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appunti di teologia II sull'argomento a piacere con foto del libro, Appunti di Teologia II

appunti di Teologia II sull'argomento a piacere "i tre fattori costitutivi della comunità cristiana" del libro "Perchè la Chiesa?" con foto della parte del libro. voto 30

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 23/12/2022

dedand02
dedand02 🇮🇹

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Scarica appunti di teologia II sull'argomento a piacere con foto del libro e più Appunti in PDF di Teologia II solo su Docsity! PERCHE’ LA CHIESA? CAP. 2 I TRE FATTORI COSTITUTIVI Pag. 91- 150 Capitolo secondo — nucleo di Chiesa testim pprin segue l'opera di lui [1 sol in "n un senso incomparabilm smo qualunque istituzione 1 gilt re». La I sù; «essa O rappresente ci 6°) termine: essa ce lo rend sr contiamo ora il triplice cristiano così come fi Chiesa si presenta all’o: Goto è dl prin il primo rilievo c vita pi » al capitolo seco za di questo conno! 'H. de Lubac, Cattlicismo. g si dice, ri pes; Nos «01 se vorrai lac pete la mia alleanza, vol gra tutti i popoli, perche ret fi regno di ta» er me un 10 Questo pid e di n con Dio in quanto l'uomo see o ndica anche ca Dio pre il presi P È. che l’azione cioè la scelta operata dna. la sua cita operata da Di io. l ressionante comunque l’an leale a lo dice a Tito in una sua lett Gesù: «[Egli] ha dato se stesso p da ogni iniquità e formare L È I Levitico Dio d c ra in mezzo a voi e io non v in mezzo a voi [.. .Je voi libro di Ezechiele ripete: dimora: io sarò il loro Dio lo»! così Paolo in una sua | citazioni precedenti in ag feti e dai Salmi, fa dire a e con loro camminerò e no il mio p pi Perciò ui ratevi, dice il Signore, non io vi accoglierò, e sarò per vo! ee ee pi figli e figlie». idea di appartenenza, @ efiniva l'autocoscienza di I po come contenuto della in Es 19,56. i Te2,14, ? Lv 26.11.19. Lo di Serio Que co | r noi im rd Che per un ebreo tale re che il o gl ebrei da repulsione di E diceva che Dio si era preso jo suo tra i pagani, un po N sracle! Fin) Paolo si reca nde città portuale dell Cia per i suoi commerci e per Ja, vita sociale, Dio rincuora il visione notturna: «Non aver ? parlare e non tacere, perché tercherà di farti del male, meroso in questa città».!9 1 di riflettere sul fatto che niziativa di Dio stesso, sta a tante comprensib gr», e un popolo ùtto questo ci aiu nessuna epoca della sto ritto si può parlare di Spressione si addice per! mento della storia ume Noi viviamo ormai le con 1 1060 15,14-18, , puom®0 può APPOggIarsi, Può cog ) tru; en uesta metafora rive i ire, Può er fa conoscenza dell ‘Ome j] remo Pron sia tanto il vedere LL l'ità, nella StOdo qu. jtica, DO! mn rirsi a qualcosa di sicuro comi SETOpT tà infatti, la parola «amens ha la 8 » sla «verità», e questa radi tessa radice sola Smnenza. La parol a IBnifica della a « Proprio ) jone di sicurezza: questo star è a Stabili. prio così, .. } sl 'si ni La stabilità cui ci si riferisce n la n la verità, nella certezza di una rman ressione del vero. Ancora in si radice per indicare l’uomo come e i mero, e il concetto di «menzo, , la verità è permanenza, non è qui usata necessariamente j senso proprio gnoseologico. Ancora oggi la Chiesa uti ufficiale i i, che percorro lungo un arco di molti seco spressioni come: «Ii amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fo mio Dio, mia rupe, in cui ti Oppure: “Ti siano gradite le parole d 5 vanti a te i pensieri del m ‘gnore, mia rupe e mio 2 Sal 18 (17),9-8, "Sai 19 (1875 Cia VAN ner apgre ARSA anche nel v, tro che ne v e lui di” n ualcuno che ascolta, infatti, ni Stesso, N deriso! totalità della sua persona SUl'«tus SO deve DÒ jart è molto facile per ognuno ere i altro mer" molto più difficile gettare l'ombra dej lUbbio se stess! di ri «ma» su una presenza sti TOpri è sd, ‘rapporto tra persona e perte i © amata n la .xco la totalità dell'io, allora la conosOIE si Mette in ano una unità e il gesto di adesione a l'amore “ga la totalità dei fattori che Costituiscono tà bi inte. E questo non % lrazionalismo, Infatti, ni È con una persona nella quale si €sperimenta contro he essa sta comunicando non è esclusione di atteggi mento critico, ma è l’immanenza dell'atteggiamen a” critico in tutto quel contesto Vivente dal quela lento non si può separare — dal quale Perciò esso trae Pat tenticità del suo dinamismo, Giò che si vede attraverso l'evidenza che si raggi ge da soli porta il peso della fragilità ultima, che fru- stra la fiducia in se stessi, la quale Può essere nel momento dell’enfasi nell’affermazione di Sé, ma è sog- getta a svanire. Non c’è nulla di più fragili D 1 le che appog- giarsi solo a se stessi nella ricerca della verità, L'indicazione metodologica che ‘definitivamente e- merge dall'immagine della roccia come immagine di verità è la solidità del testimone, La figura del testimo- ne autentico coinvolge l'adesione di tutta la tua per: ne, rispetto al vedere con i tuoi occhi che ne Una parte. Insistiamo nell’osservare che in tale senso Ì due metodi non sono in contraddizione: l'uno però è più completo dell'altro. Il testimone è tutta una Ualità che si gioca e per questo tutta la VE l'ascoltatore è chiamata a giocarsi con quella: la Nosità di un’evidenza rappresenta so! PINA te personalità. La teo è una "n ci UNItà esistenziale. tom. IgNOre, che ha fatto il mondo e Vasi Pag veri STumento per facilitare il nesso una visione, ST = cioè Lui stesso — non il termine ella. 103 . vvisato € turbolento è indi 7 duno ie "tdi degli Apostoli con a ten! da, qutore mine che veniva usato Tmine rider a evidenza che ess0 si riferiva bl rimetta # tita civile, del raccogliersi per au ong Se nienza. De i finizione dell'assemblea cristi gen Giai in latino), comunqu ei aclana. (ia ca della qahal Jahoé, è determinata e ded l idea n in deo Dei: ecclesia Dei, la comuni Ipletaga crd ità d con senso questo genitivo si aggiunge al consi Li I co comune? In senso sia oggettivo sia so, ine del a quel «di Dio» significa, da un lato, e ggetti ; di ovvio, che l'assemblea ha Dio come ci modo Ù re dello lè qui che va idea Fog e ico che cono origi l’espressione nero une sono «suoi» sn i ; een i uovo Te 9 ei e mol drei raccolti da Dio estamento, Cog iginalissi gono usate in riad nanzitutto 1 della primitiva comuniti ci Pi della elezione porri cui già abbiamo istiana? sO pelata si cea ii Dio, chela accogli, quel popolo n ul pala che si an nuovam camente Pos identificabile, ma sen va fo: vando, malfignore Dio, nel suo di za confini etni- tondo, teso a tutto i isegno 7 tÙ, si Propone È mondo Poiché riguarda tutto i pone a tutti attra Egli è il ” metodo è particolare, Dj verso la scelta di una OGRI, nie tivo di icevamo prima ch i diffico 0, e lo è tanto che questo zione Gaggio cristi come siamo nel più per noi mente La Cela di Dio, q intento nel renderci conto lonta; o : de si Il ‘concetto pi Noi culle, torio con i] r° Perche DI una compri i più clamoros " malisn ON c'è muli Le E A docu: SE 1614, in cui sian di più contraddit o formati e conl'e 106 cli | w Matteo, nte P' fa sua Figlio d Simone gue te l cieli» e € ficherò . varrann contestc è dei d to di ur de stori itarismo © il democraticig galli, Eppure, caratteristica gell* he gui de e ha preso nella storia Nei pre oprio questa: tramite il x ch a farsi conoscere direttamen €braico ha € todo ha proseguito la sua o era, CS Con lo mel ndato dal Padr t 1 Gesù Grig "6810 » mandato dal ] e a salvare Cristo di raverso alcuni che portano la il mondo, gi eno fat. ivi notizj ( eriva. Non esiste niente che affermi € la vita mo l’assolutezza di Dio come i] fat ne segni all’ to uo- nel mondo la sua Opera attraverso colte, Hi lie, attraverso una elezione: Dj sd © Egli sce. e proprio nel fenomeno di questa pr è legato a nulla Ricordiamo a questo punto il e I Matteo, in cui Gesù chiede ai discepoli cpr ano di gente pensi di Lui e che cosa loto cosa la il alla sua identità, e Pietro risponde: Si sei il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli dice: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché i; la carne né il san- gue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei ciel» e aggiunge: «Tu sei Pietro e su pietra edi- ficherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non pre varranno contro di essa».® Risulta chiaro in questo contesto che si tratta di un'iniziativa su Pietro che non è dei discepoli: il suggerimento è del Padre, ce Chiesa è descritta come costruita da Cristo La to di una scelta, una scelta che si inserisce nella gran de storia della preferenza di Dio, che utilizza il meto do al quale Dio è sempre stato fedele. vanni, E negli ultimi capial del Bo sel dl ai disce Oe sono riportate le estreme ‘hiera finale, sem ot re oli e il suo testamento, la sua P VE nità sosti to Ta di avvertire quasi l'ansia per : Mot, coloro di cui rivolgendosi al Co rezione morale di Oi e li hai dati a me»! Tutta la © % Mt 16, i ia seos:-5s5S5285P29 IPESE sn EIA REF 1.39 Vale a dire: è Dio che agi | an pae fa Chiesa. Dio da sempre sceg Cora co i i Chies?» e i suoi. La comunità non ha un gie ipsiemno; tà se non per l’azione di Dio che pci om” ni eletti. corde rossi e uniti gÎ letti le «chiese» ia viene usato nei primi documenti ‘ molte volte al singolare. Per esempio: «La i agli orecchi della Chiesa di Gerusa- potizia giunse » «Lo condusse ad Antiochia. Rima- per Lo a intero in egli comunità», o insieo) recò a salutare la Chiesa di Gerusalem- termine, , viene usato anche al plura- [ekhlesiai] intanto si andavano fortificane fer e crescevano di numero ogni giorno»: i in cui c'è un singolare diverso i, è semplicemente il frutto di un I: una somma. Si tratta dell'ultima pazione: plo in Asia Minore, poco prima sua par- Ror depe poi rele sato vecio Di ‘saluto di Paolo ai capi delle comunità. pi stessi e su tutto il gregge, in mezzo . o vi ha posti come Vescovi a pasce- si è i col suo san- È ro della Chie a, cioè il Mm fa Chiesa, vi si riferisci Cul tie ico nia Da nen ì Sie 9 ‘uni it con la: quale scorrettamente vjo Cera cè tiva t” it Ha che cosa sia Ja 0h: eiointondo all'esperienità toy, tt che de t nti il motivo al proprio radunarsi non i sI comunica alla Storia l cosa che ne ha ridotto la portal È a Chi to in un ambiente se non attraverso i cristiani coscienti di autentica apparte tessa Senza di loro la Chiesa tore lente è come se non esistesse; la Chie e in ago emergenza della Chiesa iza di quella non vivrebbe la conc | INI albino pecieio ci ha siva 06 consapevolezza ch pini ie n loro ini ani N ja loro vita redi DN Sii è rendendola dimendola, as Wu ria. I! che non significa stero di ssumen ta x mente insieme, anche | esclusivamen compa paola dre re. La persuasione Ge di 5 ha uni el uno s a unita» rag un ineliminabile valo } © nelle pri lo- prime cu comunità cristiane si ri i iferi Ù dala © tut Bgon si può, ISce piuttosto Fressi to in relazio prescinder. al fatto orta al DA al modo di cogialnao* econdo fattore. concepire E aa pui Fossi. Questo ci TS delzie. cl: Bia sorpres "concep a zionale nella Da pito segnala alia coerenti del Abbiamo già Fuga vissuta di ‘a dimensio tazione È di A accennato al SIR primi ne ecce- rarsi definitivo di ni aio che essi A sua figura stori A gn nre ristretto uvorica cra stato popolo AI I compagnia i to, essi avevano profezia. Pur da sa ziava un mi coscienza ch nel loro sentato visto i ondo n he con la 1 con il isto il popolo d’ uovo, i tempi de za { —sbertg sali combi Israele da e nuovi ti pe intera. i peirtatore di pe. si si spiegane ti della consapevol salvez- , n lO megli ) rolezza +9 oo e eeertia Si - e di te. Dal a un altro 0 te aveva la punto di vi trasformata era che la | gente che si ri vista dello $ azione SS vita era Met dig te perna che veniva indicata giorno di Pe a indicata tutti insiem intecoste lei, e nello stava per ri È n luo re, si in rombo, ne» Venne all’i riempì tutta le di vento che si im- ; ingue la casa dove si e si ab- Tono su — cm enni si trovava- 5 Santo no di loro; ed e sì divide- e lo Spi È cominciaro atei farono pirito dava loro il parlare È il potere di $3£55, lancette A ti LL) esta, narrata negli Atti deg]i . E di un fatto fondamentale ELL ato, lin tiva, non nel senso che ora per la prima varda Di n | esistenza la comunità di Gesù Cristo _ come Vena visto, la comunità di Cristo già c'era —, ma pe bbian | senza di questa comunità viene chiarita neperthei, | ne in quanto investita da una «Forza dall'alto, "4 0rig Gesh, infatti, aveva promesso ai Suoi una una forza nuova di comprensione e dj cOnsoRI rio mentre stava ritornando al Padre, «jp. e%0t E i Padre ed egli vi darà un altro Consolatore at rimanga con voi per sempre.» Oppure; Molle ci prior da ei i il momento non siete Capa e il peso. ndo però verrà lo Spirito d; vlad, egiini guiderà alla verità tutta intera» Ph su di voi quello che il Padre mio ha promes so; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto.»50 Vediamo che cosa implica la consapevolezza del: cristianità iv rf d'essere costituita dal «dono delo Spirito» o «Forza dall’alto». 2) La consapevolezza di un fatto che ha il potere cambiare la personalità : dò ni cristiani erano ben ene ce rat adeva in loro e tra di loro di nuovo, di © 0. i ini ; olge la vita di prima, di sconv®®”, joro sist i altri attorno “ne ‘esistenza che tanti oe adestr, ‘era un frutto della nza o della loro volontà. o, mi dono dall’alto, una restiti.5! PELSFFAIEZII PWEEVTTeWee a ea BRINSLLEF o, nato da donna, nato sotto la legge, [...] Figlieevessimo l'adozione a figli. E i UT Anno che Dio ha enduo see ne è È rito del suo Figlio che grida: “ io SEché «l’amore di Dio è dio aiuta = " r mezzo dello Spirito Santo che dè "», ri re PE l’evangelista Giovanni sembra voler vr vntand nella ce i se «Chi osserva i mandamen' dimora in Dio ed egli in lui. E o che dimora in mole dallo Spirito ha dato». 38 queste frasi che si riferiscono allo Spirito a tutti donato appaiono come formule fisse del primitivo catechismo cristiano. b) Un inizio di cambiamento sperimentabile espressione, che abbiamo messo in rilievo nella Gelli uolo, «caparra dello Spirito», cioè inizio, pegno o indica ciò che il cristiano è chiamato a speri- mentare e a dimostrare: l’alba di un mondo nuovo. - Il che richiama anche la frase pronunciata da Gesù, secondo la quale chi avrà investito tutta l'esistenza nel ine Lui riceverà il Reetutio quaggiù e la vita eter- ‘nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o e o padre o figli o cam i a causa mia e a gelo, che non riceva già al presente cen- 0 in case e fratelli e sorelle e madri e figli e a persecuzioni, e nel futuro la vita e- to, piace nella sua adesione, | jalità di questa frase, a lo della , Se la sfida di que- ne recepita è giustificato È SR SE gii Se Ù N Ù la, I ta ll ità di pronunciarsi di o La Safimonianza edi missione fronte al mondo, for. 28 dello Spirito comunica a que Il fe impeto, che rende la loro: Vita capacità n pali va feconda, comunicativa della novità che nel dl do Gesù ha portato. Così, sia l'individuo sia la “i unità si sentono in grado di pronunciarsi di fronte al mondo. ligioso 1° ione pi linguaggio religioso l’espressione più adeguata di Da esta capacità di manifestazione è micchinea nelia « da», proai, Atti degli Apostoli è riportato il discorso di ietro dopo l'avvenimento della Pentecoste: «Accade invece quello che cippo il profeta Gioele: Negli ulti- mi giorni, dice il Signore, Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie pro- feteranno». Profeta è colui che annuncia il senso del mondo e il valore della vita. La forza della profezia è la forza di una conoscenza del reale che non è dell’uomo, che viene dall’alto, così come potentemente è descritto nell'Antico Testamento quando si narra la vocazione profetica di Geremia: «Mi fu rivolta la parola del Signore: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni”. Risposi: “Ahimè, Signore Dio, ecco, io non so parlare, tività senza che con ciò la relativa indipendenza delle due forme origina- rie della vita venga prgn. [..] Muli emula dle Chiesa ì essenzialmente ira personalità; e la person: ì SD E NUOVA vita» (R. ea. dr esse de niet] delle cose: la vita umana è fatta di oggettive con- "Non riconosciute, portano con sé determinate conseguenze. 16-17, SEE pete qc ici È fecero battezzare nel nome del Sj appena Paolo ebbe imposto loro le mae Gesù di foro lo Spirito Santo e parlavano in lingue est prime e vengo apparenza quantitativa. Ma un miracolo nr tm inizia e cresce nei secoli, col tempo: quale proj;S'ttt eccezionale e grandioso di tutta la gente che Sep venuta dopo e che avrebbe perpetuato il riconoge mella nel fatto della sua Chiesa! Qua pt Tommaso: «Perché mi hai veduto, Lal e quelli che pur non avendo visto cred i sla a proprio indicare l'eccezionalità, la mau” ver di cui ognuno di noi è chiamato i prnngi a Mer. Cristo allo stesso D anni come + INessun segno farsi davanti alla proposta di Cristo in modo to come il volto di un bambino, invece che inga sospettosa come lo sguardo di tanti al rità ha un accento per cui, se l'animo è nl originale in cui Dio l'ha messo creano! nfondibile. Il contrario di questo è ima la «durezza del cuore». rod su ta di Tote x, SA r nella trepidazione, nell \ sità » nella timidi Ù tì fragilità delle nostre persone unite. o ite ù, * | confe@nde così sperimentabile all'uomo l'alba di muovo che l'energia con cui Cristo Li i costruendo. L'inizio di tale esperienza è i per cui l'uomo chiede il dono dello Spirito, lo ‘mendica. Invocare lo Spirito significa chie; nina, lo ito signi chiede. in luce e quella forza capaci di renderci speri- se quest il Mistero la cui natura non vediamo. E Gesù mentabi di tale richiesta: «Se dunque voi, che siete cat- ha detto dare cose buone ai vostri figli, quanto più il tiv fiato celeste darà lo Spirito Santo a coloro che 4 5 VOS EIA ha "lo chiedono!».°° ata Seo hé perfino della iniziativa e dell'espressione di è le richiesta possiamo sentirci incapaci, ci confortino 3 w di Paolo: «Allo stesso modo anche lo Spirito 0 viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno i sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Uomo | Spiritosstesso intercede con insistenza per noi, con ge- ì modo | miti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sce che | sonoîdesideri dello Spirito, poiché egli intercede per tiadu- | icredenti secondo i disegni di Dio».° è nella È l'umile e grato riconoscimento del dono dello indolo, Spirito e della Forza dall'alto — e la loro invocazione - ) chell l'abore della vittoria di Cristo, il segno del continuo miracolo. nre i Pim | 3 Un nuovo tipo di vita SI Un terzo fattore compone l'iniziale li ele- quadro degli ele centi essenziali, porianti, del fenomeno cristiano così ica Presenta alla ri i do. ribalta della storia, secondo le ioni che ci pervengono dai documenti primitivi. di quale Parla con mp veniva definito il tipo di vita i comunità animata dallo Spirito sì \ù RR duo dal iero veto re anche con tutti g vina. oi a tradursi i; Un essere nuovo sani soli na coMPPENT atteg, ento Nuovo; i nella vita dei primi Lili che vedremo documen nione di vita che emergeva Stiani, ue Si idali = tutto l'arco della vita coloro del rendeva i o Fc Gibpgre o ha in comune del Nuovo Testamento indi sen da di vivere derivante dal fato ch si riconoscevano legati 2 ee che costituiva il senso e il destino della vita : a Ognuno; per questo si concepivano essenzialmente legati l’uno all'altro. parola ioni vuole x ti om la der cristiani comune ontologi- ca da Gesù Cristo e dallo Spirito cad pirito, quale Lui cominciava a manifestare il suo possesso del Gli aspetti etici, pratici di questa reciprocità sono della coscienza di una realtà viva operan- te nei cristiani e tra i cristiani. La coscienza profond: di tale realtà, il riconoscimento di una unità strutturale tra loro, in quanto ognuno è parte del mistero di Cristo, costituiscono l’unica motivazione esaurient* un modo solidale di atteggiarsi l'un l’altro, di gue”, Sie di trattarsi, di accettare anche con sacrificio 0, Ge sarebbero stati estranei. Dice Paolo scritte Voi «Parlo come a persone intelligenti; 80, che Stessi quello che dico: il calice della DEN") sang Orto) E non è forse comunione COP, , fo! il j spezziamo» DS, yn 50° fg nione Wialicerno di “Cristo? Poiché or sol tutti | Noi, pur essendo molti, siam® Pa è ge infatti partecipiamo dell'unico Pa?” diceva per introdursi a corregg® LILLE LLG FEE 7A fa 7, 417, £ IE, it È ali sl si stavano verificando nella comuni sud die di come porta aperta all’ostilità non Va i n un generico Ti iamo al volersi bene, ma viene ta c05 lo tentativamente ridimensionata tramite l’ap- n a un dato di fatto: siamo una cosa sola, pelo a sbiamo in comune Cristo, tanto più abbiamo in une le cose della vita, sia materiali che spirituali: comi l'idea guida dei rapporti concreti dei primi cri- €000 ‘tra loro. Da una realtà ontologica scoperta e stan sciuta scaturisce il bisogno di un comportamen- ve vorrei delineare le connotazioni principali che parola, koinonia o comunione, portava con sé, eu uesto pur breve elenco è estremamente signi- i di una immagine di Chiesa che fin dall’inizio sì icitata e che poi con l’andar dei secoli si è appro- Pera e dilatata. a) Un ideale etico io é hanno in comune il fondamento e il senso vita, Gesù Cristo, i primi cristiani sentono come legge della loro convivenza la tendenza a mette- rein comune e, più profondamente, a concepire in co- mune le risorse materiali e pipa, La parola im- portante, in questo primo elemento di analisi, è la lenza» o «tensione». Essa implica una li- “ erva al riguardo de Lubac, di passo di » Lubac, proponendo ai suoi lettori un dcani fin dei conti si tratta di ritrovare nel silenzio interiore più ci più una società spirituale sempre più presente e cantato nel suo antique de , in cui risuona antichi Padri: “Nessuno dei nostri fratelli, capace di venirci meno, e nel più gelido avaro, Sp noie vie ni ha tutte, Una sola di cui îo non abbia bisogno e di cui ta ol [...] Ci sono molte anime, e non ce n'è una sacra in e de Palm », in 1835, p. 119, ct in H. » OP. Cit., p. ), venduto Î doo Prete ine si e era domunità ivrano Così il sacrificio fatto con cbtrizione AIIITREE a letro anna. L'assenza Ho Spino e È gioia, quell'ilarità del cuore cui accen- di 005 olo non sono un fatto esteriore, una maschera nava Pa le di contentezza. Si può compiere un sacrificio sUPErten Rene la fatica fino alle ped eppure con den ; ontaneità, insomma volentieri, come li uldme cere Suggerimento di qualcosa che si vuole nelimi ere, con passione, come l’espressione n ualcosa espri! pena vivere e perciò manifestare.*° Tale crite- io è l'opposto del Salento del sacrificio concepito e no °;n nome di un formale senso del dovere: si tratta se del dono di sé a Dio come frutto autentico della adesione al grande dato di fatto, la comunanza Fronosci Fosciuta della ragione di vita. b) Una connotazione istituzionale La parola communio, 0 koinonia, che abbiamo visto ten- dere a esprimersi come una condivisione vissuta nella ® Moraldi, studioso del giudaismo e del primo cristianesimo, confer- ma questo punto di vista comunione della comunità primitiva, così E e AE Aozituo va osservato che la dii Se iero seeciale cl piano spiritugle non ì non ha riscontro nella Bibbia e non corrisponde bene al E Du l’uomo è sempre considerato nella sua concreta sato di materia e di spirito uniti indissolubilmente. Inoltre i e compe nella Chiesa di Gerusalemme non vi fosse credenti fossero uniti in un cuore solo e un'ani- da Gesu LTISIV, assume arc] ale. Tale parola cioè ce io Com o visto finora, l'incidenza eti dica dei cristiani nella loro conte, del pi r che li salva, ma anche Di " APpa, ai Galati Paolo racconta di me vd, a Viaggio coloro che erano ritenuti la ma ver la nascente comunità crisi id °C — il vangelo che io Pa, È o confronto, Poiché es di | gatorietà o meno i ; ottoporsi alla Darencirione. e de giudaica, Paolo si fa premura di che ha avuto il conforto di un «E riconoscendo la grazia a me no, Cefa e Giovanni, ritenuti leo giunge Barnaba la loro destra in e one». luesto un gesto significativo zione IS atto dî riconoscimen na a di mano, della partecp* una medesima missione, a una istituzionale. Così koinoni . Len per indicare la E vengono come sinonimi del termine ecclesia, in = ongono Mfinato ci Dio come fatto sociale che ha —- sua forma, Come. istituzione, struttura A pan ‘una Nell'uso della. Chiesa primitiva tali termini, sol oltre che UN tipo di vita cominciarono subito è voli i, indicare UN vincolo stabile, sia per inci sap: la pre universale, e a mettere in rilievo una La tensione al condividere nella libertà è aiutata dal can 0% di forme e strutture stabili che ne costituisco- no l'alveo, che ridimensionano il disordinato irrompe- re nell'esperienza di impet! isolati, destinati a spegner- si e facile preda di un so ttivismo sproporzionante, senza la pietra di paragone di un contesto sempre re- In questo senso sono commoventi altri sinonimi via j comunità cristiane per indicare la real- tà intera della Chiesa a parure da un particolare valo- re individuato e speri . Uno dì questi è, per e- cirene, che significa pace, € che viene usata per indicare il vincolo che unisce tutti i cristiani. Citando san Paolo, così raccomanda Ful- di Ruspe: «Un cuore solo e un'anima sola: ec- i folla colui che è l’uni- iglio, e che è con il Padre eil Figlio un solo Dio. Così l'Apostolo dice che questa unità sia conservata con cura nel vincolo FFS de i È Li 72 % EE: Isis seSg FER FELÈ 8 egli 5g i i E Deo cor et animam fecerat multitudinis in Deus. Patris et at ct Spi ct cem Pa LO è interessante i] ma jone, Policarpo vela vare la liturgia eucaristica 1° ‘come segno di unità, indi nze. ‘del fatto che la celebra; I x cristiani co n o della loro fede comunei sai diffusa nelle comuni unione». «Quando un di riceveva dal proprio y, ndazione, Una specie dj presso qualsiasi comuni iva accolto amichevolmente 0. Questa istituzione, di cui npi apostolici, non recava ci, come ad esempio ai com. tessi vescovi, che potevano esa, per tutto l'Impero, mes passaporti si chiamavano let- ‘comunione, poiché attestava- teneva alla communio e po- istia.»& Si comprende a inciso, il significato originale che iesa ha il termine «scomunica, comunione», che segnava sciuto dal vescovo non veniva 20" la + rosta É stiani non si è dunque mai Po affidato alla 0 I ii curr i ;rà, ma alcuni riflettono la funzione di Gesù in modo i | DI nale: come insegnament im ecceriore la realtà divina. prio di cn Ja stessa realtà della natura si osserva che a mano che la struttura biologica di un o i i 3 feziona, si ac le funzioni: Yuna deo Fanismo si dà specifiche funzioni espressive. Il ore ha valorizzato al massimo le nostre com- naturali. Così ha voluto che esistesse una n 3 i | Î [cn funzionalità nell'esperienza comunitaria che in Lui si sarebbe radicata e in cui Lui sarebbe stato sem- te. perni Daniel-Rops: «Gli elementi fondamentali posti da lui si distinguono chiaramente nella comunità imitiva. Si ha l'impressione che gli apostoli, suoi primi testimoni da lui stesso designati e stabiliti, godesse- ro, com'era giusto, di grande autorità morale [...] Tra i Dodici Pietro sembra occupare un posto di primo piano [...] è colui che prende le iniziative. La sua opi- nione ha un peso particolare. [...] Questa preminenza di Pietro, che avrà un'importanza considerevole nella storia cristiana per le sue conseguenze, si fonda essa pure sulla dichiarazione esplicita del Maestro, che ha voluto dare alla sua formazione un rin gerarchi- 00 € che ha chiaramente designato come la pietra sulla quale avrebbe edificato la Chiesa quest'uomo saggio, dal cuore generoso, la vecchia “roccia”.»* Non è il caso in questa sede di riandare alla celebre discussione sull’au- del brano di Matteo® cui qui ci si riferisce; ba- i protestante pic 'Fitenticità.® a Mony in base a un preciso inga l'data sugli apostoli e sul pay Bla. i chi però, come parti L. apostoli ebbero bisontt ello che è certo è che qui ha or; di ‘gu tutta la singola comunità, B!Ne ra di Pietro è uno dei passi ne l'espressione episkopoy nè ficato è interessante |a rela quello di «pastore». Come de entando la Lettera di Pietro i guardare premuroso del Pe ato e lo stare attento ai perico. che qualche cosa della ricchezza agine viva del pastore sia entrata 2 episopo”, termine che lenta. come i vescovi avessero una rete traverso le «lettere di pace», 0 o «lettere commendatorie». del vescovo come capo del rileva al riguardo: «I versetti sine nel loro 0 così bene come le memb t; grandi ore dell 74 i; UE, È Uh PPS i soldati e con i predi i È i e'Impero rien dicatori, lungo tutte resto, come Gesù Cristo raggiunge gli uomini storia? Attraverso coloro che lo riconoscono e che stesso ha scelto. Ma il suo scopo ultimo è raggiun- tutti; il nucleo di coloro che lo hanno riconosciuto gr primi è in funzione di questo = l'unico motivo ade- esauriente della nostra fede è che abbiamo a strumento per comunicare ad altri quello è stato dato a noi. La dimensione morale dell’uo- che © è 0 si misura sinteticamente dalla testimo- mO ©. che offre agli altri, si misura sinteticamente dal- l'amore a Cristo per gli uomini e agli uomini per Cristo.® Tale impeto comunicativo non è imbrigliato alcuna motivazione ideologica o sociale. «La Chiesa ELL FEES: i) 5 5 È of E Lubac - è il corpo della carità sulla terra. Essa a - pic È vivo di coloro che sono bruciati da questa Cristiane ina [...] Ma non si possiede la carità se non za l'ipotsida diffonderla universalmente. Non può essere ome dimension di cui si voglia godere per sé soli, o la cui si possa trattenere entro limiti più esigui. essun focolare chiuso potrebbe illudersi di conserva- reinsé il suo calore.» Ea quello di comunicare agli altri è stato e un dovere determinante, decisivo della auten- ella vita cristiana.” Anche nella più normale uomini, che è l’affezione, l'amore di ca, mentre l’aridità, la mancanza di amo- di accentrarsi se non su se stessi taglia i tri, finché si arriva a non assaporare usto di un rapporto espressivo. ni nella nostra epoca si sono diffuse imento missionario, quasi che la sua costituisse violenza nei confronti di co- | della Chiesa, Queriniana, Brescia 1970, p. to jo è portato. Ma tale , porosa cui! messaggio intende, proprio l'art | to oscura een fervore cOMUNICAt I O Org ario del hi Sia , " ch enza dell'amore. Le for pa sono un venir meno all’autentici È viole! ‘e sono, purtroppo, sempre 1 n osa pomata € pate appaesioete Che a rep questa appassionata a serena, T Frande incontro © fatto una i "tw comp be inevitabilmente un assalto alla 1° % o rlocuto! + Mi spiego con un esempio Sei ssi un insegnante di matematica e durante un “- ito im inte, camminando tra i banchi, mi accor che ì miei ragazzi, ai quali ho insegnato cor e ai quali sono affezionato, stessero tutti in. in un grosso errore, e quando loro mi o, con il caratteristico atteggiamento ansi» gativo con cui un insegnante viene osser- ti casi, io buttassi là una frase di avverti i una indicazione per la soluzione, | questa considerata una violenza? Dove derata un aiuto. Allora, la com i rtezza è in qualsiasi caso un aiuto per chi ‘se non ritenesse di aderire n : questa dà comunque comuni ertezza è possibile e che la sua Che res 7 Bustone ipotesi di pa ferie Dio per eno ca li rchere! ‘ ttosto» INT i uesto soltanto so: dimenti NN ps Sirso il futuro, corro verso no RETI i prosnesta dichiarazione di imperfezione fa riflettere se alla frequenza con la quale dai documenti ci kn ì si pese Je comunità primitive usavano l'appellativo wi i apPranto». Proprio Paolo apre, per esempio, a Lettera Ò îi Romani, con un saluto ai «santi»: «A quanti sono in Roma @ mati da Dio e eee vocazione, grazia a îa Un ‘# conclude allo stesso modo la Lettera ai Filippesi: ti VSalutate ciascuno dei santi in Cristo Gesù»;!® inizia di ente quella agli Efesini: «Paolo, apostolo di hang; ù sso per volontà di Dio, ai santi che sono in ip Gest. Le comunità dei primi cristiani, infatti, si def n te piivano comunità di «santi». Questo non manca mai in >, € Quando fondo di sconcertarci, in particolare se paragonato la, ine della corsa verso una perfezione non aMEG gina ancora raggiunta. L'avvertire tale contrasto è inevitabile Egnante rea la nostra mentalità in cui santo equivale a perfetto. Rion così era sentito tale termine dalle prime comunità: ei il suo senso era fio sen cioò priora qualcuno * ’Alleanza di Dio con l’uomo e la ii si protendeva in un cammino secondo il volere ra, sof Dio. Perciò Israele era il popolo santo. Tanto più so un ber santo doveva essere definito colui che era coinvolto con ignara di Gesù Vi compimento Pena perciò, come p io e come nza deve cam- alare verso l'inmedesimazione col Dio fatto uomo, è dale verso l'imitazione dell'umanità vera che si moralità in Gesù, con tutte le sue energie. Allora la ato: un £ istiana prende finalmente il suo volto ade- Nenza a dinamismo di tensione sorgente dall'apparte- Cristo, l'articolarsi di un cammino dentro il istero se ionale di Cristo in cui con l’aiuto del Suo ato È stati eletti e in cui si realizza la propria uma» 8 gerarchico tra di loro in cui valorizzano l’ultimo, hanno dei limiti, sono un gruppo coeso aperto che accoglie sempre nuove persone e sono aperti alla missione. I Cristiani venivano perseguitati, perciò diventare Cristiani significava mettere a repentaglio la propria vita e mettersi contro delle persone, eppure questi Cristiani era intriganti e affascinanti. GRUPPO DI PERSONE: sperimentano il divino. Paradossalmente sono un nuovo tipo di comunione. STRADA PIÙ ADEGUATA: QUELLA DI CONOSCERE I CRISTIANI Perché è lo stesso modo in cui Gesù si è fatto conoscere attraverso un incontro con le persone. CHIESA: chiesa vuol dire gruppo convocato da gruppo di uomini tenuti insieme dalla rivelazione di Dio. La Chiesa ha scelto prima l'umanità di Gesù e dopo la resurrezione di Gesù ha scelto l’umanità dei Cristiani. La Chiesa ha la pretesa di essere la continuità di Gesù nella storia. La Chiesa ha 3 passi: 1. storico: la carta d'identità della Chiesa primitiva. Il 1°gruppo di Cristiani che si sono riuniti dopo la risurrezione di Gesù. 2. teologico: in che senso la Chiesa rivela Dio attraverso un elemento umano. Qual è la verità su Dio che la Chiesa intende comunicare. 3. esistenziale: un uomo di oggi some può verificare che quelle cose sono vere per sé. La Chiesa (Comunità Cristiana) ha 3 caratteristiche: 1. descrizione esteriore della Chiesa (empirismo), cioè del gruppo sociologicamente identificabile. La Chiesa sono un gruppo transetnico di Cristiani che si riconoscono perché a Gerusalemme stanno sotto il portico di Salomone. I Cristaini dicono che Gesù è risorto, è vivo, è Dio ed è in mezzo a loro. Cristo risorto ha convocato tutti i Cristiani insieme, ma la maggior parte di loro non hanno conosciuto la carne di Gesù che è presente e vivo. Tutti i Cristiani sono uniti dalla fede in Gesù Cristo. I Cristiani sono un gruppo transetnico messi insieme dalla fede di Gesù Cristo. La Chiesa è messa insieme da Dio ed è convocato da Dio. I Cristiani si dicono convocati/chiamati da Dio, ma Dopo perché chiama alcuni e non tutti, perché chiama alcuni prima e altri dopo? Paolo è il 1°autore Cristiano a noi noto: Paolo prima era un persecutore dei Cristiani e dopo la sua conversione sente la necessità di unirsi agli altri Cristiani. La Chiesa è fatta di chiamati/scelti ad uno ad uno. Si sceglie di restare nella Chiesa ad uno ad uno: se uno non si sente scelto preferito se ne va dalla Chiesa. Nella vita di ogni convertito c’è il momento in cui uno si sente scelto/convertito. Si diventa Cristiani riconoscendosi chiamati da Dio con l’incontro di altri Cristiani. Il Cristiano convinto vive delle illuminazioni attraverso un fattore umano. La comunicazione di verità per le cose basilari e importanti avviene ad uno ad uno. Quando c’è una notizia da dare al gruppo si fa tutto il possibile per dirlo di persona ad uno ad uno. La verità si comunica ad uno ad uno, perché la verità comunicata con un flash fa male. La verità talvolta ti mette al muro mostrandoti i tuoi atti. La verità è come la luce molto presente nel mondo greco: la verità è lo svelamento e l’uscita dal nascondiglio. Non sempre si cresce e si ama la verità. Le verità più grandi della vita della nostra vita (affetti, cibo, amare le cose, godere di una buona compagnia, …) non le abbiamo imparate attraverso l'evidenza, ma attraverso una persona di cui ci siamo fidati e accettando la sua guida è diventata nostra quella verità. C’è un modo di dire la verità che fa male: la verità per smascherare la menzogna è una verità detta che fa male. La richiesta di un Dio che dia la prova schiacciante è meno coinvolgente della nostra libertà, mentre una prova dei testimoni è più coinvolgente. La questione di Dio si capisce solo con il coinvolgimento di tutta la libertà, ma nell’uomo il peccato originale lo fa smettere di impegnarsi in tutta la sua libertà. Nella nostra libertà c’è il disimpegno. Bisogna fare un’esperienza vera e integrare ciò con cui si vive. Tra i Cristiani una certezza incrollabile era che Dio fosse in mezzo a loro, perché si erano fidati di una convivenza che pian piano li aveva resi certi. Senza un gruppo di persone di cui fidarsi non c’è Chiesa. 2. gruppo di persone investito dalla forza di Dio (forza che dall’alto investe la Chiesa = forza/potenza divina): è la forza di Dio, cioè dello spirito Santo. La Chiesa è la casa in cui abita la potenza di Dio. I Cristiani (gruppo di persone) sono investiti da questa potenza di Dio. I Cristiani dopo la resurrezione di Gesù erano cambiati profondamente: era successo qualcosa che li aveva portati al cambiamento. Il cambiamento di sé non è solo esteriore ma è qualcosa che cambia la coscienza di sé. Quanti fatti determinano e quanti fatti diventano esperienza? I fatti aiutano a crescere e a dire “Chi sono, chi voglio essere?” I primi Cristiani erano proprietà di Dio: c’era stata un'esperienza che li aveva trasformati. Questa esperienza si chiama dono dello spirito (Pentecoste). Essi non erano più determinati dalle etichette che gli altri gli mettevano, ma erano di Cristo e usavano l'immagine del sigillo che dava loro una nuova identità. Loro parlava di appartenenza alla Chiesa come un sigillo: loro erano figli di Dio che li conosceva e li possedeva più di chiunque altro. Il sigillo indica la proprietà e la caparra indica l'inizio di ciò di cui sarai nella vita eterna se battezzato. L’unzione riveste dall'esterno, ma penetra all’interno. Se uno diventa Cristiano è perché vive l’esperienza di essere unito, cioè marcato a fuoco nell’affermazione della propria identità. I Cristiani sono una proprietà particolare di Dio tanto che lui gli ha dato lo Spirito e gli ha rivelato chi sono. I Cristiani hanno una nuova coscienza. Agli inizi i Cristiani si esponevano fino a morire, perché la loro identità era rinnovata. I primi Cristiani erano uniti ed erano di Cristo. La coscienza dei Cristiani ti fa vivere la vita in tutti i suoi aspetti molto più te stesso. L'essere di Cristo fa godere di più del proprio vivere, perché fa essere più se stessi nel proprio vivere. I Cristiani possono dire Dio è il Signore e Gesù è risorto, ma questa cosa si vede nella coscienza di se stessi e di come vivono la loro vita. Se un Cristiano non sperimenta questo difficilmente persiste nella fede e si converte. La fede ha delle prove: la maggiore coscienza di sé si esprime in un gusto e in un godimento della vita. La forza dall'alto esprime una nuova umanità di vivere le cose di ogni giorno. Il Cristiano deve vivere questo centuplo. Per vivere il centuplo bisogna vedere se hanno la coscienza nuova rinnovata dal profondo di sé, cioè dal sigillo dello Spirito Santo. 11 MIRACOLI: ancora avvengono e sfidano la nostra libertà 13 Per essere proclamato Santo un Cristiano deve avere compiuto almeno 2 miracoli certificati dai medici. Gli stessi medici che attestano i miracolo a volte credono e a volte non credono. Nei primi testi Cristiani erano operati soprattutto 3 tipi di miracoli: 1. esorcismi: la gente diceva di essere posseduta da demoni, …. Era un agente che aveva problemi psicologici. 2. guarigione: la gente malata entrava in contatto con la comunità e con la preghiera e così facendo la malattia interruppe il suo corso e la persona guariva. Lebbrosi, ciechi, … 3. profezie o preveggenza: è una capacità di penetrare il senso del tempo e di anticipare il corso degli eventi. Gesù profetizzò la caduta del Tempio di Gerusalemme. Questi fatti vanno colti come espressione di quel centuplo, cioè di quel possesso della realtà che vive in colui che dice di essere Cristio e non frutto dei propri errori e del giudizio degli altri. Un grande miracolo nella vita della Chiesa da cui gli uomini dovrebbero rimanere impressionati è il fatto stesso della Chiesa, cioè che questa realtà così fragile ed esposta al .. che si comunica ad uno ad uno e che si sia così radicata all’interno della società è la dimostrazione della capacità di vivere la vita dei Cristiani. La coscienza che si ha si esprime in atto. I miracoli, le profezie, … non scavalcano la libertà dell’uomo proprio per il metodo di comunicazione ad uno ad uno.__ PARADOSSI DEL GRUPPO DEI PRIMI CRISTIANI: vita dei primi Cristiani: RAGIONE IDEALE: coerenza tra gesto e parola. Il gruppo condivide dei gesti e dei momenti. Dei gesti devono incarnare gli ideali o meglio degli ideali forti declinati ed espressi da gesti concreti. C'era una forza coerenza, cioè un attaccamento tra ciò che i Cristiani vivevano e ciò che dicevano. Essi parlavano di Cristo come del più presente tra di loro: lo mangiavano e lo bevevano. La parola si esprimeva nel gesto. La vita era ciò che i Cristiani avevano in comune e la vita era intessuta dell’ideale. La loro vita era piena espressione di un ideale. Giovanni dice che la comunione è con Gesù Cristo che è Padre e Spirito Santo. Giovanni parla di 2 livelli; noi e voi umanamente e noi in comunione con loro. 30 STRUTTURA GERARCHICA: inevitabilmente si è accostati ad un gruppo e si nota chi parla di più e chi parla di meno, chi sta zitto, ma quando parla dice la cosa giusta, … Un gruppo non funziona se ognuno non ha un suo ruolo. Un gruppo nel quale ognuno è sostitutivo all'altro sarebbe una collettività. L’ideale è che tutti avessero una propria funzione, ma nel momento in cui si danno dei ruoli c’è anche il giudizio di come si amministra il ruolo. Molto spesso si mette qualcuno al potere e poi si abbatte. Un gruppo molto spesso crolla. È naturale che si crea una distinzione: per esempio i soprannomi. Se i ruoli diventano troppo potenti sfaldano il gruppo. I Cristiani avevano una struttura gerarchica al loro interno quindi c'erano dei capi che stavano in legame tra do loro tramite delle lettere, litigavano tra di loro, avevano l’Apostolo Pietro come riferimento che aveva un ruolo di preminenza della carità, c’era chi si occupava maggiormente della preghiera e chi si occupava maggiormente della povertà. C’erano conflitti ma il modo con cui cercavano di vivere e questa autorità portava il segno della comunione, della pace e del servizio. Per esempio la Chiesa più ricca organizza una colletta per aiutare la Chiesa più povera: i più ricchi stranamente aiutano i più poveri. Per esempio non si trovava la data della Pasqua: alla fine riconoscono che c'era un’armonia tra di loro superiore al loro conflitto esterno. L’armonia più profonda permette di vivere il conflitto senza omologarsi l’uno all’altro (ognuno di loro aveva 2 date diverse). Sulla stessa tavola stanno il ricco (padrone) e il povero (servo) e quando non andava così Paolo si arrabbiava, perché la comunione che si è vissuti con Cristo non era servita a niente se il ricco si portava via tutto il cibo. Si sta tutti insieme (agape). La gerarchia fa sentire ciascuno al posto giusto: la gerarchia è espressione di un’unità profonda. NEL GRUPPO CI SONO ALCUNI SEGRETI CHE POSSONO SAPERE SOLO ALCUNI MEMBRI: chi sa di meno è il punto di riferimento per chi sa di più (i piccoli sono di riferimento per i grandi, perché i grandi imparavano da chi sapeva di meno). 31 ci sono alcuni misteri che è bene non dire a chi è appena arrivato. È bene non dire tutto subito, ma il segreto della Chiesa viene detto tutto subito: Cristo è vivo, Cristo è Dio e Cristo è presente tra di noi. Nel gruppo non deve essere noto tutto a tutti perché a volte la legge della trasparenza dissolve il gruppo. Non tutti possono sapere tutto e tutti allo stesso momento. Un po’ il fare misterioso fa pensare “Chissà cosa non ti ha detto”. Nel gruppo i non detti creano una sorta di clima esoterico. C’è un livello a cui uno può sapere le cose. Con la scusa che io so delle cose che tu non sai ho un potere su di te e questo è un ricatto sull'ignoranza. Se io conosco una persona da 10 anni acquisiscono una conoscenza e una confidenza che non mi fa rivelare al primo arrivato. Alcune cose sono delle ferite che è meglio non rivelare subito agli altri. quel ruolo era potuto diventare il capo. I Cristini sono un gruppo messo insieme dagli errori che si sono rivelati una grazia che ha riconciliato tutti.
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