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Storia dell'Arte Moderna: Quattrocento e Cinquecento, Appunti di Storia dell'Arte Moderna

Storia dell'arte europeaStoria dell'Arte ModernaStoria dell'arte italianaStoria della civiltà occidentale

La storia dell'arte moderna durante il quattrocento e cinquecento, un periodo caratterizzato da grandi sconvolgimenti economici, politici e sociali. In questo contesto, le arti minori conobbero una grande diffusione e fioritura. Il gotico internazionale segna la fine del xiv secolo e l'inizio del xv, mentre il rinascimento, una stagione letteraria, artistica, filosofica e scientifica, si sviluppò in italia tra quattrocento e cinquecento. Le grandi scoperte geografiche aprivano nuove possibilità di arricchimento e espansione per gli stati nazionali.

Cosa imparerai

  • Come le arti minori conobbero una grande diffusione e fioritura durante il Quattrocento e Cinquecento?
  • Che eventi politici caratterizzarono l'epoca del Quattrocento?
  • Come le grandi scoperte geografiche influenzarono gli Stati nazionali durante il Quattrocento e Cinquecento?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 18/03/2019

nady.11
nady.11 🇮🇹

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Scarica Storia dell'Arte Moderna: Quattrocento e Cinquecento e più Appunti in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! STORIA DELL’ARTE MODERNA Quattrocento Il XV secolo fu un'epoca di grandi sconvolgimenti economici, politici e sociali, che infatti viene preso come epoca di confine tra Medioevo ed Età moderna dalla maggior parte degli storiografi. Tra gli eventi di maggior rottura in ambito politico ci furono la questione orientale, segnata dall'espansione dell'Impero Ottomano che dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453 giunge a minacciare l'Ungheria e il territorio austriaco; e la questione occidentale caratterizzata dalla nascita degli Stati moderni, tra cui le monarchie nazionali di Francia, Inghilterra e Spagna che presentano un progetto di accentramento del potere, tipico delle istituzioni politiche moderne. In Italia le Signorie locali si svilupparono in Stati regionali allargandosi a discapito dei vicini, ma non fu possibile creare un'unità nazionale per via dei particolarismi e delle reciproche diffidenze. Con la scoperta del Nuovo Mondo e le grandi esplorazioni gli orizzonti del mondo europeo si allargarono a dismisura, ma ciò significò anche la progressiva perdita di importanza del Mediterraneo, con un nuovo assetto politico-economico che, dal XVII secolo, ebbe come nuovo fulcro l'Europa nord-occidentale. Le grandi scoperte geografiche aprivano agli Stati nazionali nuove enormi possibilità di arricchimento e di espansione, spalancavano gli orizzonti verso nuove scoperte negli ambiti più diversi. I mercati internazionali, le vaste operazioni bancarie, l'economia monetaria, la maggiore agilità degli scambi portarono alla ribalta quella borghesia industriosa e attivissima, affamata di ricchezza e di potenza, dalle cui file i monarchi sceglievano i propri collaboratori. Gotico Internazionale: il Gotico Internazionale è la fase dell’arte gotica che va dalla fine del XIV secolo alla metà del XV secolo. L’aggettivo “internazionale” ha un duplice significato: esso allude al fatto che questa esperienza artistica non ha una radice unica, ma deriva dalla somma di esperienze attribuibili a più Paesi e tradizioni; inoltre la diffusione di questa fase è vasta ed omogenea in tutta Europa. Nella pittura, il Gotico Internazionale tende a portare alle estreme conseguenze l’uso decorativo della linea di contorno, e anche il colore sembra non avere più alcun rapporto con i soggetti rappresentati, sono presenti infatti sgargianti campiture piatte e raffinatissimi fondi oro. In questo contesto generale non deve destar meraviglia come anche le arti minori abbiano conosciuto un periodo di grande diffusione e di splendida fioritura. La miniatura assume un ruolo di primissimo piano in quanto essa non viene più utilizzata per illustrare esclusivamente testi sacri, la figura del miniatore è diventata ormai una professione. In architettura si tende a enfatizzare lo slancio delle volte a crociera e il significato strutturale degli archi rampanti e dei costoloni. Rinascimento: straordinaria stagione letteraria, artistica, filosofica e scientifica fiorita in Italia tra Quattrocento e Cinquecento. Gli uomini di cultura italiani del XV e del XVI secolo si sentivano legati alla grande civiltà classica di cui si sentivano eredi. I caratteri distintivi del Rinascimento furono l’amore e l’interesse per ogni manifestazione culturale del mondo antico e della consapevolezza della centralità e del valore dell’uomo, capace, con la propria intelligenza, di creare e promuovere il proprio destino. Per le arti figurative guardare al mondo classico non fu semplice imitazione, ma un modo per creare qualcosa di assolutamente nuovo e diverso. Gli artisti rinascimentali si sentirono di dover competere con gli antichi, di raggiungerli nella grandezza e se possibile superarli. È Firenze la città in cui la nuova arte rinascimentale si manifesta, e i suoi artisti ne sono i primi fondatori. Cinquecento Il Cinquecento fu il secolo nel quale molti Stati italiani persero la loro libertà e l’Italia diventò sempre più teatro di lotte e di contese. Nel 1494 Carlo VIII, re di Francia, invase il Regno di Napoli, allora governato dagli Aragonesi, ritirandosi solamente sotto la minaccia del re di Spagna Federico II il Cattolico e dell’imperatore germanico Massimiliano d’Asburgo. Il primo ventennio del Cinquecento, in particolare durante il pontificato di Giulio II e di Leone X, vide in Italia l’assoluto predominio artistico di Roma. Nel 1527, durante il pontificato di Clemente VII de’ Medici, Roma subì l’umiliazione del sacco a opera delle truppe di Carlo V. proprio il sacco dette l’avvio alla diffusione delle concezioni artistiche e delle conquiste espressive a cui i grandi interpreti della maniera moderna erano pervenuti durante il primo ventennio del secolo. A Roma nel Cinquecento il collezionismo diviene un’attività capace, oltre che di indirizzare il gusto, anche di influenzare le scelte classiciste della cultura letteraria e artistica. Manierismo: fino a non molti anni fa il termine “manierismo” veniva impiegato con il significato negativo di “imitazione”, e veniva riferito a quegli artisti, che soprattutto nella seconda metà del Cinquecento operavano alla maniera di Leonardo, Raffaello e Michelangelo, privandosi della propria fantasia e creatività. Giorgio Vasari impiegava il termine “maniera” come sinonimo di stile, attualmente con Manierismo si indicano alcune tendenze dell’arte cinquecentesca successiva al 1520 (anno della morte di Raffaello) diffusesi in Italia soprattutto dopo il sacco di Roma de 1527 che costrinse molti artisti a fuggire dalla città. Un’opera manierista ricerca: grazia, licenza dalla regola, virtuosismo, difficoltà, l’inusuale ovvero la bizzarria (e l’eccentricità). L’artista non deve essere costretto a rispettare regole precostruite e valide per tutti, ma deve basarsi sul giudizio personale; questo significa che per quanto una data opera sia stata realizzata nel rispetto delle giuste proporzioni e tuttavia l’occhio la trovi sgradevole o disarmonica, altre nuove giuste proporzioni possono esserle date dall’artista stesso, abbandonando le regole tradizionali e affidandosi solo al proprio “occhio” e al proprio giudizio. Seicento L’evento che drammaticamente caratterizza il XVII secolo è senza dubbio la cosiddetta Guerra dei Trent’anni (1635-1648) che insanguinò gran parte dell’Europa centro-settentrionale. Benché le motivazioni di fondo fossero di tipo religioso (si voleva riaffermare il predominio degli Stati cattolici su quelli protestanti), il conflitto nascondeva anche il desiderio imperiale di ridisegnare in modo definitivo confini, alleanze e aree di influenza. Le insopportabili condizioni di miseria di larghi strati della popolazione europea, inoltre portarono allo scoppio di vari moti insurrezionali. La nuova geografia dopo la pace di Westfalia vide l’ulteriore consolidarsi dei grandi Stati unitari a fronte di un impero sempre più frantumato in ducati, vescovati e staterelli. Durante il Seicento viene ad riconfermarsi in Italia il forte predominio spagnolo solo in minima parte contrastato dalle politiche autonome dei Savoia, dello Stato Pontificio e della Repubblica di Venezia. La monarchia spagnola delegando poteri crescenti ai signori locali finiva col favorire la nascita di una mentalità parassitaria e antistatale, fondata sul privilegio e la consorteria. Barocco: il Seicento è stato il secolo della Controriforma cattolica; la Chiesa nel tentativo di contrastare il protestantesimo finisce per irrigidirsi sui propri dogmi troncando ogni possibilità di ricomporre lo Scisma in maniera pacifica. Per la diffusione di massa delle idee controriformiste è l’arte ad assumere il ruolo di maggior importanza. Architetti, pittori e scultori diventano l’indispensabile tramite mediante il quale arrivare a toccare con efficacia e immediatezza l’animo dei fedeli. L’arte seicentesca deve saper sedurre e commuovere, al fine di conquistare il gusto non più attraverso la difficile via dell’armonia e della razionalità, ma grazie alla capacità di suscitare emozioni e sentimenti. Il Concilio di Trento raccomandava che la figura del Cristo venisse rappresentata afflitta, sanguinante, con la pelle lacerata, ferita, sgradevole a vedersi. In tal modo sarebbe stato più facile suscitare nelle masse sentimenti di pietà e di devozione, facendo psicologicamente leva sulla compassione e sulla misericordia umane di fronte al dolore e alle sofferenze. L’arte del Seicento è dunque l’arte dei sentimenti e delle passioni la cui rappresentazione, arriva a volte all’estremo, all’esagerazione.
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