Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Appunti di storia dell'economia, Appunti di Storia Economica

Appunti di storia economica presi durante le lezioni. Le lezioni erano basate sul testo "l'Europa verso il mercato globale" di Marco Cattini e "Economia politica, un'introduzione storica" di Michele Alacevich e Daniela Parisi.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 22/04/2021

jacopo-scali
jacopo-scali 🇮🇹

1 documento

Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti di storia dell'economia e più Appunti in PDF di Storia Economica solo su Docsity! STORIA ECONOMICA Storia= materia umanistica – Economia= materia scientifica: Storia economica= storia delle vicende economiche degli uomini (collettività ed istituzioni). I fatti storici devono essere contestualizzati nella società-> Africa è diversa dall’Europa. L’economia varia in base ai bisogni-> 1950 = il computer era inutile; 2020 = è quasi necessario averne uno. Il modello vincente in Europa è quello capitalista: sistema economico particolare-> vincolo = efficacia dell’incontro tra bisogno e risorse. L’economia moderna deriva dalla rivoluzione industriale (metà del ‘700) -> 200 anni di cambiamenti: 1. Aumento demografico; 2. Cambio dello stile di vita; 3. Cambio del mondo del lavoro; 4. Urbanizzazione delle città. I sociologi distinguono le società tradizionali e le società tecnologiche: Legate al mondo rurale (agricoltura, caccia…) -> la terra è il bene più importante (permette di vivere).  L’uomo deve sottostare alla natura-> non è in grado di gestirla.  La produzione è basata alla sussistenza (NO sovrappiù di produzione) -> scambio solo con comunità.  Non si usa la moneta come mezzo di scambio ma viene tesaurizzata (segno di ricchezza). Lo status sociale è determinato dalla famiglia-> non c’è mobilità sociale (falegname per sempre falegname). Le persone con status sociale più alto sono gli artigiani specializzati nella produzione di manufatti. 1- Status familiare; L’organizzazione sociale è basata su 3 fattori: 2- Sesso/età; 3- Luogo di nascita. Le credenze mistico-religiose lasciano spazio alla scienza + istruzione (permette mobilità sociale). L’economia capitalista nasce con la seconda rivoluzione industriale. Le società progressive hanno 4 elementi in comune (3 fattori facilitanti – 1 indispensabile ai 3 fattori): 1. Clima; 2. Localizzazione geografica; 3. Risorse naturali; 4. Visione etico-religiosa + organizzazione della società*. I primi tre fattori “facilitano” lo sviluppo: paesi che hanno tali fattori però hanno dovuto attendere tempi recenti per svilupparsi. Es. Il nord America ha tante risorse ma sino alle emigrazioni europee del XVI sec. son state inutilizzate: le popolazioni europee erano più sviluppate-> organizzazione della società maggiore*. Douglas North (economista studio di processi di modernizzazione)vede nelle istituzioni il fattore di sviluppo. “I miglioramenti istituzionali portano allo sviluppo economico perché si riducono i costi di transazione”. ISTITUZIONE = insieme di regole volte al miglioramento economico. RAZIONALITA = concetto che fa parte delle teorie economiche:  Razionalità utilitaristica= gli attori economici utilizzano mezzi e fini dati per ottenere la massimizzazione dei propri interessi economici. Il concetto di razionalità utilitaristica* dell’economia classica non è sufficiente per lo sviluppo economico: il miglioramento economico è dato dalle istituzioni (insieme di regole) assieme alla raz. utilitaristica. Paul David teorizza il “path dependence”: ogni paese è segnato dal suo percorso storico intrapreso. I paesi non modernizzati sono rimasti “locked-in” (murati) in uno stato stazionario: lo sviluppo vi è solamente con delle istituzioni che lo permettono. Sistema economico non è sola razionalità (scambio di domanda e offerta) ma dipende dal percorso storico. 3) CAUSE GEOGRAFICHE E GEOPOLITICHE: GEOGRAFICHE = l’Europa presenta differenti barriere naturali che hanno portato alla frammentazione politica e alla nascita di presupposti competitivi (incentivi allo sviluppo); GEOPOLITICHE = la vicinanza dell’Europa all’America ha facilitato degli scambi commerciali: il commercio europeo è stato basato sullo spostamento di capitali (colonizzazione economica). I mercati asiatici hanno basato la loro economia sull’aumento del lavoro: per la legge dei rendimenti decrescente questa misura è poco proficua-> produzione diminuisce. LEZIONE 3: Le civiltà agricolo-pastorali europee: Tale società coltiva la terra e alleva gli animali-> genera molto accumulo di risorse: si tratta di un’economia basata sul surplus e quindi sullo scambio. Tali società tra il ’400 ed il ‘700 si sono evoluti da attività commerciali ad industriali (imprese). Prima della rivoluzione industriale tale società è stata capace di passare dalla bottega artigiana all’industria. Si produce per vendere-> non per la sussistenza. Tale processo si accompagna allo sviluppo della popolazione (nonostante carestie, pandemie, guerre): c’è un alternarsi di crescite e decrescite (eventi esogeni) succedute poi da ricrescite. C’è un’ampia evoluzione della cultura-> senza la scienza non ci sarebbe stato nessun risultato. 1) Rivoluzione agraria: Il primo passaggio per cui si può guardare all’evoluzione è quello di creare riserve per la sopravvivenza: prima di produrre per il mercato si deve aumentare la produttività agricola = evoluzione agricola. Si deve garantire maggior resa della terra e maggiori occupati nell’agricoltura-> rivoluzione agraria:  Si generano risorse di capitale e di personale. 2) Rivoluzione commerciale: Sviluppo della produzione manifatturiera-> si parte dal commercio di ciò che si possiede. 3) Rivoluzione industriale (Inghilterra). ASPETTI DEMOGRAFICI PRE-RIVOLUZIONE: Il modello demografico rappresentato nel medio è quello “antico”:  Elevata natalità-> matrimonio da giovani – la prole era reddito futuro;  Elevata mortalità-> tanti bimbi morti (malnutrizione) – mortalità irregolare (eventi esogeni)  Speranza di vita bassa (circa 25 anni). L’andamento demografico era a denti di sega/onde-> picchi natalità/mortalità. Nonostante le grandi variazioni demografiche la popolazione europea è in lenta crescita: es. con la peste nera si ottiene un favorevole rapporto tra risorse disponibili e utilizzatori di risorse. Ci sono tante terre e pochi contadini-> tutti i contadini rimasti potevano coltivare terre. Per tale fatto la popolazione è resiliente a fattori come guerre, carestie, pandemie… La crescita demografica si presenterà fino a metà del ‘600. CARATTERISTICHE DELL’AGRICOLTURA NEL PERIODO: Agricoltura = processo produttivo -> fattori produttivi = terra, lavoro, capitale. La terra coltivabile varia a seconda della qualità della terra stessa: terre buone/cattive (in base alla zona) – vicine lontane dalle zone irrigue etc. Le conoscenze agrarie sono importanti per poter coltivare (il lavoro non è solo pratico). Il capitale è molto limitato-> sementi, utensili, attrezzi etc. AGRICOLTURA TRADIZIONALE IN EUROPA: Era suddivisa in due zone: 1) Europa centro-settentrionale; 2) Europa mediterranea. Tutte e due le zone erano molto isolate le une dalle altre e producevano tutto all’interno. Nell’Europa del sud i campi erano di un proprietario o del signore feudale ed i contadini pagavano: non si effettuava la rotazione dei campi (non c’era abbastanza umidità). nell’Europa del nord l’agricoltura era comunitaria-> terre divise in campi ciascuno di un contadino: ogni campo era destinato ad un prodotto o a maggese (riposo). La produzione agricola era bassa e irregolare a causa dell’isolamento (agricoltura non specializzata). Il feudalesimo condiziona l’organizzazione della produzione in età medievale e comporta che:  I signori feudali hanno diritto sulla terra e sull’uso della terra;  I signori imponevano dei pagamenti in denaro/natura ai contadini-> rendita feudale;  I contadini potevano esser: o Servi-> inesistenti le libertà individuali (soprattutto ad est); o Quasi proprietari-> solo obbligati a pagare la rendita feudale. Con la rendita feudale il signore si appropriava di una parte di produzione-> “censo”: pagando la rendita feudale disponeva di una parte della terra-> concessione contadina. Poteva utilizzare liberamente la quota residua per poter coltivare. Avvennero differenti lenti cambiamenti (verso fine medioevo): 1) Sostituire la parte di raccolto da dare al signore con il pagamento in moneta della rendita feudale; 2) I contadini ottengono il pieno dominio delle concessioni-> attività agricole = piccole aziende: a. L’evoluzione di tale concetto è l’enfiteusi*-> regola i rapporti tra signore e contadino; Il signore ha il dominio della terra ma il contadino (che paga il canone) dispone della terra per migliorarla*: il contadino ottiene il dominio utile una volta pagato il canone: il contadino poteva poi cedere, subappaltare la terra a terzi etc. La cessione poteva avvenire tramite:  affitto-> pagamento di denaro in cambio di diritto di uso della terra per il periodo pattuito;  colonia-> sorta di società temporanea tra proprietario e coltivatore (decisioni e frutto della coltivazione va condiviso tra le due parti)-> è diversa dall’affitto. La mezzadria è una forma particolare di colonia-> il contadino deve esser stanziale nel podere coltivato. Il fatto che la moneta regoli tutti questi rapporti è un segno di evoluzione (prima baratto). Fino a quando dal ‘500 si uscì dal vincolo per il consumo famigliare il mondo dell’agricoltura tradizionale si era limitata all’agricoltura “materiale” (detto da Baudell). La vita materiale (fatta di risorse materiali) si limitava ad un raggio circoscritto e gli scambi erano baratti. A metà del ‘400 si sviluppa una nuova agricoltura volta alla produzione del surplus. Contrapposto al sistema agrario vi era quello economico urbano (cittadino):  le produzioni artigiane erano affidate alle corporazioni;  nascono mercati privati che non vendono oggetti fatti dalle corporazioni: o sono stati creati per allargare lo scambio;  si afferma il capitalismo commerciale. IL COMMERCIO A LUNGA DISTANZA: Fino all’XI secolo-> attività mercantile a lunga distanza era ridotta (fatta da mercanti di beni di lusso). Era un commercio scarso e dominato dall’offerta-> si comprava solo quando arrivava il mercante: l’acquirente non aveva possibilità di scelta sul momento dell’acquisto. Era un commercio riservato a poca popolazione-> ricchi/posizionati sulle rotte mercantili. Questo commercio era del mondo bizantino/musulmano-> spezie, tessuti etc: dall’Arabia all’Europa si esportava -> dall’Europa all’Arabia non c’era scambio = unidirezionale. Tale commercio era:  lento (a piedi o via acqua*) – costoso (pedaggi, dazi…) – pericoloso. Si superò tali limiti con la rivoluzione industriale (nuovi mezzi-> non più animali). *si trasportava via acqua merci di < valore -> sali, cereali, vino… In questo commercio sopravvivono merci di poco peso ed elevato valore. -> XII secolo migliorano le strade e miglioria il trasporto marittimo (navi migliori con < marinai). Si introduce il timone da poppa e la bussola. Si delineano 2 aree commerciali: 1) polo settentrionale-> Fiandre; 2) polo meridionale-> Italia e mediterraneo. Dal nord arrivano beni a basso valore unitario e si inseriscono i mercanti italiani che operano tramite proprie compagnie. INGHILTERRA: Si effettuò l’incremento della produttività del lavoro. Le aziende agricole aumentare le loro dimensioni per migliorare i rendimenti. Venne ricercata una combinazione più favorevole nell’impiego dei fattori produttivi: si combinarono al meglio tutti i fenomeni produttivi. L’Inghilterra nonostante il grande livello demografico divenne esportatrice di cereali. I cambiamenti tecnici furono:  conversione campi da maggese a campi coltivati-> perfezionamento rotazioni agrarie; tali cambiamenti tecnici furono mantenuti fino al XVIII secolo;  la conoscenza contribuì-> i giornali parlarono del processo agrario.  Si iniziò specializzarsi nella coltivazione-> l’uso della terra veniva indirizzato flessibilmente tramite la preferenza tra coltivare ed allevare. Ci si specializza in ciò che da maggiori profitti; Un cambiamento fu quello delle “enclosures” in contrapposizione dell’agricoltura con gli open field si hanno le enclosures. Si investe in senso fisico (recinzioni) e giuridico (ciò che possiedo è mio!). L’agricoltura a tal punto diventa capitalista-> a partire dalla peste nera. Il processo di concentrazione delle proprietà aveva fatto nascere grandi aziende agrarie. Le terre erano di affittuari che avevano possibilità economica per affittare i campi. Nell’ultimo quarto del XVII secolo si hanno le “enclosures parlamentari”: permetteva ai proprietari di ottenere un decreto che obbligava il resto dei proprietari ad accettare la presa in carico da parte di una sola persona dei terreni. Tale tipo di processo è conflittuale (c’era chi veniva beneficiato e chi penalizzato-> piccoli contadini costretti a vendere o a perdere la terra perché non aveva l’uso comunitario di una parte di terra).  Tutto questo viene fatto perché il mercato diventa importante e commercializzabile. Per tutto il ‘500 furono Spagna e Portogallo a dominare il mercato ma dal ‘600 ci fu un cambiamento a causa della rottura del monopolio di Spagna e Portogallo sul mercato. L’Inghilterra, l’Olanda e la Francia furono le sostitute. 1. Durante la “rivoluzione dei prezzi” del XVI sec., generata dal massiccio trasporto di metallo dalle Americhe, si causò la perdita di valore dei metalli preziosi-> causa aumento dei prezzi (inflazione): c’è + argento ad un prezzo minore-> si alzano i prezzi. La massiccia presenza di argento riduce il suo valore e fa aumentare i prezzi. I rendimenti diminuiscono e sia la quantità che il valore dell’argento decrescono. 