le analisi della vita sociale, spesso con la presunzione che il loro modo di capir e vedere potesse essere applicato a chiunque. La teoria femminista della differenza rifiutava questo concetto sottolineando invece come tutta la conoscenza fosse costruita seguendo una particolare prospettiva e che le esperienze diverse delle donne dovessero esservi inserite per arrivare a una comprensione accurata della vita sociale. Questo modo di vedere ha contribuito a una più ampia accettazione del fatto che queste dimensioni si intersecano andando a plasmare la vita sociale. La teoria del genere inoltre ha contribuito a mettere in luce come il corpo femminile sia il fulcro di lotte sociali che coinvolgono sessualità, canoni di bellezza, violenza, diritto alla riproduzione e salute. Le diverse teorie sono unite tra loro da alcuni concetti chiave cultura, struttura e potere. Il funzionalismo mette in rilievo il ruolo della cultura nel fornire alla società dei valori comuni. La teoria del conflitto sottolinea come i gruppi in competizione possano manipolare idee e simboli culturali a 5 lunedì 25 gennaio 2021 proprio vantaggio. L’interazionismo simbolico enfatizza il procedimento grazie al quale gli individui creano la cultura. Cultura È l'insieme di valori, credenze, conoscenze, norme, linguaggi, comportamenti e oggetti materiali condivisi da un gruppo e trasmessi socialmente da una generazione all’altra. La cultura opera a qualsiasi livello sociale. Noi tendiamo a dare per scontata la cultura poichè ne abbiamo interiorizzato i costumi e le affermazioni basilari. La cultura non è naturale ed è priva di una base biologica, perchè deve essere insegnata e va appresa attraverso il processo di socializzazione. Poichè le persone devono riprodurre la cultura per garantirne la sopravvivenza è sempre possibile che la cambino adottando nuovi valori credenze e comportamenti, abbandonando quelli più antichi. La struttura Si riferisce ai modelli ricorrenti di comportamenti nella vita sociale. Tali modelli esistono a qualsiasi livello, dalle nostre interazioni con gli altri all'economia globale. Le perone creano strutture per aiutarsi a raggiungere un obiettivo ma a loro volta le strutture intervengono per limitare quello che le persone possono fare. Vincola il comportamento sociale ponendo dei limiti, ma lo agevola anche, mettendo a disposizione delle persone un contesto e dei modelli di comportamento entro cui possono interagire. La struttura sociale è invisibile ma posiamo mapparne i contorni in diversi ambienti sociali: è costituita da comportamenti schematizzati e ripetitivi, delle routine che stanno alla base delle istituzioni sociali, ovvero le grandi aree della vita sociale in cui si sviluppano routine e modelli di comportamento destinati a durare nel tempo. Potere. È la capacità di raggiungere un obiettivo anche superando l'opposizione degli altri. Agisce a livello micro (amici, coppia, famiglia) ma anche macro (tra stati). Ha diverse dimensioni: economico per spargere risorse, politico per dettare leggi e prendere decisioni e culturale per convincere le persone della definizione della realtà cioè dire com'è la realtà. Capitolo 3: la sociologia come scienza empirica Vi sono molti modi diversi di impostare e realizzare una ricerca sociale, tuttavia esistono dei punti in comune che prendono il nome di ‘fasi della ricerca’ cioè i passaggi che un ricercatore deve compiere per studiare un fenomeno sociale. Sono: O Scelta del problema di ricerca © Elaborazione del disegno della ricerca O Raccolta dei dati O Codifica e analisi dei dati O Interpretazione dei risultati La concreta declinazione di questi dati comporta una continua serie di scelte e decisioni da parte del ricercatore. Le decisioni non sono arbitrarie: esse si fondono su criteri che le giustificano. Esistono due grandi programmi di ricerca della sociologia: O l'asse positivismo-neopositivismo, rappresentano un percorso di evoluzione storica la cui unità è data dalla centralità dell’ideale della scienza moderna. Lo struttural-funzionalismo rientra quasi integralmente nel seguente programma di ricerca. O l'approccio ermeneutico, esso comprende orientamenti molto diversi come lo storicismo tedesco, la fenomenologia sociale o gli approcci materialistico-dialettici che non accettano il metodo delle scienze sociali. L'interazionalismo simbolico fa parte di questo programma di ricerca. Vanno analizzati i principi fondamentali dei due programmi di ricerca alla luce di tre dimensioni: ontologica (qual'è la natura della realtà?) epistemologica (entro quali limiti sono in grado di conoscere questa realtà) e metodologica (quali procedimenti pratici posso legittimamente utilizzare per interrogare la realtà e produrre intorno a essa un sapere valido?) 6 lunedì 25 gennaio 2021 Da un punto di vista generale si definisce ‘teoria scientifica’ un insieme circoscritto di incetti legati tra loro da specifiche relazioni, che punta a offrire una spiegazione possibile di uno o più fenomeni. Il ‘metodo’ viene concepito invece come un percorso sistematico attraverso il quale una teoria è messa alla prova mediamente procedure codificate. Si differenziano due grandi approcci alla questione dell'utilizzo del metodo nella ricerca scientifica: © Quello deduttivo che va dal livello generale al particolare, la teorizzazione precede la prova empirica indirizzando l'intera attività di ricerca attraverso la definizione dei fenomeni che fornisce e il quadro generale che ne deriva. O E quello induttivo che va dal particolare al generale e l'osservazione precede la teorizzazione e quest’ultima deriva direttamente dalla valutazione dei risultati emersi dalla ricerca. Secondo questa posizione solo in tal modo è possibile costruire un sapere aderente alla realtà: si tratta della posizione fatta proprio dall’empirismo. Il positivismo è alla base della nascita stessa della sociologia. Esso aveva le seguenti caratteristiche generali O Dimensione ontologica: realismo ingenuo, vale a dire la credenza per cui la realtà esiste ed è quella che appare immediatamente ai nostri sensi. Chiamata anche realismo del senso comune perchè è il pensiero che gli oggetti del mondo posseggono e sono definiti esattamente da quelle proprietà che sono percepibili con i sensi. Punta a descrivere come base dello sviluppo conoscitivo i fenomeni come sono cioè come appaiono immediatamente, nella loro materialità. O Dimensione epistemologica: i positivisti ritengono che la realtà sia conoscibile pienamente dall’uomo, rendendo propria una concezione dualistica del processo conoscitivo, l'oggetto conosciuto esiste indipendentemente dal soggetto conoscitore. Il positivismo accoglie una posizione per cui soggetto e oggetto sono sullo stesso piano perchè il soggetto che osserva non influenza l'oggetto osservato e dunque può coglierlo nella sua verità oggettiva che è quella di un grande meccanismo che funziona mediante leggi generali e universali. O Dimensione metodologica: l’unico vero metodo scientifico è quello basato sull’osservazione e sull'esperimento attraverso i quali è possibile individuare quelle leggi della natura esprimibili in forma matematica. Il positivismo assume una visione nomotetica per cui la conoscenza scientifica è sempre in grado di individuare queste leggi che non sono il prodotto della mente umana ma il modo stesso in cui i fenomeni osservabili funzionano e possono essere spiegati con un principio causa-effetto. Auguste Comte: la sociologia come scienza Comte considera la sociologia come la scienza sintetica per eccellenza in quanto disciplina che ha fatto proprio il metodo scientifico tipico delle scienze analitiche applicandolo alla comprensione della politica e dei fenomeni sociali. | punti di riferimento metodologici della sociologia positiva di Comte sono dunque: il principio causa-effetto che lega e spiega tutti i fenomeni collettivi, l'applicazione del metodo sperimentale e induttivista. La ricerca sociale dovrà dunque procedere attraverso la formulazione di ipotesi basate sull’osservazione, la loro verifica sperimentale e la formulazione di leggi e teorie generali basate sulla generalizzazione dei risultati così ottenuti. Emile Durkheim: l’olismo sociologico Per Durkheim la società e i suoi fenomeni sono una realtà che non può essere ridotta ne a fatti psicologici ne biologici. La società è un oggetto che esiste al di là degli individui che la compongono e che li trascende pur riguardando ciascuno di loro. La società è dunque un meccanismo a se stante che determina il comportamento dei singoli individui: se si vuole comprendere perchè gli individui si comportano come fanno (effetto) si deve rivolgere la propria attenzione alle strutture