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Il Papato e la Società Economica Medievale: Strutture di Potere e Mercati, Appunti di Storia Antica

Storia politica medievaleStoria Economica MedievaleStoria del Papato

La struttura economica del papato durante il medioevo e il ruolo dei mercanti romani nella gestione del denaro e del potere. Il testo illustra come i papi nominavano collettori per governare il processo economico, e come i mercanti romani, legati alla corte papale, diventassero una forza dominante a roma. Viene inoltre analizzata la distinzione tra proprietario e signore, il collasso dell'impero romano e la consolidazione del potere temporale del papato.

Cosa imparerai

  • Che ruolo giocavano i mercanti romani nella gestione del denaro e del potere a Roma?
  • Come si consolidò il potere temporale del Papato dopo la fine dell'Impero romano?
  • Come i papi nominavano collettori per governare il processo economico?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 17/06/2022

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4.1

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Scarica Il Papato e la Società Economica Medievale: Strutture di Potere e Mercati e più Appunti in PDF di Storia Antica solo su Docsity! Appunti 23/10  Fiscalità papale Il papato è ormai diventato centrale ormai per l’economia e per la società intera: si è ormai sviluppato il movimento delle crociate che ha dato la legittimità al papato a richiedere molto denaro alle chiese periferiche e a tutto quelle che appartengono al cattolicesimo. Il papato non ha le strutture economiche di ragionerai e di finanzieri autonomo per poter governare questo processo, l’unica cosa che può fare è nominare dei collettori, cioè colui che raccoglie il denaro: essi sono normalmente dei funzionari clerici appartenenti alla curia papale, delle persone di fiducia del papa (a volte dei cardinali o prelati di alto livello), che vengono nominati collettori per una determinata area. Il collettore papale si crea anche uno staff vicino, appartenenti al suo entourage, come rappresentanti papali. Materialmente chi si occupa di raccogliere questo denaro, trasferirlo e custodirlo? Questo è un apparato che la corte papale non riuscirà mai a metterlo su o probabilmente non vorrà, in quanto si baserà sui mercanti banchieri italiani.  Mercanti romani I mercanti romani hanno il loro momento di grande sviluppo in quanto il movimento di denaro si trova intorno alla corte di papale, ed è sempre più vertiginoso: i mercanti si trovano fisicamente vicini alla corte papale, conoscono bene il mondo della curia, sono spessissimo agganciati tramite rapporti di amicizia o parentela, ed hanno la disponibilità di denaro liquido, oltre che la capacità di manovrare il denaro. I rapporti di amicizia, clientela e parentela sono molto evidenti in questo periodo in quanto dal 1188 al 1241 i papi provengono tutti dall’ambiente romano o del territorio romano. Nel 1188 viene eletto Paolo Scolari con il nome di Clemente III ed è un tipico esponente della nuova grande aristocrazia romana che basa proprio sul commercio del denaro la sua ricchezza: il padre ed i fratelli di Clemente III erano propri commercianti. Mentre il 1241 segna la morte di Gregorio IX, personaggio che viene da una piccola famiglia aristocratica di Anagni ma studia e vive a Roma, ed è legatissimo a Roma. In questi cinquanta/sessant’anni i pontefici hanno un rapporto strettissimo con i romani, sono legati da rapporti di parentela e sono un tutt’uno con i romani: è evidente come i romani, che hanno delle disponibilità e un bagaglio economico, si lancino nel mercato finanziario. Le cose cominciano a cambiare successivamente dopo la morte di Gregorio IX, in quanto mantenere la posizione dei romani diviene sempre più difficile (posizione sempre meno forte). Una di queste spiegazioni è che papi non romani favoriscono banchieri di altre città italiane per giochi politici e parentali.  Per esempio, i senesi che diventeranno potentissimi, iniziano a prendere piede nella curia papale grazie al fatto che sono legati a Roma dal percorso, dalla scoperta di miniere nel territorio senese ma, soprattutto, ad una politica comunale. Quando una struttura politica sostiene i suoi, sostiene una parte trainante dell’economia della propria realtà. Ciò a Roma non funziona, in quanto è presente una società molto ampia e molto diversificata, dove oltre ad esserci tutti i meccanismi di sviluppo, si muove (come tutte le città) intorno alla figura vescovile: il quale può dare feudi, è potente ed è committente di nuove abbazie, di spezie, di tutto. Roma è un mondo di movimento di denaro, e ciò significa prosperità per tutti gli abitanti.  Gli intellettuali fiorentini, durante il Rinascimento, hanno innescato una polemica antiromana e ciò ha pesato nella ricostruzione storiografica. Oggi è riconosciuto il valore di Roma anche medievale grazie ad un approccio maggiormente distaccato. Quando il sogno di Carlo Magno di creare un grande impero, e pensa di mettere suoi amministratori, conti e marchesi a controllo e funzionari itineranti, pensa ad un’organizzazione valida, crolla miseramente nel giro di poco tempo, si sviluppano fortemente poteri locali, signorie di castello, signori locali, più o meno potenti e armati: ciò nasce da un rapporto di chi ha la terra e di chi ha la possibilità di dare un proprio servizio di fedeltà armata (sistema beneficiario vassallatico). La terra rappresenta un potere fondamentale. Carlo Magno delega il potere a dei funzionari, chiamati marchesi in quanto amministrano le marche, cioè province che rimandano alle diocesi (la regione delle Marche rimanda a un marchesato): essi sono totalmente svincolati da un rapporto feudale.  Distinzione tra proprietario e signore : il proprietario è sottoposto ad una legge, la proprietà non è extraterritoriale; dopo l’impero carolingio, in assenza di una struttura sovrastatale, il proprietario potrà dettare leggere, diventa il riferimento per le popolazione e, quindi, signore. Si arriverà al punto in cui questi signori territoriali avranno diritto civile e penale sulle persone che vivono, non solo sulle loro terre, ma su un determinato territorio che loro controllano (signoria di castello che prolifererà a partire dal X secolo). Dopo la morte di Carlo Magno e la salita al poter del figlio, questi grandi funzionari riusciranno a strappare fette di potere e addirittura l’eredità di questi titoli, riusciranno a garantire (attraverso lotte, escamotage…) ai propri figli la trasmissione ereditaria del titolo (chiamata anarchia feudale – oggi ordinamento feudale).  Dopo la fine dell’impero carolingio la Chiesa di Roma non ha tentato di sostituirsi al potere dell’imperatore, di prendersi il potere temporale: i papi hanno consolidato e ampliato il loro potere nell’Italia meridionale, secondo una linea teocratica (la massima autorità universale è il papa). La Chiesa non intesa come Chiesa di Roma ma come forza locale (vescovi, preti…) hanno tentato e dove hanno potuto hanno gestito il potere, dove la concorrenza laica è stata limitata, attraverso il controllo di strumenti spirituali e secondo una logica in cui il vescovo ha un ruolo di prestigio assieme al suo entourage (struttura culturale e amministrativa superiore). Di vescovi investiti di autorità sono pochissimi, ma vengono riconosciuti come figura di riferimento dalla popolazione che non ha nient’altro, nessun’altro potere. Il fenomeno delle autonomie locali finiscono perché si sono imposti dei tiranni, dei signori che si impossessano del potere, in quanto è la stessa cittadinanza che il sistema partecipativo non funziona più, la prosperità è finita, la competizione politica interna è incontrollabile, le grandi città stanno cercando di conquistare le piccole città. Tutte le città della Toscana, ad esempio, hanno paura di Firenze, la quale intende dominare le altre, diventata ormai la dominante.  Una delle motivazioni del crollo dell’Impero romano è nelle mani della senatoria, la quale aveva accumulato ricchezze assolute, ma non agiva più, era diventata una classe politica incapace, e demandava tutto a un potere imperiale.  “Carlo Magno, il padre dell’Europa”, Alessandro Barbero  Nepotismo Il sistema clientelare nel Medioevo è un sistema ineludibile, non c’è un’alternativa per strutturare la società: tutti i tentativi possibili sono diventati velleità. Il sistema clientelare è una base fondamentale per mantenere gli equilibri.  Nel 1989 l’Unione Sovietica si trovava in un grave problema di liquidità e la Germania dell’Ovest era già ridiventato il paese più ricco d’Europa: Gorbaciov aveva bisogno di denaro e lo richiede al ministro della Germania, affermando che il debito verrà ripagato a seguito della riunificazione della Germania. A seguito della decisione, passano assieme al papa per mettere fine al regime comunista. I grandi capitani d’industria della Germania occidentale danno il consenso al prestito a fondo perduto e si sono riguadagnati il territorio della Germania dell’Est, incrementando la loro situazione economica. I papi riescono a consolidare il loro potere temporale su quello che era stato il Ducato romano: i papi divengono dei veri e propri signori. Alla fine del XII secolo, con Clemente III, si arriva all’elezione di un pontefice particolarmente forte, Innocenzo III, il quale regna dal 1198 al 1216: Innocenzo III è riuscito a imporsi anche nella scena politica europea. Quando Innocenzo III diviene papa, nel regno meridionale è presente un forte problema legato alla reggenza di una dinastia normanna, estinta in Costanza Altavilla: Costanza ha sposato il figlio di Federico Barbarossa, figlio che dopo la morte di Barbarossa durante il percorso per la III crociata, Enrico VI diviene imperatore. L’imperatore è re di Germania, formalmente re d’Italia e ora anche dell’Italia meridionale: il papato è schiacciato a nord e a sud. Enrico VI muore proprio quando Innocenzo III diviene papa e Costanza Altavilla teme la situazione sia da parte dei tedeschi, sia dall’Italia meridionale ed affida come tutore, colui che deve prendere le decisioni per il piccolo, del piccolo Federico (nato nel 1194 – futuro Federico II), lo stesso papa Innocenzo III. Il papa inizia ad avere un regno ben consistente sotto il suo potere, inizia a divenire una figura fondamentale anche di fronte all’imperatore: Innocenzo III è proiettato completamente nella politica europea, sino a far diventare imperatore Federico, nonostante inizialmente voleva che divenisse solo re.
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