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Appunti di storia moderna, lezioni professor Guasti. Riassunti storia moderna, Appunti di Storia Moderna

Riassunti tematici di storia moderna, appunti dalle lezioni del professor Guasti.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 12/05/2022

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Scarica Appunti di storia moderna, lezioni professor Guasti. Riassunti storia moderna e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! STORIA MODERNA Periodizzazione inizio età moderna: A QUO 1) 1453 Conquista di Bisanzio da parte dei Turchi e invenzione della stampa 2) 1492 scoperta dell’America 3) 1517 Riforma Luterana 4) 1494-1530 perdita dell’indipendenza politica da parte della penisola italiana (cesura di valenza nazionale) 5) Prima metà del 400-seconda metà del 500 Umanesimo e Rinascimento Periodizzazione fine età moderna: AD QUEM 1) 1789 Rivoluzione francese (cesura politica) 2) Rivoluzione industriale 1750-1850 (cesura economica) 1848 data fine età moderna e inizio contemporanea. È più semplice individuare quando finisce la modernità che quando inizia, perché in effetti non c’è una vera cesura con l’età medievale ma c’è molta continuità anche a livello sociale. Si tratta di una società ancora legata al feudalesimo, almeno fino alla rivoluzione francese. PROBLEMI DI PERIODIZZAZIONE: ogni Periodizzazione contiene una valenza ideologica e filosofica, una interpretazione mai neutra ma orientata da una visione. Quella che abbiamo visto è la Periodizzazione classica, frutto di una visione della modernità ottimistica in progresso, un periodo in miglioramento, una rottura positiva rispetto al medioevo e di preparazione rispetto alla storia contemporanea. Si tratta di una concezione progressista dell’età moderna, teoria di fine 800 che si sente erede della rivoluzione francese, che valuta il periodo in senso positivo. Dal punto di vista culturale, la modernità va inquadrata nel Razionalismo, politicamente nello Stato Nazionale, economicamente nella nascita del capitalismo. Tutto è in progresso. Nel corso del 900 questa visione della storia è stata contestata da nuove ideologie, Marxismo, Nice, il pensiero cattolico, sociologia. È questo il pensiero che lega la modernità alla coercizione. Tutte correnti accumulate dal considerare la modernità non sempre come qualcosa di positivo, ribaltano il punto di vista guardando in senso negativo la modernità, viene rivalutato il medioevo in chiave positiva. La modernità nascerebbe quindi dalla coercizione, con l'aumento della diffusione della politica coercitiva, e la diminuzione delle libertà. È un cambiamento radicale della mentalità. Binomio modernità-coercizione e non modernità-progresso. Vedono il medioevo come un paradiso perduto. Salutano il valore della laicità. Si tratta di una visione ideologica anche questa. Viene svalutato il valore della modernità. CONCLUSIONI: Non bisogna avere una concezione finalistica della storia, considerando ciò che viene dopo come positivo e necessario. La verità sta nel mezzo, tra i due pensieri, in cui si dà rilievo sia alle censure che alle continuità. Non si può avere una visione di attualizzazione, ma bisogna sempre contestualizzare. Data inizio età moderna: 1492. Non è una data che fa da spartiacque. Il termine moderno dal latino modo=ora, recentemente, è fino al XVII indicava ciò che era più recente. Poi ha iniziato significare ciò che ideologicamente può essere definito come moderno come categoria di giudizio. Già nel 400-500 con l’umanesimo si inizia ad avere la sensazione che c’è stato un progresso rispetto agli antichi. Tra l’antichità e la modernità c’è stato il periodo buio del medioevo, si è iniziato a pensare questo. Historia moderna, questa definizione appare nel 600 con uno scrittore protestante Kristoph Keller con l’Historia Universali 1696 dividendo in: Storia antica, medioevo, storia moderna. Dal 600 in poi moderno diventa sinonimo di nuovo, diverso, migliore rispetto al medioevo, cambia il senso semantico. In generale le Periodizzazioni non sono mai né univoche né definitive, ma dipendono sempre da interpretazioni, in questo senso è importante il ruolo attivo dello storico. La storia è un continuo processo di interazione tra lo storico e i fatti storici, un dialogo senza fine tra il presente e il passato. Lo storico pone domande alla storia passata sempre dipendendo dai bisogni del presente, dice Croce. E l’obiettività? Si parla di obiettività se si fa riferimento al criterio tra fatti e interpretazioni basato su regole universalmente valide basate su un criterio scientifico. Lo storico deve: attenersi alle regole, non falsificare le fonti, possedere consapevolezza del grado di condizionamento interpretativo. Si tratta comunque di un obiettività relativa, tutte le interpretazioni sono plausibili. Il 1492 è importante perché con esso nasce il mondo globalizzato 1400-1500 grazie alle scoperte geografiche. Questo ampliamento del mondo permette di parlare di rivoluzioni e cambiamenti radicali in ogni settore. Cultura: 1) la scoperta di popolazioni extraeuropee fu qualcosa di rivoluzionario, razze extrabibliche, ci fu una crisi nella cosciente europea. Si basava la storicità sui fatti biblici fino ad ora. 2) con la stampa a caratteri mobili, definita “rivoluzione inavvertita”, si amplifica la circolazione delle idee in maniera rivoluzionaria. Religione: la fine dell’unità religiosa in Europa, nasce l’individualizzazione religiosa, la spiritualità diventa qualcosa di personale. Politica: tramonto degli ideali Universali stoici e la crisi di impero e papato, con il rafforzamento delle monarchie nazionale, degli stati nazionali moderni, grazie a burocrazie professionali ed eserciti permanenti, nacque un nuovo equilibrio europeo. Economia: l’individualismo influenzò la nascita del capitalismo, il povero non ha più diritti. Le scoperte geografiche aprirono gli orizzonti commerciali, lasciando comunque attivo l’eurocentrismo. Lezione 8/10 LO STATO MODERNO: lo stato moderno rappresenta la forma storicamente determinata di un ordinamento politico, sorta in Europa tra il XV e il XIV 1)composizione della società moderna: l’autorità dello stato è sempre mediata da gruppi sociali e il suo sviluppo fu influenzato dalla cultura sociale. 