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Appunti di Storia Moderna parte I, Appunti di Storia Moderna

Storia politicaStoria della ChiesaStoria Economica

La prima parte di appunti dal 1492 alla metà del XVI secolo

Cosa imparerai

  • Che figure emerse in Italia per controllare la fuga di notizie e propagazione del segreto?
  • Come la Chiesa reagì alla separazione tra Cattolici e Luterani?
  • Come la Francia e la Spagna crearono le basi dello Stato Nazionale?
  • Che stati regionali si formarono in Italia tra il XV e XVI secolo?
  • Come la Chiesa era coinvolta nel funzionamento dello Stato in quegli anni?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 16/12/2021

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robertaesposito__ 🇮🇹

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Scarica Appunti di Storia Moderna parte I e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Roberta Esposito 1492 1492 = inizio (convenzionale) dell’età moderna. Con il termine “moderno” non si intende “qualcosa di recente” ma “qualcosa di nuovo”. ® 112 Gennaio 1492 con la presa di Granada finisce il dominio musulmano in Europa. I Re Cattolici Ferdinando II di Aragona e Isabella di Castiglia entrano trionfanti nel palazzo- fortezza di Alhambra e la caduta di Granada viene festeggiata in tutta Europa. Cambia completamente il profilo culturale europeo. Il sultanato di Granada permetteva a Ebrei e Cristiani di vivere in territori islamici e la Spagna possedeva la più grande comunità ebraica d'Europa. ® 1131 Marzo dello stesso anno la convivenza tra le religioni venne interrotta con l’editto di espulsione degli Ebrei, i cosiddetti “Marrani”, dalla Spagna. I Cristiani erano convinti che la loro fede e le loro abitudini stavano portando il mondo verso l’eresia in quanto vedevano gli eventi che stavano accadendo in modo molto più simbolico e quella per loro era la fine del mondo descritta dalla Bibbia. L’editto rendeva obbligatoria la conversione degli Ebrei, mentre disponeva l’espulsione per tutti coloro che non si fossero convertiti entro il 31 Luglio. ® L’8 Aprile 1492 muore Lorenzo Il Magnifico. e 1117 Aprile 1492 il genovese Cristoforo Colombo, con le Capitolazioni di Santa Fe (città della periferia di Granada) richiedeva ai Re Cattolici di finanziare la sua spedizione per raggiungere le Indie. La regina Isabella concesse a Colombo il titolo di “ammiraglio del mare Oceano” e governatore delle terre eventualmente scoperte. e Il13Agostotre velieri partirono dal porto di Palos. LA SPEDIZIONE DI CRISTOFORO COLOMBO Colombo scoprì come superare la barriera precedente (le Colonne d’Ercole, ovvero lo Stretto di Gibilterra) e creò una nuova via cambiando gli equilibri mondiali. La mattina del 12 Ottobre una terra si delineò tra le brume dell’orizzonte: si trattava dell’isola di San Salvador. Colombo era convinto, e non si ricrederà neppure in seguito, di essere giunto in Asia. Dopo di lui solamente Amerigo Vespucci, durante un viaggio a servizio del Regno del Portogallo, comprese che non si trattava dell’Asia ma una parte di un continente ignoto che chiamò “nuovo mondo”. La conseguenza del viaggio di Colombo fu la disputa tra Spagna e Portogallo per l’appartenenza dei territori nuovamente scoperti. Il Re del Portogallo Giovanni II stipulò con la Spagna il trattato di Tordesillas (1494); l’oceano Atlantico fu diviso con una linea immaginaria, la raya, che segnava. i territori spagnoli da quelli del Portogallo. Di fatto, non venne mai rispettato: valeva solo la forza, lo Stato che raggiungeva un nuovo territorio se ne appropriava. Roberta Esposito LE IMPRESE DEI CONQUISTADORES SPAGNOLI Nei primi 25 anni dalla scoperta di Colombo la presenza europea nel Nuovo Mondo si limitò alle