2. La posizione politico/economica si rafforza per Inghilterra e paesi bassi: entrambi i paesi si erano evoluti nell’agricoltura ed erano competitivi vs mercati esteri. La posizione economica di UK e paesi Bassi si rafforza molto-> le più forti in tutta Europa. Olanda e UK diventano sempre più competitivi economicamente. I paesi bassi attaccarono le colonie portoghesi nell’oceano Indiano ed in brasile-> ottennero vantaggi da avere collegamento diretto con le isole delle spezie ed ottengono occupazione di questi territori. L’olanda produsse quindi materiali più raffinati e persero l’egemonia portogallo e spagna. dal XVI secolo lo sviluppo del colonialismo portò allo sviluppo di compagnie non solo private ma anche privilegiate in quanto permettevano l’espansione delle potenze verso le colonie. Furono le prime società di capitale (società anonime) -> non risponde azionista come individuo! Godevano di particolari privilegi statali-> sovvenzioni, monopoli, facilitazioni doganali. Le più importanti compagnie furono le olandesi ed inglesi. ORGANIZZAZIONE BASATA SULLE PIANTAGIONI-> 2° aspetto egemonia coloniale: Sono grandi coltivazioni mono-colturali-> coltivazione avveniva tramite gli schiavi: si produceva-> cotone, tabacco, zucchero, cacao, indaco. In America: 1. La popolazione era stata distrutta dalla colonizzazione-> si importavano schiavi dall’Africa. Iniziarono in Brasile per poi andare nell’America settentrionale. Dal 1600 l’Olanda prende il potere del Portogallo-> da metà ‘600 la UK e la Francia prendono il monopolio. In Asia le piantagioni arrivarono più tardi perché l’uso delle compagnie olandesi (compagnie privilegiate delle indie orientali) aveva determinato un’organizzazione specifica delle colonie-> sfruttamento coloniale. Con gli olandesi la produzione era organizzata in modo tale che la gestione delle piantagioni fosse a carico di piccoli monarchi locali (indigeni) che ottenevano la loro autorità in cambio di forti tributi. La compagnia olandese delle indie orientali istituì come gli indigeni lavoravano sul loro suolo in questo modo la proprietà si lasciava ai nativi ma le imposte erano troppo elevate che potevano vendere solo alle condizioni imposte dalle compagnie privilegiate stesse. CONCLUSIONE-> il commercio mondiale acquisì una dimensione di massa-> + beni con minore valore. Con la colonizzazione l’Olanda e l’Inghilterra ottengono il dominio commerciale anche sui commerci di merci di lusso del mediterraneo (costosi e poco redditizi). Il dominio lo si ottenne grazie al minor valore. Per i primi ¾ del ‘600 l’Olanda domina con le compagnie orientali-> poi UK/Francia attuano politiche mercantilistiche ostili: 1651-> UK vara i “navigation act” che imposero che il commercio in gran Bretagna potesse avvenire solo da navi inglesi o da navi del paese di origine dei prodotti (stop ruolo trasportatori olandesi). La Francia allo stesso modo aumentò i dazi alle navi olandesi. I paesi bassi furono indeboliti da tali manovre-> l’egemonia del commercio passò all’Inghilterra. Nelle colonie settentrionali dell’America del nord le condizioni climatiche sono simili rispetto all’Europa: si attua un’agricoltura simile a quella europea. Nelle colonie meridionali si introducono le piantagioni-> subito di tabacco e poi di cotone. Elemento chiave della superiorità inglese è l’imposizione di una legislazione:  L’Inghilterra utilizza lo stesso tipo di politica sia nelle colonie che in Gran Bretagna;  Si allea con il Portogallo-> fine ‘600 sfrutta l’oro nelle colonie brasiliane del portogallo: o L’oro delle colonie brasiliane finisce nell’acquisto di manufatti inglesi. Le colonie nell’est invece furono gestite diversamente. INDIA-> si instaura una colonia con gerarchia statale; CINA-> il rapporto tra gli stati è basato sullo scambio di beni di lusso = thè: la contropartita da parte degli inglesi avviene con l’oppio->tale scambio permette lo sfruttamento. Il commercio britannico basava la sua potenza commerciale sulle sue manifatture: prendeva l’oro in cambio di manufatti (producevano ed erano pagati in oro) L’olanda invece era un intermediario mercantile (non sviluppa la capacità manifatturiera al suo interno): non si arricchisce. FORME ORGANIZZATIVE ARTIGIANALI PRE-INDUSTRIALI: 1. INDUSTRIA DOMESTICA RURALE; 2. INDUSTRIA A DOMICILIO; Le prime 3 appartengono alla campagna 3. MANIFATTURA DOMESTICA; 4. CORPORAZIONE ARTIGIANA URBANA; le ultime due si sviluppavano in città. 5. MANIFATTURA CENTRATA. INDUSTRIA DOMESTICA RURALE: si occupa del produrre manufatti-> nasce per l’esigenza di autoproduzione delle società tradizionali. Si doveva produrre tutto ciò che serviva per vivere (abiti, tessuti etc.). la manifattura domestica si basava sull’utilizzo di materie prime autoprodotte: avveniva nei momenti di pausa dai momenti lavorativi. I contadini così potevano garantirsi qualche minimo collegamento con il mercato. Con la fine del ‘500 alcuni contadini si trovarono con poca terra o senza terra da coltivare: sfruttavano le capacità artigianali per sopravvivere. INDUSTRIA A DOMICILIO: I contadini senza terra con conoscenze artigianali danno vita alla proto-industria rurale. I contadini sono collegati con il mercato tramite la figura del mercante. Il mercante affida la produzione di manufatti posti al di fuori delle regole corporative-> contadini: il mercante dà le materie prime al contadino che sono compensati con moneta. Tale funzionamento si afferma nel settore della lavorazione della lana (tessile)-> “putting out system”. Il mercante: organizza la filiera produttiva plurifase-> 5 stadi. Il mercante possedeva anche un magazzino di stoccaggio di lana grezza e semilavorati. I contadini producevano a tempo parziale (cercavano di mantenere impiego anche nel settore rurale). I cambisti diventano banchieri e aggiungono l’attività di deposito (non solo scambio): deposito di moneta per tesoreggiamento o scambio di moneta. I mercanti acquistano e mandano per l’incasso presso i banchieri-> nascita partita doppia: aumenta il debito dell’acquirente (-) /// diminuiscono il credito del venditore (+). I banchieri iniziano a fare delle azioni di credito->usavano i fondi depositati per prestarli ad altri + interesse. Restano attive le forme di credito tradizionali-> per il finanziamento delle case regnanti per la guerra.  La banca d’Inghilterra del 1694 effettua credito allo Stato;  i crediti al consumo (per acquisto) venivano dati dai “monti di pietà”. Ad Anversa nasce la borsa-> dove si fanno operazioni finanziarie. FORME DI ASSOCIAZIONE E ASSICURAZIONE: Associazionismo = legato allo sviluppo dell’attività commerciale: quando 2 o + soci vogliono collaborare insieme-> poco praticato perché doveva sottostare al principio di responsabilità illimitata (ogni socio rispondeva della società con tutti i suoi beni). Nel commercio medievale inizia l’accomandita:  accomandante-> socio capitalista che si accolla le perdite della società;  accomandatario-> non risponde delle perdite. Nascono altri tipi di associazione-> filiali – succursali – corrispondenza. FILIALE = agenzia che l’impresa installa in un’altra città e non ha autonomia propria; SUCCURSALE = società indipendente ma partecipata per maggioranza dalla casa centrale; CORRISPONDENZA = accordo tra imprese indipendenti con sedi in luoghi diversi ma che tra loro ------------ ----------------------------mantengono relazioni privilegiate (informazioni, affari comuni, credito…). Nascono le assicurazioni per coprire le eventuali perdite societarie:  società anonime (capitale)->nate con società privilegiate commerciali(olanda) per dividere il rischio: Il rischio è di perdere solo il capitale apportato. o nascono con la commenda-> forma di associazione del XII secolo. Con la commenda si permetteva anche a chi non voleva lavorare in un’impresa di anticipare un capitale in cambio di una remunerazione (finanziamento senza lavorare). TRANSIZIONE DAL FEUDALESIMO AL CAPITALISMO: Alla base del cambiamento del sistema vi è un cambiamento sociopolitico. Il feudalesimo è basato sul dominio politico-giuridico-economico del monarca e dei signori sulla terra: entra in crisi perché nasce la vita urbano con al centro il commercio e non più la terra. Produrre per il mercato è più redditizio della rendita feudale e la borghesia inizia ad avere peso politico. Fasi: 1. Alleanza tra monarca e borghesi per distruggere il predominio signori feudali-> basso medioevo; 2. Controllo dell’operato del monarca tramite affermazione del sistema parlamentare diventa l’aspetto principale della vita politica del paese-> XVII secolo; 3. Istituzione del vero stato borghese-> Rivoluzione francese. La prima fase avviene in tutta Europa. Passaggio dal mercantilismo al capitalismo: 1) A seguito della crisi del basso medioevo la monarchia con la borghesia consolida un potere assoluto ed il monarca impone la sua autorità-> tali monarchie hanno l’obiettivo di aumentare il potere del re. Il re interviene nella sfera economica-> avvia politiche mercantilistiche (es. navigation act): forme protezionistiche per il commercio del paese che le attua. Il potere del re in questa fase dipende direttamente dalla ricchezza della nazione. La politica protezionista funziona-> il monarca adotta provvedimenti che favoriscono interessi commerciali. Il monarca per favorire gli interessi commerciali compie azioni militari-> sfruttamento delle aree occupate. Le politiche mercantilistiche vogliono ottenere la bilancia dei pagamenti in surplus (export/ import> 0). Risvolti negativi: 1. Introduzione di elementi discriminatori che frenano il commercio; 2. Aumento del prezzo di alcuni prodotti a causa dei monopoli; 3. Guerre (grandi spese militari). 2) C’è un cambiamento quando la borghesia si ribella al potere assoluto del monarca. 1680-> rivolta antifiscale in UK simbolo dell’inizio del capitalismo: c’è un passaggio di potere dal sovrano al parlamento (deve approvare le nuove imposte). A partire da tali rivolte l’azione dei governi fu rivolta a favorire l’interessa della borghesia sia nella legislazione sia nella politica estera. Ci son 2 punti di riferimento che indicano quando il feudalesimo + monarchia assoluta son sostituiti: 1787-> Costituzione stati uniti – 1789->Rivoluzione francese=instaurazione regimi parlamentari capitalistici. 3) Affermazione ideologie liberiste (mentalità razionalistica-> fondamento delle attività): Adam Smith crea ideologia economica-> sostiene che l’attività economica è regolata da leggi naturali:  Libertà personale – diritto all’intrapresa – diritto alla proprietà – presenza del mercato. Gli agenti che seguono tale andamento possono ottenere massimo profitto ed una crescita economica. Libertà d’intrapresa porta a liberalismo-> stato non può intervenire nell’economia (opposto mercantilismo): Richard Cantillon critica per primo il mercantilismo e sostiene che gli scambi internazionali portano alla crescita globale. Alla base del pensiero di Smith c’è che l’interesse di ogni individuo è il motore delle necessità globali: le persone son disposte ad offrire i loro beni in cambio di quelli di altre persone ed il denaro esprime la libera scelta di un individuo. Lo scambio deve avvenire per massimizzare il profitto di tutti gli agenti che partecipano (si può scegliere liberamente-> la scelta si esprime in denaro-> la scelta deve generare soddisfazione e profitto). La somma degli egoismi personali è a vantaggio di tutti. Una mano invisibile guida il processo di libera attività di ciascuno e che produce crescita economica. Il sistema economico migliore è quello in cui lo stato interviene solo per eliminare gli ostacoli al libero agire. Tramite l’economia di libero mercato si eliminano gli ostacoli e si può aumentare la specializzazione: ogni persona produce ciò che fa meglio ed al miglior costo che gli procura i vantaggi comparati. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: è un processo irreversibile di crescita forte che genera innovazioni, genera macchinari, produce energie. La rivoluzione avviene in Inghilterra tra il XVII ed il XIX secolo ed è caratterizzata dall’innovazione del lavoro. Riguarda alcuni settori(settore tessile cotoniero – metallurgico)e segue rivoluzione agricola e dei commerci. La produzione varia-> si usa nuova energia a vapore e si modifica l’uso del capitale. Nasce in Inghilterra e poi si diffonde in Europa a partire dai paesi vicini (cultura e caratteristiche) all’UK: il processo si definisce di industrializzazione e non di rivoluzione. L’industrializzazione parte dall’UK-> poi Europa-> poi nel mondo. Una civiltà è industrializzata quando il sovrappiù non arriva più dall’agricoltura ma dal settore industriale. Tale rivoluzione porterà cambiamenti tecnologici ma anche socioculturali. La rivoluzione industriale segna il passaggio al capitalismo (economia di mercato): il fattore produttivo del capitale diventa il centrale tra terra e lavoro. Il lavoro perde importanza perché non è più l’uomo a dettare i processi produttivi ma le macchine. Tale processo è irreversibile in quanto una volta avviato non può più tornare indietro. Il cambiamento consiste nel passare da un’energia animata ad una inanimata (prodotta da macchine). Il processo produttivo diventa meccanizzato-> viene sempre più standardizzato e specializzato. Si passa da carbone vegetale al “carbon coke”-> ferro in quantità superiore in < tempo con < materia prima. Il carbon coke da maggiori energie. Subito si usa per produrre la ghisa – poi il ferro forgiato (usato nelle macchine). Risultati:  Maggiore quantità di carbone-> le ferriere si mettono vicino alle zone di produzione: o Accentramento delle zone produttive per avere un ciclo produttivo unico; o Si tratta delle prime zone ad alta concentrazione di capitale fisso con alta manodopera.  