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Vita di Gesù: Storia, Fede e Cristianesimo - Prof. Nicolotti, Appunti di Scienza delle religioni

La vita di gesù, la sua storia e la sua influenza sul cristianesimo. Della situazione della palestina all'epoca di gesù, delle lettere di paolo, della successione di gesù e della figura di paolo di tarso. Inoltre, viene analizzato il ruolo di nazaret e la famiglia di gesù, le reazioni alla morte di gesù e la missione fondata sulla risurrezione. Una visione complessa e interessante della figura di gesù e del suo impatto sulla storia.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 22/02/2024

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Scarica Vita di Gesù: Storia, Fede e Cristianesimo - Prof. Nicolotti e più Appunti in PDF di Scienza delle religioni solo su Docsity! Storia delle origini cristiane Argomenti 1. Concetto di origini cristiane. Mito delle origini. Cosa significa "origine". Terminus ante quem e post quem delle origini cristiane. Il termine cristianesimo. Cristianesimo come religione indipendente. 2. Situazione della Palestina all'epoca di Gesù (articolo Nicolotti sul tema) 3. Fonti su Gesù. Paolo. Le sue visioni (o apparizioni). Vangeli. Sinottici, Giovanni, Vangelo di Tommaso, Fonte Q. Generi letterari e storicità. Caratteristiche dei Vangeli. Questione del Gesù storico. Gesù reale, storico e della fede. Separare fatti da teologia? Si può scrivere una vita di Gesù? Problema del soprannaturale nei Vangeli. 4. Terstimonium Flavianum. Tacito. Trasmissione testuale dei Vangeli. Testo alessandrino e occidentale. Vangelo di Marco. Vangelo segreto di Marco. (documento su Flavio Giuseppe e Tacito) 5. Vangelo di Pietro. Vangeli giudeocristiani. Agrapha. Famiglia di Gesù. Sua nascita. Nazareno o nazireo? Città di origine e datazione. Racconti della nascita e nascita verginale. Gesù dodicenne. Istruzione di Gesù. Gli anni "ignoti" di Gesù e le teorie per colmarli. 6. Gesù carismatico. Gesù e Giovanni, Il battesimo. Il discepolato. Gesù e le donne. Gli avversari di Gesù. 7. Gesù escatologico. Gesù maestro. Gesù taumaturgo. Ultima cena e fine. Dissonanza cognitiva. 8. Reazioni alla morte di Gesù. Missione fondata sulla risurrezione, oppure no. Successione di Gesù. Situazione a Gerusalemme intorno al 35. Giacomo e la famiglia di Gesù. Situazione a Gerusalemme intorno al 48. Gli ellenisti. 9. Sinossi racconto resurrezione (file con tabella) 10.Cristianesimo ad Antiochia. Paolo e Antiochia. L'incidente di Antiochia. Frizioni con i Giudei. Cristianesimo ad Alessandria. Cristianesimo a Roma. Claudio e "Chresto", Prisca e Aquila. Nerone. Saluti nella Lettera ai Romani. Chiese domestiche. Febe. Organizzazione della Chiesa secondo Clemente. Fondazione della Chiesa di Roma. Pietro e Paolo. Pietro a Roma. (video su Pietro a Roma) 11."Chiesa". organizzazione delle chiese paoline e triade di governo. Didaché e triade di governo. Lettere pastorali. Presbiterato e diaconato. 12.Clemente ai Corinzi. Roma verso il monoepiscopato. Il pastore di Erma. Egesippo. Liste episcopali. Vittore e la controversia pasquale. Le lettere di Ignazio. Quanti cristiani nell'impero? Plinio e Traiano (lettera di Clemente) 13.Lezione di Mauro Belcastro su Paolo 14.Celso. I cristiani e il potere politico (Discorso vero, non è in programma però) 15.L'apocalisse di Giovanni. Persecuzioni imperiali. Martiri di Lione e Vienne. Atti di Perpetua. Perché il cristianesimo ha avuto successo 16.Giudeocristianesimo e suo destino dopo le guerre giudaiche. La benedizione dei minìm. Contrasti fra ebrei e giudeocristiani. Gli Ebioniti. Marcione e la sua teologia. Il Vangelo di Marcione. 17.Gnosi e gnosticismo. Antico e Nuovo Testamento. Le "scuole" cristiane. Il montanismo. 18.Eresia, eterodossia, ortodossia. Walter Bauer e l'origine dell'eresia. Giustino e l'eresia. Egesippo e l'eresia. Eusebio e l'eresia. L'autore dell'Elenchos e l'eresia. Eresia ed escatologia Origini cristiane: cosa significa Concetto di origini cristiane. Mito delle origini. Cosa significa "origine". Terminus ante quem e post quem delle origini cristiane. Il termine cristianesimo. Cristianesimo come religione indipendente. Origini In genere si intende un momento di purezza a cui guardare successivamente come un modello e spesso vengono esaltate. Questo a causa di un pregiudizio (bias) cognitivo dell'uomo, che tende a sopravvalutare l’origine fenomeni attraverso un vero e proprio "mito delle origini" (nazioni e organizzazioni sociali danno grande importanza al ricordo dell'inizio, inizio spesso posto a modello) in cui tutti si comportano bene, hanno fede, conoscono il giusto e lo sbagliato, danno la vita per le credenze, non sbagliano, non creano conflitto; in realtà non c’è origine assoluta e perfetta, in quanto il passato non è mai diverso dal presente nei meccanismi cognitivi (ex.homo sapiens uguale nei secoli) e pertanto va demitizzato in questo senso. Nel cristianesimo in un momento di crisi d'identità ed incertezza il cristiano guarda a Gesù e agli apostoli come esponenti della purezza delle origini. Tali origini sono però difficili da identificare, in quanto non si sa se coincidano con la nascita di Gesù, l’inizio della predicazione, la sua morte o la prima riunione degli apostoli. Di certo non si sceglie una data precisa ma possiamo identificare un periodo di convenzione anche in base a due parametri detti termini: - Post quem: punto dopo il quale si può ritenere che qualcosa sia esistito. In ambito documentario coincide con la data dell’autore. Per il cristianesimo delle origini è I secolo a.C. - Ante quem: punto prima del quale si può ritenere che qualcosa sia esistito. Per il cristianesimo delle origini è il 70 d.C. (anno distruzione tempio Gerusalemme) oppure 130 d.C. (guerre Giudaiche). Per quanto riguarda l’acquisizione di una fisionomia basata sui ruoli (episcopato) si pensa alla metà 2° secolo d.C., 4° secolo (Costantino). Cristiane Il cristianesimo si definisce come movimento religioso (categoria del pensiero teologico giudaico) che si rifà alla figura di Cristo (dall’aggettivo kristòs sia in greco che ebraico, "unto" oppure "messia"), universalmente Gesù di Nazaret. Noi per non dare un giudizio teologico useremo il nome Gesù. e sposata con un altro di questi ancora vivo, quindi teoricamente per la legge giudaica non potevano sposarsi; secondo Giuseppe Flavio Giovanni Battista accusa Antipa di condotta immorale e per questo sarebbe stato mandato a morte (già inviso a Antipa), quindi anche per motivazioni politiche. Nel vangelo si dice che Salomè, figlia di Erodiade, abbia ammaliato Antipa con un ballo e il sovrano gli abbia promesso quello che voleva, lei avrebbe chiesto la testa di GB. ● Filippo: Mantiene il controllo della regione per tutta la vita e alla sua morte il territorio passa sotto la provincia di Siria. ● Archelao: sovrano della Samaria e della Giudea, Archelao non si comporta secondo i desideri dei romani e accusato da una commissione di ebrei di crudeltà viene destituito. Dal 6 il suo territorio passa sotto il diretto dominio dei romani (governatore/prefetto di Siria) fino al 66. E’ qui che dal 26 al 36 Ponzio Pilato opera come prefetto: ci parlano di lui i Vangeli, Filone di Alessandria, Giuseppe Flavio, tutti in maniera negativa. Alcuni episodi che lo riguardano: ○ Vuole entrare a Gerusalemme con le insegne dell’imperatore anche se è vietato avere rappresentazioni dalla religione giudaica, di fronte all’opposizione dei sacerdoti che sono disposti a farsi uccidere soprassede ○ Costruisce un acquedotto con i soldi del tempio ○ Espone gli scudi con i simboli romani sul suo palazzo ○ Uccide chiunque si opponga alle sue decisioni ○ 65 d.C: un profeta samaritano (loro avevano un giudaismo particolare) aveva raccolto vicino ad una collina i suoi fedeli dichiarando che vuole mostrare loro il tesoro di Mosè e Ponzio Pilato li massacra perchè turbano l’ordine pubblico. Videllio, governatore della Siria, lo rimuove e lo rimanda a Roma dopo una protesta In ogni caso i giudei sono sempre più spazientiti dai soprusi dei romani. In seguito Erode Agrippa I (41-44) prova a riunire il regno. Agrippa II viene ricordato perchè avrebbe incontrato Paolo. Le guerre giudaiche ● 66-73: prima guerra giudaica, la Palestina insorge contro i Romani a causa di alcuni partiti che vogliono la guerra armata (sicari, zeloti). Momento culminante: nessun sacrificio giornaliero per l’imperatore, poi scoppia la guerra. Dopo una battaglia persa da Cestio Gallo, Nerone manda Vespasiano ○ 69: Tito (figlio di Vespasiano) attacca Gerusalemme, nel 70 distrugge il tempio di Gerusalemme (cuore della città) anche se non ci sono prove che lo volesse lui in prima persona: secondo Giuseppe Flavio, prima generale delle