della società (cause). Il Mondo sociale è composto da ‘fatti sociali’ vale a dire da modi di pensare e di agire indipendenti dalla volontà del singolo individuo perchè cristallizzate nel corso del tempo. Essi non possono essere modificati dall'opera dei singoli, il comportamento degli individui è determinato da essi attraverso vari meccanismi di controllo interni ed esterni. La prima regola del metodo sociologico è: considerare i fatti sociali come cose ovvero elementi studiabili oggettivamente. La sociologia deve applicare il metodo scientifico per giungere alla rivelazione di quelle leggi generali e universali che governano la società indipendentemente cioè dalla volontà e da ciò che vorrebbero i 7 lunedì 25 gennaio 2021 studiosi. Weber ritiene che le caratteristiche metodologiche delle scienze sociali siano essenzialmente tre: O Le scienze sociali si riferiscono alla cultura, intesa come insieme di valori, idee e norme, comprende ciò che gli individui producono con le proprie azioni sociali, costruendo così l'ambiente in cui vivono. O Le scienze sociali sono storiche, la produzione culturale e le azioni sociali svolgono sempre all’interno di un divenire storico sono cioè mutevoli perchè mutevoli sono le loro condizioni. Egli riteneva che la storia è un processo aperto, costruito dagli attori sociali, considerava il procedere storico come il centro delle lotte e dei conflitti per affermare poteri e valori diversi. O Le scienze sociali utilizzano la comprensione dell’azione sociale per costruire spiegazioni. La sociologia cerca di comprendere l’empatia metodologica, i significati, i valori e le motivazioni che gli attori sociali pongono alla base del loro agire. Una volta che ha compiuto questa opera interpretativa giungendo a una ricostruzione plausibile di ciò che è accaduto e delle motivazioni che ne erano alla base. Secondo weber, l'applicazione del principio di casualità alla sociologia consente l'individuazione delle uniformità di comportamento tramite la costruzione di modelli di spiegazione che sono però non generali ma condizionali. Gli ideal-tipi non sono modelli che esprimono come ‘dovrebbe essere’ la realtà, ma concetti tipici delle scienze sociali attraverso i quali i fenomeni empirici vengono definiti nelle loro caratteristiche ricorrenti ed essenziali. Vi sono tre grandi categorie di ideal-tipi: O Individualità storiche, esse puntano a individuare le caratteristiche essenziali di grandi fenomeni situati nel tempo e nello spazio. O Elementi della realtà storica che si ritrovano in un gran numero di casi con concreti, per esempio il potere e la burocrazia. O Ricostruzioni razionalizzate di insiemi di comportamenti, tutte quelle modalità d’azione che ricadono nel campo dell’economie. L'interazionismo simbolico Questo approccio si concentra essenzialmente su ciò che avviene nei piccoli contesti di vita quotidiana. Questo atteggiamento si fonda sia sul pragmatismo americano per cui azione e pensiero non può esserci un rapporto di divisione e di separazione sia sulla fenomenologia di Schutz che portò questa concezione filosofica negli Stati Uniti. Possiamo riassumere i principi metodologici di questo approccio: © Oggetto della conoscenza sociologica sono le interazioni sociali reali, gli attori sociali costruiscono culturalmente e simbolicamente il proprio mondo sociale agendo poi di conseguenza O La realtà sociale va studiata nei suoi contesti naturali, il ricercatore deve cercare di avvicinarsi e persino di entrare il più possibile negli ambiti sociali che sta studiando provando a ridurre la distanza tra se e i soggetti studiati O | concetti devono essere utilizzati in funzione sensibilizzante, elementi che ‘fungono da guida in grado cioè di orientare il lavoro di analisi scientifica ma senza condizionario Capitolo 4: la cultura La cultura è parte essenziale della definizione stessa di società: un gruppo di persone che vivono insieme in un territorio specifico e condividono una cultura. Per i sociologi la cultura ha un significato molto vasto e globale: è l'insieme di valori, credenze, conoscenze, linguaggi, comportamenti. e oggetti materiali condivisi da un popolo e trasmessi socialmente da una generazione all'altra. Una cultura deve essere appresa, non ha un fondamento biologico. Possiamo pensare alla cultura come all'insieme di tutti gli aspetti della società che vengono trasmessi socialmente. La cultura opera a molteplici livelli: dalle azioni quotidiane delle persone (microlivello) alle norme in essere all’interno di un'organizzazione (mesolivello) fino alle credenze e alle pratiche associate a grandi gruppi di persone (macrolivello), a ciascun livello gli elementi della cultura influenzano il modo di vita delle persone. 10 lunedì 25 gennaio 2021 La cultura comprende elementi sia materiali sia immateriali. La cultura materiale si riferisce agli oggetti fisici prodotti dalle persone appartenenti a una particolare cultura. Essa è fisicamente reale può essere osservata e toccata. La cultura immateriale si riferisce alle idee di una cultura che includono i valori e le credenze, l’insieme delle conoscenze su come comprendere il mondo e orientarsi in esso. La seguente cultura esiste nel mondo dei pensieri e delle idee. Poiché gli oggetti materiali possono avere un significato simbolico, gli aspetti materiali e immateriali della cultura sono spesso legati fra di loro, per esempio i libri come la bibbia sono oggetti fisici (materiale) che possiedono anche un significato simbolico (immateriale). Il concetto di cultura è formato dai seguenti elementi: Valori: che cos'è desiderabile? Un valore è un principio profondamente radicato, o uno standard utilizzato dalle persone per giudicare il mondo in particolare per decidere che cosa sai desiderabile o significativo. Può essere divisa in valori: individuali rispetto dei principi per se stessi e collettivi rispetto a dei principi personali e collettivi accettati in una dimensione morale. | valori variano moltissimo tra le diverse culture, ma la ricerca sociologica ha dimostrato che alcuni possono essere condivisi: potere, universalismo (apprezzamento e preoccupazione per tutta l'umanità), successo, edonismo (ricerca del piacere personale), benevolenza (generosità e compassione), tradizione, auto-affermazione (ricerca dell’emozione e della sfida personale), conformismo, autodeterminazione e sicurezza. Diverse culture danno ai valori priorità differenti il che può essere motivo di conflitto tra di esse. Il sociologo Hunter ha definitivo con il termine ‘guerra culturale’ un disaccordo particolarmente significativo sui valori fondamentali e le posizioni morali presenti all’interno di una società. Credenze: che cos'è vero? Le credenze possono essere definite come le specifiche convinzioni o opinioni che le persone accettano in genere come vere. Le credenze culturali ci incoraggiano a comprendere i problemi fondamentali del mondo da un punto di vista particolare. Le credenze sono particolarmente influenzate dalla cultura alla quale appartengono. Solitamente sono convinzioni non formalizzate ovvero non garantite da norme, che hanno effetto significativo all’interno della società. Il teorema di Thomas “se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse saranno reali nelle loro conseguenze” Conoscenze: cosa sappiamo? La conoscenza è l’insieme di informazioni, consapevolezza e comprensione che ci aiuta a orientarci nel nostro mondo. | sociologi si riferiscono a questo genere di conoscenza con l’espressione ‘capitale culturale’. Spesso le persone danno per scontata la conoscenza della cultura che hanno interiorizzato. Lo ‘shock culturale’ è l’esperienza di disorientamento dovuta alla mancata conoscenza di una sistemazione sociale non familiare. Norme: cos'è appropriato? Le norme sono le regole e le aspettative di una cultura rispetto ad un comportamento ritenuto ‘appropriato’, in un certo senso costituiscono una sorta di ponte fra le idee di una cultura e le sue consuetudini, in quanto suggeriscono quale sia il comportamento appropriato. Le norme possono comunicare alle persone che cosa dovrebbero fare e che cosa non dovrebbero fare ma non sono comunque fisse o rigide. Con il mutare della società anche la cultura si evolve per affrontare nuove situazioni. Le norme sociali però non sempre tengono il passo dei cambiamenti tecnologici questo prende il nome di ‘ritardo culturale’ che descrive il modo in cui i nuovi sviluppi tecnologici spesso sono più veloci delle norme che governano le esperienze collettive associate a essi. Le norme culturali per l'interazione sociale variano a seconda che ci si rapporti faccia a faccia, al telefono, via mail e così. Quando ci confrontiamo con una persona per comunicare utilizziamo ben più delle parole, usiamo anche il tono di voce, la gestualità e le espressioni del viso. Le norme si distinguono in: formali le norme rigidamente applicate co potenziali pene severe per che le viola e infomali sono abitudini del gruppo comuni ad una determinata cultura. Simbolo: È qualsiasi cosa ne rappresenti un’altra. L'associazione fra un simbolo e ciò che rappresenta è arbitraria e culturalmente definita, lo stesso simbolo inoltre può avere significati diversi in culture diverse. La cultura è fondamentalmente simbolica ed è attraverso i simboli che comunichiamo e 11 lunedì 25 gennaio 2021 rafforziamo gli elementi della nostra cultura collegandoli gli uni con gli altri e li trtasmettiamo ai nostri figli. Linguaggio: È un sistema elaborato di simboli che consente alle persone di comunicare fra di loro in modi complessi. Grazie al linguaggio possiamo raccontare eventi accaduti nel passato e programmare cosa faremo in futuro e possiamo persino narrare storie di persone e avvenimenti immaginari. Il ingaggio ci permette di accumulare e immagazzinare informazioni. Tuttavia la comunanza di linguaggio non comporta necessariamente la condivisione di una cultura. Il linguaggio riflette i più ampi contesti culturali in cui si è evoluto. Comportamenti: I comportamenti sono le azioni associate a un gruppo che aiutano a riprodurre uno stile di vita ben preciso. Si può fare una distinzione tra: cultura normativa ciò che gli appartenenti a una cultura dicono essere i propri valori, le proprie credenze e le proprie norme e cultura effettiva, ciò che essi fanno realmente e che può rispecchiare o meno la cultura normativa. Oggetti o manufatti: Sono gli oggetti fisici creati da persone che condividono una cultura e a questa associati, sono spesso variazioni di oggetti normali che si ritrovano nella vita quotidiana. Un modo per comprendere l’incontro fra cultura e potere è capire l'ideologia. | sociologi definiscono l'ideologia come un sistema di significati che aiuta a definire e spiegare il mondo e che fornisce giudizi di valore du si esso. In parole più semplici un’ideologia è una visione generale del mondo. All’interno di ogni cultura esiste un’ideologia dominante, un gruppo di affermazioni ampiamente condivise e regolamentate rafforzate che in genere sostengono il sistema sociale e servono gli interessi delle autorità. Le diverse prospettive ideologiche che rappresentano interessi differenti dotati di divari gradi di potere sono coinvolte in una sorta di disputa culturale. L'ideologia da forma a ciò che definiamo come ‘naturale’, tutto ciò che è naturale viene considerato più durevole e stabile di ciò che è creato dall'uomo, pertanto le strutture che definiamo naturali sono ritenute permanenti e quindi difficili da sfidare. Ciò che le persone ritengono naturale e normale è quindi una costruzione ideologica. Anziché essere formate da un’unica cultura la maggior parte delle società include una cultura dominante e rappresenta le idee e la prassi di coloro che sono nelle posizioni di potere, e un certo numero di subculture associate a piccoli gruppi della società, aventi norme, valori e stili di vita diversi che li distaccano dalla cultura dominante. Una subcultura che si organizza opponendosi alla cultura dominate può essere classificata come controcultura, i membri delle controculture sfidano valori e atteggiamenti ampiamente condivisi e rifiutano le norme culturali convenzionali. La locuzione ‘cultura alta’ è usata in riferimento a forme culturali associate alle elite e diffusamente riconosciute come valide e legittime. | fautori della cultura alta potrebbero definire questa forma di cultura la migliore e più durevole rappresentazione della cultura di una nazione. Per contro la cultura popolare si riferisce a forme culturali diffuse e comunemente accettate in una società. La distinzione fra cultura alta e cultura popolare suggerisce un conflitto di fondo. Oggi molti oggetti culturali sono beni economici che vengono fabbricati in un numero sempre maggiore delle fra due corporazioni. Questa focalizzazione sul commercio di beni culturali ha comportato una sempre maggiore penetrazione del linguaggio e delle immagini e delle immagini pubblicitarie negli spazi pubblici e privati cireondandoci di rappresentazioni e simboli che hanno come obiettivo primario quello di farci acquistare qualcosa. Con l’influenza crescente della mercificazione, le persone tendono sempre più a quantificare il valore di gran parte degli oggetti culturali in base al possibile pronto che da essi si può trarre. 12 lunedì 25 gennaio 2021 la struttura ne ha bisogno per funzionare, dall'altra parte l’azione collettiva delle persone può mettere in discussione queste situazioni consolidate e istituzionalizzate dando avvio al mutamento della struttura sociale stessa e arrivando a ridefinire i rapporti di forza nel gruppo. La struttura sociale è invisibili possiamo però mapparne i contorni in diversi ambiti sociali. Vi sono due obiettivi interconnessi per studiare la struttura: descrivere i modelli di base e fare dei collegamenti tra questi modelli e le azioni sociali. Le ricerche sociali dimostrano che la struttura sociale è costituita da comportamenti schematizzati e ripetitivi, queste routine prevedibili stanno alla base di quelle che i sociologi chiamano ‘istituzioni sociali’ ovvero le grandi aree della vita sociale in cui si sviluppano routine e modelli di comportamento. In assenza di modelli predefiniti di comportamento ogni giorno comporterebbe una nuova negoziazione su cosa fare e su come agire. L'analisi sociale dimostra che i modelli di comportamento di cui si compone la struttura sociale non sono naturali, immodificabili o inevitabili, al contrario in quanto prodotto dell’azione umana gli esseri umani possono modificarli. Inoltre le strutture sociali variano con il tempo e da una cultura all’altra. La struttura sociale affonda le proprie radici nell'attività quotidiana dei membri di una società. Vi sono due concetti chiave ‘status’ e ‘ruolo’ per capire cosa lega una persona a un’altra e ai modelli che costituiscono la struttura sociale. Lo status designa una posizione che può essere occupata da un individuo all’interno di un sistema sociale. Lo status può essere ascritto ovvero gli status che vengono assegnati fin dalla nascita, indipendente dai nostri desideri e capacità e può essere acquisito sono gli status che otteniamo volontariamente in larga misura per effetto dei nostri sforzi. | ruoli invece rappresentano i comportamenti attesi che si associano a determinati status. | ruoli condizionano la vostra vita chiarendo ciò che ci si aspetta da voi nei diversi contesti. Il concetto di ruolo spiega come mai il comportamento di un individuo si conformi a un modello generale, ma possa essere modificato per effetto delle forze sociali. Le aspettative associate a un ruolo non sono rigide e non impongono comportamenti determinati. Gli status e i ruoli sono coinvolti anche nel modo in cui la struttura interagisce con il potere per produrre disuguaglianza su tutti meso e macrosociologico. Livello microsociologico: l'etnometodologia Simmel, i membri di una società interagiscono regolarmente tra di loro con modalità che si consolidano in modelli. | modelli di interazione si protraggono nel tempo trasformandosi in routine così costanti che sembrano assumere una vita propria, indipendente, degli individui che le hanno create. Queste interazioni microsociologiche costituiscono i mattoni su cui si fonda una società. Uno dei metodi più usati dai sociologi per esaminare le interazioni sociali a livello microsociologico è: L'etnometodologia. Alcuni di loro affermano che noi costruiamo la struttura sociale un po' alla volta, lavorando collettivamente insieme agli altri per dare senso al caotico mondo sociale con cui ci confrontiamo ogni giorno. L'etnometodologia è un approccio che esamina i metodi usati dalle persone per dare significato alle proprie attività quotidiane, enfatizzando le modalità con cui creano collettivamente una struttura sociale nelle proprie attività di tutti i giorni. Secondo questo approccio le persone sono continuamente preoccupate di apparire normali agli occhi degli altri e di correggere tutti gli aspetti contraddittori del proprio comportamento. In particolare spiega come attraverso la conversazione si costituiscono dei sistemi sociali e come nel parlare diamo per scontato cose che non vanno confermate perchè c'è una reciprocità delle aspettative. Garfinkel dimostra questo carattere metodico delle persone attraverso degli esperimenti di rottura che dimostrano come non siamo per nulla abituati ad un comportamento non-conforme. Livello mesosociologico: le organizzazioni la struttura organizzativa designa le regole e la routine, sia formali sia informali, che disciplinano l’attività quotidiana all’interno delle organizzazioni. Ogni gruppo ha norme e aspettative specifiche associate a un ruolo preciso. È importante fare la distinzione tra: © Associazione: un gruppo di persone che si unisce perchè condivide alcuni fini sentendoli come propri poiché corrispondenti ai propri interessi. © Organizzazione: un associazione di persone su base stabili e istituzionalizzata. Quindi è più stabile e riconoscibile rispetto una associazione. 15 lunedì 25 gennaio 2021 Livello macrosociologico: funzioni e interrelazioni tra istituzioni sociali È possibile riconoscere la struttura sociale nei molteplici modelli di comportamento di una società. A questo livello di analisi alcuni sociologi ricorrono spesso alla prospettiva funzionalità concentrandosi sull’interrelazione tra le istituzioni. Le strutture sociali hanno funzioni specifiche che soddisfano i bisogni della società nel suo complesso. Al centro dell'analisi funzionale è il concetto di equilibrio, il bilanciamento tra varie strutture che mantiene la stabilità sociale. Se una componente della società viene a modificarsi, le altre dovranno adattarsi di conseguenza per ripristinare l'equilibrio. Talcott Parsons pioniere della teoria funzionalità era particolarmente interessato al tema della integrazione sociale, ossia del processo mediante il quale i valori e le strutture sociali uniscono le persone all’interno di una società. Secondo i funzionalisti dal momento che le istituzioni sociali sono interdipendenti, il loro equilibrio è precario per definizione, un cambiamento che is verifichi in una istituzione indurrà un cambiamento anche nelle altre. In alcuni casi determinate strutture hanno funzioni negative: sono disfunzionali. Per capire come funziona una struttura all’interno di una società dobbiamo stabilire chi ne benefica e chi potrebbe esserne danneggiato. Azione sociale: Max Weber definiva la sociologia come la scienza che studia l’azione sociale ossia l’azione umana nel contesto sociale. Voleva capire sopratutto cosa motiva le nostre azioni e dimostrò che gli obiettivi di azione umana si modificano con il tempo e da una cultura all'altra. Identificò 4 ideal-tipi di azione umana: O L'azione tradizionale, è motivata dal costume, è vincolata dall'idea che le cose si sono sempre fatte nello stesso modo. O L'azione affettiva, è guidata dalle emozioni e dai sentimenti. O L'azione razionale rispetto al valore, è orientata da un'ideale sia nel suo svolgersi sia nei fini che intende perseguire. O L'azione razionale rispetto allo scopo, è motivata da logiche di efficienza, quando le persone definiscono i propri obiettivi e decidono come raggiungerli la loro analisi è una forma di azione razionale. Il sociologo George Ritzer ha affermato che una forma di azione razionale rispetto al scopo la cosiddetta ‘McDonaldizzazione’ del mondo sta condizionando sempre di più la nostra vita quotidiana. Tale tipo di azione razionale imporrebbe la struttura standardizzata ed efficiente di un fast-food a tutti gli aspetti della nostra vita, rappresenta una forma estrema di azione razionale: così come gli operatori di un fast-food reagiscono ai vari segnali acustici che risuonano nella cucina del locale, sempre più aspetti della nostra vita vengono dettati dalla ricerca di efficenza. L'iperfocalizzazione sull’efficienza potrebbe aver conseguenze indesiderate, in nome dell’efficenza ci accolliamo una quantità sempre maggiore di lavoro non retribuito. La MeDonaldizzazione può essere allo stesso tempo inefficiente e disumanizzante. Le 4 dimensioni della McDonaldizzazione secondo Ritzer: O Efficienza, ricercare il miglior metodo possibile per svolgere i compiti O Calcolabilità, enfatizzare gli aspetti quantitativi di prodotti e servizi O Prevedibilità, tentare di omogenizzare prodotti e servizi indipendentemente dal tempo e dal luogo © Controllo, esercitare il controllo sui dipendenti e sui clienti applicando regole inflessibili limitando le opzioni e usando nuove tecnologie che monitorano e regolamentano il comportamento. Il potere: Il potere è un concetto centrale nella riflessione sociologica in quanto incide su tutti i livelli della società e influenza la nostra vita quotidiana in un'infinità di modi. Coloro che hanno più risorse hanno anche più potere e i detentori di potere possono usarlo per ottenere ulteriori risorse. Il potere è strettamente legato alle disuguaglianze sociali. Il sostantivo ‘potere’ deriva dal verbo latino che significa ‘essere in grado’. Weber definì il potere come la capacità di ottenere un risultato desiderato anche andando contro l'opposizione altrui. È possibile distinguere due elementi importanti del potere: 16 lunedì 25 gennaio 2021 O La capacità di ottenere il risultato desiderato che sarebbe ‘il potere di’, la capacità di ottenere una determinata cosa O La capacità di prevalere su un’opposizione ‘il potere su’, mette in luce la capacità di dominare gli altri Sulla base del primo elemento vedremo i due principali approcci: quello funzionalista e quello dell’empowerment. L'approccio del ‘potere di’ può essere applicato anche a sistemi sociali come le scuole, i governi, una collettività detiene il potere nella misura in cui può realizzare i propri obiettivi. Ciò presuppone l’accesso a delle risorse tra cui il denaro, le informazioni e le conoscenze tecnico- scientifiche. Le società più ricche hanno più risorse e quindi più potere delle società più povere. Le società dotate di potere possono assicurare un tenore di vita più elevato, difendersi da sole, promuovere il progresso scientifico e tecnologico. L'approccio basato sul concetto di empowerment ovvero l'ampliamento della propria capacità di ottenere un risultato desiderato, comporta spesso la crescita personale e professionale di un individuo. Le strategie finalizzate ad accrescere l'empowerment richiedono generalmente una combinazione: © Educazione: consente di sviluppare quelle capacità e di apprendere quelle conoscenze che consentono di agire consapevolmente per la propria emancipazione © Organizzazione: consiste nel mettersi assieme a delle persone al fine di promuovere un obiettivo comune © Networking: capacità di uscire dalle cerchie sociali più immediate per trovare alleati da coinvolgere nell'azione emancipativa Il tentativo di realizzare un determinato progetto incontra un’opposizione. L'approccio del ‘potere su’ si focalizza sul tentativo di dominare gli altri. Il dominio può esistere a qualsiasi livello di società. Le parti coinvolte in un conflitto, grande o piccolo che sia, hanno le stesse tre opzioni di base: O Persuadere: ottenere il consenso delle persone convincendole della correttezza della propria posizione e dei propri obiettivi. © Ricompensare: promuovere il consenso delle persone offrendo loro un incentivo positivo. © Costringere: imporre il consenso attraverso la minaccia, l’intimidazione, la pressione o talvolta la violenza. Il potere è presente a tutti i livelli della vita sociale, inclusi i rapporti con familiari, amici, polizia, governo eccetera. Vi sono diverse forme di potere: O Il potere di gratificazione è il controllo che un soggetto esercita su risorse ritenute preziose che possono essere usate per fornire incentivi positivi. O Il potere coercitivo è la capacità di punire, per esempio negando risorse ritenute preziose o infliggendo un maltrattamento verbale o fisico. O Il potere legittimo viene esercitato da coloro che fanno leva sul senso del dovere, gli altri dovrebbero obbedire, sulla base di valori culturali condividi o del rispetto per il ruolo formale che occupano queste persone nella struttura sociale. O Il potere referente o carismatico si basa sull’identificazione, sull’affetto e sul rispetto per un’altra persona, che non vuole necessariamente influenzare il prossimo. O Il potere esperto nasce dalla convinzione che una persona abbia conoscenze superiori in un determinato settore. O Il potere informativo si basa sull’uso che una persona fa di fatti, dati o altre evidenze per argomentare razionalmente o persuadere. Le tattiche di potere sono le strategie specifiche che le persone usano per influenzare gli altri nella vita quotidiana. Queste strategie si basano sul potere. Le tattiche di potere sono le strategie 17 lunedì 25 gennaio 2021 O Reti familiari. Le famiglia o variano per dimensione e per composizione: la famiglia nucleare è composta dai genitori e dai loro figli, la famiglia estesa è composta dalla famiglia nucleare più altri parenti come i nonni e le famiglie allargate o ricostituite cioè quelle nelle quali uno degli adulti ha figli nati da una precedente relazione. © Matrimonio e convivenza. Il matrimonio è una regione sociale che crea legami familiari, comporta intimità sessuale e viene formalizzata da un contratto giuridico. La convivenza è una relazione sociale che può creare dei legami familiari e comporta intimità sessuale i cui due persone vivono insieme come partner da non sposati. O Eleggibilità matrimoniale. Le culture variano anche in funzione del modo in cui selezionano persone idonee al matrimonio: l'endogamia limita il matrimonio per legge o per costume a persone della stessa categoria sociale, l’esogamia invece prevede il matrimonio tra persone di diverse categorie sociali. © Matrimoni combinati. | matrimoni vengono combinati sulla base della convivenza economica e dello status sociale. © Forme di matrimonio. Vi sono: la monogamia che è la pratica che restringe le relazioni sessuali a un solo partner, la poligamia invece è un sistema matrimoniale che permette a una persona di avere più coniugi. O Identità di genere. In alcune culture, i ruoli delle donne e degli uomini si sovrappongo. Vi sono tuttavia delle macrotendenze: le famiglie stanno diventano più piccole, le famiglie estese sono meno comuni, la libera scelta del partner è sempre più diffusa, le donne si sposano più tardi, le persone restano spostate meno anni, più donne entrano a far parte della forza lavoro, le famiglie includono sempre più spesso anziani, uomini e donne omosessuali vivono oggi stabili rapporti di coppia. Nella famiglia moderna vi sono dei cambiamenti: declino dell'autorità patriarcale, diminuzione delle famiglie complesse, miglioramento nella condizione dei figli, genitorialità diffusa. © Un principale gruppo secondario: organizzazioni e burocrazia Un organizzazione è un gruppo che ha definito i compiti di ognuno dei suoi membri, gli ha assegnati ed ha riconosciuto le relazioni che intercorrono tra le diverse posizioni, distribuisce dall'autorità formale, prevede regole e procedure per gestire le varie attività e la relazione con l’ambiente esterno. Le organizzazioni possono avere più tipi di configurazione: imprenditoriali (piccola media impresa), burocratiche (amministrativa), diversificate (aziende multinazionali), professionali (gli ordini e le corporazione). © Una burocrazia è un sistema gerarchico amministrativo avente regole e procedure formali utilizzati per gestire organizzazioni. Le burocrazie condividono alcune caratteristiche fondamentali: divisione del lavoro, gerarchia di autorità e responsabilità, impersonalità, regole scritte e archivi. Le burocrazie hanno anche un lato negativo per esempio la suddivisione esasperante del lavoro e della frammentazione dell'autorità che caratterizzano gran parte delle burocrazie, possono essere impersonali e macchinose. La socializzazione è il processo mediante il quale le persone vengono a conoscere le norme basilari, i valori, le credenze e i comportamenti appropriati nella loro coltura. Si distingue un processo di: © Socializzazione primaria: è la prima socializzazione che un individuo intraprende nell'infanzia attraverso la quale diventa un membro della società in quanto tale. In tale socializzazione il bambino apprende la ‘grammatica fondamentale’ della società, le norme e i valori importanti all’interno della sua cultura acquisendo un senso di sicurezza esistenziale. Non avviene mai nel vuoto sociale: le sue modalità e i suoi contenuti sono profondamente influenzati dalla classe sociale e dalla struttura della famiglia di origine. 20 lunedì 25 gennaio 2021 O Socializzazione secondaria: è ogni processo successivo, che introduce un individuo già socializzato in nuovi settori del mondo oggettivo della sua società. È legata a specifici sottomondi istituzionalizzati, connessi alla complessità della divisione del lavoro sociale e si lega all'acquisizione delle conoscenze necessarie allo svolgimento di un determinato ruolo. Essa implica un minore impatto emotivo sulla persona. | vettori fondamentali di entrambi i tipi di socializzazione, primaria e secondaria sono l'interiorizzazione e l'apprendimento: due processi tramite i quali un individuo incorpora in se i contenuti della socializzazione, tanto da renderli una parte data per scontata del proprio mondo e della propria personalità. Gli agenti di socializzazione sono gli ambiti entro cui si forma l'identità sociale degli individui: O La famiglia, costituisce il primo agente di socializzazione primaria. Gli individui imparano le abilità fondamentali come parlare e curare l'igiene personale oltre la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato o il modo corretto di trattare gli altri. O La scuola, la prima esperienza prolungata di contatto con il Mondo sociale esterno ha luogo nell’asilo nido o nella scuola per l’infanzia. | bambini imparano a interagire con gli altri e a far parte di un gruppo. Preparano i bambini ai futuri ruoli nella società, fondendo istruzione in molti campi. O | media, forniscono rappresentazione del corpo ed i modelli da imitare. O Il gruppo dei pari, un gruppo di persone in genere di età simile che condividono status sociale e interessi. Possono influenzare lo sviluppo e il comportamento degli individui in modo significativo. O Il luogo di lavoro, la socializzazione professionale è l'apprendimento delle norme informali associate a un tipo di impiego. O La religione, è l'agente di socializzazione più esplicitamente dedito all'insegnamento di valori e credenze. O Le istituzioni totali, un particolare gruppo di agenti di socializzazione è dato da quelle che il sociologo Goffman ha definito ‘istituzioni totali’, strutture inglobanti nelle quali un'autorità regola ogni aspetto della vita di una persona. Goffman indica 5 tipologie generali di istituzioni totali: 1. Istituzioni che si occupano di persone definite incapaci e innocue 2. Istituzioni create per occuparsi di persone che non sono in grado di badare a se stesse, possono rappresentare una minaccia alla comunità 3. Istituzioni create per proteggere una comunità da coloro che | autorità ritengono costituire un pericolo significativo 4. Istituzioni fondate su un compito specifico che richiede l’impiego totale dei partecipanti 5. Istituzioni intese come ‘distaccate dal mondo’ Il mondo chiuso di un'istituzione totale è un esempio estremo di risocializzazione, il processo mediante il quale gli individui che passano da un ruolo a un altro o da una fase di vita a un’altra sostituiscono vecchie norme e passati comportamenti con altri nuovi. Il ‘senso di se’ è l'insieme di pensieri e sensazioni che si provano considerando se stessi come un oggetto. Questa capacità di auto riflessione è il nucleo del concetto del se. Non nasciamo con il senso del se, lo sviluppiamo nel corso del tempo come prodotto della cultura nella quale siamo socializzati e soprattutto attraverso le nostre esperienze d’interazione sociale. Cooley elaborò questo punto introducendo il concetto di se-specchio, l’idea che il nostro senso del se si sviluppi come riflesso del modo in cui riteniamo che gli altri ci vedano. Secondo Cooley le nostre interazioni con gli altri comportano 3 fasi che ripetute in tutte le nostre interazioni forgiano il nostro se: O Immaginiamo la nostra immagine negli occhi degli altri © Immaginiamo che gli altri esprimano giudizi su di noi 21 lunedì 25 gennaio 2021 © Proviamo una sensazione che deriva dal giudizio immaginato Un altro modo per esprimere l'equilibrio richiesto per sviluppare un se sano viene dal lavoro del sociologo americano Mead. Secondo Mead il se è costituito da quelli che definiva ‘io’ e ‘me’. L’io di Mead è la parte del se che è spontanea, impulsiva, creativa e imprevedibile. Non è riflessiva ed esiste solo nel presente: nello stesso istante in cui iniziate a rifletterci, perdete quel se spontaneo. Per creare un se sano, l’io deve essere equilibrato da quello che Mead definisce ‘me’. Il ‘me’ di Mead è il senso del se appreso dall'interazione con gli altri. Quando si aderisce a norme sociali il ‘me’ domina sull’io, quando riflettete sull’io questo diviene parte del ‘me’. La socializzazione comporta la ricerca di un equilibrio fra l’io e il me. Mead riteneva che i bambini avanzassero attraverso quattro fasi di sviluppo sociale. O Fase pre-gioco O Fase del gioco O Fase del gioco di squadra O Fase dell’altro generalizzato Capitolo 7: migrazioni ed etnie Da un punto di vista analitico possiamo distinguere due tipi diversi di fattori che generano i processi migratori: il primo è costituito dai fattori di espulsione (push) vale a dire o'insieme delle problematiche interne al paese d'origine come per esempio le guerre, le carestie, la