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La Rivoluzione della Stampa: Impatto sulla Società e la Comunicazione (1450-1975), Appunti di Storia

La rivoluzione della stampa in europa dall'età moderna alla rivoluzione industriale, il suo impatto sulla cultura, la psicologia e il rapporto tra lo spazio e il tempo. Viene discusso anche il ruolo della stampa in merito ai cambiamenti nel sistema dei trasporti e la nascita del mercato della stampa. Le immagini stampate, la privatizzazione della lettura e la nascita del giornalismo sono anche temi trattati.

Tipologia: Appunti

2011/2012

Caricato il 22/07/2012

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Scarica La Rivoluzione della Stampa: Impatto sulla Società e la Comunicazione (1450-1975) e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Storia sociale dei media Da Gutenberg a Internet 1. La rivoluzione della stampa e il suo contesto Capitoli 1 e 2: dedicati all'Europa dell'età moderna (1450-1789), dalla rivoluzione della stampa a quella industriale e francese. Stampa: invenzione che penetra lentamente in Russia e nel mondo cristiano-ortodosso, mondo musulmano forte resistenza per tutta l'età moderna. Rivoluzioni: insieme alla stampa, polvere da sparo e bussola. Conseguenze dell'invenzione della stampa: − McLuhan parla di una vera e propria “cultura della stampa”, che avrebbe causato una sorta di “scissione tra la testa e il cuore” − Ong è più prudente ma parla cmq di conseguenze psicologiche a lungo termine, in particolare la stampa avrebbe favorito il rpocesso di mutamento del rapporto tra lo spazio e il tempo − Eisenstein: la stampa standardizza e conserva un sapere che era stato molto più fluido nell'età della sua diffusione orale o manoscritta, e favorisce la critica dell'autorità. Occorre riconsiderare la rivoluzione della stampa: “riv. lunga”, vederla come un catalizzatore che favorisce i mutamenti sociali pur non costituendone l'origine. I mutamenti del sistema dei media, poi, vanno messi in relazione ai cambiamenti del sistema dei trasporti, del movimento delle merci e delle persone nello spazio, per terra o sull'acqua (solo nel 1837, con invenzione telegrafo, si spezza legame tradizionale fra trasporto e comunicazione dei messaggi). Contemporanemanete, resta importante la comunicazione orale, attraverso: − pulpiti delle chiese − università − canzone e ballata Inoltre, in qst epoca si sviluppano nuove istituzioni che strutturano la com. orale, come le accademie, le società scientifiche, i salotti, i club e i caffè (questi ultimi ispirarono la creazione di comunità di comunicazione immaginarie, exe. Lo Spectator Club). Europa dell'età moderna: società caratterizzata da un'alfabetizzazione ristretta, dove solo una minoranza della popolazione (soprattutto maschi, abitanti delle città e protestanti) sapeva leggere. Weber: sottolinea il rapporto tra l'uso crescente della scrittura per formulare e registrare decisioni e un'amministrazione di tipo più impersonale, caratterizzata dall'impostazione di regole formali; condizione necessaria oer il controllo a distanza e per l'avvento dello stato centralizzato. L'utilizzazione crescente delle lingue volgari a scopi letterari fu accompagnata dalla loro standardizzazione e codificazione. Le immagini stampate: stampe satiriche favoriscono sviluppo della coscienza politica popolarenasce sequenza narrativa/racconto per immagini (antenato del fumetto). Comunicazione multimediale: la società dello spettacolo del XX secolo non nasce dal nulla, già nell'Europa dell'età moderna esistevano spettacoli pubblici come i riti, la processione, le giostre e i tornei medievali, le esecuzioni. Mutamenti ritualità europea nel 5-600: ristrutturazione del rito sul modello della Roma antica e ascesa del teatro. Quali scopi del rito? 1. dimostrare la fedeltà al principe 2. il principe dimostra la benevolenza nei confronti dei sudditi 3. a beneficio di principi stranieri Dal '500 in poi: comparsa di teatri pubblici, attori di professione cominciarono a recitare in locande o vere e proprie sale costruite appositamente (vedi Globe a Londra), avvento del teatro commerciale grazie anche all'aumento della popolazione urbana. Cinque/Seicento: i manoscritti spesso sono usati dai nobili per far circolare le opere. In più circolano fogli di informazione manoscritti, lettere trascritte in numerose copie e spedite a un ristretto numero di abbonati, in particolare tra 1550-1640 prima della nascita dei giornali. Nell'Italia Quattro/Cinquecento: oralità e stampa coesistono. Censura: si applica a libri ma anche a opere teatrali. Indice dei libri proibiti (1564) vieta libri eretici, immorali, testi di magia + elenco libri/autori. La censura protestante è meno efficace di quella cattolica perché sono frammentati in chiese diverse. Comunicazione clandestina: pornografia, opere occultiste e alchemiche, pubblicaz clandestine in genere anti-clericali. Stratagemmi: pubblicare all'estero, usare nomi e sedi di stampa falsi, procedere per allegorie. L'invenzione della stampa causa il formarsi di un vero e proprio mercato; in seguito, l'avvento dell'idea della proprietà intellettuale ('700) fu una risposta sia alla comparsa della società dei consumi sia alla diffusione della stampa. Centri della stampa europea: − '500 Venezia − '600 Amsterdam − '700 Londra Tra il 1500 e il 1800 gli stili di lettura si modificano realmente; si assiste alla desacralizzazione dei libri e alla privatizzazione della lettura; cambia anche la struttura dei libri, che sono sempre più spesso divisi in capitoli e aiutano a reperire velocemente le info. La lettura non più solo come informazione e istruzione morale, ma ora anche intrattenimento. Conseguenze dell'invenzione della stampa: 1. si favorisce accumulazione delle conoscenze evitando perdita del sapere, ma c'è anche destabilizzazione del sapere (ci sono più versioni!) 2. nasce il concetto di “letteratura” e di “autore” 3. partecipazione più diretta degli imprenditori al processo della diffusione delle conoscenze. Il materiale stampato è sempre più presente nella vita di tutti i giorni (nascono anche manifesto e modulo prestampato); nel Settecento la stampa diventa parte della vita di tutti i giorni soprattutto grazie al quotidiano, che contribuisce alla nascita dell'opinione pubblica. Secondo Habermas: il '700 è un momento fondamentale dell'affermarsi della discussione razionale e critica all'interno di una “sfera pubblica” liberale borghese in teoria aperta alla partecipazione di tutti. 2. I media e la sfera pubblica nell'Europa dell'età moderna Rinascimento: già cultura civica città stato italiane Riforma: secondo Habermas, “privatizzazione” dei fedeli ma all'inizio accesi dibattiti, opinio pubblica 1520-1540: protestanti della prima generazione, offensiva mediatica; poi parola orale. Armi di Lutero: pamphlet, Bibbia in volgare. Riforma: non solo stampa, ma anche: − prediche − lezioni universitarie − chiacchiere mercato/taverna − immagini − rito − opinion leader Risposte della Chiesa cattolica: immagini religiose + teatro (élite). Cultura del libro (Protestanti) versus cultura dell'immagine (Cattolici) Richelieu: “Gazette ufficiale”. Inghilterra. La guerra civile inglese fu condotta attraverso i media: discorsi, sermoni, testi e immagini: Si fa politica con manifesti, petizioni, manifestazioni, graffiti politici, iconografia... c'è chi parla di nascita della politica di massa. Dibattito sul ruolo dei media: banalizzazione delle questioni poli? Ma la politica nazionale entra nella vita quotidiana, con una sfera pubblica popolare. Mutamenti del lavoro 1. Tra fine '700 e inizio '800 nasce l'industria, come settore distinto dall'agricoltura 2. “Management scientifico”, fordismo 3. Tempo libero, viaggi, sport, diventano settori di un'industria. Mediatizzazione dello sport L'età della stampa 1950/1970: sempre più labili i confini tra informazione e spettacolo (ma non è una novità, già nel 1896 il Daily Mail di Harmsworth fu lanciato a Londra con lo scopo esplicito di intrattenere oltre che informare). “Quarto potere”: si dice che questa espressione sia stata coniata dallo storico Macaulay, anche se lui si riferiva alla tribuna della stampa in Parlamento; “Fourth Estate” fu utilizzata come titolo di un libro sulla stampa da F. Knight Hunt, un giornalista, nel 1850. “Times”, autorevole giornale di opinione, era un giornale costoso e prese in parte la propria posizione in GB quando il bollo, ridotto nel 1836, fu abolito nel 1855 e le tasse sulla carta furono eliminate nel 1861. Già in precedenza, cmq, la stampa “da un penny” era comparsa a New York prima che a Londra: 1833 “Sun”, 1835 “Herald”, 1841 “Tribune”, 1851 “N Y Times”. Usa 1791, Bill of Rights: il Primo emendamento stabilisce che il Congresso non avrebbe fatto leggi che toccassero la religione o il suo libero esercizio, né leggi che limitassero la libertà di parola e di stampa. 