truppe antiromane e poi passato dalla parte dei Romani avendo previsto che Vespasiano sarebbe diventato imperatore, Tito non voleva ma i suoi hanno lanciato dei tizzoni ardenti contro il tempio ● 132-135: seconda guerra giudaica, giudei vs Adriano. Scintilla scoccata per un cambio di nome imposto alla Giudea dai Romani. Perdono di nuovo, sopra il tempio di Gerusalemme viene costruito un tempio dedicato a Giove (dissacrazione massima). Durante le guerre giudaiche una parte del movimento dei cristiani lascia la Giudea per non combattere e questo li porta in odio agli altri giudei. La struttura sociale giudaica A Gerusalemme il controllo era mantenuto da soldati nella Fortezza Antonia, ma erano presenti anche dei soldati che però rispondevano ai sacerdoti. I sacerdoti erano anche tra le poche categorie esentate dalla riscossione delle tasse da parte dei pubblicani; la moneta utilizzata era propria della Giudea, senza rappresenazioni imperiali per questione religiosa, ma a questa era affiancata la moneta imperiale perchè corrente. I romani rispettavano alcune tradizioni giudee (ex. Il sabato non potevano essere chiamati in tribunali, Caligola viene persuaso dai suoi collaboratori romani a non mettere la sua statua nel tempio ecc.) e in cambio i Giudei accettavano di fare un sacrificio quotidiano per l’imperatore. La società giudaica comprendeva: ○ Sacerdoti: aiutati dai leviti si occupavano del tempio di Gerusalemme (centro religioso, amministrativo, commerciale) e di ciò che era connesso a questo. ■ Capo: sommo sacerdote, prima sovrani ma sotto i romani non più. una volta all’anno entrava nella zona inaccessibile sancta sanctorum (vedi carta del prof su moodle). ■ Disprezzo crescente per via del collaborazionismo con i romani, a volte li eleggono loro ○ Scribi: anche detti maestri o dottori della legge. Studiano la legge e sono esperti della dottrina, vivono un po’ in tutto il territorio. Nei vangeli hanno una brutta reputazione. ○ Aristocratici: anche detti anziani, sono ricchi. ○ Contadini ○ Piccoli imprenditori ○ Artigiani ○ Schiavi ■ Ebrei: di serie A. Dopo qualche anno spesso veniva liberato. ■ Pagani: di serie B. Si è giudei se si è circoncisi e se si ha madre ebrea. Si può diventare ebrei ma non si tratta di una religione proselitistica (popolo giudaico eletto, nessuna necessità di convincere gente ad entrare); alcune fazioni più aperte ad accogliere altri meno i proseliti, cioè i convertiti e circoncisi successivamente. Degni di nota sono anche i timorati di Dio, cioè coloro che accettano la fede ebraica MA non sono circoncisi, quindi non sono parte del popolo ebraico. Le donne La vita per le donne secondo la Torah era molto dura. Non avevano libertà di scegliere il proprio marito, il fidanzamento era gestito da sposo e dal padre della sposa (più contratto che altro). Spesso erano spose a 12/13 anni e c’era la possibilità che fossero ripudiate: alcuni ripudiavano per pochissimo (ex. Incapacità di cucinare), altri per motivi seri (ex. Comportamento irrispettoso per le leggi, tradimento punibile con la lapidazione fino alla morte). Se non producevano figli potevano essere lapidate. La poligamia non ammessa, ma l’uomo poteva risposarsi quando vedovo. Le donne non potevono partecipare alla vita pubblica né testimoniare a processo, dovevano tenere la testa coperta e non potevano parlare con uomini liberamente e viceversa. Il fatto che Gesù fosse seguito da donne è anomalo, anche se queste avevano spesso un ruolo secondario e di mantenimento (spesso ricche). Il fatto che il sepolcro vuoto sia stato trovato prima da donne fa pensare sia che le figure femminili siano prese più in considerazione ma anche che la visione dell’angelo potrebbe non essere riportata da fonti affidabili. I gruppi religiosi e i luoghi di culto La sinagoga (da synagoghè, “il posto dove si va per sta insieme”) E’ il luogo in cui ci si trovava per leggere la parola di Dio. NON è necessariamente il Tempio (uno solo, a Gerusalemme). E’ anche luogo di anche istruzione, discussione, ristoro e amministrazione della giustizia. Il suo capo era l’arcisinagogo, eletto. Suonava il corno per fare capire quando iniziava il sabato. Il suo ruolo è quello di leggere le Scritture e le commentarle. L’amministrazione della giustizia è esercitata dai locali mediante il Sinedrio, tribunale religioso a Gerusalemme costituito da sacerdoti e rappresentanti delle varie classi sociali e vagamente simile ad un senato. Il Sinedrio non può somministrare la pena capitale, ma è comunque possibile l’intervento romano. I Romani tendono a rispettare le sue decisioni. Vi sono vari gruppi religiosi interni al giudaismo, che rispecchiano diversi modi di vivere l’ebraismo. Le principali riportate dalle fonti sono: ● Sadducei: partito religioso della classe dominante, in genere i sacerdoti/sommi sacerdoti appartengono a questa categoria. Inizialmente con il controllo del Sinedrio. Molto distanti dalla popolazione comune e per questo disprezzati, ma in ottimi rapporti con i romani. ■ Tradizionalisti: ostili alle novità introdotte nel tempo (no all’anima immortale, no alla resurrezione, no agli angeli) ■ Considerano autorevole solo il Pentateuco della Bibbia ● Farisei: molto rispettosi della Legge e fieri di questo, diffusi su tutto il territorio. In genere più vicini alla popolazione e leggevano più libri dell’Antico testamento, più aperti alle innovazioni. - Fonte Q: frasi (loghion) dette da Gesù senza il contesto narrativo; la parte narrativa è confluita all’interno dei v di Luca e di Matteo. Non l’abbiamo integralmente ma possiamo ricostruirlo. - Tommaso: scoperto a metà del ‘900. Conferma la possibilità dell’esistenza di un testo fatto solo di detti, ma è ben diverso da Q pur essendo somigliante. Inoltre è in copto, non in greco, e quasi sicuramente sono state modificate e aggiunte cose. I detti riportati si trovano anche nei canonici, o perlomeno sono simili. Secondo alcuni è molto antico, secondo altri no, non abbiamo fonti sufficienti. - Hegerton 2: vangelo su disputa di Gesù, frammentario - Vangelo segreto di Marco: molto antico, secondo alcuni sarebbe una truffa/falso. E’ stato rinvenuto rinvenuto da Morton Smith a Marsava nel 1958, ritrovato all’interno di un libro a stampa di cui l’originale è sparito ma di cui ci sono le fotografie. Secondo le scopritore è o dipendente da Marco (Gesù è un mago) oppure anteriore e fonte del vangelo di Marco, oppure ancora una rielabolazione tradiva. - Vangelo della moglie di Gesù: frammento in copto sulla moglie di Gesù (Dan Brown ha rovinato tutto). Falso Novecentesco. - Pietro: come tanti, citato dalla “patristica” (termine da NON usare ma genericamente. Si intendono le opere dei padri della Chiesa detti più correttamente “scrittori ecclesiastici”) per confutarlo. Lo avevamo solo per citazione indiretta, poi è stato trovato parzialmente nel 19° secolo in una tomba di un monaco egiziano cristiano (passione, morte, resurrezione, apparizione, per il resto perduto). E’ il primo descrivere la resurrezione di Gesù, perchè nei canonici solo sepolcro vuoto. E’ stato scritto probabilmente tra il 70 e il 190 e possiamo datarlo grazie ad una lettera di Serapione che lo cita; sicuramente è successivo ai canonici, anche se non abbiamo altri agganci cronologici. Qualche studioso crede che sia indipendente dai canonici (anteriore: scuola di Crossan, oppure contemporaneo ma indipendente). 3. Àgrapha: vari detti di Gesù in frammenti papiracei isolati, difficili da collocare. Si tratta probabilmente dell’unione di detti circolanti, porzione vangelo conosciuto ma non definitivo, pezzo di vangelo sconosciuto ecc. Il contesto narrativo è fondamentale per la collocazione e qui purtroppo manca. A volte i detti non vengono nemmeno attribuiti a Gesù dall’autore perchè il personaggio non era importante secondo lui! Non c’è ancora una cristologia tale da vedere Gesù come un “vate”; a volte neppure frasi nei vangeli canonici. 4. Vangeli giudeo-cristiani: tutti perduti, abbiamo solo alcune citazioni. Erano almeno 2 o 3: Vangelo degli Ebrei, dei Nazareni e degli Ebioniti (“dei poveri”). La datazione è problematica e si creerebbe un grosso problema teologico se fossero anteriori ai canonici, perchè tendenzialmente ciò che è più antico è più vicino alla verità. Si tratta in ogni caso di prodotti da correnti interne ai seguaci di Gesù giudeo- cristiani che ritenevano che per la salvezza fosse necessaria non solo la fede in Gesù ma anche il rispetto della legge giudaica. Non c’è un vero distacco dal giudaismo in quanto viene effettuata la circoncisione, c’è rispetto del sabato e della legge mosaica, e si va al tempio, ma si dà comunque una posizione predominante a Gesù. Per i frammenti che ci sono giunti sono simili ai canonici ma Gesù è molto diverso: non è divino, non infrange la legge giudaica e invita a rispettarla. Si ritiene che l’apostolo Giacomo faccia parte della tradizione giudeo- cristiana, ma la corrente alternativa che poi diverrà predominante supera questi aspetti (esempio: Paolo). 