Si introducono maggiori lavorazioni del ferro (si può dar forma-> es. per fare i binari). Macchina a vapore: Viene brevettata nel 1769. Ha maggiore energia – è più versatile – è più sicura delle macchine ad energia naturale. È possibile delocalizzare la produzione manifatturiera da dove si produce energia. Se la macchina a vapore è applicata all’industria siderurgica si hanno diversi vantaggi:  Produzione continua grazie alla produzione continua di energia; se la macchina a vapore è applicata al mezzo di trasporto porta alla nascita di ferrovia e battello a vapore. Ci son state delle variazioni dei fattori produttivi (lavoro capitale) ed una variazione demografica. Entrambi i fattori produttivi aumentarono-> crescita generalizzata dei fattori produttivi. FATTORE LAVORO: Nel mondo del lavoro cambia la sfera professionale dei lavoratori-> lavorano le macchine e non loro. La disponibilità di manodopera all’inizio della rivoluzione era abbondante: contadini esclusi dalla campagna a seguito dei processi di “enclousers” + incremento demografico. Si utilizza in modo diverso il lavoro-> stop al lavoro a domicilio-> si va nella fabbrica = factory system. I nuovi lavoratori iniziano ad esser chiamati operai di fabbrica e variano professionalmente e socialmente:  Professionali-> lavoratori pre-rivoluzione son suddivisi in base alla specializzazione ed ogni lavoratore era padrone delle regole del suo mestiere nella sua interezza; il lavoratore di fabbrica diventa specializzato in una sola mansione e sottostà al ritmo di macchina; il lavoratore di fabbrica è soggetto alla massificazione del mestiere: prima-> il lavoratore era conoscitore di tutta la sua produzione e c’erano pochi lavoratori; dopo-> molte persone sono capaci di fare la sua mansione perché è un lavoro poco specializzato e molto monotono. Da un lato vi è il capitalista = proprietario dei mezzi di produzione; dall’altro vi sono i salariati = lavoratori che ottengono una remunerazione periodica. Le differenze sociali danno vita a condizioni di vita diverse = conflitti di classe. I problemi sono legati anche all’urbanizzazione-> poche abitazioni – scarsa igiene – poche tutele sul lavoro: le riforme per la tutela del lavoro arrivarono a metà dell’800 in Germania. Nasce la classe sociale operaia = presa di coscienza della situazione da parte dei lavoratori: i sindacati sono le associazioni in cui gli operai danno voce ai propri interessi. Il capitalista è anche un imprenditore-> figura emergente nella prima rivoluzione industriale. Shum Peter dice che l’imprenditore è l’autore dello sviluppo economico: altri studiosi invece considerano l’imprenditore come un normale fattore produttivo. Se si considera la visione di Shum Peter si deve tener conto che l’imprenditore ha bisogno di altri fattori:  Possedere le capacità di risparmio + avere un terreno disposto all’innovazione;  Conoscenza del mercato;  Istinto dell’affare;  Spirito d’innovazione;  Morale dell’arricchimento-> fare ciò che porta a guadagnare;  Fortuna. Classe imprenditoriale inglese aveva capacità d’intrapresa->Francia imprenditori non erano intraprendenti. FATTORE CAPITALE: I capitali inglesi derivanti dalle rendite agrarie + sfruttamento coloniale + vendita prodotti erano bassi ma permisero lo sviluppo del mercato. Le prime macchine costarono poco e tramite il reinvestimento dei profitti ottenuti si poté migliorare. Aumentano sia i capitali fissi che i variabili ma quello fisso aumenta sempre di più: 1830-> il capitale fisso è molto più elevato del capitale circolante. Oltre al capitale fisso fisico aumenta anche il capitale umano. Per la rivoluzione industriale inglese il fattore capitale fu secondario-> con lo sviluppo divenne importante. DEMOGRAFIA: Con la rivoluzione si sviluppa una crescita demografica. Ciclo demografico passa da antico a moderno:  Basso tasso di natalità – basso tasso di mortalità;  Elevata speranza di vita alla nascita;  La crescita della popolazione cresce tanto subito e poi decresce. La transizione demografica consiste nel fatto che:  Tassi di natalità e mortalità non si muovono parallelamente. Durante la transizione la natalità resta molto elevata e la mortalità bassa (e raggiunge i valori del ciclo moderno). Andamento divergente delle curve porta a crescita popolazione. Nella seconda fase anche la natalità decresce-> passaggio definitivo al ciclo moderno. FATTORI CHE CAUSANO LA CADUTA DELLA MORTALITA: Prima crolla la mortalità infantile e poi quella degli adulti. In questa fase di transizione le migliorie tecnico scientifico portano miglioramento (igiene, alimentazione). La natalità è elevata perché c’è una crescita positiva sulla durata della vita famigliare. INDUSTRIALIZZAZIONE Gli altri paesi hanno voluto industrializzarsi per 3 fattori: 1. Spirito di competizione tra stati europei per avere un ribilanciamento dei poteri: a. aumento ricchezza dell’Inghilterra è causa di sbilanciamento che aumenta competizione. la rincorsa tra i vari paesi per la prima volta era economica e non tramite guerre; 2. Effetto dimostrazione-> i paesi vogliono fare come la UK per dimostrare che si poteva ambire ad un cambiamento che porta ad una maggiore ricchezza. I paesi imitano perché hanno la certezza che la trasformazione porta ricchezza; 3. Altri paesi avevano già avviato a causa del percorso storico una trasformazione non terminata. Il processo si mise in moto velocemente quando nei paesi c’era una condizione di pace. MODELLI DI IMITAZIONE: diversi studiosi hanno analizzato come i processi di imitazione si sono verificati ponendo al centro l’opportunità o meno di un paese. Per avviare un processo di industrializzazione si deve seguire la UK o ci possono essere differenze??? Imitazione senza varianti: Marx-> “il paese più sviluppato mostra a quelli che sono indietro l’immagine del proprio futuro”. L’imitazione senza varianti consentiva di velocizzare lo sviluppo-> le varianti ritardavano il processo. Lo stato doveva ricreare le condizioni dello sviluppo presenti nella Gran Bretagna. Si deve creare un modello che permetta di imitare lo sviluppo inglese-> teoria dei 5 stadi di Walter Rostow: 1. Società tradizionale; 2. Transizione; 3. Decollo (take off); 4. Maturità; 5. Età dei consumi di massa. 1. Il sistema economico è bloccato su un trend di stagnazione; 2. È una fase in cui qualcosa si muove-> il trend stagnante viene abbandonato e la società tende ad un mutamento dato dalla figura imprenditoriale-> si accumulano risorse e capitali. Le azioni dell’imprenditore trae beneficio per sé ma non da beneficio comune. 3. In questa fase il gruppo dei tanti imprenditori porta all’azione aggregata delle loro azioni: a. L’intero sistema economico decolla-> cresce il reddito-> cresce produttività: i. Questa maturazione si definisce “grande spinta = big push”. b. Nascono dei settori guida in cui avviene tale spinta (leading sector). 4. Nella fase di maturità tutti i settori si sono modernizzati-> la crescita rallenta: a. Non ci sono più opportunità d’investimento-> nessuno investe più e le risorse sono spostate nei consumi; 5. I consumi nell’ultima fase hanno sostituito gli investimenti e le imprese che producono beni di consumo sono spinte ad investire in processi di standardizzazione della produzione-> minori costi. La quinta fase permette di far crescere i consumi di massa. Il problema della teoria di Rostow è che non tratta dei fattori che fanno decollare verso il progresso e non spiega come si forma l’imprenditorialità. Ignora il ruolo dello Stato e non tiene conto della dimensione internazionale dell’economia. CASI DELLA DIFFUSIONE INDUSTRIALE I paesi si approcciano allo sviluppo con processi imitativi con varianze-> diversità di paese in paese. BELGIO: è il paese con la dotazione di risorse più simili all’UK-> giacimenti minerari + canali interni per trasporti: i giacimenti carboniferi erano molto accessibili e fu leader nel carbone fino al IX secolo. Il Belgio possiede anche giacimenti di ferro in prossimità a quelli di carbone: con la rivoluzione dell’industria si tenta l’accentramento produttivo. Il Belgio vantava una tradizione marittima + dotazione commerciale + manifatturiera. Anversa e Gand furono due città che attuarono le tecniche finanziarie e commerciali più moderne.  La zona delle Fiandre era importante per la produzione del panno;  La zona della Valle della Mosa era avanzata per la lavorazione del ferro. Il Belgio fu zona di immigrazione di capitale umano-> molti emigrarono in cerca di avvio di mercati. Il Belgio ricevette importanti innovazioni tecnologiche + importazioni di capitali stranieri. Il mercato belga si aprì inoltre verso mercati esteri (soprattutto verso Francia). L’industrializzazione in Belgio decollò con la proclamazione dell’indipendenza dalla Francia del 1830. Il Belgio è un caso di regionalismo alla Pollard-> nonostante la dipendenza da altri stati tali vicissitudini politiche non hanno minato la lunga tradizione di lavorazioni manifatturiere. Processo di industrializzazione: 1. Sviluppo del settore della lana; 2. Applicazione dello sviluppo al settore cotoniero-> circa 10000 lavoratori; 3. Sviluppo di attività mineraria importante-> applicazione dell’innovazione del vapore. 1720-> in Belgio viene costruita la prima macchina a vapore-> la dotazione nel paese cresce. Nell’industria siderurgica si sviluppa l’impresa di “William Cockerill” -> circa 2000 operai: introduzione di macchine filatrici + produzione di macchine a vapore. Ernest Solvay inizia la lavorazione del carbonato sodico nel 1872-> innovazione chimica. Il finanziamento di tali attività deriva da un nuovo tipo di banca:  1822-> Re Guglielmo 1° fonda a Bruxelles la Société général des Belgiques (una banca): o È una società per azioni che oltre a fare investimenti crea delle imprese. In Belgio nasce l’antenata della holding finanziaria-> investe per la creazione di imprese. La UK presentava uno scarso sistema bancario-> solo autofinanziamento. Il ruolo dello stato fu importante:  Il governo belga supportò lo sviluppo di una ferrovia per l’attività metalmeccanica e mineraria. 1840-> il Belgio era il paese più industrializzato al mondo fino alla Prima guerra mondiale (1913). Nel 1913 il Belgio era secondo solamente alla UK. FRANCIA: il modello di industrializzazione francese inizialmente fu visto come un caso di sviluppo lento e ritardato: studi recenti rivalutano lo sviluppo francese. La Francia a differenza dal Belgio ha delle forti differenze rispetto al caso inglese-> Francia fa diversamente. 1700-> la Francia era più popolata dell’Inghilterra /// aveva mercato interno + sviluppato /// la manifattura era già sviluppata da diverso tempo. La Francia non si sviluppò per prima perché mancavano alcuni aspetti favorevoli come in UK:  La monarchia francese di inizio ‘700 era ancora assoluta-> l’aristocrazia non era per gli affari;  C’era una scarsa diffusione della cultura;  Il rapporto tra monarchia e borghesia era a sfavore della borghesia-> il re dominava;  La Rivoluzione francese + Napoleone lasciano la Francia in un periodo di guerre. La Francia inizia la fase di decollo nel IX secolo ed il suo sviluppo fu ciclico e non con un forte decollo: la Francia non riesce a far emergere i vantaggi dell’arretratezza. La Francia non riesce a superare il paese leader (come gli USA). La Francia ebbe una modesta crescita demografica che però fu lenta. La Francia disponeva di miniere meno abbondanti ed i giacimenti erano più difficili da sfruttare. Si sviluppano delle industrie diverse dal caso inglese-> industria della seta attorno a Lione; industria meccanizzata del cotone; industria siderurgica. Si sviluppa un’importante settore per l’industria automobilistica (Peugeot, Renault). SI sviluppano molti più settori che in UK. Durante la Belle époque la Francia si sviluppa nei mercati internazionali. L’industria francese è più diversificata ed è dispersa nelle campagne (< urbanizzazione) e le produzioni sono ad alto valore aggiunto volte a consumatori con elevato potere d’acquisto. Anche i Francia le banche (Rotshild) erano orientate al commercio + investimenti internazionali: solo a metà ‘800 nascono nuovi istituti finanziari-> “credit mobilier” del 1852. In Francia la banca non fu però un fattore fondante per l’industrializzazione. Il ruolo dello stato fu poco interventista (crea solo ferrovie) e non si adopera per lo sviluppo francese. GERMANIA: L’avvio del processo di industrializzazione dipende dal fatto che a inizio ’800 non c’era una Germania unita: 1818-> inizia l’unione della Prussia con l’apertura agli scambi internazionali. 1833-> si consolida la politica di unione doganale creando lo Zollverein = unione doganale con 2 vantaggi: 1. I paesi partecipanti devono eliminare i dazi interni-> allargamento del mercato; 2. Verso l’esterno sono adottati dei dazi moderati (non altissimi). Tutti i paesi aderenti allo Zollverein dovettero creare una rete ferroviaria interna->aumento comunicazione. Lo sfruttamento del bacino carbonifero della Ruhr portò ad una grande crescita. 1871-> unificazione politica grazie allo sfruttamento del bacino della Ruhr + sviluppo industria siderurgica. L’industria siderurgica produce tanto e produce unità produttive molto grandi-> adotta strategia dell’integrazione verticale (segue tutto il processo produttivo). La Germania si pone a cavallo tra l’epoca delle ferrovie e nuove innovazioni della 2° rivoluzione industriale. L’unione tra 1° e 2° rivoluzione avviene grazie all’alta intensità di capitali. Nasce una nuova banca che supporta l’industrializzazione -> “banca mista”: erano normali banche di credito (deposito e prestito) + banche d’investimento sia con capitali propri che con i capitali versati. Le banche miste offrivano servizi-> collocazione di azioni + interventi di salvataggio del capitale. HOLDING FINANZIARIE BANCHE MISTE  La holding belga creava e gestiva l’impresa.  Possedevano i pacchetti delle aziende per monitorare l’andamento dell’impresa senza gestirla. Le banche miste possedendo le quote delle aziende controllava le imprese e permise la creazione di meccanismi di controllo del mercato interno. Questo tipo di mercato sfocia in misure protezionistiche come il cartello: accordo tra aziende nominalmente indipendenti che fanno pratiche, prezzi che possano favorire le imprese. In altre zone del mondo le pratiche del cartello furono proibite la Germania le usò per far crescere il paese. Tali pratiche furono accompagnate da pratiche di dumping-> prezzo interni elevati per favorire le esportazioni e si recupera nel mercato interno le perdite del commercio internazionale. La nascita della banca mista portò alla nascita di una banca centrale più forte della Bank of England. I settori in cui la Germania si sviluppò furono settori che necessitarono conoscenze tecniche: in Germania si formano scuole pubbliche per la formazione di ingegneri. La Germania però soffrì un dualismo tra est-ovest del paese-> regionalismo alla Pollard:  La parte ad est rimase attaccata all’agricoltura;  La parte ad ovest si sviluppò di più dal punto di vista industriale. Nacque anche una previdenza sociale basata sul rapporto di lavoro e NON sui diritti di cittadinanza: la gente aveva assistenza perché era un lavoratore e non un semplice cittadino. ITALIA: Come per la Germania l’Italia è suddivisa in differenti Stati. L’Italia possedeva anche una forma di industria manifatturiera-> elevato tasso di urbanizzazione: la manifattura italiana purtroppo è incentrata su beni di lusso e non permette forte sviluppo. Il regno di Sardegna (prima dell’unificazione) presenta dei cenni di sviluppo:  Introduce ferrovie;  Sistemi di cantieristica;  Banca nazionale degli stati sardi (poi Banca d’Italia). Cavour portò a tali miglioramenti ed aiutò all’unificazione (Italia era molto frammentata produttivamente). L’orientamento italiano seguì le ideologie liberiste ed il modello preesistente nel regno di Sardegna. L’Italia però è scarsa di materie prime (no carbone/ferro) -> Italia resta ancorata alla produzione di seta: fino ai primi del ‘900 ebbe un ruolo di esportazione primario necessario per bilanciare importazioni. L’Italia era scarsa nelle banche > gli istituti di credito non erano fondate come istituti di capitale: non erano di supporto alla nascita di nuove industrie. Il tentativo di creare una banca centrale nel primo periodo dopo l’unione non è possibile. Lo stato in ogni caso effettua dei finanziamenti per creare delle aziende (es. Terni-> azienda di acciaio). Lo stato adotta una politica protezionistica-> si va incontro agli agricoltori ma non agli industriali. Fine ‘800 = trasformazione del sistema bancario interno:  1893-> fondazione della Banca d’Italia = unione delle precedenti banche del regno.  