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Appunti di storia dell’ arte per maturità., Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

A partire dal Romanticismo fino all’ Astrattismo in Russia. Comprende anche collegamenti con le altre materie e la parte di educazione civica riferita alla storia dell’arte.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 27/02/2023

sa.anfossi
sa.anfossi 🇮🇹

4.8

(10)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti di storia dell’ arte per maturità. e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! IL ROMANTICISMO (metà ‘700 / inizi ‘800) È stato un movimento letterario artistico nato nella seconda metà del settecento. È possibile distinguere un primo romanticismo, che convisse con il neoclassicismo, e un romanticismo maturo, tipicamente ottocentesco. Possiamo inoltre individuare due diverse anime del romanticismo: la prima si dedicava alla pittura di paesaggio (Inghilterra e Germania) la seconda era più attaccata alla tradizione figurativa (Italia e Francia). IL PRIMO ROMANTICISMO La convivenza tra classici e romantici non era facile: i romantici accusavano i neoclassici di essere privi di creatività e di non riuscire a trasmettere emozioni, mentre i neoclassici reputavano le opere romantiche sgraziate e al limite della volgarità. FRANCESCO GOYA (1746-1828) Fu un pittore spagnolo che si formò a Roma, Dove studiò il barocco italiano. Tornato a Madrid produsse una serie di quadri concepiti secondo la tradizione francese e fiamminga. A partire dal 1786 divenne un pittore da camera nell'ambito della corte reale, dove si impose come ritrattista. Nel 1792 l'artista diventò sordo e questo evento inasprì molto il suo carattere. FASI ARTISTICHE - Studio del barocco - Tradizione francese e fiamminga - Ritrattista e pittore da camera - Rifiuto delle regole (“I Capricci”; raccolta di 80 incisioni che denuncia i vizi della società. Ha una tendenza espressionista molto violenta, tende a modificare il vero.) - Rifiuto della bellezza classica (“I disastri della guerra”; raccolta di 83 incisioni con carattere romantico) - Personaggi grotteschi (“Pitture nere”) LA FAMIGLIA DI CARLO IV Si tratta di un ritratto reale realizzato con grande tecnica. L'artista volle evidenziare i lati più meschini dei personaggi, denudando la loro anima e assimilandoli a dei burattini. Solamente i figli più piccoli del re a portano una nota di freschezza e simboleggiano l’innocenza intatta. IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI Fa parte de “I Capricci”. L’opera spiega che l’ignoranza e la superstizione sono mali assoluti: quando la ragione non controlla la realtà, questa viene trasfigurata. SATURNO Fa parte de “Pitture nere”. Saturno sta divorando uno dei suoi figli. Il soggetto, appena illuminato, addenta il corpo smembrato e coperto di sangue. Gli occhi sbarrati del padre esprimono la sua paura di essere usurpato. LA FUCILAZIONE Quando il cognato di Napoleone invase le frontiere spagnole nel 1808, i patriotti Spagnoli costituirono una forte resistenza. Il 2 maggio 1808, il generale ordinò la fucilazione dei ribelli. Goya si offrì di realizzare due tele che documentassero la repressione dei moti antifrancesi. Ne “La fucilazione” da una parte si trovano i soldati allineati diagonalmente rigidi e meccanici, dall’altra i patriotti che attendono di essere giustiziati mostrano il dramma. Un monaco tremante fa capire come la chiesa non intervenga. Un condannato in ginocchio, illuminato dalla luce, spalanca le braccia come gesto di protesta. I colori sottolineano l’angoscia. IL ROMANTICISMO INGLESE E TEDESCO In Inghilterra e Germania furono teorizzate le categorie estetiche del sublime e del pittoresco, riferite soprattutto alla pittura di paesaggio. - Il PITTORESCO si identifica con tutto ciò che è spontaneo, in aperta contrapposizione con la compostezza del Neoclassicismo. Il paesaggio è tranquillo, la natura è serena e l’uomo ne fa parte. (Constable) - Il SUBLIME è un sentimento misto di terrore e piacere. Il paesaggio è terrificante, l’uomo ne ha paura ma ne è affascinato. (Turner) JOHN CONSTABLE (1776-1837) Uno dei più grandi paesaggisti dell’arte inglese, esponente del paesaggio pittoresco che riuscì a provocare commozione nello spettatore. Negli ultimi anni della sua carriera, segnati dall’amarezza per gli insuccessi professionali, iniziò a incupire i suoi paesaggi. Introduce la pittura en plain air. IL MULINO DI FLATFORD Nelle sue opere si ispirò essenzialmente ai suoi luoghi di origine e alle sue esperienze da figlio di un proprietario di mulini. Rappresenta una calda giornata di sole in cui sono presenti: un fiume che scorre sotto il mulino di famiglia e il barcone del padre trainato da un cavallo. Il lavoro è semplice e procede con tranquillità. Il cielo azzurro occupa 2/3 della tela e il verde è cangiante in base alla luce che lo colpisce. IL CASTELLO DI HADLEIGH È una scena della solitaria campagna sul mare, illuminata da una luce fredda e grigia. È presente una torre in rovina isolata. L’artista vuole riversare nel paesaggio i caratteri del suo stato d’animo. WILLIAM TURNER (1775-1851) Fu un paio regista di assoluta maestria. Era un uomo solitario e tormentato che cade in una grave forma di depressione dalla quale non si riprese mai completamente. Affrontò soprattutto il genere del paesaggio sublime attratto dai violenti sconvolgimenti naturali. Per la prima volta nella storia arrivò a negare valore al soggetto per esaltare il colore, le forme e la luce. IL NAUFRAGIO Rappresenta dei vascelli in balia del mare in tempesta e in procinto di affondare.il tradizionale soggetto di paesaggio marino è sconvolto in uno spaventoso caos; si tratta indubbiamente di un'opera carica di angoscia. Gli elementi naturali tendono a sopraffare i deboli sforzi dell'uomo. La critica del tempo ritenne l'opera rozza e confusionaria. LUCE E COLORE: IL MATTINO DOPO IL DILUVIO Il soggetto si ispirò alle idee di Goethe presenti nell'opera “Teoria dei colori”. Il quadro rappresenta l'espansione della luce dopo le tenebre del diluvio universale. Turner utilizzò il giallo e il rosso per comunicare benessere e ottimismo. Immaginò forme prive di consistenza, evidenziando solo i contorni e i colori puri. BUFERA DI NEVE: ANNIBALE E IL SUO ESERCITO ATTRAVERSANO LE ALPI Costituisce un esempio di soggetto storico, l’opera però sembra tutt’altro che celebrativa: l’artista scelse infatti di rappresentare Annibale con il suo esercito alle prese con una terribile nevicata. Sotto un cielo che oscura il sole, i soldati sono in balia di una natura aggressiva; sembrano incapaci di fronteggiare gli eventi. La composizione è asimmetrica e irregolare, i colori sono spenti. REALISMO FRANCESE (1840-1880) Nel corso dell'ottocento, l'Europa fu segnata da profondi sconvolgimenti causati della rivoluzione industriale. Su questo sfondo si sviluppò il movimento realista, che voleva rappresentare la realtà con la volontà di rivitalizzare l'arte soffocata dallo sterile accademismo. Già in età romantica, molti pittori avevano mostrato interesse per il dato reale, dando spazio all’uomo e alla natura, che veniva rappresentata per quello che era. Il proletariato divenne il soggetto preferito di molte opere che spesso accoglievano il movimento socialista. GUSTAVE COURBET (1819-1877) Gustave Courbet scelse ben presto di dedicarsi alla pittura iniziando a frequentare vari atelier; fu ammesso per la prima volta al Salon nel 