5. Fonti “extracristiane”: spesso problematiche perchè si basano su fonti cristiane. Tra le extracristiane annoveriamo Tacito e Giuseppe Flavio; dall’inizio del 2° secolo (epoca di Tacito) anche i Giudei parlano di Gesù, ma in maniera molto denigratoria, descrivendolo come un mago che ha sedotto Israele, in seguito appeso (impiccato, pena giudaica, quindi i Giudei si assumono la responsabilità della condanna senza fare cenno a Pilato. Da alcune di queste fonti vengono nominati 5 discepoli dai nomi sconosciuti rispetto alle altre Scritture. Gesù reale, storico e della fede Si possono indagare 3 aspetti di G: 1. Reale: quello che Gesù è stato veramente. E’ impossibile ricostruirlo al 100%. Irraggiungibile, ma si tenta di ricostruirlo. 2. Storico: prodotto della ricostruzione dello storico. 3. Della fede: l’oggetto della fede religiosa. Va tolto dalla ricostruzione storica. Nel 900 qualcuno si oppone alla possibilità che non si possa ricostruire un Gesù storico perchè il Gesù della fede è troppo ingombrante. Tra questi vi è Albert Schweitzter, che dimostra che anche lo storico attraverso la sua ricostruzione proiettano la loro opinione sul Gesù storico. Quando si consultano le fonti si deve tenere presente che anche gli evangelisti hanno una concezione di Gesù variabile. Per esempio Giovanni ha una cristologia alta, Marco più bassa. Le fonti quindi assumono la concezione teologica dei loro autori. Se ci si imbatte nel sovrannaturale, lo storico deve comunque indagarlo. Ad esempio di fronte all’episodio della moltiplicazione del pane e dei pesci si possono fare 3 ipotesi: 1. L’autore voleva proprio dire quello 2. L’autore voleva dire quello ma mettendo l’enfasi sul ”nutrire con le parole” 3. L’autore ha ascoltato un testimone oculare che si è sbagliato (ex. Gli sembrava che non ci fosse abbastanza cibo e invece c’era), oppure Gesù ha fatto un trucco Chi è Gesù Racconti della nascita e nascita verginale. Gesù dodicenne. Istruzione di Gesù. Gli anni "ignoti" di Gesù e le teorie per colmarli. La nascita e i primi anni E’ nato sicuramente prima del 4 a.C. visti gli accenni ad Erode. Ci si riferisce a lui come “il nazareno” (Marco, Giovanni), quindi in teoria dovrebbe essere nato a Nazaret; tuttavia Matteo e Luca raccontano un po’ dell’infanzia di Gesù e il luogo di nascita dovrebbe essere Betlemme (Giudea). Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che in questo modo Gesù sarebbe nato in una città della stirpe di Davide e quindi di stirpe messianica secondo il Vecchio Testamento. Nel libro di Michea si parla inoltre di “Messia che verrà da Betlemme”, quindi comodo farlo nascere lì per fare avverare la profezia. Secondo la narrazione di Matteo e Luca anche il padre di G Giuseppe sarebbe di stirpe di Davide ma avrebbe vissuto in Galilea. Lo spostamento a Betlemme sarebbe dovuto ad un presunto obbligo di censimento nella propria natale per ordine dell’imperatore. Non abbiamo tuttavia nessuna notizia di questo censimento in data compatibile nelle fonti. Il racconto della nascita è molto favolistico: con tutta probabilità il parto non è avvenuto in una grotta né c'era neve. E’ un racconto simbolico, non ha valore storico per gli studiosi: spesso è una reinterpretazione testi biblici anteriori (ex. Nei Numeri si parla di una stella legata ad una profezia e quindi possibile inserimento nei testi). Alcuni esegeti per questo motivo rigettano il cap 2 di Matteo e di Luca considerandoli non affidabili. Di quello che accade dopo la fuga in Egitto sappiamo poco. Sembrerebbe che G e i suoi genitori siano stati lontani per un periodo e poi abbiano fatto ritorno in Galilea. La biografia di Gesù ha un primo buco temporale fino ai 12 anni nei canonici fino all’episodio del tempio (Luca 2): dopo essersi al tempio viene ritrovato dopo 3 giorni mentre discute con i maestri dando risposte assennate. Segue un secondo buco temporale fino ai 30 anni. Non se ne parla nei testi, sinagoga di Cafarnao), guarigione dalle malattie (diverse dal demonio) e conversioni. Quando predicava G parlava in aramaico, forse sapeva l’ebraico e forse sapeva leggere. Non sappiamo se sapesse altre lingue, forse sapeva il greco per parlare con Pilato (ma è possibile che fosse presente un interprete). Non sappiamo nemmeno se sapesse scrivere, ma nell’episodio dell’adultera lapidata scrive per terra con un bastoncino, ma forse si limita a disegnare; poco chiaro è anche se abbia studiato o frequentato la scuola della sinagoga. Gesù carismatico ed escatologico Gesù carismatico. Gesù e Giovanni, Il battesimo. Il discepolato. Gesù e le donne. Gli avversari di Gesù. Gesù escatologico. Gesù maestro. Gesù taumaturgo. Gesù e Vico. Ultima cena e fine. Dissonanza cognitiva. Carismatico Si definisce carismatico una persona che non trae giustificazione per il proprio potere dal gruppo autoritario di riferimento. Infatti non è nominato, eletto, scelto da nessuno, ma ha un contatto diretto non mediato con la divinità e ciò lo rende oltre le istituzioni. G rientra in questa categoria perchè non è un dottore della legge né ha frequentato “scuole rabbiniche”: quello che ha deriva da sè stesso o da Dio. Uno studioso che si è occupato del contrasto carisma-istituzioni è Max Weber, storico. Un esempio alternativo di carisma contemporaneo a Gesù è Giovanni Battista, che battezza Gesù, quindi Gesù si pone in inferiorità rispetto a lui e potrebbe essere stato addirittura suo discepolo. I vangeli insistono su alcuni aspetti della predicazione di GB che lo rendono diverso da G: ● Riteneva che si sarebbe abbattuta la collera di dio che avrebbe colpito tutti gli uomini, scampo solo con preghiera e pentimento pubblico (ravvedimento) ● Chiamato prodròmos, “precursore” ● Vita ascetica, molto diversa dai carismatici del suo tempo (Gesù compreso) ● Il Battista aspetta il cambiamento ed è più pessimista, Gesù dice che il cambiamento è già in atto e risulta leggermente più ottimista. Entrambi aspettano un intervento divino I discepoli I discepoli (mathetai) sono i seguaci di Gesù in vita. Gli apostoli (“inviati”), invece, sono coloro che continuano a predicare dopo la sua morte; si tratta di un termine tardivo e non indica necessariamente seguaci di Gesù nel suo viaggio. Nei sinottici si dice che i discepoli siano 12: si tratta di un numero simbolico, perchè 12 sono le tribù di Israele. Nel momento del Giudizio dovranno giudicare le 12 tribù. Secondo la classificazione di Theissen i discepoli sono i carismatici secondari (dove il primario è Gesù) e rispetto agli altri spetta loro una ricompensa maggiore dopo il Giudizio. Si tratta di individui sradicati (da patria, famiglia, mantenuti ma non ricchi) e autodenigrati (posizione socialmente debole), spesso con atteggiamenti radicali. Non era infatti tra di loro ammessa più di una tunica, niente bisaccia, niente bastone e sandali (fonte Q). Va precisato che la maggior parte dei seguaci era semplicemente simpatizzante e non rinunciava a tutte le cose dette sopra dette né trascorrevano tutto il tempo con G. Le donne Nei Vangeli si fa riferimento a loro tra i seguaci, ma non emerge nessun interesse specifico nel rappresentarle perchè il focus è un altro. Avevano una posizione di secondo piano come nelle altre civiltà antiche ed emerge il fatto che le donne mantengano Gesù e i discepoli, che non lavorano. Acquistano e preparano il cibo, quindi si deduce che siano di classe medio-benestante. Tra le attività in cui le donne sono coinvolte c’è l’ungere G e il lavargli i piedi. Sono le donne che vedono per prime il sepolcro vuoto, ma forse ciò è dovuto al fatto che nel sistema giudiziario giudaico la donna non può testimoniare e quindi ciò che dicono è alla stregua del “pettegolezzo”, ma comunque hanno una posizione di rilievo in questo episodio. Comunque Gesù sta vicino agli impuri e dà anche ruolo alle donne a dispetto della società. Ricerche recenti molto concentrate su questo aspetto per cercare di identificare una preminenza nel ruolo delle donne nel mito delle origini, ma potrebbe essere che la combo ruoli oscurati da una società patriarcale-aspetto forse esagerato nella posizione della donna siano stati inseriti per attribuire a Gesù un’aria speciale (ma credere questo significa fare già asserzione teologica). Una figura ricorrente è quello della prostituta, appartenente anche allo strato più basso dalla popolazione. Non va dimenticato che le fonti sono scritte da uomini e quindi il ruolo marginale potrebbe essere stata una scelta. Gesù forse è a