isole caraibiche e puntò soprattutto alla ricerca dell’oro, pietre preziose e spezie. Solo nel 1517 ebbe inizio l’esplorazione della terraferma dove correva voce che esistessero potenti regni e tesori interminabili, da parte dei conquistadores, i soldati spagnoli. Hernàn Cortés era un condottiero spagnolo che nel 1519 partì verso il centro dell’Impero Azteco fino alla capitale Tenochtitlàn senza incontrare grande resistenza, dove fu ben accolto dal sovrano Montezuma II. Gli Aztechi vedevano in Cortés l’incarnazione di una divinità tolteca. Per tutta risposta Cortés lo fece imprigionare, ingannandolo, distrusse Tenochtitlàn e fece una carneficina. Sulle rovine venne eretta una nuova città sul modello spagnolo: Città del Messico. Il resto dell’Impero Azteco fu conquistato e sottomesso. Gli Aztechi non avevano mai visto le armi, la cavalleria, non conoscevano tattiche militari: la superiorità politica degli Europei era evidente. Si sgretolò completamente il sistema di lealtà dell’Impero Azteco che lo caratterizzava. Il condottiero Francesco Pizarro fece la stessa cosa in Perù. Nel corso del ‘500 la colonizzazione spagnola si estese verso Nord fino a comprendere California e Florida e verso Sud, dove il limite all’espansione fu costruito dalle foreste amazzoniche e la bellicosità delle tribù del Cile. La Corona di Spagna, con gli Statuti di Burgos del 1512, istituì l’encomienda, cioè l’assegnazione a un conquistador di un territorio in cui potevano sfruttare la forza-lavoro degli indigeni senza però schiavizzarli; in cambio gli encomenderos erano tenuti a convertire gli indigeni alla religione cristiana. Lo scopo di queste leggi era di mettere in regola il trattamento dei popoli nativi, ma di fatto non ci fu mai una vera applicazione. L’uomo europeo si insediò violentemente nel Nuovo Mondo come dominatore e l’occupazione era vista come una “missione di civilizzazione”. In tutto questo processo di conquista vi fu una violenza inaudita, testimoniata e denunciata da Bartolomé de Las Casas ne Le histories de las Indias (omicidi, soprusi, ecc.). Rapidamente si crearono mescolanze, popolazioni che precedentemente non esistevano, date da un diverso che a prescindere era considerato inferiore: i meticci (idios ed europei) e i mulatti (europei e africani). Le unioni erano sempre da parte di un uomo europeo in quanto non era accettato che una donna europea avesse relazioni con un uomo di queste popolazioni. L’idea che gli indigeni fossero cannibali andava a legittimare la conversione forzata. Allo stesso tempo, nacque una disputa sulla comprensione di queste popolazioni. Il sistema ricco di pregiudizi della religione cristiana e una visione etnocentrica ed eurocentrica del mondo cercavano di giustificare le politiche adottate dai conquistadores. Sono stati effettuati diversi studi nel corso dei secoli sul tema del cannibalismo delle popolazioni indigene formulando diverse ipotesi contrastanti; al giorno d’oggi si può affermare che questo fenomeno esisteva ma era diffuso in una maniera molto minore rispetto a quanto affermava la narrazione europea. Roberta Esposito DOMINI SVIZZERA DEGLI ASBURGO VESCE OI”, eoglitiittà Valtellina. Trento REPUBBLICA DUCAS DI SAVOIA IMPERO OTTOMANO MAR ADRIATICO Rep. di Ragusa (saccheggiata nel 1527) | Cerignola 1503 REGNO DI NAPOLI SICILIA Ducato di Mantova e Ducati di Ferrara, di Reggio e Modena Domini della Spagna Principali centri dello stato di Cesare Borgia * Battaglie + Roberta Esposito LA REPUBBLICA DI VENEZIA Il patriziato veneziano (un gruppo ristretto di dieci famiglie) declassò tutti gli altri patriziati dominanti (Padova, Verona, ecc.). La Repubblica di Venezia al giorno d’oggi potrebbe essere definita un’oligarchia aristocratica: si aggiunsero al