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Il cinema: dalla sua nascita agli innovativi metodi di Stanley Kubrick, Guide, Progetti e Ricerche di Storia Del Cinema

La storia del cinema, dalla sua origine con i primi esperimenti di Thomas Edison e i Fratelli Lumière, alla nascita del cinema sonoro e del cinema hollywoodiano, fino all'era del 'New Cinema' di Stanley Kubrick. Il testo illustra come il cinema abbia attraversato diverse fasi e periodi, da quelli primitivi a quelli moderni, e come i cambiamenti sociali abbiano influenzato il suo sviluppo. Vengono inoltre descritti i successi di pubblico e i generi che si sono affermati nel corso della storia del cinema, come la commedia e il dramma romantico, il gangster-movie e il noir. Il testo si conclude con un focus sul regista Stanley Kubrick, noto per i suoi innovativi metodi di filmmaking e la sua cura per i dettagli estetici.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2019/2020

Caricato il 04/01/2020

merybd
merybd 🇮🇹

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Scarica Il cinema: dalla sua nascita agli innovativi metodi di Stanley Kubrick e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! IL CINEMA E LE SUE ORIGINI Dopo la nascita della fotografia si iniziò a studiare la riproduzione del movimento in scatti consecutivi. Sfruttando i principi dei dispositivi ottici del passato, si iniziarono a cercare modi di proiettare fotografie in successione, in modo da ricreare un'illusione di movimento estremamente realistica: tra le centinaia di esperimenti in tutto il mondo, ebbero buon fine il Kinetoscopio di Thomas Edison e il Cinematografo dei Fratelli Lumière. La cinematografia, nella sua storia, ha attraversato diverse fasi e periodi, che l'hanno portata dai primi rudimentali "esperimenti ai moderni film digitali, ricchi di effetti speciali realizzati principalmente con la grafica computerizzata. La data della nascita del cinema, convenzionalmente riconosciuta, è il 28 dicembre 1895, quando i fratelli Lumière proiettano per la prima volta in pubblico il loro primo cortometraggio intitolato La sortie des usines Lumière: l'unica inquadratura che lo compone ritrae degli operai che escono dalla fabbrica di materiali fotografici Lumière, appunto, ed è l'esempio essenziale degli elementi del cinema primitivo: immagini di soggetti in movimento in un contesto reale. Questo nuovo mezzo d'intrattenimento offre alle masse popolari uno spettacolo economico, più semplice da portare in giro rispetto alle produzioni teatrali, nuovo rispetto ai precedenti mezzi artistici, come libri fotografici o lanterne magiche, che raffigurano immagini statiche o movimenti stilizzati. Nel frattempo il cinema registrò alcuni clamorosi successi di pubblico: The Great Train Robbery (1903) dell'americano Edwin Porter spopolò in tutti gli Stati Uniti, mentre il Viaggio nella luna (1902) del francese Georges Méliès, padre del cinema di finzione. Vennero sperimentati i primi effetti speciali prettamente "cinematografici", cioè i trucchi di montaggio (da Méliès, che faceva apparire e sparire personaggi, oggetti e sfondi), le sovrimpressioni, lo scatto singolo, ecc. Il cinema delle origini serviva per mostrare una storia che veniva necessariamente spiegata da un narratore presente in sala. Inoltre le storie erano spesso disorganizzate, anarchiche, più interessate a mostrare il movimento e gli effetti speciali che a narrare qualcosa. La nascita di un cinema che raccontasse storie da solo è strettamente legata ai cambiamenti sociali dei primi anni del Novecento: verso il 1906 il cinema viveva la sua prima crisi, per il calo di interesse del pubblico, per cui il contenuto dei film venne semplificato e furono introdotte le prime didascalie. Dal 1917 in poi, si impone il concetto di film come racconto, come romanzo visivo: lo spettatore viene portato al centro del film e vi partecipa con l'immaginazione, esattamente nello stesso modo in cui, leggendo un libro, si ricostruiscono con l'immaginazione tutti i dettagli non scritti delle vicende narrate. E come nella narrativa, iniziano a emergere anche nel cinema dei generi ben precisi: l'avventura, il giallo, la commedia, etc., tutti con delle regole stilistiche ben precise da seguire. Va in quegli anni anche a delinearsi una corrente, fino alla fine del cinema muto. Il periodo del cinema muto a Hollywood. In questo periodo venne messo a frutto e elaborato ulteriormente il linguaggio del montaggio narrativo, messo a punto nel 1914 da David Wark Griffith. Protagonista di questo periodo fu il comico Charlie Chaplin. IL NEW CINEMA Negli anni sessanta e settanta ormai la vecchia Hollywood non è che un ricordo, e il "New Cinema" si fa strada criticando ipocrisie e pudori della vecchia America, per opera di registi audaci come Francis Ford Coppola, Woody Allen, Stanley Kubrick e Martin Scorsese e di attori come Dustin Hoffman, Jack Nicholson, Robert De Niro e Meryl Streep. È una vera e propria rivoluzione all'interno della "vecchia" Hollywood. La sua data di nascita è dubbia: alcuni critici sostengono che la New Hollywood sia nata nel 1967 con i film Il laureato. Dal punto di vista delle tematiche la New Hollywood portò alla ribalta argomenti sino ad allora tabù: la solitudine e l'inquietudine giovanili, la sessualità esplicita della donna, nuovi modi d'intendere i rapporti d'amore, la condizione difficile