conoscenza dei dibattiti nel mondo ellenistico a proposito della donna e ci sono eccezioni di donne prominenti. Gli avversari di G Nei Vangeli non ci sono figure moralmente grigie: i personaggi sono tutti o buoni o cattivi. I nemici in particolare non sopportano il carisma di Gesù. Tra loro annoveriamo. - Scribi: simpatizzanti o ostili, non c’è via di mezzo. - Farisei: teologicamente vicini a Gesù ma hanno delle regole pratiche che lui non condivide e perciò li critica. Sono distanti dai veri problemi dalle classi più umili. Belli da fuori e brutti dentro, come un “sepolcro imbiancato”. Alcuni sono comunque in rapporti amichevoli con lui tanto che va a mangiare da loro. E’ sicuramente presente anche qualche seguace che non abbandona le sue abitudini. - Sadducei: tradizionalisti, più distanti, non credono alla resurrezione dei corpi come Gesù. Rapporti con loro più personali che categoriali. Escatologico La dimensione escatologica è quella che riguarda i destini finali dell’uomo e dell’universo. Nel cristianesimo ciò è strettamente collegato al regno di Dio, anche se nella Bibbia non viene spiegato esattamente che cosa sia. Sono state proposte diverse interpretazioni: - Comunione d’amore uomo-dio: secondo questa ipotesi, molto popolare nel 18° secolo, non c’è un’apocalisse reale - Schweitzer: Gesù attendeva davvero la catastrofe con poi regno dei cieli con centro in Israele e si attribuiva una funzione. Forse per accelerare la fine si è recato a Gerusalemme. Proiezione sul futuro. - Gesù stesso avrebbe realizzato il cambiamento lui stesso. Proiezione sul presente. - Insieme delle ultime due! scomparire. Il movimento quindi sopravvive e probabilmente torna verso Nazaret dove G aveva certi simpatizzanti. Qualche discepolo rimane a Gerusalemme, tra questi Giacomo. Il libro che segue gli eventi del suo gruppo è gli Atti degli apostoli, scritto dallo stesso autore del Vangelo di Luca. Questo libro è considerato tendenzioso, perchè esprime l’opinione di uno solo dei gruppi con intento teologico e armonizzatore/smorzatore: descrive infatti i seguaci di Gesù come uniti e molto in armonia quando non era questo il caso e i conflitti sono venduti come discussioni). Il movimento subito dopo la morte di Gesù Reazioni alla morte di Gesù. Missione fondata sulla risurrezione, oppure no. Successione di Gesù. Situazione a Gerusalemme intorno al 35. Giacomo e la famiglia di Gesù. Situazione a Gerusalemme intorno al 48. Gli ellenisti. I 12 e Paolo Questo gruppo permane dopo la morte di Gesù (come descritto negli Atti, qualche decennio dopo la morte). Il numero rimane invariato perchè Giuda Iscariota viene sostituito. Tra i suoi membri ricordiamo i due Giacomo : - Giacomo fratello di Gesù: viene ucciso per lapidazione nel 62 per volere del sommo sacerdote Anania poi deposto (Flavio Giuseppe). E’ uno dei pochi membri della famiglia di Gesù ad avere scelto di seguirlo, quando addirittura nel vangelo dei Nazarei i parenti si oppongono al battesimo da parte di Giovanni. Non si sa tuttavia se il ricongiungimento a G sia stato negli ultimi anni della sua vita o siano sempre stati vicini. Il Vangelo di Tommaso consacra Giacomo come il successore di Gesù chiamandolo “Giacomo il Giusto”, mentre il Vangelo degli ebrei in traduzione latina lo identifica tra i partecipanti all’ultima cena e ome il primo a vedere G dopo la morte (prima anche delle donne). - Giacomo di Zebedeo: viene ucciso nel 44 e dopo la sua morte Pietro lascia Gerusalemme forse per tornare in Galilea. Il movimento vive un problema di successione da risolversi all’interno del gruppo dei 12. Ci sono diversi modi possibili: per designazione da parte di G, che però evidentemente non ha scelto nessuno (passo di Matteo “Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa” probabilmente non storico), forse perchè non sapeva di essere ucciso, per elezione, carisma (presa del potere senza un’effettiva votazione) o per parentela. L’armonia tra i 12 dura poco perchè il valore dell’autorità è relativo in questa fase. - Apocalisse (ultimi anni 1° secolo sotto Domiziano): al capitolo 13 presente impero romano (bestia simile a leopardo con orso e leone) che è sostenuto da Satana (dragone) - Autore Giovanni, da non confondere con apostolo e evangelista - Conflitti interni ed esterni al cristianesimo giustificati come sforzo potenze demoniache, obiettivo: sparizione seguaci gesù e ristabilimento idolatria (ex. Culto imperiale e idolotiti, carne sacrificata agli dei poi consumata) - Impero romano: incarnazione desideri potenze male - Libro totalmente metaforico - Lettere alle 7 chiese (numero pienezza) - Battaglie, immagini, meretrici, cavalieri - Altre Apocalissi apocrife - Alcuni interpretano come descrizione fine del mondo, ma non ci sono prove che sia così. Alcuni pensano a cose già avvenute in toto (posizione minoritaria, Corsini) - Bestia che sale dalla terra: sacerdoti che invitano a dare corda all’idolatria dell’impero - Capitolo 17:Roma paragonata a Babilonia, “la madre delle prostitute, ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù” - Capitolo 20: cristiani che non abiurano e martiri - Milllenarismo: Satana non può agire per mille anni, cristiani e uccisi ingiustamente resusciteranno e vivranno con Cristo. Qualcuno ci crede ancora. - Moltissime espressioni anche riportate nel linguaggo comune: Gog et magog (grande battaglia) - Chi legge questo testo non concorda con prima lettera di Pietro, sovversivo. Forse testi mai letti da queste persone - Nel canone biblico fatica sia per odio impero (cristianesimo si vende come religione pacifica!) Che per le molte interpretazione Fine persecuzioni = fine martirio. Successivamente (4° secolo) santi senza martirio Rispetto a Gesù è più semplice ricostruire la figura di Paolo di Tarso perchè ha lasciato diversi scritti, che sono molto utili anche per ricostruire gli eventi del movimento cristiano nei decenni subito dopo la morte di G. E’ infatti il primo autore protocristiano con scritti diretti e predicatore attraverso scritti su predicazione, morte e resurrezione: come già detto non ha nessun interesse per il “Gesù storico” (già difficile ricostruzione attraverso i vangeli). I testi di Paolo sono studiati in moltissimi ambiti che vanno dalla storia economica sociale agli studi di genere. Va tenuto presente che alcune lettere sono scritte da altri (“falsificatori”) a nome di Paolo, quindi bisogna tenere presente che l’autoralità che può venire meno. Altri testi, invece, sono stati abbondantemente interpolati, come in 13 Romani 1-7 ““l’autorità è stabilita da Dio, chi si oppone alle autorità si oppone a Dio”): questo è l’unico passaggio in cui Paolo parla di politica e probabilmente si tratta di un’interpolazione successiva voluta dall’impero romano (sotto Marco Aurelio). Per ricostruire la figura di Paolo possiamo usare 2 tipi di fonti: 1. Lettere di Paolo: autenticità attestata di 7 lettere (Romani, 2 Corinzi, Galati, Filippesi, 1 Tesssalonicesi, Filemone). E’ un tipo di fonte diretta. 2. Atti degli apostoli e Atti di Paolo (contenenti gli atti di Paolo e Tecla), entrambe fonti indirette (i primi scritti da Luca). Alcuni episodi sono narrati in entrambi con differenze, ad esempio l’incontro con gli apostoli a Gerusalemme. Vi è una fondamentale differenza di base: se nelle lettere Dio è sconosciuto tale rimarrà, negli Atti Dio è conoscibile. Dalla lettera ai Galati (1,18) deduciamo che Paolo, nel 35 d.C. Circa, soggiorna a Gerusalemme e presso Cefa (= Pietro) per 15 giorni al fine di consultarlo (historèo). In questa sede dei 12 vengono citati solo Pietro e Giacomo e non è chiaro se questo venga considerato effettivamente un apostolo. Non è chiaro se lo facesse in quanto di pari grado o se Paolo fosse in una posizione di inferiorità (versione della Chiesa Cattolica perchè Pietro primo papa). Quello di Paolo è forse un tentativo di essere in comunione con gli altri seguaci dello stesso maestro, ma è difficile che si tratti di sottomissione. Nella stessa lettera parla poco sopra di predicazione “senza consultare nessun uomo” e per più di tre anni non si è nemmeno recato a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di lui; ha invece fondato diverse comunità. Nel 48-49 Paolo compie un secondo viaggio a Gerusalemme forse pianificato per appianare le divergenze derivate dal fatto che Paolo è uno dei primi che predica ai non ebrei/simpatizzanti “timorati di dio” e che non chiede di diventare ebrei per diventare seguace di Gesù. Negli Atti Paolo battezza un centurione romano pagano in seguito ad una visione, mentre fino a questo momento Pietro in particolare è incaricato soprattutto degli ebrei, sempre mediante incarico divino (Galati). Questa discrepanza crea degli attriti e forse per questo Paolo torna