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La nascita del Principato: dalla Repubblica a Augusto, Appunti di Storia Romana

La transizione dalla Repubblica romana al Principato, con l'emergere di nuovi figure di potere, come l'imperatore. Esploriamo la coesistenza di organismi collettivi e cariche individuali, le assemblee e i loro tipi, il potere imperiale e la sua evoluzione, e i nuovi fenomeni che si affermarono nella Roma antica. Il testo illustra anche i precedenti di Silla, Pompeo e Cesare, e come Augusto accettò la monarchia.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 01/10/2021

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Scarica La nascita del Principato: dalla Repubblica a Augusto e più Appunti in PDF di Storia Romana solo su Docsity! 2 Novembre 2020 Dalla Repubblica al Principato La nascita del principato fu rappresentata da una cambiamento dei vertici del potere: la classe dirigente non fu liquidata, bensì si aggiunsero figure nuove, in primo luogo quella dell’imperatore. La Roma antica non aveva il concetto di costituzione che abbiamo noi, ma comunque esistevano una serie di norme che si erano stratificate nel corso dei secoli che costituivano un punto di riferimento (quella che si avvicinava di più al concetto di costituzione era la lex Villia annalis). Coesistevano nello stato romano organismi collettivi (le assemblee) affiancati dalle cariche individuali, le quali erano sempre ricoperte in maniera collegiale (non c'erano mai un solo individuo che le ricopriva al tempo stesso). Nei comizi si votava per centuria: Le assemblee erano di tre tipi: * Del Populus: comitia (curiata, centuriata, tributum): assemblea che riuniva il popolo, ovvero tutti i cives votanti; costoro si riunivano nei comizi, che però prendevano denominazioni diversi a seconda della modalità che rappresentavano: comizi curiati (istituzione più antica che permane fino all’epoca tardo repubblicana), comizi centuriati (si riunivano secondo le centurie delle classi censitarie secondo la riforma di Servio Tullio; sono quelli che hanno più potere) e comizi tributi (sono la forma di espressione democratica esistente nella Roma antica); emanava leges; Della plebs: concilia: il comizio della plebe, che si riuniva nel concilio della plebe; emanava plebiscita: con la lex Hortensia i plebisciti furono equiparate alle leggi; Dei patres (aristocrazia patrizio-plebea): Senatus, i cui appartenenti erano i patres; sarà l’unica di queste assemblee a sopravvivere in epoca imperiale anche se con un potere diminuito. Emana senatus consulta. I romani definivano il potere attraverso 3 concetti: * la potestas: la facoltà per un individuo di esprimere la propria volontà come volontà dello stato. Avere la potestas garantiva una serie di diritti: - lus edicendi, ovvero poter pubblicare nel foro gli edicta (“programmi di governo”); - lus agendi cum populo: possibilità di convocare comitia. - lus agendi cum plebe: possibilità di convocare concilia. - lus agendi cum patribus: possibilità di convocare senatus. - lus contionem habendi: possibilità di convocare un'assemblea informale, pubblico eterogeneo. - lus auspicandi: qualunque iniziativa prendesse un magistrato doveva essere avvallata da una divinità. - lus multa dictionis: diritto di imporre delle ammende. - lus publicandi: diritto di confiscare. * l’iÎmperium: la supremazia assoluta, il comando superiore sia dal punto di vista militare che in campo giurisdizionale. Inizialmente corrispondeva al potere di fatto che avevano i re in epoca monarchica, ma era limitato nel tempo, tutti i magistrati, a parte la dittatura e la censura, duravano un anno. Questo potere era simboleggiato dai fasci: erano un simbolo dell’imperium che venivano portati dai lictores, ovvero delle guardie del corpo che camminavano davanti al magistrato cum imperium e lo proteggevano. Il numero di lictores era proporzionale all’importanza del magistrato (i consoli ne avevano 12, i pretori ne avevano 6 e il dittatore 24). Livio è uno storico attivo in epoca augustea, nativo di Padova e ci interessa per il fatto che è lo storico di regime di Augusto, quindi era molto vicino al principe, il quale lo chiamava pompeianus alle noster. Il primo libro di Livio è dedicato all’epoca monarchica e i sette re, mentre il secondo libro passa a quello che Livio chiama initium libertatis, ovvero inizio della libertà. [cap. 3 fonte 4]: Livio definisce l’imperium in epoca repubblicana come un potere che non era diminuito rispetto alla regia potestas, ovvero il potere dei consoli non era minore rispetto a quello dei monarchi, ma era limitato nel tempo. L'aspetto fondamentale, dunque, del consolato è la sua limitatezza temporale. Formalmente, sia in epoca monarchica che in epoca repubblicana, il potere risiede nel popolo, il quale, riunito nella sua forma di aggregazione più arcaica, cioè i comizi curiati, lo trasferisce ogni anno al re in epoca monarchica e in epoca repubblicana ai consoli; è una pura formalità, ma sta alla base del principio “popolo sovrano”. Le prerogative dei magistrati cum imperio, ovvero i magistrati supremi: Stesse prerogative di quelli con la potestas; Potevano prendere gli auspici (ius auspicandi), ma erano auspicia maiora, cioè dei poteri superiori: gli auspici che possono prendere i magistrati cum imperio si espletano anche al di fuori del pomerio; questo coincide con il diritto di fare guerra. Hanno il diritto di arrestare e punire cittadini (ius coercendi), in virtù degli auspicia maioram possono comandare l’esercito, fare la leva, nominare gli ufficiali, dichiarare guerra e dirigere operazioni belliche. Giurisdizione in ambito civile e militare, che è prerogativa in primo luogo dei pretori. Gli storici moderni hanno individuato una distinzione, che si andò imponendo dall'epoca di Silla, fra le due tipologie di imperio: imperium domi e imperium militiae. Imperium domi in latino significa “a casa”, viene così etichettato il potere che esercitavano i magistrati in corso. Si impone, però, dall’epoca di Silla in poi la prassi di esercitare anche la cosiddetta prorogatio imperii: finché Roma gestiva un orizzonte geografico limitato all’Italia centrale, a dirigere le operazioni belliche erano gli stessi consoli, quindi avevano sia l’imperium domi (quindi il potere a Roma) e anche l’imperium militiae (il comando militare). Quando l’orizzonte geografico di Roma si espande a livello mediterraneo, ecumenico, questo diventa irrealizzabile nella pratica, quindi si attesta questa prassi secondo la quale i magistrati in carica stanno a Romano e si occupano della politica interna, mentre la politica estera (soprattutto le guerre e il governo delle Cesare Ottaviano guarda a Cesare come modello dal punto di vista ideologico, ma non lo segue ossequamente. Cesare aveva avuto un cursus honorum completamente diverso da quello di pompeo: nel totale rispetto delle tappe del cursus honorum. 69: questore 65: edile 62: pretore 61: propretore 59: console 58>50: proconsole (Cisaplina, Narbonese e IIlirico) Nel 56 a.C. ci sono gli accordi di Lucca dove si trovano Crasso, Pompeo e Cesare e avviene la proroga di altri 5 anni del proconsolato nelle Gallie. Cesare aveva sempre rispettato la normativa repubblicana, in particolare la /ex Annalis ed era sempre stato attento ad avere una copertura istituzionale, la quale garantiva l’immunità nei processi. Cesare sa benissimo che i suoi avversari lo chiameranno in causa non appena avrà una copertura istituzionale perché lui aveva chiesto di presentarsi alle elezioni per i consoli del 49 a.C. anche rispettando la contumacia dei 10 anni dal precedente consolato. Gli avversari si oppongono, perché deve essere fisicamente a Roma per candidarsi e non in provincia, Cesare non accetta questa imposizione e scoppia la guerra civile del 49 a.C.; soltanto alla fine dello stesso anno cerca di rilegittimarsi dal punto di vista istituzionale, ma lo fa con una certa attenzione agli aspetti legali, nel rispetto della costituzione. Lepido (figlio) proclama Cesare dittatore, ma con una dicitura speciale, ovvero dictator comitiorum habendorum et feriarum Latinarum causa: dittatore con il potere di indire i comizi centuriati per eleggere i consoli dell’anno successivo. Negli anni che seguono alterna il consolato alla dittatura, ma dittature sempre circoscritte: quando è a Roma è console, mentre quando è in Africa o Spagna per combattere è dittatore. Alla fine del 45 a.C. è console per la quarta volta senza collega, ma poi la vera novità è nel 44 a.C. è sia console con Marco Antonio, ma riceve la dittatura perpetua con la dicitura dictator perpetuus rei publicae constituendae. Questa formula non funziona perché con le idi di Marzo Cesare cade. Ottaviano Augusto Ottaviano è molto giovane quando compare nella scena politica romana. Uno dei motivi del suo successo fu la sua longevità. Tra Cesare e Ottaviano c’erano un legale adottivo, ma anche di sangue: era figlio della figlia di una sorella di Cesare. Quando Cesare, che non aveva figli maschi, muore, viene aperto il suo testamento e si scopre che ha nominato erede e adottato Ottaviano. Nel 44 a.C. viene adottato da Cesare post mortem, quindi da Gaio Ottavio Turino cambia nome in Gaio Giulio Cesare Ottaviano; non eredita soltanto il patronimico, ma anche la posizione giuridica, quindi le clientele. LA SERIE ONOMASTICA DI AUGUSTO: * Gaio Ottavio Turino (63 - 44 a.C.): era appartenete alla famiglia degli Ottavi; * Gaio Giulio Cesare Ottaviano (44 - 27 a.C.); * Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto (27 a.C. - 14 d.C.) Quando Cesare viene assassinato Ottavio era in Apollonia; gli arriva la notizia della nomina ad erede, esita perché è un’eredità politica, ma alla fine attraversa il canale d’Otranto, da Brindisi parte per Roma. Non aveva ancora compiuto 19 anni, era giovanissimo. [Ottaviano dopo il cesaricidio - cap. 12, fonte agg.] Questa fonte (Plutarco) riconosco ad Antonio di aver promosso una politica del compromesso: da un lato c’è un’amnistia per i cesaricidi, quindi non perseguirli per quello che avevano fatto, dall’altro riconoscere loro quegli incarichi che Cesare stesso aveva assegnato loro. Questo perché l’altro aspetto di questa politica del compromesso è di mantenere e ratificare le riforme e gli ordinamenti di Cesare. Acta cesaris: quello che Cesare aveva fatto e avrebbe pensato di fare. Lex Antonia de dictatura in perpetuum tolleranda: Antonio è il rogator (proponente) di questa legge, che abolì la dittatura; nella storia di Roma non ci sarà mai più una dittatura. Schieramento cesariano filorepubblicani * Marco Antonio, console nel 44 a.C.; * Bruto (Marco Giunio Bruto); * Lepido: viene nominato pontefice * Cassio (Gaio Cassio Longino); massimo, che era una carica religiosa e in» Decimo Bruto; quanto tale è vitalizia; * Cicerone; * Ottavio, erede di Cesare - Caio Giulio * Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno. Cesare Ottaviano; Irzio e Pansa: vengono considerati cesariani moderati; consoli designati per il 43 a.C. Nello schieramento dei cesaricidi c'erano coloro che avevano partecipato all’uccisione di Cesare, erano già stati nominati come proconsoli da Cesare. Cicerone non ha partecipato alla congiura, ma è stato considerato un ispiratore della politica anticesariana.
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