Consiglio dei X una zonta, cioè un gruppo in più di famiglie e quelle famiglie già presenti avevano diritto di tramandare il proprio seggio. Il capo dello Stato Repubblicano di Venezia era il Doge che però non aveva un vero e proprio potere legislativo in un consiglio così ampio: esisteva la polisinodia e cioè l'affidamento dei compiti dei ministri a organi collegiali. Perlopiù il Maggior Consiglio che decideva le varie magistrature/cariche (Senato, Consiglio dei X, Signoria, ecc,). In segreto il Consiglio dei X giudicava i sospetti con lo scopo di evitare calunnie e congiure, poteva decidere giudizi e pene fino alla pena capitale. Si formarono due nuove figure: gli esecutori contro la bestemmia e gli inquisitori di Stato, adibiti specificatamente al controllo della fuga di notizie e propagazione del segreto. La bestemmia venne perseguita prendendo di mira mercati, bettole, osterie e i ridotti nobiliari (‘case delle delizie”); le feste nei ridotti erano prevalentemente in maschera e questo poteva essere un pericolo in quanto potevano esserci infiltrati e fughe di notizie. Ci fu anche il divieto di fazione (o partito) al di fuori delle istituzioni e magistrature. Inoltre veniva controllato il meretricio e l’immigrazione a Venezia. Gli esecutori controllavano l’aspetto politico e la parola, non il pensiero, quindi potevano agire solo dopo che veniva espressa oralmente la calunnia in determinati luoghi e ambienti sociali. LUDOVICO IL MORO, REPUBBLICA DI TOSCANA, SAVONAR' Dopo i Visconti, arrivarono a Milano gli Sforza. Ludovico Il Moro salì al potere diventando tutore del legittimo erede, il nipote. Ferdinando d’ Aragona non accettava né riconosceva Ludovico, così chiamò il Re di Francia Carlo VII (mosso da sentimenti di rivendicazione), con un esercito di 20mila persone. I poteri si disgregarono: Carlo VIII arrivò in Toscana, difesa dalle fortezze di Sarzana e Sarzanello. Non riuscendo a distruggere le fortezze, si introdusse a Filizzano ammazzando tutti gli abitanti. Per evitare la distruzione della Toscana, Piero de Medici (figlio di Lorenzo) trattò con il Re concedendo le fortezze. Lo scampato saccheggio di Firenze creò molte critiche: avevano ceduto senza combattere. Piero de Medici viene cacciato e la Toscana diventò una Repubblica (1494). Caduto il principato mediceo, Savonarola comanda la Repubblica di Toscana. Le predicazioni di Gerolamo Savonarola ebbero sempre più successo, tra gli scontri delle varie fazioni politiche, i suoi seguaci instaurarono un sistema di governo popolare. Il frate predicava contro la corruzione della Chiesa, invocava la Riforma e organizzò il famoso falò delle vanità. Puntò il dito contro il Papa Alessandro Borgia Roberta Esposito (padre di Valentino e Lucrezia), il quale giunse a scomunicarlo nel 1497. Savonarola venne in seguito giustiziato come eretico. NORD E SUD NELLE GUERRE D'ITALIA (1494-1559) Ci fu una tendenza espansionistica di Venezia in Lombardia e Romagna. Ludovico Il Moro provò ad attaccare Venezia grazie alla coalizione con i Turchi e Venezia cercò l’appoggio di Luigi XII (successore di Carlo VIII). Ludovico Il Moro scappò, e si riorganizzò con un esercito di mercenari svizzeri (un esercito stagionale) che abbandonò la sua causa poco prima della battaglia. Pur di riuscire a fuggire, si nascose tra i soldati svizzeri, ma l’esercito francese lo scoprì e lo arrestò. Questo episodio viene ricordato come l’Assedio (o tradimento) di Novara del 1500. Contemporaneamente al Sud gli Aragonesi spagnoli misero in crisi la dinastia aragonese napoletana. Ferdinando II e Luigi XII stipularono il trattato di Granada, che divise il territorio meridionale tra francesi e aragonesi spagnoli. L’alleanza non durò a lungo, nel 1503 viene rotta da Don Gonzalo (battaglia di Seminara); gli spagnoli governarono il meridione fino al 1713. L’Italia meridionale è più prossima alla Spagna, che affermò la propria egemonia marittima. I Veneziani entrarono in Emilia Romagna. Il Papa Giulio II si offese per l’espansione e creò una lega antiveneziana: la Lega di Cambrai (1508) insieme a Sacro Romano Impero, Francia e Spagna. Venezia venne definitivamente sconfitta nella battaglia di Agnetello. Dopo Venezia, Giulio II crea una linea antifrancese, detta Lega Santa (1511) sentendo il pericolo nel milanese e in generale la loro prevalenza al Centro-Nord. Inizialmente i francesi vinsero la battaglia di Ravenna, ma vennero poi sconfitti nel 1512 ritirandosi da Milano e da tutta Italia. Un incontro a Mantova decise di far tornare gli Sforza a Milano e i Medici a Firenze. Nel 1519 Carlo V salì al trono ed ereditò sia la Spagna, sia la corona Machiavelli in quegli anni era il secondo segretario della asburgica. Provò a riprendersi cancelleria fiorentina, venne arrestato e torturato in quanto Milano nel 1525 con la battaglia di incarnava l’élite repubblicana anti-savonaroliana. Pavia, dove Francesco I venne fatto prigioniero. Clemente VII (nuovo Papa) capì che Carlo V era il vero nemico e creò la Lega di Cognac che porterà a una guerra tra il Re, il Papa e i suoi alleati (il risultato fu il sacco di Roma nel 1527). Nel 1530 il Papa subì il potere francese e nominò passivamente Carlo V imperatore. L’uncio Stato che cercò effettivamente di non sottostare alla Spagna fu Venezia. La Pace di Augusta (1555) sancì la scissione tra Cattolici e Luterani, ma anche la sovranità dell’autonomia religiosa all’interno dell’Impero: ogni Stato aveva la possibilità di scegliere una Roberta Esposito divinazione prevedeva dei sacrifici e una ritualità pubblica e ordinata. Tommaso d’Aquino definì le operazioni divinatorie come risultati di un patto con il diavolo. I monaci cominciarono quindi a riflettere. Nel Medioevo esistevano le superstitiones semplici, cioè pratiche legate al culto dei Santi, raccolta di erbe per pratiche terapeutiche e oggetti di liturgia cristiana fuori dal loro contesto autorizzato (immagini, acqua santa, incenso, ecc.) quindi abuso di oggetti sacri. Venivano punite in modo leggero perché erano errori pratici che non contenevano opinioni. Le sostanze naturali come cura terapeutica erano tollerate dalla Chiesa nel momento in cui venivano usate senza pronunciare formule magiche. C'erano poi le superstitiones diaboliche ovvero pratiche volte al danneggiamento di altre persone, pratiche divinatorie ecc. contenenti formule magiche; erano considerate delitto contro la fede e punite con l’abiura, il carcere o il rogo. Quest’ultime erano considerate d’élite in quanto non erano pratiche comuni del popolo ma contemplavano dimensioni filosofiche e rituali che facevano riferimento a varie tradizioni giudaiche e averroiste (es. Clavicula Salomonis, manoscritto trovato a casa di un sacerdote a Napoli verso la fine del ‘500). Nella trattatistica moderna vengono ripresi i principi esposti in quella medievale e i manuali degli inquisitori vennero ampliati esaminando i singoli casi che emergevano dalle relazioni di vescovi e inquisitori inviate al Sant’Ufficio. Furono elaborati i casi di superstitio semplice e diabolica con diversi modelli e trattamenti giuridici. ee VA en a Nel 1517 il monaco-professore agostiniano Martin Lutero crea la Riforma. Dopo un viaggio a Roma, rimase scioccato dalla decadenza del Papato che gli si presentò davanti. Vide il fenomeno della compravendita delle cariche politiche (meglio evitare la parola simoniaco, che subentra nella sfera ecclesiastica-morale). Papa Leone X, successore di Giulio II, utilizzava i pagamenti per finanziare Uffici e cariche e per risanare finanze della Chiesa. Vennero eliminate le indulgenze plenarie gratuite a favore del pagamento dell’indulgenza. Lutero affisse le sue 95 tesi sulla porta della cattedrale di Wittenberg: si trattava di una protesta basata sulla sua ideologia (questo è il carattere rivoluzionario). Lutero era un monaco e un professore che faceva fatica a rispettare i dettami della vita monastica, e aveva dunque paura di andare all’Inferno. Poi conobbe l’Epistola ai Romani di San Paolo, dove “il Cristiano si salva per sola fede”. Costruì una soluzione che in primo luogo gli garantisse una salvezza personale, poi si scagliò contro le opere della legge, le indulgenze, l'osservanza dei precetti ecclesiastici, le offerte e il sacramento della confessione, perché “la vita è già una penitenza e non c’è bisogno di una penitenza ulteriore specifica”. Lutero disse che l’uomo era libero interiormente, così Carlo V provò a usare ciò a suo vantaggio convocandolo nella Dieta di Worms del 1519. Chiese al monaco di ritrattare e abiurare ma Lutero rispose “non posso non seguire la mia coscienza”; fu dichiarato quindi al bando dall’Imperatore. 10 Roberta Esposito Grazie all’intervento di Federico di Sassonia venne impedita ogni azione punitiva nei confronti di Lutero. Nel Giugno del 1520 fu mandata a Lutero una bolla da Leone X per ritrattare le sue tesi prima di arrivare alla scomunica. Lutero ignorò la condanna del Papa bruciandola pubblicamente in piazza insieme a una copia del Diritto Canonico; esso rappresentava la raccolta delle leggi della Chiesa, ma nell’ottica di Lutero la Chiesa non doveva dare norme legislative (il fedele non si salva con le leggi ma con la sola fede). Se la Chiesa non avesse emesso più leggi, allora si sarebbe rafforzato il potere temporale del Principe. In questo periodo tradusse la Bibbia in tedesco. Pian piano molti Stati tedeschi fanno patti con Lutero divenendo Stati Protestanti. Nelle campagne furono i motivi dell’uguaglianza a scatenare le rivolte: i seguaci di Lutero andavano contro qualsiasi tipo di ingiustizia e forme di oppressione. Gli insorti non erano spinti tanto dalla miseria quanto volontà di ristabilire gli antichi diritti contro le recenti usurpazioni dei signori che tendevano a impadronirsi dei beni comunali. Il parroco visionario Thomas Muntzer voleva dare origine a un governo fondato sull’uguaglianza universale e comunione dei beni; il parroco venne catturato e ucciso insieme agli insorti a Frankenhausen dai principi e ceti superiori con il beneplacito di Lutero (aveva ancora la visione medievale dell’autorità dei principi). Carlo V si dimostrò restio a impiegare la forza nella risoluzione del conflitto con i protestanti e nel 1530 convocò la Dieta di Augusta. Qui il teologo Filippo Melantone redasse una professione di fede, la prima esposizione dei principi del protestantesimo a cui aderirono la maggior parte delle città e i principati riformati. L’anno dopo crearono la Lega Smalcalda: una federazione di principi uniti dall’opposizione al potere imperiale e dalla volontà di difendere il luteranesimo dai tentativi di restaurazione cattolica di Carlo V. L’ultimo e definitivo divario si crea nel 1541 conla Dieta di Ratisbona. Nella religione protestante si creano tre punti di vista: ® Confessione luterana-augustana; ® Fidei Ratio di Zwigli; ® Confessio Tetrapolitana di Bucero. Si formò inoltre anche una nuova dottrina protestante: il calvinismo. Nel 1536 Calvino accentuò e tolse alcuni elementi del luteranesimo classico (l’uomo vive per capire se è destinato alla salvezza, se Dio è onnisciente e onnipotente allora nessuno si guadagna la salvezza con le proprie forze. Con questo si rompe con Erasmo da Rotterdam). Erasmo da Rotterdam era un umanista cristiano che, sulla base della Bibbia, prese nuove posizioni sul dibattito protestante contestando il culto dei Santi, il matrimonio come sacramento, credeva che l’amore dovesse essere l'elemento cardine del matrimonio (laicizzazione). Criticò inoltre il “servo arbitrio” di Lutero (l’uomo non è libero di scegliere di compiere ciò che è bene ma in quanto la sua volontà è asservita al peccato non può fare altro che ciò che Dio considera un male); Erasmo credeva nel libero arbitrio e resterà legato alla Chiesa cattolica nonostante fosse contrario su molte posizioni. Roberta Esposito LO SCISMA ANGLICANO Il re inglese Enrico VIII sposò, per ragioni politiche, Caterina d’Aragona, legata a Carlo V. Il re però si innamorò della dama di corte Anna Bolena, e si rivolse al papa Clemente VII affinché gli fosse dato il permesso di divorziare della coniuge spagnola. Il papa rifiutò in quanto voleva evitare di scatenare altre ostilità con Carlo V. A causa di questo rifiuto, Enrico VIII decise di rompere il legame con la Chiesa di Roma (1534) e diede vita a una Chiesa autonoma dal pontefice. Si autoproclamò capo della Chiesa anglicana, godendo così dei soldi che avrebbero dovuto essere versati al papa e delle terre inglesi che vennero confiscate alla Chiesa. Artefice dello scisma anglicano fu Thomas Cromwell, primo segretario del re, che lo influenzò a tal punto da spingerlo a proclamare la supremazia regia; in seguito fu giustiziato per tradimento. Il cardinale Reginald Pole lo definì “emissario di satana”, con lui, diceva, entrarono in Inghilterra i principi del machiavellismo, con i quali l’Italia avrebbe corrotto l’onesta Europa. LA CONTRORIFORMA Il movimento protestante divenne quindi sempre più consistente e nel 1536 Paolo III chiese un nuovo documento di aiuto simile al Libellus. Si creò una commissione simile a quella di Giustiniani e Quirini e venne redatto il Consilium de emendanda ecclesia (1537), un memoriale su cosa fare nella riforma ecclesiastica. Il clima era mutato profondamente e potò il tramonto delle speranze di riunificazione dell’unità cristiana e l'adozione da parte della chiesa di Roma di un atteggiamento più duro e intransigente nelle lotte contro l’eresia. Nel 1542 venne istituito il Sant’Ufficio della romana e universale inquisizione, insieme a un editto che proibiva di vendere libri senza l’imprimatur. Nel 1545 Paolo III decide di convocare un concilio a Trento, città sotto la supervisione di un principato vescovile ma anche soggetta all’impero (territorio tedesco). Il concilio venne spostato a Bologna nel 1547, poi nuovamente a Trento nel 1551 e poi fu di nuovo interrotto per dieci anni a causa di Paolo IV, il quale era contro l’Imperatore e il Concilio in quanto limitazione della Chiesa. Il nuovo papa Pio IV rilanciò il concilio nel 1563. Le discussioni del Concilio riguardarono aspetti dogmatici e definirono la separazione tra Chiesa cattolica e dottrina protestante. Si ebbe un rafforzamento del carattere monarchico della Chiesa, e venne dato particolare peso ai sacramenti, soprattutto all’eucarestia e all’ordine, fu ribadita l’esistenza del purgatorio e la necessità delle indulgenze. Per il clero vennero istituiti dei seminari per la formazione ecclesiastica, il divieto del cumulo dei benefici, l’obbligo dei vescovi di risiedere nelle diocesi, di visitarle e mandare relazioni alla curia romana. Ci fu la scrupolosa tenuta dei registri dei battesimi, matrimoni e sepolture, l’imposizione del celibato ecclesiastico e dell’abito sacerdotale. La Chiesa post tridentina affermò la superiorità non solo spirituale ma anche politica, attuando una politica espansionistica e lo sviluppo edilizio di Roma. 12
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