a Gerusalemme, stavolta insieme a Barnaba e Tito. Al suo arrivo ci sono Giacomo, Cefa ma anche Giovanni (fratello di Giacomo di Zebedeo), ritenute “le colonne” del movimento. Se l’ordine in cui sono stati citati non è casuale allora Giacomo è cresciuto di importanza rispetto a prima. Insieme si accordano sul fatto che Paolo si può occupare dei non-giudei. Possiamo a questo punto identificare diversi successori di G: Giacomo per legame di sangue, Pietro e Giovanni per discepolanza e Paolo per carisma. Pietro e Paolo sarebbero stati uccisi a Roma nel 64, mentre Giovanni avrebbe vissuto con Maria fino alla vecchiaia così da giustificare la tardività al suo Vangelo, ma ciò contrasta con il Vangelo di Matteo in cui Gesù profetizza a Giovanni e a suo fratello Giacomo che “il calice che io bevo anche voi lo Successivamente nasceranno i ruoli di vescovo (dal latino episcopus, dal greco episcopos “colui che sorveglia”), prete (lat presbiterus, gre presbuteros, “L’anziano” Rispettabile e non necessariamente è sotto il vescovo, la sua autorità simile al pater familias) e diacono (lat diaconus, gre diakonos “colui che serve”, si prende cura ed è ministrante), ma è difficile capire quando diventano denominazioni legate ad autorità e al sacramento dell’ordine. Solo dal 2° secolo inizia ad esserci piano piano una gerarchia. Ne emerge che Pietro non è un papa perchè non ha fondato la chiesa di Roma e perchè non c’era un monoepiscopato (all’inizio collegio a dirigerlo). Si cita in Romani 16 la “Diaconessa Febe” per dimostrare che il diaconato femminile legittimo, ma l’appellativo non va letto in senso anacronistico: il diacono/diaconessa aveva ruolo di assistenza. Infatti “Ha prestato assistenza” in senso di patrona, probabilmente era una donna benestante e attiva nella comunità. Tendenzialmente a Roma i giudei sono visti con ostilità. Ad esempio Paolo in Corinzi 16 scrive “Aquila e Prisca vi salutano”: Aquila viene descritto come un giudeo giunto a Corinto con la moglie dopo l’ordine dell’imperatore Claudio di mandare via tutti (in realtà alcuni!) i giudei da Roma. Aquila e Prisca anche in Romani 16 (“salutate ache la comunità che si riunisce nella loro casa”). Svetonio parla di giudei tumultuantes “sotto la spinta di Cresto”. Questo potrebbe essere una cattiva trascrizione di “Cristo” (Krestos = “buono” ma anche nome proprio), per itacismo la lettera iota ed eta lette nello stesso modo ad un certo punto. In questo caso testimonianza di una cacciata dei cristiani nel 40 (molto presto!). Quindi o Cresto si chiamava davvero così ed era un giudeo che creava problemi insieme ai suoi seguaci, oppure Cresto era un cristiano ed era stato cacciato via perchè giudeo e seguace di Gesù. Nel 60 Tacito parla di cristiani come un gruppo ormai ben riconoscibile ma incertezza tra “cristiani” e “crestiani” ancora presente. Nell’ultima lettera degli Atti Paolo spiega di essersi recato a Roma per appellarsi all’imperatore in quanto cittadino romano (nato a Tarso) e chiedere salvezza. Trascorsi 2 anni a Roma si sposta altrove, forse in Spagna, dove erano tradizionalmente collocati i confini del mondo, poi di nuovo a Roma e stavolta subisce il martirio nel 64 (persecuzioni neroniane). A Pietro sono invece stati attribuiti atti e lettere apocrifi (fine 1° secolo, 140 anni dopo) e da qui si apprendono informazioni sul martirio a Roma. Non è sicuramente l’unico fondatore della Chiesa, tanto che viene accostato sempre a Paolo (Ireneo di Lione), e non si è nemmeno certi che sia effettivamente mai stato a Roma; potrebbe essersi trattato di un’invenzione per legittimare la Chiesa romana. Oscar Pullman e Hans Litzmann, teologi protestanti, hanno poi concesso la presenza di Pietro a Roma. Certo è che non può essere stato il primo papa perchè non c’era effettivamente un monoepiscopato. Il primo vescovo per come lo intendiamo oggi è stato Lino (60-80 d.C). Oggi è una questione di scarsa importanza, più importante capire bene l’organizzazione dei primi cristiani (anche se Pietro è stato a Roma non c’era il monoepiscopato). La tomba di Pietro a Roma in realtà cimitero con molte tombe di epoca romana, basilica costruita da Costantino e non si sa se fosse sicuro della collocazione. Pio 12° ha fatto scavare per trovarla, ma si tratta di scavi fatti male a causa conoscenza arretrata dell’epoca e per la segretezza dell’operazione. E’ stata trovata edicola rituale con graffito “Pietro” sul muro ma niente ossa. Sotto Paolo 6° l’archeologa Guarducci ha ritenuto di avere saputo che le ossa erano in un magazzino e ha ipotizzato che fossero quelle di Pietro (età uomo 50 anni), ma non c’è prova che fosse lui. Alessandria Sulla comunità di questa città abbiamo poche informazioni, perlopiù leggendarie e tardive. C’è una leggenda secondo cui Gesù sarebbe andato in Egitto da bambino, mentre Marco avrebbe in seguito evangelizzato Alessandria. E’ possibile che si sia sviluppata una credenza diversa con tendenze gnostiche (gnosticismo poi considerato eresia, quindi ci sarebbe stato un tentativo di cancellare questa storia). Le prime comunità cristiane "Chiesa". organizzazione delle chiese paoline e triade di governo. Didaché e triade di governo. Lettere pastorali. Presbiterato e diaconato. Clemente ai Corinzi. Roma verso il monoepiscopato. Il pastore di Erma. Egesippo. Liste episcopali. Vittore e la controversia pasquale. Le lettere di Ignazio. Quanti cristiani nell'impero? Plinio e Traiano. Lettera di Clemente Un’organizzazione primordiale Il termine Chiesa deriva da ek + kaleo (essere chiamati ad uscire). Era una parola già esistente e gli ebrei che leggevano l’Antico Testamento in greco (Bibbia dei 70) la conoscevano. Originariamente c’era ambiguità a livello di significato, ma possiamo dire che indicasse una riunione locale e concreta di persone (casa, città), mentre oggi ha ottenuto un significato universale in quanto unione di tutti i credenti/battezzati (chiesa militante) e dei defunti credenti (chiesa trionfante), divenendo di fatto un termine astratto. L’organizzazione usuale delle chiese è descritta nelle seguenti lettere di Paolo: - 1 Tessalonicesi 5: è la sua lettera più antica . La chiesa ha lo scopo di “di avere riguardo per quelli che faticano tra di voi e vi sono preposti” (preistamenous sia “stare a capo” che “prendersi cura”) - 1 Corinzi 12: “ora vi è diversità di doni/carismi e diversità di ministeri e diversità di attività, ma non vi è che un medesimo dio”. E’ quindi manifestazione dell’unico Dio nella distribuzione dei diversi carismi (ex. Sapienza, parola di conoscenza, fede, miracoli/prodigi, discernimento degli spiriti, diversità di lingue, comprensione delle lingue) a diverse persone. Questa testimonianza indica la suddivisione dei compiti ai tempi di Paolo, anche se non legate ad una gerarchia quanto in base alle proprie inclinazioni (senza autorizzazione dalla gerarchia). - “Chiesa è corpo di Cristo e voi siete membra. Dio ha posto nella chiesa prima apostoli, in secondo luogo profeti e poi i dottori, miracoli, dono di guarigione, assistenze, doni di governo, diversità di lingue”. Questo è solo l’abbozzo di una piccola gerarchia, i primi tre hanno a che fare con l’essere scelti da Dio e avere la capacità di ammaestrare. - Profeta: dà risposte immediate parlando in nome di Dio. Prophetès = “dire prima” o “dire al posto di”. Parla sia del futuro che del presente, ha le rivelazioni, ha una posizione nelle comunità e parlano per conto di Dio; forse estasi (stato alterato di coscienza). Spesso organizzati in gruppo, circolavano ed erano riconosciuti come tali. - Maestri/dottori: lettori ed interpreti delle scritture ebraiche alla luce di Gesù (futuri esegeti) - 4 Efesini 11 (deuteropaolina): aggiunta alla triade di evangelisti (scrivono i vangeli) e pastori (guida comunità). - 1 Atti: profeti e dottori attraverso il digiuno celebrano il culto di Dio. E’ evidente che per Paolo i profeti abbiano un valore maggiore degli altri carismatici. Alla fine del 1° secolo le comunità vivono un momento di confusione perchè profeti e dottori dicono cose contraddittorie in uno scontro di carisma. Solo i testi scritti mettono fine a questi dissidi. In Timoteo 6 (pseudopaolina) si parla di depositum fidei, un patrimonio dogmatico consegnato e da conservare. Le norme vengono istituzionalizzate per arginare il carisma il più possibile. Nella Didachè (fine 1°/inizio 2°) si fa cenno alla triarchia apostoli, profeti, maestri. La fonte descrive la disciplina ecclesiastica della chiesa siriaca, che mostra come i maestri vanno accolti nelle comunità e valutati. Il testo è stato presentato come apostolico per garantire autorità, quando in realtà non era così. Secondo la Didachè l’apostolo è itinerante, al punto che se chiede soldi o sta più di 3 giorni