In Italia nascono banche miste alla tedesca (NO holding) con crediti + acquisto di azioni a privati: o Banca commerciale italiana-> 1894; o Banca di credito italiano-> 1895. La fase di decollo dura fino alla guerra mondiale-> si sviluppano tutti i settori tranne quello chimico. Si sviluppa il settore elettrico soprattutto idroelettrico-> permette di interrompere importazioni di carbone. Nascono delle importanti aziende come Pirelli (prima SPA italiana), Fiat… Risultati industrializzazione:  Lo sviluppo italiano non è totale (come la Russia è parziale-> raggiunge la metà del reddito UK)  Lo scarso sviluppo avviene perché l’Italia NON sfrutta i vantaggi dell’arretratezza: o Protezionismo mal gestito-> non si protegge il settore della meccanica; o Costruzione delle ferrovie a spese dello stato; o Sistema bancario debole sino alla nascita delle banche miste.  I fattori sostitutivi sono deboli;  Gli squilibri regionali (ancora oggi presenti) hanno permesso l’Industrializzazione solo in Lombardia, Piemonte, Veneto. Inoltre, è presente un forte dualismo tra il nord ed il sud. STATI UNITI: La storia degli stati uniti è fortemente interconnessa alla storia europea. Il caso statunitense assomiglia al caso inglese ma presenta una cronologia differente:  La conflittualità degli stati uniti è scarsa a differenza dell’Europa;  La cronologia avviene diversamente perché avviene più tardi-> la popolazione è diversa; Lo sviluppo generale degli stati uniti non fu rapido-> fine ‘800 ancora molti impegnati nell’agricoltura: l’America presentava abbondanti terre e poche persone-> suddivisione dei territori favorevole. L’industria americana era meccanizzata e presentava salari alti: non essendo una nazione poco popolosa c’è scarsità di manodopera. Il punto di decollo degli stati uniti avviene con l’inizio della costruzione della rete ferroviaria: la ferrovia permette di rendere il mercato interno molto ampio. La crescita dal 1850 al 1929 non subisce mai interruzioni e recessioni. Nasce la grande impresa (corporation) che diventa la protagonista dell’industrializzazione a causa de: 1. Particolare rapporto tra risorse e popolazione; 2. Popolazione composta da emigranti; 3. Tipo di legge a favore presente negli stati uniti. Il territorio era scarsamente popolato e abitato da popolazioni indigene scarsamente evolute. Tramite la grande impresa si governa al meglio la presenza di tante risorse con poca popolazione. La grande impresa si afferma perché comporti un’efficienza nella gestione delle risorse. In Europa c’è conflitto a causa delle poche risorse e dell’alta popolazione-> l’America è il contrario. La popolazione di migranti aveva voglia di cimentarsi e di rischiare-> si cimentano nelle grandi imprese. Gli Americani dovettero costruire un terreno di rispetto reciproco-> melting poct di culture e tradizioni: l’America era molto eterogenea e la legislazione deve permettere la pacifica convivenza. Inoltre la politica estera univoca e la moneta unica permettono uno sviluppo alto. Essendo una nazione nuova l’America non aveva leggi preesistenti: le leggi dovettero esser create. Tra i poteri pregressi mancanti negli USA era l’inesistenza delle corporazioni= mercati liberi. La grande impresa doveva esser capace di gestire il processo produttivo nella sua interezza e doveva disciplinare la produttività e la scarsità di abilità lavorative pregresse della manodopera. La grande impresa nasce nelle ferrovie (molto lunghe) che necessitavano di una grande coordinazione. Negli USA l’insorgere di azioni che volevano eliminare gli oligopoli (antitrust) il sistema bancario era composto da banche di piccole dimensioni di tipo universali. La borsa fu il canale prediletto per lo sviluppo e non le banche (non avevano grandi funzioni di credito). LA GRANDE IMPRESA: CORPORATION: Alfred Chendler analizza per prima gli obiettivi tipici delle corporation: 1. Vogliono acquisire delle economiche di scala-> produzione di massa per un consumo di massa; 2. In alternativa all’economia di scala si compie l’economia di diversificazione: a. Allargare la gamma dei prodotti usando gli stessi fattori produttivi i. Con gli stessi impianti… produco più prodotti. 3. L’economia rapida produttiva e di gestione è fondante per la grande impresa. Si affermano due grandi modelli dell’economia di scala che vogliono rendere efficiente il lavoro. Nasce la figura del manager = lavoratore stipendiato-> separazione tra proprietà e gestione. La crescita è permessa grazie a l’integrazione verticale-> controllo di tutti i passaggi produttivi; integrazione orizzontale-> raggruppamento di imprese diverse dello stesso settore. Le corporation sono SPA (con capitale diviso in azioni) e ci si finanzia o in borsa o tramite prestiti. Le corporation tendono all’oligopolio/monopolio = mercato di poche imprese a danno dei consumatori: vengono emanate le prime leggi antritrust come lo Sherman Act. TAYLORISMO: Friedrich Taylor è fondatore di questo metodo e si basa sulle idee di Smith della specializzazione del lavoro. Studia scientificamente l’organizzazione del lavoro e sostiene che ci debbano essere i passaggi: 1. Si deve suddividere la produzione in precisi settori ripetitivi e semplici da fare. Il totale di questi movimenti deve dare la sequenza ottimale; 2. Si deve cronometrare il periodo di produzione per capire l’organizzazione temporale; 3. Il lavoratore deve essere istruito per arrivare allo standard di tempo ottimale: a. Non c’è il meccanismo della corporazione in cui il maestro spiega agli allievi ma è la direzione che impone i meccanismi del processo produttivo; 4. Il lavoratore deve concentrarsi solo sullo sviluppo delle sue capacità manuali; 5. Questo nuovo modello impone il lavoro a cottimo-> retribuzione varia in base alla produzione. Vantaggi:  Aumento della produttività -- eliminazione dei tempi morti;  Assunzione di manodopera poco qualificata (no costi di formazione). Svantaggi:  Dequalificazione del lavoratore;  Problemi nelle relazioni industriali. FORDISMO: Dal taylorismo nasce il fordismo fondato da Henry Ford (produzione di massa e ripetitiva). Il punto cardine del fordismo è la forte accumulazione legata all’elevata innovazione tecnologica. Henry Ford crea la catena di montaggio = meccanizzazione del passaggio di un bene tra le postazioni: il lavoratore non si sposta e non perde tempo. Aumenta la produttività-> riduzione dei costi di produzione e del costo dei prodotti. Aumento dei salari = creazione di una nuova domanda che stimola l’allargamento della produzione. Per compensare la dequalificazione e fidelizzare il lavoratore aumenta salari e riduce le ore di lavoro: aumentando i salari permette ai lavoratori di comprare le auto da lui prodotte = circolo virtuoso. Ford così facendo controlla il tempo libero dei lavoratori e richiede una rigida disciplina in azienda. Il commercio internazionale può esser suddiviso in 4 fasi: 1. 1815-1847; 2. 1847-1868; 3. 1868-1896; 4. 1896-1913. Fase 1: 1815-1847: Espansione commerciale moderata, politiche protezionistiche/proibizionistiche-> tradizione mercantilistica. Recupero battuta d’arresto precedente:  Assenza guerre (indipendenza Stati Uniti, Napoleone);  Aumento popolazione;  Prima diffusione prodotti e macchinari della rivoluzione industriale;  Miglioramento dei trasporti. Fase 2: 1847-1868: Crescita degli scambi con abolizione di atti protezionistici (es. navigation act)+ affermazione teorie di Smith. 1860-> trattato di “Copten e Chevalier” (tra UK e Francia) = primo trattato sul commercio moderno. Impegno dell’UK a cancellare i dazi su beni francesi in cambio della revoca dei dazi su beni tessili inglesi. clausola della nazione più favorita (NPF) → se una delle parti stipula un contratto commerciale con una nazione terza la controparte deve ricevere la parte più bassa del guadagno. Esempio sul NPF = Consideriamo 3 paesi: x, y, z. y commercia con z. x vuole commerciare con y. se x riceve da y la clausola NPF, ha automaticamente diritto a vedersi applicato un trattamento di maggior favore negoziato da y con un terzo paese z, senza bisogno di riaprire i negoziati con y. Fase 3: 1868-1896 I tassi di crescita del commercio sono molto più bassi rispetto agli anni precedenti. Il rallentamento colpisce soprattutto l'Europa. Le cause del rallentamento:  maturazione delle industrie nazionali → calo degli acquisti all'estero;  fine della spinta legata alle costruzioni ferroviarie;  difficoltà paesi mono-esportatori di materie prime → peggioramento ragioni di scambio;  depressione 1873-1895 → caduta del potere di acquisto della popolazione;  cambiamento delle politiche statali → passaggio verso forme di industrializzazione protetta (preludio al protezionismo). La grande depressione: A causa della sovrapproduzione si giunge alla grande depressione: eccesso di offerta → caduta dei prezzi → caduta dei profitti → espulsione dal mercato delle imprese meno competitive → aumento della disoccupazione e caduta dei salari → ulteriore calo della domanda → nuovi fallimenti (circolo vizioso) … Nell’ambito industriale: la sovrapproduzione è dovuta all’alta presenza di beni non venduti(ferro non venduto perché le ferrovie erano ormai finite). L’elevata presenza di tecnologia ha portato ad un aumento della produzione non più necessaria. Nell’ambito agricolo:  Importazioni di cereali da oltremare → prezzi di vendita inferiori ai costi di produzione europei;  Concorrenza estesa anche ad altri prodotti (es. lana australiana). → molte aziende agrarie familiari europee non sopravvivono, nonostante la maggiore resa per superficie. Il mondo agrario europeo si impoverisce, contribuendo a ridurre la domanda di beni industriali e di consumo e ad estendere la depressione ad altri settori. Crisi finanziaria: 1873 = caduta borsa di Vienna → contagia il resto delle borse → fallimento banche/compagnie ferroviarie: → eccesso di capitale e bassi rendimenti → investimenti ad alto rischio (in genere in imprese legate a politiche di crescita indotte dallo Stato → linee ferroviarie, spesso in perdita, costruite grazie a sovvenzioni statali e pagate con emissioni di debito pubblico → caduta dei valori azionari e difficoltà a pagare gli interessi sul debito). Soluzione: 1. Affidarsi ad un nuovo progresso tecnologico-> costoso e lento (non usato); 2. Ricorso al protezionismo diverso da quello dell’800. Diventa nazionalismo = lo stato si mete a servizio del capitalismo nazionale (protegge e chiude la nazione). Ricorso al colonialismo + multinazionali-> tramite esse le imprese possono aver contatti con mercati esteri. Fase 4: 1896-1913: Miglioramento dei tassi di crescita e ripresa del commercio internazionale-> superamento depressione:  recupero del potere d'acquisto interno;  incremento degli scambi;  buon funzionamento del sistema dei pagamenti internazionali;  progressi nelle comunicazioni;  espansione coloniale. Gli Stati Uniti agirono diversamente dall’Europa: 1. fino al 1833 → forte protezionismo; 2. 1833-1861 → una certa apertura (ma non libero scambio); 3. 1862-Prima guerra mondiale → nuova chiusura protezionistica. MOBILITÀ DEI FATTORI PRODUTTIVI-> LAVORO: il lavoro si muove grazie alle emigrazioni (44 mln europei emigrano): 1. 1850-> 1 mln di emigranti all’anno-> Tedeschi e Inglesi verso USA +15 colonie inglesi; 2. 1850-1880-> 25 mln di emigrati all’anno-> Tedeschi + sud/est Europa verso USA + sud America; 3. 1880-1913-> 90 mln di emigrati all’anno-> sud/est Europa verso Sud America (di meno in USA). Alle emigrazioni prendono parte anche l’Asia e l’Africa ma in minor numero (spesso per schiavismo). Cause:  Meccanismo di espulsione-> immigrato costretto a spostarsi (guerre…);  Meccanismo di attrazione-> per scelte l’immigrato decide di andar via (questioni economiche…);  Attrazione dei primi-> emigrazione per sentito dire di persone già emigrate. L’emigrazione è facilitata dall’eliminazione degli ostacoli legali sullo spostamento. Conseguenze:  Positive sia per i paesi ospitanti che per gli emigrati-> portava ricchezza a tutti e due;  Negative -> eccesso di immigrazione in alcune zone. MOBILITÀ DEI FATTORI PRODUTTIVI-> CAPITALE: Gli investimenti esteri: Prima dell’800 l’investimento di capitali all’estero non era di valore consistente (erano invest. In colonie). I capitali iniziano ad emigrare perché si cercano investimenti più sicuri ed elevati rispetto a quelli in patria. Nascono istituzioni e mercati finanziari specializzati per investire all’estero. La crescita di capitali investiti in specifici impieghi-> linee ferroviarie, nuove fonti minerarie, aumento dei servizi pubblici, investimenti in sedi estere e nel colonialismo per le piantagioni (non fattibili in Europa). Vi è una crescente domanda di capitali dall’estero per espansione mineraria + vie ferroviarie. L’investimento internazionale di capitale è compatibile anche con le migrazioni del secolo. L’Inghilterra investe in amica e con le colonie in Africa e Oceania. CI sono diverse fasi di movimentazione di capitali: 1. 1830 – 1870: Investitore dominante = UK-> soprattutto verso USA e colonie La Francia in questa fase si muove verso questo investimento-> verso gli altri stati o in titoli del debito pubblico di paesi esteri. 2. 1870 e post: oltre a UK e Francia emergono altri paesi che adottano comportamenti diversi. In Francia in questo periodo aumenta l’investimento verso le proprie colonie; In UK aumentano gli investimenti nel sud America; La Germania investe nella periferia europea-> zona dei Balcani, Italia + sud America; Gli stati uniti investono in Canada e nell’America centrale (poi verso America sud, sud Africa). La moneta è un’unità di valore (1€) ed anche un oggetto reale:  moneta reale-> ha valore in base al peso ed il valore del metallo contenuto; la moneta fisica incorpora l’unità di valore della moneta (oro, argento danno il valore); la moneta in questo caso è vista come una merce-> scambiabile internazionalmente.  moneta fiduciaria-> altra forma fisica (banconota) ed il valore è basato sulla fiducia che verrà accettata come mezzo di pagamento. La moneta fiduciaria ha un valore maggiore della moneta reale. Il valore della banconota non vale quanto il valore associato (banconota da €500 non vale realmente €500). La fiducia sta nel definire la banconota come un qualcosa di rappresentativo del valore reale. La moneta fiduciaria può avere un valore di moneta secondaria rispetto alla moneta reale e rappresenta una data quantità di ora e di argento che può essere richiesto a chi ha emesso la moneta. Se la moneta fiduciaria è la moneta unica ci si deve basare unicamente sulla fiducia: la moneta fiduciaria negli stati moderni avviene solo se si impedisce di scambiare l’oro con la moneta. Questa situazione accade particolarmente in periodo di guerra-> si emette tanto cartamoneta ma non viene aumentata la disponibilità di oro. Tra il ‘700/’800 la rapida crescita degli scambi richiede che gli stati/persone abbiano maggiore necessità di mezzi per il pagamento (l’oro e l’argento non sono sufficienti): nascono i biglietti di banca (avviene con la nascita dei banchieri-> ‘600). Nascono banche più sicure -> grazie alla banca centrale che da fiducia alla convertibilità della cartamoneta. Il conto corrente ed i depositi bancari sono altre forme che rientrano in banconota fiduciaria. La cartamoneta permette di aumentare la presenza di moneta nello stato e la velocità della circolazione: è più facile far circolare una banconota che un blocco d’oro. Le banche iniziano a concedere credito al di sopra dell’oro conservato nelle casseforti-> principio della riserva frazionaria: le banche devono avere in cassa solo una parte del contante esigibile in quanto non tutti i clienti richiedono assieme i soldi. La moneta fiduciaria permette la crescita economica perché senza questo tipo di moneta ci sarebbe stato un crollo dei prezzi perché si sarebbero potuti dare meno crediti alle persone. GOLD STANDARD-> sistema mono metallifero in oro: il sistema monetario è la modalità con cui è organizzata la moneta all’interno di un paese. Per il gold standard l’espressione reale con cui si basa la moneta di un paese è l’oro. 1816-> UK è la prima nazione che adotta l’oro come riferimento-> le riserve monetarie erano in oro e le riserve di cartamoneta nel paese dovevano poter essere liberamente convertite in oro. 1 sterlina = 7.32 g d’oro. L’oro permette l’aumento della circolazione monetaria per il principio della frazionabilità: se una sterlina vale tot oro è possibile suddividere il valore dalla sterlina. La convertibilità è importante perché impedisce un’eccessiva emissione di cartamoneta (si può emettere moneta solo per un multiplo fisso del valore monetario presente nella nazione). Il sistema per funzionare deve sottostare a delle regole del gioco: 1. per aumentare la circolazione cartacea si deve avere una maggiore presenza di metallo; 2. quando il metallo prezioso diminuisce si deve restringere la quantità di moneta. Il mancato rispetto delle regole porta alla corsa agli sportelli = uscita dal sistema della convertibilità. Il pubblico è obbligato a detenere moneta di carta e non più convertire in oro. 1871-> la Germania abbandona per prima il bimetallismo per rientrare nel sistema del gold standard: la diffusione del sistema aureo porta al cambiamento dei rapporti di cambi fissi tra le diverse valute facilitando il sorgere di un sistema di pagamenti internazionali. Funzionamento del gold standard internazionale: Il gold standard è basato sul concetto della bilancia dei pagamenti. Quando si ha un deficit nella bilancia dei pagamenti si ha un debito con i paesi esteri e quindi il paese ha delle difficoltà a disporre di moneta straniera per colmare il deficit. Il paese in deficit ad un certo punto per pagare deve offrire più valuta nazionale-> svaluta la moneta. Essendo in regime di gold standard tutti gli operatori che devono esser pagati in moneta svalutata preferiscono il pagamento in oro (che ha parità fissa con l’altro paese) = regime di convertibilità. Le riserve d’oro del paese in deficit diminuiscono-> riduzione della circolazione cartacea: si attuano manovre restrittive di restringimento dei crediti con l’innalzamento dei tassi d’interesse. Così facendo diminuisce la domanda interna (e internazionale) = abbassamento dei prezzi (export beneficia) = aumento tassi d’interesse = maggiore competitività con l’estero-> arrivo capitali esteri! Con questo sistema si riaggiusta la bilancia dei pagamenti. Il meccanismo di aggiustamento è automatico-> per funzionare si devono rispettare le regole del gioco: i comportamenti politici devono essere a supporto di tali regole. Se le regole sono rispettate il gold standard è molto sicuro.  Fallisce nel caso di avvenimenti traumatici (es Prima guerra mondiale) -> i paesi avevano bisogno di cartamoneta per finanziarla anche a costo di emetterne facendone alzare l’inflazione.  Fallisce se un paese ha gravi difficoltà interne. Son stati i periodi di stabilità a permettere l’esistenza del gold standard ma non è stato il gold standard a fornire stabilità al sistema (in caso di avvenimenti esterni negativi il sistema facilmente salta). Alla fine del conflitto mondiale vi sono differenti problemi economici. Quando il conflitto si risolve si deve rientrare dall’inflazione. Il primo conflitto mondiale genera un declino diffuso in tutta Europa. La partecipazione europea alla produzione mondiale tra il 1913 e il 1923 passa dal 43 al 34%. La quota europea nel commercio internazionale dal 59 al 60. crescita degli altri concorrenti (USA e Canada, Argentina, Giappone). Effetti della guerra:  Enormi costi umani, economici e sociali o 4 anni, 65 milioni di soldati, 8 milioni di morti, 7 milioni di invalidi (oltre alle vittime civili);  Interruzione di molti flussi commerciali;  Crescente intervento dei governi nell’economia o Stampa carta moneta  inflazione. Problemi economici del conflitto:  rientro dell’inflazione,  riaggiustamento dei conti pubblici, o Debiti e riparazioni di guerra  ritorno al gold standard,  reinserimento dei militari negli apparati produttivi  conversione delle industrie a produzioni di pace,  riparazione dei danni di guerra, senza aiuto di un coordinamento internazionale. 1919-> trattato di Versaille mette fine alla guerra: i trattati non aiutano i paesi ad uscire dalla situazione generata dalla guerra. GERMANIA: Vista come colpevole della guerra-> ottiene le condizioni più dure:  Confische materiali e beni in natura;  Riparazioni danni di guerra;  Indennità. Viene confiscato tutto il materiale bellico. Vengono confiscate anche le materie prime ed altri oggetti per ripagare gli Americani. La questione importante dell’identità è la qualificazione-> qual è la somma da emettere? SI inizia ad emettere carta moneta-> le entrate fiscali non erano sufficienti: si innesca un meccanismo inflattivo che diventa iper-inflattivo-> distruzione sistema economico. Il valore del marco è nullo e la popolazione torna al baratto per fare degli scambi. L’emissione di carta moneta è talmente alta che rende la moneta inservibile. Gli stati uniti si rendono conto di intervenire (non possono più essere egoisti). 1924-> decidono di aiutare i tedeschi facendoli pagare con condizioni più favorevoli: si formula il piano Dawes con il pagamento di rate annuali proporzionate alla ricrescita tedesca. In Italia vi erano tre banche emittenti carta moneta: 1. Si doveva aggiustare il sistema di emissione di cartamoneta; a. 1926-> Solo la banca d’Italia può emettere cartamoneta-> più facile da controllare; quota 90 è accompagnata da politiche di tipo deflazionistico =  penalizzazione esportazione;  diminuzione dei prezzi;  diminuzione dei salari. I contraccolpi degli effetti negativi son controbilanciati da un governo interventista: con forti interventi nell’economia italiana si riesce ad equilibrare i 3 punti. L’obiettivo di Mussolini è di far prevalere l’interesse nazionale. 1926-> Mussolini fa la battaglia del grano per sostenere i prezzi per far diminuire l’importazione del grano; 1928-> bonifica integrale per la bonifica delle terre da coltivare per aumentare produzione agricola. USA: Gli stati uniti hanno avuto differenti vantaggi:  partecipano alla guerra senza danni materiali;  partecipando aumentano la loro potenza mondiale. All’interno la politica monetaria è espansiva e molte aziende si espandono sul territorio. Circa 30 anni prima dell’Europa i beni di consumo durevole e automobili diventano di uso comune. Socialmente è un momento di benessere-> America “way of life”: le case hanno tutte gli elettrodomestici. CRISI DEGLI ANNI ‘30 Si tratta di una crisi mondiale che risparmia solo il Giappone: tutti i paesi industrializzati furono colpiti. Questa crisi porterà alla 2° guerra mondiale. La situazione precipita fino al 1932-> poi si inizia ad uscire. I settori industriali e internazionali sono i più colpiti. La crisi nasce negli USA a causa del crollo della borsa di Wall Street e il polo europeo è in Germania che si basava sugli aiuti degli USA in termini economici. Nel 1932 gli Stati Uniti hanno, rispetto al 1929:  un Pil inferiore del 30%  una produzione industriale inferiore del 40%  investimenti inferiori del 90%  Un tasso di disoccupazione del 25% A partire dagli anni ’20 in America ci sono avvenimento che portano allo squilibrio del settore: agricolo – industriale – mercato dei capitali. Settore agricolo: 1. Calo della domanda-> causa problemi finanziari. C’è un calo dei beni alimentari ed un cambiamento sociale (cambiano le abitudini alimentari). 2. Arrivano concorrenti di altri paesi-> la competitività dei paesi stranieri è forte (Australia, Argentina…). Si riduce il prezzo di vendita del grano americano-> crescita della domanda. È un periodo di fragilità finanziaria (indebitamento per investimenti, seguito dalla caduta dei prezzi). Settore industriale: Aumenta la produttività a vantaggio dei prezzi di vendita ed i salari non aumentano. I profitti aumentano assieme alla produzione e alla produttività. Nascono forti disequilibri finanziari-> diminuisce la capacità di acquisto-> nasce la sovrapproduzione. L’Europa torna alla normalità nel post-guerra e diminuisce le importazioni dell’America. Mercato dei capitali:  i profitti vengono dirottati verso investimenti finanziari → speculazione di borsa.  Mancanza di regolamentazione LO SCOPPIO DELLA BOLLA FINANZIARIA: Agosto 1929  frenare la speculazione → la Federal Reserve alza il tasso di sconto dal 5 al 6%  diminuisce l'afflusso di capitali in borsa →  le quotazioni iniziano a scendere → chi ha investito a credito inizia rapidamente a vendere i propri titoli 29 ottobre 1929 → “martedì nero” Il ribasso prosegue fino alla metà del 1932 Il livello precedente al crollo sarà recuperato solo nel 1954. Si ha una crisi del mercato finanziario ma anche del mercato reale. La riduzione dell’offerta monetaria dovuta alla crisi borsistica è legata anche ai fallimenti bancari successivi. La bolla scoppia quando il prezzo dei titoli quotati crolla e si ripercuote sulle banche finanziatrici dei broker. I titoli di borsa essendo crollati fanno rimettere il broker ma anche la banca che aveva prestato i soldi: c’è una corsa agli sportelli per ritirare i depositi-> non hanno abbastanza soldi e quindi limita l’offerta monetaria ai correntisti. Le banche per fronteggiare la crisi restringono il credito alla clientela = riduzione offerta monetaria. I fallimenti bancari (non pagano i correntisti) iniziano nel 1930 fino al 1932. Si instaura una spirale depressiva deflazionistica: In questa spirale depressiva si imbatte tutto il sistema economico. Se si riduce l’offerta di moneta si compra di meno e quindi si ha la sovrapproduzione con la conseguente crisi e fallimento delle imprese e quindi il licenziamento dei dipendenti. La reazione dell’amministrazione americana di Hoover (dal 1928) mantiene una posizione passiva:  è fissa sui principi di non interventismo-> il sistema si autoregola e quindi le banche fallite sono poco efficienti e uscendo dal mercato aggiustano il sistema;  continua a ritenere il pareggio di bilancio come un elemento fondamentale per la gestione di bilancio;  gli stati uniti sono nel gold standard e Hoover non vuole uscire dalla parità aurea (per equilibrare il sistema avrebbe dovuto alzare la riserva aurea). Fino al 1931 la situazione rimane invariata. Roosvelt nel 1932 cercò di uscire dalla (capitolo 13 paragrafo 13.2) linea strategica di Hoover: lo stato interviene fortemente con il “new deal”. Decide di aiutare l’economia tramite misure espansionistiche-> immissione di risorse nel sistema. 1. Obiettivo 1-> risanare l’economia per evitare un nuovo crollo di borsa; 2. Obiettivo 2-> riattivare l’economia depressa stimolando i consumi e si impegna ad avviare investimenti pubblici in infrastrutture-> stimola i consumi nel settore industriale; 3. Obiettivo 3-> ottenere una migliore distribuzione del reddito con nuove misure sociali. Vengono fatte alcune riforme nel sistema bancario, monetario e borsistico per evitare nuove crisi. Per il sistema bancario Roosvelt fa una verifica dell’assolvenza delle banche e prende il potere di legiferare nel sistema bancario ed il glass steagall act separa le banche commerciali e quelle di investimento. Viene istituita la “security Exchange Commission” che era preposta alla supervisione del sistema di borsa: controllava ogni titolo di borsa immesso per valutarne il rischio. Viene abbandonato il gold standard per procedere con la svalutazione del dollaro per favorire economia interna per rendere più competitivo l’export ed incentivando la produzione nel paese. Riforme sociali: Wagner act-> riconoscimento dei sindacati e della contrattazione collettiva; Social security act-> pensioni e assicurazioni sul lavoro… Eccesso di offerta Riduzione dei prezzi Fallimenti e licenziamenti Aumento disoccupazione Riduzione domanda Il concetto del “compro-risano-vendo” non è attuato perché i capitali privati italiani non possono riacquistare le imprese possedute dall’IRI. 1937-> l’IRI diventa un ente permanente-> c’è una grande interferenza dello stato nel sistema economico. Alla fine degli anni ’30 l’Italia diventa seconda all’URSS per statalizzazione dell’economia. La crisi è superata grazie alla sezione smobilizzi dell’IRI. 1936-> varata una riforma bancaria che porta a grandi cambiamenti: 1. Banca d’Italia è una banca centrale di diritto pubblico-> non può più avere rapporti con privati. 