della donna nella società americana, una riflessione critica sulla storia delle minoranze etniche, e sulla guerra. Negli anni seguenti il cinema come contestazione sarà più una prerogativa del cinema europeo e dopo gli anni settanta a Hollywood si fa strada il cinema come puro intrattenimento, fino all'esaltazione della fantascienza di Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg e Guerre stellari di George Lucas. (i IL LAUREATO OE ASTA ATA PS ,CALDER WALLINI ‘BUCK HENRY PLL SION SH OH, GAFURE STANLEY KUBRICK (New York, 26 luglio 1928 – St Albans, 7 marzo 1999) Stanley Kubrick è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense. Considerato tra i più grandi e geniali cineasti della storia del cinema, è stato anche direttore della fotografia, montatore, scenografo, creatore di effetti speciali, scrittore e fotografo. Le sue opere sono considerate dal critico cinematografico Michel Ciment "tra i più importanti contributi alla cinematografia mondiale del ventesimo secolo". È conosciuto per aver affrontato con grande successo di critica e pubblico un ampio numero di generi cinematografici: il noir con Il bacio dell'assassino, il thriller con Rapina a mano armata, il peplum con Spartacus, la satira politica con Il dottor Stranamore, la commedia nera con Lolita, la fantascienza in 2001: Odissea nello spazio, la fantascienza sociologica in Arancia meccanica, il genere storico in Barry Lyndon, l'horror con Shining, il genere guerra con Paura e desiderio, Full Metal Jacket e Orizzonti di gloria, il dramma psicologico in Eyes Wide Shut. Kubrick si distingue per la sua espressività lontana dai canoni hollywoodiani e la sua capacità quasi unica di esplorare la gran parte dello spettro dei generi, senza farsi dominare dalle convenzioni, ma anzi trasfigurandole. Malgrado i costi anche elevati che richiedevano i suoi film, ebbe in breve tempo carta bianca per tutte le fasi di lavorazione delle sue opere. Esplicativo a questo proposito, l’episodio di Arancia meccanica: l’unica volta nella storia del cinema in cui un film, che pur stava avendo notevole successo di pubblico, viene ritirato dalle sale da una grande casa di produzione cinematografica, la Warner, per ordine del regista. L’ESTETICA DI STANLEY KUBRICK La passione per la fotografia è uno dei fili rossi della sua carriera: Kubrick poteva passare ore intere a studiare un’inquadratura, fino al punto da assillare gli attori che comunque lo hanno sempre trattato con rispetto. Ne viene fuori una cura ossessiva per i particolari dell’immagine, per la prospettiva e l’illuminazione, per la posizione degli attori e degli oggetti di scena, tanto che ogni suo film è studiabile in ogni fotogramma come “album di inquadrature”. Il senso estetico dei suoi film è però il risultato di un lavoro di integrazione fra diversi canali comunicativi: il contesto reale delle sue storie è infatti un tessuto di immagine e musica, elemento fondamentale per veicolare emozioni nello spettatore. In ogni pellicola il regista recupera ispirazioni dalla storia dell’arte di ogni secolo, da Jack Torrance abbandonato sulla sedia di lavoro che richiama Il sonno della ragione genera mostri di Goya, ai magistrali piani sequenza di Barry Lyndon, continue citazioni dei quadri inglesi tra Un altro esempio è la scena in cui i drughi camminano lungo il fiume, dove la rabbia del protagonista è ancora una volta incanalata alla perfezione nell'uso di una prospettiva in cui i protagonisti si muovono in slow motion, rendendo tale tecnica un elemento narrativo di amplificazione e caratterizzazione della violenza attuata da Alex De Large e i suoi drughi. Dopo l'utilizzo della prospettiva all'aperto in Arancia Meccanica, Kubrick ritorna fortemente all'utilizzo della stessa al chiuso in Barry Lyndon e soprattutto in Shining. E proprio quest'ultimo che risulta il film cardine nell'uso della prospettiva centrale nella filmografia di Kubrick. In Shining la camera si muove seguendo spesso gli attori a breve distanza, mantenendo sempre una curatissima prospettiva centrale, in modo da accentuare il carattere labirintico degli spazi chiusi e dei lunghi corridoi dell'albergo. Si crea quindi in Shining una vera e propria esperienza di suspence, in quanto il corridoio è qui uno spazio oppressivo e misterioso, a tratti angoscioso, grazie soprattutto ai movimenti del bambino al suo interno, intervallati da visioni dello stesso. Un' esempio è la famosa scena di manifestazione della luccicanza, elemento fondamentale del film, attraverso l'incontro tra Danny Torrence e le gemelle. La prospettiva in Shining è però anche utilizzata per incanalare la pazzia del protagonista all'interno dell'albergo e i suoi angusti ed inquadrati percorsi; più egli si muove al loro interno e più la sua percezione del reale viene meno. L'ultimo esempio trattato è Full Metal Jacket. In esso l'uso della prospettiva si discosta dai modelli precedenti venendo qui utilizzata come elemento di ordine, di accentuazione della sottomissione dei protagonisti nei confronti del sergente Hartman. Tale situazione di compostezza, di staticità umana, è derivante dagli addestramenti rigidi e anticonvenzionali dal sergente Hartman, e permette di dare alla narrazione una perfetta atmosfera della guerra, ponendosi come critica della stessa e del sistema di educazione militare americano.
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