2)formazione degli apparati statali: la formazione dello stato moderno è il risultato di una serie di tentativi di integrazione politica di territori diversi. Si basa sulla normalizzazione de rapporti politici nell’ambito di un territorio unificato. La normalizzazione è compiuta tramite strumenti amministrativi e burocratici, con un esercito permanente e la costruzione di uffici e competenze accentrate. I ceti privilegiati si opposero non volendo cedere il potere(es.l’amministrazione della giustizia da sempre in loro possesso). FASI STORICHE DELLO SVILUPPO DELLO STATO MODERNO: legato alle grandi monarchie territoriali europee. NEL 500: si verifica un dualismo tra principe, titolare dell’istanza unitaria e accentratrice e i ceti portatori di interessi specifici. La potenza viene imposta tramite una burocrazia efficace. I sovrani attuano una politica accentratrice mettendo da parte i particolarissimi locali, uniformando leggi e imponendo tasse. NELLA PRIMA METÀ DEL 600: i principi consolidano il monopolio del potere legittimo (assolutismo). Vengono imposte nuove tasse senza il consenso dell’assemblea. Spesso ciò provoca la ribellione dei ceti più privilegiati. 1650-1750: ricerca di un nuovo equilibrio tra assolutismo e richiesta di partecipazione al potere da parte dei alcuni gruppi sociali, borghesia. Progressivo accentramento del potere= assolutismo. Principio della territorialità dell’obbligazione politica e su progressiva acquisizione dell’impersonalità del comando politico. Si passa da un sistema policentrico (signorie del feudalesimo) allo stato territoriale accentrato e unitario attraverso una razionalizzazione del potere. In Europa inizia una concezione contrattualistica del potere, la legge viene considerata un patrimonio ereditato tramite consuetudini, da non alterare. Il sovrano non può mutare l’ordinamento giuridico. • L’affermazione della sovranità viene ricercata con la forza della dinastia e il prestigio del re, con l’aiuto di strumenti di propaganda. • Viene valorizzato il potere taumaturgico del re, unto dal Signore e guaritore di malattie • Si afferma un cerimoniale di corte con rituali per muovere alla sensibilità e disciplinare la nobiltà. • Politica di rivendicazione dinastia, monarchia come perno della società. Il sovrano dispensa benefici per controllare meglio i gruppi sociali. cioè la zona centro settentrionale. Qui si erano sviluppate civiltà indigene autonome. Aveva conosciuto l’influenza del cristianesimo(Egitto e Etiopia) e dell’islam(nord e africa orientale). Nell’africa centro occidentale nell’alto medioevo era emerso lo stato del Ghana che nel 1076 venne conquistato dagli arabi. Emersero successivamente, qui, due stati: il regno del Mali, e poi dal 1450 l’impero del Songhai dal Niger al Marocco. Subì l’influenza della cultura araba specialmente con la conquista di Timbuctù. Le principali città dell’impero Songhai erano Gao e Timbuctù. Floride città con artigiani e mercanti. Si vendevano una varietà di prodotti. Conobbe un periodo florido e poi nel 1590 venne conquistato dalle conquiste del Marocco. In africa centrale erano nati una serie di regni indipendenti con influenza musulmana tra il XI e il XV. L’economia qui si fondava sull’agricoltura legata al sistema schiavistico. 100 schiavi per ogni 200 braccia di terre. Il bestiame non veniva utilizzato per l’agricoltura. La durezza di tale regime produsse una serie di violente rivolte come quella che scosse Timbuctù nel 1591. Quando i portoghesi arrivano in africa occidentale, cercano gli schiavi, anche perché qui già ci sono, sono abituati a questo sistema. Procedendo verso sud, le foreste erano popolate da nomadi che si dedicavano alla caccia. Più a sud vivevano i bantù, più organizzati ed evoluti, conoscevano ad esempio il ferro, l’allevamento e l’agricoltura. L’arrivo degli europei modificò questi equilibri africani. Dopo la conquista di Ceuta(seuta) 1415 da parte dei portoghesi vicino allo stretto di Gibilterra, essi iniziarono a circumnavigare la costa africana procedendo verso sud. Volevano controllare il commercio dell’oro, avorio e degli schiavi tra Sudan e il fiume Niger. Inoltre vogliono raggiungere l’India per le spezie, il pepe e le sete cinesi. Il pepe è un conservante naturale per questo era molto importante, non solo per il suo sapore, aveva lo stesso valore del sale. Con l’espansione dell’impero ottomano che interrompe le vie commerciali attraverso le quali il pepe giungeva il Europa, i portoghesi, pur non sapendo quanto lunga fosse l’africa, decidono di circumnavigare per arrivare in India, ed effettivamente ci riescono. Tra la fine del 400 e inizio 500 i portoghesi fondarono piccole città portuali che fungevano da centri logistici per le loro navi, basi navali.(sia sulla costa occidentale che su quella orientale). Nel 1491 i portoghesi raggiunsero il Congo dove la popolazione era divisa in nobili, liberi e schiavi con un economia basata sul commercio(conchiglie, stoffe e rame) e su sistemi monetari differenziati. Sapevano lavorare sia il rame che il ferro. Era un regno indipendente che però cadde nelle mani dei portoghesi, il sovrano addirittura si convertì al cattolicesimo. L’economia cambiò per mano dei portoghesi. Nella seconda metà del 600 finisce questa dittatura, e il sovrano cacciò i portoghesi. I portoghesi avevano occupato anche l’Angola e il Mozambico della costa orientale, dove costruirono una serie di città strategiche per il controllo della rotta per l’India ma anche per muovere guerra ai vari sultani arabi africani e indiani. La zona sud orientale dell’africa era stata quella più aperta ai contatti internazionali. AMERICA CENTRALE E MERIDIONALE nell’America centrale la più antica civiltà fu quella dei Maya. Era un popolo di agricoltori che utilizzavano la tecnica del taglio-fuoco. Prima della stagione delle piogge, battevano la foresta e poi bruciavano utilizzando la cenere come fertilizzante, producevano grandi quantità di mais e baccelli. Una volta esauriti i campi, venivano abbandonati in modo che ricrescesse la foresta, e loro si spostavano. Si trattava di un ciclo naturale. Erano privi di bestiame e di metalli, non avevano l’aratro e gli unici utensili che utilizzavano erano di pietra. Quando arrivarono gli europei, riuscirono facilmente a sottometterli conoscendo i metalli, cosa non conosciuta dai Maya. Non era uno stato centralizzato ma aveva un insieme di città stato che raccoglievano le comunità agricole. Spesso facevano guerra tra di loro, non era uno stato vero e proprio. C’era un sistema rigidamente gerarchico. Al vertice vi era l’elitè, poi il ceto medio e i contadini che dovevano garantire prestazioni ai nobili oltre che lavorare per sé. Ottenevano la loro libertà ma in cambio si prestavano per il lavoro pubblico. La proprietà privata conviveva con le terre comuni gestite dai contadini, divise in parti uguali ogni tre anni per famiglie. Sotto i contadini vi erano gli schiavi che erano prigionieri di guerra, o condannati per omicidi o altro. Essi dovevano svolgere i lavori più pesanti, e venivano anche sacrificati per alcuni riti religiosi. Il sistema monetario si fondava sul cacao, la cosa più preziosa che avevano. essi conobbero conoscenze astronomiche legate alle pratiche agricole. Riuscivano a calcolare l’anno solare(18 mesi di 20giorni con settimane di 13 giorni, l’inizio della stagione delle piogge. Le cronache erano composte dai sacerdoti su carta ricavata dalle cortecce degli alberi tramite un alfabeto sillabico e ideografico. Una serie di lotte tra le varie città stato a metà del XV secolo, indebolì la civiltà Maya, con l’arrivo degli spagnoli nel 500 essa era ormai in decadenza. Una parte della popolazione si era concentrata nell’entroterra fondando la città Taya Sal. Nella metà del 500 gli spagnoli invasero il territorio e nel 1697 conquistò anche quest’ultima città. GLI AZTECHI questa popolazione era inizialmente nomade, ma si localizzò a nord del Messico e Guatemala tra il 1320-50,approfittando di una guerra di successione della popolazione locale, riuscirono a prendere il controllo della zona assoggettando la popolazione 1427-31. Fissarono la capitale nell’attuale città del Messico, in mezzo a una capitale, 300.000 abitanti(raro per una città). Il primo sovrano azteco, Montezuma I si pose a capo di un’alleanza: Mexico azteco, Alcohuacan, stato tepaneco. Gli aztechi erano a capo di questa alleanza di stati federativi. Detenevano loro il controllo militare e religioso sugli altri stati. Il regno si espanse verso sud. Nel 1519 arrivano i conquistadores castigliani e scoprono che la situazione è diversa dalle tribù indigene. Qui si parla di uno stato potente in espansione. Non riuscirono tuttavia a resistere agli spagnoli. La lingua specifica, tutt’ora parlata dagli indios del messico è il nahuatl. Gran parte dei manoscritti pittografici vennero distrutti dai missionari spagnoli, visti come pagani ed eretici. La società era di tipo piramidale con nobili e sacerdoti al vertice seguiti da mercanti e proprietari terrieri, artigiani, poi contadini che erano i più numerosi, e schiavi, anche in questo caso sacrificati al Dio sole. Il clero qui, non organizzava solo il culto, ma gestiva l’educazione divisa tra nobili, e scuole pubbliche. Gli aztechi adoravano come i maya il Dio sole. Mentre i toltechi adoravano il dio serpente piumato, con barba , questa divinità sarebbe giunta sulla terra per portare la giustizia e la pace. Quando gli aztechi si trovarono di fronte gli spagnoli, bianchi, pensarono si trattasse di divinità. Questa profezia ebbe un impatto così forte che essi non si difesero, come avrebbero potuto fare. Nel giro di tre anni infatti, il Messico venne conquistato con facilità da un centinaio di spagnoli. Chi combatteva tra gli aztechi, era l’aristocrazia, scarsa e minore di numero. La strategia era che una volta conquistati i nobili, avevano conquistato tutto. Infatti la massa si sottomise semplicemente a nuovi aristocratici. Gli europei portarono inoltre malattie in America, non avendo difese immunitarie, questo aggravò la conquista, indebolendo la popolazione. Negli anni successivi si verificò inoltre una vera e propria crisi demografica, che contribuì a giustificare l’importazione di schiavi dall’africa. Nel corso del XVI, gli Europei occidentalizzarono la cultura messicana. Importante fu il ruolo dei missionari dal punto di vista culturale, ma gli aristocratici castigliani si occuparono di schiavizzare le popolazioni indigene, imponendo nell’america del sud la servitù della gleba su schema europeo feudale. Scomparve la figura del libero contadino indios. Encomienda è un istituto giuridico castigliano, che controllava la popolazione del feudo, i nobili dovevano educare al cristianesimo in cambio gli indios lavoravano per i nuovi padroni. IMPERO INCA gli spagnoli a sud incontrarono anche un altro grande impero. Gli Inca, nato nel XII intorno a Cuzco la capitale. La sua estensione si allargò fino al Cile settentrionale , comprendendo Perù e Bolivia. La religione prevedeva il Dio sole che era l’imperatore a cui donavano sacrifici umani. Erano abili a costruire strade e ponti, avevano un agricoltura all’avanguardia grazie alle capacità ingegneristiche. Svilupparono conoscenze astronomiche. Non svilupparono la scrittura ma trasmettevano ai posteri grazie ai quipu(kipù) un sistema di cordicelle annodate, ad ogni tipo di nodo corrispondeva qualcosa, e anche al colore. È un sistema complesso ancora non del tutto decifrato. La lingua parlata era il quechua ancora parlato in Perù e Bolivia. Avevano un elevato livello di urbanizzazione, ma avevano pochi abitanti, circa 10-30 milioni. Avevano un’agricoltura di tipo intensivo, all’avanguardia, con terrazzamento di pendii in montagna. Coltivano mais, riso, e la patata, non ancora conosciuta altrove, è una loro invenzione. Si affermò una struttura amministrativa centralizzata a differenza di Maya e Aztechi. Si tratta di uno stato centralizzato, l’unico in grado di controllare un territorio così impervio. Al vertice vi era l’imperatore, poi la nobiltà guerriera che deteneva poteri militari, religiosi e civili. Una fascia inferiore erano i funzionari che facevano funzionarie lo stato. Poi il ceto urbano, con artigiani, medici ecc e poi contadini che rappresentavano la maggior parte, organizzati in comunità contadine definite ayllu che dovevano delle prestazioni di lavoro ai nobili, clero e stato. Qui non vi era la proprietà privata ma solo quella collettiva. A ogni comunità era assegnato un pezzo di terra, in cambio loro assicuravano la produzione, il lavoro e i prodotti. Era una forma di tassa che veniva riscossa sotto forma di ore di lavoro. L’assenza di moneta, aveva creato una società statica, ma almeno non vi era schiavitù o latifondi. Il contadino era libero. Era una comunità di stampo “comunista”. La mita era un’imposta sotto forma di uomini lavoratori per opere pubblico dati allo stato per un tot ore di lavoro. Le terre erano divise in tre parti: una con i prodotti per i nobili, una per i sacerdoti e una per la comunità di contadini. Ogni parte aveva dei prodotti diversi. Si tratta di una struttura razionale. Una tribù aveva 100 villaggi. L’ayllu aveva 100 famiglie. Una provincia aveva 4 tribù. Nel 1533 venne ultimata la conquista spagnola in questo territorio, facilitata da un conflitto dinastico tra due fratelli. La distruzione del sistema del lavoro tipico provocò il crollo dell’agricoltura, producendo carestie, in più lo sfruttamento da parte dei castigliano verso la popolazione fu pesante e ciò produsse una crisi demografica. Gli spagnoli mantennero alcune cose, come la divisione sociale, la mita, ma le adattarono al loro sistema di sfruttamento. La mita ad esempio serviva per dare la manodopera, che doveva lavorare nelle miniere in condizioni disumane, e non per il bene pubblico come avveniva nella tradizionale mita. Ci furono una serie di rivolte indigene represse nel sangue. I POPOLI DELL’AMERICA SETTENTRIONALE qui la situazione organizzativa è meno complessa. Si tratta di indigeni divisi in tribù e legati all’ambiente. Non esisteva uno Stato. Sul litorale nord-occidentale che dava sul Pacifico, gli indiani vivevano di caccia e pesca, non conoscevano allevamento né agricoltura. Le tribù erano divise in clan familiari con beni in comune e schiavi affidati in maniera proporzionale a ogni famiglia. Sulla costa nord-orientale le nazioni indiane (irochesi, huroni, mohicani) erano più evolute. Sapevano lavorare il mais, legumi, cocomeri, zecche, tabacco. Attività primarie erano caccia e pesca, raccolta del riso. L’organizzazione era matriarcale, i discendenti di un’antenata vivevano in un’unica casa di consanguinei. La proprietà privata non esisteva e comuni erano la produzione e i consumi. Le donne comandavano nella casa familiare, mentre la tribù aveva un capo militare e un anziano (sachem) che governava in tempo di pace. Nel 1570 gli irochesi crearono una lega di 5 tribù guidata da un consiglio di anziani, questo fino a metà 600. Più a nord, nell’attuale Canada, vivevano tribù di cacciatori e pescatori consanguinei degli irochesi (Athapaska). D’estate scendevano nelle grandi praterie dove vi era il baratto con le tribù lì vicine. Nelle praterie dell’America centrale vivevano tribù nomadi (Sioux, Dakota) che vivevano di caccia al bisonte da cui traevano cibo, pelli ecc. queste tribù resisteranno più a lungo, almeno fino all 800 pur avendo solo armi di pietra e archi. Le famiglie erano matriarcali. Nella zona sud occidentale (attuale California) vivevano tribù nomadi che vivevano di caccia e raccolta di frutti. Nell’attuale Arizona e Texas invece vi erano villaggi con agricoltura in comune, in tempo di guerra eleggevano un capo militare mentre in tempo di guerra vi era una madre anziana che amministrata la comunità. Quasi tutte le popolazioni americane del nord avevano sviluppato una scrittura pittografici e praticavano lo sciamanismo con la spiritualizzazione dei fenomeni naturali. Gli indiani americani conobbero il cavallo grazie agli europei. Infatti i cavalli dei conquistadores fuggirono dagli accampamenti e si stanziarono nelle praterie vicine a questi villaggi che riuscirono a conoscerli e a utilizzarli per muoversi. I famosi mustang presenti nelle praterie del Mid-West a nord non erano altro che cavalli di origine araba scappati dagli spagnoli. LA NASCITA DELLA COMPAGNIA DI GESÙ contesto: la riforma protestante e l’inizio della controriforma 1517-1542. • 1917: le 95 tesi di Martin Lutero e nascita della riforma protestante: in Europa inizia la fase delle guerre di religione fino al 1648 • 1542: nascita di Sant’Uffizio e rifondazione dell’Inquisizione romana • 1542-1563: Concilio di Trento: riorganizzazione dogmatica e istituzionale della chiesa cattolicesimo continuò ad esistere in alcuni villaggi. In Cina, i missionari (Matteo Ricci) riuscirono a inserirsi nella corte imperiale utilizzando le conoscenze astronomiche e geografiche, vennero quindi protetti dagli imperatori stessi. Grande successo ebbero anche in America latina sia spagnola che portoghese. Giunsero i Brasile nel 1549, le riduzioni erano villaggi in cui gli indios vivevano isolati dai bianchi sotto la direzione di pochi padri gesuiti. Uno dei primi ideatori delle missioni sudamericane fu lo spagnolo Josè de Acosta. Egli scrisse la sua esperienza missionaria in una serie di opere che fissarono la successiva prassi sull’evangelizzazione basata sulla comprensione delle culture indigene e sull’educazione al cristianesimo degli indios considerati come dei fanciulli. Il più grande successo si ebbe tra le tribù dei Guaranì in Paraguay. Qui dal 1609, fondarono una trentina di riduzioni isolate dalla società coloniale argentina. Cercarono di replicare il cristianesimo delle origini. Pur imponendo i costumi europei, a partire dalla monogamia, essi