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La Borghesia Europea e il Movimento Operaio: Il Progresso e la Nascita del Proletariato, Appunti di Storia Contemporanea

Capitolo 2 del testo tratta della crescita e dell'affermazione della borghesia europea dopo le rivoluzioni del 1848-49, e della nascita e dello sviluppo del proletariato. Il testo mette in evidenza il ruolo del positivismo e del progresso scientifico e economico nella società europea di fine ottocento. Vengono descritte le condizioni di vita del proletariato urbano e la nascita dei movimenti operaio e socialista in inghilterra, francia e germania.

Tipologia: Appunti

2011/2012

Caricato il 17/07/2012

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pallina_1990 🇮🇹

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Scarica La Borghesia Europea e il Movimento Operaio: Il Progresso e la Nascita del Proletariato e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! Capitolo 2: Societa' borghese e movimento operaio 1 La borghesia europea Le rivoluzioni del 48-49 si erano concluse con un totale fallimento. Le istituzioni rappresentative erano state quasi ovunque cancellate dal ritorno dei metodi assolutistici. C'era un profondo mutamento della societa': un processo che aveva per principali protagonisti I ceti borghesi, ma che coinvolgeva anche, sia pure lentamente, le classi proletarie. L'ascea della borghesia → nel 48-68 la borghesia europea conobbe una stagione di crescita e di affermazioe. La borghesia riusci' a presentarsi come portatrice e depositaria degli elementi di novita' e trasformazione, a far valere la sua influenza e le sue idee-guida: il merito individuale, la libera iniziativa, la concorrenza, l'innovazione tecnica. Borghesi = artigiani, contadini-piccoli proprietari, ceti emergenti come imprenditori e dirigenti d'azienda, banchieri e grossi commercianti, avvocati, medici, ingegneri, burocrazia statale medio-alta, impiegati e insegnanti, piccoli commercianti, piccoli professionisti, grandi magnati. La borghesia in GB intorno al 1870 non era piu' del 20%. Manifestazioni di stile di vita borghese era l'abbigliamento (spendevano per questo quanto per l'alimentazione), l'arredamento. Improntato questo a solidita' e funzionalita'. L'attenzione al particolare e il gusto dell'ornato rivelavano l'esigenza di tradurre il successo e la ricchezza in simboli visibili e tangibili. Nonostante questa esigenza I volaori fondamentali dell'etica e della cultura borghese restavano quelli tradizionali: austerita', moderazione, risparmio, capacita' di reprimere istinti. Questa componente moralistica e puritana si rifletteva in particolare nella struttura della famiglia: autorita' del capo famiglia e subordinazione delle donne. La donna della societa' borghese era esclusa dalle attivita' lavorative e confinata nel ruolo di custode e simbolo del focolare domestico. Il mondo borghese era intransigente in materia di morale familiare e sessule. Proprio perche' viveva in un modno dominato dalla competizione e rischiava continuamente di essere sostituito da altri piu' meritevoli e piu' fortunati doveva costruire e difendere una immagine di rispettabilita' e doveva armarsi di quei saldi principi morali senza I quali la caduta sarebbe stata inevitabile. L”idea secondo cui solo certe doti morali potevano garantire il mantenimento o il miglioramento delle posizioni acquisite era largamente accettata. Ne discendeva il luogo comune che chi era di livello sociale basso o basso-basso era colui che di quelle doti era sprovvisto. La poverta' era un peccato o quanto meno il frutto di colpe ataviche. Cosi' veniva spiegata la diffusione tra le classi subalterne della delinquenza dell'alcolismo della prostituzione. 