è un truffatore. Ha con sé solo il pane che gli garantisce l’arrivo alla tappa successiva (“dacci oggi il nostro pane quotidiano”). Nella seconda metà del testo gli apostoli cedono il passo ad altre figure come profeti e dottori, con cenno anche ad episcopi e diaconi. essere martirizzato, mentre le rimanenti 6 lettere polemiche con cristiani di diversa dottrina. Ce l’ha in particolare con: - Doceti: non riconoscono l’umanità di Gesù, sembra uomo ma non lo è. - “Giudaizzanti”: probabilmente i giudeo-cristiani, osservano la legge ebraica. E’ possibile che alcuni di questi siano doceti. Non obbediscono all’episcopato e non accettano la divisione gerarchica, continuando a riunirsi nelle chiese domestiche. - Chi dice di conoscere le “cose celesti”: è ancora forte influenza dei carismatici e profeti, ma Ignazio non li accetta ed invita ad obbedire al vescovo (“più sta zitto, meglio è”, fa il suo dovere senza essere carismatico) - Predicatori itineranti: gli “apostoli” della Didachè che continuano a spostarsi E’ il primo ad usare il termine kristianismòs, “cristianesimo”, in contrapposizione a iudaismos, “giudaismo”. Ignazio è inoltre testimone di una tendenza monoepiscopale e critica chi non vi aderisce, il che conferma che la transizione non lineare ovunque: in ogni caso è il primo autore di Antiochia ad avere in mente vescovo-prete-diacono senza carisma né predominanza delle chiese locali. Il cristianesimo nell’Impero Celso. I cristiani e il potere politico. L'apocalisse di Giovanni. Persecuzioni imperiali. Martiri di Lione e Vienne. Atti di Perpetua. Perché il cristianesimo ha avuto successo Celso (Notability) Fonti romane: Plinio e Celso Non sappiamo quanti cristiani ci fossero nel 2° secolo. Secondo Rodney Stark (sociologo) vi erano 220.000 cristiani nell’impero su 60 milioni totali di abitanti, di cui solo 100.000 circa a Roma: si trattava quindi di numeri molto bassi. Come tutte le minoranze erano spesso oggetto di dicerie maligne del popolino. In ogni caso in questa fase i cristiani iniziano ad essere temuti dall’Impero, perchè non sono un gruppo chiuso come gli ebrei ma interstiziale (Pesce), perchè riempe molti spazi ma non tutti, partecipa alla vita pubblica ma non ai sacrifici, crede in una divinità a sua volta ma diversa, non c’è una contrapposizione netta con i romani ma c’è una bella differenza. Al fine di dimostrare l’incoerenza dell’impero romano nei confronti dei cristiani, Tertulliano (200 circa) riporta uno scambio di lettere risalente al 113 tra Plinio il giovane, all’epoca governatore della Bitinia, e l’imperatore Traiano, in cui si chiede quali provvedimenti prendere contro i cristiani, dato che vi sono già processi contro di loro in corso ma nessuna legislazione chiara. Nella lettera di Plinio è evidente che questo non comprenda per quale motivo i cristiani siano perseguitati, dato che non fanno nulla di male: infatti si trovano di notte, consumano un pasto insieme, promettono di non rubare né commettere adulterio, cantano. Vengono citate “ministri e ministre” (diaconi e diaconesse) che una volta arrestati non hanno fornito informazioni compromettenti sulla comunità. Secondo Plinio sono stati più che altro perseguitati e condannati “per la loro ostinazione”, perchè si rifiutano di compiere sacrifici pagani e di abiurare. A questa lettera Traiano replica di confermare le condanne, ma di non accettare più denunce anonime in futuro (circolavano infatti delle liste di cristiani) e di non processare i cristiani in contumacia ma solo se li si trova. Un autore romano che prende una ferma posizione contro il cristianesimo è Celso nel suo Aretè Logos (177-180). L’opera completa è andata perduta forse per messa al bando, ma nel 250 l’alessandrino Origene ne scrive una confutazione (Kata Kelsum, “contro celso”) citandone alcuni passi che sono giunti fino a noi. Va detto che comunque Origene, che nella confutazione dimostra di essere più astratto che positivista, non conosce Celso e si limita ad ipotizzare che sia un autore platonico, ma da come parla dell’Aretè Logos sembra che l’opera fosse diffusa anche se era stata scritta circa 70 anni prima. Celso scrive in un’epoca di persecuzioni (ex. Persecuzioni di Lione) e ritiene che i martiri siano solo fanatici, non certo persone fedeli ai propri valori. Secondo lui questo vigore dovrebbe essere utilizzato per combattere con i romani e onorare l’impero. E’ sicuramente un autore “informato”, dato che per mettere in evidenza le contraddizioni del cristianesimo cita Scritture ebraiche e Vangeli; in più ha dimestichezza con cristologia e varie correnti come i marcioniani e gli ofiti (agnostici). Il cristianesimo avrebbe elementi come il culto angeli e magia, quindi sarebbe un semplice travisamento non particolarmente innovativo dell’ebraismo. Celso non è nemmeno filoebraico, tanto che accusa Mosè di avere tradito gli egizi (tradizione precedente) e di averne copiato alcuni usi (circoncisione). Per Celso inoltre l’incarnazione non avrebbe alcun senso, perchè farsi uomo significa per Dio abbassarsi ad un livello inferiore, anche perchè Dio dovrebbe essere immutabile in quanto eterno. In un confronto pagani-cristiani, i secondi si distinguono per inferiorità. Non soltanto: l’anti-imperialismo cristiano li rende sovversivi e quindi un pericolo per l’Impero, nel quale religione e Stato sono unitissimi al punto che l’Imperatore viene venerato, quindi difendere la religione pagana significa difendere stato e costumi romani. Attenzione: la pax per i romani è l’assenza di ribellioni e completa sottomissione di tutti i popoli dell’impero, NON assenza di conflitti! Celso è un esempio di critica del cristianesimo già in antichità, dimostrazione che c’erano già degli scettici nei confronti della nuova dottrina. Egli non scrive come uno storico, ma da filosofo, tanto che fa sentire molto le sue idee. Identifica problemi esegetici, destinati a riemergere solo con l’illuminismo. Non cede comunque alle dicerie (ex. Cristiani mangiano i bambini). Vi sono anche altri autori che criticano i cristiani ed in generale si pongono molte domande sulle origini del cristianesimo. Tra questi vi è Porfirio, che scrive un testo contro i cristiani che ci è giunto molto frammentato tramite Eusebio e pochi altri. Moltissimi usano argomentazioni già utilizzate da detrattori ebrei. Il potere all’interno delle prime comunità In alcune delle sue lettere (anche Pastorali), Paolo si esprime sul tema: in Romani spiega che l’autorità è conferita da Dio e quindi è da rispettare, mentre in Timoteo 2 (pastorale) ringrazia e prega per i re e i sovrani (ancora forte legame con questi nelle chiese ortodosse) e perchè tutti gli uomini siano salvati e vengano a conoscenza della verità. Emerge quindi che Dio e figli di Dio siano un po’ come sovrano e sudditi, in un disegno divino da accettare. In Timoteo 6, inoltre, invita anche le donne alla modestia e al silenzio, mentre sostiene che uno schiavo che non si deve ribellare alla sua situazione, specialmente se i padroni sono credenti. Non va comunque confuso il prescritto con il vissuto: forse non tutti i cristiani si comportano così, Nella lettera di Pietro (anni 80 primo secolo) si fa riferimento al fatto che è volontà di Dio fare il bene turando la bocca a chi non capisce, ma se ciò non accade bisogna sopportare pazientemente. Piano piano prende piede il concetto di “Grande chiesa”, che prevede una conciliazione della propria identità con il mondo in cui si vive. Nei secoli successivi diventa più facile (mentre ovviamente Pietro/Paolo si dimostrano più irriducibili) grazie a dimostrazioni in grado di rassicurare che tecnicamente i cristiani non sono contro l’impero e ne adottano la maggior parte degli usi: ad esempio i Vangeli collocano l’uccisione di Gesù sotto l’imperatore Tiberio, usando le stesse categorie cronologiche romane, mentre Atti è un libro pacifista che fa passare i cristiani come tranquilli e che non causano guai. Persecuzioni e imperatori romani Tra coloro che perseguitano maggiormente i cristiani ricordiamo - Nerone - Domiziano (81-96): solo episodi locali e non diffuse in tutto l’impero. Eusebio parla di un processo ai parenti di Gesù in questo periodo; sarebbero particolarmente temuti dai romani per via delle concezioni messianiche, ma si tratterebbe di una notizia non accertata. - Traiano (96-117) - Marco Aurelio (161-180): forse Celso è attivo in questo periodo. E’ un periodo non roseo per i cristiani dato che sono promulgati editti contro chi porta nuove superstitiones, anche se non c’è traccia di alcun editto specificatamente contro i cristiani; viene tuttavia lasciata la massima libertà ai governatori e i cristiani sono spesso usati come capro espiatorio (ex. Attacchi barbari, morte imperatore lontano da Roma, peste = collera dei per il gran numero dei cristiani). Risalgono a questo periodo i primi pogrom nati dal popolo e lasciati impuniti dall’autorità come quelli di Lione e Vienne in Gallia (177) che culminano nella morte del vescovo interpretano diversamente, e sulla questione dei giudeocristiani (cap 47) viene detto che il giudeocristiano può vivere come vuole e salvarsi ma non deve imporre nulla. Questa posizione di tolleranza è destinata a sparire dopo Giustino, quando si inizia a credere che i giudeocristiani non possano più salvarsi. 