Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

appunti di storia dalla destra storica all'età giolittiana, Appunti di Storia

La situazione dell'Italia dopo l'unificazione, un paese arretrato economicamente e socialmente, con un alto tasso di analfabetismo e mortalità infantile. Si parla della destra storica, il primo governo dell'Italia, e delle politiche economiche adottate per far fronte al debito pubblico. Si affronta anche il problema del brigantaggio e della questione del completamento dell'unità dell'Italia. un quadro storico e politico dell'Italia post-unitaria.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 25/01/2023

viola2222222
viola2222222 🇮🇹

5 documenti

1 / 8

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica appunti di storia dalla destra storica all'età giolittiana e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Destra e sinistra storica Dopo l’unità l’Italia è un paese arretrato rispetto a quelli limitrofi, arretrato economicamente, qualità della vita bassa, industrializzazione non avvenuta, fame, carestie, malattie, quindi è un paese tutto da fare. Mortalità infantile ancora alta e analfabetismo all’80%, dato importante perché ci sarà da fare un lavoro anche sulla partecipazione sociale e politica; il 20% del territorio era inutilizzabile, paludoso e non strutturato per niente. l’Italia non era un paese omogeneo, è frutto di un’unità che è avvenuta dall’alto, dal Piemonte, era molto diversificato, in particolare tra nord e sud: o al sud la percentuale di analfabetismo era maggiore del 30% rispetto al nord o il nord aveva una rete stradale ferroviaria maggiore o sud priorità agricola o nord si diffondeva l’azienda agricola di stampo capitalista certe aree d’Italia non erano nemmeno pronte per iniziare un percorso di cambiamento, inoltre, servivano anche molto soldi per farlo. Il primo governo d’Italia è la “destra storica” e va dal 1861 al 1876. Destra e sinistra storica erano due schieramenti di centro, e avevano più o meno la stessa ideologia politica, quella liberale. Concezione dello stato moderata e liberale, il successore di Cavour fu Bettino Ricasoli, capo dello schieramento della destra storica presiedette Doveva scegliere tra due strade: o stato accentrato, che prevedeva un forte controllo centrale sugli enti locali o stato decentrato, lasciava ampia libertà agli enti locali la difficoltà più grossa legata ad uno stato decentrato sono le differenze e la stabilità dello stato, ma questo non significa che quello accentrato non abbia problemi. Si sceglie lo stato accentrato, decidono di prendere come modello il Piemonte ed estenderlo a tutta Italia; applicandolo anche dove non c’erano le stesse possibilità del Piemonte, non ci sono i risultati sperati, ed alcune zone d’Italia accuseranno il governo di piemontesismo. Cosa vuol dire applicare il modello piemontese all’Italia? Una volta unificato, il debito italiano corrispondeva al 40% del PIL dell’intero stato, questo avrebbe potuto portare ad un fallimento finanziario disastroso. La destra storica si trovò subito davanti al problema di porre rimedio a questa situazione, e lo fece seguendo due direzioni: 1. favorendo il libero scambio, per far crescere l’economia secondo i dettami della dottrina liberista, abbattendo le dogane interne ed estendendo le tariffe doganali del Piemonte a tutta Italia, che erano tra le più basse d’Europa 2. attuando una politica economica tesa al pareggio del bilancio, quindi il governo chiede alla popolazione dei sacrifici per arrivare a debito 0, per riuscire ad attirare i capitali stranieri. Quindi decidono di aumentare le tasse, ma ancora prima requisiscono e vendono i terreni ecclesiastici. In pochi anni le tasse dirette aumentarono del 107% e quelle indirette del 63%. (Dirette sugli stipendi, indirette sui beni). Le indirette furono le più detestate, e in particolare quella sul macinato, elemento base di nutrizione. Come conseguenze abbiamo rivolte, che la destra reprime con durezza. Il problema è che la situazione migliora dal punto di vista economico, ma peggiora dal punto di vista sociale. Con l’unita d’Italia le masse popolari del sud avevano sperato in un cambiamento non solo politico, ma anche sociale, ed erano state deluse. Le nuove tasse, la leva obbligatoria e l’abbattimento dei dazi doganali, che rendevano poche competitive le aziende del sud rispetto a quelle del nord, scatenarono una dura e complessa rivolta sociale nel meridione, che sfociò nel fenomeno del “brigantaggio”. Leva obbligatoria serviva per addestrare e formare i giovani, ma anche per mischiare le carte, per far girare gli italiani e farli entrare in contatto tra di loro; quindi, aveva