mancanza di libertà politica eccetera, il secondo insieme è rappresentano dai fattori di attrazione (pull) che riguardano in particolare maggiori possibilità di lavoro, maggiore libertà e benessere economico che contribuiscono a migrare nei paesi più ricchi. La combinazione di tali fattori “Push and pull” ha prodotto a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, i seguenti modelli di regolamentazione dell’immigrazione: © Modello storico, dove la presenza di immigrati era fortemente incoraggiata a causa della scarsità di manodopera locale, consiste in un modello che garantisce il diritto di cittadinanza a tutti i nuovi arrivati. © Modello selettivo, tale modello favoriva l'immigrazione di individui provenienti dalle proprie ex colonie piuttosto che da altri paesi, al fine di mantenere un controllo diretto su di essi. © Modello dei lavoratori ospiti, incoraggiavano l’accesso temporaneo di manodopera straniero al solo fine di soddisfare le esigenze contingenti del mercato del lavoro senza che ciò comportasse il riconoscimento dei diritti di cittadinanza. © Modello della chiusura crescente, di fronte ai massicci esodi di popolazione provenienti dai paesi più poveri, applicano misure sempre più restrittive nei confronti dei flussi migratori in entrata. Un altro modello migratorio globale è rappresentato dalla diaspora, il fenomeno per cui una popolazione abbandona il proprio paese d'origine disperdendosi in diversi paesi stranieri pur mantenendo la propria identità culturale e spesso i legami con gli altri gruppi di emigrati. Robin Cohen nel suo noto lavoro Global Diasporas individua 4 diverse categorie di diaspora a seconda delle cause che la determinano: O Diaspora di vittime, generata da eventi particolarmente negativi e drammatici O Diaspora imperiale, legata allo sviluppo di un impero e al conseguente trasferimento di parte della sua popolazione nelle nuove colonie O Diaspora di lavoratori, il trasferimento avviene a causa della ricerca di nuove possibilità di lavoro in più paesi © Diaspora di commercianti, la dispersione della popolazione è correlata alla creazione di reti commerciali internazionali. 22 lunedì 25 gennaio 2021 Quando la socializzazione è efficace, le persone vogliono essere femmine o maschi secondo la definizione che ne da la loro cultura, e percepiscono questo desiderio appreso come un fatto perfettamente normale e naturale. Come si creano i ruoli di genere? West e Zimmerman affermarono che il genere viene creato costantemente e potenzialmente alterato attraverso il cosiddetto processo di costruzione dell'identità di genere, ovvero la produzione del genere tramite ambiti sociali. Pertanto le idee sul genere possono essere contestate e modificate sia nelle interazioni individuali sia nei contesti istituzionali, vediamo alcuni: O La famiglia: i genitori e i parenti rinforzano il genere dei bambini piccoli in tanti modi standardizzati, come biglietti di auguri e doni contenenti messaggi e immagini che corrispondono agli stereotipi di genere. Per tutta l'infanzia, i bambini e le bambine vengono trattati diversamente. Nei primi anni di vita i bambini sono già stati assoggettati a un’affermazione intensa e costante delle aspettative di genere della società e iniziano a reagire di conseguenza. © Ascuola: Martin ha scoperto che le scuole materne aiutano i bambini a sviluppare un'identità di genere, modificando il loro rapporto con il proprio corpo. Ha scoperto che le maestre rimproverano più spesso le bambine se assumevano un comportamento informale. Man mano che le bambine e i bambini crescono, la scuola continua a promuovere e a rinforzare le differenze di genere speso attraverso la scelta del programma. O Gruppo dei pari: la socializzazione tra pari può rafforzare le distinzioni di genere, inducendo una persona a sviluppare un senso di se correlato a un gruppo di persone dello stesso genere e a prendere le distanze dall'altro. | giovani uomini possono adottare un’aria di distacco o di atteggiamento eccessivamente da duri, criticando al contempo ogni segno di debolezza. Le giovani donne si concentrano spesso sul proprio aspetto fisico, regolano l’abbigliamento, il peso, l’acconciatura e il trucco. Sia le donne sia gli uomini adottano frequentemente lei norme estetiche promosse dai media. © Media: le rappresentazioni offerte dai media possono segnalare comportamenti e atteggiamenti appropriati o accettabili specie per i giovani. Le immagini e i servizi proprio dai media possono mettere in discussione i ruoli di genere tradizionali, ma nella maggior parte dei casi non fanno altro che rinforzare gli stereotipi culturali. Le immagini di genere fornite dai media vanno ben oltre un innocuo intrattenimento. Le fotografie di modelle magrissime ed etero presentano un modello di bellezza. Le immagini idealizzate dagli uomini proposte dai media enfatizzano i corpi muscolosi e la giovinezza. Il patriarcato è un sistema sociale dominato dagli uomini. In una società patriarcale gli uomini occupano quasi tutte le posizioni di potere politico ed economico e beneficiano di aspettative culturali che limitano il ruolo e l'influenza delle donne. È possibile invidiare esempi anche se sporadici di matriarcato, un sistema sociale dominato dalle donne. Esiste tuttavia una differenza fondamentale tra i due: il matriarcato non è una forma di dominio, ma bensì è una società fondata sulla collaborazione e l'equilibrio trai generi, in cui le decisioni sono prese utilizzando il metodo del consenso e vivendo nel rispetto della natura e delle risorse che essa ci mette a disposizione. Il differenziamento retributivo di genere o gender pay gap, è un indice che misura la differenza retributiva tra gli uomini e le donne in un determinato mercato del lavoro o nei suoi segmenti. Nell’Unione Europea le donne guadagnano in media il 16% in meno degli uomini. Una causa delle disuguaglianza di genere comporta la violenza delle donne. Per gran parte della storia la violenza sulle donne è stata largamente accettata. In molti paesi tuttavia, le attiviste del movimento femminista sono riuscite a modificare norme culturali, standard giuridici e pratiche di applicazione della legge in tema di violenza domestica. La violenza domenica può essere definita come un comportamento violento che viene usato da una persona per acquisire o mantenere il potere e il controllo sul proprio partner sessuale. Questo tipo di abuso può includere componenti fisiche, sessuali, psicologiche, emotive ed economiche. In altri termini esso include qualunque comportamento che intimida, manipola, umilia, minaccia, danneggia o ferisce qualcuno. 25 lunedì 25 gennaio 2021 Le teoria queer affrena che durante la vita di una persona le identità sessuali sono socialmente costruite, quindi si evolvono e possono essere modificate. L'identità sessuale o orientamento sessuale designa il nostro Sé in relazione al tipo di attrazione sessuale che proviamo nei confronti degli altri. Nella nostra società, la popolazione può essere ripartita in 4 gruppi principali: O Gli eterosessuali sono attratti da persone dell’altro sesso O Gli omosessuali sono attratti da persone dello stesso sesso O l bisessuali sono attratti da persone di entrambi i sessi O Gli asessuali non sono attratti sessualmente da nessuno Poiché la sessualità è caratterizzata da una continuità negli atteggiamenti e nei comportamenti classificare le persone in categorie distinte e separate può essere fuorviante. Le diverse culture hanno visioni assai divergenti su lesbiche, gay, bisessuali e transgender, l’eterosessismo un insieme di atteggiamenti e di comportamenti che indica la convinzione che tutti siano eterosessuali, è molto comune. Gli eterosessisti non provano necessariamente sentimenti negativi nei confronti degli LGBT, si limitano a ignorarne l’esistenza. L’omofobia è un misto di disapprovazione e di paura nei confronti degli LGBT ed è spesso fonte di ostilità e discriminazione. Speso le teorie omofobiche si fondano su dottrine religiose, ma tra le grandi religioni del mondo non c'è una linea concorde sullo status da attribuire agli LGBT. L'intolleranza può arrivare a punti estremi: l'omosessualità in alcuni paesi viene ancora punita con la morte. Le femministe e gli attivisti pro-LGTB si sono organizzati, utilizzando il proprio potere collettivo per promuovere il cambiamento. Capitolo 9: stratificazione e disuguaglianza Per disuguaglianza sociale intendiamo una distribuzione ineguale di risorse economiche, sociali, politiche e culturali all’interno di un determinato contesto sociale. Tra gli individui esiste un’asimmetria dovuta non solo all'avere capacità differenti per ragioni genetiche ma anche al modo in cui è strutturata la società cui appartengono, le disuguaglianze sociali si basano su una particolare combinazione di desiderabilità, abbondanza e scarsità. Qualunque società umana esistita, dunque, formalizza e istituzionalizza queste disuguaglianze sociali, sviluppando meccanismi appositi. Un sistema di stratificazione può essere definito come l'insieme delle strutture e delle norme culturali che producono e mantengono le disuguaglianze sociali dislocando le persone in una gerarchia di gruppi che ricevono risorse diseguali. Nel corso dei secoli, diverse società hanno dato vita a differenti tipi di stratificazione sociale. Tutti i sistemi di stratificazione esistiti condividono 3 elementi fondamentali: O L'ineguale distribuzione delle risorse dotate di valore sociale e culturale © La presenza di gruppi distinti di persone che formano strati sociali gerarchizzati © Un’ideologia che cerca di spiegare e giustificare le disuguaglianze esistenti In ogni società, la particolare forma assunta da questi elementi determina sia il tipo dominante di stratificazione sociale sia la distribuzione del potere al suo interno. | quatto modelli principali di stratificazione che hanno caratterizzato le società del passato e che continuano a intrecciarsi ai sistemi di classe contemporanei sono: O La schiavitù. Rappresenta una forma estrema di disuguaglianza per cui alcuni individui sono oggetto di proprietà di altri e quindi privati di fatto e di diritto di ogni autonomia personale. Le condizioni di vita degli archivi erano fortemente differenziate, sia in base alle loro capacità, sia in virtù dei compiti svolti nelle divisione del lavoro sociale e familiare. Con la progressiva ascesa dei diritti dell’uomo e sopratutto con il diffondersi dell'idea settecentesca secondo cui tutti sono uguali tra loro in quanto esseri umani, la schiavitù è progressivamente scomparsa. 26 lunedì 25 gennaio 2021 O Il patriarcato. È uno dei sistemi di stratificazione più antico ed è tuttora presente nel mondo contemporaneo. Esso si basa sul primato assoluto del pater familias rispetto agli altri componenti della comunità e in alcune forme estreme sul suo diritto di vita e di morte riconosciuto dalla legge su tutti i membri della propria casa. Il patriarcato assume in particolare la forma di una dominazione maschile sulle donne attraverso le istituzioni sociali e le pratiche culturali. Con l'ascesa della società industriale e la diffusione dell'idea universalista di uguaglianza, il sistema patriarcale ha finito per riprodursi più sul piano informale della vita sociale. O Il sistema delle caste. Si basa du diverse caratteristiche ascrittive determinate alla nascita. Lo stato sociale all’interno del quale le persone nascono ne determina largamente le chance di vita, influenzando il loro accesso all'educazione, le loro possibilità di occupazione, dove essi possono vivere con chi possono sposarsi. L'appartenenza ad una particolare casta non può essere cambiata nel corso della vita. O Il sistema dei ceti. Un sistema di stratificazione sociale in parte simile a quello delle caste, esso regolava l'economia, la politica e la vita sociale principalmente in base a una disuguale distribuzione della terra. Il feudalesimo, costituito da tre stati: 1. La nobiltà, lo strato dominante, possedeva quasi tutte le terre coltivabili, basando su questo fatto il proprio potere e la propria ricchezza 2. Il clero, il secondo stato, serviva largamente la nobiltà, ma aveva un certo grado d'indipendenza, dovuto alla sua autorità religiosa. Sono in possesso di un buon livello d’istruzione 8. Il terzo stato era costituito dalla gran parte della popolazione. Generalmente analfabeti, i suoi membri non possedevano terre proprie, ma vivevano e lavoravano su quelle di proprietà di un nobile. Il feudalesimo di basava sull'idea di ceto. Un ceto sociale è uno strato sociale cui vengono associai diritti, doveri e privilegi specifici, individuati dal diritto e connotato da un determinato stile di vita. Con l'affermazione del capitalismo industriale e del mercato formalmente libero delle merci e della forza lavoro, si ebbe una scissione tra sfera del diritto e sfera sociale: la prima attraverso l’istituzione del concetto di cittadinanza si basava sull’idea di uguaglianza di tutti di fronte alla legge, mentre la seconda continuò a essere caratterizzata da una disuguaglianza di ricchezze e di condizioni manteriali di vita, generate dal funzionamento del processo produttivo e dei mercati. Questo viene giudicato da Karl Marx una vera e propria contraddizione sistematica, tutti godono in egual misura dei diritti di libertà come espressione della propria autonomia individuale, ma gli effetti del loro esercizio teoricamente dovuti dalle differenze nelle caratteristiche e capacità individuali sono necessariamente diversi. In questo contesto il fondamento delle disuguaglianze è prevalentemente economico, e il sistema di stratificazione tende a giustificarsi e a costruirsi attraverso una logica acquisitiva: ci si dovrebbe affermare nella gerarchia sociale prevalentemente per le proprie capacità individuali a non a causa di fattori ereditari. Possiamo definire la classe sociale come un insieme di persone che condividono una determinata condizione economica. Karl Marx fondò la propria analisi delle classi sociali sull'idea che per sopravvivere le persone devono soddisfare bisogni primari come le ricerca del cibo, la possibilità di disporre indumenti e un'abitazione. L'economia si una società è il sistema mediante il quale si soddisfano questi e altri bisogni. Per Marx il modo in cui è organizzata un'economia incide su tutti gli altri aspetti della vita sociale. Secondo Marx la struttura fondamentale della società è stata sempre la stessa: un netta divisione tra chi possiede i mezzi di produzione, e chi non li possiede pur essendo con l'erogazione della propria forza lavoro, parte necessaria del processo produttivo. Questa divisione determina la nascita delle due classi più importanti di una società e che le dinamiche in base alle quali esse interagiscono spiegano le disuguaglianza economica. Nelle economie industriali, la risorsa principale non è più la terra il capitale. Nel capitalismo la divisione principale è tra la classe capitalista, che controlla il capitale e possiede i mezzi di produzione, e la classe lavoratrice, che vive del proprio salare. A causa degli interessi contrapposti le due classi principali sono inevitabilmente in conflitto: 27 lunedì 25 gennaio 2021 O Le teorie della complessità: gli autori aderenti alla teoria della frammentazione sostengono che l'avvento della società post-industriale ha comportato mutamenti nella struttura sociale. | processi di strutturazione delle disuguaglianze tipici delle società industriali, legati all'occupazione e al reddito ma anche al genere e all’età, hanno visto dissolvere la propria originaria coesistenza e con essa la capacità di condurre alla costituzione di raggruppamenti stabili. La dimensione del consumo diventa prioritaria rispetto a tutte le altre, poiché da questa si rovini nano stili di vita instabili e altamente differenziati, attorno ai quali si aggregano persone anche di condizione economica e occupazionale diversa. | luoghi del vivere e del consumare, le forme della socialità e degli spazi mediatici divengono altrettanti fattori di differenziazione caotica e fonte di nuove forme di relazione tra le persone. Nella distribuzione delle ricchezze nei vari paesi del momento permangono situazioni di dipendenza dei paesi più ricchi rispetto a quelli più poveri. Per questi ultimi a livello economico è molto difficile e uscire da questa situazione di sottosviluppo perchè non controllano il sistema finanziario, non hanno la forza economica per grandi investimenti e subiscono una concorrenza tale da non poter riuscire ad ottenere grandi vantaggi sul sistema globale del mercato. Quello che era un vecchio colonialismo è stato sostituito da un imperialismo economico, è difficile emanciparsi da una situazione di sotto- sviluppo. Capitolo 11: la devianza Con il termine devianza si intende ogni atto o comportamento, anche solo verbale, di una persona o di un gruppo, che devia o viola le norme o e aspettative di una collettività e che di conseguenza va incontro a qualche forma di sanzione. Non bisogna confonderla con la criminalità che invece è una trasgressione di norme formali a cui è collegata una sanzione penale o peculiare. La devianza ci dice come tramite essa si può concepire il rapporto tra individuo e società, come si trasformano i rapporti di solidarietà, quanto dell’azione sociale si conforma tramite un gesto spontaneo o attraverso conforme sociali. La sociologia può dare delle previsioni tendenziali ma non esatte sul comportamento umano, ciò non riguarda solo il comportamento razionale ma anche quello deviante perchè le persone conformistiche e quelle devianti sono mosse dagli stessi motivi ideali. Per Durkheim la devianza non è una proprietà di certi atti o comportamenti, non è un male in se, ma una qualità che deriva dalle risposte, dalle definizioni pubbliche e dai significati attribuiti a questi dai membri di una collettività (ciò identifica il giusto e sbagliato): “non bisogna dire che un atto urta la coscienza comune perchè è criminale, ma che è criminale perchè urta la coscienza comune. Non lo biasimo perché è un reato, ma è un reato perchè lo biasimo”. La devianza viene vista come sfida alle norme sociali con l’obiettivo anche di trasformarle. Egli sposta l’attenzione da una concezione moralistica considerando una cosa ontologicamente cattiva, al processo di definizione societaria di ciò che è bene e male, dunque la devianza è relativa in alcuni aspetti ma non tutte le società regolano questi comportamenti nello stesso modo. La relatività dei comportamenti può essere vista ed intesa: sincronicamente ovvero ciò che è giusto qui non è giusto in altre parti e storicamente ovvero all'interno di stessa società in momenti storici differenti cambiano le regole e la morale collegata ad esse. In ogni società c'è un livello minimo di devianza che è anche il motore di trasformazione, ma c'è anche un livello più alto di conformismo senza il quale non sarebbe possibile la società stessa. Si ha sempre la dialettica tra queste due dimensioni: è necessaria una parte di consenso per rendere la società più pacifica, le attività più prevedibili e a non legare l’esistenza umana a dei pericoli percepiti ed esistenti in più contesti, senza questa non funzionerebbe la società, anche le stesse norme sociali non avrebbero senso se non venissero accettate e rispettate dalla maggior parte delle persone. Ad ogni tipo di devianza generalmente viene fatta corrispondere un tipo di sanzione: formali, informali, severe, positive, negative. A livello di comunicazione è interessante il meccanismo per cui si cerca di non essere considerati devianti: con le scuse (per esempio quando si riconosce che la norma è valida ma si dice di non essere consapevoli o nel pieno delle proprie capacità) e con le giustificazioni (quando si chiese la sospensione della validità perchè ci si giustifica dicendo che quella norma non 30 lunedì 25 gennaio 2021 viene accettata in quel contesto particolare ma in altri si). Il deviante è chi commette il reato ma anche chi non riesce a difendersi adeguatamente. Nell’epoca in cui viviamo le sanzioni sono di tipo rieducativo mentre in diverse epoche storiche si è avuto sanzioni di tipo: pene corporali, pena capitale, espulsione dalla comunità, sistema della faida, sanzioni pecuniarie. La devianza si può studiare da vari punti di vista a seconda della scienza che se ne occupa: statistica sociale (la devianza dipende da caratteristiche socio-grafiche di un determinato strato di popolazione) e determinismo biologico (la devianza dipende da predisposizioni fisio-psicologiche per esempio una conformazione del cervello o corpo. Il primo ad occuparsi di un atteggiamento criminale in termini fisico-psicologici fu Cesare Lombroso, che venne considerato il fondatore della criminologia moderna, egli spinge verso due direzioni: la definizione dei crimini legati a circostanze particolari, la fondazioni di una vera e propria scuola criminologica. Il difetto grande di questa teoria è di creder che ci fossero delle conformazioni in particolari del viso che dipendessero dalle conformazioni del cervello, ovvero che la nostra espressione esprime il modo di pensare e le caratteristiche della mente. Il criminale aveva delle caratteristiche che chiamava ataviche cioè indipendenti dei propri avi che lo spingevano a delinquere. Quindi studia il cranio ed il giusto delle persone considerate criminali, spesso queste teorie tendevano al razzismo perchè figure di ceti bassi venivano considerate criminali per le loro conformazioni spesso date dalle condizioni precarie delle vita. Il “delinquente nato” ha in genere la testa piccola, la fronte sfuggente, gli zigomi pronunciati, gli occhi mobilissimi ed errabondi, le sopracciglia folte e ravvicinate, il naso storto, il viso pallido e la brairà rada, quindi sopratutto legate alla capacità di curarsi. In generale questa teoria pecca in quanto sia fondata sul determinismo biologico ma tuttavia ancora oggi si tende ad utilizzarla, la teoria non è attenta all'interazione tra individuo e società ed è incompleta e non verificata. Un altro tentativo di cercare di spiegare la devianza tramite un approccio scientifico-biologico è quello di William Sheldon che prende in analisi le caratteristiche fisiche e la conformazione del corpo. Egli si basa su un fatto di per se già vero ovvero sul fato che: tendono ad avere atteggiamento devianti le persone con una corporatura più massiccia e minacciosa. Ma da un punto di vista sociologico la devianza dipende dall'interazione tra attore e gruppo, dal conflitto sociale, dalle esperienze e dal contesto sociale di riferimento. Le principali teorie sociologiche sono sei: © Merton suggerì che la devianza derivi dal conflitto fra le norme e gli obiettivi che dominano la società americana e i mezzi legittimi per raggiungere quegli obiettivi. L'approccio di Merton fu alla base della Teoria della Tensione, che mette in evidenza la tensione o la pressione sperimentata da coloro che non hanno i mezzi per raggiungere obiettivi culturalmente definiti e che sono quindi portati a seguire strade devianti nella loro ricerca del successo. Quando tutte le opportunità convenzionali sono bloccate, le persone escogitano diversi sitemi per sopperire alla disparita fra obbiettivi e mezzi, e alcuni di questi possono portarle a un comportamento non-conformista. Una comune risposta deviante è quella che Merton definì “innovazione” ovvero una via per il successo socialmente inaccettabile. Coloro che hanno accesso a mezzi legittimi per raggiungere il successo ma respingono gli obiettivi apprezzati nella propria cultura si imbarca cani nel “ritualismo”, eseguendo formalmente i loro compiti ma senza più credere nel loro lavoro. Poi vi è la “rinuncia” che si ha quando una persona non ha accesso ai mezzi e respinge gli obiettivi, spesso finendo nell’isolamento sociale e nell’abbandono. Infine c'è la ribellione: chi si ribella speso crea nuovi obiettivi e adotta nuovi mezzi per raggiungerli comportandosi in tal modo da attore del cambiamento sociale. O La Teoria del Controllo sociale afferma che il controllo sociale limita la devianza, però l’uomo sarebbe naturalmente portato ad essere deviante per fini egoistici. | meccanismi di controllo possono essere: esterni (sorveglianza esercitata dagli altri per esempio le forze dell’ordine), interni diretti (forme di controllo che si hanno con le emozioni come l'imbarazzo, la vergogna), interni diretti (legame a figure autorevoli di riferimento per esempio non devio per non allontanare gli altri. O La Teoria dell’Associazione differenziale afferma che la devianza dipende dal gruppo, in alcuni contesti essere devianti è la cosa più normale e il modo per venire accettati. Sono i gruppi sociali che stabiliscono le regole, la cui infrazione costituisce la devianza: questa come la conformità si apprende nell'ambiente in cui si vive. Se una persona commette un reato è perchè si è formata in 31 lunedì 25 gennaio 2021 una subcultura criminale, che ha valori e norme diverse da quelle della società generale e che vengono trasmesse da una generazione all'altra. La Teoria dell’etichettamento afferma che la devianza è il risultato di come altri interpretano un comportamento e gli individui etichettati come devianti spesso interiorizzano questo giudizio come parte della propria identità. Outsider di Becker: la devianza non è una qualità dell’azione commessa, ma piuttosto la conseguenza dell’applicazione, da parte di altri, di regole e sanzioni al trasgressore. Il deviante è uno cui l'etichetta è stata applicata con successo, il comportamento deviante è il comportamento così etichettato dalla gente, il deviante attraversa un processo che lo rende tale intraprende cioè una carriera deviante. La Teoria della scelta razionale afferma che il deviante fa un calcolo su vantaggi e svantaggi che lo può portare a vedere un. A taglio nell’attuare un comportamento deviante piuttosto che conformista. La Teoria Marxista afferma che la devianza è frutto della disparità di classe tra persone più o meno abbienti. 32
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