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Appunti di storia moderna, Schemi e mappe concettuali di Storia Moderna

Trascrizioni videolezioni di storia moderna da lez.62 a lez.125 dal canale youtube Scrip

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 15/02/2023

Puntopiù
Puntopiù 🇮🇹

22 documenti

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Scarica Appunti di storia moderna e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! 0 STORIA MODERNA Appunti di Storia Moderna dalla prima fase delle guerre d’Italia agli ideali del Risorgimento Storia moderna Lez.62 La prima fase delle guerre di Italia L’Italia era molto debole sulla fine del 400’ rispetto ai periodi precedenti, essa non attira gli stranieri, ingolosisce gli stranieri per le sue ricchezze, è una zona ricca sì, ma periferica e infatti Spagna e Francia si contenderanno la penisola in un primo momento. Esse stanno emergendo in Europa come grande potenze militare.  1494: in Italia vi è il ducato di Milano, la rep. Di Firenze, lo stato della chiesa e il regno di Napoli.  Il ducato di Milano era da poco passato agli Sforza dopo i Visconti.  Venezia è una repubblica dove le famiglie patriziato veneziane comandano, si estende da metà 400’ in terraferma.  La repubblica di Firenze è in mano ai Medici.  Lo stato della chiesa con i papi più ricchi e amanti delle arti, veri e propri mecenati; sono interessati più alla politica che alla fede e alla crescita spirituale del mondo cristiano.  Il regno di Napoli è tenuto in mano dagli aragonesi con Ferrante, che gli fa acquisire importanza e autonomia della Spagna. Questo equilibrio viene messo a dura prova da Milano dove comandano gli Sforza con Gian Galeazzo Sforza, un duca debole e sempre assisto da un consiglio di reggenti da cui era emerso Ludovico Il Moro, che voleva diventare legittimo duca di Milano scalzando il nipote. Gian Galeazzo ha pressioni da Ludovico Il Moro e ciò preoccupa Ferrante che aveva mandato una nipote in sposa a Gian Galeazzo per stabilire legame tra Napoli e Milano. Il braccio di ferro tra loro due si fa intenso e per avere la meglio Ludovico crea una sorta di lega contro il nemico, ma fa male i conti perché chiama dall’esterno qualcuno e chiama il re di Francia perché Ferrante è un aragonese ed era da poco riuscito a riunificare il regno di Napoli dopo una lotta dinastica tra angioini, aragonesi e ungheresi, così cerca di chiamare gli angioini, nemici di Ferrante. L’errore è che chiamando i sovrani di Francia, si poteva chiedere più energie perché aveva esercito forte rispetto agli eserciti italiani, invita gli stranieri a fare razzia all’interno della penisola. Il re di Francia Carlo VIII scenderà in Italia nel 1498 puntando su Napoli e creando scompiglio in tutta la penisola, entra dal territorio dai Savoia e da quest’anno si dà avvio alle guerre di Italia; viene accolto trionfalmente a Milano quando Ludovico Il Moro sale al potere dato che Gian Galeazzo muore. Carlo VIII viene accolto da Piero de ‘i Medici, il suo atteggiamento remissivo nei confronti dei sovrani francesi provoca un tumulto a Firenze e i Medici vengono cacciati dalla città. Papa Alessandro VI accoglie il sovrano francese a Roma e infine arriva a Napoli che ormai è libera del sovrano perché Ferrante è morto e gli è succeduto Ferdinando II, il nipote, che nel frattempo è scappato in Sicilia e quindi Carlo VIII si proclama re di Napoli, questo è un segno di debolezza degli stati italiani pronti a inchinare la testa nei confronti di un soldato straniero. L’impresa di Carlo VIII finisce malamente perché rimane a Napoli per poco tempo e gli stati italiani formano una lega antifrancese formata dallo stesso Ludovico Il Moro insieme a Venezia, il papa Alessandro VII, la Spagna e Massimiliano d’Austria, gli Asburgo. Così Carlo VIII torna in Francia con un solo scontro sulle Alpi che si conclude senza un nulla di fatto. i vari aspetti come fecero gli umanisti, si pensi a Leon Battista Alberti oppure Leonardo da Vinci. Queste scuole erano sempre chiuse alle donne, ancora escluse alla vita intellettuale dell’epoca, anche se vi è qualche donna che emerge come nel campo dell’arte. Lez.64 Storia del Rinascimento Con l’umanesimo si rinnova anche la cultura in Europa data la riscoperta dei classici, dal 400’ si sviluppa prima in Italia e poi in Europa un nuovo movimento culturale chiamato rinascimento, la capitale del rinascimento fu Firenze. Perché rinascimento? La parola rinascimento fu usata proprio dagli artisti del rinascimento, gli uomini di questo periodo si ritengono coloro che hanno recuperato la cultura classica del passato, dopo un periodo in cui arte e cultura si erano assopite secondo loro, infatti essi vedono il medioevo come età di mezzo, un’epoca oscura, la vedevano come un interruzione in un percorso culturale e storico che sarebbe stato graduale se non ci fosse stato. Gli uomini del rinascimento sottolineano questa rottura rispetto al passato, ma oggi questa lettura è stata rivista perché come sottolineano gli storici la fine del medioevo e l’inizio dell’età moderna è un proseguo, non una rottura improvvisa. La svolta non è così netta come volevano mostrare gli uomini del rinascimento. Le città protagoniste In cosa consisteva questo rinascimento? Si sviluppò principalmente nelle arti, nell’architettura, nella politica, nella dialettica; Firenze prima nelle arti e poi non solo fu l’inizio della questa corrente, basti pensare a Brunelleschi, Leonardo da Vinci, Botticelli, Masaccio, Leon Battista Alberti. Anche letterati operarono qui come Lorenzo Magnifico, Machiavelli che rinnovò la scienza politica, Guicciardini, Pico della Mirandola, Marsilio Ficino, Galileo Galilei, che ebbe un ruolo importantissimo a Firenze. Nel nord Italia è importante la Mantova dei Gonzaga che ospita Vittorino da Feltre, Mantegna; grande importanza ha Ferrara con Ariosto e Tasso; a Urbino vi sono i Montefeltro. Venezia, Milano, ma anche Roma che attira gli artisti per il papato, che in questi anni vide il suo massimo splendore per l’arte, la cultura e la politica, i papi di questo periodo fanno abbellire i palazzi vaticani circondandosi anche di letterati e divenendo dei mecenati. Perché in Italia Influenza importante ebbe l’umanesimo che era nato in Italia e qui aveva conosciuto il suo sviluppo. Per la prospettiva di cui si faceva portavoce il rinascimento vi fu una riscoperta della geometria e del rigore, elementi tipici degli antichi. Questo rigore si trova grazie ai testi di Platone, segno che dove l’umanesimo aveva già lavorato da qualche decennio, l’arte era più facilitata a svilupparsi ispirandosi a queste scoperte. Le signorie, sorte dai comuni, che in parte mantengono viva la storia dell’età comunale con le loro leggi e i loro diritti, mantengono viva la libertà per l’Europa del tempo e si poteva anche essere eretici in minima parte e ciò favorisce nei cittadini la voglia di provare e sperimentare, nascono le utopie e fino alla metà del 500’ c’è un po' di spazio. Queste città hanno al potere famiglie che vogliono mostrarsi forti e prestigiose, così i signori sono disposti a spendere molto per mostrare la dignità e il prestigio della corte. I grandi artisti muovono i loro primi passi all’interno delle botteghe inizialmente, la tecnica si può apprendere dalle botteghe artigianali come quelle dei pintori che coloravano le vesti fiorentine, le botteghe di scultori dove si apprende la tecnica e rinnovandola può dargli prestigio. Le classi sociali Gli artisti rinascimentali erano 3000 mentre la popolazione italiana era 10 milioni di abitanti, quindi quella degli artisti e letterati erano un élite di pochi; la popolazione era fatta di contadini e viveva nella stragrande ignoranza con un alto tasso di analfabetismo. Artisti e letterati venivano da ceti sociali diversi, gli artisti avevano come ceto di riferimento quello dei bottegai, quindi dalla classe degli artigiani mentre letterati, filosofi e scienziati provengono o dalla nobiltà oppure dalle classi mercantili, borghesi che si sono occupati di svendere, viaggiare e trattare. Nessuno di questi artisti e letterati era un uomo di chiesa, questa è una differenza rispetto al medioevo dove la maggioranza dei letterati era un uomo di chiesa; la chiesa nel rinascimento paga artisti laici per produrre opere d’arte. La società e le donne Gli artisti nella prima fase del rinascimento venivano visti come artigiani, un po' più bravi della media, ma il loro rango era medio-basso, le cose iniziano a cambiare quando grandi artisti iniziano a farsi pagare molto per le loro opere e alcuni riceveranno dei titoli nobiliari. Vittorio Colonna o Artemisia Gentileschi sono donne che hanno una storia particolare, erano comunque estreme minoranze le donne che riuscirono ad emergere, l’istruzione, la formazione letteraria e artistica era riservata agli uomini. L’educazione privata veniva fornita dal padre della donna, ma bisogna che il padre avesse una mentalità illuminata. Lucrezia Borgia, figlia del papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia), fu una donna capace anche se la sua figura è stata attaccata per secoli, in realtà era una donna intelligente e un po' vittima del suo tempo. Lez.65 L’invenzione della stampa Nel medioevo si diffonde la pratica di copiare i vecchi manoscritti sia sacri come la Bibbia o i padri della chiesa sia dei libri degli antichi romani, i monaci tengono la cultura dell’antichità viva; questa copiatura degli amanuensi era comunque un’attività ridotta e questi libri erano delegati all’interno dei monasteri, nessuno aveva una biblioteca personale in casa. Questo faceva si che la cultura del medioevo era limitata a pochi e potevano confrontarsi solo con gli altri monaci per avere un dibattito culturale, poche sono le persone che viaggiano. La novità portata da Gutenberg a metà del 400’ cambia tutto, l’umanesimo riceve una forte accelerata, egli inventa la stampa a caratteri mobili cioè riproduce in serie le pagine creando dei piccoli blocchetti di legno prima e poi di metallo in cui è inciso un carattere, imbeve di inchiostro la serie di caratteri messi in sequenza, crea la pagina e poi con un torchio preme i blocchetti di carattere sulla carta, questo inchiostro si trasmette sulla carta, toglie i blocchi e i caratteri rimangono stampati su carta. Si produce un libro in tempi ragionevoli, ma inizialmente ci si mette tanto, per fare cento copie di libri ci si mette anni; infatti, per fare la Bibbia ci mette mesi. Gutenberg non è il vero inventore di questa tecnica, i cinesi avevano già formulato un processo tipo quello di Gutenberg, ma vi è una differenza cioè i cinesi non implementarono subito questa cosa per la loro lingua basata sugli ideogrammi e quindi non hanno un set di caratteri che si combina con altre parole, diventa molto dispendioso creare ogni blocchetto per ogni diverso ideogramma, non era efficace come per noi occidentali. Da Gutenberg a Manuzio Gutenberg opera inizialmente a Magonza in Germania, ma in tutta Europa si replicano le sue stesse tecniche, gente che capisce il processo codificato da questo tipografo tedesco. Egli opera come primo libro la Bibbia in latino nel 1457 e lo produce in vari esemplari mettendoci anni a realizzarla, ma questa invenzione poi si diffonde anche in Italia negli anni successivi come Aldo Manuzio, di origine laziale, studierà latino a Roma e greco a Ferrara, ma aprirà una tipografia a Venezia perché lo vede il luogo più tollerante per i suoi affari. Egli ridarà luce a vecchi scritti latini e greci, ma anche a intellettuali contemporanei che stavano diffondendo su vasta scala le loro idee. Manuzio inventerà anche il carattere corsivo, in più inventa il libro anche in ottavo, prima i libri degli amanuensi erano giganti, adesso il libro diventerà più simile a quello di oggi e si poteva tenere in mano mentre si leggeva. Il libro più portatile si diffonde in tutta Europa. Gli effetti della stampa Adesso i libri non si trovano più nei monasteri, adesso qualche sapiente può comprarsi i libri da qualche tipografo e li può consultare quando vuole perché prima gli studiosi dovevano recarsi presso i monasteri, si poteva leggere e confrontare due libri contemporaneamente. Questo favorisce un atteggiamento molto più filologico, nei monasteri la scrittura a mano comportava degli errori perché gli amanuensi sbagliavano a copiare, anche perché gli amanuensi non avevano un atteggiamento attento alla veridicità della fonte, quando trovavano un punto poco chiaro o in contrasto con la fede, allora poteva capitare che il monaco operasse dei cambiamenti volontari sul testo originale e il testo diventava punto di partenza per testi successivi così l’errore si propaga; adesso gli umanisti correggono gli errori e si arriva a una forma canonica del libro poiché la versione ufficiale viene stampata su molte copie. Questo porta anche alla riscoperta del greco, si tenta di recuperare il testo greco originale stampando anche libri in greco, Manuzio ha al suo servizio dei correttori di bozza greci e questo permette di recuperare l’originale antico con un’ottica più laica; la cultura esce fuori dai monasteri. Gli stampatori tentano di vendere le loro opere anche al di fuori dell’Italia, ma per vendere all’estero, bisogna fornire ai clienti un catalogo delle opere e così nascono i cataloghi creando indici e bibliografie sui vari autori classici e contemporanei; sulla base dei cataloghi si fanno gli ordinativi. Il sapere con la cultura dei cataloghi si ordina, questa mentalità spingerà avanti la cultura. Si inizia a formare un mercato della cultura, un mercato del libro che spinge questi tipografi a diventare degli editori, tutto questo stimola la domanda e l’offerta anche degli intellettuali perché c’è un mercato che richiede libri, questo accade con Lutero perché diffonde le sue idee grazie alla stampa. Gutenberg imprenditore Gutenberg è uno stampatore tedesco che ha messo insieme innovazioni che già c’erano e poi di utilizzarle per stampare un libro utilizzando un inchiostro più denso. Le idee che aveva per creare una tipografia di successo erano non fattibili dato che le macchine che utilizzava a Magonza erano molto costose, egli chiese ai Fuss, una famiglia ricca, un prestito per avere dei finanziamenti per partire, egli partì, ma ci mise tanto a realizzare la Bibbia e i costi superarono le entrate e non riusciì a ridare i soldi ai Fuss, che lo chiamarono in causa, che poi perse e i Fuss ebbero anche i macchinari di Gutenberg come parte del risarcimento. La Bibbia a 42 linee era in latino, 42 linee perché ogni pagina divisa a due colonne con 42 righe; viene realizzata dal 1452 al 1455 e la prima edizione aveva 180 copie. Fu un esperimento ben riuscito dal punto di vista tipografico, ma non buono dal punto di vista economico mentre Manuzio riuscì a mettere in piedi un’impresa che funzionava benissimo. Concorrenza e “pirateria” Questi tipografi si fecero una concorrenza spietata, all’epoca non esisteva un diritto d’autore. Uno scrittore poteva andare da un tipografo che fungeva in qualche modo da editore, si accordavano su come dividere i profitti della vendita del libro, ma poteva arrivare un tipografo rivale che non si accordava con l’autore e pubblicava il libro. Ariosto attorno al 1416-1417 chiedeva al signore di Ferrara, una sorta di multa per chi stampasse l’Orlando Furioso illegalmente. Università e lingua Le università nel medioevo erano rimaste chiuse su loro stesse, concentrate su pochi dotti di estrazione ecclesiale talvolta; l’avvento dei libri fa aumentare il numero degli studenti perché prima senza la stampa, non si avevano dei manuali per studiare, ci si basava su codici e appunti della lezione, ciò che importava era la lezione del maestro. Adesso le università fanno stampare libri per gli studenti così si può accedere all’idea del maestro favorendo una laicizzazione della cultura. Altro fattore importante è quello delle lingue nazionali perché dopo alcuni decenni si inizia a stampare in volgare per l’Italia anche se non era una lingua nazionale dato che il paese italiano aveva molte lingue diverse, il volgare risente dei dialetti locali. Il libro viene standardizzato con un’unica lingua perché quando si pubblica un libro in italiano, bisogna formalizzare la grammatica e il tipografo fa questa scelta a differenza degli amanuensi che scrivevano per la maggior parte in latino o in greco, La fine del medioevo è nel 1492 quando il navigante genovese scopre il continente americano anche se non se ne rende conto, questa è una data simbolo anche perché il medioevo era finito da un bel po', questa scoperta fu di grande impatto. A est e ad ovest gli europei dovettero fare i conti con altri popoli e altri religioni, con i turchi ad oriente e con gli indigeni americani ad occidente, ciò contraddistingue l’inizio della modernità; gli europei iniziarono ad aprirsi a questo mondo per ragioni economiche perché nel mediterraneo le città italiane avevano dominato nel XII-XIII secolo, ma nel XIV secolo le rotte commerciali italiane nel mediterraneo si erano fatte più complesso e già avevano cercato di navigare oltre lo Stretto di Gibilterra nell’oceano atlantico, molto più difficile da navigare rispetto al mediterraneo. Tra l’Africa e l’America vi sono molto più km rispetto al mediterraneo e bisognava essere più abili nella navigazione, i primi a provarci sono veneziani e genovesi, che cercarono di puntare a nord oltre lo Stretto di Gibilterra, nel nord della Francia e in Inghilterra, le cose cambiano nel 400’ quando l’impero ottomano diventa minaccioso in oriente e conquistano avamposti i loro pirati, inoltre la via della seta viene ridotta e le merci in oriente arrivano con difficoltà; per i commercianti trovare una rotta alternativa diventa importante e vanno al di fuori delle colonne d’Ercole circumnavigando l’Africa. Si partiva dalle coste dell’Africa per girarci intorno e sbarcare nell’oceano indiano, oggi sappiamo che il continente africano è abbastanza lungo, ma nel 400’ non si sapeva quanto fosse lunga l’Africa, gli europei conoscevano solo il nord Africa, dopo il deserto Sarah il continente africano era abbastanza ignoto, si pensava che superati i primi km si potesse giungere facilmente nell’oceano indiano. Anche esplorare l’Africa poteva non essere una cattiva idea perché commerciando con gli africani si poteva trovare oro, che i maghrebini dicevano di prendere oltre il deserto e nel nord Africa si trovavano molti schiavi, anche neri e che provengono probabilmente da territori più profondi dell’Africa; iniziano a volere schiavi perché colonizzando isole vicino all’Africa gli europei implementeranno delle piantagioni, larghi appezzamenti di terre coltivati con un unico prodotto, che hanno bisogno di manodopera a basso costo, a raccogliere queste terre dovevano esserci solamente schiavi, la manodopera doveva essere prettamente schiavista e si inizia a capire che provenivano dall’Africa centrale questi schiavi. L’Africa e i portoghesi Il Portogallo inizia a trattare con questi popoli africani. Il Portogallo è affacciato sull’oceano e si orientano per primi verso l’oceano trovando nuove rotte commerciali, in particolare Enrico il Navigatore che governerà fino al 1460, darà impulso a molti tentativi per capire quali rotte sono migliori per circumnavigare l’Africa arrivando sino alla parte meridionale; questo processo si concluderà alla fine del secolo. Le basi portoghesi Occupano Madera i portoghesi e alcune isole circumnavigando a sud, a Madera impiantano piantagioni di canne da zucchero e lungo le coste africano impiantano dei porti e delle basi, essi fonderanno solo le città portuali, incontrano tribù vicine scendendo a patti con loro. Colombo e i portoghesi Verso la fine del secolo c’è un marinaio genovese chiamato Cristoforo Colombo, facendosi carico delle esperienze di navigazione genovesi, aveva un progetto ritenuto innovativo dove credeva che ci fosse una via migliore per arrivare in estremo oriente facendo il giro della terra, egli partendo dal Portogallo voleva fare un giro completo per arrivare in Cina e in Giappone. Egli propone il progetto al re del Portogallo Giovanni II, ma lo rifiuta perché i portoghesi era convinti che circumnavigando l’Africa e doppiando il capo di Buona Speranza si arrivava in oriente; inoltre, la navigazione di Colombo era pericolosa perché in oceano aperto, mentre i portoghesi si tenevano vicino alle coste per riparare in caso di difficoltà, quindi vi è un certo dubbio sulla navigazione di Colombo. Egli pensava che questa sua operazione durasse solo tre settimane sfruttando i venti e pensava ci fossero solo 4.400km, in realtà ci volevano 30 giorni e più; quindi, la scommessa di Colombo è azzardata. Il re del Portogallo non finanza l’impresa e così con il suo progetto si presenta alla corte spagnola interdicendo con la regina Isabella di Castiglia, moglie di Ferdinando di Aragona, le illustra il progetto e Isabella si convince. Il viaggio di Colombo Isabella gli dà solo tre caravelle (Nina, Pinta e Santa Maria), firma un patto tra corona spagnola e Colombo chiamato Santa Fe nel 1492 e così Colombo con i suoi marinai parte, egli arriva alle Bahamas pensando di essere arrivato in Cina, ma tra i marinai il malumore serpeggia per il lungo viaggio; il 12 Ottobre 1492 giunge in America, riesce ad esplorare anche Haiti e Cuba, convinto che erano isole vicino al Giappone descritte da Marco Polo nel Milione. Nel settembre 1493 compie un secondo viaggio con 17 navi, molti uomini e tutto ciò che serviva per fondare una colonia; arriva nella zona delle Antille e trovano solo schiavi, ricchezze meno del previsto. Al suo ritorno Colombo viene accolto come un trionfatore, ma poi si scopre che i suoi viaggi non sfruttano; farà altri due viaggi e nel terzo viaggio verrà incarcerato. Quando Isabella morirà non verrà più protetto a corte e dopo morirà anche lui senza molti onori, ma la navigazione dell’America diventerà molto frequente. Trattato di Tordesillas Quando nel 1492-1493 Colombo tornerà in Europa, il suo viaggio di scoperte giunse in altri posti e all’orecchio dei portoghesi e gli spagnoli per paura che altri paesi rubassero l’esclusività del viaggio di scoperta vanno da papa Alessandro VI, che emana nel 1493 una bolla che sancisce i diritti dell Spagna su queste rotte, ma il Portogallo reagì e l’anno dopo grazie alla mediazione del papa Alessandro VI, si arrivò al Trattato di Tordesillas dove Spagna e Portogallo si accordano dandosi un meridiano, le terre ad oriente saranno a panaggio dei portoghesi, quelle di occidente saranno a panaggio degli spagnoli, questo meridiano si chiama Raya; esso passava dove finisce all’incirca il Brasile. I portoghesi si fermeranno in Brasile, mentre gli spagnoli il sud America, il Venezuela, il Cile ecc.… Le imprese dei portoghesi Nel 1487 Bartolomeo Diaz era arrivato alla punta meridionale dell’Africa chiamato Capo di Buona Speranza e nel 1497 Vasco da Gama, altro navigatore portoghese aveva completato la rotta africana ed era riuscito a sbarcare nelle vere Indie; gli anni successivi continuano ad esplorare questa zona. Nel 1500 Pedro Cabral perde un po' la rotta allontanato dalla costa africana per i venti e sembra andare alla deriva, ma egli ha la fortuna di sbarcare in Brasile, in oriente rispetto alla Raya e i portoghesi iniziano a colonizzare creando delle loro basi. Altri europei e Magellano Tra la fine del 400’ e l’inizio del 500’ fu un’epoca di grandi scoperte, il primo italiano importante fu il fiorentino Amerigo Vespucci, che per conto della Spagna e del Portogallo po, tra il 1499 e il 1503 esplorò il continente sud americano rendendosi conto che non erano le Indie, bensì un nuovo continente, un po' tutte le potenze europee si imbatteranno nell’impresa come l’Inghilterra con i Caboto che scoprirono l’isola di Terranova, mentre i francesi esploreranno la parte più settentrionale del continente. Ferdinando Magellano è un navigatore portoghese che viene finanziato dagli spagnoli e la sua idea è di fare il giro di tutto il mondo tra il 1520-1521 passando per l’Europa, per l’America e sbucando dall’oceano Pacifico arrivando in oriente. L’impresa riesce, ma Magellano e moltissimi marinai muoiono, su 238 uomini, ne arrivano a casa solo 18, lo stesso Magellano muore nelle rotte vicino alle Filippine. Questa conquista verrà replicata da Francis Drake che riuscirà a portare in estremo oriente navi non portoghesi. Lez.55 Le civiltà precolombiane Continenti sconosciuti Cartina con meridiano del Trattato di Tordesillas Queste civiltà segnarono uno choc culturale per gli europei alla loro scoperta, queste popolazioni non erano organizzate in maniera avanzata. Nel nord america vi erano popolazioni nomadi e semi nomadi, nel centro e nel sud America si svilupparono delle civiltà più avanzate perché i sistemi di governo erano più avanzate per il tempo. La civiltà azteca Questa civiltà si andò a sviluppare intorno all’anno mille nell’attuale confine tra Messico e Stati Uniti, poi la popolazione si espanse e andò a situarsi sull’altopiano messicano. Essi possedevano una tecnologia non molto avanzata, ma l’organizzazione imperiale era piuttosto organizzata con città popolosi come l’attuale Città del Messico, al vertice vi stava un imperatore con un forte potere centrale, al grado inferiore i nobili, unici proprietari delle terre e potevano assurgere alle cariche politiche e religiose, al di sotto la classe dei mercanti e artigiani, classe di medio livello e al di sotto ancora i contadini che lavoravano terre comuni e al grado minore servi e schiavi che coltivavano terre dei nobili. Tecnologia e religione La ruota non era abbastanza conosciuta e non sapevano applicarla, non erano abili nella lavorazione del metallo per creare degli utensili anche se sapevano lavorare l’oro creando dei monili; dal punto di vista delle conoscenze astronomiche erano molto avanzati invece. La loro mentalità era cupa perché erano ossessionati dalla fine del mondo credendo che il mondo si distruggesse e si ricreasse, ciò creava un’ansia religiosa e li portava a fare sacrifici umani per ingraziarsi gli dei. La civiltà Maya A sud dell’America centrale si sviluppò la civiltà Maya basata su città-stato indipendenti l’una dall’altra che avevano un certo controllo del contado vicino, erano governate dal sommo sacerdote che aveva poteri religiosi, politici e giudiziari. I nobili potevano anche qui detenere le terre, lavoratori, contadini liberi e servi. La religione era fortemente pessimistica perché pensavano all’arrivo di una catastrofe, elaboravano calcoli basati sull’astronomia, infatti, il loro studio sulle stelle era più avanzato di quello degli europei. La civiltà inca La civiltà dell’Inca si era sviluppata lungo le Ande, una catena montuosa sulla parte più sud occidentale del sud America. Essa era un impero dove l’imperatore deteneva poteri sia religiosi che politici, l’impero si sviluppava lungo la cordigliera delle Ande e si pensava fosse difficile da governare perché troppo vasto e frastagliato, ma l’imperatore aveva diviso il territorio in circoscrizione con a capo un governatore. Lez.68 I conquistadores nel Nuovo Mondo Conquistadores e Cortés Queste terre scoperte divennero terreno da conquistare e già dal 1517-1518 gli spagnoli si accorsero che le civiltà degli aztechi fosse da conquistare perché erano piene di oro e ciò faceva pensare gli spagnoli che ci fossero grandi miniere di oro e d’argento, sapere che potevano esserci ricchezze attirava l’attenzione di molti avventurieri spagnoli e infatti nacquero i conquistadores, spagnoli che partivano dalla Spagna facendosi finanziare le missioni e avventurarsi in guerre e in caso di fortuna diventeranno importanti figure. Hermann Cortes fu il primo che nel 1519 andò a conquistare la civiltà azteca, questo popolo era spaventato per l’arrivo di questi europei e la loro diversità terrorizzava nonostante gli aztechi fossero superiori per numero, gli spagnoli sembravano divini; Cortes con la forza di 400-500 uomini riuscì a sconfiggere la popolazione e l’imperatore Montezuma catturandola e sfruttando l’uso delle armi da fuoco e la tecnologia militare avanzata, Rivoluzione dei prezzi Una delle cose che risalta nel 500’ è l’aumento gravoso dei prezzi e ciò va a discapito delle