1844. FUNERALE A ORNANS Quest'opera viene definita il manifesto della pittura realista e per rappresentarla il pittore scelse le misure tradizionali di un quadro di storia (18m2). Courbet decise di dipingere un insignificante funerale di provincia con personaggi a grandezza naturale. L'opera scatenò dibattiti: si pensava che il soggetto appariva inaccettabile e che le dimensioni della tela erano un oltraggio alla tradizione. L’ATELIER Il soggetto dell’opera è l’atelier del pittore dove lui stesso si presenta intento a dipingere una campagna. Lo vediamo osservato da un bambino, alle spalle una modella nuda stringe al petto la propria veste bianca; lo studio è affollato da esponenti del mondo artistico a destra e anonimi lavoratori a sinistra. La critica rimproverò il quadro per la volgarità del soggetto e l’indecenza del nudo femminile. LE BAGNANTI L’opera venne criticata a causa delle forme morbide e cellulitiche di una delle due ragazze rappresentate. I visitatori del salone avrebbero voluto osservare due ragazze greche o romane e questo creava loro imbarazzo: Courbet si giustificò dicendo che le donne vere non sono come quelle che raffiguravano gli accademici, e che la bellezza ideale non esiste. GLI SPACCAPIETRE Il pittore aveva sempre avuto a cuore la condizione dei contadini e dei sottoproletari, questo dipinto è una delle sue prove; il soggetto è infatti una coppia di spaccapietre. Vediamo un uomo e un ragazzo concentrati sul loro lavoro: il più anziano è in ginocchio e messo di profilo, il più giovane è intento a sollevare una gerla di pietre, ed è posizionato di spalle. Per quel poco che si intravede, i loro volti sono inespressivi. Ogni dettaglio è raffigurato con molta precisione: toppe sulle maniche della camicia, calze bucate, zoccoli consumati. Il paesaggio è spoglio e scuro per mettere in evidenza i protagonisti. I colori terrosi contribuiscono a comunicare il senso di povertà. Indubbiamente questo capolavoro è un violento atto di accusa. Non vuole destare la commozione del pubblico ma vuole scioccare, mostrando la verità della fatica. Esalta così la dignità delle classi subalterni invitando il rispetto del lavoro manuale. Il pubblico ebbe una reazione violenta e non accettò che un artista possa dare così tanta importanza a due significanti lavoratori. I MACCHIAIOLI (1855-1875) A partire dal 1860, si affermò il verismo in Italia. I veristi si concentrano sullo studio della realtà e sull’osservazione del vero, scegliendo colori conformi alla natura e rappresentando soggetti quotidiani. I macchiaioli, fanno parte di un gruppo di pittori toscani le cui ricerche sono molto simili a quelle condotte dagli impressionisti francesi. Il nome venne utilizzato per la prima per definire, in modo negativo, la loro tendenza a dipingere “a macchie”. Il loro scopo era ottenere gli effetti del vero semplificando la visione tradizionale della realtà. I macchiaioli furono uniti dalla tecnica antiaccademica della ricerca di un contatto diretto con la natura e la realtà sociale. I soggetti sono paesaggi e momenti di vita quotidiana borghese, rappresentazione del mondo contadino e episodi di campagne militari. GIOVANNI FATTORI (1825-1908) Inizialmente dipinse secondo il gusto romantico, privilegiando soggetti di storia medievale. L’artista abbandonò poi i temi tradizionali per dedicarsi alla storia contemporanea. Da quel momento affrontò soggetti militari come battaglie e soldati. IN VEDETTA Nel quadro vengono rappresentati tre soldati a cavallo, sotto il sole di una giornata estiva, nel noioso compito di sorvegliare una caserma. La luce è abbagliante e crea ombre molto marcate sul muro bianco, forti contrasti chiaroscurali arricchiscono il terreno sabbioso. Abbiamo la prospettiva tridimensionale tipicamente fiorentina. L’artista sceglie di esprimere il senso della durata, infatti i soggetti rimangono come sospesi nell’attesa di un evento futuro. LA LIBECCIATA Nel quadro viene raffigurata una violenta mareggiata provocata dal libeccio, vento africano di sudovest. La tecnica dei macchiaioli raggiunge una delle vette più alte. La scena è costruita con il colore: abbiamo una grande macchia dei due alberi piegati dal vento sulla sinistra, il terreno in primo piano, il mare sullo sfondo. LA ROTONDA DI PALMIERI L’opera è di forma orizzontale allungata, probabilmente ricavata dal coperchio di una scatola di sigari. La scena è ambientata in una terrazza circolare sulla riva al mare nei bagni Palmieri, lungomare di Livorno. In una giornata luminosissima, alcune donne al riparo di una grande tenda gialla, conversano. Sono completamente vestite con lunghe gonne, mantelle e cappellini. Una guarda verso l’osservatore, un’altra verso l’orizzonte, un’altra ancora di profilo. Di fronte a loro si distende l’azzurro intenso del mare. Lo sfondo è dominato da basse colline, sugli scogli c’è la spuma sottile delle onde. Le figure appaiono in controluce, le vesti, i capelli e i volti sono macchinette di colore. Importante è che mancano i particolari essenziali, occhi naso e bocca. Una striscia di luce bianca segna al bordo della rotonda, rimasto fuori dalla protezione della tenda ed esposto al sole. Verrebbe da pensare che il quadro sia stato improvvisato davanti al gruppo all’aria aperta, non fu così. L’opera venne realizzata in studio e richiede al pittore osservazioni dal vivo. Il colore è diventato forma. Abbiamo un netto contorno per le figure che la pittura francese l’aveva completamente rigettato. NEL CAMPO ITALIANO DOPO LA BATTAGLIA DI MAGENTA I soggetti sono semplici soldati, amici e nemici di guerra. Al centro della scena si trova un carro, una rustica ambulanza con sopra due suorine che soccorrono i feriti. Il soldato raccolto ha la divisa bianca, quindi è un nemico. Importante è che il pittore non nascose che la guerra è sempre e comunque una tragedia. L’immagine di questi due ragazzi è un momento di toccante poesia. L’ ECCLETISMO (1830-1900) Dal greco “eklektos”, che vuol dire “scelto”, indica un nuovo senso di monumentalità che non segue un solo un indirizzo artistico, ma fonde diversi stili.  Il XIX secolo fu segnato da un fenomeno di modernizzazione urbana che interessò le grandi metropoli europee. Si aprirono infatti nuove e grandi strade, sacrificando interi quartieri di epoca medievale e demolendo anche le antiche mura dei centri storici, che furono ristrutturati. Vediamo soprattutto lo sviluppo del trasporto urbano, delle reti ferroviarie e di conseguenza la costruzione di nuove stazioni. Il fenomeno delle esposizioni universali costituì uno stimolo per lo sviluppo di tutte le città. Nuovi materiali, come il ferro e il vetro furono adottati per le costruzioni moderne.   PARIGI Tra il 1850 ed il 1870, Parigi assunse la fisionomia che tuttora conosciamo; fu Georges Haussmann, per volontà di Napoleone III a trasformare la città. Molti erano i motivi per l’avvio del Piano Haussmann: era necessario ampliare una città che in mezzo secolo aveva raddoppiato la sua popolazione e che quindi si trovava in pessime condizioni igienico-sanitarie; furono inaugurate strade e parchi. Il piano di Parigi divenne un prototipo per molti più altri progettisti.   VIENNA Nel 1860, l’imperatore viennese ordinò l’abbattimento delle antiche mura della città. Sull’area ricavata dalla demolizione fu impostato un anello di circonvallazione, il Ring. Quest’ultimo accolse edifici di interesse pubblico: si creò una nuova struttura funzionale collegata al centro storico.   IL PALAZZO DI CRISTALLO Nel corso dell’ottocento, i progressi dell’industria estesero al campo dell’edilizia le applicazioni del ferro. Fondendo il ferro con il carbonio, si ottiene la ghisa, che si diffuse nell’architettura industriale. I progressi dell’architettura del ferro furono seguiti attraverso le esposizioni universali; la prima si aprì a Londra, nel 1851, a Hyde Park, dove parteciparono 245 competitori. Joseph Paxton realizzò una gigantesca cattedrale in ghisa e vetro, denominata Palazzo di Cristallo. Il palazzo suscitò un’impressione di irrealtà: la sua estensione risultava addirittura indefinita. Da un punto di vista stilistico, la composizione del palazzo richiama la tradizione neoclassica, ovvero l’elemento ricorrente della colonna dell’ordine architettonico; in realtà nell’architettura in ferro, le proporzioni non potevano più dipendere dalle regole dell’architettura classica, ma da norme come il calcolo strutturale, il fattore economico e il prodotto industriale.   LA TORRE EIFFEL La tour Eiffel, fu progettata e costruita dall’ingegnere francese Gustave Alexandre Eiffel, per l’esposizione di Parigi del 1889. Eiffel era uno tra i più importanti innovatori delle tecnologie costruttive, aveva infatti anche già progettato la struttura interna della statua della libertà. Alla torre lavorarono 300 metalmeccanici, che assemblarono 18.000 pezzi di ferro, usando 2 milioni e mezzo di bulloni, ed incredibilmente solamente un operaio perse la vita durante i lavori. La torre, pesa 7300 tonnellate, ed era originariamente alta 312,27 m: l’altezza attuale è di 324 m con la presenza di un’antenna televisiva. La struttura è divisa da tre piattaforme, la cui funzione è duplice: stabilizzare la torre e definire il profilo. Si può salire fino in cima a piedi, affrontando 1665 scalini, oppure prendendo gli ascensori, i cui meccanismi sono ancora quelli originali del 1889. L’ingegnere calcolò il profilo della torre in modo da contrastare l’azione del vento, ma conferendo alle costole un aspetto gradevole: è per questo che la base della costruzione, sostiene una struttura che si assottiglia progressivamente. ARTI DECORATIVE Il concetto di arti decorative nacque nel XIX secolo come conseguenza della rivoluzione industriale, quando le fabbriche avevano iniziato a produrre oggetti d’uso comune, come automobili o abiti, realizzati a mano. In Inghilterra, si espanse un movimento finalizzato a ripristinare la qualità degli oggetti di uso comune, conosciuto come Arts and Crafts. Quest’ultimo fu segnato da due fasi: la prima legata all’insegnamento di John Ruskin e William Morris, la seconda fase guidata dall’azione dei discepoli di Morris. -  JOHN RUSKIN (1819-1900); riteneva che le cause della disintegrazione della cultura artistica vennero causate dalla rivoluzione industriale. Il pittore era convinto che l’armonia dei processi di produzione, fosse stata raggiunta nel basso medioevo: era quindi necessario recuperarla. - WILLIAM MORRIS (1834 - 1896); aveva una particolare predilezione per i temi medievali; volle realizzare un’arte “del popolo per il popolo“ e rifiutò un modello di fabbricazione che non fosse artigianale, ma ne conseguì che i suoi prodotti erano molto costosi e accessibili soltanto ai ricchi. L’IMPRESSIONISMO (1860- inizi del ‘900) La rivoluzione impressionista si ispirò alla pittura di paesaggio di Courbet e di Manet. Dal 1886, gli artisti si riunirono al caffe parigino Guerbois e nel 1874 inaugurarono la prima mostra collettiva della Société anonyme des peintres, sculpteurs et graveurs. Gli impressionisti si concentrarono sulla rappresentazione della vita moderna, in particolare della borghesia, perché le loro città erano piene di spunti. Mentre per i realisti l’arte era uno strumento per dar voce a chi non ne aveva, gli impressionisti non si interessarono agli aspetti politici del mestiere ma si lasciarono ispirare da tutto ciò che attirava la loro attenzione. Per gli impressionisti non era importante il soggetto, ma la ricerca della luce e dei colori. I personaggi tagliati alle due estremità suggeriscono l’idea dell’istantanea fotografica e della continuità dell’azione oltre il quadro. La tela ha un tono spensierato e dona una visione fiduciosa della vita parigina dell’800. EDGARD DEGAS (1834-1917) Nacque a Parigi, rinunciò presto agli studi per iscriversi all’atelier di Lamothe e alla scuola di Belle Arti. Soggiornò in Italia per studiare la pittura del Rinascimento e tornato a Parigi strinse amicizia con Ingres, rappresentante della tradizione classica, e allo stesso tempo iniziò a frequentare i caffè parigini degli impressionisti. La sua arte non era spontanea, ma il risultato di lunghe riflessioni che volevano conciliare il bisogno di modernità con il rispetto per gli artisti del passato. L’ASSENZIO Degas amò dipingere i caffè parigini, colmi di operai, prostitute, artisti e scrittori. Per raffigurare il problema dell’alcolismo da assenzio, Degas chiese a due suoi amici di posare in veste di una prostituta e di un alcolizzato. La prostituta è poco curata, possiamo dedurre che lavori in un bordello provinciale; ha un forte pallore e il suo sguardo è perso. Il taglio fotografico presenta il soggetto come un pezzo di vita vissuta colto d’improvviso. Degas riesce a mettere in risalto l’emarginazione tramite il punto di vista di chi entra nel locale, dato dalle linee oblique disegnate dai tavoli. LA TINOZZA Degas rinunciò alla tradizionale idea di bellezza, preferendo il realismo. La tinozza raffigura una donna rannicchiata nell’intento di lavarsi. Il punto di vista è rialzato, per questo viene inclusa una mensola sulla quale son posti gli oggetti della ragazza. Il dipinto è realizzato con i pastelli per donare più delicatezza al momento di intimità, l’osservatore si avvicina alla ragazza senza disturbarla. Degas si ispira alle stampe giapponesi che spesso ritraggono le terme. LA LEZIONE DI DANZA Degas venne chiamato il pittore delle ballerine, le ritraeva dietro le quinte nella loro quotidianità e stanchezza. Nella lezione di danza, la scena è ambientata in una grande sala con il pavimento in parquet e le pareti in marmo. L’artista ritrae il momento in cui una ragazzina mostra i suoi passi al maestro, e le compagne in semicerchio chiacchierano. Le angolature sono insolite e la scena è molto dinamica grazie al taglio fotografico. I colori sono accostati uno all’altro, così creando luminosità. POST IMPRESSIONISMO (1880- primi del1900) Il periodo della Belle Époque fu segnato dallo sviluppo della spensieratezza e dalla fede nel progresso. Il termine post impressionismo non vuole indicare un movimento artistico vero e proprio, ma viene adottato dagli storici per comodità di classificazione per raccogliere situazioni culturali molto diverse fra di loro. PAUL CÉZANNE (1839-1906) Al “Salon des Refusés”, “la colazione sull’erba” di Manet lo convinse a creare una nuova arte, lontana da ogni canone accademico. Cézanne si avvicinò all’Impressionismo ma non fu mai un vero impressionista, non ne condivise mai finalità e obiettivi. I quadri di Cézanne proposero un’interpretazione personale della realtà. Si tratta di opere che prendono distanza dai canoni accademici. Ottenne molte critiche, decise così di rifugiarsi per intraprendere un percorso solitario, allontanandosi dall’Impressionismo. 
 Cézanne dipingeva en plein air, cercando la massima luminosità dei colori. Era solito dipingere: la natura morta , nudi, paesaggi. 
 LA CASA DELL'IMPICCATO A AUVERS Presenta relazioni con l’Impressionismo ma ne appare molto distante. È rappresentato un gruppo di case di campagna con pennellate rapide, senza ordine prospettico e in assenza di un punto di fuga preciso. La composizione è ottenuta attraverso l’assemblaggio di forme geometriche. Nel quadro è presente un forte sentimento di solitudine, accentuato dall'assenza di figure umane e dalla vegetazione immobile. È caratterizzato da forti contorni neri e luci dense. I GIOCATORI DI CARTE Sono rappresentati due uomini che giocano in un’osteria di paese, seduti a un tavolo. Si tratta di contadini, il pittore era solito osservare questi uomini. Grazie alla geometria l'artista riesce a conferire una maggiore monumentalità alle sue figure: gli uomini sono seduti secondo una struttura piramidale, hanno le braccia piegate a formare degli angoli acuti, la tavola è orizzontale e i volti appaiono angolosi. Le figure sono costruite con accordi cromatici, tendenti al giallo e al blu, mentre la tovaglia è rossa con una bottiglia al centro, la quale fa da perno alla composizione e divide i due giocatori. LA NATURA MORTA CON MELE E ARANCE La frutta, in particolare le mele le arance, può essere facilmente assimilata ad una forma sferica. L'artista rappresenta gli oggetti da diversi punti di vista, girandovi attorno, accentuandone il volume. L'opera fa parte di una serie di sei nature morte; l'artista dà volume alla frutta con una tecnica ben precisa: partendo da un punto centrale, stendeva pennellate circolari. LE BAGNANTI Il nudo fu genere molto amato dall’autore; egli produsse tre serie di dipinti con figure nude nel paesaggio, note come “bagnanti”. La terza serie è costituita da tre grandi quadri e in cui sono presenti riferimenti all'arte greco romana e rinascimentali, come le Veneri antiche. I corpi umani non intendono richiamare il tema della seduzione e sono concepiti come composizioni di linee, vengono trattati al pari elementi naturali. MONT SAINTE-VICTOIRE Anche il paesaggio assunse un ruolo importante e l'artista si impegna a realizzare immagini sempre più volumetriche e astratte. L'artista, nel suo periodo in Provenza, replicò il Mont Sainte- Victoire in una ventina di copie. L'autore costruisce il paesaggio secondo una struttura a mosaico. Il senso di profondità è dato dalla disposizione dei colori. IL NEOIMPRESSIONISMO Movimento che si propose di sviluppare e superare l’Impressionismo, conferendo un ordinamento più scientifico. I neoimpressionisti svilupparono la tecnica del “pointillisme” o “puntinismo”: serie infinita e ordinata di puntini colorati. Seurat chiamò questa tecnica “divisionismo” o “cromo- luminismo”, attenzione ai colori. GEORGES SEURAT (1859-1861) Fu influenzato dai classici, all’impressionismo sovrappose una ricerca di vigore formale assoluto. Lontano alla pittura di Monet e Renoir. La sua carriera fu breve, fu colpito da una malattia e morì giovanissimo. 
 UNE BAIGNADE, ASNIÈRES Rappresenta alcuni giovani che fanno il bagno sulla riva della Senna, riconoscibile dal ponte. Era un luogo riservato alla classe plebea, i personaggi sono di modesta estrazione sociale, riconoscibile dal loro abbigliamento che contrasta con quello della coppia borghese. L’opera fu rifiutata, non piacque, risulta difficilmente classificabile con i movimenti precedenti. 
 UNA DOMENICA POMERIGGIO ALL’ISOLA DELLA GRANDE JATTE La scena si svolge sulla Jatte: un’isola della Senna. In questo dipinto vediamo dei parigini rilassarsi sulle rive del fiume. I soggetti sono disposti in maniera geometrica quasi scenografica; sono mostrati frontalmente o di profilo e i loro rapporti sono armoniosi. Le figure sembrano sagome innaturalmente immobili, si possono trovare riferimenti e fregi egizi.
 La tela è divisa a metà dell’asse che attraversa la donna con l’ombrellino. La scena è dominata da calma e silenzio. L’artista ottiene un effetto di profondità, senza far ricorso alla prospettiva, solo con l’applicazione della tecnica del puntinismo. IL CIRCO Tratta temi borghesi e popolari. Rappresenta una quarantina di spettatori, di estrazione sociale differenziata (prevale il ritmo dinamico). La scena è osservata da un clown in primo piano, di schiena. Il tema del circo è affrontato in modo originale: è puramente simbolico, non c’è riferimento alla realtà. Le linee si dirigono verso l’alto e verso destra e i colori caldi danno un senso di gaiezza. VINCENT VAN GOGH (1853-1890) Pittore olandese, dopo aver riscontrato difficoltà economiche e scarsi profitti, smise di studiare e si trasferì a Londra e Parigi per lavorare, dove però fu licenziato a causa della sua personalità. Fu sempre un uomo difficile e nella sua vita provò anche a diventare predicatore; fu in questo pretesto, in seguito ad un rifiuto, che iniziò a dedicarsi alla pittura. PERIODO REALISTA Per studiare pittura si trasferì all’Aja, dove eseguì una quarantina di ritratti di contadini. Decise quindi di orientarsi verso un realismo carico di contenuti sociali: nelle sue opere donne e uomini venivano rappresentati con la loro immediata espressività. I quadri di questo periodo hanno uno stile pittorico caratterizzato da pennellate decise, finalizzate a marcare le irregolarità dei volti; e i colori sono scuri e terrosi.   I MANGIATORI DI PATATE Per realizzarlo il pittore visitò le case dei contadini e studiò l’ambiente dal vero. L’immagine mostra una famiglia contadina, intenta a consumare una povera cena, composta da un unico piatto di patate e da caffè. Vediamo cinque persone di età diversa, dunque tre generazioni: un uomo di profilo, una giovane donna e un altro uomo sono visti di fronte, una donna anziana sta versando il caffè e una bambina è mostrata di spalle. La scena è ambientata all’interno di una misera capanna; l’oscurità è poco rischiarata dalla luce d'una lampada a petrolio. I volti sono irregolari, spigolosi e abituati alla fatica del lavoro; come i volti anche le mani sono rovinate e nodose a causa del lavoro. Nonostante le condizioni di disagio, si nota un’atmosfera serena e familiare. Questo quadro non vuole denunciare le misere condizioni dei contadini, ma invita a riflettere sulla fine suona spirituale della vita di campagna.   DA PARIGI AD ARLES Van Gogh si trasferì poi a Parigi, a casa del fratello. Qui si fece nuovi amici, tra i quali Gauguin, Seurat e Cezanne. Di fronte alle opere degli impressionisti, Van Gogh rimase stupito, tanto da voler sperimentare nuove tecniche. Stravolge il senso della pittura impressionista usando i colori e le pennellate per assecondare la sua urgenza di espressione interiore. Lasciò poi Parigi per trasferirsi ad Arles, dove i colori forti del mediterraneo lo incantarono.   CAFFÈ DI NOTTE In questo quadro è rappresentato il bar di Place Lamartine, nel quale l’autore trascorse tre notti per riprodurre il quadro. Van Gogh considerava il caffè notturno come il rifugio degli ubriachi o dei vagabondi. Vediamo un ambiente chiuso, senza finestre, dove l’illuminazione è data da lampade, che donano una luce giallastra e pesante (contrasto con l’impressionismo che della luce esalta la lievità). L’orologio segna la mezzanotte passata, vediamo che alcuni clienti ubriachi e soli sono seduti ai tavoli a lato del quadro, solamente una coppia in fondo è intenta a conversare. Vediamo una destabilizzazione della scena: i tavoli e le sedie sembrano spinte fuori dal dipinto, fanno un vuoto attorno al tavolo del biliardo posizionato al centro della scena, simbolo della solitudine dell’artista. La sedia vuota in primo piano è simbolo di assenza.   LA CAMERA DA LETTO DI VAN GOGH In questo quadro vediamo ritratta la camera del pittore della sua casa ad Arles. L’ambiente è rappresentato da un punto di vista ribassato, come si si guardasse da seduto. A destra vediamo il letto vuoto, ma rifatto; a sinistra due sedie e un tavolino, in posizione angolare. Gli oggetti di igiene personale sono stati usati e ordinati, come la brocca e l’attaccapanni dietro al letto. COME! SEI GELOSA? Il soggetto fu tratto da una scena a cui aveva personalmente assistito: due sorelle che avevano appena fatto il bagno, in atteggiamenti casuali, parlano di amore. Il luogo è reso mitico e primordiale grazie alla scelta dei colori naturali. Le due ragazze appaiono l'una come il rovescio dell’altra: la prima è illuminata dal sole, la seconda, più inquieta e misteriosa, si trova completamente in ombra. I corpi sembrano fusi in una massa compatta. Gauguin voleva proprio esprimere l’innocenza degli indigeni, vivevano una sessualità non repressa, immune da sensi di colpa. DA DOVE VENIAMO? CHI SIAMO? DOVE ANDIAMO? Composto durante il suo secondo soggiorno a Tahiti, il quadro viene realizzato senza studi preparatori e bozzetti. Utilizza figure e motivi già presenti in altri suoi quadri e li ordina in una scena monumentale. L’opera va letta da destra a sinistra, all’orientale; tutte le figure sono delimitate da un netto contorno nero, sono prive di chiaroscuro e non proiettano ombre: - All’estrema destra sono raffigurati un neonato e tre donne sedute; il piccolo sembra abbandonato, ignorato dalle tre ragazze, compiaciute della propria bellezza. - A seguire, ci sono due figure femminili, vestite di porpora che si stanno confidando i propri pensieri; questi ultimi personaggi sono simbolo di tormenti e delle domande che vivono nell’animo di ognuno. - Il giovane al centro, ricorda il mercurio della primavera di Botticelli, che sta cogliendo un frutto; il gesto richiama il peccato originale, è anche metafora della gioventù che sa cogliere la parte migliore dell’esistenza. - La divinità posta al centro della parte sinistra con le braccia alzate, rinvia le culture orientali. - La vecchia accucciata in un angolo, in posizione fetale, sembra in attesa della morte. - L’uccello bianco che tiene una lucertola tra le zampe rappresenta la vanità delle parole e chiude la lettura del dipinto. Predominano il blu, il verde e il giallo-arancio. La stesura uniforme del colore richiama le vetrate delle cattedrali gotiche. Il titolo fu aggiunto al lavoro ultimato: le tre domande sembrano destinate a rimanere senza risposta. Possiamo riconoscere l’umanità in diversi stati della vita: l’infanzia a destra, la giovinezza al centro e la vecchiaia sulla sinistra. Il significato del dipinto è simbolico e universale. PERIODO TAHITIANO Gauguin partì per Tahiti, una delle colonie francesi, alla ricerca del suo paradiso perduto, abitato da selvaggi buoni che sarebbero poi diventati protagonisti inconsapevoli della sua nuova stagione artistica. Con la sua sintesi di colore creò un’altra realtà, finalmente in sintonia con la parte più autentica e primitiva di se stesso. Gauguin dipinse soprattutto donne in atteggiamenti statici, pervase dalla quiete che accompagnava la loro vita. Spesso ritratte sulla spiaggia mentre si bagnano. Le donne polinesiane di Gauguin sono viste sotto una luce magica e mitica, considerate come divinità arcaiche, imperturbabili. Il mare, la natura, i costumi, le capigliature danno lo spunto per produrre forme stilizzate. GLI ULTIMI ANNI E LA DIFESA DEGLI INDIGENI La mancanza di risorse economiche lo spinsero a tornare in Francia, dove espose una quarantina di opere ma non ebbe il successo sperato. Decise di imbarcarsi nuovamente per Tahiti, dove fu attaccato da una forte crisi depressiva che lo portò a tentare il suicidio. La sua scontentezza e i cattivi rapporti con le autorità locali lo spinsero ad occuparsi di una coraggiosa battaglia per difendere i diritti degli indigeni dall’amministrazione coloniale francese. LE SECESSIONI I gruppi di artisti contestarono le tendenze ufficiali alimentando il definitivo allontanamento dell’accademismo. I movimenti si proposero come corrente di rigenerazione del gusto artistico vigente attraverso l'adesione al gusto del simbolismo. …DI MONACO; fu il primo dei movimenti secessionisti in Europa e fu a tendenza simbolista. La donna occupò un posto primario, incarnando l'idea di un eros che è sia amore sia morte. Fu esaltato il mito della Femme fatale in una forma di misoginia. …DI VIENNA; fornì una versione più elegante e raffinata del simbolismo. …DI BERLINO; diede i primi segnali di distaccamento quando, con la chiusura forzata di una mostra di Munch, si ebbe l’indignazione degli artisti di Berlino. GUSTAV KLIMT (1862-1918) Klimt fa parte della secessione viennese (1897-1904), fondata da artisti che vollero formare un gruppo autonomo. Klimt sviluppò uno stile moderno, caratterizzato da una bidimensionalità e tratti curvilinei ed eleganti. Nei suoi dipinti combinò astrazione e naturalismo, elementi ornamentali e dettagli illusionisti, mantenendo sempre un equilibrio tra soggetto e decorazione. Le sue immagini sono costruite attraverso intrecci a mosaico, le scene sono esaltate dall'uso dell’oro. L’ORO Klimt venne introdotto all’oro grazie a suo padre, orafo. In seguito ad un viaggio in Italia a Venezia, Ravenna e Firenze, rimase molto impressionato dai mosaici bizantini. Ad affascinarlo è il loro splendore, la preziosità e luminosità. Klimt aveva già usato l’oro, in funzione essenzialmente decorativa; serviva, ad esempio, per le cornici, per dare risalto ai gioielli e agli ornamenti, come in Giuditta I e II. Dopo il viaggio in Italia l'artista iniziò a farne un uso più sistematico e strutturale: l’oro venne impiegato in maniera massiccia, applicato in foglia. Per Klimt assunse una nuova funzione, quella di creare uno stacco tra la fisicità della figura e il resto della composizione, come nel Bacio. GIUDITTA I Vediamo la donna fatale Klimtiana. Il tema della donna seduttrice e crudele fu affrontato in modo ricorrente dai simbolisti e secessionisti. L’eroina, presentata da Klimt come un assassina, ha appena compiuto il suo delitto e tiene tra le mani il macabro trofeo: la testa di un generale sedotto e ucciso. La bocca dischiusa e gli occhi appena socchiusi, esprimono un sadico godimento. La donna porta al collo un pesante collare barbarico. Sul fondo oro si disegna un paesaggio arcaico di alberi, montagne e viti. GIUDITTA II In questo quadro c'è un forte andamento verticale, la donna è mostrata non più a mezzobusto ma quasi per intero. Magra, elegante e sensuale, la donna è mostrata mentre sta scappando dalla tenda del nemico ucciso. Il suo sguardo e seducente, ma allo stesso tempo crudele. Le sue lunghe mani, simili ad artigli, trascinano la testa del generale. Lo sfondo e i vestiti sono una decorazione bidimensionale. IL BACIO DI KLIMT Il quadro affronta il tema dell'amore romantico. La tela presenta un uomo e una donna (non identificati), abbracciati con grande tenerezza sopra un prato fiorito. I loro corpi sembrano fusi dalle vesti gialle e riccamente decorate, le cui forme rendono indefinito ciò che coprono. La donna, inginocchiata, è mostrata di profilo con il viso rivolto all’osservatore e il capo poggiato sulla propria spalla, sostenuto dalla mano dell’amato. L'uomo, in piedi su un piano più basso, deve avere le gambe parzialmente immerse nel suolo. La sua testa è piegata a baciare la donna sulla guancia. I corpi degli amanti evidenziano la natura amorosa del loro rapporto. Lo spazio è risolto sulle due dimensioni, secondo un richiamo ai mosaici bizantini. La composizione dell'opera è tutta basata sul disegno delle masse e sui giochi cromatici. La superficie dell'opera è movimentata da una decorazione di motivi geometrici: rettangoli per l'uomo, cerchi e ovali per la donna; questa differente geometria esprime la differenza tra i due sessi. EDVARD MUNCH (1863-1944) Munch nasce in una fattoria norvegese e passa la sua infanzia ad Oslo. La sua giovinezza viene segnata da due lutti molto gravi: la morte della madre a soli cinque anni e l'agonia della sorella uccisa dalla tubercolosi. A 17 anni abbandona gli studi per dedicarsi alla pittura, anni più tardi soggiorna in Francia, dove decide di abbandonare la descrizione naturalistica della realtà. Lasciata la Francia, si trasferisce a Berlino dove dona un contributo fondamentale alla fondazione della secessione berlinese; una sua mostra viene definita "un insulto all'arte", essa provoca delle reazioni così violente che l'autorità ne ordinano la chiusura. Da questo momento l'artista inizia ad esprimere con i suoi quadri il sentimento tragico della vita: estraneo all'ottimismo del positivismo, le sue opere sono colme di colori densi, pessimismo ed erotismo. La sua vita è caratterizzata da una forte infelicità e misantropia, questa sua condizione lo spinge a rifugiarsi nell’alcolismo che causa il naufragio della sua unica relazione amorosa. Un crollo psichico e richiede il suo ricovero in varie case di cura e a causa dei suoi attacchi di panico il pittore sceglie di ritirarsi dalla vita sociale. LA BAMBINA MALATA L'opera in olio su tela risale al soggiorno parigino dell’artista. La vita di Munch viene segnata da lutti molto gravi e quest'opera porta i segni di tale sofferenza: viene rappresentata la figura sfocata di una bambina pallidissima e dai capelli rossi cuscini, sdraiata sul letto con molti cuscini bianchi dietro la schiena. Accanto a lei, una donna è piegata su se stessa e a capo chino le stringe una mano; inizialmente potremmo pensare che sia la madre della bambina, ma conoscendo la biografia del pittore sappiamo che si tratta della zia. Di forte impatto è l'accanimento con cui l'artista interviene sulla tela: la sua superficie appare grattata e raschiata, esprimendo così un senso di rabbia e impotenza nato dall'incapacità di trattenere chi si ama. PUBERTÀ Il tema della sessualità è molto presente nelle opere di Munch. Il dipinto “pubertà”, realizzato in olio su tela, presenta una ragazzina seduta nuda sul suo letto con le braccia incrociate sul pube. Possiamo notare il suo spavento dall'espressione del volto e dalla posizione rigida. Il suo corpo acerbo proietta contro il muro un'ombra che sembra presagire un avvenimento drammatico: la pubertà la trasformerà da fanciulla innocente a donna che, attraverso l'arma della sessualità, è capace di provocare dolore e disperazione. MADONNA Dipinta e poi stampata su litografia, l'opera è un quadro sacrilego. Munch sostituisce la dolce figura femminile dell'iconografia cattolica con il nudo di una “donna perduta” (prostituta). La figura è inquadrata da un inquietante decorazione di spermatozoi e in un angolo del margine troviamo un embrione il cui volto è sofferente. Maria è la rappresentazione della madre che all'artista venne negata dalla sorte in giovane età, egli rivela di desiderarla più di ogni altra cosa. SERA SULLA VIA KARL JOHAN Munch è solito produrre degli attacchi nei confronti di una società che ritiene ipocrita e della quale condanna l'ingiustificata voglia di vivere. In questo quadro, realizzato in olio su tela, l'artista dipinge una folla di borghesi a passeggio in abiti eleganti, incapaci però di comunicare fra di loro e dai volti spettrali; questa raffigurazione che rappresenta la loro desolazione interiore, è contrapposta ad una figura posta sulla destra, l'autore medesimo che si incammina nella direzione opposta. AUTORITRATTO ALL’INFERNO Il pittore decide di rappresentarsi completamente nudo, circondato dalle fiamme e minacciato da ombre allungate e inquietanti. Munch getta uno sguardo di sfida all'osservatore, come per ricordargli che la felicità non gli appartiene e che l'inferno che lo aspetta dopo la morte già arde ogni giorno dentro di sé. Attraverso la sua nudità egli decide di mostrare completamente la sua anima di fronte al pubblico. L'URLO DI MUNCH L'opera più celebre dell’artista, realizzata in quattro versioni, fa parte del “fregio della vita”, un insieme di tele riunite secondo quattro temi fondamentali: nascita dell'amore, sviluppo e dissoluzione dell'amore, angoscia di vivere (di cui fa parte l'urlo) e morte. che tradiscono la sua giovane età. Si presume che abbia 12 anni, per questo il suo corpo è fragile e il seno acerbo; I suoi lineamenti sono affilati e le braccia sono acute e spigolose. Sono presenti pochi toni fondamentali (il verde acido, il viola e il sole) in contrasto con l'unica nota bianca del nastro fra i capelli; i colori dello sfondo sembrano quasi invadere la figura e aggredire il rosa della carne. Marcella è una malinconica figura di adolescente inquieta probabilmente destinata alla prostituzione. 2) LE FAUVISME (prima metà del ‘900) Il movimento pittorico dei fauve (belve), detto Fauvisme, si afferma in Francia nella prima metà del 900. Il termine viene coniato per indicare la violenza espressiva del gruppo di artisti che espongono insieme per la prima volta i loro dipinti al Salon d'Autumn di Parigi del 1905, dove suscitano scandalo. Questo movimento mira a produrre un'arte senza confini totalmente soggettiva, che non punta alla riproduzione della vita ma alla sua interpretazione. Gli artisti si concentrano soprattutto sulle possibilità espressive del colore, usato puro con intenti non realistici. Rifiutano la prospettiva ignorando i volumi e i chiaroscuri, semplificando le figure e stilizzandole. HENRI MATISSE (1869-1954) L’artista, nelle sue prime opere, rimane legato alla tradizione pittorica francese confrontandosi con Cézanne, con il quale condivide l'idea che la geometria sia alla base dell'anatomia e che il colore debba essere usato puro; successivamente aderisce per breve tempo al pointillisme di Seurat e in seguito frequenta la cerchia degli impressionisti. Adottando colori sempre più intensi, rimane profondamente affascinato dai quadri di Gauguin di cui apprezza la sintesi di tratto e di colore. Nelle sue opere i colori violenti sono contenuti da linee marcate che si sviluppano con un moto continuo, tracciate con gesti veloci e decisi; l'artista raggiunge così la limpida purezza delle forme ed arriva ad elevare l’oggetto O la figura umana ad una dimensione spirituale. La sua arte assume una dimensione vitalistica, musicale, lirica e gioiosa. LA STANZA ROSSA Il dipinto è una delle sue opere più celebri; caratterizzato da motivi decorativi blu e neri che si ripetono nell'intera scena, la composizione annulla ogni effetto di profondità e presenta solo uno spazio piatto di colori puri. Lo spazio è l'espressione di una dimensione interiore puramente emotiva. LA DANZA Il capolavoro del 1909 esprime la poetica e lo stile dell’artista. Di questo soggetto esistono due versioni perché, mentre Matisse lavora al dipinto, un ricco mercante russo gliene chiese una copia. La seconda versione è quasi identica ma presenta un carattere più dinamico e i colori sono più vivaci: l'arancione sostituisce il rosa, il blu oltremare il celeste e il verde smeraldo prende il posto del verde veronese. La danza è un'aggressione in chiave espressionista di un antico tema bacchico e pastorale, costruito sul motivo del girotondo danzante. La scena si svolge di notte, Sulla verde collina dallo sfondo azzurro. Cinque figure nude e quasi asessuate allacciano le loro mani e ballano con movimenti armoniosi nella scena dominata dalle linee curve. Notiamo che il girotondo è aperto; le mani delle due figure in primo piano si toccano appena, Matisse adotta questa soluzione per rendere più dinamica la composizione: la donna vista di spalle è costretto ad allungarsi il mio slancio per raggiungere quella alla sua sinistra. La danza è l'espressione di un ideale di armonia e di felicità, il dipinto racconta la continuità della vita, il suo continuo rinnovarsi e rigenerarsi. È considerato un capolavoro dell'arte moderna perché propone una nuova estetica in cui l'immagine incontra la musica e la poesia. 3) IL CUBISMO (1900) Il cubismo è un movimento artistico del XX secolo che ha origine dall’attività di Pablo Picasso e Georges Braque. Questa nuova corrente rivoluzionò il modo in cui i soggetti, la realtà, venivano rappresentati a partire dal Rinascimento, ed ebbe una forte un'influenza sullo sviluppo artistico del XX secolo. I pittori cubisti anziché descrivere in modo fedele ciò che li circondava, scomponevano la realtà in piani e forme geometriche sintetizzando in un'unica composizione punti di vista diversi, che nella realtà non potrebbero essere adottati simultaneamente. PABLO PICASSO (1881-1973) Picasso fu avviato alla pittura accademica da suo padre, un professore di disegno. Si trasferì a Parigi con l’amico Casagemas e il clima della città ebbe una profonda influenza su di lui: l’artista iniziò a rappresentare scene di vita notturna e cittadina, animando con colori vivaci le sue composizioni. PERIODO BLU Casagemas si suicidò e questo segnò profondamente Picasso e la sua arte. La perdita dell’amico diventa un’ossessione e Picasso inizia ad esprimere la sua visione drammatica della vita quotidiana. AUTORITRATTO CON CAPPOTTO Picasso dipinse scegliendo le diverse sfumature del colore blu, un colore dal forte valore simbolico di sofferenza e morte. LA VITA Picasso rappresenta una coppia di giovani amanti nudi e una donna, simbolo di maternità, con un bambino in braccio che l’uomo indica con l’indice puntato. La scena è ambientata in un atelier del pittore, come vediamo dalle due tele poste dietro e personaggi. Il quadro ha sicuramente valore simbolico, costituisce una riflessione sui temi dell’amore, della vita e della morte: la realizzazione della propria identità non è legata all’amore carnale ma alla famiglia (negata a Casagemas) o la creazione artistica. PERIODO ROSA Nella sua vita Picasso incontra Fernande Olivier, una ragazza di cui poi si innamora, la quale permette all’artista di superare quel difficile momento e iniziare una nuova stagione artistica: il pittore dipinse molti ritratti della donna ed esaurisce il suo periodo blu passando all’introduzione del rosa e del rosso. Durante questo periodo, Picasso esprime una visione più ottimista del mondo, ma non ancora libera dalla malinconia. I SALTIMBANCHI A Parigi, Picasso si recava spesso al circo e agli artisti del posto dedicò una serie di quadri che espose con il titolo di “Saltimbanchi”; gli artisti erano il simbolo dell’oscillazione tra realtà e finzione. Il tema è giocoso ma i protagonisti hanno comunque sguardi assenti, occhi persi nel vuoto, ed esprimono un senso di solitudine. Le opere del periodo rosa sono ricche di malinconia e anche le tinte pastello sono tristi quanti personaggi che l’artista mette in scena. ACROBATA CON PICCOLO ARLECCHINO Un uomo e un ragazzo sono seduti uno vicino all’altro, ma in silenzio, incapaci di comunicare tra loro; l’artista descrive una condizione esistenziale: quella della solitudine dell’uomo, della sua difficoltà a trovare nel proprio simile un conforto. Le tinte sono pastello. PERIODO CUBISTA Il cubismo nasce nel 1907 con “Les demoiselles d’Avignon” di Picasso. Il termine viene coniato definitivamente nel 1908 al Salon d’Automne, quando un critico accusò Georges Braque di maltrattare le forme e ridurre tutto a cubi. Cubismo fu una rivoluzione artistica che pose i principi dell'arte contemporanea. Si possono individuare tre fasi del cubismo di Picasso: - CUBISMO PRIMITIVO (1907-1909); l'artista non rompe ancora I contorni degli oggetti ma moltiplica i punti di vista. I corpi sembrano scolpiti nel legno che sia un distaccamento dalla bellezza classica. (“Les demoiselles d’Avignon”; “Donna con ventaglio”) - CUBISMO ANALITICO (1909-1911); nasce dalla collaborazione con Georges Braque. I due smembrano gli oggetti per analizzarne ogni parte e dipingono soggetti presentati da diversi punti di vista, sovrapponendo più vedute. L'esperienza artistica è indipendente da spazio e tempo. (“Natura morta con bottiglia di anice”) - CUBISMO SINTETICO (1911-1913); si raggiunge un livello estremo di concettualizzazione. La volumetria si riduce a linee e piani. L’immagine è sciolta da ogni prospettiva e il soggetto diventa una forma da capire. (“Violino, bicchiere, pipa e calamaio”). LES DEMOISELLES D’AVIGNON L'opera segna l'esordio del cubismo. Picasso rappresenta un gruppo di prostitute all'interno di un bordello, inizialmente con un intento erotico-allegorico. Opera lascia sconcertati tutti quelli che la videro, infatti l'artista si astenne dall'esporlo inizialmente. Sono rappresentati cinque nudi di donna caratterizzati da forme essenziali: - La figura di sinistra rimanda all'arte egizia - Le due figure centrali hanno un'impronta classicista, la loro posa con le braccia alzate e raccolte dietro il capo rimanda alle opere di Michelangelo e Ingres. - In primo piano si trova un tavolino su cui è posata una natura morta. A dipinto ultimato, l'artista eseguì alcuni studi di volti e di nudi ed interviene sulle figure già dipinte sulla tela (lasciando inalterate solo le due figure centrali): - Ritoccò la testa della figura di sinistra, aggiungendo del nero. - Ridipinse i corpi e i volti delle figure di destra, applicando dei tocchi di colore puro - Il viso arancione del nudo accovacciato con le gambe oscenamente aperte, infrange i canoni della prospettiva: pur essendo ripresa di spalle, mostra il volto allo spettatore. Picasso ha due principali fonti di ispirazione: - Cézanne, il quale aveva abbandonato la prospettiva rinascimentale, riprendendo le figure da punti di osservazione differenti. Picasso infatti presenta gli occhi frontali ma i nasi di profilo. - La scultura africana, dalla quale riporta le maschere ritualistiche. PERIODO NEOCLASSICO Nel 1917 si recò in Italia dove subì l'influenza delle opere classiche e rinascimentali; durante questo periodo, realizzò disegni precisi fedeli ad alto reale, in cui le figure presentano una monumentalità eccessiva. DONNE CHE CORRONO SULLA SPIAGGIA I corpi femminili sono modellati il loro drappeggio ricorda quello delle sculture antiche. Il colore smorzato accentua l'effetto volumetrico. L'opera vuole esprimere il senso di sollievo seguito alla fine della guerra. PERIODO SURREALISTA Nel 1925 Picasso partecipò alla prima mostra dei surrealisti, gruppo al quale aderì. Questo nuovo genere fu caratterizzato