1.1 Ottimismo borghese e cultura positiva Il borghese europeo della seconda meta' dell'800 era altresi' animato da una robusta fede nel progresso generale dell'umanita' e poggiava su 2 pilastri: lo sviluppo economico e le conquiste della scienza. Negli anni 50-70 ci furono: maxwell e elettricita', pasteur e I microrganismi, Mendel e leggi caratteri ereditari. Sui progressi della sceinza si fondo' il positivismo, e divento' una sorta di mentalita' diffusa, un metodo generale di ricerca e di interpretazione della realta'. Il Positivismo fu prima di tutto un indirizzo filosofico che considerava la conoscenza scientifica, quella basata su dati positivi, reali, come la sola valida e applicava I metodi della scienze naturali allo studio di tutti I campi dell'attivita' umana. Auguste Comte traccio' I lineamenti di una sceinza della societa'. Fra I maggiori esponenti della cultura positivista vi furono studiosi di economia, di politica, giurisprudenza, storici, letterati, scienziati soprattutto. Rappresentante tipico e popolare del positivismo = Charles Darwin → 1959 “L'origine delle Specie” e basta con il creazionismo. Teoria dell'evoluzione. L'uomo non e' che il risultato dell'evoluzione di organismi inferiori. Il darwinismo si inservia nel quadro piu' generale della cultura posistiva, che tendeva a liberare l'uomo da ogni forma di condizionamento soprannaturale e a sostituire le certezze della religioni rivelate con quelle delle scienze esatte. Lo stesso darwinismo fu letto e sviluppato in molti modi diversi. Il principio della selezione anturale poteva essere itliizzato per consacrare il dititto del piu' forte nei rapporti fra gli individui e fra le classi (darwinismo sociale). Il positivismo fu l'ideologia tipica della borghesia in ascesa. PROGRESSO → → → L'idea moderna di progresso e' nata con l'illuminismo. Una concezioe laica della storia, la felicita' e' realizzabile nel mondo degli uomini (nello “statuto” di indipendenza americano c'e' il diritto alla ricerca della felicita'). L”epoca del positivismo e' stata quella in cui l'idea di progresso ha consociuto la sua maggiore affermazione. Anche per I positivisti il progresso e' il risultato di leggi immanenti allo sviluppo storico, piu' che alla volonta' dei singoli (come x idealisti), ma si tratta di leggi scientifiche, l'accento e' non sul progresso “spirituale” quanto sullo sviluppo tecnico e materiale. La cultura del 900 ha assunto nei confronti del'idea di progresso un atteggiamento piu' critico e disincantato. 1.1.1Los viluppo economico A partire dagli anni 40 una fase di forte espansione provoco' l'aumento dei prezzi, dei salari, dei profitti. Anche l settore meno dinamico, quello agricolo, favorito dal regime di alti prezzi, realizzo' notevoli progressi in termini di produttivita' e si giovo' in misura crescente della nuove possibilita' offerte dalle ferrovie, che aprirono le campagne alla penetrazione dell'economia di mercato. Fra il 1850 e il 1873 ci fu un vero e proprio boom che avvanttaggio' soprattutto le nuove potenze In Germania si stava formando rapidamente una forte casse operaia e un movimento socialista esisteva gia' prima del 48. Ferdinand Lasalle fu leader di questo moviemnto. Lui credeva nella possibilita' per I lavoratori di conquistare lo stato borghese e di trasformarlo dall'interno attraverso il suffragio universale. Lasalle fondo in prussia, nel 1863 una associazione generale dei lavoratori tedeschi. 5.1.1.1Marx e il Capitale Il lavoro e' una merce. La differenza fra il vaolre del lavoro e il valore del prodotto - differenza di cui il capitalista si appropria – e' detta plusvalore. Sono le stesse leggi della produzione capitalistica a determinare la crisi finale del sisitema, le sue conttraddizioni interne. → Per la prima volta il socialismo non era solo il sogno utopico di un modno migliore, ma veniva fatto scaturure dalle leggi stesse dello sviluppo economico, oltre che dall'azione consapevole del proletariato organizzato. L”utopia diventava necessita'. La penetrazione delle dottrine d Marx nel movimento operaio europeo non fu pero' ne immediata ne incontrastata. 