famiglie che hanno un reddito fisso. I cereali costavano anche 10-15 volte in più rispetto al secolo precedente, ci fu una spiegazione di questo aumento da Jean Bodin, un politologo francese del 500’ il quale afferma che l’aumento dei prezzi è dovuto all’arrivo dell’oro dall’America, l’aumento dell’oro e dell’argento in Europa, per la legge della domanda e dell’offerta fa aumentare i prezzi (in un mercato libero il prezzo di una merce è direttamente proporzionale alla domanda di questa merce e inversamente proporzionale all’offerta di questa merce; se c’è più offerte che domanda il prezzo cala), se circola tanto oro e tanto argento e quindi l’offerta aumenta, il valore di oro e argento diminuisce, meno oro c’è più il prezzo tende a salire. Secondo gli storici di oggi l’oro americano non fu la causa scatenante perché già prima era cominciato l’aumento dei prezzi; l’aumento dei prezzi è possibile che derivi dall’aumento demografico, se la popolazione aumenta, la domanda cresce, ma l’offerta rimane stabile e così più domanda, stessa offerta, i prezzi salgono. Cereali e nuove terre La produzione di cereali tese ad aumentare e si assistette ad una cerealizzazione dell’Europa, molti contadini trassero vantaggio nel coltivare cereali a differenza di altre colture che non avevano fatto trarre benefici; da un lato molti campi vennero messi a cereali e dall’altro si andarono a coltivare terre abbandonate in precedenza, vi è una nuova estensione dei campi coltivati con deforestazione e disboscamento per creare dei campi coltivabili. Si andò a coltivare per estensione più che per intensità dato che non si inventarono nuove tecniche, se non in qualche zona piuttosto isolata dove si tentò una rotazione pluriennale, in Lombardia si inventò un sistema di irrigazione più efficace, ma nel complesso non ci furono grandi novità. Aziende e banchieri Questa coltivazione incrementò un certo spirito imprenditoriale e che andò diffondendosi anche nell’agricoltura dove si iniziò a produrre anche per vendere non solo per autosostentamento, nascono le prima aziende agricole, bisogna stare attenti a cosa il mercato chiede. Il 500’ fu un secolo di grande rilancio anche per le attività dei mercanti e dei banchieri, non a caso grande impulso è stato dato dalle scoperte geografiche, anche i banchieri prestano soldi ai mercanti o ai regnanti. I banchieri tedeschi sono i più importanti, come quella dei Fugger che avrà un ruolo politico importante, il più importante di questa famiglia fu Jacob Fugger che in cambio dei prestiti a regnanti chiede concessioni delle loro miniere, che davano materiale prezioso e ricchezze in modo da conferirgli prestigio e importanza. I commerci e le borse Adesso i mercanti non più da soli, ma si fondano delle vere e proprie compagnie commerciali, i primi a pensarci furono Spagna e Portogallo in America e nelle Indie. Le due nazioni decidono di dare largo appoggio alle compagnie commerciali, nel caso spagnolo vi è la Casa de La Contractacion che si occupa di fare i viaggi, formare i naviganti, lo stato gli concede il monopolio totale dei commerci con l’America, ma deve dare il 20% dei proventi alla Corona; il Portogallo ha delle vie commerciali controllate dallo stato e sono tre che hanno come punto di partenza Lisbona, anche loro si occupano di formare i mercanti per migliorare anche le tecniche commerciale. Il mercato più importante in Europa è ad Anversa, luogo in cui si scambiano merci, hanno sede banchieri italiani e tedeschi; anche Brugge e da queste zone si inizia ad usare la parola borsa, il concetto di borsa nasce nelle Fiandre nel 500’ e pare che derivi dal nome di un edificio di Brugge che gestiva questi affari. Tutto ciò porta a superare l’Italia nel commercio, Venezia e Genova non sono più importanti, il baricentro commerciale si sta spostando nel nord Europa, il sud Europa inizierà ad entrare in una profonda crisi nel Seicento, ascesa in questo periodo di Olanda e Inghilterra. Lez.70 Agricoltura e industria nel '500 Salari e consumi Il Cinquecento fu un secolo di rinascita, ma anche aumentò il costo della vita e ciò ebbe un peso drastico sulla vita sociale, segale, grano e piselli aumentarono a dismisura e così anche il costo del pane e della carne, i salari aumentarono nel corso del secolo, ma non in maniera veloce come i prezzi e questo fece abbassare il valore d’acquisto; i contadini ne risentirono di più arrivando a cambiare la loro dieta, la carne venne sostituita dai vegetali perché la carne costava tanto e molti convertirono i campi destinati all’allevamento, alla coltivazione di verdure, così diminuì la carne e ciò portò a meno proteine con effetti sulla salute, inoltre i turchi ottomani bloccarono l’esportazione di carne dall’Ungheria, maggior paese produttore di carne. Proprietari e contadini I padroni si arricchirono per questa inflazione, ma non dappertutto perché molti proprietari terrieri affittavano queste terre, i contratti di affitto erano basati su vecchie norme medievali e il proprietario faceva pagare poco queste terre perché quando cresce l’inflazione e l’affitto rimane stabile vuol dire che ciò che si guadagna dall’affitto perde valore con la svalutazione, alcuni cercarono così di rinegoziare nuovi contratti di affitto per fare di più ai fittavoli e se non sono d’accordo quest’ultimi, si inizia ad usare la forza contro i contadini; in altri casi, i proprietari terrieri decidono di gestire la propria terra pagando dei salariati, questo avviene in certe zone d’Europa, questo cambia il volto dei proprietari terrieri che iniziano a lavorare e a investire sotto un’ottica imprenditoriale; si coltivava ciò che rendeva meglio. A farne le spese sono i contadini perché o accettano contratti di affitto gravosi, o sono cacciati oppure fanno investimenti per concorrenza, ma i piccoli contadini molto spesso falliscono anche recandosi da usurai. Estrazioni e miniere Le miniere diventano risorse importanti grazie all’estrazione di nuovi minerali come il carbone in Inghilterra che sarà iniziato ad essere usato per riscaldamento domestico; il ferro dalla Spagna, Germania e Svezia per scopi bellici; il rame in Ungheria e Scandinavia, ma anche l’argento che andrà in crisi dopo l’esportazione dell’argento americano che costava meno. Allume, sale e altiforni Allume ha una grande diffusione nel 500’ e sino dal medioevo era stato importato dall’oriente, ma con la minaccia ottomana viene estratto in Europa, utilizzato dall’industria mineraria, tessile e metallurgica. Il sale era il principale elemento per conservare gli alimenti, ricavato dalle saline marittime. Questi materiali iniziano ad essere lavorati negli altiforni, in cui alcuni addetti lavorano ad altissime temperature i metalli come le leghe, tra cui la più sfruttata è la ghisa, grande seguito queste miniere avranno nel 700’ durante le rivoluzioni industriali. L'industria tessile Le grandi città artigianali sono al centro della scena, in particolare nelle Fiandre e nel nord di Italia. Nelle Fiandre si lavora lana e puntano verso prodotti a basso costo avvantaggiati dal fatto che la materia prima della lana arriva dall’Inghilterra; questa produzione avviene nelle botteghe artigianali delle grandi città o nelle campagne in modo tale che i contadini lavorano durante l’inverno quando i campi sono in pausa. In alcune città italiane si produce la seta così come anche in Spagna, soprattutto dai moriscos, gli arabi convertiti al cristianesimo. In Germania e in Francia vi è un po' di artigianato; in Germania si lavora la seta, in Francia il fustagno. Lez.71 Lutero e le rivolte I problemi della chiesa La riforma protestante fu un grande evento storico che contrassegnò il 500’ europeo, fu una riforma radicale che divise l’Europa in due dal punto di vista religioso e politico. All’inizio del 500’ l’Europa occidentale è tutta cattolica, già a metà del XV secolo in oriente dove stava l’impero bizantino vi era il culto greco ortodosso diviso da quello cristiano, nascono sempre più movimenti ereticali in opposizione ai problemi della chiesa cattolica di carattere morale per il comportamento degli uomini di chiesa, in particolare dei papi che si immischiano nella politica e si fanno la guerra tra di loro anche ed era evidente che non erano interessati alla guida delle anime, ma a questioni politiche ed economiche, ciò minava i fedeli nella fiducia della chiesa. I principali problemi erano il concubinato cioè i sacerdoti a volte non rispettavano l’obbligo di celibato come, per esempio, Rodrigo Borgia che aveva figli: Cesare Borgia e Lucrezia Borgia; altro difetto era la simonia, ovvero la vendita delle cariche religiose cioè si poteva comprare la carica di papa, vescovo, abate (carica importante perché il peso politico delle diocesi a cui erano a capo era importante). Era abbastanza raro che i vescovi risiedessero nelle loro diocesi, accadeva che una famiglia potente e ricca voleva che un figlio diventasse ecclesiastico, egli comprava la carica, ma non si trasferiva nella diocesi dalla quale ha comprato la carica e riceveva lo stesso le entrate di quelle diocesi; si poteva diventare vescovi o abati di più diocesi contemporaneamente. Tra i preti di rango più basso proliferava una certa ignoranza e a volte i preti cattolici non sanno controbattere contro questi movimenti clericali, in molti casi non conoscevano neppure il latino, i preti di periferia erano pochi istruiti non sapendo neanche parlare abilmente, quindi nessun uso della retorica. Vendita delle indulgenze Si inserisce in questo panorama il problema delle indulgenze, goccia che ha fatto traboccare il vaso, esse esistevano già da molti secoli e sono documenti con cui la chiesa cattolica praticava la remissione dei peccati. Le indulgenze era un modo per accorgere le penitenze da compiere per il peccatore, sostanzialmente era un perdono totale per certi tipi di peccato e bisognava fare qualcosa di impegnativo come un pellegrinaggio; esso era un qualcosa di davvero faticoso all’epoca poiché si andava a piedi o a cavallo e ci si imbatteva in molte difficoltà; la ricompensa per questa grande fatica è l’assoluzione dai peccati e quindi l’indulgenza nasce come ricompensa per atti di un certo peso. Nel 1300 Bonifacio VIII un giubileo che indiceva l’indulgenza plenaria ai fedeli che si recavano a Roma per visitare alcune basiliche indicate; quindi, nasce come un qualcosa che non aveva niente di male negli atti morali. Nel 400’ la chiesa inizia a vendere le indulgenze, cioè per cancellare i peccati in maniera rapida, il fedele doveva fare un’offerta cospicua alla chiesa, che poteva essere visto come un atto di generosità, ma il problema è che la chiesa non dava i soldi agli umili, ma se li iniziava a tenere e quando i fedeli iniziano ad accorgersene, non la prendono benissimo perché vedono la chiesa come qualcosa che promette perdono solo a chi è disposto a pagare. La chiesa inizia a vendere queste indulgenze a volte con appalti, ma fa capire che queste indulgenze possono essere comprate ad uso e consumo dei morti perché secondo la teologia del tempo le anime morte salivano al cielo, ma prima di arrivare in paradiso dovevano passare un certo tempo in purgatorio per un tempo che variava in base ai peccati e il tempo passato dalle anime nel purgatorio non era tanto piacevole, così il banditore delle indulgenze diceva al possibile compratore che se comprava l’indulgenza, nel purgatorio passava meno tempo e questo valeva anche per i suoi familiari. Tutto ciò diventa una sorta di compravendita, un qualcosa di svilente per la fede dei credenti; questa vendita delle indulgenze diventa una pratica diffusa e criticata. Gli umanisti cristiani Nel nord Europa si diffonde un movimento di umanisti cristiani, essi vogliono rinnovare non solo l’atteggiamento che si ha di fronte la salvezza, ma anche davanti alla fede e alla cristianità volendo rinnovare la chiesa cattolica che aveva ormai perso la bussola e quindi questi riformatori povero che vede come un sopruso le ricchezze della chiesa; il popolo si riprende la sua rivincita attaccando le chiese anche perché la gente tedesca è impoverita e vi era stato un inasprimento delle condizioni di vita dei contadini a cui erano state alzate le tasse e le corvée, i contadini quindi si scagliano contro la chiesa tedesca; il malcontento attraverso tutte le fasce della società. Altro effetto importante è la lotta all’analfabetismo con l’apertura di scuole in Germania annesse alle parrocchie dove si inizia a leggere e scrivere, è il primo tentativo in Europa, questo percorso ha successo in città, ma meno successo in campagna; in ogni caso qualche risultato si otterrà. Cavalieri e contadini Nacquero delle rivolte tra cui i primi a muoversi furono i cavalieri, piccola nobiltà tedesca, tra 1521e 1523, essa aveva perso potere economico e si iniziò a ribellare contro i grandi ricchi, ispirata dalle idee di Lutero. Questa lotta si trasformò in una guerra civile che si concluse rapidamente poiché Lutero si schierò dalla parte della grande nobiltà. Una protesta ancora più grande arrivò dai contadini della Svevia, del Tirolo, di Magonza e di altre zone tedesche contro i potenti, ispirati anch’essi dalle idee di Lutero e dal vangelo, che lo vedevano come modello per una vita alternativa dove Dio ha a cuore i poveri secondo la prima impressione, un contadino leggendo queste parole vede che Gesù è uno come loro e i nobili e i ricchi sono i nemici della chiesa; i contadini traggono un impeto rivoluzionario dalle letture del vangelo e ciò porta a una rivolta per non essere assoggettati al potere del signore. Questi contadini hanno inizialmente un programma vago, poi richiedono un vecchio modus operandi abrogando le corvée, si unificano in una Lega Cristiana e vorrebbero che Lutero prendesse parte al movimento come guida, ma egli rifiuta perché schierarsi con i contadini vorrebbe dire la sua fine, anzi, Lutero dice che non devono ribellarsi perché la lotta violenta è sempre sbagliata e se ci sono delle ingiustizie in questo mondo non sarà agli uomini risanarle, ma a Dio; inoltre, Lutero dice che l’unica libertà è quella interiore per gli uomini. Lutero invita i signori a massacrarli perché i contadini stanno violando il vangelo. Müntzer e Frankenhausen Thomas Müntzer fu un protagonista della riforma più radicale che aveva rotto con Lutero, considerato da lui più moderato; egli si mette in collaborazione con questi contadini richiedendo che quest’ultimi potessero partecipare alla vita politica della città, inoltre vorrebbe che le terre fossero requisite e ridistribuite tra i contadini abolendo la proprietà privata fornendo l’esempio del vangelo, ma questa idea non venne ben accolta dai nobili e si arrivò a numerosi scontri tra cui la battaglia più importante a Frankenhausen nel maggio 1525 dove vincono i principi, i contadini vengono debellati, Muntzer e altri capi vengono presi, torturati e poi Muntzer decapitato. Questa protesta verrà ripresa nell’800’ da Engels individuando in lui un protocomunista, ma in lui era forte la spinta religiosa anche se poneva attenzione all’aspetto sociale. Le settimane successive a questa battaglia furono uccisi cento mila ribelli. Il fronte protestante Nel 1529 si tiene una prima Dieta importante a Spira e qui sei principi e quattordici città chiedono l’eliminazione dell’Editto di Worms e da qui i principi iniziarono ad essere chiamati protestanti. Nel 1530 vi è un’altra Dieta ad Augusta dove i principi luterani presentano una loro confessione di fede, cioè le caratteristiche della loro fede ed è un ulteriore passo per la scissione tra luterani e cattolici; nel 1531 si viene a creare la Lega di Smalcalda, un’alleanza militare tra principi, città e zone luterane della Germania perché nelle Diete precedenti avevano chiesto a Carlo V di riconoscere la loro religione senza esito positivo e quindi devono difendersi da possibili attacchi dei cattolici. I principi protestanti coprono un’area poco più della metà dell’area tedesca. Lez.73 Zwingli e Calvino La riforma di Zwingli Molti uomini di chiesa partirono da Lutero e andarono ben oltre perché aveva insoddisfatto le richieste di molti uomini di chiesa e dalla Germania si diffusero le sue idee, in primis a Zurigo dove il canonico della cattedrale svizzera Zwingli applica delle riforme togliendo dalle chiese delle città le immagini sacre perché tra i riformatori c’è l’idea che la presenza di molte statue o vetrate decorate sia qualcosa di prestigioso, ma la chiesa doveva essere povera e inoltre tutto ciò era da idolatria, non dovevano esserci immagini sacre, tutt’oggi le chiese protestanti sono molto spoglie; abolisce il celibato dei preti; chiude tutti i conventi perché questo implica che le proprietà delle terre vengano acquistate dallo stato, i riti si semplificano molto così come anche l’eucarestia perché per lui commemora ciò che è avvenuto all’ultima cena, ma nel pane non c’è Cristo, il pane serve solo per commemorare. Zwingli fa proseliti a Zurigo, molta gente lo segue. Egli fa un ulteriore scelta che finirà per attaccare i cantoni svizzeri, attacca la pratica mercenaria scelta dai figli dei contadini umili, alcuni giovani di questi diventavano soldati e si mettevano in vendita sul mercato legandosi a bande di mercenari e cercando un signore che li comprasse; Zwingli ritiene questa vita da mercenari indegna non ritenuta buona per la vita del buon cristiano perché fatta di violenza. Si arriva a una guerra tra cantoni protestanti e cantoni cattolici, si combatte in varie fasi, ma nel 1531 nella battaglia decisiva di Kappel i cattolici vincono a discapito dei protestanti e lo stesso Zwingli morì. Anabattisti e Münster Gli anabattisti, di cui principale esponente Felix Manz, dicevano che non bisognava battezzare i bambini, ma solo gli adulti in modo tale che avessero più coscienza. Essi ritenevano che politica e vita religiosa dovevano essere separati rifiutando servizio militare e cariche politiche; inoltre, pensavano che la comunità dei fedeli dovesse tenere lontano soldi, potere e interessandosi solo alla vita del vangelo creando una comunità di puri e di santi, all’interno di questa comunità dovevano vigere regole di eguaglianza estrema senza lotta tra ricchi e poveri; Zwingli li perseguitò a Zurigo e Manz venne condannato a morte e lo fecero morire annegato. Nel 1534 gli anabattisti rimasti nella persecuzione riuscirono ad entrare nella città di Munster cacciando cattolici e luterani e creando una comunità dove non si usa denaro, si pratica la poligamia seguendo alcuni casi dell’antico testamento. Interpretando la Bibbia, si cerca aspirazione per la vita. Questo caso della città di Munster crea scalpore e i principi luterani e cattolici attaccano questa città massacrando gli anabattisti. Predestinati e capitalisti A Ginevra, Giovanni Calvino, predicatore francese che aveva scoperto le dottrine di Lutero, era scappato dalla Francia perché perseguitato e aveva trovato riparo in questa città, che lo accolse molto bene riuscendo a diffondere le sue idee; egli applicò in concreto la riforma in città che presentava influenze luterane, ma le estremizzava; una grande differenza è la predestinazione, era in accordo con Lutero sul tema, ma ciò significava che l’uomo in vita non doveva fare più nulla. Calvino dice che il destino è già scelto, ma si può scoprire cosa Dio ha già scelto per noi, una persona scelta da Dio già prima di nascere, poi sarà accompagnata dalla grazia divina. Una persona che ha successo è perché effettivamente ha ricevuto la grazia divina, il mercante ricco è baciato dalla grazia di Dio. Questo ha un effetto sulla psicologia della persona poiché l’ansia religiosa di scoprire se si è eletti porta i calvinisti a impegnarsi nel mondo del lavoro e a rischiare per vedere se Dio è dalla loro parte; Weber ad inizio 900’ studia questo fenomeno di calvinismo e luteranesimo e vede come nelle zone calviniste nascerà il capitalismo moderno, il calvinismo ha preparato alla mentalità imprenditoriale perché il calvinismo dice che se si vuole se si è eletti bisogna lavorare e rischiare e se si rischia i capitali e va bene, quella è la conferma massima che la grazia divina è scesa sulla persona. Rischiare i capitali, i soldi è una buona cosa per il calvinista. Nella stessa Ginevra Calvino si abbatte su certe pratiche, ma non su mestieri come mercanti e banchieri a differenza di ciò che faceva il cristianesimo; anzi, questi mestieri diventeranno punti di riferimento. La morale calvinista Per Calvino nell’eucarestia, il pane e il vino rimangono pane e vino, ma c’è lo spirito di Cristo dentro. Egli insiste tantissimo sulla moralità, le persone non devono lasciarsi trascinare dai vizi, bisogna porre grande attenzione all’ortodossia, a Ginevra vengono chiuse le taverne per non fare ubriacare gli uomini, vengono vietati gli spettacoli, i giochi d’azzardo e il lusso perciò ci si inizia a vestire con vesti nere modeste, ciò diventerà una costante di una mentalità borghese per il risparmio. Si crea il Concistoro, un consiglio di anziani di 12 membri, laici, che collaborano con i pastori di controllare la vita sociale dei cittadini delle città e se deviano dalla retta via, bisogna punirli e metterli sulla carreggiata; la vita è sotto controllo. Anche gli uomini politici sono sottoposti all’ordine del Concistoro e in caso di mancato rispetto, sono cacciati dalla carica politica e dalle città. Intolleranza religiosa Ci sono principi cattolici che mandavano eserciti contro questi riformati, ma poteva accadere il contrario; Lutero, Calvino e Zwingli non erano meno crudeli da questo punto di vista. Calvino usò il rogo parecchie volte, un caso emblematico riguarda Michele Serveto, uno spagnolo scienziato medico rilevante che si interessava di religione, aveva delle idee estreme per l’epoca considerando il dogma della Trinità cristiano sbagliato. Scrive delle lettere a Calvino e va a Ginevra discutendo delle sue idee con Calvino, ma verrà messo sul rogo ucciso dai calvinisti dopo il dibattito. Un clima di tolleranza non era di certo nato perché ognuno si considerava interprete di Dio e considerava tutti gli altri infedeli. Lez.74 La nascita della Chiesa anglicana Un'Europa divisa 30 anni dopo la predicazione di Lutero l’Europa centro-occidentale risulta divisa dal resto dell’Europa, il cattolicesimo resiste in Spagna, in Portogallo, in Italia, Austria e buona parte della Francia, mentre nelle altre zone si era diffuso il luteranesimo, come parte settentrionale della Germania, la Danimarca, i paesi scandinavi, in Ungheria e in Islanda; ma non vi è solo il luteranesimo, si era diffuso molto bene il calvinismo (in Svizzera dove ha avuto origine da Ginevra e zone limitrofe, in Olanda per reazione al dominio straniero degli spagnoli cattolici, alcune zone costiere della Francia dove vi sono mercanti e artigiani ricchi, in Francia i calvinisti vengono chiamati ugonotti; in Scozia e in alcune zone dell’est Europa come Ungheria e alcune zone della Polonia). Evangelismo italiano In Italia il cattolicesimo rimarrà saldo, ma le idee luterane arrivano qui grazie alle stamperie di Venezia, capitale della repubblica veneziana, una città di mare aperta alle idee nuove e da qui le idee di Lutero arrivano rimanendo però confinate nei circoli letterari, queste idee rimangono piuttosto isolate e questo mancato coinvolgimento del popolo fa si che si diffonde l’evangelismo come movimento di riforma, creato da intellettuali e che vogliono una chiesa cattolica rinnovata pur mantenendo i vecchi dogmi, deve ritornare a seguire il vangelo per una chiesa umile, attenta ai poveri e non troppo ricca e potente; questi intellettuali evangelisti verranno ascoltati solo in un momento successivo. Enrico VIII e Caterina Per la chiesa cattolica migliorare la disciplina del clero significherebbe migliorare se stessi e su questo tema molti insistono, ad esempio, Carlo V insiste parecchio affinché il concilio si concentri sull’aspetto disciplinare dei papi. Piu difficile sarebbe trovare un accordo se si insistesse sugli aspetti dottrinali perché la chiesa non può cambiare questioni dottrinali; quindi, anche Carlo V sa bene che se il concilio si occupa di dottrina, è impossibile una riconciliazione. Vi è una lotta su quali temi affrontare, ma alla fine il concilio si occupa di tutte e due i temi. La Riforma cattolica Il concilio stabilisce che i sacramenti sono sette e il battesimo può essere impartito anche ai bambini, rimane ferma la separazione tra clero e laici senza sacerdozio universale, rimane ferma sulla presenza reale di cristo nel vino e nel pane, la Bibbia rimane in latino “la vulgata di San Girolamo”; il papa rimane il capo della chiesa e tutto ciò ribadisce i dogmi classici della chiesa. La chiesa crea i seminari per l’analfabetismo del clero, così la formazione dei preti viene molto curate potendo ribattere agli eretici, si ribadisce il celibato del clero osservato con più attenzione, si ribadisce l’obbligo di residenza per papi e vescovi, un vescovo può avere una sola diocesi e deve risiedere lì non accumulando più beni, viene creata la visita pastorale in modo tale che i vescovi possono controllare la situazione della parrocchia. Viene creato anche il catechismo ufficiale della chiesa cattolica, una versione stampata dei dogmi della chiesa cattolica e il primo catechismo viene redatto da Carlo Borromeo in modo tale che si diffonda la cultura cristiana. Repressione e processi Lo spirito controriformista portò ad esiti duri con un’accentuazione della repressione della chiesa cattolica perché consapevole di queste eresie tentò di rispondere con la forza. Il principale fautore di questa ondata repressiva fu il pontefice Paolo IV, noto prima come cardinale Carafa, aveva indotto Paolo III a ripristinare il tribunale dell’Inquisizione. Viene creata la congregazione del Sant’Uffizio e tra le più celebri Inquisizioni, vi era quella spagnola, che aveva già iniziato ad operare a fine 400’ e rispondeva non a Roma, ma al re di Spagna; per questo grande fu la persecuzione degli eretici. Paolo IV iniziò a perseguitare gli ebrei, specialmente a Roma, individuando in loro il diverso, il nemico e l’infedele e venne creato il ghetto di Roma dal pontefice. Nel 1559 la chiesa cattolica creò l’Indice dei libri proibiti, un elenco di libri che il buono cristiano non doveva leggete, testi vietati erano quelli dei riformatori, ma a volte anche libri di scienza come quelli di Copernico o di Galileo. Giordano Bruno è un pensatore molto critico nei confronti della chiesa cattolica e vive per molto tempo in nord Europa, ma ad un certo punto riceve l’invito di un nobile veneziano invitato a casa sua e quando quest’ultimo capisce che Giordano Bruno ha delle idee rivoluzionarie, lo denuncia all’Inquisizione, non ritratterà le sue idee e verrà arso vivo a Roma. Tommaso Campanella scrive all’epoca il libro intitolato la città del sole dove vi è l’idea di uno stato ideale con critiche alla chiesa, in Calabria vorrà fondare questo stato ideale, ma verrà arrestato; fingendosi pazzo riuscirà a non essere processato. Galileo Galilei si occupa poco di politica e religione, ma subisce un processo famoso nel 1633 a causa delle sue dottrine astronomiche, viene condannato agli arresti domiciliari perché troppo anziano. Durante il processo abiura dicendo di essersi sbagliato, chiede perdono e non gli viene data la pena di morte. Nuovi ordini e gesuiti La chiesa cattolica varò delle novità interessanti sui nuovi ordini monastici ed ecclesiali dando l’impressione che questa chiesa fosse ancora interessata all’ideale evangelico. I Teatini è un ordine che stava molto attento alla riforma morale del clero, un ordine dei sacerdoti; I Cappuccini sono frati che si ispirano all’ordine francescano di povertà e umiltà, ma si occupavano principalmente di predicazione e assistenza ai malati; I Barnabiti si occupano di infermi; le Orsoline si occupano dell’istruzione femminile. L’ordine dei gesuiti (nome originale Compagnia di Gesù) venne fondato da un soldato spagnolo chiamato Ignazio di Loyola nel 1534, che durante un assedio ebbe una crisi mistica e decise di formare un movimento in cui gli adepti devono obbedire al signore e vengono preparati in maniera rigida, come se fosse un ordine militare. I gesuiti esigono stretta osservanza delle regole all’interno, ma poco esigenti all’esterno perché per loro bisogna andare incontro alle debolezze del popolo, dei fedeli dato che la chiesa è in crisi. Per la loro bontà acquisiscono peso in Europa divenendo così i principali padri confessori dei sovrani europei, entrano nelle corti europee anche come insegnanti dei figli dei re e dei nobili dato che durante le loro formazioni studiano tanto; essi formeranno le principali classi dirigenti europei. I gesuiti iniziano ad avere un grandissimo potere essendo padri confessori dei re. Venivano assunti come maestri anche perché sono degli innovatori dal punto di vista pedagogico introducendo il gioco e il teatro perché con il teatro si impara a parlare, la postura, la retorica; inventano i balli scolastici perché erano l’occasione per i giovani per imparare la postura. Un ordine che diventa il simbolo della Controriforma; è attento alla cura dei ceti più umili organizzando processioni e il culto delle immagini sacre, si lanceranno in grandi missioni come in sud America, in India, in Giappone. Lez.76 Caccia alle streghe e antisemitismo nel '500 Una nuova intolleranza Nel 500’ ci furono nuove intolleranze; l’intolleranza venne istituzionalizzata dato che la chiesa mise degli atti contro gli ebrei e le streghe, quest’ultime rappresentavano un qualcosa di diverso e quando scoppiavano le epidemia, scattava una caccia nei confronti delle minoranze viste come coloro che portavano le malattie nel medioevo. Nel 500’ le leggi dello Stato trovarono in questi gruppi di diversi un perfetto capo espiratorio da considerarli coloro che portavano i problemi in Europa, la caccia alle streghe porta all’incarcerazione di migliaia di donne e uomini accusati di stregoneria. Cum nimis absurdum Nel 1555 papa Paolo IV decide di varare una bolla tristemente famosa in cui il papa discrimina gli ebrei all’interno dello stato della chiesa istituendo il ghetto di Roma, gli ebrei dovevano vivere in questi ghetti rinchiusi alla sera, potevano possedere case e immobili solo all’interno del ghetto, durante le loro uscite dovevano portare un simbolo di riconoscimento, i medici ebrei non potevano curare i cristiani, non potevano nemmeno essere chiamati signori gli ebrei ricchi dai cristiani. Gli ebrei venivano discriminati perché si erano macchiati dell’uccisione di Cristo. Il primo ghetto venne creato a Venezia nel 1516, quasi 40 anni prima rispetto a questa bolla e la stessa parola ghetto è di origine veneziana perché il primo ghetto di Venezia sorgeva vicino una fonderia dove si faceva il getto di metalli fusi; questo getto in veneziano diventava geto, che nella pronuncia degli ebrei di origine tedesca emigrati a Venezia la G diventa dura, questa è l’origine etimologica della parola. La bolla di Paolo IV si diffuse in tutta l’Europa cattolica, queste misure hanno un precedente tremendo; unica eccezione in Italia la rappresentò la Toscana, Livorno e altre città toscane si mostrarono molto tolleranti. L'inizio della bolla Gli ebrei vengono accusati del diritto di stare alla pari con i cristiani, cosa intollerabile per Paolo IV che li considera una razza ignobile, non pura. La caccia alle streghe Sia nel mondo cattolico che protestante ci furono degli inquisitori che andavano in giro per l’Europa a cacciare sia uomini che donne accusate di stregoneria, questo fenomeno esisteva già nel medioevo, basti pensare a Giovanna d’Arco, ma il fenomeno si accentuò durante l’epoca della riforma. In genere c’erano dei manuali per la caccia alle streghe che insegnavano all’inquisitore come riconoscere una strega. Le indagini venivano sempre condotte con l’uso della tortura dove l’inquisitore andava prima alla ricerca di prove; le confessioni erano identiche le une alle altre. Chi erano le streghe Le vittime di questa caccia furono per lo più donne, anche se si registrano casi di uomini, ma le donna in misura molto maggiore e molto probabilmente per una mentalità europea maschilista, le donne sole rimaste vedove, zitelle o impazzite venivano accusate e non potevano vivere in città perché non avendo la protezione di un uomo rischiavano di essere vittime di aggressioni, così si trasferivano ai margini del bosco emarginandosi dalla comunità che era un pericolo per loro, ma finivano per essere viste come diverse, coloro che gettavano il male nella società; nel caso degli uomini anche storpi, solitari, vagabondi e visti come stregoni. L'autosuggestione Anche le streghe a volte credevano di essere loro stesse streghe autosuggestionandosi, a volte facevano riti prima di essere arrestati o anche dopo per darsi un ruolo. Quando venivano accusate di essere streghe, si convincevano di essere streghe perché la comunità li considerava importanti nonostante viste come un pericolo. Lez.77 Gli ebrei e i ghetti in Italia nell’età moderna Città e antisemitismo Nel 500’ con papa Paolo IV e già all’inizio del secolo a Venezia iniziano a sorgere i primi ghetti, quartieri della città dedicati esclusivamente agli ebrei, in cui essi sono prigionieri venendo chiusi in questi rioni di notte. Gli ebrei si erano diffusi in Europa a seguito della diaspora e si erano inseriti nella penisola iberica da un lato e area centro tedesca dall’altro nel 200’ , si stabiliscono in quartieri di città grosse perché la civiltà ebraica era costantemente in pericolo; sono secoli di miglioramenti e di peggioramenti quando arrivano gli ebrei, nel 300’ si diffonde la peste e questo popolo diventa il capo espiatorio perché si sta diffondendo la malattia, come punizione divina perché gli europei erano stati troppo buoni con gli ebrei. Essi fino a quel momento avevano vissuto anche all’esterno delle città in villaggi, ma si stabiliscono poi in città per fare gruppo all’interno della città come elemento difeso stando tutti insieme in modo da attenuare il peso di questi problemi; quindi, da un lato c’è il tentativo di stare insieme, dall’altro non ha senso stare in campagna perché per gli ebrei vi è divieto assoluto di coltivare terra. Gli ebrei per campare devono fare altri mestieri in città diventando spesso artigiani e istituendo così grandi scuole di artigianato, basti pensare che in Olanda ci saranno grandi famiglie ebraiche di ottici; faranno mestieri che sono unici che possono svolgere come la prestazione di denaro a tassi di interesse altissimo per approfittare dei cristiani: questo mito va ribaltato perché non vi erano solo ebrei che prestavano denaro a tasso alto di interesse, come la famiglia tedesca dei Fugger tanto che si pensa che Jacopo Fugger era il più ricco uomo d’Europa. I cristiani non potevano prestare denaro a interesse, nell’ebraismo questo divieto per alcune interpretazioni era in uso solo nei confronti di altri ebrei. Con questo evento gli ebrei aumentano l’odio nei loro confronti da parte della popolazione; il ruolo odierno delle banche, all’epoca a volte si identificava con gli ebrei. Gli ebrei a Venezia I quartieri di Spagna, Portogallo e area centro tedesca erano aperti, avevano una sinagoga, una macelleria e una scuola per insegnare le loro tradizioni; la macelleria serviva per la precisa dieta basata sulla macellazione della carne. Nel 200’-300’ Venezia diventa importante dal punto di vista commerciale, i suoi commerci hanno bisogno di grandi investimenti data la loro rilevanza; attorno alla metà del 300’ la città si era messa in mezzo a guerre sfortunate e nel 1348 si abbatté la pesta, così nella seconda metà del 300’ il senato veneziano cambia alcune leggi e decide di mettere il prestito a interesse, praticato quasi esclusivamente dagli ebrei, che iniziano ad aumentare dalla metà del 300’ nella città, grazie anche ad una certa tolleranza religiosa che permette agli ebrei di praticare il loro culto. Essi ancora non usati anche cannoni più leggeri, facili da manovrare. Gli spagnoli riescono a catturare addirittura il re di Francia portandolo prigioniero a Madrid e l’anno dopo viene firmato il trattato di Madrid dove si stipula che Francesco I riconosce a Carlo V i possedimenti in Italia e gli cede anche la Borgogna, territorio su cui Carlo V aveva delle pretese perché imparentato con i duchi di Borgogna. Da Madrid alla Lega di Cognac Arrivato in Francia Francesco I non riconosce più il Trattato di Madrid; nel 1526 dà vita alla Lega di Cognac con Firenze, Venezia, Milano perché Francesco II Sforza vuole staccarsi dagli spagnoli e il papa Clemente VII, appartenente alla famiglia de I Medici; preoccupato perché Carlo V stava diventando troppo potente e per i papi essere circondati dagli spagnoli non era vantaggioso. Carlo V non prende bene il fatto che il papa sia diventato suo nemico dopo che ha difeso in territorio germanico il cattolicesimo. Il sacco di Roma Carlo V aveva un esercito di mercenari, che non pagò in modo tale da fargli saccheggiare città in cerca di ricchezza; questi mercenari chiamati Lanzichenecchi decise di scendere in Italia giungendo a Roma e saccheggiandola, il Sacco di Roma del 1527 passò per una grande ferita della storia dell’Italia rinascimentale, esso durò 10 mesi. Il nome Lanzichenecchi significava in tedesco servi della terra perché questi erano di origine contadina, di fede luterana e che erano ostili alla chiesa di Roma. Il papa dovette rifugiarsi a Castel Sant’Angelo per la furia dei contadini. Conseguenze del sacco A Firenze dove erano passati i Lanzichenecchi la popolazione decise di ripristinare i Medici e fondare la Repubblica, Venezia e Ferrara occupano territori papali di loro interesse mentre Genova si assoggetta per un periodo a Carlo V. Carlo V decide di scendere a patti scendendo in Italia e liberando il papa con dei patti. Barcellona e Cambrai Tra il 1529 e il 1530 vengono firmate delle paci, quella di Barcellona e quella di Cambrai. Il trattato di Barcellona riguarda la situazione italiana dove il papa viene liberato, ripristinati i territori papali; i medici a Firenze vengono rimessi al potere; Carlo V ottiene l’egemonia dell’Italia e nel 1530 si fece incoronare dal papa a Bologna nella chiesa di San Petronio facendosi riconoscere imperatore legittimo. Nella pace di Cambrai del 1529 viene sciolta la Lega di Cognac, ma il ducato di Milano alla morte di Francesco II Sforza passerà alla Spagna, mentre la Borgogna tornerà in mano ai francesi. Lez.79 Carlo V e la Pace di Augusta Gli attacchi di Francesco I Nel 1535 l’equilibrio della pace di Cambrai si altera con la morte di Francesco II Sforza, Carlo V subito dopo la morte occupa il territorio milanese, tutto ciò provoca delle ostilità di Francesco I che inizia una guerra nei territori della Savoia contro Carlo V. Il papa Paolo III funge da figura intermediaria tra i due perché il papato è preoccupato dall’avanzata dai turchi, un pericolo per l’Europa, per fronteggiare questo popolo serve un’Europa unita e alleata; il papa riesce a strappare una tregua a Nizza nel 1538 che stabilisce domino spagnolo a Milano e dominio francese sulla Provenza. Francesco I nel 1542 tenta di mettere in difficoltà l’imperatore sfruttando una sua sconfitta e della sua flotta nei confronti degli ottomani, ma Francesco I non ci riesce e addirittura Carlo V riesce a penetrare in Francia arrivando a Parigi quasi, inoltre Carlo V si era alleato con Enrico VIII d’Inghilterra, che aveva invaso la città di Bolougne di Francia; si riesce ad arrivare ad una pace chiamata di Crepy, che ristabilisce i territori della pace di Nizza, si torna alla situazione precedente. Questa sarà l’ultima pace firmata da Francesco I perché muore poco dopo. La strategia di Enrico II Succede a Francesco I, il figlio Enrico II, che continua nella strategia di contrastare Carlo V, ma Enrico sposta lo scontro dall’Italia alla Germania alleandosi con i nemici interni che Carlo ha in Germania, come i nobili luterani, che si erano riuniti in una lega militare antiasburgica chiamata lega di Smalcalda. Così Enrico II si allea con questi principi tedeschi e riceve in cambio alcune città: Toul, Metz e Verdun; mentre Enrico II si allea con i protestanti, si riesce a mettere in difficoltà Carlo V per le rivolte in Corsica, assoggetta a Genova e quindi al dominio spagnolo, viene sostenuta da navi francesi e turche; a Siena vi è un’altra rivolta sedata da Cosimo I de Medici e Carlo V decide di cedere la città ai Medici. Nell’ultima parte della sua vita Carlo V fa una riflessione a cause di queste continue lotte che non gli hanno permesso di tenere in mano un impero così grande e nel 1555 mise fine al suo impero. La Pace di Augusta Nel 1555 Carlo V firma la pace di Augusta tra lui e l’impero, che sanciva un principio nuovo “CUIUS REGIO EIUS RELIGIO” significava” di chi è la regione di lui deve essere la religione”; in ogni zona della Germania si stabilisce che il principe detentore del territorio sceglie quali religione seguire e i sudditi devono seguire quella scelta del principe; queste due religioni sono quella cattolica e luterana. Non vi è il calvinismo che rimane vietato formalmente, la teoria di Zwingli anche e così l’anabattismo. Bisogna che si discuta anche sul problema delle terre, i principi che diventavano luterani chiudevano le abbazie, i monasteri e requisivano tutte le terre appartenenti prima a quegli ordini, i beni della chiesa venivano incamerati; Carlo V stabilisce che tutte le terre requisite alla chiesa cattolica dopo 1552 devono essere restituite alla chiesa cattolica, quelle prima del 1552 potevano rimanere nelle mani di chi le aveva requisite. La chiesa cattolica voleva le terre, i principi protestanti non volevano restituire le terre. Carlo V affermava che bisognava convertirsi per spirito, non per interesse, così chi aveva preso terre negli ultimi anni si era convertito per interesse. La divisione dell'impero Nel 1556 Carlo V abdica lasciando la corona, il suo progetto di impero universale grande, forte, unito è fallito; vi è una divisione religiosa troppa forte, si ritira in convento dove morirà qualche anno dopo. Egli decide di dividere i suoi territori tra il fratello Ferdinando I e Filippo II  Ferdinando I con Austria, Boemia, parte di Ungheria e corona del sacro romano impero germanico  Filippo II con spagna, ducato di Milano, regno di Napoli, Sicilia, Sardegna, colonie americane, i paesi bassi spagnoli (Belgio e Olanda attuale). Filippo II decide di continuare la guerra contro la Francia di Enrico II, che vedrà vittorie spagnole nella battaglia di San Quintino dove combatterà a fianco degli spagnoli Emanuele Filiberto di Savoia. Anche la Francia ottiene qualche vittoria come quella di Calois; alla fine di questa lunga guerra si arriverà alla pace di Cateau-Cambresis stabilita nel 1559, importante perché durare per qualche decennio e per circa un cinquantennio tra Francia e Spagna:  Francia mantiene i suoi confini  Spagna mantiene i suoi domini in Italia  Emanuele Filiberto di Savoia riottiene le sue terre in Piemonte e il marchesato di Saluzzo, importante in Piemonte. Lez.80 La Spagna di Filippo II Un Impero vastissimo Filippo II, figlio di Carlo V, il quale aveva grandi ambizioni universali volendo unificare tutto il mondo cristiano, impresa non riuscita per l’avanzare del luteranesimo e la minaccia turca; egli divise il suo impero e i domini spagnoli furono affidati al figlio Filippo II, che comprendeva Spagna, sud Italia, Paesi Bassi spagnoli e le colonie americane assicurate dal trattato di Tordesillas. Quando Filippo II sale al trono nel 1556 ha un impero vastissimo. I collegamenti difficili e costosi Un impero così vasto era difficile da mantenere per i costi elevati che ne derivavano, inoltre difficili erano i collegamenti da una parte all’altra del regno; egli era un sovrano particolarmente cauto nel governare ed emanare dei provvedimenti. La capitale della Spagna venne spostata da Toledo a Madrid per un motivo simbolico più che efficace poiché si trovava al centro della penisola iberica, una scelta che si rivela imprudente nonostante egli costruisca il palazzo dell’Escorial e altri monumenti per simboleggiare la potenza spagnola; la città, infatti, era mal collegata rispetto agli centri, in particolare quelli costieri, gli ordini arrivarono più lentamente. I viaggi sono molto costosi oltre che ad essere lenti, basti pensare che un viaggio di ambasciata da Spagna a Francia e viceversa costava all’epoca 380 ducati, che all’epoca corrispondeva allo stipendio di un professore universitario; l’impero è grande, ma è difficile da gestire, in ogni caso Filippo vuole gestire da solo tutto ciò accentrando il potere. L'accentramento anche religioso Filippo II è un sovrano cattolico, difensore della controriforma e considera se stesso difensore della fede cattolica, si vuole impegnare per fare ciò e vuole accentrare nelle sue mani il potere. Egli utilizza il diritto di presentazione cioè egli sceglieva nei territori spagnoli quali vescovi nominare nelle diocesi scegliendo i vescovi castigliani, a lui più fedeli e questi vescovi castigliani venivano mandati in giro per la Spagna, nelle Americhe e nei territori italiani e dei Paesi Bassi spagnoli. Tutti i capi delle chiese locali americane vengono dalla Spagna e seguono gli ordini di Filippo II, ma in Olanda la situazione si fa complicata perché lì si stava diffondendo il protestantesimo. I Consigli e i funzionari Filippo II crea dei Consigli, vari uffici che lo aiutano a prendere decisioni di natura religiosa, politica e giuridica della Spagna; si diventava funzionari comprando la carica, se si pagava la carica, si pensava che quel lavoro avrebbe permesso di guadagnare qualcosa. I funzionari ricevono soldi quando il popolo deve fare una carta e ricevono soldi in più quando devono fare qualcosa di illegale; questo succedeva di più negli uffici lontano da Madrid. Il problema dei metalli preziosi Un altro problema è l’oro e l’argento che arriva dalle Americhe che diventa molto durante l’era di Filippo II, a lungo andare quando oro e argento americano finiscono la Spagna si troverà nei guai perché questi materiali preziosi che arrivano dalle Americhe vengono usati dai nobili spagnoli per comprare all’estero, la Spagna non ha un forte artigianato, non ha delle maestranze particolari e l’agricoltura è molto povera. Quando arriva questo oro i ricchi spagnoli che lo usano per mostrare la loro forza e abbellire le loro abitazioni, preferiscono andare a comprare in Francia o comunque all’estero; questo oro poteva essere il motore di una crescita del paese, ma ciò portava a una svalutazione dei prezzi Elisabetta è stata una regina molto importante perché arriva dopo una serie di sovrani che hanno importato importanti modifiche; come il padre Enrico VIII che aveva sancito la scissione della chiesa anglicana da quella di Roma ma con una stessa teologia e dottrina, Edoardo VI aveva avvicinato la chiesa anglicana a quella romana, Maria, altra figlia di Enrico VIII aveva perseguitato ferocemente i protestanti. L'ascesa al trono di Elisabetta L’imperatore Carlo V aveva salutato con grande favore la salita al trono di Maria e per questo motivo l’imperatore aveva stabilito un matrimonio tra Filippo e Maria, ma questa mossa aveva spavenatato la Francia, storica nemica della Germania, che poteva vedersi accerchiata e così il sovrano francese aveva promesso suo figlio francesco II alla regina di scozia, maria stuart; così Francia e Scozia si alleavano contemporamente a Germania e Inghilterra. Nel frattempo muore Maria la Sanguinaria, Elisabetta è figlia di un matrimonio illegittimo, in quanto figlia di Anna Bolena e quindi volendo i cattolici potevano contestare la salita al trono di Elisabetta, Filippo II avrebbe avuto tutto l’interesse a contestare questa incoronazione, ma egli non interviene nonostante sia cattolico. Proposte di matrimonio e diplomazia Filippo II ha un interesse politico perché se contestasse l’ascesa al trono di Elisabetta, diventerebbe erede al trono Maria di Scozia, però sposata con il re di Francia e avrebbe consegnato l’Inghilterra ai francesi, Filippo decide anche di fargli una proposta di matrimonio e chiede a Elisabetta prima di sposarla, ma egli non rifiuta i suoi pretendenti in maniera netta perché ciò poteva provocare delle guerre, ma egli faceva aspettare le sue decisioni. Ella grazie alla sua abilità riuscì a farsi amare dal suo popolo. La politica religiosa Dal punto di vista religioso scelse di ripristinare molte modifiche apportate da Edoardo VI alla chiesa anglicana, scegliendo di staccarsi dal cattolicesimo poteva avere mani libera da Filippo II e dal papa. Fece votare un Atto di Supremazia e dal parlamento poco dopo fece votare un atto di uniformità ripristinando il libro delle preghiere comuni, nel 1571 fa approvare 39 articoli di fede. Il capo della chiesa anglicana era il sovrano, il capo assoluto è l’arcivescovo di Canterbury e via via gli altri capi religiosi che detenevano altri poteri. Il fatto che si ristabilisca suscita delle critiche tra calvinisti più puri, che da qui in poi si faranno chiamare puritani a avranno un rapporto conflittuale con i puritani; tutto sommatto Elisabetta riesce ad affrontare questi problemi. I problemi di Maria Stuarda Maria Stuarda si è sposata con Francesco II, che muore a soli 19 anni senza avere più pretese sul trono di Francia; Maria Stuarda trova un altro marito con un suo cugino chiamato Enrico Stuart, che muore improvvisamente in circostanze misteriose e molto probabilmente un attentato fatto da un lord inglese, amante molto probabilmente di Maria Stuart, che non amava suo marito in quanto violento. Questo fatto non viene ben accolto dagli scozzesi, che la costringono ad abdicare in favore del figlio che diventerà Giacomo VI di Scozia e poi anche re d’Inghilterra. Ella scappa in Inghilterra per rifuguarsi dalla cugina Elisabetta, ma la regina d’Inghilterra la fa arrestare perché teme qualche cospirazione nei suoi confronti. L'ammodernamento produttivo Elisabetta è interessata all’ammodernamento dell’Inghilterra, il paese che prende in mano è arretrato e povero rispetto alla Francia e alla Spagna, dopo la Guerra dei trent’anni non si è più saputa inserire nel ruolo economico dell’Europa. Il parlamento aveva indebolito il ruolo reale inglese, che doveva approvare le decisioni prese dal sovrano; Elisabetta attira a corte molti nobili di compagna in modo da sradicarli dalle loro terre e finendo per indebolire la loro potenza, mettendo i nobili fuori gioco ristabilisce l’economia e l’amministrazione del paese. Le materie prime venivano solo esportate dall’Inghilterra, vendeva a poco e comprava a tanto arricchendo i paesi vicini, così Elisabetta decide di arricchire l’industria soprattutto la lana in modo tale da non esportarla tutta nelle Fiandre per lavorarla; altri fattori che migliorarono fu l’aumento dell’allevamento di bovini, quindi della carne inglese; si sviluppa l’industria del ferro; accoglie i protestanti degli altri paesi dell’Europa e si va a formare una buona manovalanza arricchendo all’industria inglese. Vengono lavorati il vetro, la lana, si costruiscono orologi. I miglioramenti sui mari Elisabetta investe molte risorse e molti sforzi su una marina molto moderna, inizialmente spinge sul settore della pesca che inizia a riveleggiare con le barche del nord; iniziano a solcare i mari le navi corsare, guidate da avventuriere, che consente tramite permesso della regina di attaccare navi straniere come Francis Drake, noto corsaro inglese. Esse attaccano principalmente le navi spagnole che portavano materiali preziosi dalle Americhe; ciò provoca un problema per la Spagna. L’esperienza maturata da questi corsari porta a vantaggio di esplorazioni di nuove zone come l’America, il mare del Nord, la Scandinavia e altre zone del mondo. le navi inglesi prendono schiavi dalle Antille, poi si creano nuove compagne di mos via che commercia con la Russia, orientali con l’oriente e india e il Levante con il medio Oriente. Rivolte e morte di Maria Nel corso degli anni vengono scoperte molte congiure dai cattolici per mettere sul trono Maria Stuarda e metterla al trono. Tra il 1579 e il 1581 scoppia una pesante rivolta in Irlanda, che si sentiva profondamente cattolica e per questo si ribella agli inglesi per guadagnare autonomia, la rivolta venne sedata dagli inglesi. Il popolo vide in questa rivolta un segno delle trame oscure messe in campo dai cattolici e così nel 1587 la cugina Maria Stuarda venne processata per decisione di Elisabetta I, ella aveva aspettato tanti anni perché processare un reale era qualcosa di indegno. L'Invincibile Armata Filippo II decide di muovere guerra contro l’Inghilterra dopo la morte di Maria Stuarda, e nel 1588 non avendo paura di affrontare via mare uno stato medio come l’Inghilterra, istituisce una flotta di 130 navi chiamata Invincible Armada, le navi sarebbero partire dalla Spagna, arrivati nel Canale della Manica, avrebbero sconfitto gli inglesi ed entrati dalle coste in Inghilterra con l’arrivo di uomini dei paesi bassi. Le navi spagnole salparono nel Canale della Manica nel luglio 1588; le navi spagnole erano possenti galeoni, anche difficili da manovrare; questi galeoni erano equipaggiati di artiglieria, la tattica degli spagnoli era di attaccare con l’artiglieria, di affiancarsi alle navi inglesi e di assaltarle con l’arma bianca da taglio. Gli inglesi introdussero navi più veloci e più agili con un’artiglieria che sapeva colpire a media-lunga distanza, così invece di arrivare allo scontro diretto colpivano e scappavano infliggendo pesanti danni all’Invincible Armada, che non riuscivano ad avere la meglio sulle navi inglesi. Filippo II ebbe la sfortuna del maltempo che si abbatté nel canale della Manica; quindi, la flotta spagnola si ritirò nei porti spagnoli dimezzata e Filippo II non contestò più il trono di Elisabetta I che rimase al potere fino alla morte. Lez.83 Le guerre di religione in Francia Le guerre di religione Le guerre di religione vanno dagli anni 70’ del 500’ a metà del 600’, circa un 70 anni di guerre di carattere religioso tra protestanti e cattolici; spesso dietro motivazioni religiose vi erano motivi di carattere politico ed economico. Spagna e Francia era ampiamente coinvolte in queste carattere perché volevano diventare potenze egemoniche in Europa. La francia a fine 500’ era attraversata da grandi conflitti, vi furono sovrani come Francesco I ed Enrico II che erano acerrimi nemici di Carlo o Francesco II, marito di Maria Stuart. I sovrani di Francia del '500 L’erede al trono di Francesco II è Carlo IX che aveva appena 10 anni e quindi la reggenza viene affidata momentaneamente a sua madre, Caterina de I medici, che da parte di padre è di famiglia fiorentina, mentre da parte di madre è francese perché sua madre era un nobil donna francese, Caterina è cattolica. Durante la sua reggenza la Francia è attraversata dal calvinismo i cui seguaci erano chiamati ugonotti; il calvinismo si diffonde sulle zone occidentali della Francia perché sono presenti moltissimi mercanti e artigiani e l’etica calvinista si promulgava tra gli imprenditori. L'arrivo degli ugonotti Caterina dal 1562 emana una legge dove lascia libertà ai calvinisti. Le due fazioni e la guerra civile Lascia libertà per evitare proteste, la fazione cattolica è molto agguerrita in Francia e non vogliono lasciare libertà agli ugonotti, tra questi vi sono i Guisa che vogliono allearsi alla Spagna, ma Caterina ha paura dei Guisa perché non vogliono assoggettare la Francia agli spagnoli. Gli ugonotti si uniscono in una sorta di alleanza e mettono a capo la famiglia dei Coligny, nel 1562 scoppia una guerra civile perché i cattolici attaccano il villaggio ugonotto di Paussy e scoppia una guerra che durerà fino al 1598; gli ugonotti sono meglio organizzati rispetto ai cattolici nonostante sono minoritari rispetto ai cattolici, ma nelle loro zone sono molto forti. La notte di San Bartolomeo La guerra civile scoppia nel 1562, Caterina cerca di trovare una pacificazione stabilendo un matrimonio nel 1572 tra la figlia di Caterina, Margherita e il futuro marito Enrico di Borbone, leader degli ugonotti dopo i Coligny; questo matrimonio venne fissato per l’agosto del 1572 e si sarebbe dovuto fare a Parigi e qui gli ugonotti si recano a Parigi per festeggiare. La festa organizzata a Parigi ni giorni successivi si rivela una trappola fatale per gli ugonotti perché i cattolici decidono di assaltarli nella notte tra il 23 e il 24 agosto del 1572 gli ugonotti che si trovano a Parigi vengono massacrati nella famosa Notte di San Bartolomeo, muoiono così tantissime persone e la guerra civile riparte. La Guerra dei tre enrichi Carlo IX nel 1574 muore molto giovane e gli succede un fratello chiamato Enrico III, si crea un problema per la sua successione al trono perché Enrico III è l’ultimo figlio maschio di Caterina, non poteva avere figli; quindi, la sua dinastia si sarebbe esaurita con lui. L’erede al trono più diretto era proprio Enrico di Borbone, leader degli ugonotti ed erede di una famiglia nobile discendente dei Capetingi. C’è il rischio che quando Enrico III morirà, può diventare sovrano un leader ugonotto e quindi Enrico di Guisa non può accettare questa situazione perché cattolica; egli inizia a prendere contatti con Filippo II di Spagna, cattolico, e chiede alla Spagna di attaccare la Francia stessa per evitare che salga al potere un calvinista quando Enrico III viene a sapere che Enrico di Guisa vuole complottare contro la spagna, lo fa ammazzare, ma un monaco dopo l’omicida di Enrico di Guia, fa uccidere Enrico III. Enrico di Borbone sul trono Adesso al trono vi può salire solo Enrico di Borbone, ugonotto, ma egli fa una mossa astuta nel 1593 pronunciando una solenne abiura che lo fa rinunciare al calvinismo e lo fa diventare cattolico, la sua è una mossa politica per accontentare le mosse dei cattolici, guadagnandosi la stabilità della burocrazia francese. Questa scelta viene sintetizzata con una sua celebre frase “Parigi val bene una messa”, cioè in Francia vale la pena sopportare una messa cattolica per diventare re di Francia; egli diventa re con il nome di Enrico IV. requisite dopo il 1552 in modo tale da non diventare protestanti per pura convenienza economica; diventare luterani significava chiudere i conventi e prendersi un sacco di terre).  I principi non rispettavano questi accordi di 70 anni prima e così Ferdinando II con questa nuova legge li obbliga a restituire tutto, questi principi non sono disposti a pagare la chiesa.  Ferdinando II vuole fare della Germania uno stato unitario e in questi anni vara un progetto di riforma per il titolo imperiale, che non doveva essere più elettivo perché rendeva il potere troppo fragile; con una sua nuova riforma vuole il titolo imperiale ereditario, in modo tale da non corrompere gli elettori, esautorandoli e togliendogli il potere di incidere sull’elettorato. In realtà anche Ferdinando II ha un problema perché ha ottenuto le vittorie grazie all’esercito, ma non ha pienissimo potere perché guidato da un nobile boemo, che sembra rivaleggiare con Ferdinando II; questo esercito sta combattendo in tutta Europa e ha bisogno di essere pagato, ma l’imperatore germanico non ha abbastanza soldi per pagarlo, si fa prestare i soldi a volte proprio da Wallenstein in modo tale che poi paga il suo esercito, ma diventa debitore in questo modo e quando non lo paga, il generale Wallenstein acquisisce terre e addirittura riceverà ad un certo punto il titolo di principe imperiale; il suo esercito prende soldi e questo diventa problema per l’area tedesca:  Ferdinando II alza le tasse  Quando l’esercito non viene pagato, inizia a prendere soldi in maniera violenta e si sente autorizzato a saccheggiare le zone in cui si trova  Si generano così crisi economiche rivelanti  I problemi di Ferdinando II all’esterno non sono risolti perché si affaccia un’altra potenza la Svezia, che è diventata luterana e non vuole che a sud dei suoi territori si trovi una potenza cattolica; inoltre, la Svezia ha il dominio dei commerci sul mar Baltico che sta al di sopra della Germania, qui gli svedesi con le loro navi smerciavano sia le merci tedesche che del nord, i tedeschi vendevano i manufatti e compravano le materia prime, questi commerci erano gestiti da svedesi che facevano da intermediari. Questo costituiva una fonte di reddito principale per gli svedesi e la Svezia vede come un rischio il fatto che Ferdinando II possa acquisire territori e affacciarsi al nord sul mar Baltico togliendo commerci alla Svezia.  Così nel 1631 il re svedese Gustavo Adolfo decide di intervenire, scende in Germania e combatte contro l’esercito imperiale vincendo una prima battaglia vicino a Lipsia, poi scende in Baviera e alla Slesia; essa è così forte anche per le innovazioni introdotte dal sovrano svedese come l’artiglieria composta da cannoni leggeri, che permette facilmente di muoverli e orientarli durante la battaglia, esisteva un corpo di fucilieri svedesi che avevano un moschetto facile da ricaricare; la cavalleria svedese era stata addestrata in maniera efficace ad attaccare compatta. I soldati svedesi erano ben addestrati, una cosa rara per l’epoca perché gli eserciti europei avevano uomini addestrati per poco tempo, l’esercito svedese era mantenuto dallo stato e gli uomini vi stavano anche per 20 anni. Nel 1632 nella Battaglia di Lutzen vinsero loro anche se Gustavo Adolfo morì e ciò era un colpo di fortuna per Ferdinando II, che si riorganizzò con il suo esercito.  Nel 1634 Ferdinando II passò alla controffensiva e fece uccidere Wallenstein, dopodiché chiese aiuto agli spagnoli per combattere contro la Svezia e nel 1635 riuscì a vincere sugli svedesi e si arrivò alla pace di Praga dopo poco tempo tra impero e forze protestanti, che sanciva una fine delle ostilità dove Ferdinando II non applicava l’Editto Restituzione per circa 40 anni. La guerra non è comunque finita del tutto, l’esercito svedese si fa da parte, ma la mancanza di un nemico per Ferdinando II preoccupa le altre potenze, particolarmente la Francia.  In Francia al potere vi era Luigi XIII, figlio di Enrico IV, che aveva affidato molti poteri al primo ministro Richelieu, egli pur essendo cattolico, si schiera dalla parte dei protestanti perché è preoccupato che la Germania si rafforzi. La Francia entra in guerra alleandosi con l’unione evangelica contro spagna e impero, ma la Francia vuole combattere contro la spagna che si trova su tre fronti diverse: P.U.; Germania; Francia. La Spagna si trova debolissima dal punto di vista economico nel 500’ e nel 600’ il problema si acuisce per le troppe guerre spagnole, infatti la corona spagnola è costretta ad alzare le tasse e il popolo inizia a ribellarsi, in particolare in Catalogna e in Portogallo; la Spagna va vicino al collasso.  Nel 1643 arrivò un confronto decisivo tra francesi e spagnoli a Rocroi, che si trova nell’odierno Belgio e qui i francesi sconfiggono gli spagnoli, nonostante fosse un esercito forte; adesso l’ago di potenza forte ce l’ha la Francia.  L’Olanda in questo momento si sente minacciata dalla Francia perché di colpo sta diventando una potenza forte e sembra mettere un occhio sul Belgio, adesso sembra essere meglio avere gli spagnoli e così le P.U. firmano una pace con gli spagnoli a Munster nel 1648, una città tedesca vicino al confine, sancendo una fine della guerra tra Spagna e P.U. e così la Spagna riconosce l’indipendenza della P.U.  Ferdinando III, nuovo imperatore germanico, figlio di Ferdinando II, avrà nuovi problemi perché gli svedesi hanno lanciato una nuova guerra e i francesi si stanno imponendo e così nel 1648 viene firmata una pace a Vestfalia, Ferdinando III rinuncia alle pretese egemoniche sia dal punto di vista religioso che politico, la Germania non diventerà uno stato cattolico e unitario. Questa pace sancisce molte cose:  in Germania sono ammesse luteranesimo, calvinismo, cattolicesimo  il principio del cuius regio eius religio viene svuotato di senso perché si stabilisce che il principe decide la religione per la regione, ma i cittadini possono praticare la religione che vogliono in privato  a questo principio ci furono delle eccezioni perché nelle terre controllate dagli Asburgo (Austria, Boemia, Ungheria) dovesse essere praticato il cattolicesimo  nella pace di Vestfalia si stabilisce che l’anno della restituzione delle terre requisite dai principi alla chiesa vengano restituite dopo il 1624  il titolo di imperatore germanico diventa un’entità simbolica più che effettiva, ogni staterello può fare alleanze con altri stati, può avere totale autonomia e questo farà si che gli Asburgo si occupano sempre meno dell’impero e pongono attenzioni sui loro possedimenti ereditari cioè Boemia, Austria, Ungheria  emergono due nuove potenze cioè la Svezia che si garantì il dominio sul Baltico e la Prussia, un territorio abbastanza piccolo che si andò ad ingrandire (Polonia, Lettonia, Estonia, Lituania) andandosi a spostare sempre più al centro dell’Europa  la Francia ottenne importanti territori come Slesia e Lorena e diventerà anche potenza egemone; sarà ancora in lotta con la Spagna, che si concluderà nel 1659 con la pace dei Pirenei. Questa fase di guerre si chiuse in maniera disastrosa dal punto di vista economico e demografico; infatti, il 600’ fu un secolo di crisi per le troppe tasse alzate dai sovrani europei per sostenere i loro eserciti; inoltre, fu dannoso dal punto di vista ambientale perché questi eserciti spostandosi danneggiarono città e si diffusero malattie come la peste e anche malattie nuove come la sifilide dannosa. Lez.85 La Russia da Ivan il terribile a Michele Romanov Zar di tutte le Russie La storia russa è stata abbastanza travagliata, da metà 500’ a fine 600’ si sono susseguiti grandi zar che hanno ottenuto grandi risultati, ma vi si sono alternati periodi di totale anarchia; questo è il segno di un impero che vorrebbe essere grande, ma che riesce ad implodere in sé stesso. La Russia sembra che faccia fatica ad avere istituzioni solide, il destino della Russia sembra essere legato al destino di singoli personaggi. A metà del 500’ diventa “Zar di tutte le Russie” Ivan il Terribile, che regna dal 1547 al 1584 e durante questo regno nel 1561 Ivan istituisce il nuovo titolo di zar che vorrebbe richiamarsi a Roma, già il nonno Ivan III voleva che Mosca diventasse una nuova Roma, erede di questa classicità. Memore di suo nonno, Ivan IV si proclama zar, titolo che deriva da Cesar, questo Caesar diventa zar, l’impero romano si voleva proclamare impero universale e adesso Mosca si presenta come colei che vuole riunire tutte le russe cioè i popoli di origine slava. Ivan contro i boiardi I predecessori di Ivan erano scesi a compromessi con l’aristocrazia terriera, i cosiddetti boiardi, indicanti nobili di antica tradizione che erano padroni di diverse zone della Russia e l’opera di Ivan il terribile tentava di indebolire il potere di questi boiardi, egli scelse di creare una nobiltà di servizio per indebolire la nobiltà di vecchio stampo. Ivan divide i territori della Russia in due zone:  da un lato Mosca e altri territori centrali amministrati dallo zar e dalla nobiltà di servizio  i territori di periferia vengono affidati alla Duma, che nel 500’ è il Consiglio dei boiardi, un’assemblea della grande nobiltà  Ivan IV favorisce uno scambio affidando a boiardi di territori centrali dei territori di periferia, questo è uno scambio vantaggioso per lo stato perché Ivan IV prende il controllo di un territorio centrale e cede al boiardo un territorio periferico, di poca valenza economica.  Tra il 1564 e il 1572 Ivan IV dà avvio a una campagna di persecuzione nei confronti di boiardi mandandoli a morte, i boiardi più importanti vengono messi a morte, gli altri accettano di sottostare alla sua figura; questo fatto indica che il sovrano va contro l’assolutismo. Il periodo dei torbidi Sotto il regno di Ivan IV si espande verso est, mentre ad ovest i russi vennero frenati dagli svedesi e dai polacchi, i regni polacchi-lituani e svedese sono molto forti fino alla metà del 600’ e i russi non sono ancora in grado di competere alla pari. I successi ottenuti ad est e all’interno del paese sono velleitari perché dopo la morte di Ivan IV inizia un periodo di grande caos per la Russia, soprattutto i boiardi e la nobiltà di servizio iniziano un grande braccio di ferro tra di loro. Dal 1598 al 1613 si ha il periodo dei torbidi perché in questi 15 anni si alternano vari zar tra congiure, colpi di stato, omicidi, non si che regga il potere in risparmiatori e dividono i loro profitti con i risparmiatori; in questo periodo Amsterdam ha il primato sulla economia facendo perderla ad Anversa. La compagnia più importante di tutte fra quelle olandesi fu quella delle Indie Orientali fondata nel 1602 e finì per soppiantare i portoghesi, che avevano creato porti in Asia per arrivare in India, questi porti vengono presi dagli olandesi; questa compagnia ha un suo esercito, ha fondi ingenti e in questi porti agisce come se fosse padrone di queste città; nel 1614 fonderanno la Compagnia delle Indie Occidentali. Lez.87 La guerra civile inglese Lo stato moderno è uno stato in cui ci sono confini molto chiari e netti, c’è unita nella popolazione che parla la stessa lingua e segue lo stesso leggi, il potere è accentrato nelle mani di pochi istituzioni, che lo esercitano in maniera chiara e definita. Nel medioevo esistevano vari stati e regni, ma il potere centrale non era così forte, basti pensare all’impero dove al suo interno esistevano vari principati, ducati e territori che si amministravano per conto loro come i Comuni italiani; con la fine del medioevo i sovrani tentano di esautorare quel potere alternativo dei nobili e cercano di accentrare il potere nelle loro mani, questo processo culmina nel 600’ quando i sovrani tentano di mettere in piede delle monarchie assolute dove il re esercita esclusivamente il potere. Il Seicento è un secolo di guerre continue e queste sono impegnative per i sovrani dal punto di vista economico e finanziario perché il sovrano deve pagare e mantenere gli eserciti trovando il denaro per mantenerli; muovere guerra per i re è importante, ma è una spesa fortissima che i sovrani da soli non si possono permettere, all’epoca il livello delle tasse era basso e non vi era un apparato burocratico-amministrativo che poteva investire ingenti somme e quindi i sovrani chiedevano aiuto ai nobili, ma finivano per essere ricattati. Le tasse venivano pagate in maniera irregolare perché i nobili erano esentati dal pagamento delle tasse e questo rappresentava un problema per i sovrani che da lì possono ricavare tanto denaro, nel 600’ i sovrani cercano di infrangere le regole medievale dell’esenzione delle tasse da parte dei nobili, anche se essi hanno un potere molto forte e per evitare guerre bisogna che il sovrano agisca in maniera moderata cercando appoggio nelle città e in particolare al ceto borghese come mercanti, industriali, banchieri, ecc., loro perché sono ricchi e questo cede chiede parità di diritti. Questo attacco alla nobiltà si consuma in un lungo periodo culminando alla fine del 700’ con la Rivoluzione francese quando la borghesia attaccherà la nobiltà e il re; questa alleanza tra sovrani e borghesi non sarà comunque di lunga durata. La nobiltà non pagherà le tasse ancora per molto tempo, lo farà solo dopo la Rivoluzione francese, ma essa verrà esautorata dal potere reale inizialmente dato che i nobili avevano cariche statali. I sovrani inizieranno a governare senza di loro o governando con pochi di loro, amministrando le finanze e l’esercito con l’aiuto di altri, qualche successo si ha nel 600’ e all’inizio del 700’; l’inizio di tutto questo avverrà con Luigi XIV. In Inghilterra Elisabetta I muore nel 1603 e gli succede al trono Giacomo I Stuart, appartenente alla famiglia Stuart, cognome di Maria, cugina di Elisabetta I che era stata regina di Scozia, che scappata d qui si rifugia in Inghilterra e poi verrà processata a morte da Elisabetta I. Giacomo è figlio di una regina cattolica, ma egli quando diventa sovrana non fa ritornare il cattolicesimo, ma rafforza la chiesa anglicana rafforzando il potere nelle sue mani e crea in quegli anni dei tribunali regi, che fanno capo al re e si processano i dissidenti. In politica estera cerca di replicare le scelte di Elisabetta I, ma si rivela meno capace di muoversi con diplomazia. Questa sua politica interna creò però un grande malcontento nel paese perché Giacomo non si era appoggiato a una base popolare forte scontentando per primi i cattolici, che speravano in un ripristino del cattolicesimo come aveva fatto Maria la sanguinaria, ma in realtà il suo obiettivo era rafforzare la chiesa anglicana; questi cattolici addirittura organizzeranno un attacco terroristico nei confronti del sovrano chiamata congiura elle polveri facend0o saltare il parlamento inglese e uccidendo il sovrano e tutti quelli seduti in parlamento, i cattolici avevano parlato polvere da sparo al di sotto del parlamento per far saltare in aria tutto. Neanche i protestanti erano contenti, in particolare il gruppo dei puritani, che erano dei calvinisti, i quali intendevano la religiosità in maniera molto radicale, un ritorno al vangelo ed erano pocho aperti ai compromessi; non avevano accettato il fatto di ripristinare la chiesa anglicana da parte di Giacomo I e vedono ridursi la libertà religiisa in Inghilterra lasciando alcuni di loro il paese nel 1620 e fuggendo a bordo della nave Mayflower sbarcando in America e fondando delle colonie, i cosidetti padri pellegrini. Questo accentramento del potere trova sfogo nel Parlamento perché sediono vari classi sociali e le classi medio-alte non sono favorevoli alla politica di Giacomo I, in particolare quella della gentry, una classe nobile di piccoli e medi proprietari terrieri, che avevano iniziato ad amministrare queste terre in stile nuovo, questa gentry aveva iniziato a ragionare e lavorare allo stesso modo dei borghesi, con i soldi che ricavava dalla terra cercava di migliorare la produzione e la rendita. Questa classe inizia ad avere un peso dal punto di vista economico e viene portata in Parlamento. Dopo Giacomo I, salì al trono Carlo I Stuart accentrando i poteri di suo padre Giacomo e arrivando a scontri con i parlamentari, negli anni 20’ del Seicento scioglierà più volte il Parlamento, ma Carlo dopo un po' è costretto a cedere firmando la Petition of rights con cui concede ai parlamentari alcuni diritti inviolabili. Subito dopo tenta di aggirare quei diritti concessi ai parlamentari varando tasse in maniera illegale, si pensi alla Ship money, una tassa che esisteva già da tempo e che veniva pagata dalle città portuali per il mantenimento della flotta, Carlo I la estese a tutte le città del regno, non doveva essere approvata per forza dal parlamento non essendo una nuova tassa. Carlo I sapeva bene che se l’avesse chiesta al parlamento, essa gliel’avrebbe bocciata, viene tradito il senso della legge e questo non fa contenti i parlamentari. Carlo I diede slancio e vigore alla Camera stellata, che già nel 300’-400’ era un tribunale inglese che giudicava i reati politici, chi ad esempio tradiva la corona o protestava in maniera veemente; viene dato un grande slancio con Carlo I; istituisce la Corte di grande commissione che colpiva i dissidenti religiosi che non si riconoscevano nella chiesa anglicana. Nel 1629 Carlo I decide di sciogliere il parlamento per ben 11 anni:  estende tasse che già esistono  fa processi  vuole governare senza il parlamento. Nel 1639 l’arcivescovo di Canterbury William Laud vara un progetto di riforma per la chiesa scozzese; la Scozia era stata amministrata in maniera separata dall’Inghilterra, però con Giacomo I le due corone si erano unite, anche se non vi era una vera e propria fusione dei due stati. Carlo I dà ordine di accentrare il potere religioso in Scozia a William Laud su modello della chiesa anglicana, gli scozzesi non sono contenti sia per motivi di indipendenza che religiosi perché nella Scozia si era diffuso un forte calvinismo senza una chiesa che avesse un’autorità centrale; la chiesa anglicana era nata su modello cattolico invece con delle gerarchie. Gli scozzesi con un patto chiamato Covenant volevano rimanere calvinisti, ma scoppia una guerra civile con una vittoria in un primo momento degli scozzesi, essi scendono da nord e invadono alcune città inglesi. Carlo I nel 1640 è costretto a convocare un parlamento per formare un nuovo esercito, ma appena si convoca, il parlamento chiede di parlare dei loro diritti prima dei soldi, ma viene sciolto dopo un mese dal sovrano e per questo venne chiamato il corto parlamento. Dopo poche settimane, Carlo I fu costretto a convocare un altro parlamento e il re abolisce la camera stellata e la corte di alta commissione mettendo a morte il suo primo ministro, così Carlo I cede per avere in cambio i soldi. Nel 1641 scoppia una rivolta in Irlanda, rimasta profondamente cattolica e ostile agli inglesi, questa rivolta mette in difficoltà lo stato e i parlamentari sospettano sia stata fomentata da Carlo I come escomatage per ottenere i soldi, tagliare corte sui diritti e dare meno ai parlamentari. In Irlanda però la popolazione si ribella contro i coloni inglesi facenti parte della gentry. I parlamentari chiedono al re una grande rimostranza con una conferma dei diritti ribaditi; chiedono che sia il parlamento a decidere quando devono essere convocati gli eserciti e chiedono al parlamento di scegliere i ministri; ma nel gennaio 1642 Carlo I tenta un colpo di stato mandando un suo esercito contro il parlamento facendo scoppiare una guerra civile. Vi sono due schieramenti:  il re appoggiato da nobiltà e cattolici  gli oppositori del re sono mercanti, artigiani, esponenti della gentry e i puritani; questo secondo schieramento viene chiamato delle teste rotonde perché avevano i capelli corti a differenza dei nobili con i capelli lunghi. Il leader delle teste rotonde sarà Oliver Cromwell, un esponente della gentry, che aveva un compito militare inizialmente come capo dell’esercito che combatteva contro Carlo I e ammodernò l’esercito creando dei fianchi corazzati, reparti di cavalleria corazzata che avevano il compito di attaccare durante le battaglie a ranghi molto corazzati; vi è la nascita del nuovo modello di esercito, gli ufficiali venivano scelti dalla truppa, si sceglievano i più fidati e all’interno dell’esercito venne introdotto una sorta di indottrinamento dei membri dell’esercito perché si fa una propaganda puritana, calvinista e luterana difendendo la loro religione in cui credevano fermamente contro chi la voleva togliere. Carlo I verrà sconfitto più volte tra il 1644 e il 1645, ad un certo punto si consegnerà agli scozzesi, ma nel 1647 quest’ultimi lo passano al parlamento inglese, la sconfitta pare irreversibile perché anche l’arcivescovo di Canterbury viene messo a morte. Sorge un problema perché all’interno delle teste rotonde nascono delle divisioni interne:  vi erano presbiteriani che volevano che la chiesa d’Inghilterra fosse puritana esclusivamente  vi era chi voleva la libertà religiosa come vi era stata nell’esercito di Cromwell  vi era il gruppo dei levellers, che volevano libertà religiosa, l’abolizione della monarchia, la fondazione della Repubblica e un parlamento eletto a suffragio universale maschile  vi era il gruppo dei diggers, zappatori, un gruppo che volevano l’abolizione della proprietà privata, si può dire dei protocomunisti. Tra il 1648 e il 1649 l’esercito di Cromwell vinse definitivamente, Carlo I viene catturato e il parlamento viene epurato dagli elementi più moderati, verrà da qui ribattezzato parlamento ridotto e nel gennaio 1649 il parlamento autorizza un processo contro il re e viene catturato a morte, primo caso in cui un sovrano viene processato dallo stato legalmente. Viene abolita la Camera dei Lord e nasce il Commonwealth, la Repubblica inglese. Questa è una repubblica per modo di dire perché il potere viene subito assunto da Cromwell e usa questo potere per mettere ordine, egli interviene con l’esercito mettendo fine ai conflitti con Scozia e Irlanda e mettendo a tacere i levelles e i diggers. In politica estera emana l’Atto di Navigazione, che prevedeva che i porti inglesi fossero destinati solo a navi inglesi o a navi che arrivavano dal luogo da cui proveniva la merce (se compro il vino dal Portogallo o me lo porta una nave inglese o una nave che arriva dal Portogallo), questo andava contro le navi olandesi che facevano tappa dappertutto. La seconda mossa prevedeva che le colonie inglese commerciassero solo con l’Inghilterra, una mossa commerciale che andava a favorire l’Inghilterra a discapito degli altri paesi. Le P.U. iniziano una guerra contro gli inglesi, ma vengono sconfitti. Cromwell firma dei patti con Svezia, Danimarca e Portogallo; Cromwell investì inoltre delle risorse per il mantenimento delle campagne inglesi. I rapporti di Cromwell con il parlamento non andarono bene, nel 1653 il Parlamento viene da lui sciolto perché egli vuole governare senza parlamento, in quest’anno Cromwell si proclama il titolo di Lord protettore; nel 1658 alla sua morte, il titolo di Lord protettore viene affidato al figlio Richard che dopo poche settimane vi rinuncia. Tra il 1658-1660 il potere inglese è vuoto, vi è una repubblica senza governatore, ma la soluzione viene risolta nel 1660 quando l’esercito decidere di affidare la corona a Carlo II, figlio di Carlo I, il di confine con la Spagna e l’Inghilterra ottenne la base navale della Giamaica, prima spagnola. Nella pace dei Pirenei c’era una clausola che riguardava un matrimonio come accadeva spesso all’epoca ed era quello tra Luigi XIV e la figlia del re di Spagna Filippo IV, Maria Teresa. Quando si facevano questi accordi matrimoniali c’erano clausole specifiche, tra cui due importanti qui:  Luigi XIV si impegnava a rinunciare ad ogni futura pretesa sul trono spagnolo, i figli maschi di Luigi e Maria Teresa non possono salire sul trono di Spagna per evitare di unificare le due corone  La Spagna si impegnava a dare una cospicua dote a Luigi XIV La dote spagnola non arriverà mai, la Spagna non pagherà mai quella dote alla Francia e così ad un certo punto Luigi XIV si riterrà svincolato da quel contratto; infatti, il sovrano francese avrà pretese sul trono spagnolo. Lez.89 Spagna e Province Unite nel ‘600 Le paci di Filippo III Fino alle fine del 500’ la Spagna è stata considerata una grande potenza egemone in Europa, la scoperta dell’America l’ha arricchita molto, gli spagnoli parlano proprio di un siglo de oro, ma già all’inizio del 600’ qualcosa inizia a spezzarsi perché nel 1598 muore Filippo II che aveva dato al suo paese un ruolo di importanza in Europa, ma incapace di modernizzarlo, la forte intolleranza religiosa aveva fatto scappare grande maestranze arabe; inoltre una certa imprudenza aveva fatto rallentare la Spagna. Il paese non riesce a fare passi avanti. Nel 1598 sale al trono Filippo III che governerà per una ventina di anni fino al 1621, egli mette a segno delle paci perché capisce che dopo le numerose guerre combattute dal suo predecessore, c’è bisogno di pace firmando una pace con l’Inghilterra nel 1604 con la pace di Londra e con le province unite; ma la crisi economica comincia a farsi sentire e investe anche la Spagna, ma il sovrano non riesce a frenare il tentativo della nobiltà di fare pagare le tasse ai ceti più umili, che già non vivevano molto bene in Spagna. Questo dà origine a fenomeni di banditismo, cioè i contadini più poveri si danno all’illegalità. Filippo IV e Olivares Filippo IV governa dal 1621 al 1655 e viene investito da una serie di problemi perché sulla scena europea c’è la Guerra dei trent’anni, che riguarda principalmente l’impero tedesco, ma la Spagna partecipa intensamente sostenendo i cugini Asburgo tedeschi. La guerra è molto dispendiosa, la Spagna deve racimolare soldi e uomini, il sovrano si affida a un ministro chiamato conte-duca Olivares, che si rende conto che se si vuole combattere in area tedesca e nelle Province Unite bisogna che ci sia un esercito numero e avanzato. Questo non era possibile perché la Spagna non aveva sufficiente denaro; basti pensare che la Spagna è nata dall’unione delle corone grazie al matrimonio tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia a fine 400’, ma la Spagna aveva vari territori che mantenevano una loro autonomia. La Castiglia dava il grosso dell’esercito, non c’era un’equa ripartizione di soldi e uomini a livello nazionale, così Olivares vara un progetto chiamato Unione delle armi che serve a ripartire in maniera più equa denaro e uomini dai vari possedimenti spagnoli, ma ciò suscita proteste. L'esito delle rivolte Nel 1640 scoppiarono delle rivolte, in particolare la Catalogna e il Portogallo. La Catalogna era una zona molto vivace dal punto di vista economico (porto di Barcellona anche), questa zona che era gelosa della propria autonomia digerì molto male i tentativi di Olivares di aumentare le tasse e lo sforzo bellico degli uomini. Ci furono varie rivolte anche nelle campagne, gli scontri durarono per 12 anni fino al 1652 quando la Spagna riconquistò Barcellona e la ridusse alla dipendenza. L’altra zona che si ribellò nel 1640 fu il Portogallo, sotto la Spagna da meno tempo, assorbito da Filippo II e aveva una diversità culturale molto forte. Anche qui vi sono rivolte guidate dal duca di Braganza e grazie anche alla Francia e l’Inghilterra, il Portogallo nel 1668 diventa indipendente con il Trattato di Lisbona e il duca di Braganza verrà eletto re con il nome di Giovanni IV. Le sette province A fine 500’ con Filippo II vi era stata una guerra con paesi bassi spagnoli e la Spagna, a inizio 600’ si era conclusa con una divisione dei territori:  a sud paesi spagnoli  a nord Provincie Unite (7 Provincie tra cui la più importante è l’Olanda). Dopo il 1609 le Provincie Unite si erano date una forma stabile:  lo stato era federale in cui ogni provincia aveva un suo governo e un suo parlamento  un governo e parlamento federale  ogni provincia aveva uno stato provinciale, chiamata assemblea elettiva, che teneva potere in quella provincia  Ad ogni provincia si affiancava un governatore civile chiamato pensionario e un governo militare chiamato Statolder  All’Aja, città principale, c’era uno stato generale, che rappresentava tutta la nazione; un grande pensionario che era il governatore civile di tutta la regione e uno Statolder generale. Pensionari e Statolder Il problema dei pensionari e gli Statolder rappresentano interessi di due classi antagoniste perché il pensionario è interessato al mondo mercantile, ha interessi che spingono per la pace e per una certa tolleranza religiosa in modo tale da fare buoni affari, i pensionari sono anche gelosi delle autonomie locali. Gli Statolder sono espressione della nobiltà terriera e sono portatori di un calvinismo piuttosto ortodosso, vorrebbero uno stato più accentrato e vorrebbero continuare anche la guerra con la Spagna, gli interessi degli Statolder hanno maggior successo nelle classi popolari perché le classi umili sono calviniste ortodosse. Verso la fine degli anni Dieci del 600’ in Olanda si diffonde il calvinismo degli arminiani, che vogliono un calvinismo più tollerante, per questi vicini ai pensionari e contro essi si scagliano i gomaristi, più vicini alla mentalità degli Statolder Il sinodo di Dordrecht Nel 1618 si tiene il sinodo di Dordrecht, in cui vengono invitati calvinisti di ogni nazione; la questione centrale di questa riunione è la lotta tra arminiani e gomaristi; si discute e alla fine prevalgono i gomaristi, i quali fanno scattare subito una repressione violenta contro gli arminiani. Ne fanno le spese alcuni importanti uomini politici e intellettuali del tempo come Ugo Grozio, che viene messo in carcere, ma riuscirà a scappare all’estero e a salvarsi; la vittima più eccellente è il grande pensionario delle Provincie Unite condannato a morte nel 1619 perché sospettato di essere molto morbido con gli arminiani. Alla fine, l’aristocrazia terriera fa capire che sono loro a comandare l’Olanda, a governare il paese sarà lo Statolder; in ogni caso dopo questa breve ondata di repressione le nuove religioni verranno tollerate, Amsterdam diventerà la città più cosmopolita del tempo. Lez.89 La decadenza dell’Italia nel ‘600 L’Italia della prima metà del 600’ è terreno di dominio straniero, in particolare dalla Spagna, che già dalla metà del 500’ aveva cacciato i francesi e preso possesso della penisola dopo la pace di Cateaux Cambresis del 1559 tra la Spagna di Filippo II e la Francia di Filippo I; la Spagna aveva ducato di Milano, Regno delle due Sicilie, territori di presidio con porti della Toscana, Genova perché dal porto si portavano le truppe spagnole, staterelli della Pianura Padana, la Savoia e il Granducato di Toscana. Questa presenza spagnola ebbe impatto sugli stati italiani perché anche nei territori autonomi i signori prendevano più forza anche nella Repubbliche, in particolare quella di Venezia si andò a sviluppare una Repubblica oligarchica. Genova è importante come porto di passaggio, ma nella città ci sono molto banchieri ed era bene avere sotto di sé per la Spagna anche Genova, che presta denaro. La Toscana ha come capoluogo Firenze che ingloba anche Siena, i Medici riprendono potere. A nord vi è il ducato di Savoia, che comincia a diventare importante nel 600’ perché la loro politica muta con il duca Emanuele Filiberto che ottiene vantaggi per la sua fedeltà con la corona spagnola e inizia a prendere territori in Italia spostando il baricentro dalla Francia, la capitale diventa Torino e cede zone francesi alla Francia in cambio del marchesato di Saluzzo allargandosi verso il Piemonte. Istituisce la leva militare obbligatoria per tutti i cittadini dello stato rafforzando l’esercito. Lo stato della Chiesa a fine 500’-inizio 600’ si allarga inglobando le Marche, ma quello che importa ai papi è quello di mantenere un forte dominio politico sulla penisola, al papa interessa avere forza spirituale e politica per orientare le decisioni dei sovrani italiani in modo tale da assicurare il cattolicesimo in Italia; questa politica papale invadente non piace a Venezia che diventa una Repubblica importante, essa ha una tolleranza religiosa molto forte stringendo in questo periodo accordi con turchi ottomani e protestanti; Venezia vuole aprirsi alle altre religioni per motivi economici. Questo scontro tocca il suo apice nel 1606 quando due preti che si trovano nella repubblica di Venezia vengono arrestati, in quel momento papa Paolo V reclama i due prelati perché la chiesa reclama il diritto proprio di processare i prelati, questo viene visto da Venezia come un’intromissione e rifiuta di fare processare al papa i due preti. Nasce una lunga tensione con il papa che minaccia l’interdetto, una sorta di scomunica che il papa minaccia di lanciare su Venezia e i suoi territori: il papa impone di non celebrare messa su tutti i territori della repubblica. Il papa manda un ultimatum, Venezia se ne lava le mani e il papa lancia l’interdetto; vi sono intellettuali che difendono Venezia, tra cui Paolo Sarpi, uomo di chiesa e suddito della Repubblica di Venezia che si scaglia contro il papa, il mondo intellettuale europeo si schiera con Venezia. La Spagna si schiera con il papa, l’Inghilterra con Venezia e infine la Francia riesce a fungere da mediatore tra i due mettendo a pace e si arriva a un accordo, che Venezia dà i due preti alla Francia e poi quest’ultima li gira al papa. Venezia si è ribellata alle pretese del papa rispetto ai secoli precedenti. L’Italia del 600’ deve affrontare la crisi economica europea, viene colpita duramente, uno dei motivi più importanti è che nel 500’ c’era stata una maggiore ricchezza in Europa, ma i ceti umili italiani erano rimasti poveri e non c’era più una compravendita dei prodotti, alla lunga questo porta un crollo dei prezzi. Nel settore artigianale questa crisi aumenta: in Italia i prodotti su cui l’Italia aveva costruito la sua ricchezza iniziano a non essere più voluti e tra la fine del 500’ e la metà del 600’ la produzione tessile crolla dell’80/90%. Molte botteghe chiudono, quasi il 70% delle botteghe spariscano e dove esse rimangono aperto, si vede sempre meno. Si sposta il baricentro economico sempre più a nord, i traffici nel mediterraneo diventano secondari rispetto all’oceano atlantico, questo indebolisce le ricchezze delle città italiane; nel 600’ le botteghe italiane subiscono la concorrenza della manifattura inglese e olandese, soprattutto dei ottenere l’obbiettivo di accentrare il potere nelle sue mani ha degli ostacoli da superare come era accaduto con Mazzarino, che aveva come ostacoli la nobiltà di spada detentori di feudi in giro per il paese e si ritengono coloro che possono amministrare la legge nel loro territorio fungendo da rivali nei confronti del sovrano. Un ostacolo per Luigi XIV è la nobiltà di toga, coloro che lavorano per gli uffici, essi sono nobili gelosi dei loro diritti, la maggior parte sono esattori delle tasse. Il ruolo di Versailles Luigi XIV costruisce una reggia, la celeberrima Reggia di Versailles, per lui aveva un chiaro intento politico:  egli vuole spostare la sua residenza fuori Parigi, fino ad allora i sovrani avevano vissuto a Parigi, però Luigi XIV sapeva bene che vivere in mezzo al popolo parigino poteva essere molto rischioso perché il popolo parigino era continuamente in subbuglio e poteva capitare di essere attaccati nel proprio palazzo dal popolo (non a caso Mazzarino se ne era scappato dalla città per andare nelle campagne durante le Fronde); Versailles non era comunque troppo distante da Parigi, ma vi era maggiore sicurezza  questa reggia è gigantesca, comprende numerose stanze e giardini; essa era destinata a centinaia e centinaia di persona, da una parte i servi a servizio della corona e moltissimi appartamenti riservati ai nobili, in questo modo i nobili non avevano spese ed erano a contatto diretto con il re: portare i nobili a Versailles fa sì che questa nobiltà che aveva influenza su un territorio veniva sradicata da quel loro feudo e quindi non avevano più potere su quell’area  i nobili di spada vengono trasformati in cortigiani, che erano persone che vivevano solo a corte. La vita a Versailles era molto frivola e vacua, questi nobili partecipavano a feste e riti che li portava a sradicarsi dalla politica, dimenticavano la prerogativa di esercitare il potere. Egli mise in piede un sistema basato su riti particolari, tutti i nobili avevano particolari funzioni all’interno della corte, c’è chi aveva il compito di andare a svegliare la regina o il re, altri che gli lavavano le vesti, chi aveva il rango di festa di cerimonia durante le feste, chi poteva scegliere la musica  le funzioni erano diverse di rango, i nobili di alto lignaggio potevano svolgere solo determinati compiti e ciò suscitava gelosie. Il re distrae la nobiltà facendoli litigare tra loro e non si interessano più delle loro questioni; essi non si interessano più di politica e non si intromettono più nella politica del sovrano. I nuovi funzionari Il sovrano esercitava il potere per via diretta, ma si attorniava anche di altri funzionari, che non vuole pescare nella nobiltà di spada perché vuole esautorarla, solo raramente li prende da lì, e non li prende neanche dalla nobiltà di toga; quindi i funzionari vengono pescati tra i borghesi, ha bisogno di gente che non abbia interessi politici forti. Egli sceglie funzionari molto capaci e preparati molto fedeli e crea un nuovo corpo di ministri; tra questi vi è Jean Baptiste Colbert, il quale si impegnò soprattutto in campo economico dopo le problematiche finanziere della Guerra dei Trent’anni, anche se militarmente e politicamente è il primo paese. Mercantilismo in economia Dal punto di vista dei commerci vi sono paesi più potenti della Francia come l’Inghilterra e l’Olanda, la Francia vorrebbe mettersi al pari con Olanda, Belgio e Inghilterra. Colbert si affida al mercantilismo, dottrina economica che prevedeva che la ricchezza di una nazione dipendesse dal surplus commerciale, una bilancia commerciale in attivo (bilancia commerciale è quanto si esporta e quanto si importa; se un paese esporta di più ha un surplus commerciale, se importa si lasciano uscire dei soldi). Una nazione che esportava tanto all’epoca era ricca; Colbert sposa questa dottrina, egli riprende le dottrine economiche del mercantilismo e li attua in maniera diversa e per questo si parlerà di colbertismo. I tentativi del colbertismo Colbert fonda una serie di compagnie commerciale finanziandole bene e dandogli forza e potere, ma non hanno grande successo perché arrivano tardi in un mercato già in mano a inglesi e olandesi; solo la Compagnia del Levante ottiene successi commerciando con l’Impero Ottomano. Un’altra mossa di Colbert è quella di aumentare i dazi doganali per ridurre le importazioni (dazi: tasse che lo stato fa pagare sui prodotti importati, per esempio la Francia importava gli arazzi, ma Colbert vuole ridurre l’importazione e alza i dazi), egli limita le vendite dei prodotti stranieri in modo tale da sostenere l’industria interna. Anche nel campo dei dazi doganali si scontra Colbert con un totale insuccesso perché egli voleva fare sviluppare un artigianato locale di qualità, i prodotti di lusso si importavano dall’estero perché l’artigianato francese ne produceva pochi; Colbert invita l’artigianato francese a produrre prodotti migliori, ma questo tentativo non funziona più di tanto perché i commercianti francesi appartenevano alla minoranza ugonotta che negli ultimi era emigrata e ciò aveva impoverito l’artigianato francese. Colbert aveva istituito dei regolamenti sulle qualità per migliorare la produzione e farla competere con il mercato straniero, questa serie di regolamenti stringenti finisce per peggiorare la situazione perché l’artigianato francese si trova a seguire delle vecchie regole ormai fuori moda e si annulla ogni fenomeno di innovazione, le merci estere si presentavano ricche di novità. Molto spesso c’è un fenomeno di contrabbando abbastanza forte. L'emigrazione ugonotta In Francia vi era stata fune 500’ una dura lotta religiosa che si era conclusa con l’Editto di Nantes di Enrico IV, che aveva dato roccheforti agli ugonotti, ma poi ripristinato con Richelieu. Luigi XIV non accetta la situazione religiosa e inizia a perseguitare gli ugonotti imponendo loro moltissimi limiti, al re la questione religiosa interessa poco, a lui interessa che il popolo sia unito con lui e togliere potere ai nobili e agli ugonotti, che rappresentavano un potere interno comunque. Luigi XIV inizia a perseguitare gli ugonotti fino al 1685 quando abolì l’Editto di Nantes, affermando che in Francia non ci fossero più ugonotti, in realtà si stima che all’epoca ce ne fossero circa un milione; così gli ugonotti iniziano ad emigrare trasferendosi in Prussia, nella zona di Brandeburgo e questa emigrazione è importante perché essi erano la classe economica più dinamica del paese e questo trasferimento all’estero indebolisce l’economia francese andando ad arricchire altri paesi. Le guerre di Luigi XIV In politica estera Luigi XIV conduce una serie di guerre, in tutti gli anni del suo regno vi sono una serie di guerre in cui lui è coinvolto. Il più delle volte le sue guerre sono di natura politica, che vanno ad incidere sul prestigio della Francia, egli vuole ribadire la grandezza francese, un interesse del paese che fino a Napoleone si vuole imporre come nazione guida all’interno dell’Europa. Queste sono guerre molto svantaggiose dal punto di vista economico, si rivelano spesso molto dispendiose e infatti finirà per mettere in difficoltà le casse dello stato. Durante Luigi XIV la Francia è molto potente, ma l’elemento economico sarà un problema anche dopo la sua morte. L'espansione ad est Dagli anni 60’ agli anni 90’ del 600’, Luigi XIV intraprende una serie di guerre ad est del paese e riuscirà ad ottenere la franca contea, Strasburgo, l’Ile e altri territori piccoli ad est. Verso la fine del 600’ nasce la questione spagnola. La successione spagnola La guerra tra Francia e Spagna verrà conclusa con la pace dei Pirenei, che sancisce il trionfo dell’egemonia francese i Europa. La pace viene sancita anche con un contratto matrimoniale dove Maria Teresa, figlia di Filippo IV, re spagnola viene data in dote a Luigi XVI; ma vi sono delle clausole:  il re non può mettere figli maschi al trono spagnolo  la corona spagnola avrebbe dovuto versare una dote matrimoniale alle casse della corona francese  a fine 600’ sale al trono di Spagna Carlo II, fratello di Maria Teresa; egli è malato e non avrà figli maschi per mettere come eredi al trono; quindi, vi è il problema; dal momento che gli spagnoli non hanno versato la dote, Luigi XIV vuole che i suoi figli succedano al trono di Spagna perché gli spagnoli non hanno rispettato il patto  nel 1700 Carlo II muore senza eredi e si apre un testamento in cui Carlo II nomina come suo erede il nipote del re di Francia, Filippo di Borgogna.  Luigi XIV convince Filippo ad accettare e diventerà re di Spagna con il nome di Filippo V, sia Francia che Spagna sono in mano ai Borbone  Luigi XIV dà l’impressione di volersi approfittare della situazione e muove le sue truppe verso il Belgio, chiamato Paesi Bassi spagnoli, appartenenti alla Spagna quindi e vuole prenderseli perché quell’area è molto ricca dal punto di vista economico. Da Filippo V alla guerra Tra il 1702 e il 1703 scoppia una guerra che verrà chiamata come guerra di successione spagnola che durerà dal 1703 al 1713, che vedrà la Francia contrapporsi a una serie di altre potenze europee. I termini della pace Si formerà una lega antifrancese comprendente Olanda, Inghilterra, Stati tedeschi, Portogallo e Impero e questa lega antifrancese alla fine è meglio e si arriva a una pace firmata nel 1713 a Utrecht, in Olanda; una pace che non comprende l’Austria, che firmerà una pace a parte. La Francia non ottiene il Belgio, ma Filippo V rimarrà re della Spagna, però la corona spagnola viene ridimensionata perché deve rinunciare ai Paesi Bassi spagnoli, a Milano e al sud Italia; questi territori vanno tutti in mano all’Austria: ottiene paesi bassi austriaci adesso, ducato di Milano e il Regno di Napoli, la parte continentale della penisola, ma anche la Sardegna; invece, il Piemonte dei Savoia che hanno combattuto nella lega antifrancese ottengono la Sicilia. Piemonte lascerà la Sicilia all’Austria e prenderà la Sardegna e la Sicilia verrà riunificata al Regno di Napoli. La politica inglese L’Inghilterra non ottiene grandi territori da questa pace di Utrecht, ma inizia una politica di attenzione e di equilibrio, essa vuole che si formino più potenzi egemoni che si fanno guerra tra loro senza toccare i commerci inglesi. La Francia di Luigi XV La politica di Luigi XIV presenta molte ombre, egli governa per vari decenni e alla sua morte lascerà il trono a Luigi XV, il pronipote. Egli tenterà di proseguire la politica del suo bisnonno, ma si presenteranno molti problemi; egli fa molte guerre acquisiscono territori come la Lorena ed espandendosi ad est, ma grava le finanze dello stato, in particolare con la guerra dei sette anni dove i francesi verranno sconfitti molte volte dagli inglesi nelle colonie, la Francia deve cedere colonie in Inghilterra e nelle Indie. Lez.93 La Gloriosa Rivoluzione inglese Carlo II e Giacomo II emana una legge chiamata Prammatica Sanzione ammettendo anche le donne come possibili eredi al trono, ma alla morte di Carlo VI gli altri stati non vogliono rispettare questa legge. La successione austriaca Queste altre potenze si radunano subito nel 1740 in una lega antiasburgica e muovono guerra all’Austria perché vogliono rubare territori agli Asburgo; Maria Teresa è debole in quel momento e persino il suo popolo potrebbe non accettarla. le potenze europee approfittano delle sue debolezze, in particolare Francia, Spagna e infine la Prussia, che è un territorio orientale dell’area tedesca che vuole prendersi territori. La guerra va avanti dal 1740 al 1748 facendo ottenere vantaggia alla Prussia, che ottiene la Slesia, vantaggiosa dal punto di vista economico, ma in cambio Maria Teresa viene riconosciuta dalle altre potenze legittimamente, e suo marito viene eletto imperatore germanico. Le cause geopolitiche Un altro motivo delle guerre del 700’ è l’ambizione di aumentare i propri confini, molti paesi sperano di ingrandire i loro confini sia in Europa continentale sia nelle colonie; in Europa e nel mondo ormai esistono aree forti e aree deboli, i paesi del centro-nord sono forti mentre altri stati sono in decadenza come l’Italia, la Spagna in parte e l’est Europa, queste zone deboli diventano appetibili per le potenze forte. Scoppiano così delle guerre sia per il controllo dei territori deboli in Europa o per usurpare colonie in altri territori per il resto del mondo. Francia e Inghilterra danno origine a guerre coloniali, ma poi vi sono anche guerre in Europa di stati piccoli che si stanno allargando. La Guerra dei sette anni Tra il 1756 e il 1763 si combatte la cosiddetta Guerra dei Sette anni, combattuta da un lato da Inghilterra e Prussia e dall’altro Austria, Francia e Russia; l’Inghilterra combatte principalmente contro la Francia per la conquista delle colonie. La Prussia, piccolo stato alleato con l’Inghilterra, se la deve vedere da sola contro Austria a sud, Russia ad est e Francia; la Prussia perché accerchiata tenta di darsi molto da fare, in un primo momento le va anche bene perché ha un grande esercito, una grande preparazione e un’abile strategia, ma alla lunga rischia di essere sconfitta. La Prussia viene salvata perché nel 1763 la Russia lascia la coalizione e si arriva a un accordo dove la Polonia viene spartita tra Austria, Russia e Prussia; l’Inghilterra sul versante oceanico batte la Francia, i commerci atlantici sono a panaggio degli inglesi e sull’Europa centrale sta nascendo un nuovo stato, la Prussia. Federico il Grande La Prussia è uno stato che ha molto da insegnare all’Europa del tempo dal punto di vista militare perché ha un esercito permanente, formato, numeroso e ben addestrato e ha un grande re chiamato Federico II Il Grande, un personaggio importante come riformatore, despota illuminato, intellettuale, scrittore e amico di Voltaire. La sua reggia è quella di San Sausy, a nord di Berlino, dove si trova anche la sua tomba. Egli fu il sovrano che riuscì ad allargare i confini della Prussia, che da stato di piccole dimensioni a quello di uno stato al pari di quelli europei. L'esercito prussiano La Prussia poteva schierare un esercito di 195mila uomini, un esercito più grande di quello francese che aveva più abitanti, lo stato era fortemente militarizzato quindi. La Prussia verso ovest Già da inizio 600’ la Prussia si era iniziata a spostare verso Occidente, inizialmente era situata in Lettonia, Lituania ed Estonia; questo ducato ha acquisito il Brandeburgo, poi la Slesia e la Pomerania con interruzioni anche. Negli anni 80 del 700’ la Prussia diventa uno stato grande, omogeneo e che inizia ad emigrare verso l’area tedesca scalzando anche gli austriaci. Junker, porti e ugonotti Questi successi militari sono sostenuti da riforme economiche e strutturali fatte da Federico il Grande e dai suoi antecedenti:  ha un esercito molto numeroso formato dagli junker, nobili di lignaggio medievali, che si erano convertiti in funzionari statali o membri alti dell’esercito, rinunciando alle terre. L’esercito era importante anche simbolicamente perché danno importanza e onore alla Prussia  l’esercito utilizza il porto di Stettino, a nord sul mar Baltico  Federico II vara una politica di grande tolleranza nei confronti degli emigrati, in particolare per gli ugonotti francesi. Portogallo e Regno Unito Il Portogallo rimane fuori dalle guerre di questo periodo, ha le sue colonie in Brasile, in Africa e vuole tenersele, grazie all’appoggio dell’Inghilterra riesce a rimanere fuori. Gli inglesi sfruttano le merci portoghesi per arricchire la loro economia, gli inglesi riescono a ottenere privilegi per commerciare le merci portoghesi. Spagna e Napoli La Spagna è in decadenza e con la guerra di successione spagnola ha perso tutti i suoi domini in Italia e i paesi bassi spagnoli ormai passati all’Austria, perde anche Gibilterra, le cose migliorano nel 1659 perché un ramo cadetto della dinastia Borbone di Spagna finisce sul trono di Napoli, ma la situazione è destinata sempre più a peggiorare. La Francia in difficoltà La Francia dopo Luigi XIV perde molti territori che aveva in America, quei primi avamposti che deve cedere all’Inghilterra; il grosso problema della Francia sarà la questione finanziaria. Belgio e Olanda I paesi bassi spagnoli sono passati agli austriaci, ma il periodo d’oro del Belgio è finito; meglio vanno le Province Unite (Olanda) non forte militarmente, ma ha le sue belle rotte dal punto di vista dei commerci. La strategia britannica La Gran Bretagna vuole immischiarsi meno con le questioni europee, i sovrani vogliono curare il loro impero coloniale. In Europa interverrà per mantenere gli equilibri. I popoli dell'est La Svezia aveva avuto un ruolo fino alla prima metà del 600’ con la Guerra dei trent’anni particolarmente, ma dopo verrà soppiantata da altri commerci europei e così anche la Polonia, che verrà smembrata in altri stati. La Russia dopo le guerre del 700’ si ingrandisce ottenendo dominio dei commerci sul Baltico e uno sbocco sul mar Nero, si affaccia commercialmente anche in Europa. L'Austria e il nord Italia L’Austria con la guerra di successione spagnola aveva ottenuto Belgio (paesi bassi spagnoli) e l’Italia in buona parte, ma nelle guerre successive perde la Slesia e il sud Italia che va in mano al ramo cadetto dei Borbone; l’Austria ha una grande influenza sul Granducato di Toscana che finisce in mano ai Lorena, parenti degli Asburgo. L'Italia e i Savoia L’Italia è considerata una delle aree deboli dell’Europa, infatti viene buttata sul tavolo delle trattative con tutti; bisogna segnalare che inizia ad emergere timidamente il regno sabaudo dei Savoia in Piemonte, che hanno spostato il loro baricentro dall’area francese a quell’europea, iniziano a ingrandirsi con le guerre del 700’ acquisendo importanza. Lez.95 La Guerra dei sette anni: le cause Una guerra mondiale? Il 700’ fu un secolo estremamente bellicoso perché si combatterono decine di guerre in cui emersero nuovi sovrani che si appassionarono sempre di più di cultura. La guerra più famosa è quella dei Sette anni perché per alcuni viene considerata la Prima guerra mondiale, fu in un certo senso una vera guerra mondiale perché coinvolse numerosi continenti; fu una guerra dispendiosa in termini economici e di vite umane. Winston Churchill in saggi storici la definì la Prima guerra mondiale; protagoniste di questa guerra furono la Prussia e l’Inghilterra da una parte; Austria, Russia e Francia dall’altra e infine entrarono anche Spagna e Portogallo. Queste potenze europee combatterono sia in area tedesca e in altre zone d’Europa come la Spagna e isole varie sia nelle colonie come in Africa, nelle Antille, in India e nelle Americhe. A combattersi erano sempre e solo potenze europee, in nord America comunque intervennero anche gli indiani, in India i francesi ebbero il supporto di truppe indiane. Il coinvolgimento di potenze nel mondo era un inedito nella storia. Nella guerra interverranno Spagna e Portogallo, ormai potenze coloniali in decadenza rispetto ai secoli passati. La guerra dei Sette anni fu una guerra totale, tutto si misurava con la resistenza della società cioè se il popolo sopporta la guerra si definisce guerra, soprattutto sul fronte europeo in questa guerra si distrusse completamente il nemico; il numero dei morti era altissimo e alla fine nessuno ce la faceva più e i patti vennero sanciti per il logoramento bellico. La guerra in sintesi La guerra dei Sette anni fu combattuta dal 1756 al 1763, anche se fu preceduta da alcuni scontri in America tra inglesi e francesi. Due fronti erano coinvolti: austriaci, russi e francesi alleati contro Prussia e Gran Bretagna; un’alleanza non tradizionale perché Austria e Francia non erano mai stati uniti, ma da notare è il ruolo centrale della Prussia, perché la guerra fu voluta dalla Prussia ed essa subì grandissime perdite presentandosi come il paese che perse moltissime vite umane, a fine guerra pare siano morti mezzo milioni di soldati prussiani. La Prussia pagò una cifra enorme per questa guerra perché morirono moltissimi ufficiali, soldati e un certo numero di persone appartenenti al ceto dirigente; il paese comunque riuscì a sopravvivere e grazie a Federico Il Grande la Prussia si presentò come una grande potenza capace di tenere testa alle altre potenze europee, inoltre riuscì a portare il compimento dell’unificazione tedesca. L’altra grande vincitrice fu l’Inghilterra che si impegnò sul fronte europeo, ma combatté il grosso della sua guerra sui mari e nelle colonie, in India, in America e nelle isole; anche quest’ultimo paese riuscì rafforzato da questa guerra divenendo leader mondiale perché aveva ampie rotte di dominio commerciale, tra fine 700’ e tutto 800’ rimarrà prima potenza al mondo. fu una guerra estremamente sanguinosa per l’alto numero di battaglie e per un uso troppo forte dell’artiglieria innovativa, in modo particolare la Prussia aveva un’artiglieria capace di sparare colpi in maniera piuttosto veloce. Si parla di circa un milione di morti, un numero cospicuo per una guerra di quell’epoca. I punti di attrito Questa guerra scoppiò dopo la guerra di successione austriaca, una guerra scoppiata a causa della linea di successione al trono d’Austria perché l’erede al trono era Maria Teresa sancita con la riforma della Prammatica Sanzione e questa guerra si era conclusa nel 1748 con il Trattato di Aquisgrana, fortemente voluto dagli inglesi, ma aveva lasciato dei nodi irrisolti perché l’Austria e la Francia erano scontenti dei risultati ottenuti; l’Austria aveva dovuto concedere troppo ai nemici per ottenere tutto questo, in particolare aveva dovuto cedere alla Prussia la Slesia, una regione piuttosto rilevante e contesa all’epoca perché ricca di terre fertili e di miniere di carbone. La Prussia aveva bisogno di un territorio del genere per la presenza dei campi e del carbone, inoltre essa si trovava al confine tra impero austriaco e regno di Prussia; l’Austria era stato un punto di riferimento per l’impero tedesco dato che gli affari tedeschi erano gestiti dagli Asburgo, avere la Slesia in mano alla Prussia impauriva i tedeschi e non andava giù alla corte austriaca. La Francia nel 600’ aveva fatto grandi investimenti per crescere dal punto di vista economico e commerciale per rivaleggiare con l’Inghilterra nei commerci, che esportava con Asia e America; nel 700’ gli eredi di Luigi XIV stanno premendo per l’avvio economico e commerciale, ma lo stato presenta grossi debiti e quindi per crescere ha bisogno di conquistare nuove rotte altrimenti si finisce in bancarotta. La pace di Aquisgrana non potrà far durare la pace in Europa perché sono molti i punti da risolvere. Tra il 1746-1748 l’Austria vuole riconquistare la Slesia e il ministro Von Kaunitz di Maria Teresa d’Austria spinge i francesi a lasciare l’alleanza con la Prussia nonostante i francesi erano rivali degli addirittura; gli equilibri della guerra si rivoluzionano. La Francia allora cerca di intervenire e spinge la Spagna ad entrare in guerra, la Spagna mira ad attaccare il Portogallo che ha grandi colonie in giro per il mondo, ma è in difficoltà, basti pensare nel 1755 vi era stato il grande terremoto di Lisbona, il Portogallo chiede aiuto all’Inghilterra e l’attacco spagnolo contro il Portogallo si rivela un fallimento. La Prussia ormai è allo stremo delle forze, la Russia è uscita dalla guerra e Pietro III cambia schieramento, ma viene arrestato e poi muore poco dopo, successore è Caterina la Grande, che cambia idea perché non voleva allearsi con la Prussia. Al 1763 si contavano tantissimi morti e nessuno ne poteva più di questa guerra. Le paci e le conseguenze Nel 1763 si arrivò alla pace con due trattati distinti:  Prussia e Austria con il Trattato di Hubertusburg; la Prussia si ritirava dalla Sassonia e manteneva la Slesia, regione che aveva dato avvio alla guerra perché l’Austria voleva riprendersela. La Prussia si vedeva riconosciuta dalle varie potenze europee, da lì in poi giocherà da grande potenza.  Francia e Inghilterra con il Trattato di Parigi; questo trattato riguardò le colonie e sanciva la vittoria netta degli inglesi anche se quest’ultimi restituirono alcune città francesi occupate, ma ottennero porti in India e territori in America come il Canada e la Louisiana spartendosi territori con gli spagnoli. L’Inghilterra ormai è destinata a dominare gli oceani. Francia e Austria mantennero l’alleanza e la suggellarono nel 1770 con il matrimonio tra Luigi XVI e Maria Antonia sancendo l’unione diplomatica. Lez.97 La Russia di Alessio e Pietro il grande Il Codice del 1649 Ivan IV è il fondatore della Russia imperiale perché prende il titolo di zar di origine imperiale, ma poi a prendere il sopravvento è la dinastia dei Romanov, fondata da Michele. A Michele successe il figlio Alessio, che regnò tra il 1645 e il 1676 ed emanò un codice nel 1649, una raccolta di leggi che finì per irrigidire la società russa divisa adesso in tre gruppi:  gli uomini di servizio, i nobili al servizio dello stato  gli uomini del borgo, artigiani e mercanti  gli uomini del distretto, classi umili di servi e schiavi. Questa distinzione già esisteva, ma adesso venne sancita dalla legge e cambiare di classe sociale diventava impossibile, i borghesi per esempio, erano bloccati a svolgere i loro mestieri; in contemporanea nel resto dell’Europa i borghesi si arricchivano e aspiravano ad entrare nella nobiltà, come accadde in Francia con la nobiltà di toga che arrivò alla pari quasi della nobiltà di spada. Per i russi questo diventa impossibile e i servi della gleba sono ancora più aggravati nella loro condizione, i servi della gleba vedono ridursi le loro libertà, essi lavorano nei campi e non possono migliorare la loro condizione. La rivolta dei cosacchi Negli anni successivi tutto ciò provocò una serie di rivolte come quella dei mercanti del 1656, ma soppressa subito dallo stato centrale e successivamente più importanti i contadini che si allearono con i cosacchi, tribù seminomadi che abitavano nella parte sud orientale della Russia, su cui gli zar non avevano tanto potere e questo perché i cosacchi vivevano in maniera autonoma compiendo numerose razzie; lo zar non entrava nelle questioni e i cosacchi difendevano i confini sud orientali dagli attacchi degli ottomani, questo era un tacito accordo. Nella seconda metà del 600’ le rivolte contadine si congiungono con le rivolte dei cosacchi perché le nuove politiche degli zar tentano di prendere mano anche su questa area; le truppe dei cosacchi vengono ingrandite dai servi della gleba che si danno alla fuga dalle loro terre. Tra il 1670 e il 1671 si combatte una rivolta guidata da Stenka Razin, questo soldato cosacco riesce a tenere testa all’esercito zarista per qualche mese, forte dell’appoggio dell’esercito locale del sud della Russia, ma il pugno di ferro dello zar è durissimo e quindi le truppe cosacche vengono sconfitte, lo stesso leader verrà tradito dalle sue truppe e condannato poi dallo zar. Alessio riesce a far cadere tutti i ribelli uccidendoli in maniera durissima. La riforma di Nikon Un altro problema che porta divisioni e lotte è la divisione religiosa perché la Russia aveva aderito al cristianesimo greco ortodosso da tempo, però la versione russa differiva da altre chiese ortodosse e nel 1666 il patriarca ortodosso russo chiamato Nikon attua una riforma per avvicinare la chiesa ortodossa russa alle altre in modo tale da creare un maggior legame tra le chiese ortodosse, già da qualche decennio la Russia sta tentando di diventare il paese guida dell’est e non solo bisogna conquistare territori militarmente, ma bisogna unificare dal punto di vista religioso, quindi l’intento di Nikon è politico. La riforma di Nikon prevede una serie di piccoli cambiamenti:  gli ortodossi russi per fare il segno della croce usavano due dita, adesso si prevede di passare a tre dita  si cambiò il modo in cui si traslitterava il nome di Gesù Cristo  cambiamenti nella formulazione del credo, della messa. Queste riforme vennero accettate dalla chiesa ortodossa russa, ma una parte non rilevante degli ortodossi iniziò a protestare vedendo questa riforma come un tradimento dei loro riti e si manifestò un vero e proprio scisma tra coloro che credevano nella riforma di Nikon e i vecchi credenti, che pur essendo perseguitati ancora oggi esistono, non solo in Russia, ma anche in altre parti del mondo. Pietro I e l'Occidente Il processo si completo con la salita al potere di Pietro il Grande, zar famoso per la storia russa e divenne zar nel 1692, quando era ancora bambino, figlio di Alessio Romanov, ma a differenza del padre Pietro era affascinato dall’Europa occidentale. Prima di lui vi era una cesura tra questi due mondi, cioè quello occidentale e orientale, le corti europee stesse vedevano i russi come degli asiatici; Pietro fu il primo ad interessarsi molto all’Europa occidentale avvicinando la Russia all’Europa. Da ragazzino iniziò a studiare in modo occidentale da una piccola comunità tedesca che viveva nei sobborghi di Mosca; Pietro è interessato a capire cosa hanno in più gli europei dal punto di vista militare e più tardi inizierà a viaggiare per l’Europa per capire come funziona la società occidentale. Nel 1698 torna in Russia e diventa zar a tutti gli effetti tralasciando le vecchie tradizioni slave e avviando la Russia verso le tradizioni occidentali, per Pietro la Russia deve essere modernizzata dal punto di vista industriale, statale e militare; spera che sperimentando costumi occidentali si possa rendere il paese più potente. Il processo è abbastanza lungo, si pensi che governa per un trentennio. Gli svedesi e l'esercito All’inizio del dominio di Pietro la Russia aveva dimostrato di essere molto debole; nel 1700 la Russia aveva combattuto contro gli svedesi perché la Russia voleva espandersi sul Baltico, area fiorente per i commerci e i porti. Gli svedesi riuscirono a vincere contro i russi perché il re svedese Carlo XII era riuscito ad avere la meglio su un esercito russo cinque volte più grande. Pietro negli anni successivi riforma l’esercito chiedendo aiuto agli esperti stranieri e nel giro di poco tempo l’esercito viene riformato arrivando a 300mila uomini di cui 100mila di questi sono cosacchi, inglobati nell’esercito; vengono inglobate anche le classi più umili. All’interno dell’esercito dovevano andare anche rappresentanti di varie zone. Si rafforza la flotta per combattere meglio sul mare in modo tale da espandersi sul Baltico. Già nel 1709 i russi ottengono i primi risultati, la prima vittoria importante è quella della Battaglia di Poltava in cui Carlo XII è sconfitto ed è costretto a rifugiarsi presso i turchi, questa guerra del nord si concluse nel 1718, Carlo XII poi morirà in battaglia e nel 1721 si firmano due paci di Stoccolma e Nystad, che sanciscono la fine dell’egemonia svedese sul Baltico, la Svezia è costretta a cedere il porto di Stettino, la città di Brema alla Germania e per quanto riguarda la Russia, essa ottiene i paesi baltici estendendosi in Estonia, Lettonia, Ingria e Finlandia. Tutti questi paesi si affacciano sul baltico, tra l’altro nel 1703 Pietro fonda una città nuova sul Baltico che sarà chiamata Pietroburgo con l’intento di portare la capitale altrove da Mosca. Le riforme di Pietro I successori di Pietro tentarono di continuare sulla sua falsariga per far si che il Baltico non sia l’unico sbocco sul mare per la Russia dato che erano impraticabili di inverno, bisognava trovare uno sbocco anche al sud e infatti negli anni 80’-90’ del 700’, la Russia conquistò porti a sud strappando la Crimea e coste sul mar Nero all’impero ottomano; questi porti permettevano tramite i Dardanelli potevano fare sfociare i commerci russi nel mediterraneo. Pietro il Grande riformò l’amministrazione pubblica:  doveva indebolire il potere dei boiardi, i vecchi nobili che avevano una certa influenza su zone della Russia e abolì la Duma, assemblea dei boiardi, creando un Senato formato da nove membri che dovevano rispondere direttamente a lui  nel 1722 creò una riforma basata sulla tabella dei ranghi, tabella in cui erano sanciti i 14 scalini della carriera statale; i nobili anziché esercitare il loro potere in periferia, dovevano essere tolti dai loro territori e messi al servizio dello stato. Con queste tappe della carriera il nobile faceva scatto di carriera da un rango all’altro; la nobiltà arrivava all’ottavo grado, anche i borghesi a servizio dello stato potevano diventare nobili se scalavano di rango. È un modo per garantire mobilità sociale e controllare i potenti locali, se nobili e borghesi vogliono contare devono mettersi al servizio dello zar  Pietro dà grande slancio alle Accademie, alle Scuole ispirandosi a ciò che si stava facendo in Occidente, egli creò un’accademia delle scienze in Russia. Nascono accademie militari, scuole di navigazione perché Pietro si rende conto che le conoscenze in Russia sono arretrate. L’intento delle Accademie è di europeizzare le élite, si fanno arrivare maestri dall’Occidente per insegnare ai russi; le tradizioni slave e russe vengono meno. Queste mosse in buona misura vanno a buon fine, però qualche cosa che non va a buon fine c’è come il tentativo di mettere a sicuro la successione; Pietro tenta di riformare il sistema di successione russo, egli vuole far si che il titolo di zar venga assegnato in maniera Figura 2 Tabella dei ranghi I filosofi illuministi si occuperanno di tanti rami del sapere anche di economia, storia, letteratura, giurisprudenza; il pensiero illuminista investì tutta la società del tempo e la cambiò. I filosofi riescono ad esercitare grande influenza sul loro paese di provenienza scrivendo articoli, opere teatrali, saggi di storia, di economia ed enciclopedie; le loro idee si irradiano tramite mezzi anche moderni, le gazzette per esempio si diffondono ampiamente in questo secolo. La parola illuminista deriva dalla parola lume e questa corrente doveva illuminare le menti rimaste oscure fino a quel momento tramite l’uso della ragione, con la ragione l’uomo può conoscere la verità. Libertà e progresso Gli illuministi sono convinti che chi detiene il potere ha preferito lasciare le menti delle genti nell’ignoranza tramite l’oscurantismo, la religione e l’illuminismo vuole proporre nuove idee senza usare il principio di autorità. Essi utilizza una profonda libertà di pensiero e di parola e soprattutto un prendersi sulle proprie spalle le responsabilità perché gli uomini e le donne fino a quel momento avevano sempre obbedito agli ordini delle autorità, si pensi all’influenza della chiesa sulla vita dei cittadini che aveva detto la sua in ogni campo della società e della cultura. Queste persone erano sottoposte all’autorità della chiesa ascoltandola senza pensare se ciò che aveva detto era vero o meno; gli illuministi vedeva in queste genti uno stato di minorità. La gente doveva cominciare a pensare, a confrontarsi con gli altri per usare la libertà di parola; questo viene ben sintetizzato dal filosofo Immanuel Kant, che scrisse un libro famoso dove dava la sua definizione di illuminismo dicendo che l’uomo con l’illuminismo esce dal suo stato di minorità; l’uomo si era autoimposto della sua minorità. Perché in Francia Si pensa con l’illuminismo ai grandi illuministi francesi perché la Francia fu il baricentro di questa corrente; il paese riveste un ruolo importante per due motivi:  nel 700’ la Francia è uno stato egemone, era diventato il paese guida d’Europa; il francese è anche la lingua guida d’Europa dato che in tutte le corti si parlava in francese e quindi i filosofi hanno campo aperto  in Francia era sorto un regime assolutistico con Luigi XIV dove il potere era accentrato nelle mani del sovrano e questo fa si che nel paese nasca un sentimento di opposizione a questo assolutismo, dove quest’ultimo è forte si diffondono le idee di filosofi che si oppongono; questo è anche il motivo per cui in Inghilterra non c’è un illuminismo inglese perché il parlamento tiene testa al re, vi è già un sistema costituzionale sostanzialmente. L'influenza inglese L’illuminismo francese deve moltissimo agli inglesi; nel 600’ ci sono alcuni filosofi inglesi che anticipano l’illuminismo come John Lock, i filosofi francesi partiranno da dove era arrivato Lock, vedranno in lui il vero punto di riferimento, colui che aveva posto le questioni giuste. L’altro grande punto di riferimento inglese è Isac Newton che pone le basi della scienza moderna riprendendo quanto detto da Keplero, Galileo e Copernico. In Francia si diffonde l’illuminismo perché si diffondono società segrete come la massoneria, nata in Inghilterra qualche decennio prima e influenza la politica e la società francese profondamente. Lo spirito delle leggi I filosofi francesi hanno avuto impatto immediato sul pensiero di grandi uomini politici che hanno varato numerose riforme. Montesquieu è il primo filosofo che ha avuto impatto scrivendo nel 1748 Il Libro sulle leggi, un’opera di politica in cui egli individua tre sistemi politici: repubblica che trova principio nelle virtù politiche; la monarchia trova il principio nell’onore, cioè la separazione tra le classi, il despotismo ha il principio nel timore; egli afferma che in qualsiasi sistema politico si deve garantire libertà ai cittadini. La divisione dei poteri Per la libertà dei cittadini bisogna limitare il potere che tende a dominare le genti, per evitare di essere dominati e sottomessi bisogna limitare questa autorità, secondo Montesquieu il potere deve avere dei lacci da cui non si può lasciare e per limitarlo bisogna divederlo. In ogni paese bisogna distinguere tre poteri; il potere esecutivo che rende efficace leggi, il potere legislativo per formulare le leggi e il potere giudiziario che punisce chi non rispetta le leggi. In Francia non vi era una divisione dei poteri perché tutto era accentrato nelle mani del re, mentre in Inghilterra i poteri erano divisi. L'Enciclopedia di Diderot Diderot è un filosofo famosissimo, uno dei padri dell’Enciclopedia, un grandissimo progetto culturale che legò tra loro tutti gli illuministi francesi; un’enciclopedia era un’opera molto costosa e vistosa, composta di svariati volumi grandi in cui all’interno in ordine alfabetico venivano riportate una serie di voci con una spiegazione breve ed esaustiva con l’argomento di quella voce. Le Enciclopedie vengono scritte nel 700’ in Inghilterra, ma nel 1751 si mettono all’opera i francesi in maniera effettiva e iniziano a creare questo progetto composto da 17 volumi di voci più undici volumi di illustrazioni, un totale di 28 volumi; a dirigere questa operazione furono Diderot e D’Alembert, suo collaboratore con il quale comunque Diderot litigherà subito. Ci sono arti, scienze, politica, musica, filosofia, economia e agricoltura con all’incirca 70mila voci e a scrivere queste voci sono altri autori, tra cui Voltaire che si occupa di voci di storia e filosofia, Rousseau che si occupa di musica. Questa opera incontra ostacoli da parte dello stato perché l’enciclopedia presenta voci che criticano l’assolutismo francese o la religione cattolica, Diderot finirà anche in carcere per qualche tempo. Per completare tutta l’opera ci vorranno 15 anni per le voci più altri per le illustrazioni. Voltaire, il più influente Voltaire influenzò molto la filosofia del 700’, fu amico, corrispondente e ospite di Federico il grande, il re di Prussia che fece grandioso il suo stato. Ebbe una certa influenza durante il suo soggiorno in Prussia. Voltaire in Inghilterra Voltaire nacque a Parigi nel 1694 e venne educato dai gesuiti manifestando un carattere esuberante fin da giovane, il suo modo di scrivere è molto sarcastico, infatti molte sue opere sono delle satire nei confronti della politica e della chiesa; infatti negli anni venti del 700’ è costretto a lasciare Parigi e si rifugia a Londra, qui si inizierà ad interessarsi alla cultura filosofica e scientifica inglese scrivendo Le lettere filosofiche, un’opera dove esalta il modello inglese per la religione fatta di grande libertà per il fedele, il sistema politico per il parlamento e le scienze inglesi per le scoperte di Lock e Newton. Tornato in Francia, si legò a una donna sposata che divenne sua amante, una ricca donna che lo nascose nel suo castello per una decina, fino agli anni 40’ abbondanti e si trasferisce in Prussia da Federico il grande; tornerà in Francia e anziano verrà riconosciuto come grande scrittore. Le opere storiche Voltaire scrive Il secolo di Luigi XIV spiegando i vari fenomeni di quel periodo e ridimensiona di molto il ruolo della provvidenza, fino alla storia del 600’ era molto in uso tirare in ballo la provvidenza divina da parte degli storici; il filosofo tenta di spiegare i fenomeni storici in chiave nettamente storica e oltre a occuparsi di questa storia in un’ottica più globale, fa emergere nella storia i percorsi della ragione. Un certo peso lo deve alla storia delle società, degli usi e dei costumi. Candido e l'ottimismo Il Candido è una storiella breve che viene pubblicata nel 1759; al centro della trama vi è il personaggio chiamato Candido, un ragazzo ingenuo educato da un filosofo che gli insegna la dottrina del migliore dei mondi possibili, una dottrina di Leibniz, che Voltaire vuole criticarla. Leibniz afferma che noi non viviamo nel migliore dei mondi possibili, Dio ha creato il mondo così come doveva essere creato perché se l’avesse fatto diverso, le cose non sarebbero accadute come nei piani di Dio, tutto nel mondo ha un suo significato. Micromega e gli alieni Interessante è anche un altro racconto brevissimo che ha come protagonista un alieno Micromega che proviene da Sirio, incontra un altro alieno da Saturno, giungono sulla terra, sono degli esseri giganti e appena arrivano sulla terra vedono che non c’è nessuno, ma grazie a dei diamanti che usano come lenti di ingrandimento vedono una nave con degli uomini, che appaiono come esseri minuscoli. Quando i due alieni sentono gli uomini parlare dei loro problemi e delle loro idee si mettono a ridere. Questa è una critica all’uomo che si sente al centro del creato, in realtà è un piccolo granello di sabbia all’interno di un universo gigantesco, l’uomo è l’ultima di queste vite. Trattato sulla tolleranza Il libro celeberrimo di Voltaire è il Trattato sulla Tolleranza scritto partendo su un fatto di cronaca perché in Francia vi era stato un processo famoso nell’opinione pubblica e conclusasi con la condanna a morte; in quest’opera mostra gli errori della giustizia francese e lancia un’accusa verso l’intolleranza religiosa: in Francia fino al 6000’ erano vissuti molto ugonotti, i calvinisti francesi e questi se ne erano quando Luigi XIV aveva cominciato a perseguitarli, ma qualche famiglia era rimasta. A un certo punto la famiglia Calois fu coinvolta in un caso di cronaca nera, il figlio di Jean Cala si era suicidato e l’accusa andava contro il padre che avrebbe ucciso il figlio perché si voleva convertire al cattolicesimo, questa era solo un diceria, ma Jean Cala venne condannato a morte per la morte del figlio nonostante non vi fossero prove vere. Voltaire in questo libro riprende in mano il caso, riscopre gli eventi, prende le prove raccolte e parla dell’intolleranza religiosa che in Francia ancora manca e dovrebbe tornare, egli propone uno stato tollerante per abituarsi a tutte le religioni senza limitare i diritti dei cittadini. Lez.100 Dispotismo illuminato in Europa e in Italia Linneo, Volta, Lavoisier Nel 700’ fanno passi avanti scienze importanti come la biologia, in questo secolo Linneo, celeberrimo studioso svedese, classifica tutte le piante e gli animali conosciuti; fece grandi passi avanti lo studio delle prime forme di elettricità anche grazie a studiosi italiani come Calvani e Alessandro Volta; passi in avanti fece anche la chimica con Lavoisier. Grazie a questa idea classificatoria e razionale la scienza fa passi in avanti. La storia e Gibbon La storia fa passi avanti perché studia i fenomeni storici spiegando cause ed effetti, questo studio della storia parte con Voltaire, ma anche con l’illuminista scozzese chiamata Edward Gibbon che scrive un’opera monumentale sulle cause della caduta dell’Impero Romano, cause strutturali nelle istituzioni del sistema romano, per l’epoca era un’analisi molto moderna, certo c’erano alcune imperfezioni, ma ebbe grande impatto storiografico. La crisi del mercantilismo L’economia era basata sul sistema del mercantilismo, una teoria economica che riteneva che la ricchezza delle nazioni di basasse sul volume ei propri scambi commerciali, se si importava tanto e si esportava poco si era povero, viceversa si era ricchi; con questa politica economica gli stati tenevano molto alti i dazi doganali in modo tale da alzare il prezzo di vendita e fare circolare meno statali, fino ad allora caotiche perché le legislazioni statali presentavano leggi di epoche diverse che si sovrapponevano, era anche difficile pe i legislatori capire cosa fosse legale o no. Lo stesso esercizio degli uffici per lo stato era caotico, l’aspetto più rilevante riguardava il fisco, la riscossione delle tasse era molto difficile; c’erano problemi perché alcuni non pagavano le tasse come i nobili e il clero, soprattutto il clero che pur essendo pochi possedevano numerose terre di abbazie e monasteri, stessa cosa anche i nobili. A pagare le tasse erano solo i borghesi più umili portando sulle spalle il peso della gravità fiscale del paese. Le proprietà non erano ben registrate, quindi anche la riscossione delle tasse era un fenomeno molto alla buona e quindi le tasse pagate erano forfettarie. Per razionalizzare il fisco bisogna affidarsi a persone che sappiano gestire i conti da quest’epoca in poi per capire che tipo di terre sono; queste persone preparate vanno ricercate nella classe sociale borghese, una classe che è andata crescendo ed è molto preparata perché ha iniziato a frequentare l’università e a conoscere l’economia, l’agraria. Essi vogliono fare pagare le tasse anche ai nobili. L’alleanza tra sovrano e classe borghese si rafforza in modo tale da dare una risistemata allo stato. Contro la Chiesa Un secondo obiettivo dei despoti illuminati è quello di attaccare la chiesa cattolica e limitarne le ricchezze in qualche modo, nell’illuminismo c’è una certa avversione per la chiesa cattolica; Voltaire stesso è deista come altri illuministi. Questi filosofi ritengono che la chiesa cattolica tenga immobilizzata la cultura della popolazione, blocca la libertà, per questa corrente la chiesa cattolica è simbolo di oscurantismo perché oscura il lume della ragione. I despoti illuminati si rendono conto che limitare la potenza della chiesa possa trarre a loro vantaggio perché la chiesa cattolica possedeva tante terre, in particolare gli ordini monastici, bisognava costringerli a vendere queste terre dato che erano improduttive ed esenti da tasse, ciò gravava l’economia, “chi non coltiva la terra non merita di avere la terra” secondo la filosofia di John Lock di fine 600’. In molti stati scatta una lotta contro la chiesa cattolica:  si chiudono i monasteri degli ordini contemplativi, di monaci e suore che si dedicano alla preghiera senza fare attività nella società; in vari paesi scattano delle ordinanze che chiudono gli ordini dediti alla preghiera e le loro terre vengono incamerate dallo stato per venderle all’asta alla borghesia, che inizia a coltivarle  si vara il giurisdizionalismo per limitare i privilegi della chiesa cattolica dato che gli uomini di chiesa non potevano essere processati da tribunali civili, ma ecclesiastici e tra i tanti aspetti esisteva il principio della cosiddetta manomorta (espressione medievale longobarda “come la mano del morto è rigido così la mano del nobile e dell’ecclesiastico è rigida” dato che queste terre non potevano essere vendute, alienate e divise), bisogna abolire leggi medievali sulle terre per venderle  in vari paesi si tenta di intervenire anche sulla scuola perché fino a quel momento la scuola era sempre di carattere ecclesiastico, la chiesa controllava l’istruzione e aveva influenza. Le famiglie ricche venivano giudicate dai gesuiti e quindi l’istruzione era controllata dalla chiesa e questo faceva sì che la chiesa influenzasse le menti delle classi dirigenti future; gli stati vogliono creare un’istruzione laica in modo tale che gli studenti si formino per il bene dello stato  i vari paesi attaccano i gesuiti perché da un lato avevano scuole e dall’altro accumulano moltissimo potere nel corso del 600’ e del 700’ dato che erano specializzati nel fare da padre confessori tra i ricchi e i sovrani perché danno facile perdono. I sovrani così prendevano a corte con loro i gesuiti perché erano dotti e malleabili nella confessione, essi sapevano i segreti di tutta Europa e l’ordine aveva cominciato ad essere potente entrando in questioni politiche. Ad un certo punto i gesuiti vengono cacciati dai paesi europei perché troppo potenti, si vara una legge che espella quest’ordine dal proprio paese e il papa è costretto a sciogliere l’ordine. I simboli delle riforme La chiesa è accusata dagli illuministi di essere oscurantista e quindi i vari sovrani iniziarono a chiudere i tribunali dell’Inquisizione, nel 700’ i sovrani si rendono conto che sono cose da fanatici e viene abolita la censura tranne nello Stato della Chiesa dove rimane l’Indice dei libri proibiti. Tutti questi tentativi simbolici di limitare i vecchi metodi medievali trovano come simbolo massimo il catasto, in molti paesi d’Europa si tenta di varare il catasto (un insieme di documenti in cui sono registrati tutti i terreni e le proprietà dei comuni in cui ci sono le misure), fino a quel momento non esisteva nulla di simile e quindi si possono riscuotere le tasse in modo tale da migliorare le casse dello stato. Le riforme di Federico II Federico II, sovrano di Prussia, detto anche Federico il Grande dai tedeschi, fu l’archetipo dei sovrani illuminati; fu uno stratega dal punto di vista militare, ma fu anche un re di grande cultura perché egli stesso fu uno scrittore illuminista, un musicista e fu un grande amico tra alti e bassi di Voltaire, lo invitò a vivere con lui nella sua Reggia vicino Berlino. Egli varò due riforme importanti:  l’istruzione elementare obbligatoria e gratuita, una scuola laica pagata dallo stato per i sudditi della Prussia, all’epoca non esisteva nulla di simile al mondo. La Prussia infatti avrà scarso analfabetismo  un Codice civile unico, le leggi fino a quel momento erano caotiche, ma Federico II decide di varare un progetto di leggi in un unico libro chiamato codice civile unico togliendo le ambiguità, le cose contradditorie in modo tale che in un codice unico consultabile ci sia la chiarezza del diritto. Fu un sovrano molto tollerante accogliendo gli ugonotti degli altri paesi; inglobò gli junker nell’esercito, nobili di origine medievale che vengono tolti dalle campagne per metterli al servizio dell’esercito. La vita di Federico II Federico II fu anche degli uomini più contradditori perché non ci si aspetta che si può essere sia guerriero che filosofo, ma egli fu entrambe le cose insieme a suo malgrado perché la sua vita non fu affatto felice perché fin da bambino era interessato molto alla cultura mentre suo padre Federico Guglielmo I odiava tutto ciò che era cultura; infatti, per quest’ultimo il figlio doveva solo imparare l’arte della guerra; solo con l’aiuto della sorella riuscì a studiare di nascosto nascondendo i libri. A un certo momento completamente insofferente per questo padre così duro, Federico II intorno ai 20 anni tentò di tentare la fuga in Inghilterra dai cugini Hannover; organizza la sua fuga insieme al suo migliore amico, vengono beccati al confine e Federico Guglielmo condanna a morte l’amico del figlio e costringe il figlio a guardare mentre viene ucciso il suo amico. Le riforme in Austria Anche in Austria si tentò di fare qualcosa di simile alla Prussia di Federico II, dove Maria Teresa d’Austria e suo figlio Giuseppe II, che governò insieme alla madre nel suo periodo di anzianità. Giuseppe II fa chiudere molti ordini contemplativi e incamera i beni comuni; introduce il matrimonio laico e si fa influenzare da riforme giurisdizionaliste e lo fa perché è riuscito a formare una buona classe di borghesi burocratici. L’Austria dal punto di vista del vivere civile aprì la porta alle minoranze religiose, persino agli ebrei, che iniziano ad essere quasi equiparati ai cattolici con delle leggi. Si scrive un nuovo Codice penale che riforma molto delle pene sotto l’influenza di Cesare Beccaria, il progetto di Giuseppe per questo nuovo codice penale è riservato alla razionalità con leggi chiare; viene abolita la tortura perché fino a quel momento in Austria si potevano torturare i criminali e viene ridotta la casistica della pena di morte; inoltre, c’è una nuova libertà di stampa che lascia la possibilità a Vienna e all’Austria di scrivere in maniera più libera; viene abolita la servitù in modo tale da permettere il movimento delle persone e far fruttare la terra. Caterina II in Russia Maria Teresa e Giuseppe II fecero fatica a varare queste riforme perché l’Austria ancora non era pronta a questa ondata di riforme; una cosa simile avvenne in Russia con la zarina Caterina II. Caterina II promette riforme, cambiamenti, però le riforme che fece furono minori rispetto a quanto ci si aspettasse, va ricordato che la Russia era più arretrata dell’Austria. Riformò l’amministrazione provinciale; requisì una serie di terre e beni della chiesa ortodossa; abolì importanti vincoli che frenavano la libertà dei commerci ed effettivamente un po' di ripresa economica si iniziava a vedere. Le riforme a Milano Milano rientrava nell’impero austriaco e divenne in un certo senso il laboratorio di Giuseppe II e Maria Teresa, la città era il capoluogo dell’illuminismo italiano. Milano divenne la prima città ad avere un catasto vero e proprio, anche la sua stesura portò via decenni, ma quando ci fu divenne da esempio per tutta Europa; altre città italiane tentarono queste riforme come Venezia e lo Stato della Chiesa ma con esiti negativi perché in queste aree gli esiti erano solo descrittivi; inoltre, gli stati non mandarono funzionari a controllare le terre e i beni, ma chiedevano ai proprietari che ovviamente davano false descrizioni. A Milano gli austriaci diedero avvio ad assemblee locali per una partecipazione politica delle realtà locali e inoltre venne imposto il divieto di dare terre alla chiesa in caso della morte di un proprietario terriero senza eredi, così non si fanno accrescere; vengono tolti dei vincoli alla circolazione dei cereali e si tentò infine di togliere ai privati il diritto di riscuotere le tasse indiritte, le gabelle venivano riscosse dai privati che avevano una sorta di appalto per conto dello stato tenendo una parte di queste imposte e lucrando sopra, si toglie questo aspetto in modo tale che controlli lo stato. Il resto d'Italia Il Piemonte vara riforme per rafforzare il potere del sovrano, ad esempio, abolisce alcuni privilegi nobiliari e feudali. Nello Stato della Chiesa vi è il tentativo poco riuscito del catasto. A Napoli vi è una forte corrente illuminista, la città si trova sotto Carlo VII Borbone abbastanza aperto a discutere su riforme illuministe e affida il governo a Tanucci, che vara alcuni progetti importanti di riforma come il catasto; egli vuole abolire i diritti feudali, ma non riesce a portarsi a casa nulla Tanucci perché i nobili meridionali fanno da muro e così Carlo VII deve arrendersi. Pietro Leopoldo In Toscana nel 1765 diventa Granduca Pietro Leopoldo, fratello minore di Giuseppe d’Austria, l’imperatore d’Austria; arrivando in Toscana vara riforme importantissime attaccando la chiesa cattolica abolendo la manomorta, chiede alla chiesa di pagare le tasse sulle terre, chiude molti ordini contemplativi, incamera le terre e le vende alla borghesia in modo da farle fruttarle. Si appoggia al vescovo di Pistoia Scipione de’ Ricci per una riforma che staccasse la chiesa toscana da quella romana in modo tale da governare insieme; questo Scipione de’ Ricci era vicino alle idee dei giansenisti, un gruppo che voleva maggiore disciplina della chiesa cattolica. Questo progetto fallisce per la scontentezza degli altri vescovi e deve ritiralo. Leopoldo dal punto di vista giuridico emana un Codice penale nel 1786 che abolisce la tortura e la pena di morte, per la prima volta nel mondo europeo; abolisce tutti i dazi istituendo il libero mercato con l’idea di dare grande impulso all’economia; bonifica la Maremma; abolisce tutte le corporazioni perché imponevano dei limiti troppo stringenti. Dal punto di vista economico riuscì a decentrare il potere rafforzando la borghesia e limitando il potere dei nobili. Egli tentò il progetto delle allivellazioni, cioè le terre requisite messe all’asta dinastia Song, la Cina era stata conquistata dai mongoli, ma nel 1368 risorge l’impero cinese con la dinastia dei Ming che regnò dal 1368 al 1644, per tre secoli e riuscì in questi secoli a unificare il paese cambiandolo in parte, ma mantenendo in vita alcune tradizioni. I mandarini e i gesuiti I Ming mantennero una strutturale statale gerarchizzata e burocratica, i burocrati avevano una struttura forte e in occidente vennero conosciuti come mandarini, parola derivante dal sanscrito antico, che significava consiglieri; sostenevano due prove d’esame, una nelle province dalle quali partivano e un altro nel luogo dove venivano mandati. Mentre nel medioevo venivano mandati lontani dalle loro province d’origine, in questa epoca sono raccomandati dalle famiglie più in vista creando una sorta di clientelismo, si creano degli uomini capaci, ma reclutati per raccomandazione e difendono gli interessi solo delle classi elevate a cui si sentono legati per la fiducia; la classe dei mercanti sarà penalizzata perché gli uomini che finiranno per fare i mandarini erano legati ai proprietari terrieri. Durante la dinastia dei Ming arrivano i gesuiti che iniziano ad andare in missione in questo periodo, tra questi missionari vi è Matteo Ricci, che vivrà in Cina per molto tempo facendo da ponte tra cultura cinese ed europea. Molti gesuiti si spostarono verso la Cina perché era loro concesso, già nell’epoca dei mongoli c’erano missionari cattolici che si dirigevano verso oriente e quando si affacciano anche i gesuiti la dinastia dei Ming si rivela tollerante, li fa predicare senza troppi problemi e tentano di convertire i cinesi alla chiesa cattolica. Le cose cambiarono in particolare dopo il crollo della dinastia dei Ming e nel 1644 salì al potere la dinastia dei Quing che rimarrà al potere fino al 1912; questa dinastia non era propriamente cinese, proveniva dalla Manciuria, una regione a nord della Cina, essa era una dinastia straniera, ma ebbe l’accortezza di non stravolgere l’apparato statale cinese mantenendo in piedi la burocrazia. Il più importante esponente fu l’imperatore Kangxi che governò dal 1662 al 1722, il quale promosse un grande rilancio economico e dovette affrontare la questione dei cattolici; questi gesuiti portavano ampia cultura europea in Cina. Sinizzazione del cattolicesimo Questi missionari gesuiti erano scesi a compromessi con la cultura cinese perché per riuscire ad essere efficaci e a convertire la popolazione locale che non sapeva nulla della teologia cristiana riuscirono ad accettare una parziale mescolanza della religione cattolica con quella locale, i convertiti cinesi continuavano a festeggiare feste tipiche della tradizione e continuavano altri culti tipici del cattolicesimo; i sacerdoti a volte si vestivano da cinesi senza usare toniche e paramenti della chiesa cattolica. Questo processo venne chiamato sinizzazione. Questi missionari gesuiti trovarono ostacoli a Roma, l’imperatore Kangxi li accettò senza problema, ma a Roma francescani e domenicani non accettarono questa sinizzazione perché per loro i gesuiti stavano screditando il credo cattolico, dopo qualche tempo discussione arrivò una condanna piuttosto netta ai gesuiti e l’imperatore vide ciò come un’ingerenza della curia romana nella politica interna cinese, così l’imperatore decise di ritirare ad ogni prete cattolico la predicazione. Popolazione ed economia Nel 700’ la Cina vide un grande sviluppo sotto la dinastia Quing perché vennero migliorate le tecniche di irrigazione, si selezionarono le colture di riso migliore, i campi si potevano coltivare di più; inoltre, si migliorò la lavorazione della seta e della manifattura in generale, specialmente la ceramica. Il primo e più vistoso effetto di questo miglioramento economico fu l’aumento demografico perché nel 1794 si arrivò a contare 313milioni di abitanti in Cina. Tra il 600’ e il 700’ la Cina si apre ancora di più verso l’esterno perché nel 700’ vi è un boom economico in modo particolare per le esportazioni perché non ha bisogno di importare nulla producendo già di per sé; nell’esportazione si aprono i commerci con i popoli europei, la prima dogana marittima viene aperta nel 1685, ma l’autorizzazione da parte dello stato alle corporazioni mercantili di commerciare con gli europei arriva solo nel 1760, quindi un secolo dopo. Con gli europei perché hanno bisogno di merci cinesi come la seta, la carta, la porcellana, il tè, che diventa di moda in occidente, però gli europei non scambiano con i cinesi perché questi non vogliono compare nulla; 1/3 dell’argento estratto in America finisce in Cina perché gli europei lo utilizzano per comprare. Lez.104 Il Giappone nell’età moderna I signori feudali La situazione giapponese nel medioevo visse a stretto con la Cina, la cultura cinese influenzò il pensiero giapponese e inoltre il Giappone subì tentativi di invasione da parte di mongoli, che non andarono a buon fine per le condizioni meteorologiche, ciò aveva fatto chiudere il Giappone. Il paese si presenta come realtà frammentata, l’imperatore giapponese si impegnerà sempre di questioni sacre mentre il potere politico viene amministrato dagli Shogun, condottieri militari che hanno carica ereditaria e governano il paese per conto dell’imperatore stabilendosi come dittatore militare. Dal 200’ il Giappone è diviso da potentati locali governati da un nobile chiamato dai giapponesi Daymo, un signore feudale che gestiva tutti i poteri in maniera assoluta all’interno della provincia avvalendosi di un grippo a lui fedele, i cosiddetti samurai. I samurai vengono figurati come dei combattenti, nobili nell’animo e con un codice d’onore da rispettare; inizialmente i samurai venivano assunti come mercenari per fare guerre conto dei Daymo, ma piano piano diventano vassalli di questo signore, sono vincolati dall’onore e della fedeltà che al signore devono prestare; spesso i samurai vanno a vivere all’interno dei castelli di questi signori feudali. Essi sono influenzati anche dal buddismo, nato in India, trasmesso in Cina e poi arrivato in Giappone nella corrente zen. Il signore si avvale di questi soldati perché il Giappone è segnato da faide tra i vari signori feudali, che peggiorano nel 500’ con l’introduzione delle armi da fuoco. Pacificazione dei Tokugawa A fine 500’ si interruppero queste faide con l’ascesa al poter di nuovi leader politici, la prima figura di riferimento fu quella Toyotomi Hideyoshi, un signore feudale particolarmente forte che aveva avuto origine come un samurai contadino e riesce ad assoggettare vari signori feudali imponendosi come nuovo leader; poco dopo questo clan viene scalzato dai Tokugawa il quale leader nel 600’ riesce ad assumere la carica di shogun; gli eredi di questo primo signore resteranno al potere fino al 1868 quando l’imperatore assumerà anche il potere effettivo. I Tokugawa governano il Giappone anche in maniera accentrata, il leader crea un sistema valido ed accentrato per governare il paese migliorando il sistema dell’esazione delle tasse tramite il catasto. Questo shogun inizia ad esercitare controllo sui damyo imponendo a questi signori feudali di risiedere nella capitale per diversi mesi all’anno allontanandoli in questi modi dalla provincia dove esercitavano potere e in questo modo indeboliscono i loro poteri. L'etica e la chiusura Questo spostamento dei signori feudali fu possibile grazie all’etica molto radicata della mentalità giapponese legata allo stato e al confucianesimo, non propriamente una religione, ma un’etica laica che lega il cittadino in vincoli verso gli antenati e verso lo stato; l’uomo occupa determinate posizioni e si sente legato a queste posizioni; ciò spinge i signori feudali a sentirsi legati allo shogun. Proprio in questa fase di accentramento del potere dei Tokugawa si diffonde una forte etica del lavoro che inizia a dare i suoi frutti a fine 500’-inizio 600’; il cambiamento dei Tokugawa è legato anche da precisi aiuti da parte dell’etica. I samurai vedono ridimensionati il loro ruolo quando i Damyo si trasferiscono nella capitale e i samurai vengono convertiti in funzionari oppure vengono declassati diventando artigiani, contadini o dandosi al banditismo. La strategia Tokugawa fa chiudere il Giappone agli influssi esterni, dal 600’ all’800’ rimane fermo dal punto di vista delle influenze culturali tranne dalla Cina e dall’Olanda. La Cina e l'Olanda La Cina dai giapponesi viene vista come il luogo da cui il Giappone è nato; per l’Olanda è l’unico paese europeo per il quale i giapponesi fanno un piccolo strappo alla regola, ma l’unica concessione che viene fatta è a piccole navi olandesi nel porto di Nagasaki dove gli olandesi possono scambiare pochi prodotti. I missionari cristiani vengono cacciati rapidamente dai Tokugawa perché vedono in loro un inquinamento culturale europeo, che vogliono mettere sugli affari giapponesi. L'aumento demografico tra fine 600’-inizio 700’ si ingrandirono molto le città e nacquero le prime metropoli come Osaka, Nagasaki e la capitale di Edo (attuale Tokyo), che venne ingrandita, edificata e si costruirono residenze per i Damyo. Ad Osaka si vende riso in più, questa abbondanza di riso è dovuta a un miglioramento delle tecniche di ispirazione cinese. Tutto questo miglioramento nel settore primario fa si che ci sia un aumento demografico; viene a svilupparsi un ramo dell’artigianato tessile che si produce all’interno delle mura domestiche delle case di campagna. Lez.105 Colonialismo e schiavismo tra ‘600 e ‘700 Spagna e Portogallo Nel 500’ il colonialismo si era evoluto per opera degli spagnoli e poi dai portoghesi, per tutto il 500’ le uniche due potenze coloniali furono Spagna e Portogallo, che si erano accordate quasi subito su come spartirsi le due zone due influenze firmando il Trattato di Tordesillas tracciando una linea immaginaria, un meridiano chiamato la Raya dove le terre ad est potevano essere occupate dai portoghesi e le terre di ovest dagli spagnoli (centro-America, le Antille, il sud America e si erano spinti in Cile e attuale Perù, nel nord America nella propaggine dell’attuale Florida e sulla parte più occidentale degli attuali Stati Uniti; i portoghesi invece avevano occupato il Brasile e avevano creato degli avamposti importanti sulle coste dell’Africa perché pensavano di arrivare alle Indie circumnavigando l’Africa, avevano fatto dei porti sui quali fare scalo, in India conquisteranno Goa e in Cina Macao, restituita alla Cina solo venti anni fa con uno statuto speciale; riuscirono ad arrivare fino al Giappone mentre gli spagnoli tra 500’ e 600’ arrivarono a colonizzare le Filippine spostandosi molto ad ovest). Pirateria e contrabbando Spagna e Portogallo tra metà 500’-600’ furono in grande ascesa, poi però le cose iniziarono a cambiare con la Guerra dei trent’anni, che mostra che la Spagna non è più in grado di rimanere potenza egemone cedendo il passo alla Francia e ad altri paesi che stanno emergendo, inoltre arriva la crisi economica che arriva in misura minore nei paesi del nord Europa; Olanda, Inghilterra e Francia arriveranno a rubare i commerci spagnoli e portoghesi nel mondo. Spagna e Portogallo avevano imposto un monopolio dei commerci con le colonie che dovevano commerciare solo con la madrepatria, ciò arrivò a danneggiare le colonie tanto che si diffuse il contrabbando da parte di navi francesi, inglesi e olandesi che vendono merci alle colonie che costano meno e che le madrepatrie non hanno; in più le navi olandesi e inglesi fanno pirateria alle navi spagnole e portoghesi cariche di oro e di argento estratto in America. Questi pirati sono a volte sostenuti dai loro stati in modo tale da danneggiare Spagna e Portogallo, concorrenti economici; questi pirati chiamati filibustieri sono al servizio degli inglesi, olandesi e francesi e fanno razzia appena possono mostrando un cambio di prospettiva poiché i padroni di queste zone non saranno più Portogallo e Spagna. Indonesia e India favorevolmente queste popolazioni perché erano pochi e si poteva commerciare tra di loro, i pellirossa, i nativi americani, fornivano alimenti a questi nuovi coloni perché inizialmente non avevano del cibo dato che ci voleva un bel po' di tempo per coltivare la terra. I pellirossa fornirono cibi commerciando con loro in cambio di prodotti, ma dopo questa popolazione inglese va ingrandendosi perché questa zona inizia a proliferare dato che i terreni danno i suoi frutti e quindi la convivenza tra coloni e inglesi inizia a farsi difficile. Le 13 colonie Verso la fine del 600’ queste colonie inglese iniziano ad accogliere dissidenti religiosi di altri paesi, in particolare c’è un discreto numero di ugonotti francesi che non potevano andare in Canada perché c’era esplicito divieto di accogliere ugonotti, e una cospicua emigrazione tedesca anche per dissidenza religiosa, soprattutto gli amish, comunità di origine zwingliana che trovano sfogo in America. La mescolanza inizia ad essere una delle caratteristiche tipiche delle popolazioni che vivono qui, c’è una buona speranza di vita e la popolazione inizia ad allargarsi, infatti si vanno a formare 13 colonie, 13 stati che oggi compongono gli Stati Uniti: stati del nord, centro e sud. Gli stati del nord che anche attualmente vengono riuniti dagli americani nel New England; sono Massachusetts, Connecticut e New Hampshire, basati sull’economia cantieristica, del legno e dell’agricoltura. Al centro le quattro colonie hanno una maggiore presenza di latifondo e un maggiore disequilibrio sociale: New York, Pennsylvania, New Jersey e Delaware. Al sud le colonie erano cinque: Colonia, Virginia, North Carolina, South Carolina, Georgia e Maryland; qui l’economia si basava quasi esclusivamente sulle piantagioni, grandi territori coltivati a monocoltura e avevano bisogno di una grandissima manodopera a basso costo; quasi la metà di questa popolazione del sud è costituita da schiavi che lavorano queste piantagioni. Le differenze tra nord e sud erano differenti, a nord l’economia era più simile a quella europea; inoltre, a nord vi era una religione anglicana; al centro e al sud vi erano dissidenti, a nord vi erano presbiteriani, puritani e altre chiese minori cristiani protestanti. Ogni comunità religiosa era gelosa dalla propria libertà e dalla propria autonomia, le colonie del nord non volevano che si imponesse una chiesa di stato. Le colonie del centro vedevano una diversificazione religiosa, in particolare in Pennsylvania vi era la comunità degli amish che rifiutano la modernità ed è fortemente legata all’anabattismo e al protestantesimo delle origini; grande era la presenza dei quaccheri che si indirizzano verso il pacifismo rifiutando la violenza. Demografia e guerre Fino a metà 700’ le cose andavano bene in queste colonie anche perché vi era grande libertà religiosa, ma dopo le cose iniziarono a cambiare per un forte aumento demografico in primo luogo e questo porta un grande occupamento dei territori, si formano i primi agglomerati urbani tra cui di un certo rilievo sono Philadelphia, Boston e New York; Philadelphia in questi anni fa 40mila abitanti, che per l’epoca non erano pochissimi. La gente inizia a confrontarsi; escono le prime gazzette, i primi giornali e nasce anche un ceto intellettuale che inizia a rivendicare dei diritti. Un secondo elemento di novità importante è che il 700’ è un secolo di grandi guerre, che si combattono in Europa, ma hanno degli strascichi anche nelle colonie; queste grandi guerre impegnano anche l’Inghilterra che vince quasi sempre, ma sono molto dispendiose e le casse inglesi soffrono, per rifarsi di queste spese alzano le tasse, in modo particolare delle colonie americane. Le colonie erano state completamente subordinate alla madrepatria potendo commerciare solo con l’Inghilterra perché l’Inghilterra voleva sfruttare le ricchezze americane, ma questo andava a danno dei coloni americani che dovevano accettare i prezzi degli inglesi; avendo un solo compratore di riferimento non potevano trattare sui prezzi i coloni e inoltre non vi era concorrenza. I coloni avevano imparato ad un certo punto a fare il contrabbando, in caso gli inglesi non controllavano, compravano qualcosa nei territori vicini dando margini di profitto altrove. Nel 700’ gli inglesi controllano il contrabbando e alzano le tasse ai coloni, tutto questo viene visto dai coloni inglesi come un grande rischio. Stamp Act e zucchero Ogni colonia aveva una rappresentanza locale composta da un’assemblea eletta dalle popolazioni, ma queste condividevano il potere con un viceré, mandato dal sovrano inglese; quando l’Inghilterra inizia ad avere bisogno di soldi questo atteggiamento di collaborazione si inclina. Nel 1765 viene varata una nuova tassa chiamata Stamp Act, che introduce una serie di marche da bollo da far pagare agli inglesi su vari servizi e va messa perfino sui giornali e sulle riviste, questa tassa sembra colpire la libertà di opinione perché rende più difficile la vita ai giornali; questa legge sembra che voglia colpire la libertà delle idee; viene imposto inoltre un nuovo dazio doganale sullo zucchero e sembra che l’Inghilterra abbia intenzione di esigere sempre di più da queste colonie e così i coloni attuano una forma di boicottaggio non comprando più merci provenienti dall’Inghilterra per danneggiare l’economia inglese. No taxation without representation I coloni si appellavano al diritto inglese che sembrava dare ragione a loro e torto allo stato, si pensi alla Gloriosa Rivoluzione del 1688-1689 dove si impose un principio cardine, il potere esecutivo è del parlamento, espressione del popolo e il sovrano può chiedere tasse, ma devono essere approvate dal parlamento. Dalla fine del 600’ si era imposta l’idea che il sovrano chiedeva, ma il parlamento approvava una nuova tassa quindi gli americani dicono che questo principio delle tasse viene disattese dal momento che nel parlamento inglese non c’erano i rappresentanti delle colonie americane. Gli intellettuali americani che guidano queste proteste hanno anche delle motivazioni valide e la situazione si fa difficile perché il sovrano e il parlamento inglese non vogliono ascoltare queste richieste, quando il governo di Londra segna alla Compagnia delle Indie il monopolio del commercio del tè alle colonie, che era un’altra bevanda consumata e questo andava a danno dei coloni. Questa mossa fa saltare i nervi ai coloni e nel dicembre 1773 un gruppo di coloni americani si scatena e nel porto di Boston alcune navi della Compagnia delle Indie vengono assaltate e gettano in mare i carichi di tè, questo passa alla storia con il nome di Boston Tea Party. L'inizio della guerra L’Inghilterra appena saputa la notizia manda in Massachusetts dei giudici inglesi per controllare e punire i colpevoli e nel 1774 i coloni si radunano in un primo congresso continentale per capire cosa fare con l’Inghilterra e nel 1775 formano un esercito, il cui leader militare di questa guerra contro l’Inghilterra è George Washington. Durante questa guerra durata fino al 1783, viene formalizzata una dichiarazione d’indipendenza. Dichiarazione d'indipendenza Nel 1776 questi parlamentari scrivono una dichiarazione d’indipendenza redatta da Thomas Jefferson nel primo congresso continentale con la collaborazione di altri intellettuali; questo è un primo documento molto importante anche breve in cui si proclama l’indipendenza degli Stati Uniti d’America dall’Inghilterra e ci si appella ai principi filosofici dell’illuminismo richiamandosi al giusnaturalismo, i diritti individuali dell’individuo che Dio ha dato agli uomini e nessuno può toglierli; riferimenti vi sono anche riferimenti importanti al Bill of Rights, che sancisce il diritto del parlamento e dei cittadini. Gli americani si sentono ereditari di una tradizione che l’Inghilterra ha abbandonato e gli americani hanno rivendicato i propri diritti dal basso con una rivoluzione, cosa che diventerà importante per gli europei. L'esito della guerra La guerra scoppia nel 1775 e dura fino al 1783, all’inizio la guerra va male per i coloni perché non sono armati bene rispetto agli inglesi e gli americani rischiano di perdere; ma a loro favore giocano la capacità di George Washington che non vuole battere l’esercito inglese in campo aperto piuttosto si deve indebolire l’esercito inglese con azioni di sabotaggio e dopo un po' di tempo arriva qualche risultato; in aiuto delle colonie intervengono la Spagna e la Francia, che vedono nella rivoluzione americana un occasione per indebolire l’Inghilterra dando agli americani armamenti e rifornimenti; l’esercito francese inoltre aprirà altri fronti in Asia in modo tale che l’esercito inglese sia impegnato anche altrove. Dopo i primi anni di difficoltà l’andamento della guerra inizia ad invertirsi e gli americani ottengono alcune vittore come nel 1777 la Battaglia di Saratoga; nel 1781 la Battaglia di York Town dove l’esercito di Boston sconfigge pesantemente quello inglese; nel 1783 arriverà la Pace di Versailles, firmata in Europa, dove si sancisce la nascita di una nuova repubblica, gli Stati Uniti d’America e l’Inghilterra restituisce momentaneamente la Florida alla Spagna che era stata occupata durante la guerra. Lez.107 La nascita degli Stati Uniti d’America Una guerra civile Le colonie vincono, ma all’interno di queste 13 colonie la società non tutta combatté per l’indipendenza, circa il 40% lo fece mentre un altro 40% si astenne dalla guerra, quaccheri, amish, che praticavano il fascismo e un 20% della popolazione si schierò dalla parte degli inglesi; quindi, fu una guerra civile. Questa piccola parte venne chiamata lealisti perché mantennero la lealtà nei confronti della madrepatria e a fine guerra non furono ben visti data la sconfitta inglesi; furono così costretti ad emigrare tornando in Inghilterra o trasferendosi in Canada o in alcune isole dei Caraibi, colonie ancora inglesi; emigrarono dai 60 ai 100mila abitanti. Le minoranze escluse Questa componente lealista non era così diversa da quelli che avevano combattuto per l’indipendenza, a livello di formazione e classi sociali erano del tutto simili; tutti erano parte della stessa comunità, erano divisi se avere l’indipendenza oppure no. Le caratteristiche dei rivoluzionari erano che avevano degli ideali comuni, quello repubblicano e contrari a ogni monarchia assoluta e vicini agli ideali illuministici, in particolare alla filosofia di John Lock; un padre nobile dell’illuminismo che influenzò questa corrente. I padri rivoluzionari degli Stati Uniti erano imbevuti della filosofia di Lock, però questo essere imbevuti della filosofia di Lock influenzò i padri costituenti fino ad un certo punto. I padri che scrissero la dichiarazione d’indipendenza posero l’uguaglianza dei cittadini, però queste cose che i padri fondatori scrivono non si ritrovano nella realtà; gli schiavi neri rimangono schiavi e non solo i neri vengono discriminati, ma anche un’altra minoranza costituiti dai pellerossa; entrambi rimarranno esclusi dai vantaggi dell’uomo bianco. I neri vennero esclusi nonostante inglesi e coloni americani avevano promosso loro liberazione alla fine della guerra, ma rimarranno schiavi per un altro secolo circa; i pellerossa ricevono promosse durante la guerra alleandosi con gli inglesi perché temono che gli americani con l’indipendenza si possano espandere verso ovest, cosa che accadrà. Federazione o Confederazione Fig.1 La commissione dei cinque redattori nell'atto di presentare il proprio lavoro al congresso esprimere un voto di un terzo al massimo. La nobiltà era l’1,4% e il clero 0,5%, essi nonostante erano pochi rispetto al terzo stato, contavano un terzo dei voti allo stesso modo del terzo stato. Nelle settimane in cui si lavora per quali deputati mandare all’assemblea degli stati generali il Terzo Stato inizia a rivoltarsi perché vogliono una modifica del meccanismo dato che il loro voto valeva poco; protestano anche per le tasse e tutte queste proteste furono raccolte in quaderni di lamentela dove gli esponenti del terzo stato si lamentano per tutto ciò che non va nella società francese. Ci sono anche nobili ed ecclesiastici che sono d’accordo con i borghesi, questo partito viene chiamato Partito Nazionale, formato da una serie di persone che chiedono un cambiamento; tra i nobili aperti alle istanze della borghesia vi è La Fayette, che aveva già lottato con gli americani per la loro indipendenza. Richieste del Terzo Stato Il Terzo Stato chiede di avere più deputati perché non è possibile avere lo stesso numero di deputati degli altri stati e vogliono almeno il raddoppio di deputati e vogliono che il voto sia per testa, così si ottiene il raddoppio (deputati del terzo stato= nobiltà+ clero) arrivando al pareggio e inoltre gli esponenti della nobiltà e del clero più aperti votano con lor dandogli speranza; il primario obiettivo della borghesia è togliere i privilegi di nobili e chiesa, altro obiettivo è quello di frenare l’assolutismo del re scendendo a patti con il parlamento. Il re si convince di accettare la richiesta di raddoppiare i deputati del Terzo Stato, il Terzo Stato avrà 578 deputati, ma ancora non concede il voto per testa. Gli Stati Generali si radunano per la prima volta nel giugno 1789 a Versailles, vicino a Parigi. Anche uomini di legge fanno parte del Terzo Stato, ma non ottengono nulla e dopo le prime riunioni decidono di riunirsi da solo per decidere le riforme, ma trovano la sala dell’assemblea chiusa poi; così si radunano nella Sala della Pallacorda decidendo di protestare e proclamarsi Assemblea nazionale. L'Assemblea Nazionale L’Assemblea Nazionale è un nuovo parlamento che deve fondare la costituzione della Francia formata dai rappresentanti del Terzo Stato; il giuramento della Pallacorda che si svolge nella Sala della Pallacorda fa partire la rivoluzione anche perché il sovrano non aveva emanato nulla. Il re lascia correre nonostante tutto e il 9 luglio finisce per costringere gli esponenti di nobiltà e clero di collaborare con l’assemblea nazionale formandone una più grande e che continuerà a votare per ceto. Tutto questo avviene fuori Parigi, nella città parigina vi è molta attività e le notizie da Versailles arrivano anche in maniera incontrollata; nei giorni di luglio si andranno a formare a Parigi due forze; il primo gruppo è una milizia borghese, preoccupati che il re stia per agire contro l’Assemblea Nazionale composta da borghesi, prenderanno nome di Guarda nazionale il cui leader è la Fayette. Il gruppo tenta di controllare la situazione e si prepara a lottare per i borghesi; in gioco entra una seconda forza popolare che raggruppa piccoli commercianti, bottegai, artigiani, componenti della piccola borghesia; non ha un organizzazione vera e propria, ma scende in piazza a ribellarsi. 14 luglio e 4 agosto L’Assemblea sta lavorando per una costituzione simile a quella inglese, ma gli eventi parigini danno il vero scossone e le proteste iniziano a degenerare, il momento clou è il 14 luglio 1789 quando una manifestazione parigina di piazza punta sulla Bastiglia, una fortezza in cui vi erano armi ed erano chiusi detenuti politici sgradevoli al re e per questo vengono sprigionati; con la presa della Bastiglia vi è il segno che la cosa può peggiorare e infatti nei giorni successivi l’assemblea nazionale inizia a lavorare in maniera più intensa fino al giorno 4 agosto 1789 in cui l’assemblea nazionale cancella tutti i privilegi feudali, tra cui la vendibilità delle cariche e si aboliscono le decime alla chiesa. Questa è la data in cui muore l’Ancien regim e nasce un nuovo tipo di paese in cui tutti i cittadini sono uguali. Dichiarazione dei diritti Il 26 agosto arriva il documento intitolato Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino in cui vi è l’influenza di Rousseau; si sancisce:  art.1. tutti gli uomini nascono liberi ed uguali  art.2. vi è l’influenza di Lock con diritto alla salute, alla libertà e alla proprietà;  art.3. il potere sovrano proviene dal popolo  art.4. la libertà consiste nel potere fare tutto ciò che non nuoce all’altro. Il re torna a Parigi Luigi XVI avrebbe potuto cercare di assecondare questo esito scendendo a patti con i parlamentari e così la Rivoluzione sarebbe finita lì, ma egli di nuovo tentenna e non è nemmeno così coraggioso a mandare l’esercito contro l’assemblea nazionale. Il popolo parigini sospetta di questo re e della moglie Maria Antonietta, così decide di intervenire nei gironi successivi alla dichiarazione quando un corteo di donne parigine vanno a Versailles per portarlo a Parigi per vedere cosa il re pensa e vuole. Lafayette guida questo corteo nazionale e costringe il re ad accettare le leggi emanate e di tornare a Parigi, il re si decide a tornare nella residenza parigina. Le terre e gli assegnati Tra la fine del 1789 e l’inizio del 1790 l’Assemblea Nazionale decide di chiudere tutti gli ordini contemplativi, tutti quegli ordini di monaci e di suore che non erano utili perché dedite solo alla preghiera; vengono mantenuti gli ordini che si occupano di salute e di assistenza ai poveri, utili al popolo. Questo venne fatto perché consentiva allo stato di incamerare le terre dei conventi, si stima che di colpo lo stato prende in mano il 10% di tutte le terre francesi e quindi lo stato acquisisce una grande quantità di territorio. Sulla forza di queste terre lo stato può emanare gli assegnati, dei titoli di stato la cui garanzia è fondata sulle terre appena requisite (i titoli di stato sono dei prestiti che lo stato chiede ai risparmiatori, quando lo stato ha bisogno di soldi può chiedere ai risparmiatori un prestito, si da un pezzo di carta in cambia di denaro e con questo pezzo di carta si impegna a ridare il denaro con un tasso di interesse= se lo stato fallisce vi sono le terre che valgono qualcosa e possono dare interesse); le terre vengono a un certo punto messe all’asta, vendute ai privati cittadini, nelle zone di campagna vengono comprate dai possedimenti agrari, nelle zone vicino le città ai borghesi. Tutto ciò fa entrare un buon gettito di denaro nelle casse dello stato e si spera che le cose vadano per il meglio, ma in realtà le cose peggioreranno perché la Francia scopre la libertà di parola e di religione, si tenterà di abolire la schiavitù ancora presente nelle colonie e si tenta di fare in modo che tutti gli uomini siano uguali. Lez.109 La Rivoluzione francese dal 1790 al 1793 I giornali e i club Nel 1790 sembrava nascere in Francia una monarchia costituzionale costituita da Luigi XVI insieme alla moglie Maria Antonietta e di fianco al sovrano si era affiancata un’assemblea nazionale che aveva redatto una costituzione togliendo potere assoluto al sovrano sull’esempio inglese. I primi movimenti rivoluzionari hanno portato alla luce una grande voglia di libertà e di ritorno alla vita politica in cui molti borghesi vogliono essere attivi in politica. Durante i primi mesi della rivoluzione si assiste a un moltiplicarsi di giornali, gazzette e riviste e nascono tanti partiti politici chiamati all’epoca club, delle associazioni più che partiti strutturati. Questi club sono formati da uomini di legge, borghesi che hanno studiato giurisprudenza per la maggior parte dei casi e illuministi, che in Francia aveva preso piede particolarmente. Questi borghesi e intellettuali vogliono portare le idee illuministe riforma e prassi politica; in questi club gli avvocati polemisti riversano le loro idee in maniera radicale data la libertà di idee e tra il 189 e il 1790 nascono tre principali club che si faranno notare; il primo club è la società dell’89’, il club più moderato perché hanno come obiettivo quello di creare una monarchia costituzionale senza più rivoluzione; il secondo gruppo è quello dei cordiglieri devono il loro nome al luogo in cui si ritrovano perché questi club sfruttano dei luoghi lasciati liberi da poco dato che la rivoluzione ha chiusi tutti gli ordini contemplativi e i conventi sono rimasti vuoti; i cordiglieri si riunivano in un convento dei frati cordiglieri; vogliono una rivoluzione più radicale ed estremista e tra gli esponenti di questo gruppo vi sono Danton e Marat; il terzo gruppo è quello dei giacobini, che prendono il nome dal convento di San Giacomo, un gruppo piuttosto radicale e presente anche nelle zone periferiche della Francia, rispetto agli altri è un movimento ben strutturato e diventeranno una forza maggiore, tra i leader vi sono Robespierre e Brissot. Cittadini attivi e passivi Una delle prime questioni di questa prima fase riguarda la decisione da prendere sull’estensione sul diritto del voto, bisogna decidere chi voterà per eleggere questo parlamento; ci sono club più radicali che vorrebbero il suffragio universale maschile, altri chiedono il diritto di voto solo alla parte più ricca e istruita degli uomini. A prelevare è la versione più moderata, bisognava dare il diritto di voto in maniera ristretta: si divideva il popolo francese tra cittadini attivi, che possono votare e passivi, che non possono votare; il discrimine è il censo, chi paga più tasse è cittadino attivo al contrario è passivo. La divisione è quasi a metà perché si stima che 4milioni di uomini adulti francesi poteva votare mentre 3milioni no, la maggiore età era 25 anni quindi piuttosto alta. Gli eleggibili erano ancora meno perché per candidarsi bisognava fare parte di una cerchia più stretta che pagava più tasse, si portava in parlamento solo coloro che aveva un grande reddito. Solo i cittadini attivi potevano arruolarsi nella Guardia Nazionale, un corpo rivoluzionario guidato da La Fayette; quindi, i cittadini più poveri rimangono esclusi dalla rappresentanza politica. Costituzione civile del clero Un secondo terreno di scontro è come organizzare la chiesa francese e nel 1790 si arrivò alla costituzione civile del clero, un’ampia riforma che ridusse il compito del clero a quello di utilità pubblica; si prevedeva che tutto il clero prestasse giuramento e re, costituzione e popolo francese sottomettendosi al potere politico e in cambio lo stato avrebbe pagato uno stipendio a preti, sacerdoti e vescovi; la costituzione civile del clero prevedeva che le cariche ecclesiastiche non fossero più nominate dall’alto, ma sarebbero dovuto diventare elettive. Il papa condannò questa costituzione civile del clero così come anche il clero francese si trovò diviso, i vescovi non volevano prestare giuramento questa costituzione, mentre nel basso clero vi è una metà che accetta mentre un’altra metà si rifiuta, questa metà sarà formata dai preti refrattari; nelle campagne inizierà un braccio di ferro tra rivoluzionari e chiesa cattolica. Il re è poco propenso ad accettare tutti questi cambiamenti perché si inizia a sospettare che lui volesse tornare al vecchio regime; molti sospetti vi sono nei confronti di Maria Antonietta. In questo periodo molti nobili francesi iniziano a lasciare la Francia trasferendosi in area tedesca convincendo i tedeschi e gli austriaci a muovere guerra contro i francesi per sedare la rivoluzione. La Costituzione del 1791 Nel 1791 venne emanata la Costituzione con l’intenzione di creare una Francia di stampo liberale dato che prima era stata governata da un potere accentratrice; la Francia venne divisa in 83 dipartimenti, più o meno tutti omogenei con un capoluogo che si trova al centro del dipartimento per razionalizzare la macchina burocratica; la politica diventa più decentrata. L’impostazione liberale si vede anche nell’economia perché tutte le riforme in campo giuridico ed economico sono ispirate alla fisiocrazia e al liberalismo; si prevedeva che fossero abolite tutte le corporazioni per lasciare spazio al libero mercato e bisogna abolire tutte le organizzazioni operaie, gli operai non si devono riunire in organizzazioni e sindacati. Si esaltano i valori della borghesia mentre le classi più umili rimangono escluse; le merci diventano libere di circolare. I poteri vengono divisi in giudiziario, affidato a giudici elettivi; un potere legislativo affidato a un parlamento chiamata Assemblea legislativa eletta ogni due anni a suffragio ristretto; il potere esecutivo aspetta al sovrano che ha il potere di nominare ministri, che non appartengono all’assemblea legislativa. Il parlamento vara le leggi, ma il re ha un parziale diritto di veto, parziale perché può bocciarla una sola volta. La fuga di Varennes totalmente partecipare delle cose che si sono ottenute con la Rivoluzione francese; questo obiettivo è difficile perché serve una pedagogia politica, un’educazione filo giacobina e filo rivoluzionarie facendo violenza sul modo di ragionare, essere e vivere della cittadinanza. Cambiare la mentalità Gli uomini di Robespierre sono imbevuti di filosofia di Rousseau tramite l’uso della volontà generale, Rousseau dice che se uno stato vuole andare bene, bisogna utilizzare a volontà di tutti perché le differenze di volontà siano sempre differenza dovute agli interessi personali dei singoli gruppi; ogni persona segue il suo interesse e si disinteressa dei vantaggi degli altri; se tutte le persone badassero al benessere di tutti, trionferebbe la volontà generale trovando una soluzione condivisa. Robespierre pensa di governare per il bene di tutti, ritiene di governare per il bene del popolo perché egli è arrivato al potere convinto di fare la cosa giusta diventando refrattario alle critiche, coloro che attaccheranno il suo governo saranno persone che vogliono fare il loro interesse perché non si interessano al popolo. Robespierre userà il pugno duro sentendosi aggredito mandando agli arresti milioni di francesi durante il suo governo che durerà meno di un anno perché accusati di cospirare contro la rivoluzione semplicemente perché non si trovavano nelle sue decisioni. Questo è un regime democratico totalitario perché non si può neanche essere sospettati di tramare contro Robespierre; questa ondata di forza rivoluzionaria si scaglia anche contro la mentalità attraverso un’opera di laicizzazione del mondo francese perché la chiesa cattolica è ostile alla rivoluzione; per indebolire la chiesa cattolica si varano varie misure cancellando il calendario per sostituire i santi cristiani con dei santi laici cioè coloro che hanno fatto qualcosa di importante per la Francia e martiri della rivoluzione come Marat pugnalato da una donna, anche padri della scienza. Si cambia il calendario perché durante la rivoluzione se ne vara uno nuovo più razionale, ci sono i mesi, ma non più legati alla vecchia storia antica, si scelgono nuovi nomi con i mesi ispirati alla stagione dell’anno; si abolisce la settimana e diventa un periodo di dieci giorni più razionale. Il Terrore giacobino L’opera di scristianizzazione arrivò fino ad un certo punto perché vi erano esponenti dei giacobini che volevano portarla all’estremizzazione, ma Robespierre non voleva cancellare completamente la fede cattolica perché temeva che finire nell’ateismo significava caos e disordine perché gli uomini avevano bisogno di una religione per comportarsi meglio. Robespierre imporrà il culto dell’ente supremo istituendo un Dio simile a quello degli illuministi, la fede religiosa è importante, ma era critico nei confronti delle istituzioni della chiesa cattolica. Chiunque non si adeguava a questa nuova mentalità rischiava l’arresto e la vita, furono arrestati molti esponenti dei girondini tra cui lo stesso Brissot, finito ghigliottinato e nelle campagne vennero arrestati molto preti refrattari e moderati. 500mila francesi furono processi, ma non tutti mandati alla ghigliottinata; tra questi anche l’ex regina Maria Antonietta viene ghigliottinata su spinta dei sanculotti. Anche persone vicine alla rivoluzione vennero mandati a morte come Danton e Elbert, leader di un movimento radicale dei giacobini. Maximum e leva Robespierre tenta di varare alcuni cambiamenti, tra le quali due iniziative prese dal Comitato di salute pubblica: sanare l’economia pubblica perché il potere d’acquisto della popolazione francese sta crollando, cioè aumenta l’inflazione perché il denaro vale sempre meno; questo è dovuto anche alla pratica delle vendite delle terre e delle cariche di stato. Le terre a inizio rivoluzione erano state rivendute dopo essere state requisite alla chiesa, ma sul valore di queste terre erano stato messi dei titoli di stato che ad un certo punto vennero usati come banconote, gli assegnati; il valore degli assegnati era variabile data la guerra. Robespierre impone il maximum per frenare questa inflazione, un calmiere dei prezzi, cioè i prezzi dei beni di prima necessità avranno un prezzo massimo stabilito andando a diretto vantaggio dei consumatori poveri, ma danneggia i commercianti perché si vanno un po' ad impoverire. Una seconda mossa è la leva di massa cioè la lega obbligatoria dato le continue guerre francesi, l’esercito si ingrossa anche di soldati di estrazione popolare; la parte militare va relativamente bene durante il governo giacobino; per l’ingresso di nuove l’esercito si va plasmando in maniera nuova dato che fanno carriera anche persone di origine borghese e popolare; è un esercito che per il momento si basa sul merito. Il 9 termidoro Nel 1793 viene finita la Costituzione, vi era già stata una costituzione varata nel 1791 che prevedeva una costituzione monarchica; ma con l’uccisione del sovrano si vara questa seconda costituzione che non verrà mai applicata perché Robespierre vuole prima sistemare la situazione politica. Robespierre tenta di perseguire tutti i suoi nemici, ma si crea in questo modo altri nemici perché le altre forze politiche hanno paura che Robespierre li manda a morte; così i nemici di Robespierre decidono di ordire un complotto contro di lui. Questo complotto si attua in un colpo di stato del 9 termidoro (luglio) 1794; Robespierre viene arrestato con i suoi uomini fedeli e viene ghigliottinato nel giro di qualche ora senza fare il processo. Il Comitato di salute pubblica crolla e i sanculotti non agiscono. La terza Costituzione Si inizia a scrivere la terza Costituzione dopo la morte di Robespierre e adesso in Francia inizia il periodo del Terrore Bianco in cui girondini e preti refrattari si vendicano contro i giacobini, così alcuni di questi vengono arrestati e uccisi per vendetta; specialmente nella zona del sud-est della Francia. In questo periodo bisogna tenere in piedi anche la guerra perché durante il periodo del terrore giacobino le potenze straniere volevano far cadere il governo; l’esercito francese continua a ottenere vittorie tanto che Prussia e Olanda escono dalla guerra mentre rimangono Inghilterra e Austria. Nel frattempo, nel 1795 viene varata una nuova Costituzione, che si richiama ai valori del 1791 tornando a valori borghesi, si parla sempre di repubblica ma non democratica spirata a Rousseau, ma borghese ispirata a Montesquieu. A sedere in questo governo vi è il Direttorio, formato da cinque membri, che detengono il potere esecutivo. Dopo il 1794 si apre una fase caotica. Congiure e colpo di stato Il governo del direttorio è debole, vi sono varie congiure infatti tra le quali quelle dei monarchici che vogliono restaurare la monarchia nell’ottobre 1795; il Direttorio chiede l’aiuto dell’esercito guidato Napoleone Bonaparte, giovane ufficiale nato nella Corsica, per reprimere la congiure e nel 1796 vi è la congiura degli uguali guidata da Babeuff che vorrebbe spostare a sinistra la rivoluzione arrivando all’abolizione della proprietà privata, ma anche questo tentativo di colpo di stato fallisce. Nel 1797 arriva un colpo di stato fatto dal Direttorio ricordato come 18 fruttidoro (agosto- settembre) anno V perché si iniziano a contare gli anni dall’inizio della repubblica; nel 18 fruttidoro il Direttorio sospende la costituzione per prendere il potere tutto nelle sue mani e ormai il Direttorio per reprimere la situazione ha sempre più bisogno dell’esercito La Rivoluzione all'estero In politica estera la Francia ottiene vittorie durante le guerre; all’estero nel 1789-1790 vi è una generale simpatia per ciò che sta accadendo in Francia perché tutti questi paesi sono imperniati di ideali illuministi. Questa iniziale simpatia tramonta nel 1790-1791 quando il re viene arrestato e poi ghigliottinato, poi con la salita al potere dei giacobini, questa parola diventerà sinonimo di problema e si guarderà al giacobinismo in maniera negativa. Nel 1790 esce un libro “Riflessioni sulla rivoluzione francese” scritto da un irlandese chiamato Burk, egli afferma che hanno esagerato nella rivoluzione dopo essere partiti in maniera giusta non avendo seguito quanto era successo con la Gloriosa Rivoluzione. Alcuni borghesi europei iniziano a seguire gli ideali francesi, in Italia per esempio vi è qualche centro giacobino, in particolare in questa fase il centro è la Liguria dove agisce Filippo Buonaroti, un rivoluzionario italiano che si sposterà in Francia anche. La simpatia per i francesi arriva quando invadano il Belgio (paesi bassi austriaci) appartenente all’Austria e dove i nobili del posto avevano iniziato la rivolta contro i francesi, ma tra il 1793 e il 1795 i francesi riescono ad invaderli. La Francia si avvicina anche all’Olanda dove nasce la repubblica batava, chiamata anche repubblica sorella, in quegli anni nasceranno molte repubbliche sorelle, formalmente autonome, ma vicine alla Francia. Lez.111 Napoleone dall’Italia al consolato Contro l'Austria Napoleone si pone in continuità con la Rivoluzione francese, ma è anche qualcosa di nuovo perché alcune cose conquistate con la rivoluzione vennero perdute, la sua figura è complessa, ancora oggi è dibattito storico. Questo giovane ufficiale tra il 1797 e il 1798 Napoleone diventa il padrone della Francia. Nel 1796-1797 aveva assunto potere il Direttorio, che si stava appoggiando sempre di più all’esercito. Il Direttorio aveva dato abbastanza slancio alle guerre all’estero, sul versante delle guerre la Francia ha occupato delle zone all’estero sancendo la nascita delle repubbliche sorella, un esempio è la repubblica batava nata nelle Province Unite; l’obiettivo del Direttorio di questi anni è di fondare varie repubbliche sorelle in modo tale che esse facciano da cuscinetto negli stati nemici. Per raggiungere questo obiettivo bisogna muovere guerra contro l’Austria diventata potente e per arginare il pericolo il Direttorio applica un attacco duplice contro questo paese; la prima armata deve puntare verso Vienna con un attacco diretto; la seconda armata deve scendere a sud invadendo il nord Italia così da distrarre l’esercito austriaco in nord Italia. Giocando con le forze austriache su due fronti, queste si possono indebolire; in nord Italia l’Austria aveva grandi possedimenti. L’Armata d’Italia che doveva essere di secondo piano va molto meglio della prima e viene affidata a Napoleone, un condottiero di ventisei anni; egli riuscì a tenere compatto il proprio esercito riuscendo a sconfiggere sia ai savoia piemontesi e agli austriaci fino alla Battaglia di Rivoli Veronese combattutati all’inizio del 1797, una battaglia piuttosto decisiva. Il Trattato di Campoformio Il papa Pio VI cedette alla Francia l’Emilia Romagna, che faceva parte dello stato delle chiesa e Napoleone riuscì a trattare con gli austriaci firmando il Trattato di Campoformio con cui l’Austria riconosceva alla Francia la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Belgio e la riva sinistra del Reno, zona della Germania più vicina alla Francia; in cambio Napoleone concedeva qualcosa all’Austria, la Repubblica di Venezia, che fino a quel momento era stata indipendente, viene regalata all’Austria e Venezia non può dire nulla in contrario perché l’esercito veneziano è ridotto, inoltre vengono cedute l’Istria e la Dalmazia, porti veneziani da molti secoli. Napoleone e i francesi non hanno a cuore le sorti dei paesi vicini, di una libertà degli italiani e dei veneziani non gliene importa nulla; l’idea di aiutare i popoli vicini da parte dei francesi viene meno. Il Trattato di Campoformio viene firmato da Napoleone stesso, da un lato questo segna la debolezza del Direttorio e mostra l’ambizione di Napoleone che pur avendo meno di trenta anni punta a fare carriera molto rapidamente. Subito dop questo trattato le truppe francesi si danno al saccheggio, il nord Italia viene depredato di tutte le sue ricchezze come anche le opere d’arti in modo tale da risanare le casse francesi. Repubbliche giacobine
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