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Riforma Centuriata e Monarchia Etrusca: Ordinamenti Politici e Sociali di Roma Antica, Appunti di Storia del Diritto Romano

La riforma centuriata, una importante riforma politica di età monarchica di roma, attribuita a servio tullio. La riforma portò all'ordinamento timocratico, basato sul censimento, che divise il popolo romano in centurie e classi. Inoltre, vengono trattati i primi tre re etruschi di roma, i quali iniziarono la costruzione di opere pubbliche, introdussero nuove coltivazioni e svilupparono nuove tecniche agricole. Viene inoltre descritta la famiglia romana, con i suoi modi particolari di costituzione e il trattamento speciale riservato ai figli maschi.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 01/05/2019

talitakum
talitakum 🇮🇹

4.5

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Scarica Riforma Centuriata e Monarchia Etrusca: Ordinamenti Politici e Sociali di Roma Antica e più Appunti in PDF di Storia del Diritto Romano solo su Docsity! La riforma centuriata Una delle più importanti riforme di età monarchica, dovuta a Servio Tullio, va sotto il nome di riforma centuriata. Grazie a Servio Tullio la struttura organizzativa della civitas subì profonde trasformazioni: innanzitutto le tre antiche tribù dei Ramnes, dei Tities e dei Luceres furono sostituite da una nuova ripartizione del territorio in quattro tribù urbane e un certo numero di tribù extra-urbane o rustiche; inoltre il popolo romano fu suddiviso in centonovantatre centurie e in cinque classi, in base alla ricchezza personale (si parla per questo di ordinamento timocratico, fondato cioè sul censo). Ogni centuria era tenuta a fornire all’esercito un contingente fisso di uomini e rappresentava una unità di voto nei comizi: questi ultimi non erano più i comizi curiati della prima età monarchica, e vennero detti centuriati proprio perché il popolo era riunito in assemblea appunto per centurie. Quella dell’ordinamento centuriato fu all’inizio una riforma essenzialmente militare, ma ben presto finì con l’assumere anche una rilevanza politica. La monarchia etrusca Viene definita monarchia etrusca la fase della monarchia romana corrispondente al VI secolo a. C. e che comprende gli ultimi tre re. Fu, questo, un periodo di particolare benessere per Roma, caratterizzato da espansioni territoriali e importanti riforme costituzionali. Il primo dei sovrani etruschi, Tarquinio Prisco, dette innanzitutto avvio alla costruzione di grandi opere pubbliche: acquedotti, fognature, templi, pavimentazione del Foro (cosa che ne fece il cuore degli affari pubblici e privati). Sotto il suo regno furono anche introdotte nuove coltivazioni, ad esempio quella dell’olivo, e si svilupparono nuove tecniche di coltivazione della terra. Inoltre, fu raddoppiato il numero di patres nel regium consilium. Con Servio Tullio la struttura organizzativa della civitas subì profonde trasformazioni: innanzitutto le tre antiche tribù dei Ramnes, dei Tities e dei Luceres furono sostituite da una nuova ripartizione del territorio in quattro tribù urbane e un certo numero di tribù extra-urbane o rustiche, e l’appartenenza ad esse fu determinata dal domicilio e insieme dalla proprietà fondiaria. Inoltre a Servio Tullio si ascrive la riforma che va sotto il nome di ordinamento centuriato: il popolo romano fu suddiviso in centonovantatre centurie e in cinque classi, in base alla ricchezza personale (si parla per questo di ordinamento timocratico, fondato cioè sul censo). La prima classe era composta da quaranta centurie di iuniores e quaranta di seniores, la seconda, la terza e la quarta ognuna da dieci centurie di iuniores e dieci di seniores, la quinta contava quindici centurie di iuniores e quindici di seniores. A queste vanno aggiunte diciotto centurie di cavalieri, quattro di artigiani e musici e un’ultima in cui rientravano tutti coloro che non raggiungevano il livello minimo di ricchezza necessario per l’appartenenza alla quinta classe. Ogni