5.1.1.1.1L”internazionale dei lavoratori: Marxisti e anarchici 1864 → riunione a Londra della “Associazione internazionale dei lavoratori” → le uniche delegazion ben rappresentate erano quelle inglesi e francesi. C'era un emissario di Mazzini per l'italia. Marx si assunse il compito di redigere lo statuto provvisiorio, e riusci' a inserire nel docuento dei punti che qualificavano l'associazione in senso classista e da allora I mazziniani non ebbero piu' alcuna parte all'internazionale. L”internazionale costitui' subito un punto di riferimento ideale per I lavoratori di tutta europa. Ma ;a sua capacita' effettiva fu tutto sommatto assai scarsa. Fino alla fine degli anni 60 il dibbattio ai vertici dell'internazionale era tra socialisti e proudhoniani, fautori di un sistema fondato sulle cooperative e sulle autonomie locali. Tramontati I proudhoniani arrivano gli anarchici con bakunin (russo) Bakunin → per lui l'ostacolo principale che impediva all'omo il conseguimento della piena liberta' era costituito non tanto dai rapporti di produzione ma dall'esistenza stessa dello stato. Compito prioritario dei rivoluzionari era dunque di liberare le masse dall'influenza nefasta della religione per poi condurle al'assalto del potere statale. Il comunismo si sarebbe spontaneamente instaurato come l'ordine piu' consono alle esigenze naturali della mase. Anche marx vedeva nella religione e nellos tato degli strumenti al servizione delle classi dominanti ma collocava l'uono e la'tra nella sfera della sovrastruttura, ovvero come prodotti della struttura economica. Anche per max l'avvento del comunismo avrebbe protato con se l'estinzione dello stato ma questo stadio finale sarebbe stato raggiunto solo dopo una fase transitoria di dittatura del proletariato. Per marx il rpotagonista del processo rivoluzionario era il prletariato industriale dei paesi piu' avanzati, per bakunin erano le masse diseredate senza distinzione fra operai contadini e sottoproletari. Per bakunin l'unica forma di possibile di lotta era la rivolta armata. Al congresso dell'Aja del 1872 Marx Engels misero in minoranza di bakuniani e fecero approvare di trasferire la sede da londra a new york. Gli “antiautoritari” (bakuniani) non riconobbero validita' di cio' e continuarono a considerarsi legittimi rappresentanti dell'associazione e ad agire in nome di essa. Il Bakunianismo si adattava meglio del marxismo a quei paesi e a quei ceti sociali che non avevano ancora conosciuto la rivoluzione industirale, e si inservia sul tronco antico del ribellismo contadino. Ma per questo inizio' anche il suo inesorabiel declino di fronte allo sviluppo dell'industria e alla crescita di una classe operaia moderna. 5.1.1.1.1.1Il mondo cattolico di fronte alla societa' borghese Il mondo cattolico assunse un atteggiamento duramente critico nei confronti di una civilta' che si basava su presupposti laici e individualistici e che tendeva a relegare la religione nell'ambito delle superstizioni e credenze popolari. Pio IX si preoccupo' di riaffermare la piu' rigida ortodossia dottrinaria e di incoraggiare le tradizionali partiche di devozione soprattutto relative al culto marino. 1854 → proclamato dogma dell'immacolata concezione (la vergine non ha il peccato originario) 1864 → enciclica “quanta cura” in cui condanna senza appello liberalismo, democrazia, socialismo e intera civilita' moderna.insieme all'enciclica fa pubblicare un elenco (sillabo) in cui ci sono gli errori del secolo, ovvero tutti I principi base della tradizione illuministica e della clutura liberale ottocentesca. Napoleone III proibi' la diffusioen del documento in francia 1870 → dogma dell'infallibilita' del papa. Quando nel settembre 1870 le truppe italiane entrarono in roma nessun governo europeo ando' in difesa del potere temporale del papa. La condanna intransigente della civilita' borghese, lasciava pero' un certo' spazio ai movimenti cristiano-sociali che si svilupparono in questo periodo in FR, Belgio, Austria, Germania. In Germania Ketteler (arcivescovo Magonza) invocava l'intervento dello stato sotto forma di leggi e iniziative assistenziali a favore dei lavoratori e auspicava lo sviluppo della cooperazione e del mutuo soccorso fra I lavoratori stessi. Ci furono anche I primi esperimenti di moderno associazionsimo cattolico.
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