1934 Federal Communication Act: garantire a tutte le parti (su argomenti controversi) la possibilità di farsi sentire. Usa: la stampa non è centralizzata ma per lo più a base locale. Così anche in Francia (dove però Parigi era centro dei giornali di diffusione di massa) e in GB, dove la stampa provinciale era molto importante (fino a tardo '800/'900, quando informazione e spettacolo passano a Londra).”Daily Telegraph” nasce alla vigilia dell'abolizione della tassa di bollo, “Daily News” 1842, “Northern Star” 1838 corrispondenze locali ma anche attenzione alla cultura (poesia etc...). 1881, Francia: “la stampa è libera”. In alcuni paesi, però, vengono ancora varate leggi repressive! Germania (Bismarck versus stampa socialista), India, Russia...Giappone... Emergono nuove generazioni di editori dalla mentalità imprenditoriale: in Usa, Hearst (prodotti criticati cm “giornalismo scandalistico”) e Scripps (attaccati cm liberali e operaisti). GB Harmsworth nel 1900 abbandona le riviste illustrate, nel 1908 acquista il Times. “Nuovo giornalismo”: – secondo alcuni (vedi cristiano-sociali) permette anche alle classi più disagiate di informarsi e formare opinioni – altri (vedi Harnold) scettici su forza pedagogica della stampa. “Nuovo” giornalismo? Già prima dell'inizio dell' '800 l'intrattenimento aveva lo stesso spazio dell'informazione su molti giornali, pochi dei quali pensati per un pubblico operaio. Pubblicazioni di Reynolds, Bell, Lloyd... 1860: entrano nei giornali anche i laureati, gli “intellettuali”. Prime forme di organizzazione collettiva: 1886 Associazione Nazionale dei Giornalisti, 1907 National Union of Journalists (primo vero sindacato). Primi studi specifici per giornalismo: Usa (Missouri prima scuola di giornalismo politico, Columbia University). 1922 “L'opinione pubblica” di Walter Lippmann: il potere della stampa non si esprime tanto nella personalità del direttore di un giornale quanto nel flusso delle notizie stesse. 1881: “Evening Illustrated Paper”, primo quotidiano illustrato. XIX secolo: il giornalismo va a caccia di “storie” (servizi speciali, interviste, gossip...). Tra fine '800 e inizio '900 sale vertiginosamente la spesa per la pubblicità. Critiche al ruolo degli editori nel giornalismo: “cassa di risonanza” degli interessi materiali. Patroni del “nuovo giornalismo”: – Pearson fonda nel 1900 il Daily Express – Northcliffe sfrutta il potere della stampa, non solo in campo politico ma anche per il progresso della nuova tecnologia; nel 1920 promuove anche la radio. “Epoca dei baroni”: la stampa popolare poteva stimolare o provocare l'opinio pubblica, ma non poteva determinare le reazioni dei lettori (1985, S. Koss, storico, lui parla di “potere apparente” dei media). XX secolo: concentrazione del potere mediatico; ascesa dell'impero mediale di Murdoch, che compra: Sun, News of the world, Times. 1836: Henry Luce fonda “Life”, che morirà nel 1972 per la competizione con la tv. Svezia e Norvegia: tra gli anni '20 e gli anni '60 chiudono decine di giornali, soprattutto quelli di partito. Introdotti sussidi statali e sovvenzioni iniziali. Avvento della radio e della tv sottrae inserzioni pubblicitarie ai giornali. Lord Riddell solleva questioni: quale sarà l'impatto della radio sui lettori?! Molte più domande sulle conseguenze sociali sarebbero state formulate a proposito della tv. L'età del broadcasting La radio all'inizio sono considerate vere e proprie istituzioni: Nbc, Cbs, Bbc. Durante il nazismo la Bbc è la “voce della libertà”, con il sostegno del Ministero dell'Informazione (45 lingue!). La radio viene utilizzata negli anni Trenta da Goebbels e Hitler. Roosevelt: “Conversazioni al caminetto”. Bbc trasmette su un unico canale il Servizio Interno, ma dal 1940 lancia a nche un programma per le forze armate (che diventerà il “programma leggero”). Usa: i network mantengono il controllo della radio, Dipartimento do guerra ha una propria rete. URSS: no programmi distensivi, propaganda. GB: Reith direttore generale della Bbc. 1927, Statuto regio: informare, intrattenere, educare. Al vertice un Consiglio di 5 governatori con mandato di cinque anni, nominati dalla corona su segnalazione del primo ministro. Responsabilità sociale. Reith: la radio è un mezzo straordinariamente economico, in grado di raggiungere tutti. Fondamentale è “portare il meglio della conoscenza” alla gente, e il percorso naturale è il monopolio (con appoggi ufficiali e non). La radio Usa è diversa dalla radio GB: – soprattutto mezzo di intrattenimento – diverso modo di trattare trasmissioni politiche – finanziamento della radio è basato su pubblicità e non canone – la radio è integrata nel sistema dell'imprenditoria; polituca degli indici di ascolto – in Usa la nuova FCC (nasce nel 1934) non è interessata all'istruzione, mentre in GB ci sono apposite trasmissioni scolastiche Sono due modelli diametralmente opposti, ma ce ne sono altri. Canada: radio Usa per rafforzare l'identità nazionale. Spesso: difficile la coesistenza tra servizio pubblico ed emittenza commerciale. Giappone: canone ma anche controllo del governo. Germania divisa: in G. orientale la funzione principale della radio è “formare il senso dello stato socialista”, in Eu. Occidentale il sistema radiofonico è altamente decentrato. Esperienza di una radio pirata: Bbc reagisce creando un nuovo canale, Radio 1. Usa: radio è in larga misura locale, le news entrano nella programmazione solo nel 1934. Offerta limitata, più che altro musica leggera. L'età della televisione 1941 NY: Nbc e Cbs danno vita a un programma di trasmissioni tv ma trasmissioni regolari arrivano solo con la Dumont Laboratories. Inizialmente si crede che la tv sia un medium destinato alle classi più alte... poi invece c'è un boom nella vendita degli apparecchi, contemporaneamente il cinema declina; all'inizio ha molto successo il teatro portato in tv. Programmi base tv Usa: spettacoli con giochi a premi, quiz, soap opera. 1955: In GB viene tolto il monopolio alla Bbc. Le “aziende indipendenti” vengono poste sotto l'orbita della Independent Television Authority: controllo della pubblicità. Bbc forte su sport e commedia leggera. I sistemi di broadcasting diventano sempre più “sistemi misti”, in cui coesistono servizio pubblico e aziende commerciali. Usa: notevole capacità di espansione oltre i confini nazionali. Giappone, NHK avvia la tv nel 1953. Ed è subito boom. 1946: nazionalizzazione di radio e tv in Francia (cmq resta nelle mani della politica). Poi riorganizzate nel 1974, con 7 enti autonomi sotto monopolio; nello stesso anno in Italia le sentenze della Corte Costituz aprono la strada alla radio-tv privata e, dopo la legge sulle trasmissioni via etere del 1975, a una straordinaria esplosione delle emittenze private, per la maggior parte di vita breve. Critiche: – in Usa all'intrattenimento stereotipato dei network – tv “occhio vorace” – ormai abitudine non scelta il guardare la tv Dibattiti: – quale influenza sui bambini? – Quale influenza su comportamento sociale/politico di adolescenti e adulti? Iniziativa più nota per uso della tv nell'interesse dei bambini: Children's Television Workshop, 1969, che dà vita a Sesame Street (istruire/intrattenere), che sarà trasmessa in 140 paesi. 1964: Hoggart fonda il Birmingham Centre for Cultural Studies. Insieme a Williams cambia in GB il modo di studiare i media; analisi sull'intrattenimento e sulle sottoculture. Daniel Boorstin, “The Image”: concentra l'attenzione sugli pseudo-avvenimenti e sulle “celebrità”. I cultural studies compaiono nelle uni europee: l'interesse per l'immagine e per la “storia dal basso” genera nuovi metodi e campi di ricerca. Sempre più studenti vengono da strati sociali sfavoriti, convergenza sociale. Germania: gli autori della Scuola di Francoforte (Adorno + Horkheimer) elaborano una “teoria critica” dei media. Studiosi francesi: Guy Debord, Jean Baudrillard, Pierre Bourdieau – studi sulla “società dello spettacolo”, la vita viene sostituita dalla rappresentazione. Anni '60, i protagonisti della rivolta studentesca imparano a usare il mezzo tv per darsi visibilità (critiche). Polemica: perché devono essere i media a stabilire l'agenda del dibattito? Problema: quale rapporto media/governo? media/fonti? “Television: a history” di Francis Wheen (si riferisce a una serie tv della British Granada che indagava sulla tv), indaga su programmi specifici (soap opera) e al modo in cui la tv indaga su eventi particolari (fiction, doc. di guerra...). Guerra del Vietnam: influisce in maniera rilevante sulla storia dei media! Usa: la copertura tv negli anni '60 trasforma le battaglie per i diritti civili. Eventi mediatici: assassinio di Martin Luther King/Kennedy, imprese spaziali. Problema: qual è il ruolo dell' “educare” nella tv? Dovevano esserci separati canali/organizzazioni di broadcasting? Soluzioni diverse, ad exe. Jap crea un canale interamente dedicato a programmi istruttivi, GB invece li inserisce nella programmazione normale. Usa: molte stazioni tv dedicate a programmi istruttivi, ma in gran parte sono finanziate da Fondazione Ford. 1967: creato il sistema pubblico Usa (informazione e istruzione! Ma anche intrattenimento). Anni '70: dibattito sulla disparità di informazione e sullo sviluppo dei media in tutto il mondo.
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