2. Finisce l’era della banca mista-> gli istituti di credito son suddivise in base al modo di raccolta di capitali. Ci sono le banche commerciali per credito a breve termine e gli istituti di credito speciali che raccolgono capitali a medio/lungo termine e prestare a medio/lungo termine. Il rafforzamento dello stato nell’economia riguarda anche le leggi autarchiche di Mussolini: leggi che vanno a rafforzare il controllo statale per avere una produttività interna elevata ed una riduzione delle importazioni dall’estero-> allontanamento dal sistema economico mondiale. L’UNIONE SOVIETICA Il processo di industrializzazione Russo porta la Russia ad un cambiamento dall’industrializzazione parziale iniziale. La Russia partecipa alla 1° guerra mondiale anche se impreparata-> voleva imporsi come forza mondiale: la Russia non era capace di garantire le forniture ai soldati che erano in guerra; non assicurava le derrate alimentari ai soldati e alle città industriali che sostenevano la guerra. Questo fattore causa un grande malcontento sociale: Gennaio 1917-> deposizione dello zar rimpiazzato da un governo borghese che vuole restare in guerra. Ottobre 1917-> Lenin e propaganda socialista portano alla rivoluzione di ottobre con 4 anni di guerra civile. La Russia in questi anni entra nel comunismo di guerra:  Durante questi anni si elimina la moneta-> baratto;  Abolito il commercio privato;  La forza lavoro viene militarizzata;  il lavoro è retribuito in beni in natura alla sussistenza;  nazionalizzate le industrie e i campi;  scarsi servizi essenziali. Effetti della guerra civile: la produzione industriale cade di 1/5 – industriale a 2/3-> cade il commercio internazionale. La Russia esce totalmente dall’economia internazionale. Lenin decide di riguardare la politica economica-> NEP (porre termine al comunismo di guerra combinando aspetti dell’economia di mercato con il socialismo):  reintrodotta la moneta;  nazionalizzata l’industria con pochi dipendenti;  si liberalizza nuovamente l’agricoltura-> agricoltori incentivati a produrre di più e per il mercato. Le grandi imprese (sopra i 20 addetti) strategiche erano ancora sotto il controllo dello stato. Le grandi imprese non strategiche erano soggette alla gestione generale dello stato ma per le questioni di operatività avevano un minimo di autonomia operativa. Con il duplice aspetto che lega l’economia di mercato ed il socialismo la NEP è il primo esperimento di economia mista. Risultati della NEP: per la produttività ha dei risultati positivi ma ha dei problemi intrinseci: per la visione politica esistente in Russia è troppo legata al capitalismo: appena muore Lenin, il governo di Stalin elimina i legami con il capitalismo. Con Stalin il governo vira verso l’idea industrialista-> la Russia si deve industrializzare (discapito contadini). 1928-> inizio della politica economica sistematica tramite piani economici quinquennali. 1. 1929-> dichiarata la collettivizzazione di tutte le terre. Esisteva un organismo centrale di controllo (Gosplan) che doveva stabilire gli obiettivi annuali di produzione. L’obiettivo posto doveva esser a tutti i costi rispettato. Il livello operativo veniva fatto in ogni impresa secondo delle decisioni prese dall’alto: le materie prime in base agli obiettivi erano immesse nel mercato (sistema input-output). I prezzi non erano liberi ma stabiliti dal Gosplan secondo criteri di coerenza con il piano (non seguivano le logiche di mercato-> non seguivano il meccanismo della domanda e dell’offerta): se c’era un eccesso di domanda non si produceva di più ma si razionava tra la popolazione. È impossibile fare previsioni certe sulla produzione e gli aggiustamenti non erano praticamente possibili. La Russia possiede anche un ritardo tecnologico e non si può produrre internamente perché non programmabile in anticipo. Una nuova tecnologia dipende dall’intrapresa personale-> un sistema rigido non lo permette. 1928-1933-> primo piano quinquennale riesce a far migliorare il paese (beneficio industria pesante); negativo-> il PIL si sposta dai consumi agli investimenti e alla difesa. Essendo tutto pianificato però si sa di non consumare più di ciò che era previsto di consumare. L’agricoltura è vessata a causa della collettivizzazione forzata. All’uscita dalla guerra i costi sono rilevanti-> la Russia rifiuta aiuto degli americani: riprende l’ideologia della programmazione economica: i primi 2 piani aiutano la Russia – 1953 = morte di Stalin gli squilibri aumentano. Fino agli anni ’60 però il sistema Russo è in forte crescita (compete con gli USA per egemonia mondiale). La crescita però è squilibrata e diseguale e da poca attenzione alla popolazione. La Russia negli anni ’60 al contrario del mondo inizia un percorso di arretratezza ed essendo che la Russia è esportatrice di petrolio e grande importatrice non permette la crescita della Russia. Nel 1989 con la caduta del muro di Berlino la Russia entra in crisi e presenta molte differenze sociali. Nel ‘900 ci sono differenti avvenimenti (1° guerra – anni ’20 – crisi ’29 – ascesa totalitarismo). 2° GUERRA MONDIALE La 2° guerra mondiale ha delle somiglianze con i conflitti precedenti ma anche delle novità. In comune con la Prima guerra mondiale ci sono delle somiglianze amplificate:  L’uso della scienza è ampio e maggiore rispetto a prima;  Nel 2° conflitto i governi fecero un ricorso più inteso alla pianificazione dell’economia e della società (propaganda e pubblicità)-> forzatura molto forte per sostenere lo sforzo bellico; la Prima guerra mondiale non è globale ma la seconda sì (si combatte anche in USA) e fu una guerra di movimento (cielo e mare) e non in trincea. Viene intensificato l’uso della tecnologia militare (es. bombe nucleari). La capacità economica e militare dei paesi è maggiore (la tecnologia costa di più): gli alleati riescono a vincere grazie alla grande capacità produttiva degli stati uniti. Tabella rappresentativa dello sforzo economico nella guerra. La Germania nonostante impieghi il 76% del PIL non riesce a vincere la guerra a differenza dell’America. L’ascesa degli stati uniti come leader mondiale garantisce: 1. La vincita della guerra; 2. La ricostruzione. 3. I costi associati al conflitto: i danneggiamenti materiali avevano interessato 10 mln di abitazioni in Germania. Il Giappone aveva ¼ del patrimonio abitativo distrutto. Ne risentirono molto le ferrovie e le infrastrutture pubbliche (es. ponti). Il capitale investito nelle infrastrutture perse un enorme valore. Effetti della guerra sul PIL pro-capite dei paesi nel 1945:  USA e UK-> PIL superiore a quello del 1938;  Francia, Italia, Germania e Giappone-> PIL pro-capite pari a quello avuto a fine ‘800. Banca internazionale per ricostruzione e lo sviluppo (banca mondiale): ente che concede prestiti a lungo termine per ricoprire i debiti causati dalla guerra (viene sostituita dal piano Marshall). La BIRS perde tale funzione e da prestiti ai paesi in via di sviluppo. Come successo per la regolazione dello scambio finanziario nelle intenzioni di Bretton Woods vi era l’idea di creare un ente sovrannazionale che potesse regolare gli scambi internazionali = international trade organisation (ITO). Questo ente doveva riformulare le norme dello scambio per uniformarlo + tutela della politica commerciale dei vari paesi per tutelare la libertà. Il trattato istitutivo non viene ratificato = il senato degli stati uniti non lo vara perché mina la superiorità commerciale del loro paese. Al posto dell’ITO viene stipulato a Ginevra l’accordo GAT. I principi a cui ambiscono è l’estensione a tutti i paesi la “clausola della nazione più favorita”. Decidono di basare il commercio sul concetto di reciprocità (abbattimento dazi). Il fatto che il GAT non avesse potere coercitivo e sovrannazionale non impediva comunque di imporre dazi. 1994 = creazione dell’organizzazione mondiale del commercio. L’applicazione del nuovo assetto mondiale non è così semplice date le diffuse difficoltà economiche. Nel post-guerra l’unico stato capace di aiutare è lo stato americano-> progettano ricostruzione europea. 1. Aiuto n° 1-> viene dato alla popolazione = aiuto avviato nel ’43 fornito dalle nazioni unite (3/4 dei finanziamenti arrivano dagli USA); arrivano alimenti, coperte, medicinali etc. È pensato per esser protratto finché i paesi europei non possano riattivare la propria produzione. Gli aiuti UNRA coprono dal ’43 al ’47 (introduzione del piano Marshall) e poi fu proseguita da altre organizzazioni. Con il passare del tempo l’Europa non riesce a risollevarsi autonomamente a causa di rallentamenti nella ricostruzione e deficit nella bilancia commerciale. L’Europa era intrappolata perché non poteva produrre per esportare non aveva soldi per importare. Gli USA nel ’47 decidono di intervenire direttamente per aiutare l’economia europea: l’aiuto non arriva per carità perché voleva evitare loro crisi di sovrapproduzione (come nel 20); inoltre volevano combattere l’ascesa del comunismo nell’Europa occidentale. La ripresa doveva coinvolgere tutta l’Europa (non ci dovevano essere frammentazioni): oltretutto in Europa la mancanza di capitali obbligava l’arrivo di capitali esteri. George Marshall annuncia un piano di aiuti per l’Europa chiamato European recovery program. Il piano nasce con l’idea che i paesi che volevano essere aiutati dovevano richiedere un aiuto congiunto e coerente al governo degli stati uniti. Dura dal 1948 al 1952 e negli USA la gestione viene affidata all’ECA e la parte europea all’OECE. Beneficiano tutti i paesi dell’Europa occidentale + altri che non erano stati chiamati direttamente in guerra. Non aderisce l’URSS e tutti i paesi satelliti dell’Europa dell’est. Nel periodo di erogazione il piano Marshall da 13 miliardi di dollari in prestito: subito beni di utilizzo primario e poi beni di capitale. Gli obiettivi strategici del piano sono:  Fornire beni e merci ai paesi europei per non innescare meccanismi distorsivi sui meccanismi delle bilance dei vari paesi; Tramite gli aiuti americani si coprono i disavanzi dei paesi europei per evitare processi inflattivi;  L’obiettivo è di restringere la potenza del comunismo e di diffondere in Europa i modelli che hanno portato l’America a crescere. Le caratteristiche del piano Marshall:  Eroga prestiti (monetari);  Eroga beni materiali per la ripresa delle condizioni aziendali (GRENTS gratuiti!). L’elemento di unicità è la concessione dei GRENTS che impone un meccanismo specifico dei beni gratis. I GRENTS vengono ceduti con un meccanismo particolare e stringente: 1. Ci deve essere uno stretto coordinamento tra le imprese del paese e tra i paesi europei. I GRENTS erano ceduti gratuitamente ed erano beni materiali che venivano acquistati sul mercato statunitense. I paesi europei rivendevano alle aziende interne ed i pagamenti finivano in un fondo di contropartita (in Italia fondo lire). Il fondo di contropartita era quello a cui si poteva accedere per far partire la ricostruzione. Il governo italiano tramite i GRENTS ottiene un aiuto gratuito-> sono le imprese che acquistano ad un prezzo calmierato i beni di cui hanno bisogno. Lo stato con quei soldi ci fa la ricostruzione infrastrutturale. Il piano Marshall necessita di un coordinamento europeo-> ente intermediario tra richiedenti e USA: i vari stati stipulavano al loro interno un piano quadriennale in cui esprimeva le sue necessità; tutti i paesi spedivano all’OECE che coordinava i vari piani europei; l’America avviava il processo di ricerca delle risorse. L’effetto del piano Marshall fu la ripartenza dell’economia e dell’industria in Europa. Il piano Marshall inoltre introduce un multilateralismo nei commerci-> si importa dall’America importando ad esempio i macchinari (si impara la tecnologia e la base ideologica su cui è progettato). Con il nuovo modello economico-politico si livellano tutte le diseguaglianze nate negli anni ’20/’30: gli stati uniti non hanno crisi di sovrapproduzione ed evita l’espansione del comunismo. Risultati:  1952-> l’Europa raggiunge i livelli prebellici di ricostruzione. Effetti negativi:  Il piano Marshall non porta all’integrazione politica (idea a cui si voleva arrivare con cooperazione). Si ha una premessa all’integrazione economica (non politica). Secondo la visione americana uno degli aspetti messi in pista era di creare un meccanismo per giungere a degli “Stati uniti d’Europa” con al centro l’OECE che doveva coordinare-> non si ottengono. l’OECE nasce come comitato per la collaborazione europea poco prima del piano ERP. Il comitato viene cambiato in OECE e diventa un’organizzazione-> USA lo vede come modo per attivare l’unificazione politica. Non si verifica perché l’OECE non aveva potere decisionale ed i paesi sono ancorati all’identità nazionale. 1961-> l’OECE si trasforma in OCSE in cui entrano anche gli stati uniti e diventa un organismo di collaborazione e consulenza per i paesi più poveri e in via di sviluppo. Non avendo potere sovrannazionale non riesce ad avviare la strada dell’integrazione politica. Fallita la strada dell’OECE come veicolo di coordinazione delle strategie europee non fallisce: si cerca un modo per mantenere un’unità. Nel continente ci sono delle tensioni da stemperare per evitare che la ricostruzione venga distrutto. La principale tra le controversie irrisolte era la gestione delle risorse minerarie del bacino della Ruhr: era sempre stato oggetto di conflitto tra Francia e Germania. L’ideologia dell’unione in questo ambito non parte dall’OECE ma la proposta parte dal francese Schumann: intuisce che il problema è risolvibile rivolgendosi direttamente ai tedeschi: stipulazione di un organismo per utilizzare in modo congiunto il bacino minerario. Questo accordo rimette le decisioni ad un organo sovrannazionale (CECA) che mette d’accordo i due stati. Tale accordo è aperto e aderiscono anche Belgio, Olanda, Lussemburgo, Italia (non aveva materie prime). Gli elementi chiave di questo organismo è l’ente sovrannazionale porta a rinunciare alla supremazia e porta al libero commercio in questo settore (riduzione dei dazi – livellamento salari…). Con la CECA si prova che l’integrazione europea è possibile-> deve essere un’integrazione tra economie europee e non può arrivare dal profilo politico. Tra i paesi non c’è la UK-> crea un processo di isolamento dell’Inghilterra rispetto all’Europa continentale: tale isolamento finisce negli anni ’60 sino al periodo della Brexit. Un altro ente fondato per completare la prima fase di ricostruzione è l’Unione europea dei pagamenti: la disponibilità di valuta estera era uno dei problemi fondamentali incontrati dopo la Seconda guerra mondiale. Il sistema monetario di Bretton Woods non entra in vigore fino al 1958. Per superare il problema di attuare delle compensazioni a livello multilaterale si fonda l’UEP: garantiva il libero commercio tra tutti i paesi aderenti all’OECE. Tutti gli scambi erano registrati e a fine mese vi era una compensazione interna all’Europa. Gran Bretagna: gran Bretagna aveva un ritardo nell’aggiornamento tecnologico + politica di isolamento (non è nella CECA). Il governo inglese (laburista) vara  il “national insurance act”-> servizio sanitario nazionale.  