anche una valenza culturale e sociale. Il brigantaggio prende il nome dai briganti, che erano dei fuorilegge che nella narrazione popolare, quella medievale, erano associati a gruppi di persone che assaltavano le carrozze, in Italia non era tanto lontano da ciò, perché erano delle bande armate, che ingaggiano una vera lotta contro lo stato; molto diffuso in Calabria e Sicilia, assaltavano i treni che portavano le merci verso nord, gli uffici comunali, i magazzini, tutto quello che può danneggiare lo stato, danno anche vita ad un mercato nero. Sono delle figure che in questo momento assumono un’atmosfera e un’aurea quasi romantica, venivano visti dalle persone del sud come degli eroi popolari. Danno enorme per lo stato italiano, quindi, agisce facendo una guerra interna, tra lo stato e i briganti, durerà cinque anni. Le bande di briganti era supportate dal popolo con azioni omertose, ma a livello di risorse, armi e finanziamento dai Borbone, che erano stati cacciati dal meridione, e poi anche dai baroni, latifondisti, che già avevano un grosso potere, e quindi più lo stato ne perdeva, più il loro aumentava. Lo stato tratta il brigantaggio come un problema, e non come una conseguenza, quindi, questa sarà l’ennesima pezza della destra storica; quindi, alla fine della guerra civile questo problema non verrà risolto, e con il tempo si trasformerà in qualcosa molto più difficile da contenere, la Mafia. Questione del completamento dell’unità L’Italia si unisce nel 1861, ma senza Roma, il Friuli, il Veneto e il Trentino, queste terre, sono tasselli che mancano nel progetto dell’unità, come fare a recuperarle? Nel 1866, la Prussia, che si stava avvicinando a dar vita alla Germania, era uno stato fortissimo militarmente, in una di queste guerre, fa guerra all’Austria, e l’Italia si allea con la Prussia, la quale da un impegno minimo, a causa di questo, anche se avessero vinto, sarebbe stato dato all’Italia solo il Veneto, e così fu. In questo contesto, i patrioti vogliono prendere Roma, quindi vanno a chiamare Garibaldi, e gli chiedono di imbastire un’impresa simile a quella dei mille. Quindi mette insieme circa 3000 volontari, sbarca in Lazio, con l’intento di liberare Roma, ma viene sconfitto dai francesi e ritorna indietro. Breccia di Porta Pia Quindi, nel 1870, arrivò il momento giusto per riprovare, durante la guerra Franco-Prussiana, la Prussia vince, ma nella guerra i francesi, per cercare di resistere, avevano spostato tutte le truppe sul confine prussiano. Quindi in Lazio non c’era nessuno, e i bersaglieri entrarono a Roma attraverso la breccia di Porta Pia. Così, nel 1871 Roma viene annessa e diventa capitale d’Italia. Legge delle guarentigie offriva al Papa la libertà di svolgere il suo magistero, e lo dichiarava persona sacra e inviolabile, garantiva la sovranità sulla città del Vaticano, e una dotazione annua di tre mln di lire. Papa Pio IX non accetta le decisioni di questa legge, e non riconosce lo stato italiano, tanto che emana un’enciclica, non expedit, nella quale scoraggia i cattolici italiani a partecipare alla vita nel nuovo stato, non riconoscerlo come autorità. La sinistra storica La destra storica aveva raggiunti i suoi obbiettivi quantitativi, ma aveva dei grossi limiti: o non aveva compreso l’esigenza di riforme sociali o aveva esposto l’economia italiana ai rischi della concorrenza nazionale Bismark ha cercato di mettere a posto le situazioni dei Balcani che non toccavano l’Austria, perché era alleato. Nel 1884, conferenza di Berlino, dove sancisce un altro principio, quello dell’occupazione di fatto, il primo che arriva in un territorio non colonizzato o protettorato di altri stati europei, e riesci a prendersi il controllo, se lo tiene. -contesto economico Tra il 1873 e 1896, l’economia globale entra in un periodo di profonda crisi, passerà alla storia con il nome di grande depressione di fine 800. Dopo il boom economico della seconda rivoluzione industriale, abbiamo una crisi di sovrapproduzione, questo avvenne principalmente per due fattori: 1. L’accresciuta concorrenza internazionale con l’avvio sul mercato di paesi dalle enormi potenzialità 2. Il naturale incremento produttivo dovuto al miglioramento delle organizzazioni aziendali non corrispondenti, stessi salari, quindi non hanno maggiore possibilità di acquisto, la maggior parte delle persone non poteva permettersi questo aumento della vita Gli stati reagiscono in tre modi: 1. Protezionismo dazi, innalzamento dei prezzi, diminuzione qualità della vita 2. Lo stato inizia a partecipare all’economia, con le commesse statali, gli appalti, soprattutto di natura bellica (armi) 3. Politica imperialistica per