si comportano in maniera paternalistica. Comunque vi era una rigida disciplina con celebrazione religiose. I gesuiti vennero criticati di voler stabilire uno stato indipendente in Paraguay da parte degli encomenderos che avrebbero voluto sfruttare la forza lavoro dei guaranì e degli ordini missionari avversari. La rivolta dei Guaranì 1754-56 sancì il definitivo tramonto di questa esperienza. Il Portogallo è la Spagna sottrassero ai gesuiti, il controllo delle riduzioni, perché accusati di aver mosso la rivolta. Minore successo si ebbe in America del Nord in particolare in Canada e nella regione dei grandi laghi, dove dal 1625 i gesuiti cercarono di convertire gli Uroni e poi i più aggressivi Irochesi. I missionari impararono le lingue del posto per poi tradurre il catechismo cattolico. La predicazione ebbe successo soprattutto tra i bambini e le donne. Dal 1763, dopo il passaggio del Canada alla Gran Bretagna, i gesuiti non riuscirono più ad inviare missionari anche se rimasero comunque attivi almeno fino al 1773. Nel l’Europa cattolica si punta a commuovere ed eccitare l’immaginario dei fedeli attraverso cerimonie collettive e nuovi culti. Le concordi sono pratiche per ricomporre i dissidi tra famiglie aristocratiche. I gesuiti si impegnano anche a combattere le eresie protestanti. In Italia in particolare, contro l’eresia dei valdesi in Calabria e Puglia. Essi preferivano metodi dolci sulla persuasione degli eretici. I gesuiti operarono in diversi settori: nell’ambito del sostegno verso i ceti popolari, nell’assistenza degli incurabili, poveri, carcerati, prostitute, gestendo ospizi. Eccelsero soprattutto nelle attività educative e nell’insegnamento delle èlites cattoliche europee. Si specializzarono in collegi e università per dare istruzione. Peculiarità dei collegi gesuiti: • Insegnamento gratuito, alunni di famiglie aristocratiche e borghesi, raramente popolani. • Un nuovo modello pedagogico Ratio Studiorum 1599 che si fonda sulla divisione degli studi in base a classi di apprendimento- programmi legati ad una progressione negli studi- rigida pianificazione degli orari- competitività tra gli studenti stimolata da premi e castighi- esame di passaggio a fine anno- attività extracurriculari come il teatro- forte impronta religiosa con accettazione dogma e obbedienza ecclesiastica. • I gesuiti sottoposero i testi latini e greci a censura, privilegiando l’aspetto retorico dell’umanesimo che quello dei valori civili. Filtrarono così la cultura classica alla luce dei dogmi controriformistici. Essi rigettato tutte le nuove teorie scientifiche del 600 che vanno contro la fede e l’aristotelismo. Nonostante ciò, a volte finirono per assimilare le teorie della scienza moderna, a cominciare dal sistema copernicano. Alcuni sostennero anche le tesi galileiane, dando contributi scientifici alla scienza moderna. (tesi sostenuta da A.Romano). il successo della loro pedagogia ha portato all’aumento dei collegi. Nel 1551 venne fondato a Roma il collegio romano, perno della Compagnia. Essi privilegiarono sempre i grandi o medi centri urbani per ragioni economiche, logistiche ed architettoniche. In ogni grande città italiana vi erano dei collegi. Si occuparono anche di politica influenzando le scelte di numerosi aristocratici e sovrani cattolici europei. Alla fine del 500, nacque un aspro dissidio all’interno della Compagnia tra i componenti spagnoli e quelli italiani. I primi, infatti appoggiava le scelte del sovrano asburgico di Spagna Filippo II, mentre i secondi sostenevano la politica dei pontefici. Tale conflitto, durante il Generalato di Claudio Acquaviva ebbe il culmine, con la de- ispanizzazione e romanizzazione dei vertici della Compagnia. Da allora l’ordine assunse il ruolo di primo difensore del potere spirituale e temporale del papato su ogni potere civile. Un altro strumento per condizionare le scelte dell’èlites fu la confessione: molti gesuiti diventarono direttori spirituali di nobili e principi, e nobildonna, pilotando le scelte a favore dell’ordine. I confessori gesuiti riescono a creare rapporti particolari con le donne aristocratiche. Ciò sarà molto criticato dagli oppositori della compagnia, dai protestanti e giansenisti. Le congregazioni mariane: luogo in cui, attraverso la catechesi e gli esercizi spirituali, si realizza il disciplinamento controriformistico dei ceti privilegiati borghesi dell’Europa cattolica. I gesuiti necessitano di una base economico-patrimoniale solida. Inizialmente fu alimentata dalle elemosine e donazioni. Ma già durante il XVI l’ordine iniziò a creare un proprio patrimonio investendo in terreni ed edifici con capitali frutto di elemosine e testamenti. Fiorenzo Landi (storico contemporaneo) mette in luce • L’abilità dei Gesuiti nell’utilizzare la logica dell’elemosina, stimolata dalla prospettiva di una ricompensa ultraterrena. • La capacità nel diversificare le forme di investimento con una mentalità economica razionale e imprenditoriale. Il tipo di investimento privilegiato fu però quello immobiliare, dato che l’agricoltura era fondamentale in quell’epoca. Ma anche in titoli di stato o nei commerci. Nel regno di Napoli e Sicilia ad esempio, investirono in masserie. Le critiche alla compagnia: la leggenda nera antigesuitica le intromissioni nella vita politica, la capacità di accumulare capitale ecc. attirarono critiche e sospetti. Inoltre all’interno della chiesa stessa, i Gesuiti venivano visti come un ordine privilegiato, che otteneva vari aiuti da parte del pontificio. Inoltre furono accusati di non dare la decima. All'inizio del 600 nacque la leggenda nera, e venne portata avanti nel 700 per cercare di limitare i poteri dell’ordine. A metà del 700 si formò un’alleanza eterogenea che vide nella compagnia un nemico comune. Così l’ordine si trovò isolato all’interno della chiesa e venne sottoposto a espulsioni dai maggiori Stati cattolici europei, a partire dal Portogallo. Tutti i gesuiti banditi dai sovrani, vennero deportati nello Stato della Chiesa. In portogallo, Spagna, Napoli ci furono vere e proprie operazioni militari con arresti. Nel 1773 il Papa decise di sopprimere canonicamente l’ordine che però risorgere nel 1814 sotto Pio VII. LEZIONE 21/10 ILLUMINISMO l’illuminismo è un movimento che rappresenta una rivoluzione colturale e politica almeno pari a quella che si è verificata con l’umanesimo e il Rinascimento. Kant rispose con una serie di articoli alla domanda, cos’è l’illuminismo. Lui dice “sapere aude”, sapere è potere, la conoscenza è l'unica cosa in grado di far uscire l’uomo dallo stato di ignoranza. L’uso della conoscenza deve essere finalizzato al bene pubblico. Nel corso della prima metà del 900 sono stati tre gli storici che hanno ridefinito il concetto di illuminismo: • Franco Venturi, torinese. “il 700 riformatore”, è stato il primo a dimostrare il nesso tra illuminismo e riforma. L’illuminismo non fu tanto un movimento filosofico quanto un movimento politico che promuoverà una riforma a livello sociale. Ha messo in luce l’importanza dei mezzi di trasmissione dell’illuminismo, i giornali, i libri di divulgazione. Non si può studiare l’illuminismo solo attraverso le grandi figure, ma bisogna guardare ai documenti. Sostiene che l’illuminismo non sia solamente francese, ha il suo centro in Francia, ma non finisce lì, esiste un illuminismo europeo. • Negli anni 80 del 900 un americano, Robert Darnton. Parla di mercificazione della cultura dal punto di vista dell’editoria. Si occupa inoltre di divulgatori, cioè letterati sconosciuti che scrivono per conto di qualcuno di illustre, sono opere minori che però hanno importanza per la diffusione del messaggio dei lumi. Si occupò dei generi letterari più vari, pornografia ecc. • Un filosofo-sociologo tedesco Habermas. Riprende il messaggio kantiano sottolineando il nesso riforma-illuminismo. L’illuminismo si definisce grazie alla nascita della sfera pubblica, del nuovo soggetto politico. La sfera pubblica è il luogo della lotta politica contro l’assolutismo illuminato. Con l’illuminismo nasce la sfera pubblica. Abbiamo dunque, più interpretazioni che definiscono l’illuminismo. Esso è un incontro che raccoglie più dibattiti, che sono stati importanti per la nascita del mondo moderno. Non fu certo un fenomeno unitario, come si pensava all’inizio del 900. Oggi si parla di illuminismi. Non è possibile fissare una gerarchia o un centro. Certo la Francia ha la sua importanza per il fenomeno, ma non solo. Cap. 2..i media dell’illuminismo. Habermas indica nella nascita della sfera pubblica una delle novità dell’illuminismo. Avviene l’inserimento della cultura e dei suoi mezzi nel sistema internazionale del traffico mondiale dei beni di consumo. La cultura diventa merce, questo è il fenomeno nuovo. Group Street= una strada di Londra dove vivevano questi ghost writers, che sopravvivevano scrivendo testi riguardo al pensiero dei lumi, rendevano popolari le tesi dei Grandi scrittori, e Darnton da valore a questi divulgatori. Ci furono luoghi di diffusione orale dell’illuminismo come caffè, biblioteche ecc. si definiscono nel loro insieme Repubblica delle lettere. Un insieme di luoghi di libero confronto di idee. Le donne erano ancora considerati esseri irrazionali, madri e mogli (Rousseau). Le masse subalterno, i contadini erano considerati come ignoranti, superstiziosi (Voltaire). La cultura è ancora legata all’èlite. In realtà le ultime ricerche hanno messo in luce che esistono dei canali di comunicazione tra elitè e masse contadine. Intanto in questo periodo si sviluppa la letteratura popolare, pensata per un pubblico semi-alfabetizzato e a una lettura spesso collettiva. Le idee illuministe circolarono anche grazie a questi canali. I domestici, cioè contadini che servivano presso le case dei nobili, assorbivano i discorsi dei propri padroni e poi nei propri villaggi divulgavano ciò che avevano imparato in queste grandi città. In qualche modo, dunque, il pensiero dei lumi arrivò anche ai ceti più bassi, alle masse popolari. È vero che c’è un elitè illuminata ma è anche vero che le masse non rimasero ignare di tutto. Cap.3 il tema è l’illuminismo a confronto con il potere. Potere si intende, stati e riforme. Ad esempio è importante studiare l’illuminismo spagnolo tenendo conto dell’Inquisizione spagnola, quindi dell’aspetto politico. Anche in Germania bisogna tener conto del lato politico quindi del Cameralismo in Germania= serviva a formare gli amministratori degli stati tedeschi. Esso sosteneva che la forza di uno stato dipendeva dalla ricchezza dello stato, e dal numero di abitanti, mettendo al centro il bene pubblico. Aspetti del cameralismo e dell’illuminismo andarono così a coincidere in Germania. Dagli anni 50-60 del 700 in Europa ci si aggrappò alle idee illuministiche per attuare determinate riforme, soprattutto in ambito fiscale e educativo, ciò soprattutto da parte dei monarchi. Essi erano consapevoli di dover avere l’appoggio dell’elitè per fare delle riforme, il loro scopo era rendere più dinamica la società non abbattendo però il regime assolutista. In Russia prevalsero gli interessi della nobiltà. Alla fine del 700 qualcosa cambiò, l’illuminismo e il potere assoluto dei re diventarono inconciliabili. I sovrani che si erano appellati all’opinione pubblica iniziarono ad avere le conseguenze politiche dell’illuminismo. L’illuminismo non può essere manipolato dai sovrani assoluti, ci si rese conto di ciò per cui si ruppe l’alleanza alla base delle riforme. Le ultime generazioni degli illuministi prepararono le basi per l’abbattimento delle istituzioni dell’antico regime. Cap.4 l’economia politica nasce nel 700. Le opere economiche sono dei vettori del pensiero illuministico. Nasce intorno a una scuola economica che si definisce fisiocrazia, che si sviluppa in Francia a metà del 700. La ricchezza secondo loro, nasce dall’agricoltura. Un gruppo di pensatori scozzesi (Adam Smith) riprendono i concetti fisiocratici rielaborandoli. Smith dice che il lavoro umano aggiunge valore al prodotto naturale e la ricchezza dunque non deriva solo dall’agricoltura. Vengono esaltate le virtù del libero scambio, il mercato deve autoregolarsi senza dazi e politica fiscale degli stati. Questo pensano i fisiocratici e gli smithiani. L’antico regime aveva dei dazi che effettivamente gravavano e rallentano l’economia. Contestano le politiche protezioniste e mercanti liste che si fondano sui dazi. Propongono un libero commercio. L’economia è un vettore essenziale dell’illuminismo, e questa è una cosa importante, rilevata di recente dagli storici. Una delle prime cattedre di economia e commercio a nascere fu a Napoli(Antonio Genovese). Cap.5 esplorazioni geografiche spronate non dalla volontà degli stati di ottenere ricchezze come nel 600 ma dalla volontà di accrescere le conoscenze. Nasce il dibattito sulla razza e sul colonialismo europeo. Le scoperte si modalità. Nel corso del 700 accade qualcosa, in ambito cristiano, in Inghilterra in ambito riformato, le sette più radicali si basarono sul principio biblico di uguaglianza e iniziarono a prendere posizioni contro lo schiavismo basandosi sul testo evangelico. Nell’ambito della filosofia dei lumi cambia anche qualcosa, lo schiavismo diventa un antimodello del pensiero illuminista. 1748 Montesquieu, risponde alla legittimità degli schiavi di guerra, criticandone il pensiero. Si pensava infatti che fosse legittimo perché il vincitore fa del nemico un prigioniero, salvandolo, e quindi diventa legittimamente schiavo. Nell’Enciclopedie non vi è una linea di pensiero univoca, ma si parla in termini di dibattito riguardo all’argomento dello schiavismo. Il processo che ha portato a considerare lo schiavismo come qualcosa di accettabile è stato lento. Il dibattito colonialismo-schiavitù venne spesso legato. Il problema sarà sulle modalità della colonizzazione, ma non sull’abolizione. Si iniziò a pensare ad una forma di colonialismo positiva, in chiave missionaria, di sviluppo delle tribù. Rousseau definisce il diritto come qualcosa di disgiunto dal concetto di schiavitù, essi non possono essere associati. Raynal “storia delle due Indie” (india orientale e India occidentale cioè l’America). Schiavismo in Italia? Com’ è possibile che anche nell’Italia 700 si potevano trovare prese di posizioni contro la schiavitù se l’Italia era fuori dal colonialismo. Perché la condizione degli schiavi diventa una riflessione fondamentale per porre le basi del pensiero illuminista. È il punto di partenza per una riflessione più ampia che non riguarda più lo schiavo nero, ma i diritti di tutti. L’abolizione della tratta non è la stessa cosa che l’abolizione della schiavitù. 1860= abolizione della schiavitù. C’erano alcuni favorevoli alla schiavitù ma non alla tratta. Filippo Mazzei aveva in mente un pensiero di abolizione graduale, eliminare la schiavitù dall’oggi al domani, avrebbe causato una crisi dal punto di vista economico, inoltre bisognava educare gradualmente i neri alla libertà. Doveva essere un’emancipazione accompagnata. I pregiudizi razziali non vengono eliminati con l’abolizione della tratta, né tanto meno con l’abolizione della schiavitù. Con la Rivoluzione francese avviene la costituzionalizzazione dei diritti sotto forma di leggi, cosa che non c’era prima. La contraddizione Rivoluzione Francese/ schiavitù non passa inosservata. Nel 93 gli schiavi di Santo Domingo vennero liberati, e da qui parte la libertà anche per le altre zone. 1802= ristabilimento della schiavitù. Sarà necessario poi aspettare il 1848 per l’abolizione definitiva. 1815 la chiesa cattolica inizia ad intervenire verso l’abolizionismo. C’è un documento di un portoghese che da consigli a un inglese su come praticare lo schiavismo, dicendo di usare la religione per avere maggiore autorità e sottomettere più facilmente gli schiavi. Si parla di moderna schiavitù: gente che viene usata per i lavori forzati, vi è ancora il traffico di uomini, gente schiava per nascita, schiavitù dei bambini, matrimoni forzati e matrimoni precoci. Oggi la schiavitù è fuori legge, ma le forme di schiavitù di oggi non vengono assimilate nel concetto di “schiavismo” seppur lo siano. Lezione del 29/10 l’impero napoleonico Napoleone è frutto della rivoluzione francese. C’è una prima fase della rivoluzione in cui si abbatte L’antico regime con il feudalesimo, stabilire la monarchia parlamentare su modello inglese, ma il regime non decolla nel 1792, e si decide per un colpo di Stato istituendo una repubblica che rimane fino al 99 con il colpo di stato di Napoleone. È il Periodo del terrore con i giacobini che salvano la rivoluzione, riorganizzando anche l’esercito. È il periodo di guerra in cui la Francia sta perdendo per questo i giacobini cercano di formare un nuovo esercito. Napoleone è un generale legato ai giacobini fino a questo momento, ma nel 94 si avvicina alle posizioni più moderate continuando a fare carriera nell’esercito. Inizia una fase repubblicana ma poco democratica, i giacobini perdono il potere, la destra monarchica vuole il ritorno dei Borboni. 94-99 clima politico instabile, interrotto dal colpo di stato di Napoleone del 99, quando termina la rivoluzione. C’è un periodo di consolato, e poi nel 1804 si attua l’ultimo colpo di stato, che proclama lo scioglimento repubblicano e instaura l’impero napoleonico. Nel 1802, dopo la riconquista dell’Italia centro-nord, Napoleone sigla il trattato di Amiens con la Gran Bretagna: la pace durerà fino al 1805. L’imperatore utilizza questo breve periodo di pace per riorganizzare lo stato francese. Nel 1801 l’imperatore stipula con il Pontefice Pio Vii un concordato nel quale si riconosceva al cattolicesimo lo status di religione della maggioranza dei francesi. Capisce che bisognava assicurare la pacificazione religiosa sia per questioni politiche, sia perché è figlio della rivoluzione che deve garantire dei diritti. 4 elementi della riorganizzazione: 1. Crea una nuova aristocrazia ereditaria e aperta al merito, ottiene cariche e onori dall’imperatore, aperta alla mobilità sociale che non possiede gli antichi privilegi d’antico regime 2. Poggia il suo potere su una nuova burocrazia professionale che si forma in scuole d’amministrazione, mossa da un’etica di servizio e obbedienza. 3. Riorganizza il sistema economico e monetario creando una nuova moneta d’argento (il franco) che sostituisce la carta moneta di età rivoluzionaria che aveva creato inflazione e stabilizza i prezzi. 4. Riorganizza il diritto francese accogliendo molte novità emerse durante la rivoluzione. Nel 1804 viene promulgato il Codice civile poi esteso anche all’Italia occupata dai francesi. Il codice civile prevede l’eguaglianza davanti alla legge, la libertà personale, la laicità dello stato, viene tutelato il diritto di proprietà privata, un nuovo diritto di famiglia che sancisce l’emancipazione dei figli maggiorenni a 21 anni, nonostante continui la subordinazione della moglie nei confronti del marito. Nel 1807 promulga il codice di commercio e quello penale nel 1810. Misure moderne per l’epoca, ad esempio l’obbligo del pater familias verso le sorelle non sposate. Un passo verso l’emancipazione femminile. Parliamo comunque di una monarchia assolta e autoritaria fondata su un apparato poliziesco, in cui non vige la libertà di stampa, un sistema però che prevede il ricorso in alcune occasioni del plebiscito popolare. La nascita dell’impero napoleonico ad esempio 1804 è accompagnata dal consenso del plebiscito. È un regime dittatoriale ma approvato. È stato definito cesarismo, ricorda Cesare, un regime dittatoriale che ricerca però l’appoggio popolare. Nel 18055 la Gran Bretagna promuove una terza coalizione a cui aderiscono Austria-Russia-Svezia-Regno di Napoli. La monarchia spagnola invece si allea in chiave anti- inglese con l’imperatore. La Francia vince la guerra terrestre ma viene sconfitta via mare dove muore l’ammiraglio britannico Nelson. 1806-1807 occupa Vienna sconfiggendo l’esercito prussiani e russo. Occupa il Regno di Napoli dove pone sul trono suo fratello. Inizia nel 1806 il cosiddetto decennio francese che portò ad un ammodernamento del meridione italiano tramite riforme e scomparsa del feudalesimo. i sovrani del nord Italia si rifugiano nelle isole, protetti spesso dagli inglesi. Napoleone utilizza la vittoria contro gli Asburgo (la coalizione) per riorganizzare l’area tedesca: • Abolisce l’istituzione del Sacro romano impero sostituendola con la confederazione del Reno, cioè uno stato cuscinetto fedele alla Francia costituito da 16 stati tedeschi. L imperatore Francesco II d’Asburgo risponde dichiarando ereditario il titolo imperiale per la propria casata. • Rifonda la Polonia che era stata mangiata dalle tre grande potenze vicine, tramite il Gran Ducato di Varsavia e sottraendo alla Prussia vari territori annettendoli alla Polonia. Solamente l’impero russo rimane indipendente, il resto dell’Europa continentale è sotto il potere francese. L’imperatore cerca di rafforzare la propria legittimità dinastia sposando nel 1809 una delle figlie dell’imperatore, l’arciduchessa Maria Luigia d’Asburgo. 1809-1810 l’impero napoleonico raggiunge il suo apogeo con l’annessione dello stato della chiesa, dell’olanda e di territori tedeschi. Nel 1806 Napoleone cerca di mettere in difficoltà il Regno Unito tramite un blocco continentale a livello economico, nessuna nave britannica poteva smerciare i propri prodotti nei territori napoleonici= Blocco continentale. Il blocco però fallisce, l’Europa non poteva fare a meno dei prodotti industriali avanzati inglesi, soprattutto a livello tessile. Inoltre, molti stati europei si rifiutano di aderire al blocco, ad esempio la Russia. Non riesce dunque a soffocare la Gran Bretagna da un punto di vista economico. La Russia e il Portogallo in particolare si rifiutarono, e Napoleone fece l’errore di agire con la forza. Nel 1808 l’esercito francese invade la penisola Iberica (Spagna) ma non riesce nella conquista del Portogallo dato che gli spagnoli si sollevano contro i francesi che stavano devastando il territorio. Inizia la cosiddetta Guerra d’indipendenza spagnola contro i francesi, che costituirà un problema per l’impero napoleonico. La Guerrilla è un termine coniato in questo periodo, guerre di bande partigiane. Napoleone sottrae la corona ai Borbone, costituendo un regime familiare tramite il fratello. L’errore decisivo avvenne nel 1802 con l’invasione della Russia, l’unico stato indipendente dal dominio francese. La grande armèe con 700.000 uomini invade la Russia. I russi evitano di scontrarsi e attuano la strategia della “terra bruciata”, bruciando i raccolti e i viveri francesi. Napoleone riesce ad occupare Mosca, ma per scarsità di viveri è costretto a ritirarsi. Con il precoce arrivo dell’inverno russo, i soldati morirono di fame e freddo. Tornato a Parigi, Napoleone deve affrontare la nuova coalizione che unisce GBR, Russia, Austria, Prussia e Svezia. Viene sconfitto nella battaglia di Lipsia, la cosiddetta battaglia delle Nazioni. 1814, Parigi viene occupata, Napoleone è costretto ad abdicare ma le potenze europee decidono di garantirgli un piccolo possedimento nell’isola d’Elba. Inizia a Vienna il famoso congresso nel Maggio 1814. Le potenze vincitrici restaurano Luigi Borbone sul trono francese. Questa scelta non viene però accettata da tutti, l’ex imperatore conscio di avere questo appoggio, inizia a riorganizzare l’esercito, si tratta dei cosiddetti 100 giorni. Lo scontro decisivo avvenne a Waterloo(Vaterlò) in Belgio nel giugno 1815 con la sconfitta di Napoleone che abdica definitivamente e viene esiliato nell’isola di Sant’Elena dove morì nel 21. Problema storiografico: Napoleone liquida o salva l’eredità della rivoluzione? Da una parte elimina la tradizione democratica a livello politico, ma ne salva le conquiste civili Nell’ambito del diritto civile. Il dominio in tutta Europa permette di modernizzare vari contesti europei come quello italiano, e in particolare del meridione. Il sistema metrico decimale ad esempio viene esportato in tutta Europa proprio a partire dai francesi.
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