100 anni prima erano i cristiani non circoncisi battezzati da Paolo ad essere “strani”. Abbiamo informazioni sul sottogruppo giudeocristiano degli ebioniti grazie ad Ireneo di Lione (180-85). Sono circoncisi, considerano Gerusalemme la casa di Dio, leggono solo il Vangelo di Matteo (non si sa se sia connesso al nostro vangelo di Matteo, il nostro non spinge per l’apertura) e considerano Paolo un vero apostata della legge. Sono molto vicini ai giudei per il fatto di non credere a molte profezie a cui i cristiani credono. Un esempio di ciò è il fatto che non accettino la nascita virginale di Gesù e quindi lo inquadrano senza la sua origine divina privandolo della sua cristologia alta e lasciando solo quella bassa (uomo divinizzato/esaltato ma pur sempre uomo). Da questo comprendiamo che molto probabilmente non conoscono Luca, l’unico a riportare questo dettaglio sulla nascita di Gesù, e rifiutano la Bibbia dei 70, che usa la parola parthenos (vergine) per riferirsi alla profezia di Isaia il signore stesso vi darà un segno. La vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele (CEI) riferita dai Cristiani a Gesù. Marcione E’ il massimo esponente della rottura con il giudaismo. Lavora come armatore di navi e ciò gli consente di accumulare un’ingente fortuna; secondo alcune fonti sarebbe stato figlio di un vescovo poi rifiutato dal padre. Nel 140 è a Roma e assume una posizione importante in comunità, tanto che è sul punto di diventare vescovo di Roma. Da quello che sappiamo di lui conosceva forse solo il Vangelo di Luca. Viene cacciato per le sue prese di posizione molto forti e gli vengono restituiti i 30000 sesterzi che aveva donato alla Chiesa nel corso degli anni. Continua comunque a predicare fino a quando non muore (attorno al 160), fondando anche altre chiese. Egli ritiene che ci sia un’incompatibilità assoluta di Gesù con il giudaismo, perchè per i giudei Dio è antropomorfo, geloso, politeistico (sopra gli altri dei ma non unico), guerrafondaio, lunatico, ma anche un creatore e che si rivela direttamente all’uomo. Insomma, un Dio cattivo e favolistico. Da cristiano, invece, reputa Dio misericordioso, buono e in grado di rivelarsi solo tramite Gesù. Questa differenza si riscontra anche confrontando Scritture ebraiche e Scritture cristiane e le differenti versioni di alcune preghiere (ex. Padre Nostro: non ci indurre in tentazione vs non abbandonarci: prima versione residuo concezione del dio Giudaico). Marcione critica anche i cristiani che vogliono affondare le radici nel giudaismo anche se non sono propriamente giudeo- cristiani. Anche i discepoli non sono immuni alle critiche, perchè non hanno capito che Gesù era incarnazione di un Dio diverso e continuavano a predicare il Dio giudaico. L’unico che capisce è Paolo e Marcione lo considera per questo il vero fondatore del cristianesimo. NB: non è esatto parlare di Antico e Nuovo Testamento prima del 3° secolo, perchè in questo periodo storico non esiste un canone vero e proprio e perchè è di uso comune solo dai cristiani (quindi termine parziale). Meglio “Scritture ebraiche” e “Scritture cristiane”, prima del secondo solo “Scritture ebraiche”. La conclusione di Marcione è che esistano 2 dei diversi: - Giudaico: limitato, con capacità di demiurgo (crea l’uomo), un po’ sciocco perchè non coglie che gli uomini non possono seguire la Legge e lo punisce, privilegia un popolo, uomo somigliante a questo Dio ma immagine brutta - Cristiano: interviene per salvare gli uomini tramite il figlio, messaggio di affrancamento da quel Dio. Gesù (uomo apparente, diverso da noi e ucciso dalle potenze al servizio del “dio inferiore”) vuole spazzare via la Legge per questo motivo; l’unica è legge è quella dell’amore. Non abbiamo scritti integrali di Marcione, ma solo rimandi nelle opere dei suoi contestatori (eresiologi, contestatori di eretici). Il motivo ricorrente è l’accusa di aver falsificato i testi e di averli adattati alle sue idee (vd Vangelo); per questo sarebbe un truffatore. Tra i contestatori ricordiamo: - Tertulliano (dal 200 in avanti, almeno 60 anni dopo. Poi eretico a sua volta nella seconda metà della sua vita, montanista): scrive l’Adversus Marcionem almeno 60 anni dopo la morte di Marcione, il che testimonia che verosimilmente ci sono chiese marcioniane ancora attive nonostante la sua morte. E’ possibile che alcune citazioni di Marcione possano essere state manipolate essendo un’opera avversa. Giustifica il fatto che Marcione si confuta da solo: lo fa solo per dissimulare le modifiche fatte a Luca. - Adamanzio - Epifanio - Origene Dalle citazioni riportate dai contestatori è possibile ipotizzare le fonti per i ragionamenti di Marcione. Egli usa Paolo, in particolare le lettere che probabilmente nel testo non sono identiche alle nostre, e un Vangelo. Marcione è il primo a chiamare un vangelo con questa parola e il fatto che faccia cenno ad uno solo fa pensare ci fosse solo quello. Dagli stralci riportati dai contestatori somiglia molto al Vangelo di Luca (con notevoli differenze lessicali), ma se fosse così ciò creerebbe un problema cronologico, perchè questo è datato 3° secolo mentre Marcione è attivo nella prima metà del 2°. Un’ipotesi potrebbe essere che usi non tanto la versione basata sulle “recensioni alessandrine” ma una “recensione occidentale”, che è una traduzione latina con alla base un greco rozzo e che è giunto a noi insieme agli Atti degli Apostoli tramite il manoscritto di Bezza. Marcione avrebbe quindi adattato la recensione occidentale alla sua teologia recensione occidentale, privandola di tutte le parti con Gesù vicino al giudaismo; tuttavia in Marcione ci sono comunque passi giudaizzanti, forse inseriti usando documenti anteriori e Marcione avrebbe creato un contesto narrativo. Ne emerge che quindi ci siano in quel periodo diverse versioni di Luca oppure che tutto ciò sia un’invenzione per screditare Marcione (teoria diffusa tra i teologi a partire dall’800). Sempre a partire dall’800 ha il via il tentativo di ricostruzione del manoscritto usando le citazioni ad opera di Theodor Zahn, Adolf Von Harnack, Klinghardt, Nicolotti e Giannotto. Quindi secondo questa teoria c’è la possibilità che Marcione scriva/conosca un vangelo più antico di quello di Luca. Se ciò si rivelasse vero la questione sinottica (Q, Luca, Marco ecc.) salterebbe completamente. Questa scuola di pensiero è accantonata fino agli anni 2000, quando diversi studiosi si sono espressi in proposito: - Vinzent: questo vangelo l’ha scritto Marcione - Klinghardt: Marcione non ha scritto il vangelo ma questo vangelo sarebbe comunque alla base di tutti gli altri - Ramaglia dice che solo quello di Luca è derivato da Marcione, quindi potrebbe essere un Proto-luca e da qui le somiglianze. Questo crea un problema ancora più grosso, perchè Luca sarebbe posteriore e canonizzato nonostante abbia come base un eretico. Gli gnostici Attivi nel 2° secolo, sono gruppi cristiani descritti negativamente dagli eresiologi. Il loro nome deriva da gnosis, “conoscenza”, e con questa si intende l’aspirazione a capire la realtà ultima e nascosta dietro le cose sensibili allo scopo di ottenere libertà e salvezza. Come Marcione fanno una distinzione tra Creatore (“Demiurgo”, termine platonico) e Supremo; il Demiurgo, ignorante, si ritiene l’unico Dio e viene descritto più o meno malvagio a seconda dei frammenti esaminati. La differenza con Marcione sta nel fatto che per gli gnostici l’uomo è stato creato dal Demiurgo ma ha comunque una scintilla del Supremo, che è addormentata ma può essere svegliata dalla gnosi. Ciò lo porta ad avere la possibilità di scavalcare il Demiurgo. Gli gnostici hanno tanto di Platone: vi è un dualismo anima-corpo assente nel giudaismo e c’è un generale disprezzo della materia, dato che la creazione vista come un atto di insubordinazione del Demiurgo rispetto al Dio supremo, vista la creazione imperfetta (uomo). Gli gnostici leggevano testi di cui abbiamo pochi frammenti perlopiù in traduzione, tra cui trattati (ex. copto, Codice di Nag Hammadi) e vari vangeli (ex. Vangelo di Filippo). L’interpretazione gnostica è sicuramente un cristianesimo molto lontano dal Gesù storico, ma si rifà alle Scritture Cristiane e ad altri concetti precedenti, il che ci fa pensare che esistessero gnostici anche corrente giudaica è entrata nel cristianesimo per corromperlo, come già evidente sin dalla morte di Giacomo (62). Le eresie sarebbero nate dopo quest’anno, mentre prima la Chiesa sarebbe stata al massimo della sua purezza. Parla da esperto del cristianesimo palestinese (forse orizzonte limitato a questo). - Eusebio: usa Egesippo come fonte, ma lo reinterpreta. Le eresie sarebbero nate dopo Traiano, per fare sì che tutti gli apostoli fossero già morti (ultimo secondo la tradizione: anni 80/90). Questo perchè se fosse avvenuto prima allora la Chiesa apostolica sarebbe stata corrotta con gli apostoli in vita. I 4 vangeli devono di conseguenza essere stati scritti entro il 1° secolo, nell’epoca di purezza massima, senza eresie. - Autore dell’elenchos: non conosciamo il suo nome ma sappiamo che è attivo tra gli anni 120/130 secolo. Secondo lui le eresie sarebbero nate a causa delle tradizioni filosofiche greche (politeismo, magia ecc.) e pertanto avrebbero un’origine esterna. Si tratterebbe di un paganesimo travestito da cristianesimo per attrarre fedeli; verità e menzogna sono all’origine del mondo e hanno dato origine a due scuole diverse su binari separati (cristianesimo e politeismo). Gli eretici quindi scopiazzano le tradizione pagane. Per la Chiesa le eresie sono problematiche, perchè per alcuni sono segno della fine dei tempi che porta all’apocalisse in quanto male che disgrega i credenti mediante le potenze del male. Nel 4° secolo, Costantino si mette parzialmente a capo nella Chiesa e dichiara l’eresia un fenomeno intollerabile dando alla Chiesa il sostegno del potere politico. Successivamente nella Chiesa ci saranno personalità eminenti nella chiesa al limite tra santità ed eresia (ex. Francesco d’Assisi). Oggi nel cattolicesimo le eresie esistono ma non vengono più perseguitate, mentre non c’è eresia nel protestantesimo. Letture in autonomia Lettere di Paolo Tessalonicesi 1: scritta da Corinto per la comunità di Tessalonica da lui fondata (viaggio 2 Atti), versante in un momento difficile a causa delle persecuzioni. I temi principali sono lode e incoraggiamento, richiamo alla conversione, attesa della venuta di Cristo, istruzioni sulla condotta cristiana (vivere in modo onesto, sobrio, casto, puro e amorevole), consolazione per i morti e invito a sostenersi a vicenda. Corinzi 1, 2: la 1 è scritta da Efeso per la comunità di Corinto da lui fondata in contrasto alla sfrenatezza e al lusso della città devotissima a Venere. Dopo la sua partenza, però, subito si creano fazioni interne (compresa una giudeo- cristiana). I temi principali sono la necessità di unità, di moralità sessuale/matrimoniale, i doni spirituali (ex. lingue). La 2 è invece scritta da Filippi in risposta alle critiche mosse da alcuni membri della comunità di Corinto, che lo accusavano di essere incostante e di non essere degno del nome di apostolo. I temi principali qui sono la necessità di riconciliazione con la comunità, la sua autorevolezza in quanto apostolo, la raccolta fondi per la chiesa di Gerusalemme e il suo ministero. Galati: scritta da Efeso per le chiese sparse per la Galazia (regione di collocazione ambigua) da lui fondate (viaggi 1 e 2 Atti) per contrastare l’influenza sempre più forte dei giudeo-cristiani. E’ una lettera dogmatica che mira a dimostrare che l’osservanza della legge Mosaica non sia necessaria (prime due parti), concludendo con dei consigli pratici ed esortazioni alla carità (terza parte). Filippesi: scritta da Roma (prima prigionia) per la comunità di Filippi da lui fondata (viaggio 2 Atti, la prima in una grande città), che gli aveva inviato una donazione in denaro. E’ una lettera cordiale ed affettuosa, con poche esortazioni pratiche all’unità e all’umiltà. Romani: scritta da Corinto a mo’ di presentazione in vista del suo primo viaggio a Roma. E’ un piccolo trattato dottrinale (per questo è più lunga delle altre), destinato a chi non lo conosceva e forse a prevenire l’influenza dei giudeo-cristiani. Il tema che pervade tutte le sezioni è quello della salvezza dell’uomo attraverso la fede in Cristo. Timoteo 1: scritta dalla Macedonia al suo fedele discepolo Timoteo, che era diventato episcopo di Efeso. E’ una lettera dai toni molto familiari in cui Paolo gli dà dei suggerimenti pratici sulla condotta che devono tenere i membri della sua comunità (ex. donne modeste). Una delle tre lettere pastorali, contemporanea a quella di Tito. Tito: scritta dalla Nicopoli al suo fedele discepolo Tito perchè lo raggiungesse da Creta, dove si trovava per organizzare le comunità fondate sull’isola. E’ una lettera dai toni molto familiari in cui Paolo gli dà suggerimenti sulla condotta che devono tenere i membri delle comunità (ex. elezioni dei presbiteri, lotta contro i falsi dottori). Una delle tre lettere pastorali, contemporanea alla prima a Timoteo. Ebrei: scritta forse da Roma da Barnaba o da Apollo a una comunità di ebrei convertiti al cristianesimo, molto probabilmente di Gerusalemme (molti riferimenti al Tempio), perseguitata ferocemente e a rischio ritorno al giudaismo. E’ una lettera di incoraggiamento in cui la dottrina si mischia ai consigli pratici (cosa che Paolo non aveva mai fatto prima), sostenendo la superiorità di Cristo a Mosè e al giudaismo. Gesù è qui dipinto come sacerdote, vittima, guida e santificatore. Vangeli Luca (64-70): unico pagano, quindi enfasi sull’apertura ai Gentili e sull’universalità del messaggio. Molti dettagli su infanzia/giovinezza, viaggio in Galilea, viaggio a Gerusalemme con molto materiale proprio (parabole che non troviamo altrove, ex. figlio al prodigo), passione, morte, resurrezione. Focus su spirito santo. Giovanni (94-96): presenza di un prologo particolare. Lessico alto e scopo di confermare la natura divina di Gesù. Solo 7 miracoli nella prima parte, Ultima cena, passione, resurrezione e conclusione con apparizione sul lago di Tiberiade. Patina di giovannismo. Pietro (II secolo): antico testo cristiano apocrifo. È un vangelo gnostico, anche se non esistono copie complete sopravvissute e ciò che conosciamo di esso è basato su frammenti (manoscritto di Akhimim) e citazioni di scrittori successivi (Origene, Eusebio). Il Vangelo di Pietro narra principalmente la passione e la morte di Gesù, con un'enfasi particolare sulla responsabilità degli ebrei per la crocifissione di Gesù. Questo vangelo presenta alcuni dettagli e punti di vista che non si trovano negli altri vangeli canonici, come il ruolo attivo di Pietro nella sepoltura di Gesù e la resurrezione. Tommaso (140 circa): scoperto nel 1945 a Nag Hammadi, in Egitto. E’ un vangelo gnostico ed è una raccolta di 114 loghia o insegnamenti di Gesù, presentati come risposte a domande poste dai suoi discepoli, in cui si riflette sulla saggezza e sulla conoscenza interiore. Molti di questi insegnamenti presentano un carattere gnostico e mettono l'accento sulla conoscenza segreta (gnosis) come chiave per la salvezza spirituale. Una delle caratteristiche distintive del Vangelo di Tommaso è la sua enfasi sull'illuminazione individuale e sulla ricerca interiore, spesso contrastando il mondo materiale con il mondo spirituale. Esplora temi come la natura del Regno di Dio, la conoscenza di sé, la dualità e l'unità, e mette in discussione l'autorità religiosa istituzionale. Altri Atti (80-90): scritto da Luca. Inizio a Pentecoste. Parte 1: diffusione cristianesimo in Giudea e Samaria (apparizione davanti al sinedrio), figura centrale Pietro, parte 2: diffusione nel paganesimo, figura centrale Paolo e i suoi 4 viaggi (compresi i 2 a Gerusalemme). Apocalisse (90-100): è un testo apocalittico, il che significa che rivela visioni profetiche sulle ultime cose o sull'escatologia. Fu scritto in un periodo di persecuzione dei cristiani, ed è stato indirizzato alle sette chiese dell'Asia Minore (Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea) per incoraggiare e rafforzare i credenti. Il libro presenta un linguaggio altamente simbolico e immagini visionarie. Giovanni descrive le sue visioni degli eventi futuri, inclusi i giudizi divini, la fine del mondo, la venuta di Cristo e la vittoria finale del bene sul male. L'Apocalisse presenta anche personaggi chiave come l'agnello immolato (che rappresenta Cristo), il dragone (che rappresenta Satana), i quattro cavalieri dell'Apocalisse e le sette coppe dell'ira. Nonostante la sua complessità, l'Apocalisse di Giovanni trasmette un messaggio di speranza e incoraggiamento per i credenti, invitandoli a perseverare nella fede anche di fronte alle avversità e promettendo una nuova creazione e la vittoria finale di Dio sul male.
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