Nazionalizza imprese nei settori produttivi strategici (carbone – acciaio – trasporti – telefoni). o Le nazionalizzazioni furono fatte su base ideologica-> nazionalizzazione senza dare obiettivi. Le nazionalizzazioni non furono sostenute da una politica industriale adatta-> no ruolo espansivo sperato. La gran Bretagna attua la politica mista ma non usa degli obiettivi programmatici di lungo periodo: non attua i meccanismi espansivi che danno una crescita sostenuta e risollevano fortemente. Germania occidentale: la ricostruzione fu efficace perché partiva da un livello molto basso->riesce a tornare un leader mondiale. Furono identificate 3 linee di intervento: 1. Nuova riforma monetaria che permette di riattivare il processo industriale; 2. Integra l’economia sociale di mercato al massimo della sua espressione-> riesce a combinare gli effetti delle politiche miste con la crescita economica del paese (mantiene il privato ma riesce a redistribuire nel sistema gli effetti che creano più stabilità nel sistema). Il difetto dell’intervento tedesco è che la linea è troppo rigorosa-> sembra nazionalismo di Hitler; 3. Congestione delle imprese-> 1951 stabilita per legge. La congestione delle imprese consiste nella cooperazione tra capitale e lavoro tramite la presenza di rappresentanti sindacali nei consigli delle imprese. Francia: La Francia si basa su piani quinquennali (programmazione statale che pone obiettivi realistici discussi con il sistema economico per essere attuati-> non è come in Russia). La pianificazione avviene per i settori strategici e funziona molto bene (usata fino al 1970). La pianificazione implica un forte coinvolgimento dello stato nel sistema economico. Italia: nel dopoguerra c’era ancora un problema sulla politica del paese-> vince la DC che adotta una linea programmatica inequivocabile:  le scelte attuate vanno verso una politica internazionale;  basata su un sistema diretto all’industria-> diventa il centro dell’intervento statale. POST SECONDA GUERRA MONDIALE (Età dell’oro). Questo periodo inizia con gli anni ’50 e finisce nel 1973 (primo shock petrolifero mondiale). Fu un periodo di crescita ininterrotta in tutti i paesi industrializzati con il ritmo più elevato mai raggiunto. L’aumento del PIL cresce del 4,5% anno tra i paesi dell’OECE, America, Canada e Giappone: ci son state però delle differenze importanti tra i vari paesi. Il peso dell’Asia nell’economia mondiale cresce (passa dal 18 al 24%). C’è una differenza fra i paesi e fra i gruppi dei paesi: non tutti i paesi crescono allo stesso ritmo-> la crescita è più rapida nei paesi con tanta manodopera (effetto della modernizzazione a causa della riduzione della forza lavoro nell’ambito agricolo oppure grazie all’afflusso di rifugiati in Germania occidentale). La crescita è più forte nei paesi che partono con un reddito pro-capite modesto. Negli altri paesi (con reddito elevato) lo sviluppo avviene ad un tasso minore Si avvia un processo di convergenza tra i paesi più avanzati-> si riducono i gap tra i paesi più e meno industrializzati. La distanza tra gli stati uniti e l’Europa occidentale/Giappone diminuisce. La distanza tra gruppi di paesi (più ricchi e più poveri) aumenta-> i più poveri crescono ma non colmano la distanza che li separa da quelli più ricchi. Radici dello sviluppo:  innovazione tecnologica-> alla modernizzazione contribuisce l’America con il piano Erp; La tecnologia era stata pensata anche prima della guerra ma le crisi avevano sospeso la modernizzazione. Con la stabilità politica ed economica si attinge alla riserva per darle funzione. Applicando si ottiene di più.  cambiamento ruolo pubblica amministrazione-> l’economia mista la rende fondamentale perché vuole portare la stabilità generando una crescita;  processo di collaborazione internazionale-> i paesi hanno bisogno dei rapporti con l’estero;  ruolo del capitale umano-> crescendo la tecnologia nel lungo periodo, creando istituti appositi, si forma un personale adatto alle nuove tecnologie. Tutti i fattori produttivi aumentano la loro produttività generano profitti maggiori = crescita economica. Fattori alla base:  impulso dell’offerta*-> in generale il fattore che spiega l’aumento della produzione è l’aumento della resa del lavoro, del capitale e della terra;  spinta della domanda**. La golden age alla base ha i fattori sopradetti che si legano con un impulso dell’offerta che spinge la domanda. 1) Alti tassi d’investimento: *L’impulso dell’offerta deriva dal fatto che ci sono alti tassi d’investimento = maggiori investimenti. Inoltre un altro fattore è l’aumento del risparmio a causa dell’aumento del reddito delle famiglie (maggiori salari, anche le donne lavorano, welfare state e minori prezzi di vendita). Gli alti tassi d’investimento incentivano anche l’investimento privato. 2) Prezzo minore delle materie prime/energia: Il prezzo dell’energia/materie prime è basso per tutto il periodo-> aumenta la domanda di materie prime ma l’offerta è ancora più elevata (i prezzi diminuiscono). Inoltre si passa dall’uso del carbone al petrolio (più facile da trasportare). 3) Crescita delle rese agrarie: affermazione dell’agricoltura meccanizzata in tutto il mondo + rivoluzione verde (con sementi ibride). L’intervento della scienza cerca di far aumentare la resa delle sementi + uso di prodotti chimici. Aumentano anche le rese del bestiame-> si selezionano le razze per far rendere di più l’allevamento. 4) Nuove istituzioni + liberalizzazione economia mondiale: Vi è la creazione di istituzione nazionali che favoriscono la cooperazione fra gli agenti sociali e permettono l’aumento degli scambi internazionali. Tutti questi fattori portano all’aumento del consumo posto alla base della SPINTA DELLA DOMANDA**: 1. Piena occupazione; 2. Crescita del reddito; 3. Aumento reddito familiare; 4. Aumento consumi-> dato che in questa fase c’è una leggera tendenza all’inflazione le famiglie spendono la parte di reddito in più anziché risparmiare.; 5. Aumento domanda pubblica. L’aumento della domanda è portato alla spesa delle persone in beni non solo alimentari-> si afferma il consumo di beni di consumo durevoli (elettrodomestici, automobili…) = affermazione del modello di consumo di massa degli anni ’20 negli stati uniti. La golden age anche nel resto del mondo finisce negli anni ’70: con l’uscita dal “gold dollar standard” + crisi petrolifera inizia un periodo di incertezza generale. Tale rallentamento porta ad una decrescita delle economie. La golden age si dice finisca nel 1973-> gli squilibri iniziano però prima. La fine della golden age: Fine di Bretton Woods: La fine dei cambi fissi di Bretton Woods è il primo fattore di instabilità. L’America aveva una bilancia dei pagamenti sempre in avanzo (con cui pagano le guerre). Il dollaro era la valuta di riserva a livello mondiale. Nel corso degli anni ’60 gli altri paesi riescono a raggiungere l’America (che non cresce più tanto): questo va a discapito della posizione di leader degli USA. La quota dell’America nel PIL mondiale passa dal 45% al 35%-> gli avanzi della bilancia finiscono. Il dollaro si indebolisce = si indeboliscono tutte le riserve dei paesi. 1967-> diverse monete iniziano a svalutarsi (sterlina, franco…): tale processo crea un’incertezza nel mercato internazionale perché se tutti si svalutano il dollaro è sempre più sopravvalutato essendo in un regime di cambi fissi (problema per l’export). 1971-> il presidente Nixon decide di svalutare il dollaro = stop convertibilità del dollaro in oro: introduce una tassa sulle importazioni degli stati uniti = stop multilateralità a svantaggio Europa. FINE DEL GOLD DOLLAR STANDARD. Crollando Bretton Woods si torna in un sistema di cambi fluttuanti = incertezza sugli scambi internazionali. L’Europa cerca di rispondere in modo congiunto. 1972-> introduce il serpente monetario: gli stati europei si accordano per tenere gli scostamenti da un valore fisso entro una banda ristretta. Negli anni però i paesi escono dal serpente monetario. Bretton Woods è quindi la prima frattura con il periodo di forte crescita. Primo shock petrolifero: 1973-> primo shock petrolifero che porta ad un aumento dei prezzi del petrolio per volere dell’OPEC: viene cambiato il principio delle materie prime a basso costo della golden age. Israele era in conflitto con i paesi confinanti-> 6 ottobre ‘73 eserciti di Egitto e Siria attaccano stato ebraico: diventa un problema economico perché gli stati arabi produttori di petrolio lo usarono come “ricatto” verso l’Europa per aiutare i paesi dell’Egitto e della Siria. Il prezzo del greggio quadruplica = sconvolgimento delle economie occidentali (da 1,35 a 7 $ al barile). Alla fine della guerra i prezzi si calmierano. Secondo shock petrolifero: 1979-> differenti perturbazioni geopolitiche portano ad un nuovo aumento del greggio (al doppio): questo livello è irreversibile. La produzione mondiale vede raddoppiare le spese. Fine stabilità + prezzo alto materie prime = crisi economica dei paesi: i paesi più toccati furono Europa occidentale/Giappone che erano cresciuti molto nel post-guerra. I paesi per superare la crisi usarono politiche diverse = divisione politica. Oltre ai macro-fattori ce ne furono altri (minori): 1. Convergenza tecnologica con USA il trasferimento dal settore agricolo a industriale si era completato. Questo fattore portò ad un rallentamento delle crescite economiche generali. Si genera tale processo perché si riduce la produttività rispetto al ’60; 2. La produttività del fattore lavoro diminuisce = riduzione investimenti da parte delle imprese; 3. La produttività si riduce per differenti ipotesi: a. All’inizio del boom c’era il patto implicito in cui il salario era sotto la produttività purché gli imprenditori reinvestissero i profitti per creare crescita economica; tale patto implicito si basava sul fatto che gli stati si impegnavano a dare il welfare state. b. Per la teoria dei cicli si stava giungendo ad un tetto tecnologico. Non si possono fare ulteriori rivoluzioni e quindi si ha una caduta della produttività. Gli aspetti sociali si scaricano dagli anni ’60 sulla crescita economica dei paesi. Le rivendicazioni salariali portarono a tensioni nel mondo del lavoro e quindi ad un periodo di crisi economica. Effetti della crisi:  Fine delle politiche di matrice keynesiana (affermazione neoliberismo);  Rincaro del prezzo del petrolio = aumento dei prezzi = aumento dei salari = aumento prezzi… Nasce una spirale inflazionistica che porta alla caduta degli investimenti = fallimenti. USA = disoccupazione dal 4,5% al 10% (in altri paesi come UK/Italia va peggio). Aumento dei prezzi porta ad un aumento dei salari ma a loro volta aumento i prezzi = spirale inflazionistica. La crescita dei paesi rallenta e arriva a stagnare (0). Il prodotto interno dei paesi passa dal 4,5% al 1,5% a causa della spirale inflazionistica. Si conia il termine stagflazione = effetto congiunto di stagnazione – inflazione – disoccupazione. Prima del 1973 l’andamento dei prezzi e della disoccupazione aveva traiettorie diverse: prima = diminuzione disoccupazione-> aumento dei prezzi: in caso di crescita economica debole si aumentava la spesa pubblica. Se i prezzi crescevano rapidamente si tagliava la spesa pubblica e si aumentavano t. interesse. Le politiche Keynesiane erano dettate dall’economia mista del secondo dopoguerra e sono sinonimo di maggiore intervento dello stato nell’economia (importanza dell’intervento dello stato). Lo stato era sempre intervenuto con manovre anticicliche. In seguito agli shock petroliferi tali aggiustamenti non funzionarono più: i prezzi e la disoccupazione aumentano contemporaneamente + peggioramento crescita del PIL. Le politiche Keynesiane della golden age non risolvono la situazione perché lo stato non poteva intervenire perché non avrebbe potuto evitare questo meccanismo. Aumentare la spesa pubblica avrebbe portato ad un aumento dei prezzi quindi a maggiore disoccupazione. Risoluzione del problema: c’è un cambiamento della politica-> elezione di Margaret Thatcher (’79) + presidente Reagan (1981). Tali amministrazioni si affidano a scuole di pensiero contrastanti l’idea di Keynes->si affidano ai monetaristi: ritenevano che con l’espansione monetaria si sarebbe potuto risolvere il problema e nel lungo periodo l’inflazione sarebbe stata risolta. Partono dalle idee liberiste = i mercati erano il luogo dove i meccanismi economici erano efficienti: ogni elemento pubblico è un ostacolo all’economia. Le autorità governative devono ridurre le politiche sociali = privatizzare le imprese (stato deve uscire). Tale visione fu adattata dalla maggioranza dei paesi: la conflittualità sociale in questi anni diventa molto forte. Sintesi:  Liberalizzazione dei mercati;  Privatizzazione delle imprese pubbliche;  Riduzione delle funzioni dello stato. Queste 3 politiche combinate portano all’uscita dalla crisi. Diminuzione dei tassi di crescita tocca principalmente Europa occidentale/Giappone->importano petrolio. Dopo il 1973 i cicli economici iniziano a diventare più brevi (prima erano cicli circa ventennali). Tutte le economie perdono molto (il Giappone nonostante la perdita subisce meno il calo). L’Europa occidentale subisce un forte taglio sul suo peso a livello mondiale: l’Asia a differenza inizia a crescere (in particolare Cina). Al contrario di quanto avvenuto nelle precedenti crisi l’integrazione economica aumenta e non diminuisce: i paesi sono molto più spinti a commerciare tra loro = non si ostacola la globalizzazione. L’asia con le “quattro tigri” si espande nel commercio internazionale con manufatti e non materie prime. L’obiettivo di tale intervento è la totale uscita dello stato dall’economia. Motivi economici: Un mercato economico ampio aumenta la divisione e la specializzazione internazionale del lavoro = miglioramento per tutti. Un mercato grande europeo sostiene una crescita forte. Negli stati uniti il mercato ampio aveva permesso di svilupparsi velocemente. Con il fallimento dell’OECE si capisce che la forza politica deriva dalla forza economica: è necessaria un’integrazione economia che bypassa l’ostacolo della perdita di sovranità del paese: i paesi volevano la sovranità ci doveva essere un’integrazione economica e non politica. Tale organizzazione avrebbe portato a dei vantaggi economici:  Carbone e acciaio sono ancora necessari per lo sviluppo dei paesi (il maggiore bacino è la Ruhr). I confini nazionali avevano limitato fortemente i territori della Ruhr: si devono abolire le restrizioni sul commercio di queste materie. Si decide di fondare (decidono Francia/Germania poi entrano altre nazioni) la CECA nel 1951: Nasce un cartello internazionale del carbone e dell’acciaio che prevede l’eliminazione di limitazioni. Tale cartello creava libertà interna e poneva limitazioni interne comuni. Per esser creata la CECA porta alla creazione di diversi organismi sovrannazionali (non come OECE). Viene creata l’alta autorità – Consiglio dei ministri – assemblea generale – corte di giustizia. Si ha il primo passaggio in cui gli stati cedono parte della propria autorità per il settore carbone/acciaio. I trattati di Roma (1957): sono un consolidamento della costituzione della CECA: nasce l’EURATOM (compito di sviluppare l’uso energetico pacifico dell’energia atomica); nasce la CEE (comunità economica europea) ideata da Jean Monnet e prevedeva:  Eliminazione graduale dei dazi sull’importazione,  Eliminazione graduale dei contingentamenti tra gli scambi dei paesi membri (non solo carbone/acciaio). Si introduce come per la CECA una tariffa esterna comune che tutti gli stati membri devono attuare. I paesi membri attuarono politiche comuni in altri settori-> trasporti – agricoltura – FEUGA: gli ultimi due nascono per sostenere il reddito dell’agricoltura incentivando l’ammodernamento. L’Italia promuove la BEI (banca europea investimenti) che serviva a far credito alle aree meno sviluppate. Si istituisce il fondo sociale europeo per riqualificare a livello professionale la forza lavoro. Un obiettivo comune è quello di giungere ad un libero movimento di merci, persone e capitali nel territorio: il MEC profila un’area di circolazione libera + beneficio di una tariffa esterna comune. Il MEC come la CECA viene dotato di organi sovrannazionali per sovraintendere al funzionamento. 