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Storia moderna: potere e politica in Inghilterra e Francia nel XVII secolo, Appunti di Storia Moderna

Storia europeaStoria del pensiero politicoStoria delle Istituzioni Politiche

Questa lezione di storia moderna del 12 aprile 2021 si concentra sulla rivalità tra due grandi potenze, inghilterra e francia, nel xvii secolo. Vengono analizzate le differenze tra le due monarchie, con un focus sulla monarchia parlamentare inglese e sulla monarchia assoluta francese. Vengono inoltre discusse le questioni religiose, la vendita delle cariche, la guerra civile inglese e la fronda in francia.

Cosa imparerai

  • Quali furono le cause e le conseguenze della guerra civile inglese e della Fronda in Francia?
  • Quali furono le innovazioni apportate dalla monarchia assoluta francese?
  • Come si sviluppò la monarchia parlamentare in Inghilterra?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 03/01/2022

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4.3

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Scarica Storia moderna: potere e politica in Inghilterra e Francia nel XVII secolo e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Storia moderna, lezione del 12 aprile 2021 Due grandi potenze: INGHILTERRA E FRANCIA INGHILTERRA: monarchia parlamentare Dopo Elisabetta I succede Giacomo I Stuart che era già re di Scozia. La corona è la stessa ma le zone rimangono separate. Il Parlamento formato dalla Camera dei Lords e dalla Camera dei Comuni e a questo la sovranità deve riferire e comunicare in ambito di legge e di decisioni. “Congiura delle polveri” attentato al Parlamento. Quando sale al trono comincia a porre molte tasse per rafforzarsi anche rispetto alla nobiltà, guardando con favore ai paesi europei cattolici: opera in modo molto divergete dalla precedente sovrana. Si vendono anche le cariche e nasce il ruolo di “baronetto” apposta per essere venduto. Fa sposare al figlio Carlo la figlia cattolica di Luigi XIII. Accentra sempre più il potere intorno a sé stesso con delle istituzioni sempre più ridotte e vicine a lui (la Camera stellata). Emerge la figura del duca di Bukingam che prende in mano le redini del governo (il “ministeriato”, cioè l’elezione di un primo ministro in luogo al sovrano si sta verificando in molti luoghi, come in Spagna e in Francia. Viene chiamata anche “epoca dei favoriti”). Carlo I cerca di perseguire la politica di ottenere denaro per se e per la corte e per partecipare in Europa a tutte le vicende della guerra dei Trent’ Anni. Effettivamente fino ad allora l'Inghilterra si era interessata più al commercio e alla stabilizzazione interna piuttosto che la guerra. Perciò la politica dispendiosa di Carlo viene vista male dal Parlamento. Nel 1628 c’è la “Petizione dei diritti” nella quale il Parlamento ricorda quelli che sono i doveri del re rispetto al Parlamento rispetto alla tradizione costituzionale che il re non deve violare (non mettere tasse di sua sponte, non fare guerra di sua sponte...). Ma Carlo I decide di proseguire per la sua strada: cerca di crearsi una nobiltà fedele a lui attraverso concessioni e vendite di privilegi. Ma la gentry, classe di commercianti borghesi che comprende anche dei piccoli nobili che si contrappongono alla nobiltà terriera, si oppone al sovrano. L’Inghilterra continua ad essere divisa anche a livello religioso. Si arriva negli anni quaranta alla guerra civile: il Parlamento dunque non si vuole più sciogliere a piacere del re, non si fida più di lui. Nel 1641 con la “Grande dimostranza” si rende evidente il dissenso court v.s. country. Il Parlamento si crea un proprio esercito guidato da Cromwell: è un esercito motivato, pagato, unito. La “New modem army”, detto anche le “teste rotonde”. Si sviluppano anche delle molte opposizioni che hanno impostazioni diverse (ad esempio a livello commerciale alcuni di direzione più liberale altri più marxista...) ma comunque tutte contro la monarchia. Cromwell abolisce la monarchia e manda a morte Carlo I. Si proclama il “Commonwealth”, una sorta di repubblica, con potere nelle mani di Oliver Cromwell che cerca di rafforzare lo stato: brutali repressioni dei cattolici e delle correnti estremiste che si erano opposte al re precedentemente. Si fanno gli interessi della gentry: le guerre di Devoluzione sono fatte per rafforzare gli itinerari commerciali inglesi a scapito della potenza olandese. Dei provvedimenti “protezionisti”. Formato un Palamento ridotto e Cromwell diventa “Lord protettore”. Alla morte di Cromwell il figlio non vuole seguire le sue tracce così comincia a prevalere l’opinione di ripresa monastica. Abbiamo nuovamente uno Stuart ma il ruolo del Parlamento è rafforzato (si formano due schieramenti: Torys, più favorevoli alla corona. Wings, favorevoli agli interessi parlamentari. Alla fine però il parlamento rimane forte). Forte scetticismo verso i “papisti”, coloro che sono devoti al sovrano straniero, il papa. Si ha allora il Test act che esclude i cattolici dalle cariche pubbliche. Gli Stuart hanno comunque ancora tendenze pericolose: il successore di Carlo II, Giacomo II, è cattolico e cerca di abolire il Test act. Segue la “Gloriosa rivoluzione” in cui il Parlamento opera un cambio di dinastia (anche se è una sorta di continuazione visto che subentra Guglielmo d’Orange ma la moglie è una Stuart). I nuovi re devono firmare una Dichiarazione dei diritti che va contro l’idea di assolutismo (influenza innegabile del Parlamento, diritto alla proprietà privata, libertà di culto tranne i cattolici, non convocare l’esercito in tempo di pace...). Si arriva anche all’unione formale dei regni di Inghilterra, Scozia e Irlanda (dove era stato mantenuto fino ad allora il loro Parlamento irlandese). Nel ‘700 c’è una suddivisione maggiore tra i tre poteri che è alla base del potere costituzionale inglese (Locke ne elabora i termini e Montesquieu ne parla più esplicitamente). Monarchia con contraltare del Parlamento (il re regna ma non governa. Modello che condiziona anche altre monarchie).
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