centuria era tenuta a fornire all’esercito un contingente fisso di uomini e rappresentava una unità di voto nei comizi: questi ultimi non erano più i comizi curiati della prima età monarchica, e vennero detti centuriati perché il popolo era riunito in assemblea appunto per centurie. Quella dell’ordinamento centuriato fu all’inizio una riforma essenzialmente militare, ma ben presto finì con l’assumere anche una rilevanza politica. Era diventato indispensabile istituire un nuovo tipo di esercito: gli scontri corpo a corpo e la mancanza di armi adeguate potevano andar bene finché si trattava di affrontare gruppi anch’essi male organizzati, ma per attuare una politica di espansione bisognava dotarsi di un apparato militare appropriato. Fino a quel momento il titolo per far parte dell’esercito era stato dato dall’appartenenza ad una gens; grazie al nuovo sistema timocratico, invece, solo chi era abbastanza ricco da permettersi un’armatura completa poteva essere ammesso, per cui la partecipazione all’esercito dipendeva ora dalla ricchezza posseduta. L’ultimo dei sovrani etruschi, Tarquinio il Superbo, viene ricordato come un tiranno il cui regno fu contraddistinto da abusi e violenze, tanto da indurre il patriziato ad organizzare una rivolta al fine di spodestarlo, ponendo anche fine all’organizzazione monarchica a favore di un nuovo assetto dei poteri, quello repubblicano. La famiglia romana • La famiglia romana proprio iure è definita dalla soggezione ad un capo, il pater familias; l' appartenenza alla famiglia è esclusiva ed è determinata, oltreché dalla nascita nei confronti del padre, anche da altri modi particolari, tra cui l' adrogatio, con cui un pater diviene filius familia di un' altra familia e tutta la famiglia del primo viene assorbita in quella del secondo. L' uscita da una famiglia in concreto si qualificava come capitis deminutio, anche se in alcuni casi, come in quello dell' emancipatio comporta l' acquisto della pienezza della capacità giuridica in rapporto al ius della civitas. Al di sopra della familia troviamo un altro gruppo più vasto, che è la gens. Si è affermata ed è alquanto diffusa una teoria gentilizia, che fa della gens come della familia, un organismo anteriore alla civitas; teoria • Grazie alla Pragmatica sanctio, composta da 27 capitoli, ciascuno corredato dalla datazione finale, il diritto giustinianeo fu, quindi, esteso anche all'Italia. Il dato è particolarmente significativo dal momento che le regioni al di là delle Alpi continuarono a conoscere solo il diritto teodosiano. • • Corpus Iuris Civilis • • Imperatore d’Oriente dal 527. Fu adottato e associato al trono dallo zio il 1 aprile del 527. Quattro mesi più tardi lo zio morì ed egli si trovò solo al governo. • Promotore di iniziative economiche come l’introduzione in Europa del baco da seta, artistiche, come la costruzione di S. Sofia a Costantinopoli, politico-militari e legislative. Ebbe come valida collaboratrice la moglie Teodora. Servendosi dell’opera di Belisario e di Narsete, trionfò sui Vandali e sugli Ostrogoti, togliendo ai primi l’Africa, ai secondi l’Italia e ricostituendo in parte l’unità imperiale romana. • A guardare indietro al suo lungo regno, terminato nel 565, si scorgono tre linee direttrici della sua politica: • 1. impegno per una “codificazione”, attenta al nuovo e fedele all’antico, che assicurasse la certezza del diritto; • 2. ampio programma di restaurazione, con le armi, dell’effettivo potere di Costantinopoli entro i confini antichi dell’Impero; • 3. iniziative dirette all’unificazione della Chiesa cristiana, lacerata dall’arianesimo dei regni goti e dal premere di tendenze eretiche e settarie. • Il programma religioso fallì. • La fortuna non gli arrise contro i Persiani. Si rese celebre per la sua legislazione, che affidò (530-34) alle cure di una commissione presieduta da Triboniano e da nove giuristi (otto burocrati e un professore, Teofilo), e che consiste nella definitiva codificazione del Diritto romano in un unico corpo (Corpus iuris civilis- Diritto civile romano), comprendente: • - le Istituzioni • - il Digesto o Pandette • - il Codice • - le Novelle • • Nel 533 • • Nel 553 l’Imperatore d’Oriente Giustiniano riconquista l’Impero d’Occidente. Estese la vigenza della sua compilazione all’Italia riconquistata, in sostituzione del diritto romano-barbarico che aveva trovato la sua codificazione nel codice Teodosiano, imponendo così una profonda riforma che doveva consentire di rivitalizzare il paese e le sue istituzioni che nel corso dei decenni precedenti erano stati messi a dura prova. • Pochi anni dopo Giustiniano morì; l’Impero d’Occidente fu nuovamente perso a seguito della conquista ad opera dei Longobardi (569). L’Italia durante questi pochi anni divenne, quindi, contrariamente al resto d’Europa, che manteneva il diritto romano- barbarico, terra di diritto giustinianeo. • • Le strutture amministrative • • Una delle magistrature maggiori dell'antica Roma era la pretura. Tale magistratura, esclusivamente patrizia, fu istituita nel 367 a.C. come contropartita dell'accesso al consolato riconosciuto ai plebei a seguito del compromesso Licinio - Sestio. Funzione fondamentale del pretore era quella giurisdizionale, ossia di risoluzione delle controversie. L'esercizio di tale funzione si avvaleva di uno strumento indispensabile, l'editto. La pretura rimase sempre una magistratura unica anche quando, nel 242 a.C., fu istituito il pretore peregrino, che si occupava delle controversie fra Romani e stranieri e fra stranieri. • • Principato augusteo • • Uno dei periodi più interessanti della storia romana è senza dubbio il Principato augusteo. L'iniziatore di tale nuova forma di governo fu Ottaviano Augusto, il cui potere si fondava sulla sua auctoritas, un carisma personale. Augusto ripristinò formalmente i poteri delle istituzioni repubblicane, ma di fatto iniziò un nuovo regime che comportò lo svuotamento di potere dei vecchi organi. Giuridicamente, Augusto si fece attribuire la tribunicia potestas e l'imperium proconsulare maius et infinitum, che possiamo considerare i fondamenti giuridici del Principato. Augusto fondava il suo potere sull'auctoritas, cioè su un'autorità, un prestigio. Si tratta di un concetto politico divenuto a mano a mano giuridico-costituzionale, base ideologica su cui era appunto fondato il principato augusteo. Da questo termine deriva l’appellativo di Augusto attribuito ad Ottaviano. L’auctoritas non costituiva una semplice preminenza, ma comportava altresì un potere di coordinamento e di indirizzo nei confronti di tutti gli altri organi costituzionali. Augusto godeva di una superiorità rispetto a tutti gli altri corpi istituzionali che derivava però non dall’attribuzione di poteri maggiori ma appunto dal suo prestigio morale. • Decemvirato legislativo • • Una delle magistrature straordinarie era il decemvirato legislativo, istituito con lo scopo di rispondere ad una fondamentale esigenza avanzata dalla plebe: quella di dare certezza al diritto, e quindi mettere per iscritto i tradizionali mores. Fra il 451 e il 450 a. C. due collegi composti ognuno da dieci membri (il secondo a composizione mista patrizio - plebea), si occuparono di racchiudere nelle XII Tavole il diritto all'epoca esistente. • Nel 451 a.C., fu eletto un collegio di dieci decemviri, tutti patrizi, con pieni poteri militari e civili (tanto è vero che tutte le altre magistrature, sia patrizie che plebee, furono sospese), cui venne affidato il compito di redigere e pubblicare una raccolta di leggi. • Il significato profondo del periodo del decemvirato legislativo sta nel fatto che per la prima volta veniva garantita la certezza del diritto, a tutto vantaggio delle fasce più deboli e quindi dei plebei, che vedevano limitata la possibilità dei patrizi di rendersi responsabili di soprusi a loro danno. • I decemviri del 451 a. C. pubblicarono dieci tavole di leggi, sottoposte poi all’approvazione dei comizi centuriati. Dato il favore popolare, si
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