da connotazioni erotiche e oniriche (che riguardano i sogni). LA BAGNANTE SEDUTA Presenta forme contorte, cariche di mistero e sensualità.la figura è smembrata, come all'epoca del cubismo, ma non appare sottoposta a leggi analitiche o sintetiche. NUOVA FASE CUBISTA Per dipingere Guernica, Picasso recuperò il linguaggio cubista, rielaborando alcuni grandi capolavori. GUERNICA I nazisti, alla vista dell’opera chiesero: “L’avete fatto voi questo obbrobrio?”; Picasso rispose: “No, questo obbrobrio è opera vostra”. Il titolo dell'opera deriva dal nome della cittadina basca che nel 1937 fu bombardata e rasa al suolo dall'aviazione nazista, intervenuta a sostegno del dittatore Francisco Franco. In quell'anno a Parigi si tenne la grande esposizione internazionale, alla quale Picasso accettò di partecipare con l'incarico di realizzare un dipinto per il padiglione spagnolo; dipinse così Guernica in poche settimane, mentre la versione definitiva fu preceduta da un centinaio di studi preparatori. Dopo Parigi, il quadro e i disegni preparatori vennero spediti a New York per esplicito volere dell'artista, dove rimase quarant’anni; Picasso richiede che il quadro fosse inviato in Spagna sulla ripristino della democrazia. L’opera raggiunse Madrid solo in seguito alla morte di Francisco Franco. Leggendo il quadro da destra verso sinistra individuiamo: - Una donna disperata con il bambino morto fra le braccia, in riferimento alla pietà di Michelangelo. - Un toro, simbolo della brutalità nazista. - Un guerriero caduto e smembrato che tiene in pugno una spada spezzata è un fiore, simbolo di speranza. IL RAGGISMO Larionov e la moglie fondarono il Raggismo, proponendo una ricerca fondata sul dinamismo della linea e della luce. Nei quadri di Larionov emerge il desiderio di conquistare la trasparenza cristallina del colore; lo dimostra Paesaggio raggista, che con la sua assoluta assenza di soggetto e la totale mancanza d'immagini tratte dal mondo reale. IL SUPREMATISMO Fu fondato da Malevic. Questo movimento privilegiò la composizione di figure geometriche elementari: il rettangolo, il triangolo, la linea e il cerchio. L’artista moderno, secondo il pittore, non poteva più continuare e dipingere o scolpire scene al servizio della Chiesa e dello stato: egli deve scegliere la strada di un'arte sciolta da ogni scopo pratico. Con Quadrato nero su fondo bianco, l'artista volle portare la sua pittura al grado zero. IL COSTRUTTIVISMO Fu fondato da Lisitskij. Questo movimento volle esprimere lo spirito della rivoluzione e la modernità del nuovo stato sovietico attraverso l’uso delle forme geometriche e del disegno astratto. Il suo manifesto Colpite i bianchi con il cuneo rosso!, rappresenta la più avanzata forma di sperimentazione di nuove forme d'impaginazione tipografica e pubblicitaria. L'opera più celebre di un secondo rappresentante, Tatlin, è il progetto per un Monumento alla Terza Internazionale del 1919-20. Nell'intenzione dell'artista, il monumento avrebbe dovuto esprimere la creatività di un libero Stato socialista e inaugurare un nuovo rapporto estetico fra l'autorità e l'arte. La struttura, una torre a spirale alta 400 metri, non fu mai realizzata per il suo carattere utopico, per lo spropositato impegno economico e perché non incontrò l'apprezzamento del regime sovietico. Arte - Educazione civica - 1948: Ministero beni culturali e ambientali - 1998: Ministero beni e attività culturali - 1999: Testo unico - 2004: Codice dei beni culturali e del paesaggio - 2013: Ministero beni e attività culturali ( = 1998 ) - 2018: Ministero beni e attività culturali e per il turismo “MiBACT” - 2021: Ministero della cultura “Mic” ( Draghi ) La riforma Bottai - 1939 - Il più grande dispositivo di tutela - Un insieme di provvedimenti in contrasto con gli interventi urbanistici del ventennio fascista Un esempio: Roma che tentarono di trasformarla, si costruiscono cantieri sulle rovine dell’Urbe classica, sono riusciti a modernizzarla (sventramenti); - Sono legittime le pulizie e gli interventi in quanto sono unità complesse e densi di rimandi estetici; - Mussolini il 31 dicembre 1925 dice di far scomparire ciò che rimanda ai secoli della decadenza; I primi sventramenti - La Via dell’Impero e la sistemazione di Via della Conciliazione sulla spina dei borghi che collegava Via Castel Sant’Angelo alla basilica vaticana. L’incaricato ai lavori era Gustavo Giovannoni. Giuseppe Bottai - 1895, 1959 - A lui si devono le principali disposizioni di tutela del 900, quando vengono i primi grandi sventramenti. Legge 1089 - Tutela, il patrimonio storico artistico e ambientale è il centro intorno a cui si costruisce l’identità del popolo italiano.lo Stato deve farsene garante. Legge 1089/1939 - Tutela interesse artistico e storico Legge 1497/1939 - Tutela delle bellezze naturali Legge 2006/1939 - Legge di pianificazione urbanistica Legge Bottai - Atto della notifica, riconoscimento del valore del bene con motivazione scritta. La procedura “Vincola” - Applicata sui beni privati importanti, ciò che appartiene al patrimonio pubblico o privato non può essere demolito. Con la seconda guerra mondiale, nel 1940, il governo tedesco organizza la razzia di opere in Italia e in Europa. Ma Mussolini cede ai razzisti una copia del Discobolo di Mirone (1938). Nel 1948 ritorna l’opera in Italia grazie a Rodolfo Siviero. Nel 1941, Filippo d'Assia, rappresentante tedesco, fa una proposta: curare il recupero delle opere italiane razziate, in cambio di meno rigidità sull’esportazione. Arte degenerata - Termine utilizzato nel regime nazista per indicare le forme d’arte o i valori contrari a quelli nazisti. Si collega l’arte al nazismo per la presunta degenerazione delle razze umane e deriva dall’Entartung di Max Nordau. Nel 1937 furono confiscate molte opere, 650 furono esposte in una mostra d'arte degenerata a Monaco di Baviera il 19 luglio 1937. Molte opere furono salvate grazie a te Emanuel e Sophie Fohn. Trattati all’Aja - Nel 1899, un trattato che fu riformulato nel 1907 eseguito nella prima guerra mondiale. Nella seconda guerra mondiale viene distrutto tutto, ma con il processo di Norimberga si poneva chi rubava queste opere. - Nel 1945 all’Aja, si emana un documento sul principio di intangibilità dei beni artistici, ma non in caso di emergenza militare. Non esiste una tutela vera e propria, oggi è l’UNESCO che se ne occupa. Rodolfo Siviero - Nel 1943 i tedeschi istituiscono il Kunstschutz, un ufficio di protezione delle opere italiane esportate in guerra. Rodolfo Siviero ne è la resistenza; collabora con i partigiani e con gli alleati. - Nel 1947 venne fatto un trattato di pace -> la resa dei beni prelevati dai tedeschi - Nel 1953 avvenne la delegazione Siviero: una delegazione per le restaurazione fino al 15 luglio 1983. Vediamo che Siviero fa un elenco delle opere rubate. Pasquale Rotondi - Ha il compito di trovare dove nascondere le opere prima della seconda guerra mondiale; le porterà nella rocca di Sassocorvaro fino al 1943. Le opere più preziose, sotto commissione di Carlo Argon, furono portate al Vaticano e furono salvate. Di questo oggi se ne occupa l’UNESCO: organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, fondata a Londra il 16 novembre 1945 per promuovere la pace. Benedetto Croce - legge 778/1923, 19 articoli della legge 1497/1939 -> tutela delle bellezze naturali; - legge 778/1922: parchi nazionali e afflusso turistico.
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