trovare nuovi sbocchi commerciali alle produzioni nazionali, e accaparrarsi materie prime a basso costo. -contesto culturale Diffusione di ideologie culturali, in particolare tre: o Nazionalismo estremizzazione di alcuni concetti della cultura romantica, che tende a vedere la propria nazione come portatrice di valori importanti da valorizzare. o Razzismo studiosi che avevano teorizzato la teoria delle razze, teoria su base ideologica, si pensava che le razze fossero diverse biologicamente. Si pensava che ci fossero razze più sviluppate di altre o L’uomo bianco ha un dovere civilizzatore nei confronti degli uomini che non hanno avuto la fortuna di nascere bianchi Le spedizioni missionarie e l’eco delle grandi esplorazioni non fecero altro che aumentare il fascino dell’impresa imperialistica, sostenuto dall’opinione pubblica. Il canale di Suez L’occupazione dell’Africa e dell’Asia è stata favorita da ciò. L’impresa fu avviata dai francesi, perché all’Inghilterra le cose andavano bene così; invece, i francesi vedono un modo per avere qualche rotta commerciale in più; il problema era che l’impresa era molto costosa, così, i francesi guidano i lavori, ma fanno lavorare anche molta mano d’opera egiziana. Arrivano ad un certo punto dove le finanze francesi iniziano a crollare, e anche le forze egiziane, così, in questo momento, arriva l’Inghilterra e occupa l’Egitto, assume il controllo del canale e ne manterrà il controllo fino al 1954. L’espansione in Africa La Francia possedeva già l’Algeria, e intendeva espandersi lungo l’asse Est-Ovest; l’Inghilterra invece, che aveva già occupato l’Egitto nell’82, voleva espandersi lungo l’asse Nord-Sud. Gli inglesi, nell’espandersi verso sud, entrano in contatto con dei coloni, i Boeri, olandesi, e stavano lì perché era una zona ricca di minerali, quindi questa scoperta porta gli inglesi a voler prendere quel territorio; inizia una guerra tra boeri e inglesi, guerra anglo-boera, vinta dagli inglesi. Il dominio inglese in India L’India era una colonia inglese, era molto importante perché è un territorio pieno di risorse umane, la Gran Bretagna ci teneva molto, e inizialmente lo gestiva attraverso commerci, la compagnia delle Indie. L’india ha una cultura millenaria, quindi non si trattava di portare la propria cultura li, ma nel corso dei secoli iniziano ad arrivare i paradigmi occidentali. La politica della compagnia creò malcontento tra la popolazione, provocando alcuni episodi di rivolta. L’episodio più grave fu la rivolta dei Sepoy, nel 1857, l’Inghilterra capisce che non può più governare in questa maniera, e avrebbe due strade: 1. Dare più libertà all’india 2. Stringere la morsa Da questo momento in poi non gestirà più l’India solo con la Compagnia delle Indie, ma diventerà una colonia politica inglese; quindi, mandano un vice re con l’esercito. Questo permette di controllare l’India in maniera molto più efficace. In un paio di generazioni, i funzionari indiani che lavoravano per gli inglese, capirono di non avere più bisogno degli inglesi; questo porta ad una classe media indiana istruita, competente e moderatamente ricca. Questa classe, che all’inizio collaborava con gli inglesi, ma dopo pochi anni, iniziò a chiedere agli inglesi d autogovernarsi, gli inglesi non accettarono, perché avevano paura di fare la fine che era successa con le colonie americane. L’Inghilterra per non ripetere lo stesso errore, continua a reprimere queste spinte di indipendenza, il risultato è che nel 1885 nasce il Congresso nazionale indiano, che ha lo scopo di portare l’India all’indipendenza. Questo fenomeno terminerà nel Novecento con Ghandi. La Cina Nell’ottocento la Cina era ancora un grande impero, però chiuso, rispetto ai rapporti con l’occidente, l’unico porto aperto era quello di Canton, aperto solo agli inglesi. I cinesi erano poco interessati ai prodotti occidentali, ma parecchio interessati all’Oppio, prodotto principalmente in India, ma commerciato anche in Cina, era un business enorme, e dal porto di Canton ne partiva molto. Era una grande merce di scambio, quasi una moneta nell’Oriente del tempo. Nell’800 arriva tantissimo Oppio in Cina, e diventa un problema sanitario ed economico. La Cina quando se ne accorge, cerca di limitare e di bloccare l’importazione di oppio e requisire tutte le scorte per tornare alla normalità; il problema è che agli inglesi non interessava, intervengono militarmente, scoppia una guerra, la prima guerra dell’oppio nel 1842, vincono gli inglesi, e si ha un trattato di pace. Lo stesso avvenne nel 1856, di nuovo l’oppio si continuò ad importarlo, l’imperatore chiede alla regina Vittoria di fermare questo, ma lei non rispose e quindi si tentò un blocco dell’importazione e gli inglesi insieme ad altre potenze straniere proclamarono guerra. Le due guerre dell’oppio si conclusero malissimo per i cinesi, con i TRATTATI INEGUALI, quello di Nanchino e Tianjin, che dicevano che la Cina sarà costretta ad: o Aprire almeno 15 porti al commercio e alla residenza degli stranieri o Concedere agli stranieri il diritto di extra territorialità, attraverso l’apertura di concessioni in diverse città o Perde la città strategica di Hong Kong o Legalizzare l’oppio o Trattare con gli occidentali Questo porta i paesi europei ad approfittarsi della Cina, questo porta in Cina un’ondata di odio, un’ondata di paura e di odio per gli stranieri, visti come invasori e sfruttatori. L’età giolittiana Dal 1901 al 1914 la politica italiana fu influenzata in maniera significativa dalla figura di Giovanni Giolitti. L’età Giolittiana: o Coincide con il decollo industriale in Italia soprattutto nel nord, nel triangolo industriale, Milano, Torino e Genova o La politica economica protezionista favorì lo sviluppo dell’economia settentrionale, ma danneggiò il meridione o Lo sviluppo industriale portò miglioramenti nel livello medio di vita degli italiani, ma anche nuovi disagi dovuti all’affollamento delle città e alla disparità sociale, e la nascita della classe operaia, proletaria, che negli altri stati Europei era già nata, e aveva già iniziato a lamentarsi per le proprie condizioni Giolitti verrà definito da una parte della critica del tempo come un politico dalla “doppia faccia”, questa definizione fu dovuta al fatto che lui mostrò un volto aperto e democratico nell’affrontare i problemi del nord e un volto conservatore corrotto nello sfruttare i problemi del sud. o Al nord, Giolitti consente gli scioperi, cerca di dare spazio ai sindacati, varia riforme pro agli operai, permette l’aumento salariale agli operai e tutela gli imprenditori. Tutto ciò consente un aumento di miglioramento della vita al Nord.  o Al sud invece, affidò i suoi interventi politici a “leggi speciali”, che miravano a mettere una pezza ai problemi. Usò il sud come un bacino di voti, era interessato ad avere il consenso delle classi dirigenti per il suo voto. Gran parte del denaro investito al sud alimentò il meccanismo clientelare e la corruzione, tutto ciò favorisce la crescita delle associazioni malavitose, tantoché Giolitti prenderà la nomina di ministro della malavita. Si schierò completamente dalla parte della classe dirigente, reprimendo gli scioperi e le proteste, non badando alla qualità della vita della persone. Tutto questo comporta una situazione disastrosa, soprattutto nel sud, molti italiani iniziano a non vedere più un futuro nel paese, così, parecchi italiani decidono di emigrare all’estero. L’industria del nord che aveva raccolto tanti operai dalle campagne non era così piena di posti di lavoro per accogliere tutti, quindi molte persone, contadini, emigrano fuori dall’Italia; si stima che dal 1900 al 1914 circa 9 milioni di Italiani migrano. Migrano verso gli USA, il nord Europa e il sud America. L’emigrazione consentì da una parte le rimesse degli emigrati, e quindi arrivo di nuove ricchezze nel paese, tuttavia, nonostante queste conseguenze positive, ci furono anche delle note negative per il territorio: degrado, spopolamento di intere aree, mancanza di cura e manutenzione di paesi e aree naturali, che svilupparono veri e proprio problemi di dissesto idrogeologico. La conquista della Libia In questa situazione Giolitti decide di riprendere la politica coloniale con la guerra in Libia, e nel 1911 l’Italia dichiarò guerra alla Turchia, che dominava la Libia. Non riuscendo a conquistarla direttamente, a causa di una forte resistenza locale, decide di attaccare direttamente la Turchia , inviando la marina nel mar Egeo, impossessandosi di alcune isole. Nel 1912, i Turchi, spaventati da una possibile incursione italiana nello stretto di Dardanelli, firmarono il trattato di Losanna, con il quale cadevano la Libia all’Italia. L’avventura coloniale comportò notevoli spese, che non corrisposero alla creazione di grandi opportunità per gli emigrati italiani; la Libia di presentava infatti come uno “scatolone di sabbia”, priva di grandi risorse. Il suffragio universale maschile e il patto Gentiloni Con l’intento di avvicinare la politica ai due grandi movimenti di massa italiani, cattolici e socialisti, nel 1912 venne introdotto il suffragio universale maschile. Giolitti era preoccupato dei cattolici, e per avvicinarsi a questo mondo, nel 1913, stipula il “patto Gentiloni”, con il quale i cattolici promettevano di votare quei
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved