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Governo e Amministrazione Pubblica: Strutture, Funzioni e Competenze, Appunti di Diritto

Una panoramica dell'organizzazione e delle funzioni del Governo e dell'amministrazione pubblica in Italia. Esplora il ruolo del Governo in promuovendo e realizzando le politiche pubbliche, la struttura organizzativa dei Ministeri e l'attività amministrativa. Inoltre, descrive la classificazione e la distinzione tra enti pubblici, le fonti legali e il principio della preferenza di legge. utile per chi vuole comprendere la struttura e il funzionamento dell'amministrazione pubblica italiana.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 20/10/2021

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Scarica Governo e Amministrazione Pubblica: Strutture, Funzioni e Competenze e più Appunti in PDF di Diritto solo su Docsity! DIRITTO DEI BENI CULTURALI 28 settembre 2020 Lo stato come oggetto e la funzione amministrativa > VIYy Il diritto e lo stato sono complementari, ma non si sovrappongono: il diritto ha una funzione sociale (insieme di regole che un gruppo di persone si dà per organizzare la vita e le relazioni; per mantenere la sopravvivenza nel tempo); lo stato è un fenomeno storico legato al gruppo sociale = evoluzione del diritto = prodotto del gruppo sociale (cfr. Hegel) diritto = indipendente dallo stato Elementi dello Stato: popolo, territorio, sovranità Stato: comunità organizzata secondo certi criteri che si contrappone ad altri stati (diritto internazionale) Stato: entità/apparato diverso e separato dalla sua comunità e contrapposto e legato ad essa secondo le norme giuridiche (non solo impartite dallo stato) che esso produce (Stato-Soggetto) Sovranità: - elemento dello stato che è centro di potere = impone alla comunità l'osservanza di alcune regole - lo stato persegue l'interesse (interessi molteplici, diversi a seconda dei territori, della maggioranza) della collettività che lo ha prodotto (popolo), indipendentemente dall'intervento di altri stati (ognuno decide per sé) - la sovranità è legata alla politicità (realizzazione dell'interesse comunitario) - la sovranità appartiene all’ente/soggetto-Stato - sovranità popolare: la legittimazione deriva dal popolo Noi creiamo delle soggettività astratte che chiamiamo PERSONE GIURIDICHE (apparati creati per esercitare poteri o attività; es.Stato) Le persone giuridiche sono astrazioni (inventate per poter riconoscere poteri, doveri): > > Come operano? La persona giuridica agisce tramite organi Lo stato può agire per rappresentanza (persone fisiche), ma è una tecnica troppo complicata e complessa: da qui nasce l'ORGANO (è una persona fisica, un'unità organizzativa che compie l'attività che viene imputata alla persona giuridica) : tutta l'attività che compie l'organo è imputata all'ente che se ne assume la responsabilità = l'ente agisce tramite l'organo che sono persone fisiche) ORGANI MONOCRATICI (1 soggetto): titolare = soggetto singolo (Presidente della Repubblica) ORGANI COLLEGIALI (+ soggetti): titolare = gruppo di soggetti (Camere o Parlamento), costituiscono un collegio ORGANI COMPLESSI (+ organi): es. Govemo: presidente del Consiglio (monocratico), ministri (monocratico), Consiglio dei ministri (collegiale) Le funzioni dello Stato (Montesquieu = separazione dei poteri) > > > funzione normativa: produzione delle norme giuridiche (Parlamento) funzione giurisdizionale: risoluzione dei conflitti tra componenti della comunità in relazione all'applicazione delle norme giuridiche (Magistratura) funzione esecutiva: altre attività atte a perseguire l'interesse pubblico (Governo) Esistono delle sovrapposizioni tra poteri LA FUNZIONE ESECUTIVA: > Vy Govemo: promuove, elabora e (in parte) realizza le politiche pubbliche (indirizzo politico in senso stretto) indirizzo politico: graduazione di interessi pubblici, mette in ordine di priorità gli interessi pubblici (difesa, lavoro, ecc.) il programma del Govemo presentato al Parlamento contiene l'indirizzo pubblico ministro ha a disposizione delle strutture (uffici) che formano il Ministero (struttura organizzativa) attraverso le attività amministrative (realizzazione) i ministri fanno l'interesse generale della materia di competenza Presidente del Consiglio: dovrebbe essere una figura di coordinamento delle attività dei vari ministri = mai avvenuto, strutture interne (dipartimenti) hanno a capo un ministro (ministri senza portafoglio) che svolgono una parte di attività di coordinamento L'attività amministrativa: cura degli interessi pubblici (molteplici): > > 2. si divide tra enti pubblici (pubbliche amministrazioni = Stato) ognuno dei quali avrà i propri organi (di cui fanno parte i Ministeri) pluralismo amministrativo: tante pubbliche amministrazioni coordinate tra loro tramite dei legami con lo Stato) gli interessi pubblici possono essere curati a livelli diversi in base al territorio: pubbliche amministrazioni centrali (statali) sono i ministeri = possono essere “ramificate” a livello più basso (sovrintendenze, pezzi del Ministero spostati) pubbliche amministrazioni decentrate (regionali o subregionali) Classificazione degli enti pubblici: 1. enti territoriali: predisposti per curare in teoria gli interessi di un dato territorio, cioè di una comunità (regioni, province, città, metropolitane, comuni); non solo attività amministrative, ma hanno anche una funzione normativa; sono organi elettivi (scelti attraverso il voto) altri enti pubblici: gruppo eterogeneo che si rapporta con lo stato; lo Stato/Ministero può imporre direttive stringenti oppure altri enti possono godere di più autonomia (può auto organizzarsi e decidere nei limiti: legame debole con lo stato) 30 settembre 2020 La funzione normativa e le fonti del diritto > > un gruppo sociale crea le regole: la regola nasce da un FATTO (è una situazione che il gruppo sociale deve risolvere/disciplinare perchè probabilmente si ripeterà nel tempo = così ci si assicura che la situazione verrà trattata sempre nello stesso modo = CERTEZZA (si può prevedere come risolvere la situazione e programmare la propria attività) il fatto è l'origine (FONTE) della norma Caratteristiche della norma giuridica : 1. ASTRATTEZZA (io applicherò la regola un numero indefinito di volte quando la situazione si presenta = fattispecie (situazione con determinate caratteristiche )) Esistono anche dei LIMITI IMPLICITI: sono i limiti costituiti nei principi fondamentali dell'ordinamento — prima parte — diritti inviolabili (non soggetti a modifica anche se non espresso) leggi di revisione costituzionale: modifica del testo della Costituzione — legge con la stessa forza — procedimento dell'art.138 (es. numero di parlamentari) leggi costituzionali: integrano il testo della Costituzione — prevedono delle aggiunte alla Costituzione — stanno a lato di essa e vanno ad integraria — succede quando lo richiede la stessa Costituzione (es. art. 116: Regioni a statuto speciale) Procedimento legislativo ordinario 1. testo della legge viene discusso e approvato da entrambe le camere — bicameralismo perfetto (due camere con gli stessi poteri; diverso da Germania, Inghilterra) 2. la legge viene promulgata dal Presidente della Repubblica (firmata) 3. viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale (fonte di cognizione) 4. entra in vigore dopo 15 gg (vacatio legis) Procedimento aggravato art. 138 1. ogni camera deve approvare due volte lo stesso testo ad una distanza non inferiore a 3 mesi 2. la seconda approvazione deve avere la maggioranza assoluta di componenti (50%+1) della Camera pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 4. attesa di tre mesi in cui si può chiedere un referendum (la maggioranza di chi vota deve essere concorde) 5. a)non viene chiesto = promulgata e pubblicata b) viene chiesto = 1. esito positivo (promulgazione e pubblicazione); 2. esito negativo (decadenza del progetto) 6. il referendum non può essere chiesto se la legge è stata approvata in seconda lettura dai due terzi delle Camere (maggioranza qualificata) w La legge ordinaria: » fonte atto del diritto per eccellenza » approvata dal Parlamento e prima espressione della funzione legislativa > a conclusione dell'iter legislativo la legge prende una numerazione che viene posta vicino alla data di promulgazione della legge e del titolo ( es. L. 241/90) Gli atti con forza di legge: > art. 76677 » sono emanate dal Governo, contrastano con i tre poteri che dovrebbero spettare a tre soggetti diversi > zone di sovrapposizione => il Govermo può creare delle fonti primarie con forza di legge: stanno sullo stesso piano della legge » Govemo dovrebbe avere funzione esecutiva 1. Decreto legislativo: emanato dal Governo e richiede una delega da parte del Parlamento — relazione tra organi (interorganica) con cui un organo trasferisce l'esercizio di una funzione propria ad un altro organo (si mantiene la titolarità) La legge delega deve: 1. stabilire l'oggetto da disciplinare; 2. stabilire i tempi; 3. stabilire i principi e i criteri da seguire Il Parlamento crea una gabbia entro il quale il Governo deve stare per normare una materia: il controllo parlamentare è PREVENTIVO Il Governo (nei limiti) approva il decreto legislativo che viene emanato dal Presidente della Repubblica (Gazzetta Uff.) Scopo: il Parlamento approfitta della maggiore competenza del Governo nella disciplina di materie tecniche TESTI UNICI E “CODICI”: - il decreto è usato per riordinare le materie specifiche che hanno una serie di fonti frammentate (spesso modificate); per questo devono essere sistemate in un unico testo normativo (altrimenti difficile lettura): chiamati codici (nel passato testi unici: es. D. Lgs. 42 (numero: numerazione segue il tipo di fonte)/2004 (anno): Codice dei beni culturali e del paesaggio) 2. Decreto legge: atto normativo del Governo senza delega; in casi straordinari di necessità e urgenza Dura 60 gg — il controllo del Parlamento è SUCCESSIVO Poi deve essere convertito in legge dal Parlamento Il Governo deve: 1. presentarlo il giorno stesso al Parlamento per la conversione; 2. Parlamento ha 60 gg per convertirlo in legge (modificandolo o non); 3. se non viene convertito cade con effetto retroattivo (decadono, vengono sciolti i rapporti sulla base del decreto: devono essere regolati con legge ordinaria; se viene bocciato deve essere modificato, non si può più ripresentare uguale): es. DL 73/2017 3. Legge regionale: consente alle regioni a statuto speciale o ordinario di emanare fonti primarie limitatamente al loro territorio e a materie specifiche Lo Stato si priva in parte o in tutto della disciplina legislativa di una materia art. 117 Costituzione: ripartizione delle competenze legislative tra Regioni a statuto ordinario e Stato: - materie di competenza legislativa esclusiva statale (solo lo stato può disciplinare le materie in cui la disciplina deve essere uniforme es. moneta) - materie di competenza concorrente (lo stato deve disciplinare i principi generali della materia (legge quadro) + dettagli che cambiano per Regione — disciplina il dettaglio (possibilità di avere una disciplina diversa sulla stessa materia, però i principi fondamentali devono garantire uniformità) - materie di competenza esclusiva regionale (tutte le altre — residuale) La forza della legge regionale è uguale a quella statale (no principio abrogativo, criterio di competenza); deve adeguarsi se la legge statale di principio viene modificata (più basso della legge statale come forza) 7 ottobre 2020 Lo statuto regionale (Costituzione della Regione): atto che stabilisce quali sono gli organi, la loro composizione, modi di formazione, norme per il funzionamento (organizzazione) Legge regionale con procedura aggravata (complessa) Nella Regione l'organo assembleare (Consiglio) fa le leggi , la Giunta ha il potere esecutivo e c'è un Presidente Il Consiglio regionale approva le leggi Lo Statuto è fonte primaria, ha una forza particolare nei confronti delle leggi regionali (non possono andare contro lo Statuto); lo Statuto delle regioni speciali è una legge costituzionale 4. Regolamenti: famiglia/gruppo di fonti di vario tipo I regolamenti parlamentari sono creati da ciascuna camera e previsti dalla Costituzione; ciascuna camera crea un regolamento per l'organizzazione e l'iter-legislativo (materie specifiche): commissioni (procedimento stabilito dal regolamento parlamentare). Non possono essere erogati da una legge ordinaria 5. Fonti dell’Unione Europea: i regolamenti derivano direttamente da un ordinamento esterno rispetto a quello statale in materia specifica. Lo Stato accoglie automaticamente le leggi dell'UE (fonti primarie, no abrogazione). Il regolamento UE prevale sulla legge statale che non si può abrogare, ma viene DISAPPLICATA. Le direttive sono atti prodotti dall'UE che vengono indirizzati ai singoli Stati con l'obiettivo da raggiungere e i tempi entro cui raggiungerlo (stato dovrebbe avere la possibilità di scegliere il come); non è immediatamente applicabile: attraverso un atto statale deve essere recepito (tramite legge delega o decreto Igs.). UE molto spesso stabilisce anche le modalità = tema dibattuto Le fonti secondarie | regolamenti: alcuni enti pubblici possono emanare norme giuridiche. Questo potere deriva da una fonte primaria (la legge ne riconosce il potere) L'Ente pubblico-Stato: e govemo e i singoli Ministri (fonti secondarie): regolamenti ministeriali in materie di loro competenza due o più ministri emanano regolamenti su materie comuni (regolamenti interministeriali) caratteristiche dei regolamenti:norma di riconoscimento del potere — preferenza della legge (gerarchia): il regolamento contrario alla legge è invalido + riserva di legge nella Costituzione (alcune materie sono riservate alla legge, non possono essere disciplinate da leggi secondarie) riserva relativa: quando una materia può essere disciplinata dalla legge nei principi (dettaglio= fonte secondaria) riserva assoluta: solo fonte primaria può disciplinarla riserva rinforzata: dispone un procedimento particolare (art.8) La Corte Costituzionale controlla la Costituzione (interpreta le norme) I regolamenti del Governo: 1. emanazione del Presidente della Repubblica con un proprio decreto (DPR); 2. pubblicazione Gazzetta Ufficiale; 3. entra in vigore dopo 15 gg La norma di riconoscimento: nella versione originaria della Costituzione solo art. 87 (competenze del Presidente della Rep.); legge ordinaria L. 400/88 art. 18 (procedimento di formazione e tipi di regolamenti); Costituzione art. 117 (2001): potere di emanare regolamenti spetta allo Stato, regioni, province e comuni TIPI DI REGOLAMENTI GOVERNATIVI art. 17 L.400/88 » regolamenti di esecuzione: servono per facilitare l'applicazione delle leggi, dei d.lgs. e dei regolamenti dell'UE (eseguono una fonte primaria, la rendono applicabile) » regolamenti di integrazione e attuazione: hanno portata più ampia e servono ad integrare leggi che contengono solo disposizioni di principio Il principio di legalità: l'amministrazione è sempre soggetta alla legge nella propria attività; la legge attribuisce il potere e determina gli spazi e i modi di azione dell'amministrazione (pone dei limiti) Classificazione degli organi: A. a seconda del numero di titolari: organi monocratici o collegiali (vedi prima lezione): il funzionamento degli organi collegiali si basa sulla presenza (si deve riunire in modo valido) o il voto di un determinato numero di persone (quorum): a) quorum strutturale: numero di componenti presenti nel collegio che serve per la validità della riunione (50%+1), salvo che la norma non richieda diversamente (es collegi perfetti — totalità dei componenti = eccezione es. collegio di laurea) b) quorum funzionale: numero di votanti a favore di un argomento (50%+1 dei presenti alla seduta = maggioranza semplice) a meno che la norma non richieda diversamente (es. 50%+1 dei componenti del collegio = maggioranza assoluta; maggioranza qualificata = 24 o $ maggioranze elevate) Non si richiede l'unanimità, non caratterizza l'organo collegiale = decisione troppo difficile organo = ufficio (organizzazione — l'unità organizzativa) titolarità dell'organo = persona fisica, soggetto che sta a capo (dirigente) Scuole di pensiero diverse a riguardo, c'è chi pensa che l'organo in sé sia la persona fisica (giuste entrambe le idee). B. a seconda del tipo di attività: organi di amministrazione attiva (fanno provvedimenti); organi consultivi (emanano poteri); organi di controllo (non ve ne sono più molti) Le relazioni tra organi: gli organi all'interno dell'ente possono trovarsi a) in posizione di sovra-sotto ordinazione (superiore o inferiore — gerarchia anche se non è diffuso nelle relazione tra organi) b) posizione di equiordinazione (stesso piano) es. Ministri A seconda della loro posizione si creano relazioni diverse tra gli organi: 1. coordinamento (riguarda la posizione di equiordinazione): assicurazione che l'attività degli organi vada verso un obiettivo comune e si attua attraverso la creazione di un organo superiore o di un organo collegiale apposito. (accordo) 14 ottobre 2020 2. gerarchia e direzione (riguarda la posizione di sovra-sotto ordinazione): la gerarchia può avere diverse intensità (quanto può imporre l'organo superiore su quello inferiore?): A. gerarchia vera e propria (in senso stretto): l'organo superiore ha una serie di poteri che l'ordinamento gli riconosce: 1. ordine (comando o divieto): atto dell'amministrazione rivolto all'organo inferiore (dovere di obbedienza ed esecuzione); 2. avocazione: l'organo superiore si prende la competenza dell'ordine inferiore (agisce al posto dell'organo inferiore) perchè non lo ritiene idoneo; 3. sostituzione: come avocazione, ma il presupposto è diverso (qui agisce in caso di inerzia); 4. controllo: controlla l'attività; 5. annullamento degli atti illegittimi degli organi inferiori d'ufficio. Il fatto che l'organo superiore abbia così tanti poteri su quello inferiore comporta la commistione delle competenze (la competenza dell'organo superiore comprende tutte quelle degli organi inferiori) — competenze classificate per materia/tipo di attività B. direzione (gerarchia in senso ampio): organo superiore ha una serie di poteri che l'ordinamento gli riconosce (meno di una relazione gerarchica vera e propria): 1. direttiva: contiene gli indirizzi e gli obiettivi da raggiungere e i tempi — i mezzi (il come) sono lasciati all'organo inferiore (stesso concetto della direttiva dell'Unione Europea; 2. controllo dei risultati raggiunti; 3. sostituzione inerzia) e annullamento degli atti devono essere previsti dalla legge Il fatto che l'organo superiore abbia questi poteri su quello inferiore comporta una distinzione delle competenze tra gli organi (ogni organo ha le competenze proprie Oggi gli enti pubblici non sono più organizzati per gerarchia (come nell'800 e la prima metà del ‘900) — solo militari — si usa il criterio di direzione (questo è dovuto all'art. 97 della Costituzione che si occupa della pubblica amministrazione = aggiunta di un commafiniziale 01); il primo comma indica il principio di buon andamento e di imparzialità, nel secondo si parla delle sfere di competenza determinate dagli uffici (si sottintende che devono essere attribuite in modo diverso agli organi — nella gerarchia in senso stretto si inglobano)) II principio di separazione tra indirizzo politico e gestione: la relazione di direzione consente di tenere distinti gli organi e di realizzare questo principio; l'organo di indirizzo politico emana direttive con gli obiettivi da raggiungere e assegna tempi e risorse; gli organi sottostanti (dirigenti) decidono come raggiungerli attraverso la gestione. Gli organi comunicano tramite atti (direttive). Gli enti hanno politicità. (vi è un indirizzo politico anche in università) | ministeri > i ministeri sono organi dell'ente pubblico stato (persona giuridica) > titolare organo = Ministro > lo Stato ha una struttura complessa (disaggregata: se guardo un Ministero con un suo Ministro vedo un struttura organizzativa che ricalca quella di un Ente = visione apparente) il Ministero è un organo che ha la struttura di un Ente = struttura compiuta in realtà il Ministero non è un Ente pubblico Ministeri sono centrale (Roma), ma possono avere degli uffici periferici a livello locale, regionale o provinciale (pezzo del Ministero messo in periferia) VI Il modello cavouriano (evoluzione dei Ministeri) 1. amministrazione pubblica data dallo Stato (tutta) 2. Stato curava tutti gli interessi pubblici 3. vi erano Ministeri in relazione gerarchica (ministro + Uffici di | livello + Uffici Il livello) Trasformazione: si sono creati nuovi enti pubblici; la Costituzione (postbellica e postfascismo = per questo il potere esecutivo è blando) ha fissato le competenze; da gerarchia a direzione Riforma dei Ministeri: art. 95 Cost.: la legge provvede all'ordinamento della Presidenza del Consiglio e determina il numero, le attribuzioni e l'organizzazione dei Ministeri. | Ministeri sono stati disciplinati molte volte dalla legge. La struttura odierna deriva da una riforma del 1997 (Riforma Bassanini + legge delega L.59/1997) | principi della delega L. 59/1997; ridefinizione del numero e delle competenze dei Ministri da cui deriva il decreto legislativo 300/99: » ministeri con strutture interne: 1. Ministeri a Dipartimenti (macrofunzioni o grandi aree omogenee) e Capi di Dipartimento (modello più diffuso); 2. Ministeri a Direzioni Generali e Segretario Generale (figura ibrida: tra ministro e dirigente) con funzione di coordinamento degli uffici, diretta dipendenza dal Ministro, concorso all'elaborazione dell'indirizzo politico (struttura Ministero dei Beni Culturali) » ministeri con strutture esteme (agenzie ministeriali — agenzie fiscali es. delle Entrate) 19 ottobre 2020 II ministero delle politiche agricole Ministro Legisiativo Gabinetto Organismo indipendente di Valutazione della Performance mme cs ° Corpo delle 5a Simbientate e erttne a a pato agroalimentare [ I 1 DIPEISA DIQPAI 1CQRF Dipartimento delle Dipartimento delle Dipartimento politiche europee e politiche competitive, dell'spertorato centrale vfternazionali è dello “ella qualità della tutela della qualità e Ssluppo rurale agroalimentare ippiche della repressione îrodi dei e della pesca Drodott agroalimentari r f 1 r n 1 L TI 7 1 PIVE DIR POAI PEMAC AGRET vico PREF )[icORF || icore pierore — | ptezare || prin | |piesre | resine brezione direzione — | resine ||utmei | uaortori Mai | RE |(SRENT | [Eremo | ecco || re | | || erano | Pete lmcercazionel || "tue dota qualtà | |maritimae || Getertarse. ||| egtorgansi | det contrasto le dernione Stroatmentae | |soracquacotura| | umane e eri | | scontrato” | atetros acre e detppia teppericonto | |cocuncazon |[tere esi tera | |corsomatore || I I I I I I I I puiE17_][os8 17 ][ Piante ][ Pemacia ][acReTie ] [_vcone ][ pReFia > capo di Gabinetto (ufficio di diretta collaborazione con il ministro) > reparto corpo dei carabinieri (spesso) > ogni dipartimento ha un vertice: il capo dipartimento è vicino alla dirigenza, ma ha una nomina ministeriale, Ogni dipartimento ha una direzione dirigenziali (ulteriori uffici a livello più basso) Ministero = piramide principio di direzione finanziamenti per realizzare gli obiettivi del ministro VI II Ministero per i beni e le attività culturali ed il turismo: Ministro e sottosegretari sullo stesso livello, poi carabinieri per la tutela dei beni culturali organi consultivi collegiali a seconda delle materie, direzioni generali in cui la direzione generale dell'archeologia e delle belle arti sono accorpate, soprintendenze che sono amministrazioni periferiche del ministero. > struttura cambiata tanto nel tempo (nel 2014, poi di nuovo nel 2018 e dal 2019/20 è tornata in vigore quella del 2014 = cambia in base al Governo) c) cura le comunicazioni, le pubblicazioni e le notificazioni previste dalle leggi e dai regolamenti e tiene i contatti con l'esterno d) adotta, ove ne abbia la competenza, il provvedimento finale. Nel caso in cui sia un mero ufficio che non ha competenza ad emanare il provvedimento finale, il titolare dell'ufficio trasmette gli atti all'organo competente. 21 ottobre 2020 La legge generale (es. 241/90: legge di garanzia minima di diritti per il cittadini) e legge speciale —. stesso livello, ma quella speciale prevale su quella generale (succede soprattutto nel procedimento amministrativo) Uno dei principali compiti del responsabile è la comunicazione di avvio al procedimento. Ha lo scopo di poter consentire la partecipazione del cittadino al procedimento per due motivi: 1. difendere il proprio interesse (in modo che non vi siano pregiudizi — può difendersi: es. esproprio terreno); 2. i soggetti coinvolti nel procedimento possono portare all'amministrazione documenti non conosciuti (per far decidere in modo ottimale alla pubblica amministrazione e consentire agli interessati di potersi difendere al meglio). L'avvio del procedimento inoltre delimita il termine. art. 7, L.241/90 — comunicazione indirizzata ai soggetti che per legge devono intervenire e a chi a fine del processo avrà un provvedimento diretto (partecipanti necessari, nei loro confronti è necessario che venga data la possibilità di partecipare): 1. soggetti destinatari diretti della decisione finale 2. soggetti che devono partecipare secondo la legge 3. soggetti che possono avere un pregiudizio dalla decisione finale, diversi dai diretti destinatari, purché siano individuati o facilmente individuabili Esistono anche dei partecipanti eventuali che possono partecipare al provvedimento, ma non c'è l'obbligo di comunicazione di avvio — es. portatori di interessi diffusi (diverso dall'interesse pubblico; appartiene a tutti non ad una comunità specifica come ad esempio l'impatto ambientale) hanno bisogno di un rappresentante (associazione, comitato, ecc.) Modalità di partecipazione: L. 241/90 due blocchi: 1. procedimento; 2. accesso ai documenti dell'amministrazione (art. dal 22 in poi riguardano la possibilità di chiedere di vedere i documenti al di fuori del procedimento per tutelarsi) a) visione degli atti di procedimento b) presentare memorie scritte e documenti La discrezionalità: una volta raccolte tutte le informazioni e accertati i fatti, l'amministrazione può decidere. Problema: l'interesse che l'amministrazione deve realizzare (primario) contrasta con altri interessi pubblici o privati (secondari) + es. interesse del comune che vuole realizzare un parcheggio (garantire la corretta viabilità) contrasta con l'interesse degli abitanti che vogliono un'area verde: lì si trovano dei reperti archeologici (secondario) — contrasto con il comune. Nessun interesse deve essere lasciato da parte. L'amministrazione dovrà fare un bilanciamento (ponderazione) di tutti gli interessi e decidere in che misura l'interesse primario dovrà prevalere sugli altri. Questo margine di scelta sulla prevalenza di un interesse sull'altro è la discrezionalità dell'amministrazione. Le decisioni prese costituiscono l’attività discrezionale (non è libera perché il fine è stabilito dalla legge). L'attività vincolata: quando la legge prevede non solo l'interesse da perseguire (fine) ma anche come l'amministrazione deve perseguirlo. L'amministrazione non ha margine di scelta. L'amministrazione non deve ponderare, ma rilasciare il provvedimento già preso dal legislatore. La discrezionalità tecnica: invenzione dei giudici. A metà tra l'attività discrezionale e quella vincolata. L'amministrazione ha un margine di scelta, fa delle valutazioni che derivano dall'applicazione di criteri tecnico/scientifici, non dalla ponderazione di interessi. Tipica dei beni culturali. Come si dichiara l'interesse culturale di un bene? Bisogna applicare criteri tecnici, scienze che stanno al di fuori del diritto, conoscenze diverse dal diritto (architettura, storia dell'arte..). Vi è comunque un margine di scelta— può decidere che un qualcosa non abbia tale interesse culturale da essere dichiarato bene culturale. Conclusione dell'istruttoria. una volta compiuto il bilanciamento dei vari interesse e deciso quale e come deve prelevare: a) il responsabile emana la decisione — provvedimento SE ne ha la competenza (organo) b) il responsabile del procedimento prepara una bozza di decisione e la invia all'organo di competenza per l'emanazione (art. 6, L. 241/90: il responsabile fa una bozza, lo manda all'organo competente che è obbligato a tenere l'istruttoria a meno che non dia una motivazione nel provvedimento finale) c) il termine di conclusione: art. 2, comma 2, L. 241/90: le amministrazioni statali devono fissare i loro termini (ministeriali, a meno che la legge non lo preveda già); se non vengono fissati il termine è di 30 giomi (brevissimo: fatto in modo da esortare le amministrazioni a fissare i termini dei procedimenti); comma 3 (il Presidente del Consiglio può emanare regolamenti se la legge lo prevede — stessa cosa dei regolamenti ministeriali; termine non superiore a 90 gg); comma 4 e 5 prevedono dei termini diversi che non durano più di 180 gg) d) la fase costitutiva: al termine della fase istruttoria l'amministrazione emana la decisione (provvedimento: manifestazione di volontà o esercizio del potere nel caso concreto). La disciplina del provvedimento è di origine dottrinale o giurisprudenziale. 26 ottobre 2020 La proprietà pubblica: il demanio e il patrimonio indisponibile > una grande fetta dei Beni Culturali appartiene alla proprietà pubblica > regole diverse dalla proprietà privata > per poter svolgere la propria attività l'amministrazione ha bisogno di beni (servono per raggiungere il fine pubblico) > ma l’amministrazione pubblica può essere proprietaria di beni? art. 42 Cost. (proprietà pubblica o privata: prevede che il soggetto pubblico possa essere proprietario di bene) Proprietà = diritto assoluto sulla cosa che impedisce ad altri soggetti di usufruire della cosa. La proprietà funzionalizzata: > la proprietà pubblica è caratterizzata dalla funzionalizzazione al fine pubblico (proprietà-funzione) > proprietà pubblica destinata a raggiungere il fine pubblico > i beni sono destinati al perseguimento degli interessi della collettività con corrispondente dovere dell'amministrazione di usarli in tal senso > proprietà privata: il proprietario può fare quello che vuole della sua cosa/bene I beni pubblici. costituiscono una parte dei beni di proprietà dell'amministrazione (solo una parte) e si distinguono per: a) appartenere allo Stato o ad altri enti territoriali b) essere utilizzati direttamente per perseguire l'interesse pubblico Tipi di beni pubblici (Codice Civile art. 822-826: disciplinati dal Codice Civile come la proprietà privata; legame di disciplina tra beni pubblici e privati. Codice civile parla di APPARTENENZA) a) beni demaniali (art. 822 demanio ha diverse tipologie: 1. demanio marittimo (appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico il lido del mare, la spiaggia, le rade e i porti; 2. demanio idrico (i fiumi, torrenti, laghi, altre acque definite pubbliche); 3. demanio militare (opere destinate alla difesa nazionale). Questi beni appartengono allo Stato in via esclusiva e necessaria — demanio necessario: beni che per loro natura non possono che appartenere allo Stato). Fanno parimenti parte del demanio pubblico, se appartengono allo stato (possono appartenere a soggetti diversi dallo stato — demanio eventuale/accidentale: beni che possono appartenere a chiunque, ma che, se appartengono allo Stato, diventano demaniali es. Stato) le strade, autostrade..; gli immobili riconosciuti d'interesse storico, archeologico e artistico a norma delle leggi in materia; le raccolte dei musei, delle pinacoteche, degli archivi, delle biblioteche. | beni demaniali sono di due tipi: o immobili o universalità di mobili (considerati come gruppo). Altra distinzione: demanio naturale: si trovano già in natura; demanio artificiale: deriva dall'opera dell'uomo. Esiste anche un demanio culturale. Beni soggettivamente e oggettivamente pubblici (come quelli del patrimonio indisponibile). Caratteristiche beni demaniali: 1. appartenenza all'ente territoriale (anche al Comune, Regione..), anche cimiteri e mercati sono beni demaniali 2. beni immobili con l'unica eccezione del demanio eventuale dove ci sono le universalità di beni mobili (raccolte, collezioni) b) beni patrimoniali indisponibili : (beni disponibili non fanno parte dei beni pubblici). art. 826 CC parla di questi beni: fanno parte dei beni indisponibili dello Stato: foreste, miniere, cave..; cose d'interesse storico, archeologico, paletnologico, artistico, da L'INDIVIDUAZIONE DEI BENI CULTURALI L'interesse culturale: l'interesse deve essere accettato dalla pubblica amministrazione tramite un procedimento amministrativo per emanare un provvedimento > i procedimenti di identificazione non sono tutti dello stesso tipo né si concludono con lo stesso atto amministrativo > il procedimento non è sempre necessario perché alcuni beni sono riconosciuti direttamente dal legislatore > il procedimento dipende dal tipo di proprietario del bene (soggetto pubblico o privato) > il procedimento consiste in una dichiarazione di sussistenza dell'interesse art. 10, c. |, CBC: i beni culturali sono cose immobili e molti appartenenti allo Stato, alle Regioni, agli enti pubblici territoriali e non, persone giuridiche senza fine di lucro (fondazioni equiparate agli enti pubblici sebbene private; devono avere un interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. art. 10, c. 2, CBC: sono beni culturali: raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e luoghi espositivi; archivi e singoli documenti; raccolte librarie delle biblioteche appartenenti a quanto citato prima (criterio del proprietario): automaticamente beni culturali art. 10, c. 3, CBC: necessitano di un provvedimento dell'’amministrazione (dichiarazione): beni con un interesse particolarmente importante appartenenti a soggetti diversi da quelli indicati nel comma |; archivi e singoli documenti di interesse storico particolarmente importante appartenenti a privati: raccolte librarie con un eccezionale interesse culturali appartenenti a privati; cose che appartengono a chiunque con un interesse particolarmente importanti o eccezionale per l'integrità e la completezza del patrimonio artistico IL PROBLEMA DELLA PROPRIETÀ’ Dall'art. 10 CBC si rivela subito una distinzione: A C.1 sono beni culturali le cose ... che APPARTENGONO a determinati soggetti: * Stato Enti territoriali Enti pubblici non territoriali Enti privati senza scopo di lucro (persone giuridiche SE PRESENTANO INTERESSE STORICO, ARTISTICO ETC. A c.2 sono INOLTRE beni culturali quelli della lista a)-e) QUESTI BENI SONO SEMPRE DI SOGGETTI PUBBLICI A c. 3 sono ANCHE beni culturali QUANDO E' INTERVENUTA LA DICHIARAZIONE, un'altra serie di cose che: - POSSONO APPARTENERE AD ALTRI SOGGETTI (ANCHE PRIVATI) - Presentano un INTERESSE RINFORZATO perché devono essere o di interesse PARTICOLARMENTE IMPORTANTE o ECCEZIONALE Se ne deduce che : 1) L'interesse culturale non va sempre dichiarato (c.2) 2) L'interesse culturale può essere di varia intensità — Semplice (c.1 e 2) — Importante (c.3) — Eccezionale (c.3) 3) Il soggetto proprietario è rilevante perché a) se privato — il bene può essere dichiarato culturale solo se l'interesse è importante o eccezionale (necessaria la dichiarazione) b) se pubblico + ulteriore sotto distinzione * C.2 NESSUNA DICHIARAZIONE * C.3 è necessaria la DICHIARAZIONE SE IL BENE è NELLE LETT. D) ED E) DUNQUE: Ci sono due criteri alla base della verifica e dichiarazione dell'interesse culturale a) CRITERIO SOGGETTIVO (guarda il proprietario). che distingue gli Enti pubblici, gli Enti privati senza fine di lucro e gli altri privati b) CRITERIO OGGETTIVO (dell'interesse e di tipo) che si innesta sul primo ed è inerente alla qualità della cosa e distingue Cose di interesse semplice, Cose di interesse particolarmente importante e Cose di interesse eccezionale » L'art. 12 c.1 parla di un procedimento di VERIFICA in relazione ai beni di cui all'art. 10 c.1 e aggiunge ulteriori elementi. Le cose devono essere di autore non più vivente e devono avere più 70 anni (tutela dei diritti economici dell'autore e del proprietario per il tempo relativamente vicino alla creazione dell'opera). Le cose indicate all'art.10 c.1 che hanno queste caratteristiche sono considerati beni culturali fino a verifica. La verifica serve a svincolare una cosa che si presuppone bene culturale. »> art. 10, c. 5 Non sono considerati beni culturali (indipendentemente dal proprietario) le cose che sono opera di autore vivente o la cui esecuzione risalga a meno di 70 anni (beni c. 1 e 3 lett. a) ed e) e a meno di 50 anni (beni c. 3 lett. d-bis) SCHEMA 1 ART. 10 (IEcSi INTERESSE PART. _ [INTERESSE Cav, (VITALI ee Pubblico Proprietario Art 10,c.1 c3, lett. D) ©.3 lett. D-bis) edi E Ente privato senza c.1 calett.8)eD) | c.3lert.C),D-bI), fine di lucro ede) BE CEISODISTO) c.3 lett. d-bis) LA VERIFICA DELL'ART. 12 CBC L'art. 12 prevede un procedimento di VERIFICA per i beni DELL'ART. 10 (1) .Proprietà pubblica o equiparata. | beni perciò si presuppongono VINCOLATI fino a che non si sia concluso il procedimento. La verifica è volta al possibile svincolo A CARATTERISTICHE DEL PROCEDIMENTO Può essere d'ufficio o su iniziativa di parte ed è di competenza del MIBACT. Si svolge sulla base di indirizzi di carattere generale fissati dal Ministero e si basa sulla presentazione di schede con i dati descrittivi del bene. Il procedimento non è disciplinato se non per il termine di 120 gg. e in esso vengono applicate dunque le norme generali della legge 241/90. A ESITO DEL PROCEDIMENTO a) NEGATIVO: le conseguenze cambiano a seconda dell'Ente proprietario : 1) Stato e altri enti territoriali comportano la sdemanializzazione del bene immobile (salvo ragioni di pubblico interesse). Quindi l'ente pubblico può venderlo a meno che l'ente pubblico non voglia sdemanializzarlo 2) Altri enti pubblici e privati comporta l'esclusione dell'applicazione delle norme del CBC b) POSITIVO: accertamento dell'effettiva sussistenza dell'interesse culturale e applicazione delle norme del CBC, LA COSA DIVENTA BENE CULTURALE Procedimento di verifica -dichiarazione art. 10 Ea steli piene Proprietario 2 1 c. 3 lett. D), D-bis) Pubblico Ente privato ci c. 3 lett. B), C)e D) senza fine di D-bis, ed E) lucro Privato 3 9 novembre 2020 Art. 14, c. |, CBC: il soprintendente (se ne occupa lui) avvia il procedimento, anche su richiesta (iniziativa anche da un ente diverso dal Ministero) della regione e di ogni altro ente territoriale interessato dandone comunicazione al proprietario (titolare del diritto di proprietà), possessore (ha la cosa ma non ne è proprietario) o detentore della cosa in forma oggetto. (considera chi in quel momento ha la disponibilità del bene) Il procedimento (disciplinato dall'art. 14) serve ad accertare la presenza dell'interesse culturale. L'unità responsabile è la soprintendenza competente sul territorio (la persona fisica è il soprintendente). L'iniziativa è su istanza o d'ufficio (anche iniziativa pubblica). art. 14, c. 2, CBC: la comunicazione contiene gli elementi di identificazione e di valutazione della cosa risultanti dalle prime indagini (la soprintendenza prima di cominciare deve identificare e valutare nel bene l'interesse culturale — indagini sommarie), l'indicazione degli effetti (c.4) e l'indicazione del termine (non inferiore a 30 gg) per la presentazione di eventuali osservazioni. La comunicazione di avvio deve contenere tutti gli elementi previsti dall'art.6 L, 241/90 ma in più (c.2) anche gli elementi risultanti dalle prime indagini — esiste un pre procedimento volto a capire in via preliminare se esistano elementi della cosa che indichino la presenza dell'interesse culturale art. 14, c.4e 5, CBC: 4) la cosa che è valutata dall'amministrazione per capire se ha un interesse culturale durante il procedimento e fino alla fine di esso si considera in via cautelare come se fosse un bene culturale. 5) gli effetti del comma 4 cessano al termine del procedimento — termine stabilito dal Ministero dei beni culturali 3. Lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni assicurano e sostengono la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e la valorizzazione. 4. Gli altri soggetti pubblici, nello svolgimento della loro attività, assicurano la conservazione e la pubblica fruizione del loro patrimonio culturale. 5. | privati proprietari, possessori o detentori di beni appartenenti al patrimonio culturale, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, sono tenuti a garantirne la conservazione [1]. Il legislatore individua un obbligo specifico di conservazione riferito sia ai beni culturali che al paesaggio cioè al patrimonio culturale. art. 1, c. 6 6. Le attività concernenti la conservazione, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale indicate ai commi 3, 4 e 5 sono svolte in conformità alla normativa di tutela. = La conservazione è riferita al patrimonio culturale perciò sia beni sia paesaggio e deve svolgersi secondo le regole previste da codice e non a discrezione del proprietario ART. 29 PRIMA PARTE 1. La conservazione del patrimonio culturale è assicurata mediante una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro. (il legislatore ci viene incontro perché ci dà delle definizioni) 2. Per prevenzione si intende il complesso delle attività idonee a limitare le situazioni di rischio connesse al bene culturale nel suo contesto. Prevenzione significa che devo valutare il rischio prima. (tutte le attività che limitano il rischio di danneggiamento come recinzioni ecc. sono attività di prevenzione e rientrano nella categoria di conservazione) 3. Per manutenzione si intende il complesso delle attività e degli interventi destinati al controllo delle condizioni del bene culturale e al mantenimento dell'integrità, dell'efficienza funzionale e dell'identità del bene e delle sue parti. (attività generiche) 4. Per restauro si intende l'intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all'integrità materiale ed al recupero del bene medesimo, alla protezione ed alla trasmissione dei suoi valori culturali. Nel caso di beni immobili situati nelle zone dichiarate a rischio sismico in base alla normativa vigente, il restauro comprende l'intervento di miglioramento strutturale. (intervento materiale, sottotipo della manutenzione) Per tutto il 900 non c'è mai stata una definizione di restauro. L'attività di restauro era rimasta per molto tempo senza una disciplina specifica. Il restauratore non era mai stato visto come figura professionale specifica. (iscritti in un apposito elenco presso il Ministero dei beni culturali) Articolo denota la complessità della conservazione che risulta da diverse attività; studio, prevenzione, manutenzione e restauro. Attività che devono essere coerenti, coordinate e programmate. Particolarità: l'articolo si opera espressamente del restauro ART. 30 CBC OBBLIGHI CONSERVATIVI 1. Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pubblico hanno l'obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza. Essi hanno un doppio obbligo di conservazione. 2. | soggetti indicati al comma 1 e le persone giuridiche private senza fine di lucro,(fondazioni) ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, fissano i beni culturali di loro appartenenza, ad eccezione degli archivi correnti, nel luogo di loro destinazione nel modo indicato dal soprintendente.. | privati proprietari. possessori o detentori di beni culturali sono tenuti a garantirne la conservazione. Essi hanno un obbligo specifico. Vi è una disciplina specifica di conservazione degli archivi a seconda che siano pubblici o privati. OSSERVAZIONI: Gli obblighi sono posti in capo a 3 categorie di soggetti. > Lo stato, gli enti pubblici territoriali e gli altri enti pubblici e i singoli privati hanno un obbligo generico di conservazione dei beni. > Lo stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali e i privati senza fine di lucro hanno un obbligo più specifico di conservazione (mantenimento dei beni culturali nel luogo di destinazione e nei modi stabiliti dal Soprintendente). > Lo stato, gli enti pubblici territoriali e altri enti pubblici hanno un doppio obbligo di conservazione (generico + specifico) INTERVENTI VOLONTARI E IMPOSTI La conservazione comporta degli obblighi e questi si dividono in 2 tipologie: interventi volontari e imposti che il proprietario deve fare per mantenere in vita il bene e per preservare durata del bene. a) INTERVENTI VOLONTARI ART.31 Gli interventi devono quindi essere autorizzati. L'intervento volontario è sempre a iniziativa del proprietario che, quando chiede l'autorizzazione, può anche richiedere che il Soprintendente si pronunci sulla possibilità di ottenere contributi statali (finanziamenti da parte del Ministero) o agevolazioni fiscali. Questi contributi statali sono previsti dalla legge all'art.35. Tuttavia posso chiedere di avere accesso ai contributi statali fino alla metà del costo dell'intervento anche se c'è un'eccezione (particolare rilevanza o beni in uso o godimento pubblico). La concorrenza alla spesa dipende dai fondi a disposizione del Ministero che vengono stanziati annualmente. INTERVENTI IMPOSTI ART.32 Si tratta di un Caso di autotutela dell'amministrazione in cui l'amministrazione se il legislatore glielo concede ha un potere di esecuzione coattiva del provvedimento quando il provvedimento impone un'attività dell'amministrazione e il privato non adempie al provvedimento —dell'amministrazione. (autotutela esecutiva) L'amministrazione provvede direttamente senza passare davanti al giudice. L'amministrazione realizza da sé l'interesse pubblico. Qui non abbiamo un provvedimento dell'amministrazione qui è la legge che impone al proprietario di garantire la conservazione del bene. Se non provvede l'amministrazione può imporglielo oppure provvedere direttamente a spese del proprietario. SOLO SE LA LEGGE LO PREVEDE Questo è un procedimento d'ufficio IL PROCEDIMENTO DI ESECUZIONE COATTIVA Procedimento parte dall'amministrazione e quindi inizia solo d'ufficio gestito dalla soprintendenza 1. La soprintendenza valuta interventi da effettuare e redige una relazione tecnica. La relazione tecnica dichiara stato del bene e gli interventi da effettuare. (PRE PROCEDIMENTO) 2. Comincia poi il procedimento vero e proprio in contraddittorio con il proprietario. Questo procedimento assomiglia a quello di dichiarazione in quanto vi è anche lì un pre procedimento. Nella comunicazione di avvio vi è il necessario invio della relazione tecnica perché il proprietario deve essere a conoscenza delle indagini dell'amministrazione per portare sue osservazioni. Viene assegnato un termine di 30 giomi per la presentazione di delle osservazioni. Scaduto il termine di osservazioni, la soprintendenza da al proprietario da un altro termine per permettere al proprietario di presentare il suo progetto di interventi purchè sia conforme alla relazione tecnica. Si hanno 2 possibilità a) Proprietario presenta il progetto. La soprintendenza può approvare il progetto oppure approvarlo con delle modifiche. Il proprietario si adegua alle modifiche e la soprintendenza fissa un termine per iniziare i lavori b) Il proprietario non si adegua e quindi non presenta il progetto oppure che il proprietario non si adegui alle modifiche oppure il proprietario presenta il progetto ma l'amministrazione lo respinge e solo in questo caso abbiamo l'esecuzione diretta da parte dell'amministrazione. L'esecuzione diretta da parte dell'amministrazione si ha quando il proprietario non si conforma a quello che è stato stabilito dall'amministrazione. L'intervento è effettuato dall'amministrazione ma le spese sono a carico del proprietario. La legge prevede però che anche in questo caso nonostante ci sia l'inadempimento del privato si possa accedere lo stesso ai contributi ministeriali secondo gli stessi criteri degli interventi volontari. Nel caso di esecuzione diretta il ministero stabilisce la quota a carico del proprietario. Se il privato può accedere ai fondi ministeriali allora la riscossione avverrà per il restante posto a carico del proprietario. IL C.D VINCOLO INDIRETTO ART 45 È una modalità di tutela in fondo alle misure di conservazione. Il vincolo indiretto è detto così perché posto su beni vicini a quello protetto. Es. terreno vicino alla villa può essere vincolato. È indiretto perché deriva dalla vicinanza al bene culturale. | vincoli indiretti possono essere di varia intensità ,si potrebbe incidere sul tipo di coltura che viene fatto intorno al bene immobile vincolato direttamente. Tuttavia il vincolo indiretto è più difficile da porre da parte della soprintendenza perché comporta una limitazione del diritto di proprietà. Di solito accade che il proprietario fa ricorso, dicendo che vincolo indiretto è illegittimo. Il vincolo indiretto dovrebbe essere sempre caratterizzato da un principio di proporzionalità. Se l'amministrazione pone un vincolo indiretto, l'ente territoriale ad esempio Il comune deve recepire le prescrizioni medesime nei regolamenti edilizi e negli strumenti urbanistici. Il comune ha un piano regolatore ovvero una mappa del territorio dove in ciascuna zona è stabilita la destinazione d'uso. Il comune deve tenere conto anche dei vincoli che derivano dal ministero dei beni culturali. Quindi il vincolo indiretto è accessorio in quanto dipende da quello diretto e mira a tutelare : l'integrità del bene, la prospettiva e la luce la sua visualizzazione e le condizioni di ambiente e decoro definite come armonia e continuità stilistica tra monumenti e insediamenti vicini. | beni inalienabili sono però trasferibili da un ente territoriale a un altro. Se non appartengono allo Stato deve essere data semplice COMUNICAZIONE al Ministero + art. 54 (3) Se lo Stato è ACQUIRENTE non serve autorizzazione — art. 57. Se l'ente non è territoriale non può possedere beni demaniali però questi beni possono essere venduti con autorizzazione. La condizione è che dall'alienazione non derivi danno alla conservazione e alla pubblica fruizione dei beni medesimi. tuttavia Quando vi è un procedimento di verifica ,i beni sono temporaneamente inalienabili fino al termine del procedimento di verifica. Quindi questo vale sia per gli enti territoriali che per quelli non territoriali. Il legislatore non parte dal criterio del proprietario, parte dal criterio del regime. Sono inalienabili beni immobili dell’art.10 c.3 lett.d che sono di autore vivente e che non hanno più di 70 anni in teoria non avrebbero restrizioni alla vendita ma se sono contenuti in raccolte e appartengono all'ente territoriali diventano universalità di mobili e diventano inalienabili. | beni sottoposti a verifica sono inalienabili temporaneamente. Se la verifica è positiva diventano beni culturali e a seconda del soggetto diventano inalienabili o alienabili con autorizzazione. Se verifica è negativa beni accedono al mercato. | singoli documenti non sono demaniali ma sono inalienabili ed è previsto dalla legge. Immobili diversi possono far parte del demanio culturale ma questi si possono vendere con autorizzazione. | beni non demaniali possono essere venduti con autorizzazione ma vi è l'eccezione dei singoli documenti. II procedimento di autorizzazione > Art. 55 CBC: porta ad un provvedimento favorevole emanato dalla Commissione regionale per il patrimonio culturale su parere della Soprintendenza. > L'autorizzazione riguarda: a) Beni immobili demaniali b) Beni non demaniali c) Beni di altri enti pubblici e dei soggetti assimilati INIZIATIVA: da parte del proprietario. Art.55 c.2 La richiesta di autorizzazione ad alienare è corredata (previsto dalla legge): a) dalla indicazione della destinazione d'uso in atto; b) dal programma delle misure necessarie ad assicurare la conservazione del bene; c) dall'indicazione degli obiettivi di valorizzazione che si intendono perseguire con l'alienazione del bene e delle modalità e dei tempi previsti per il loro conseguimento; d) dall'indicazione della destinazione d'uso prevista, anche in funzione degli obiettivi di valorizzazione da conseguire; (Obiettivi di valorizzazione, modalità e tempi) e) dalle modalità di fruizione pubblica del bene, anche in rapporto con la situazione conseguente alle precedenti destinazioni d'uso. ISTRUTTORIA: è la valutazione della congruità e la compatibilità di tutti gli elementi con le esigenze di conservazione e fruizione del bene. COSTITUTIVA: emanazione del provvedimento a. POSITIVO con delle prescrizioni di conservazione (autorizzazione) b. NEGATIVO no autorizzazione = legato specialmente alla DESTINAZIONE proposta, che risulti - pregiudizievole per la conservazione - pregiudizievole per la fruizione pubblica - incompatibile con il carattere storico o artistico LA CLAUSOLA RISOLUTIVA - 55 BIS 1. Le prescrizioni e condizioni contenute nell'autorizzazione di cui all'articolo 55 sono riportate nell'atto di alienazione, del quale costituiscono obbligazione ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile ed oggetto di apposita clausola risolutiva espressa. Il contratto con cui viene venduto il bene immobile demaniale contiene le prescrizioni e condizioni contenute nell'autorizzazione. Se prescrizioni non sono rispettate ,il contratto cade automaticamente, viene meno il processo di proprietà e la proprietà ritorna all'ente territoriale originaria. Tutte le prescrizioni e condizioni sono riportate nell'atto di alienazione e costituiscono CLAUSOLA RISOLUTIVA ESPRESSA. Il mancato rispetto delle prescrizioni comporta la risoluzione del contratto e il venir meno del passaggio di proprietà. Autorizzazioni semplici 1) | beni culturali diversi dal demanio immobiliare (art. 56) sono alienabili con autorizzazione. L'amministrazione verifica che i beni non abbiano interesse per le raccolte pubbliche e dall'alienazione non derivi danno alla loro conservazione e non ne sia menomata la pubblica fruizione 2) Tutti gli altri beni culturali di soggetti pubblici ed equiparati sono alienabili con autorizzazione. L'amministrazione verifica che dall'alienazione non derivi danno alla loro conservazione e alla pubblica fruizione 18 novembre 2020 La circolazione dei beni culturali privati Alienazione con denuncia solitamente collegata ai beni privati, però ciò contiene un piccolo errore. PROPRIETARIO PRIVATO ART.59 C.1 E C.2 1. Gli atti che trasferiscono, in tutto o in parte, a qualsiasi titolo, la proprietà 0, limitatamente ai beni mobili, la detenzione di beni culturali sono denunciati al Ministero. 2. La denuncia è effettuata entro trenta giorni. Il privato può stipulare un contratto ma entro 30 giorni deve mandare la denuncia al ministero perché il ministero vuole tenere occhio sulla circolazione dei beni culturali. Vuole controllare da una parte l'integrità e salvaguardia del bene, dall'altra parte consente l'esercizio del diritto di prelazione sul bene da parte dello stato. La denuncia è indipendente dal tipo di proprietario. Tutti gli atti (non si specifica quali = sia privati che pubblici). La denuncia serve a capire le parti del contratto (finalità) e che tipo è. Forma di monitoraggio. ART. 59 C.4 La denuncia ha il contenuto obbligatorio previsto dalla legge: a) i dati identificativi delle parti e la sottoscrizione delle medesime o dei loro rappresentanti legali; b) i dati identificativi dei beni; c) l'indicazione del luogo ove si trovano i beni; d) l'indicazione della natura e delle condizioni dell'atto di trasferimento; e) l'indicazione del domicilio in Italia delle parti ai fini delle eventuali comunicazioni previste dal presente Titolo. La denuncia è presentata alla Soprintendenza competente che è quella del luogo dove si trova il bene. La prelazione artistica si differisce da quella del codice civile perché questo potere viene dato al ministero dei beni culturali anche se il legislatore attribuisce questo potere anche agli enti territoriali per un motivo di tutela del bene. Il potere di prelazione può essere esercitato allo stesso prezzo di vendita. IL POTERE PRELAZIONE: la ritroviamo anche nel codice civile. Si ha quando un soggetto in un contratto viene preferito nell'acquisto di un bene ad un altro soggetto. Questo meccanismo è trasferito nel codice dei beni culturali e il soggetto preferito è lo Stato, il Ministero. Quindi ogni volta che il privato vuole vendere bene culturale deve denunciarlo al Ministero perché ha un diritto preferenziale di acquisto su quel bene che io vendo. Con questo diritto preferenziale si parla di prelazione artistica che è il diritto dello stato di acquistare in via preferenziale un bene culturale che viene venduto da un privato ad un altro privato. La legge stabilisce cosa deve contenere la denuncia. La prelazione artistica è l'acquisto in via preferenziale del bene culturale del privato da parte della PA. Nella prelazione artistica la PA, per motivi di interesse pubblico, acquista coattivamente il bene culturale attraverso un'attività “di imperio”. Il potere di prelazione spetta agli Enti territoriali nei confronti del bene venduto o conferito in società al medesimo prezzo o valore di conferimento. Scopo: proteggere l'interesse del bene e comprarlo allo stesso prezzo a cui doveva essere venduto. PROCEDIMENTO DI PRELAZIONE 1) inizia con la denuncia di trasferimento del bene alla Soprintendenza. La soprintendenza riceve il contratto di vendita. lo ho già venduto bene ma quel bene non può essere consegnato all'acquirente per il tempo previsto per la prelazione. Tuttavia non è detto che il Ministero abbia interesse a comprare il bene culturale. Dal momento in cui è stata ricevuta la denuncia, il contratto resta in una CONDIZIONE SOSPENSIVA per 60 gg. (durata prelazione) in cui il MIBACT può esercitare la prelazione e il venditore non può consegnare la cosa. 2) quando la Soprintendenza riceve denuncia vi è l'obbligo di comunicazione alla Regione e agli altri enti territoriali in cui il bene si trova. La comunicazione serve perché il diritto di prelazione è in capo al Ministero ma il titolare del potere è lo Stato che può rinunciare (entro 20 gg.) a favore di un altro ente territoriale. 3) entro 20 gg. dalla denuncia la Regione o Ente territoriale (comune) deve fare una proposta di prelazione disponendo la copertura finanziaria ovvero che ha i fondi per poterlo comprare. Ciò viene fatto a tutela del proprietario e indicando le finalità di valorizzazione al Ministero. 4) nello stesso termine il Ministero può rinunciare alla prelazione trasferendo il potere all'ente territoriale interessato 5) nei successivi 40 gg. l'ente deve: commissione europea ha una lista di Soprintendenze che possono emanare le licenze di esportazione. ACQUISTO COATTIVO ART. 70 C'è sempre stato a partire dal ‘39. L'acquisto coattivo è diverso dalla prelazione artistica perché qui manca la volontà di vendere il bene. Ogni volta che la cosa viene presentata all'ufficio esportazione per ottenere l'attestato di libera circolazione e prima del rilascio, l'ufficio può proporre al Ministero l'acquisto della cosa al valore indicato entro i 90 giorni. La proposta è comunicata contestualmente alla Regione che potrebbe procedere all'acquisto in caso in cui il Ministero rinunciasse (simile alla prelazione artistica). | beni rimangono custoditi presso l'ufficio fino alla fine del procedimento. Il termine si prolunga di 60 giorni. Tuttavia il proprietario può decidere di non far comprare il bene al ministero solo se rinuncia all'esportazione. ESPORTAZIONE LIBERA (termine improprio). Si ha per le: A cose dell'art.11 lett.d (pittura,scultura,grafica) di autore vivente e con meno di 70 anni A cose con interesse culturale di autore non più vivente e con più di 70 anni e con valore inferiore a 13.500 euro A qui il proprietario deve attestare che le cose hanno le caratteristiche per cui possono essere esportate. Possono fuoriuscire dallo Stato senza necessità di autorizzazione, basta un'autodichiarazione in cui si dice che la cosa ha le caratteristiche sopra elencate. Libera non esiste in realtà, comunque bisogna passare dall'Ufficio esportazione. USCITA TEMPORANEA DAL TERRITORIO dei beni culturali già dichiarati 2 le ipotesi previste (art. 66, 67, 71 CBC) + uscita per mostre ed esposizioni salvo che i beni si possano danneggiare con lo spostamento e salvo che i beni costituiscano il fondo principale di una sezione di museo, biblioteca o pinacoteca ALTRO possibile > mobilio privato dei diplomatici per il tempo in cui rivestono quella carica > arredi delle sedi consolari all'estero > necessità di interventi di manutenzione > accordi con musei esteri in regime di reciprocità e per non più di 4 anni USCITE PER MOSTRE/ESPOSIZIONI A ART.A48 che richiede l'autorizzazione per mostre ed esposizioni in generale (powerpoint) 1. È soggetto ad autorizzazione il prestito per mostre ed esposizioni: a) delle cose mobili indicate nell'articolo 12, comma 1; b) dei beni mobili indicati nell'articolo 10, comma 1; c) dei beni mobili indicati all'articolo 10, comma 3, lettere a), ed e); d) delle raccolte e dei singoli beni ad esse pertinenti, di cui all'articolo 10, comma 2, lettera a), delle raccolte librarie indicate all'articolo 10, commi 2, lettera c), e 3, lettera c), nonché degli archivi e dei singoli documenti indicati all'articolo 10, commi 2, lettera b), e 3, lettera b). 3. L'autorizzazione è rilasciata tenendo conto delle esigenze di conservazione dei beni e, per quelli appartenenti allo Stato, anche delle esigenze di fruizione pubblica; essa è subordinata all'adozione delle misure necessarie per garantime l'integrità. | criteri, le procedure e le modalità per il rilascio dell'autorizzazione medesima sono stabiliti con decreto ministeriale. 4. Il rilascio dell'autorizzazione è inoltre subordinato all'assicurazione delle cose e dei beni da parte del richiedente, per il valore indicato nella domanda, previa verifica della sua congruità da parte del Ministero. A ART.71 stabilisce che l'uscita temporanea richiede un attestato di circolazione temporanea PROCEDIMENTO 1. denuncia e presentazione delle cose all'ufficio di esportazione con indicazione del valore e del responsabile all'estero. 2. l'ufficio accerta la congruità e detta le prescrizioni necessarie. La Soprintendenza rilascia l'attestato e contiene termine entro cui bene deve rientrare che non deve superare i 18 mesi. Condizione per il rilascio dell'attestato autorizzazione ex art. 48 2. tutti i beni che escono temporaneamente devono essere assicurati salvo che la mostra non sia organizzata dallo stato o da enti per cui lo stato può assumersi il rischio. 3. a garanzia del rientro è richiesto un deposito di cauzione ad eccezione dei beni dello Stato e delle altre amministrazioni pubbliche.
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