Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Il ruolo della Chiesa nella salvezza dell'umanità: un'analisi biblica - Prof. Compiani, Appunti di Teologia II

Un'analisi approfondita della chiesa e del suo ruolo nella salvezza dell'umanità secondo la visione biblica. Esplora la natura della chiesa, i suoi inizi, i suoi rappresentanti e il suo rapporto con israele. Inoltre, analizza le immagini simboliche che rappresentano la chiesa, come il gregge di dio, il tempio, il pastore e il messia. Il documento illustra anche il rapporto tra la chiesa e il popolo di dio, la sua relazione con il re e la sua importanza nella vita dei corinti.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 15/02/2024

Cerilore
Cerilore 🇮🇹

1 documento

1 / 20

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Il ruolo della Chiesa nella salvezza dell'umanità: un'analisi biblica - Prof. Compiani e più Appunti in PDF di Teologia II solo su Docsity! Introduzione La teologia analizza l’ambiente della fede, quindi il punto di vista con cui la vediamo. L’ecclesiologia invece ha l’obiettivo di capire cosa la chiesa pensa di se, che è differente dalla visione che ne ha la gente, e per capirlo dobbiamo entrare in quell’ambiente . Per entrarci qualcuno o qualcosa avrà dovuto portarci all’interno di questo ambiente della fede. È l’ambiente attorno all’individuo che lo porta o lo allontana dall’esperienza di fede (come esperienze drammatiche o altro). Questa fede è DINAMICA. Il simbolo (moneta che si spezzava in due parti per gli eredi) è un simbolo economico che poi si trasferisce nella fede. Le comunità cristiane cominciano a creare una preghiera che contiene gli elementi del loro credo; come esempio: quando c’è il vangelo lo sia ascolta in piedi (l’omelia serve a spiegare ciò che è stato detto nel vangelo), e poi il credo che è il vero simbolo della fede cristiana. Il credo inizia cl verbo “credo” e poi si divide in tre parti: la prima su DIO, la seconda su GESÙ CRISTO ed infine la terza sullo SPIRITO SANTO. Nella fede l’elemento fondamentale è la TRINITA. Poi viene creata la chiesa, si dice credo LA chiesa, e non più NELLO Quando dico credo IN si tratta di un esperienza dinamica perché creo movimento verso cosa o in chi credo, questo vale per i primi tre (Dio, Gesù e spirito santo); invece il credo LA chiesa non è sullo stesso livello, ma parte della modalità tramite cui Dio ha deciso di rivelarsi nella storia. Il Concilio dice il MINISTERO della Chiesa. Devo verificare nei testi (fondativi) alla base e analizzare usando metodo scientifico. Fideismo ≠ Fede: il primo non cerca le ragioni del suo credo mentre la seconda cerca l’intelligenza che scopre la coerenza della fede. • Punto base è l’ascolto per capire cosa c’è alla base della fede (auditus fidei). • Poi ho intellectu fidei, l’intelligenza della fede. Capitolo 1 La Chiesa fa parte del disegno di Dio che attraverso essa vuole salvare l’umanità (credo). Prendiamo in esame due testi Paolini della Bibbia (lettera ai Gàlati e lettera agli Efesini) per vedere se coincidono con due testi del Concilio Vaticano 2°, Lumen Gentium (LG). Lettera ai Galati “Quando giunse la pienezza nel tempo, Dio inviò il figlio suo, nato da donna, sottomesso alla legge, affinché riscattasse, coloro che erano sottoposti alla legge, affinché ricevessimo l’adozione dei figli.” “Quando giunse la pienezza nel tempo” implica che c’è un momento nel tempo dove il progetto raggiunge la sua pienezza (ma non finisce). Paolo da a Cristo due aggettivi: • Nato da donna-> è la sola volta che cita Maria nei suoi testi • Sottomesso alla legge Poi ci sono 2 “affinché” ed è presente un chiasmo, schema tipico della retorica ebraica. Il tema di essere figlio compare in a e viene richiamato in a’. La stessa cosa vale per b e b’. Il fatto che il Figlio di Dio nasca da una donna è un movimento di DISCESA, di svilimento, però sottolinea il fatto che è UOMO e la sua debolezza, per questo SOTTOMESSO alla legge (legge di Mosè). “Sottomesso” è un verbo che ha connotazione negativa, che implica il non possedere le proprie libertà. Questo termine viene trasformato in senso positivo, inteso come sotto la protezione di Dio, per alcune religioni. Noi siamo figli di Dio per adozione, in forza di ci che Cristo ha fatto, cioè sottoporsi alla legge. La salvezza si ottiene diventando figli —> Battesimo. Lettera agli Efesini È un inno liturgico, lo si capisce dal ricorrer della parola “benedetto” nel primo versetto. Benedetto sia Dio -> rendere grazie a Dio Che ci ha BENEDETTI -> “debar” dall’ ebraico, significa sia parola che fatto; non solo auguro, ma ciò che dice viene realizzato. Ma non qui, i doni sono spirituali ed arrivano in forza dello spirito. Sono doni che fanno si che si raggiunga la posizione là dov’è Cristo. La parola “predestinandoci” viene interpretata da Lutero come assenza di libero arbitrio, in realtà simboleggia il fatto che Gesù si sia sacrificato per tutti noi in egual modo, prima ancora che esistessimo, la nostra esistenza è stata irrinunciabile a tal punto di valere il sacrificio di Gesù. “Santi e immacolati” -> ci vede senza difetti perché avvolti dall’amore del figlio. Quella comunità nel sorgere legata a lui avrà anche alcune caratteristiche (dimensione apostolica) -> solo i 12 parteciperanno all’ultima cena. Il fatto che siano proprio 12 non è un numero casuale,12 sono proprio le tribù di Israele quindi loro rappresentano il nuovo popolo di Dio. I 12 hanno il comando di ripetere questa cena, dato a loro (e solo a loro) che conoscono le caratteristiche di questo PASTO ed hanno compito di riportare e ripetere questa testimonianza alla comunità. I 12 fanno parte di questa comunità, ma hanno un ruolo particolare, ruolo come quello del capo famiglia nella comunità ebraica. I vangeli non parlano della cena della Pasqua ebraica (angelo, erbe amare ecc…) ma raccontavano ciò che Gesù ha fatto di diverso: • Solitamente ognuno aveva il proprio pane azzimo, stavolta invece lo ha solo Gesù che lo spezza e lo da agli altri. • Solitamente ognuno aveva il proprio calice di vino ed erano previsti 4 versamenti nel calice (questo non si racconta proprio come il fatto che ognuno avesse il proprio pane), ma Gesù ha il calice e fa bere tutti quanti dal suo. Cristo da il compito di ripetere l’ultima cena in questa forma, i 12 hanno MINISTERO DI PRESIDENZA. Questo comandamento è stato dato sia al singolo che ai 12 in quanto gruppo, le due cose sono imprescindibili. “Fate questo in memoria di me” -> va portato avanti oltre la morte dei 12 Gv 13-17: “Consacrali nella verità” è una formula di istituzione, espressione antica dove si destra loro per un compito (vengono consacrati), vengono scelti per essere testimone della verità. Come Dio manda Gesù, Gesù manda i 12. Pietro nei vangeli parla a nome degli altri, nei 12 occupa un ruolo particolare. Lc 22,31: lui (Pietro) è l’unico che può confermare i fratelli solo perché è l’unico che ha tradito Cristo; solo perché si è RAVVEDUTO può confermarli. Inizialmente Pietro dice che non tradirà mai ma poi tradisce 3 volte (prima che il gallo canti due volte, tu mi rinnegherai tre volte). “Pietro, tu mi ami più di costoro” viene chiesto da Gesù tre volte -> l’ultima risposta è “tu sai che ti amo”, in quel momento si ravvede e conferma i suoi fratelli, si ravvede che la comunità non si regge su di lui e gli apostoli ma sul dono di Dio. Lui può confermare perché lui stesso in primis ha sperimentato questa debolezza. “Fate questo in memoria di me” -> memoriale (ebr. zikkaron, grec. anamnesis), si usa memoriale perché il ricordo non è sufficiente essendo nostalgico e non ci permette di guardare avanti. La donazione ha valore in tutto il tempo (prima, durante e dopo),ha eterno valore e applico questo evento di salvezza a me quando celebro il rito. RICORDO -> tentativo dell’uomo di tornare indietro e mantenere vivo il passato. MEMORIALE -> consapevolezza del valore immenso che c’è in quella cena/celebrazione ed io divento contemporaneo a quell’evento (sono partecipe). Per far si che ciò avvenga ci deve essere fedeltà all’evento, fedeltà anche ad alcuni elementi fondamentali (ad esempio: specifico tipo di vino che deve essere certificato per genuinità o l’ostacolo che deve essere senza lievito). Il significato di mangiare alla stessa tavola, lo stesso pane e lo stesso vino, indicano che c’è una connessione profonda. Se dico che il vino che beviamo è il mio sangue, vuol dire che stiamo condividendo il destino all’interno di quel gesto (-> comunità fraterna -> lavanda dei piedi). -Dimensione di sofferenza (servo sofferente) -> condividendo lo stesso destino, diventa caratteristica di questa comunità. -Comunità ESCATOLOGICA -> dura fino alla fine dei tempi Alcune cose dette da Gesù preannunciano implicitamente ciò che accadrà nell’ultima cena. Il popolo ebraico ha rifiutato il messia (nonostante fosse il suo popolo, unico a cui lui si è riferito), invece gli altri (che da lui non vennero considerati) lo accettano. Perché? Il messia ha il compito di guidare il popolo disperso (geograficamente e mentalmente). Gesù sceglie il popolo ebraico (popolo eletto) perché aveva bisogno di un popolo/strumento che gli permettesse di portare la sua legge nel mondo. I profeti dicono che Gesù raduna il popolo e rendendoli consapevoli li renderà capaci di svolgere il loro compito. Quel popolo radunato diventa un nuovo popolo -> quello istituito dall’ultima cena. È Gesù che chiama i 12, non loro che si offrono. I 12 che mollano tutto e seguono Gesù nella sua vita (il loro MAESTRO) è un anticipo dell’ultima cena. Discorso della montagna: sul monte si siede (atteggiamento dell’autorità tipo Re) e da la beatitudine al popolo (è sul monte come Mosè ma incarna Dio), quando accade ciò i 12 si staccano dalla folla e vanno vicino a lui (come dei ministri); i discepoli sono “quelli che si fanno più vicini a lui” per sentire e capire meglio degli altri, NON perché sono migliori, ma perché poi avranno il compito di annunciare il vangelo. Cristo fa cose che sacerdote ebraico che non poteva fare, come toccare i malati o insegnare alle donne. Prima dell’ultima cena ci sono dei segnali di ecclesiologia implicita. Mc 7,27: PRIMA Israele, POI attraverso quel popolo la salvezza di Dio arriverà a tutti i popoli; modo in cui progetta di Dio si realizza Di fronte ad annuncio del vangelo c’è un progressivo rifiuto ed i rappresentanti del popolo conducono Cristo alla morte. Viene deciso di allontanare i cristiani dalla sinagoga. Rifiuto delle autorità a Cristo -> rifiuto delle autorità al vangelo -> devono predicare fuori dalle sinagoghe, dove i pagani possono sentire e convertirsi. Quindi il rifiuto di Israele fa avvicinare i pagani. Paolo rifiuta il rito della circoncisione, unica cosa necessaria per entrare nella comunità cristiana è l’adesione a Cristo tramite il battesimo. Paolo viene nel concilio di Gerusalemme ed il cristianesimo si estende nel mondo. Israele è un popolo deicida: Dio li ha rigettati, non hanno nessun diritto ad essere un popolo e non possono fare parte della società cristiana; abitano un posto nella misura in cui il signore del posto gli concede ma in qualsiasi momento può cacciarli via. Gli ebrei non possono lavorare ma rivestono ruoli peccaminosi, come il banco di pegni ecc… Prima della 2° guerra mondiale l’ebreo veniva raffigurato in modo stereotipato con determinate caratteristiche. La questione dei protocolli dei savi di Sion ha origine in Russia; ad un certo o punto scattano dei programmi contro gli ebrei e per giustificare ciò la polizia segreta dello Zar crea appositamente questa falsa prova. I protocolli si diffondono nel mondo fino ad arrivare in Svizzera dove si fa processo e se ne trovano gli autori ma questo non cambiò le cose sull’ideologia ormai già creata. Rm 11,1-6: Paolo dice IMPOSSIBILE che Dio abbia ripudiato il popolo, perché anche lui è israelita e ha peccato (era tra chi ha ucciso Stefano) eppure è stato scelto da Dio. Lo sbaglio del rifiuto secondo lui non resterà per sempre ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai pagani, per suscitare in loro la gelosia. Gregge-Pastore Una delle immagini più antiche, che parte dai patriarchi (i padri della fede); quando Genesi descrive i patriarchi li descrive in modo semi-nomadico (vivono nel deserto divisi in clan e famiglie), quando inszieranno a descrivere il loro rapporto con dio lo faranno in base alle loro esperienze, e loro essendo pastori lo descrivono come pastore. Le pecore sono l’eredità preziosa di Dio, Dio si prende cura del suo popolo, lo sfama e lo difende. L’immagine da quel punto antico continua e si incontra col contesto dell’Esodo (dio libera il popolo dall’egitto), quindi esce dal suo contesto. Mose assume il posto dei patriarchi ed il cammino da fare è il cammino dell’esodo (che non è solo un cammino fisico, ma è il cammino di un’esperienza interiore che ha orme invisibili), ascoltare la voce di Dio permette di vivere continuamente l’esodo e continuare ad essere liberi. Salmo 23 -> la prima parte del spalmo è quella che contiene l’immagine del pastore, invece la seconda contiene un immagine diversa. Nel testo prima trovo il riposo e poi la fase di movimento, quando solitamente è il contrario, questo mi da idea che il senso di lettura è al contrario. “Mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome”: Dio in episodio del rovo che brucia (nel vecchio testamento) quando gli viene chiesto il suo nome dice “io sono colui che sono”, non da il suo nome perché in tradizione ebraica non si può pronunciare il suo nome (yhwh), non si può perché sennò lo confinerei il quella definizione. Io sono colui che sono significa colui che è presente, in questa espressione c’è tutta l’esperienza dell’esodo; Dio si rende presente e libera il popolo dalla schiavitù. Lui è presente per amore del suo nome. Il centro del salmo è l’esperienza che Mose ha fatto al roveto. Acqua tranquilla: oasi, acqua che da vita nel deserto, dio è colui che mi da vita e mi disseta, chi arriva dal deserto ha paura del mare in tempesta. Pascoli erbosi: arrivando dal deserto sembra di essere arrivato in paradiso, nel deserto hanno visto solo verde dovuto alle oasi, qui invece è tutto verde (terra promessa). Partendo da “per amore del suo nome” nel testo e risalendo arrivo fino alla terra promessa. Differenza tra bastone e vincastro: il bastone è quello lungo del pastore, lo arriccia quando è verde e serve a fermare le pecore tramite quel ricciolo, lo utilizza anche quando cammina per appoggiarsi; il vincastro invece è un bastone piu piccolo e resistente, è l’arma di difesa e offesa che il pastore ha. Il vincastro in mano al re si chiama scettro, il faraone ne ha in mano due come simbolo della sua potenza. Il pastore è quello che guida e che difende. Quando fa buoi le pecore non vedono e quindi stanno tutte insieme, se vengono assalite non si disperdono e rimangono tutte vicende facendosi sterminare. Ci sono momenti della vita dove tutto è buio, come faccio a rimanere fedele a Dio nei omenti della vita dove perdo l’orientamento nella valle oscura; vengono in aiuto i due bastoni: il vincastro serve per dare colpetto alla pecora quando sta andando fuori strada per farla tornare sulla rotta, ed il bastone fa rumare quando il pastore lo appoggia per camminare. Questo suono cadenzato permette alle pecore di sentire il pastore quando non lo vedono, quando si ha paura del buio un suono famigliare che ci accompagna come rumori domestici ci accompagna e ci fa passare la paura. L’esperienza descritta è quella della sinagoga, l’ebreo va in sinagoga ogni sabato e non vedo dio ma sento la lettura che viene fatta, questo è il suono cadenzato del bastone ed il colpo di vincastro del pastore, questa è l’esperienza che permette di superare la valle oscura. La seconda parte del salmo è giocata sulla parte dell’anfitrione (colui che ospita in casa sua), non più sull’immagine del pastore, infatti la fine del cammino, dell’esodo, e proprio la tenda dove dio mi accoglie, la terra promessa. Con questa messa che verte sull’immagine dei nemici. Dio prepara una mensa, fa i segni dell’ospitalità (versare olio su capo), dio da tutto ma quel calice che trabocca lo si può leggere come il cuore che trabocca di gioia per essere li in quel momento; i nemici non possono intervenire nell’accampamento perchè la legge dell’ospitalità obbliga che ospita a difendere l’ospitato, quindi chi è nell’accampamento è è sotto la protezione di Dio. Dio on si preoccupa semplicemente di sfamarti ma chiama due difensori chiamati felicità e grazia e li mette al suo fianco. Il salmo ci sta dicendo che il punto finale del viaggio dell’esodo è che in quella terra si è costruito il tempio, la casa del signore. Andare al tempio significa ripetere l’esperienza di essere accolti da dio, e ricevere felicità e grazia come compagni. Questo vuol dire continuare a mantenere viva l’alleanza di Dio. Andiamo avanti di qualche secolo e si cambia contesto, il fatto che si vive stabilmente cambia la visione culturale e sociale del popolo, creando anche una struttura militare per difendersi e si nomina un re. Una linea minoritaria sarà felice di avere un re mentre la linea maggioritaria nella bibbia critica ampiamente questa scelta perché crea distinzioni di diseguaglianza nel popolo e ci sarà problema di come il re si comporta. Un re sarà un buon re se assume caratteristiche che ha anche dio, un buon re deve essere un PASTORE. DAVIDE IL RE-PASTORE MODELLO: 1 Sam 17 Episodio di Davide e Golia. Momento in cui Davide appare nella bibbia. Per risolvere questione i due eserciti vengono rappresentati dai due campioni, che si scontravano per risolvere una questione evitando una strage di massa. I filistei sono il popolo nemico di Israele. Golia il loro rappresentante era alto sei cubiti e un palmo, numero detto per impressionare, non era la sua vera altezza, ma da qui nasce la sua definizione di gigante; viene descritto con una potenza di armi elevatissima, che solo un gigante poteva portare. Nessuno si faceva avanti per combattere contro di lui, ma qui compare davide, che non faceva parte dell’esercito ma era un ragazzetto, capita li per portare la merenda a suo fratello che era nell’esercito. Davide si propone per battersi contro Golia, essendo molto impulsivo, Saul vorrebbe impedirglielo ma Davide vuole andare perché aveva combatto contro degli orsi che attaccavano il gregge di suo padre grazie all’aiuto di Dio. Lo vuole affrontare perché nella sua esperienza di pastore ha sperimentato l’aiuto di Dio. Saul accetta, e riveste davide con la sua armatura, un armatura da Re di cui non si specificano però le misure; una volta messa non riesce neanche a camminare, si libera dell’ armatura perche dici di non poter feci camminare non essendo abituato, se mettiamo insieme questo cose otteniamo appunto l’esperienza dell’esodo (liberare e camminare). Riflessione sulla monarchia, abbiamo un re ma la forza di quel cammino dipende da altri, quel cammino potrà essere fatto sulla lòibertà data da dio, quindi non poggiando la sicurezza sulle proprie armi (armatura). Davide prende in mano il suo BASTONE, e si sceglie 5 sassi dal torrente e li mette nel suo sacco da PASTORE (non si sta muovendo nella dimensione della guerra come Golia, ma lo sta facendo da pastore come nel salmo 23), prende in mano la fionda (che è l’arma del pastore); e quindi affronta Golia nella totale sproporzione delle armi, e va davanti a Golia solo con la fiducia in dio e le armi del pastore. Davide colpisce Davide sulla fronte e taglia la testa a Golia, questa scena è l’inizio di Davide, da cui emergerà poi l’immagine di Davide come re. Il vero re dovrà essere come Davide non come Golia, s è il re fosse Golia ci sarebbe a capo una sorta di nuovo faraone che governa tramite la morte, quindi ilò re di Israele non dovrà essere come Golia, ma come Davide, quindi l’espressione del popolo dell’esperienza dell’esodo. Questa è l’idea, che pero deve scontrarsi con la pratica, ed i re nella storia di Israele giudicati budini saranno pochissimi (tra cui Davide, il pio Giosia) Il pio giosia era molto buono ma politicamente era un disastro, morendo crea un dilemma nel popolo che è quello della morte dell’innocente, quindi com’è possibile che se era buono e quindi sarebbe dovuto essere aiutato da dio è morto molto presto. Coloro che si incaricano di criticare i re sono i profeti; Ezechiele in un certo momento critica i capi del polo ed i re (Ez 34): abbiamo avuto dei capi ma che hanno fatto solo i loro di interessi, non sono stati come Davide che si muove solo nella fiducia in dio. Dice che si sono mossi in crudeltà e violenza, esattamente come il faraone che ha ucciso i primogeni; il luogo dove si deve goder il riposo di dio si è trasformato in un nuovo Egitto. Dio verrà in giudizio non contro i pagani ma contro Il popolo di Israele, che si è approfittato di questa situazione. Dio tornerà a fare un nuovo esodo e interverrà aprendo un futuro e salvando, perché susciterà un nuovo Davide che sarà sup servo e sarà il messia (inizia la speranza messianica), permetterà al popolo di vivere l’alleanza. La profezia si conclude con la frase dell’alleanza (“Voi le mie pecore, siete il gregge del mio pascolo e io sono il vostro Dio”). Questo è l’itinerariodel vecchio testamento. Il vangelo di Giovanni indica il capitolo 10 al tema di cristo vome pastore, sembra semplice solo all’apparenza il suo significato. Gv 10 —> il pastore è colui che ha diritto di entrare dalla porta in modo legittimo, per il lettore questo pastore sembra Gesù. Chi è il guardiano? Gesù ripete di nuovo, e dice “io sono la porta delle pecore”; ci chiediamo allora chi fosse il pastore, capisco perché gli apostoli non compresero. In seguito poi dice di essere il buon pastore; lui ripete ma paradossalmente mi si complica la questione. L’unica azione di Gesù descritta è che lui si gira esce e le pecore lo seguono Le azioni descritte (entrare e uscire) sono azioni che nella bibbia si riferiscono all’esodo; in greco al posto del termine recinto o ovile si utilizza il termine geco aulé (aula) che è il cortile del tempio attorno a cui c’è un colonnato quindi è una sorta di recinto. Entra nell’aulé e compie un’unica azione, faccio uscire tutti, il luogo della comunione con dio non è più un luogo ma è la sequela del pastore seguendo la sua voce; il posto dell’incontro con dio non è piu un luogo ma una persona che fa fare un esodo non dalla schiavitù di Egitto ma dal tempio e lui diventa la meta del salmo 23. Questa caratteristica verra applicata da Paolo ne battesimo, entro ed esco dall’acqua, ricorda l’entrare nell’acqua del mar rosso ed uscire salvo, gesto che preannuncia un esodo. Inizia cammino dove ascolto voce del pastore che conduce alla piena comunione con Dio. Prima lettera di Pietro (1 Pt 2,25): presente il tema, tornati dal pastore il pastore diventa il CUSTODE (guardiano) della vostra vita. 1 Pt 5,1-4: il tema del pascete il gregge è anticipato dal ricordo della morte di cristo. Non spadroneggiare fa facendovi modelli del gregge, cosa comune nella comunità cristiana perchè assumendo un incarico si percepisce di acquistare una certa importanza e quindi percepire chi ha il mio stesso compito come avversari e quindi si rischia di diventare padrone. Tutti avranno compito di pascere (seguire la via del pastore), ma non devono penare di esser il pastore, c’è solo un pastore supremo. Ed 13,20-21: il pastore è grande perchè da la vita, non perche diventa padrone delle pecore. VEDERE DA SOLO SU DISPENSE LE ALTRE IMMAGINI: • vigna-vite: il concetto del vino è il concetto della festa, qualcosa in eccedenza rispetto al cibo che serve per sopravvivere. Si entra nella terra promessa e comincia a maturare l’uva. L’immagine (grappolo d’uva gigante tenuto tra due bastoni (?)) è quella dell’abbondanza, di un popolo che arriva dal deserto e trova l’abbondanza. L’annuncio del vangelo ci porta a vivere in una comunità. L’eucarestia non la posso vivere da solo, al centro della fede non c’è la preghiera personale ma essa viene poi. Perché nasce questa immagine, dove sta il fondamento del pensiero di Paolo? Quando Paolo parla del corpo usa due parole che esistono in greco: “soma” e “sarx”, in greco sono sinonimi. Tradotti il primo significa corpo ed il secondo carne, ma il concetto è lo stesso. Il problema è che quando Paolo usa questi termini uno ha un accezione positiva e uno negativa, cosa che in greco non esisteva: soma (corpo)-> positivo e sarx (carne)-> negativo Non capisco perché Paolo dice che siamo il corpo ma poi ci dice che non dobbiamo seguire la carne. Per capire devo riprendere gli stoici (ciò che ci circonda è un’immenso corpo, però il corpo è creato mettendosi insieme), si pensa che Paolo si sa stato influenzato dal loro pensiero; altrimenti si pensa sia stato influenzata dal mondo giuridico: lo stato è un corpo sociale unico formato da tante parti (apologo di Menenio Agrippa). La terza possibilità è ceh forse Paolo ha mutuato questo insegnamento dalle conoscenze mediche del tempo. Su possibilità di derivazione da conoscenze mediche si hanno poche evidenze, probabilmente non deriva da qui. Per gli stoici il corpo si crea, non c’è un’unità del corpo già pretendete del corpo divino; lo si forma in seguito e quindi l’unità del corpo è il fine ma non il principio. Invece per Paolo l’unità del corpo c’era da prima, c’è unità anche se non aderisco; il problema per Paolo è come mantenere questa unità, come vivere insieme nella differenza (differenze sono un’occasione positiva, mentre nella visone greca sono una cosa negativa che distrugge l’unità). Paolo si trova ad annunciare cose che hanno delle categorie ebraiche ma le deve dire a persone che non hanno quelle categorie; ad esempio quando imparo una lingua quella lingua mi traportai in una cultura e mi fa veder le cose in un certo modo. Paolo ad un certo punto si ritrova in una grande difficoltà. Quando il mondo GRECO parla dell’uomo dice che è composto da due cose: l’aspetto fisico soma/sarx (carne/corpo, che nel greco sono sinonimi) e la parte spirituale che è la psyché (anima); quando il mondo greco parla dell’uomo lo definisce come unità di due cose che si oppongono (una visibile e una non). Il corpo dell’uomo è destinato a finire mentre l’anima è immortale, che è l’elemento più importante, in particolare quella più importante è la nous (la mente). Diranno che il corpo è la prigione che tiene chiusa l’anima, che ha desideri infiniti rispetto a limiti che provo. Lo scopo della filosia è esercitare la mente per far si che si liberi dalle passioni del corpo. Ogni uomo racchiude dentro di se una scintilla di vita che alla morte tenderà a ricongiungersi con la sua fonte originale. Questo è l modo CONTRAPPOSITIVO. Per i greci il corpo è il principio di individualità (INDIVIDUAZIONE), tutti noi abbiamo la stessa scintilla divina ma ciò che ci differenzia è il corpo. L’ideale del mondo greco è un uomo filosofo (che ragioni) ma che la sua mente sia racchiusa in una prigione che è una macchina perfetta (mens sana in corpore sano); nelle statue vengono raffigurati corpi con proporzioni perfette, nella realtà quelle persone non erano realmente così, raffigurano come sono realmente dentro (la loro psyché), manifestando la loro perfezione. Allessando Mango rappresenta il perfetto ideale del mondo geco: è valoroso, coraggioso, capace di conquistare il mondo e muore giovane; il fatto di compiere imprese grandiose e morire prima che l’età dia segni di debolezza (il corpo ancora in forza che libera l’anima) crea il suo mito. Il mondo GRECO parla di basar (tradotto in corpo) e nephes (pronuncia nefesh, tradotto in anima). Nel mondo ebraico non c’è opposizione tra i due termini ma sono equivalenti, due punti di vista diversi con cui guardo la stessa cosa (l’uomo è una cosa unica). Il basar (corpo) è un principio di RELAZIONE che mi permette di capire che tu sei diverso da me ed entrare in contatto con te; l’anima non capirebbe nulla se non fosse attraverso il corpo, perché è la possibilità con cui l’uomo consiste ed apprende. Se ci fosse solo l’anima saremmo tutti esattamente uguali. L’uomo non è formato da soli istinti come gli animali, è nephes quindi ha anche un mondo davanti a se che vuole costruire, i nostri desideri quindi muovono le nostre azioni. Il mondo direbbe che l’uomo è un corpo spirituale, o spirito incarnato, ma non distingue le due cose; questa persona posso guardarla per quello che è nelle sue relazioni, quindi basar, oppure all’interno della sua progettualità, quindi nephesh. Nel mondo ebraico non c’è una visione positiva del corpo, perché non distingue le due cose. Per il mondo ebraico basar è la propria dimensione di fragilità personale, mentre se devo dire che ho ideali e voglia di fare qualcosa di bello dirò che sei nephesh. Quando Paolo dice che diventiamo il corpo di cristo il GRECO non capisce, perché il fatto di essere messi in una prigione dovrebbe essere un annuncio straordinario? Paolo capisce di trovarsi in questo problema. Nella visione cristiana Gesù è un corpo risorto dove è esaltata totalmente la dimensione della relazionalità e viene annullata quella del limite. Paolo dice che la potenza della resurrezione mi giunge tramite il battesimo e entro a far parte di questa dinamica del cristo risorto che vuole la totale comunione, ma il mondo greco non lo capisce perché pensa che il corpo sia negativo. A Paolo non basta tradurre i termini ma gli serve un enorme potenza culturale per trasmettere loro le sue categorie all’interno del linguaggio di un popolo che presuppone altre categorie; alloro Paolo inizia ad usare tutti e tre i termini come sinonimi per indicare l’uomo (sarx, soma e psyché), dando però connotazione negativa a sarx e positiva a soma e psyché. Quando parlo di sarx, per il mondo ebraico basar, guardo te dal punto di vista esteriore ed il valore negativo è l’uomo che considero nei suoi limiti, vivendo nel mondo non riesce a fare molte cose (vuole vivere in pace ma si trova in guerra ecc…) e l’uomo secondo queste difficoltà di limite crea disastri. Paolo dice di non vivere secondo la carne, ma di puntare più in alto, perché l’uomo quando si guarda tende a vedere i suoi limiti; l’uomo da sarx deve diventare soma, ti guardo da te esattamente come con sarx, ma questa volta sto guardando le tue potenzalità e il fatto di poter diventare qualcosa (desideri dentro noi che possiamo esprimere). Non vivere secondo la sarx, entrerai a far parte del soma di Cristo attraverso il battesimo. Paolo prende l’idea del corpo che deriva dalla tradizione ebraica e la modifica leggermente, utilizza i due termini grechi per definire l’uomo: -sarx per definire l’esistenza fisica dell’uomo e quindi il suo esterno (per il mondo greco il basar, la sua dimensione di fragilità che lo differenzia da dio), quindi quelle creature si trovano deboli davanti alla situazione di peccato che non riescono a vincere, il peccato dentro di noi sfalsa la nostra visione (ad esempio se qualcuno mi fa qualcosa di male reagisco con ira) del mondo e delle relazioni. Nel mondo c’è una dimensione così grande che mi falsa, sono stato cercato buono da dio ma continuo a sperimentare il peccato perché sono fragile, essendo sarx. Con sarx guardo l’uomo come se fosse separato da Dio. -quando dice soma, che è ancora la stessa cosa di sarx, ha un significato che però è diverso da quello di sarx. Anche se sei fragile e hai peccato di considero in relazione con dio, relazione fondamentale perché fa capire le proprie potenzilità che si possono attivare se tieni amo presente la nostra relazione con dio. Non dobbiamo vivere secondo la sarx, dobbiamo diventare corpo, questa dimensione di fraigilità ha delle potenzialità. Per passare da sarx a soma serve la fede, dono della consapevolezza di esser relativo a dio, che ci permette di avere orientamento nel modo di vivere; questo passaggio è causato dalla pneuma (lo spirito di dio), questa forza ci raggiunge e rende psyché (che per i greci è l’anima,) che ci vivifica. Paolo utilizzando le parole greche sta dicendo loro un contenuto che arriva dalla tradizione ebraica. Nel battesimo all’adulto sottilineo la libertà dell’adulto di rispondera a questo dono, lui sceglie di credere. Mentre in quello al bambino sottolineo la libertà di dio di dare questo dono irrevocabile prima ancora che il bambino lo cerchi (dio vuole gli uomini salvi), poi lui potrà decider come vuole, ma il dono della salvezza che è per tutti gli uomini lui glielo da comunque. La grazia di dio precede sempre la mia risposta, anche l’adulto non avrebbe potuto a scegliere se non gli fosse arrivato l’annuncio, la grazia di dio precede sempre. Dio non rinuncia a me nemmeno a costo della morte del figlio, io imparo ad amare proprio da quell’amore. I cristiani devono compiere una vera trasformazione ontologica, risultante di un’unione vitale all’essere, al corpo di cristo. Il battesimo è un atto di morte e poi resurrezione, in seguito il peccato non è più determinante per la nostra vita.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved