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Appunti e citazioni di Zanna Bianca, Appunti di Letteratura

Appunti e citazioni su zanna Bianca

Tipologia: Appunti

2016/2017
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Caricato il 05/07/2017

kevinkola
kevinkola 🇮🇹

4.3

(3)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti e citazioni di Zanna Bianca e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! La ragione per cui facciamo questo salto concettuale passando a Zanna Bianca è per fare uno spostamento che riprende uno dei temi chiave dell’esperienza della colonialità che produce la colonizzazione, il fatto di prendere possesso di un territorio, sottomettere la popolazione, acquisire beni e territori e dare ad essi assetto giuridico nuovo, ecc… C’è sempre una tensione cancellata nei testi storici che raccontano la conquista, colonizzazione significa operazione violenta nei confronti dei colonizzati, forma violenta di annessione di un gruppo sociale e di un territorio e introduzione di un governo nuovo, regole nuove, leggi; il governo di un popolo è la struttura fondamentale dell’esercizio di un potere su un popolo, implica sempre lo scontro, la violenza brutale, implica confusione e disorientamento epistemologico, perché le parti in gioco e soprattutto i colonizzati sono in uno spazio in cui le regole di funzionamento sono scardinate, messe in discussione, quindi è necessario che passi del tempo per ritrovare l’equilibrio. Da un certo punto di vista c’è un momento in questa storia delle colonizzazioni degli Stati Uniti, dei coloni europei e delle monarchie europee, che si spostano devo ovest e nord, è una storia lunga la quale implica una nuova presa di posizione del territorio, una nuova sparizione delle presenze locali, nuova imposizione di un ordine nuovo, quindi un nuovo disorientamento. Guardare alla storia di Colombo come la sparizione di queste figure di conflitto ci aiuta a guardare i momenti e la narrazione la storia deli Stati Uniti, come momenti in cui il conflitto viene rappresentato o represso, mito della frontiera (idea che nell’Ottocento rilancia il concetto di democrazia) che è uno dei miti fondativi della cultura americana, come idea fondamentale sulla nazione, che si fonda sul principio è quello della frontiera che comporta l’allargamento della frontiera, se prendiamo questo concetto di democrazia presente nella celebrazione di Witham sulle sparizioni il quadro si complica perché ogni frontiera comporta da una parte la sparizione di qualcosa, e da una parte una diversa concezione di democrazia; tra le forze di esso c’è l’oro, come in colombo dove muore povero e privato delle promesse iniziali, il rapporto tra oro, senso di espansione e democrazia viene messo in gioco nella storia dell’America. La storia di White Fang è una storia di presa di possesso e schiavitù, creazione di schiavitù, imposte agli animali, sfruttamento e diversità, diversi soggetti storici: coloni americani che si spostano verso la frontiera a nord-ovest dietro l'ipotesi di trovare oro, nativi americani con presenza forte e conflitto quando arrivano i bianchi, che sono i nuovi imperialisti, che entrano in scena , scena iniziale è brutale, un conflitto di tutti contro tutti, in un ambente selvaggio in cui il concetto di colonizzazione non c’è, ma poi diventa più forte e importante fino ad arrivare al capitolo quarto dove colonizzazione diventa metafora del rapporto istituito tra le popolazioni europee e native nella lotta per la supremazia e controllo americano. Si passa da un racconto dove il soggetto non è né selvaggio né domestico, racconto che ci parla di umani, animali, tante cose, della storia degli Stati Uniti. Ci parla di tante cose, della storia degli stati uniti, di animali, preciso momento storico, metafora dell’imperialismo di un intero territorio in cui gli attori non sono più soltanto gli umani, non è un dramma nel quale le potenze europee si contendono il diritto del territorio, dove il diritto sovrano è il diritto di decidere se condannare a morte o graziare, che passa alle monarchie rappresentative e poi ai governi e parlamenti ecc…(eserciti sono funzioni di un potere sovrano). La scena coincide nella fine ottocento con la corsa all’oro nel 1896 e inizia subito con una espropriazione di diritto sulla scoperta dei giacimenti d’oro da parte dei bianchi rispetto alle popolazioni native, succede che due nativi e un californiano nello Yukon in Canada trovano durante una spedizione si imbattono in giacimenti d’oro sul fiume e fanno delle setacciature, e scoprono che c’è dell’oro anche se non si sa chi l’abbia scoperta, la reputazione è passata al californiano. Succede che nel giro di due anni in questi territori intorno allo Yukon, zone disabitati conosco un’inurbazione spaventosa, nel senso che piccoli insediamenti che erano dei paesi piccoli, diventano un paese di 30.000 abitanti, bisogna pensare che un ecosistema in cui arrivano tanti abitanti, è una zona di ghiacci anche perenni, di animali selvatici, zona inospitale e inadatta alla natura umana, impatto ambientale produce un collasso derivato dal fatto che gli umani devono alimentarsi. Popolazioni vengono detratte dai loro beni, di tutto, i bianchi hanno le armi, whisky ecc… La storia di zanna bianca, pubblicata nel 1906 in cui la corsa all’oro era terminata, testo pubblicato a puntate appunto nel 1906 su una rivista popolare ed è uno dei romanzi che decretano il suo successo, difficile per lo spostamento degli animali e ambiente, un testo che apre una serie di questioni sulla possibilità di immaginare un diverso esercizio del potere, racconto in cui viene adottata una gerarchia nativa, Jack London aveva le idee confuse sulla gerarchia sociale (trovando le teorie di Darwin, alla fine dell’ottocento vengono disseminate da alcuni sociologi che danno a queste teorie una piega da declino sociale, cioè diventano delle teorie che alimentano la produzione scientifica e sociologica, basate sul concetto non di lotta di ogni specie, ma per la sopravvivenza e per capire chi fosse il più debole, e che perciò in condizioni di scarsità tutte faticano per sopravvivere, altre riescono e altre no. Completamente riletta soprattutto dal filosofo Spenser, con la teoria dove “soltanto il più adatto sopravvive” e crea distorsione di Darwin, e teoria della degenerazione (opposto dell’evoluzione), ci sono serie di figure che hanno che hanno disabilità fisiche morfologiche o cognitive che fanno pensare a una degenerazione delle specie, ci sono etnie o forme viventi che sono destinate a declinare l’evoluzione, come le teorie frenologiche, o quelle di Cesare Lombroso, che portano alle teorie della degenerazione). Jack London, auto didatta legge di seconda terza o quarta mano Darwin e rimastica le sue teorie attraverso spencer, elabora una sua filosofia di vita della specializzazione delle figure umane, si basa sulla forte gerarchizzazione e in cima ci sono gli umani, stabilisce una gerarchia di specie umana e viventi in cui in gioco i due contendenti sono le creature che meglio hanno mantenuto una predisposizione originaria pura, purezza istintuale, inserendo anche i lupi e le creature che per ragioni diverse si sono evolute anche tecnicamente, questa posizione nella gerarchia di Jack London viene assegnata ai bianchi, e non c’è nulla di strano, e stabiliscono che al vertice della gerarchia . Il discorso collocato nella parabola della vita di Jack London, figlio orfano di una madre a cui muore subito il marito, cresce da solo, un po come Charles Dickens, californiano, vice a San Francisco, fa parte della spedizione per la ricerca all’oro, e li trova il materiale per il racconto narrativo che lo farà diventare una star dell’epoca, è persona con pochi scambi intellettuali se non quelli che si costruisce lui come con i movimenti socialisti di San Francisco , in modo confuso perché vuole fare il socialista e da un’altra parte legge il marxismo vicino al darwinismo sociale , dentro questo panorama confuso inserisce l’idea del conflitto che in questo testo, specie ipoteticamente simili, poi differenziate dall’effetto della storia, inserisce il conflitto che si vede con l’ingresso nel racconto della presenza dei bianchi, che cambia tutta la scena, e vediamo la ripercussione nel mondo animale, sulla figura di zanna bianca. Pensando ai capitoli, e guardando all’indice del racconto, e successivamente i sotto capitoli, dall’impostazione dei titoli si capisce che si parlerà di un racconto di morte e guerra, una delle chiavi di lettura del romanzo è un passaggio dalla cultura all natura, con una serie di passaggi intermedi, nel primo paragrafo del primo capitolo la scena primaria della natura, diventa memoria di secondo grado, pensiamo ad una idea della natura selvaggia come luogo primario dove inizia tutto, desolata, silenziosa, denudata di tutto, come se queste piante cercano di appoggiarsi in questa terra desolata, dove non c’è anima viva. L’idea di selvaggio ci viene resa da un paio di orecchie e di occhi, qualcuno fotografa questa scena primaria, che non è più scena primaria perché fotografata, ma scena di inutilità e infallibilità della vita rispetto alla morte anche nel mondo governato da culture umane, la vita è un correlato della morte, c’è inutilità nel tenere in vita le cose, “effort" of “life” come “fatica di restare vivi”, differenza tra “wild” come incontaminato e “savage” come selvaggio, ambiente nel cuore congelato nelle terre del nord selvaggio… dall’inquadratura della macchina fotografica o una coscienza che osserva, o uno sguardo delimitato linguaggio che permette di scrivere, ciò che è delimitato dalla nostra capacità di osservare il “wild” dipende non soltanto dal fatto che ci troviamo in uno spazio fisico e vede questo spazio, ma anche da un linguaggio che gli permette di scrivere ecc, pensando a cioè al rapporto che si istituisce nel romanzo tra la scrittura e l’ambiente, già inquadrato dalla scrittura, scrittura che si pensa come a un altra tecnologia dell’esperienza, in questa inquadratura dove percepiamo la vita. Soffermiamoci su “defiant” come sfida della vita in questo ambiente ostile, che nega la possibilità di vita. Ci sono elementi non soltanto di vita, ma anche di cultura, come la slitta e l’imbracatura, le coperte, l’ascia, la caffettiera, l’equipaggiamento che suppone alla vita, avanti nei capitoli si capisce che questa vita è anche selvaggia a che fatica a sopravvivere perché c’è la vita dei lupi, troviamo il confronto dove gli umani sfruttano gli animali, ma i cani dipendono dalla loro protezione per sopravvivere, animali che sfidano la morte come i lupi e la lince. Primo elemento Morte, secondo Vita, terzo Cultura, quarto elemento: Un altro elemento è il rapporto tra vita “civilized” e vita selvaggia, rapporto messo in crisi da una presenza che è dentro e fuori come un elemento di sistema, che è “Kiche” il quale è sia lupo e cane e non si capisce a che specie appartenga. Il terzo paragrafo spiega significato del primo, e spiega la contrapposizione tra vita è morte, paragrafo importante perché sembra non solo prepararci a cosa succederà, ma intitola la filosofia della vita, dove la vita è sinonimo movimento, e si contrappone al “wild", associazione di “wild" e morte non corretta e si contraddice, perché nel “wild" c’è vita, la vita e movimento, è una forma della vita sulla terra, è una delle modalità della vitale, modalità non riconducibile all’ordine umano, non è riducibile alla nostra scala di vita perché sotto quella temperatura noi moriremmo, cercando di dotandoci di strumenti che ci permettano di non morire, “wild" al limite estremo ci porta in questo ambiente ostile, all’altra estremità porta ad un ambiente ostile ma su un altro fronte dove “wild" manifesta la propria modalità di vita e gli umani, la legge è che tutta la vita confluisce nella morte, è una filosofia di vita, una specie di filosofia, che tutti moriranno in questa storia, pero la vita in se ha esito la vita o la morte? Il mondo selvaggio, freddo, ha esito la negazione della vita. Umanizza gli animali, sono come personificati, perché sono loro gli attori principali del romanzo, questo racconto ha due grossi problemi, uno perché è molto duro come lettura, l’altra è perché c’è un peso morale, il comando morale, dei buoni e dei cattivi, struttura del racconto morale che condiziona la produzione narrativa del romanzo, ci fa disporre e personaggi su una griglia etica e anche estetica prevedibile, è talmente allegorico questo romanzo che addirittura i nomi dei cani e dei personaggi ci raccontano un’identità, i personaggi umani o non umani hanno dei nomi che richiamano a qualcos’altro, sono quindi personaggi allegorici, e l’allegoria si basa sulla personificazione di vizi e virtù, e si serve di racconti animali che vengono personificati, romanzo molto allegorico, ma ogni tanto si allontana perché collocato in un momento storico particolare, e negozia costantemente tra allegoria e romanzo naturalistico. Problema dell’istinto è superato dalla cultura manifestato dal cane/lupo, che ha ricevuto una cultura, anche se il suo istinto che si sposta nel racconto, l’intelligenza della lupa nei confronti dei cani, perché li inganna, fa un gioco di branco, discorso tra branco e individuo cambia quando White Fang diventa come umano. Il problema rapporto tra passato e presente, nel primo capitolo riguarda la lupa, vuol dire essere portatori di esperienza che non è sempre riconciliabile tra passato e presente, ella portatrice di un passato da cane e di un presente da lupo, questi elementi complicano il quadro rispetto a un discorso che Jack London fa in modo complicato sulla differenza e somiglianza tra umani e non umani, in contrapposizione tra umano e non umano che non è cosi semplice, e la cultura e civiltà verso il “wild". Problema tra passato e presente, raccontato in relazione agli animali, ma poi anche degli umani con “Beauty Smith”, spiegandoci perché egli è cosi cattivo, che è parte della sua storia, dove viene alla luce deforme, brutto, disgraziato perché privo di grazia che invece le altre creature hanno, mal dotato per poter vivere in questo mondo cosi difficile, adotta degli stratagemmi vigliacchi per potere sopravvivere, dandoci una spiegazione nel rapporto dell’incontro culturale attraverso l’indiano che è il primo vero proprietario di White Fang, primo che lo sottomette, lo civilizza come la natura sottomette gli umani, quel nativo sottomette White Fang, non è negativo e viene descritto come un pezzo di quella natura, che si sposta e vive secondo le possibilità offerte da quell’ambiente di disponibilità di carne, e non diverso dagli altri animali, ma è diverso dal fatto di essere comunità e diverso per intelligenza rispetto agli altri animali, c’è gerarchia che il romanzo istituisce e pone i nativi umani superiori rispetti agli animali selvaggi, adottando tecnica per difendersi e a sopravvivere, è una figura che negozia il rapporto tra legge della natura e la legge della cultura, e si colloca su una posizione gerarchica, infatti detta la legge che riguarda la comunità di chi ci vive dentro, infatti White Fang si libera, i cani non fuggono ma perché sono liberi, stanno nei pressi degli umani che il romanzo definiti come GOD perché su una gerarchia superiore, per sopravvivere meglio. L’indiano è problema per il romanzo perché è visto come allegoria, ordine del mondo selvaggio, distrutto dall’arrivo della presenza dei bianchi, cercatori d’oro, dei conquistatori, come Beauty Smith, che vogliono fare soldi, e cambia l’ordine logico dell’ambiente, dalla sopravvivenza al capitalismo, Jack London cambia la prospettiva del romanzo che ci fa vedere incrociati, gli elementi stravolgono la cultura e la natura, e il rapporto tra “wild" “savage" e “civilized”, è il regno dell’odio che gli animali non conoscono e dove gli stessi sopravvivono, questa estrema umanizzazione non funziona, poco convincente, e se funziona funziona come motore narrativo, il problema che si insinua in quel mondo lì è il problema di una ragione di sopravvivenza che si lega al destino degli umani che è suddiviso in gerarchie che dipendono dal capitale; Beauty Smith vuole solo fare soldi, non è affidabile, è astuto in senso perverso e violento e poi chiamato “beast”, il linguaggio del romanzo problematizza il significato di questi termini, ci rende molto meno sicuri delle nostre aspettative linguistiche perché problematizza il significato di questi termini come “human” “savage" “animal” “wild” problema dovuto al fatto che la lingua inglese a differenza della lingua italiana ha molte sfaccettature per differenziare la stessa cosa, tuttavia con sfumature che danno al termine un significato diverso.
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