1965-> le 3 alte commissioni si fondono in un unico ente-> si prospetta l’idea di una sola comunità europea: si giunge all’istituzione di un parlamento europeo. 1957-1968-> Nel decennio furono eliminate tante limitazioni ed il bilancio fu positivo. L’export dei paesi nella CEE aumenta del 50% nel commercio mondiale e si riduce la dipendenza dagli USA. I paesi non facenti parte del MEC creano il EFTA (UK – Scandinavia – Portogallo – Svizzera – Austria): si prevedeva solo l’eliminazione delle tariffe tra i paesi firmatari (non era forte come il MEC). 1° allargamento del MEC: Durante gli anni ’60 ci fu però un freno al processo di integrazione politica: la Francia (con De Gaule-> nazionalista) si comporta da ostacolo alla UK. L’EFTA decade quando la UK entra nel MEC: dopo anni di negoziazione la UK entra nel mercato comune (1° gennaio 1973). Nella prima fase entrano anche Danimarca e Irlanda (la Norvegia vota per il non ingresso). L’inizio degli anni ’70 porta alla rinascita dell’integrazione politica. Si fa evolvere la funzione del Parlamento Europeo: 1. Subito i parlamentari erano eletti dagli stati membri; 2. 1979-> dopo i negoziati i membri sono eletti direttamente dal popolo. I membri del parlamento europeo ora siedono come raggruppamenti di partiti e non nazionali: c’è una minore frammentazione tra le nazioni-> vengono riunite nei partiti. Gli anni ’70 sono comunque un periodo di difficoltà:  Crollo del sistema dei cambi fissi di Bretton Woods;  Shock petroliferi (’73—’79). Nel ’70 anche se si lavora per una forte integrazione non si realizzano differenti elementi:  Non si crea una valuta comune (crolla il sistema di cambi fissi). Tutti i paesi cercano di affrontare autonomamente i problemi interni dovuti alla speculazione a causa della caduta dei cambi fissi e all’arrivo dei cambi fluttuanti. In questa fase i paesi europei continuano a siglare accordi commerciali = prospettiva comune negli scambi. GLI ANNI ’70 SONO UN DECENNIO DI STOP AND GO (a causa dell’instabilità nazionale). Nel caso italiano alla fine degli anni ’70 si cerca di risolvere in modo congiunto la questione monetaria: non si arrivò ad una politica monetaria comune ma l’obiettivo rimase. 1979: creazione del sistema monetario europeo. IL SISTEMA MONETARIO EUROPEO: Nasce il sistema monetario europeo per far riprendere stabilità alle monete (dopo Bretton Woods). Era impossibile rinegoziare un sistema monetario internazionale-> si tenta a livello europeo. La fluttuazione dei cambi è negativa per il commercio comune (se una moneta si svaluta aumenta le esportazioni-> avvantaggia il primo paese ma svantaggia il secondo). I paesi europei devono aggiustare tramite la cooperazione il sistema monetario: il sistema m. europeo è un sistema di accordi che regola i rapporti di cambio tra i paesi aderenti. Il consiglio europeo decide di prendere come moneta centrale l’ECU (moneta convenzionale e virtuale): tale moneta era stata ideata per poter avere un’unità di conto comune e per eseguire le transazioni tra le banche europee. Era una valuta “paniere”-> era la media ponderata delle valute delle monete dei paesi membri. Ogni valuta nazionale aveva un certo peso dipendente dall’importanza economica in termini di reddito del paese e di commercio comunitario. Il sistema monetario Europeo imponeva che i paesi si accordassero in modo tale che il tasso di cambio delle valute nazionali fosse limitato in una fascia (dipendente dal valore dell’ECU). Quando si raggiungeva uno dei due valori limite interveniva la Banca centrale per riportare il valore della moneta nazionale entro i limiti consentiti dalla fluttuazione. Risultati dello SME: 1. si riesce a superare le difficoltà degli anni ’70-> porta alla stabilità monetaria; 2. Gli stati attuano delle politiche di rigore monetario-> aumentando i legami di cooperazione; 3. Grazie alla stabilità i paesi iniziano a capire che l’unificazione monetaria aveva dei benefici. Anni ’80: Gli anni ’80 riprendono il rilancio del processo di integrazione (guidato da Jacques Delors): 1981-> ingresso Grecia; 1986-> ingresso Portogallo – Spagna. 1986-> Atto unico europeo: obiettivo = allargare il mercato interno (rimozione delle barriere fisiche – tecniche – fiscali entro il 1992). Singapore: Fu sotto l’amministrazione della compagnia delle indie orientali inglesi e diventa una base navale. Viene per un periodo presa dal dominio giapponese ma poi torna sotto il dominio inglese. Lo sviluppo economico è basato sul settore manifatturiero + turismo + commercio navale. Prevale un governo accentrato (accompagnato dal liberismo economico). Corea del sud – Taiwan: sono paesi più vasti. Taiwan è una colonia giapponese – la Corea è divisa nel dopoguerra in due parti. Taiwan: viene ceduta ai giapponesi che la industrializzano sul modello giapponese. Alla fine della Seconda guerra mondiale i giapponesi sono espulsi e il paese partecipa alla guerra civile cinese: a Taiwan si rifugia la fazione nazionalista-> proclama la repubblica di Cina non riconosciuta. Taiwan si sviluppa grazie all’intervento dello stato secondo il modello giapponese: lo stato supporta l’iniziativa di gruppi industriali privati di genere medio/piccolo. L’industria di Taiwan è forte nella tecnologia – petrolchimica – tessile. Corea del Sud: Tra le quattro tigri è la zona più estesa. La colonia diventa una colonia del Giappone nel 1910-> inizio di processo di sviluppo infrastrutturale. Concentrano lo sviluppo della corea nella parte nord (prima della divisione). Con la Seconda guerra mondiale il paese viene diviso (nord sotto i sovietici – sud sotto l’America). Il sud inizia il suo sviluppo economico nel ’60-> prima erano sviluppati nell’agricoltura. Si instaura un governo militare che inizia uno sviluppo basato sulla pianificazione economica quinquennale.  Il piano viene impostato sull’industrializzazione leggera.  1973-> inizio dello sviluppo dell’industria pesante (petrolchimica – nucleare …). In questo caso vi è l’intervento statale-> segue il modello giapponese delle Zaibatsu (chiamato Kebol): sviluppo dell’impresa famigliare (modello del gruppo giapponese) con un core business definito. Hyundai – Samsung – LG – SK – Daihatsu = principali Kebol. 1980-> il paese inizia la democratizzazione (stop governo militare). 1996-> la corea del Sud aderisce all’OCSE. Il problema della corea del sud è che non si ha il welfare state che sostenga le crisi dei Kebol. Generalmente lo sviluppo delle quattro tigri parte a inizio ‘900 fino al 1990 con ritmi elevati. Accanto alla crescita economica migliora il livello di vita di molti abitanti. Le tigri si sviluppano diversamente e lo fanno diversamente anche rispetto all’Europa: 1. Aumenta l’export di manufatti industriali (in Europa ci si basa sull’export del settore primario); lo fanno perché non hanno materie prime da esportare; 2. Il livello di reddito di partenza era inferiore rispetto all’Europa. 3. Inizialmente l’esportazione di manufatti aveva basso valore aggiunto-> poi lo aumentano; 4. La maggior parte della produzione era fatta da imprese locali-> no apporti di capitale straniero. Fu importante il ruolo delle banche locali che reperivano i capitali nazionali per finanziare le imprese. Lo stato ha un ruolo fondamentale nello sviluppo:  Investe in infrastrutture;  Investe nell’istruzione;  Investe particolarmente nei settori più competitivi internazionalmente. Fino al 1997 si adotta una regolamentazione finanziaria a supporto delle diverse aree dei paesi. Le quattro tigri si sviluppano singolarmente ma seguono i 4 principi + ruolo dello stato autoritario. Tale crescita (forte per i paesi) non causa un cambiamento internazionale (solo 1,7% del PIL mondiale): la crescita delle quattro tigri però favorisce lo sviluppo di altri paesi dell’Asia. CINA La Cina non ha mai voluto uscire dalla sua conformazione politica-> governo imperiale autarchico. La staticità porta la Cina a ristagnare dall’età medievale al XX secolo. 1911-> muore l’ultimo imperatore: l’anno dopo viene proclamata la repubblica cinese di carattere fortemente nazionalista. 1921-> nascita del partito comunista con a capo Mao Zedong: inizio di una guerra tra nazionalisti e comunisti->vincono i comunisti - nazionalisti fuggono a Taiwan. 1949-> proclamata la Repubblica popolare cinese controllata dal partito comunista cinese. 1976-> muore Mao Zedong. Storia economica cinese: Mao Zedong adotta il modello comunista ma con dei particolari tratti:  Adotta un modello di pianificazione simile a quello sovietico = collettivizzazione agricola (prima privata) + collettivizzazione della totalità della produzione industriale. Il PIL cinese crebbe del 4,8% (valore più alto dell’india e della Russia ma più basso del Giappone). A livello pro-capite la crescita però fu molto più contenuta-> la popolazione non beneficia della ricchezza. Ci sono 2 momenti chiave: 1. 1959 – 1962 = “il grande balzo”; 2. 1966 – 1970 = la rivoluzione culturale. In entrambe i momenti si registra una forte riduzione del reddito pro-capite: la popolazione (che era già povera) è ancora più colpita da questi momenti di crisi. Mao delinea una forte pianificazione ed il paese cresce poco a livello pro-capite-> la popolazione sta male. 1959 – 1962: Nel primo periodo si evidenzia Mao che attua un intervento nelle economie graduale. Tra il ’59 e il ’62 attua politiche drastiche che portano ad una forte trasformazione. L’idea della pianificazione inizia a culminare nel 1953 (rafforzamento verso il socialismo): la collettivizzazione avviene obbligando i contadini a entrare in compagnie agricole. La pianificazione però causa gravi problemi di produzione-> risposta = “politica del grande balzo”. Si decide di effettuare uno spostamento massiccio di uomini dall’agricoltura all’industria-> trasformazione! La strategia funziona finché l’agricoltura non subisce shock produttivi (1960). 1960-> l’agricoltura entra in crisi a causa di raccolti scarsi (carestia con 25/30 milioni di morti). (anche l’Inghilterra riesce a svilupparsi perché c’è un surplus produttivo dell’agricoltura). Mao imputa le difficoltà del paese non alla sua strategia ma perché il paese era suddiviso in classe: le classi del vertice erano contrarie allo sviluppo economico. 1966 – 1970: per porre una soluzione lancia la “rivoluzione culturale” -> obiettivo = eliminare le classi borghesi. Chiude le scuole superiori e le università per far rientrare tutti nella classe operaia. Gli effetti economici non furono forti mala rivoluzione sociale sì-> molte persone perdono lo status sociale. Durante gli anni di governo di Mao ci fu una buona crescita del paese a livello aggregato e non pro-capite ma le conseguenze sulla società furono forti (e negative). Dopo la morte di Mao i problemi sociali fecero nuovamente avvicinare la Cina all’economia di mercato e all’occidente con il presidente Deng (si abbandona il socialismo come dottrina economica). IL RALLENTAMENTO DEI PAESI AD ECONOMIA AVANZATA DAL ’73: Ci sono forti differenze tra i paesi nelle varie fasi del rallentamento:  USA e UK hanno una riduzione dell’1%;  Germania Francia e Italia hanno trassi di riduzione del 4%;  Giappone ha tassi di decrescita molto forti. Decrescono maggiormente i paesi cresciuti di più durante la golden age (sfruttando l’assorbimento dei processi tecnologici provenienti dal nord America e che hanno sfruttato lo spostamento del lavoro dall’agricoltura all’industria. Nella seconda metà degli anni ’70 il processo di convergenze arriva alla fine perché tutti hanno raggiunto i livelli del leader. Dopo questa fase i livelli di differenza sono marginali rispetto ai tassi registrati tra gli anni ’50 – ’70. Un elemento chiave del rallentamento è legato a quello che succede negli USA. Gli USA era lo stato con maggior peso nella produzione mondiale e sono stati i leader della golden age. Gli studiosi hanno identificato un rallentamento del paese leader assoggettandolo ad un complessivo calo del tasso di crescita della produttività (essendo paese leader trascina con sé tutti gli altri paesi). Rallentano gli effetti positivi dei cambiamenti tecnologici e dei processi produttivi delle imprese. Rallenta il contributo positivo del cambiamento tecnologico che aveva aiutato la crescita economica. Ci fu una discrepanza tra il vedere i benefici delle tecnologie introdotte e la loro introduzione. A cavallo con il nuovo millennio l’economia americana ha avuto una nuova crescita economica (durata molto meno) dovuto ad un nuovo sviluppo tecnologico = terza rivoluzione tecnologica. FINE
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved