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Appunti e dispense Contabilità - S. Toccafondi Q-Z Unifi, Appunti di Contabilità

Appunti delle lezioni del Professore Simone Toccafondi del corso di Contabilità Q-Z tenute nell'a.a. 2021/2022 presso l'Università degli Studi di Firenze. Il documento contiene tutti gli argomenti spiegati a lezione e può essere considerato sostitutivo del manuale. Studiando esclusivamente da questo ho ottenuto una valutazione di 29/30.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 23/06/2022

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camilla-vaiani 🇮🇹

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Scarica Appunti e dispense Contabilità - S. Toccafondi Q-Z Unifi e più Appunti in PDF di Contabilità solo su Docsity! CONTABILITÀ LA RILEVAZIONE IN CONTABILITÀ GENERALE LA RILEVAZIONE • La rilevazione in contabilità generale è un momento fondamentale. Dalla rilevazione di un fatto in contabilità generale dipende la corretta determinazione del reddito d’esercizio e del capitale di funzionamento. Una rilevazione errata comporta un errore di determinazione di queste due grandezze. La rilevazione contabile con il sistema del reddito e il metodo della partita doppia ha la finalità di poter determinare, alla fine dell’esercizio: o il reddito → dato da ricavi di esercizio - costi di esercizio o il capitale di funzionamento → elementi del patrimonio dell’azienda alla fine dell’esercizio • Quando parliamo di rilevazione contabile effettuata in contabilità generale ci riferiamo a quell’insieme di regole che hanno l’obiettivo di determinare il reddito complessivamente ottenuto in un esercizio (dato dalla differenza di tutti i ricavi di competenza economica dell’esercizio e di tutti i costi di competenza economica dell’esercizio) e il capitale di funzionamento alla data di chiusura dell’esercizio. • Il reddito è una GRANDEZZA FLUSSO → differenza tra componenti positive e negative realizzate in un periodo di tempo (esercizio) Il capitale è una GRANDEZZA STOCK → determinato alla conclusione dell’esercizio, del periodo amministrativo • Differenza con contabilità analitica → l’obiettivo è determinare l’efficienza, la marginalità economica dell’impiego delle risorse in una determinata attività. Es. → azienda che svolge contemporaneamente un’attività di commercio di beni, di produzione e di prestazione di servizi. Sono tre rami: commerciale, servizi e industriale. Avranno marginalità economiche diverse perché avranno strutture di costi e ricavi diverse. Nella contabilità generale invece determiniamo, per tutto il complesso aziendale costituito da più rami d’azienda, i ricavi e i costi complessivi e il patrimonio complessivo, indipendentemente da dove si sono generati → questo significa che non rileva dove si crea e dove si distrugge ricchezza nei rami. • Per raggiungere questo obiettivo utilizziamo il metodo della PARTITA DOPPIA → definisce il linguaggio, le regole generali che devono essere impiegate per poter effettuare le rilevazioni contabili ponendo come obiettivo quello dato dalla contabilità generale con il sistema del reddito. • SISTEMA DEL REDDITO → caratterizza la contabilità generale e differisce da altre tipologie di sistemi. (Es. → sistema del patrimonio → vuole identificare come si è evoluto il patrimonio dell’azienda in un determinato periodo). Attraverso il sistema del reddito determiniamo il risultato economico e, in maniera residuale, il patrimonio. Quindi l’oggetto principale di osservazione della contabilità generale è il reddito → grandezza che genera ricchezza • La partita doppia è l’insieme di regole che ci dicono come effettuare materialmente la rilevazione. Funziona attraverso la rilevazione di scritture contabili che prevedono l’utilizzo dello strumento del conto. Ogni conto rilevato deve essere movimentato in dare o in avere nell’ambito di una scrittura contabile la quale deve sempre chiudersi con un bilanciamento tra totale degli importi movimentati in dare e totale degli importi movimentati in avere → quindi ogni scrittura contabile deve essere bilanciante. Lo strumento della partita doppia è il CONTO il quale è composto da due sezioni (DARE e AVERE) e può essere di natura: o Economica (di reddito o di capitale) o Finanziaria LA CONTABILITÀ GENERALE • Rileva il reddito conseguito dall’impresa in un determinato periodo di tempo e il capitale esistente alla fine di quello stesso periodo. Periodo di tempo (esercizio) → solitamente un anno e coincide (non sempre) con l’anno solare; idealmente si chiude l’esercizio quanti cicli produttivi, economici, finanziari … sono conclusi • La gestione è composta da operazioni che possono essere distinte in tre momenti fondamentali: o PROVVISTA → acquisizione di fattori produttivi (durevoli o di esercizio) sul mercato o TRASFORMAZIONE → combinazione dei fattori produttivi acquisiti per generare beni e/o servizi (non entro in contatto con il mercato) o SCAMBIO → Il prodotto e/o servizio realizzato viene scambiato sul mercato Questi sono i cicli della gestione operativa di un’azienda • La contabilità generale rileva esclusivamente i valori che nascono dalle operazioni di gestione esterna → rileva solo i movimenti in cui l’azienda entra in contatto con i terzi, con il mercato. CONTI FINANZIARI E CONTI ECONOMICI • I conti possono essere classificati in base alla loro natura, le variazioni vengono rappresentate nelle diverse sezioni dei conti (dare e avere). • Per convenzione: o I conti finanziari accolgono in DARE le variazioni positive e in AVERE le variazioni negative o I conti economici accolgono in DARE le variazioni negative e in AVERE le variazioni positive • Hanno meccanismo opposto → è necessario riconoscere la natura del conto e quindi capire se la variazione è economica o finanziaria I CONTI DI INTERFERENZA O TRANSITORI • Non hanno una natura specifica collegata al sistema di scritture, ma assolvono a una funzione strumentale operando come contropartita temporanea di altri conti. • Esistono conti che non hanno né natura economica né natura finanziaria e che sono utilizzati come supporti tecnici per determinate operazioni che devono essere fatte per garantire il corretto funzionamento del metodo della partita doppia. • Ad esempio all’1/1, quando si riaprono i conti accesi agli elementi patrimoniali attivi e passivi chiusi al 31/12, si utilizza un conto denominato “Bilancio di apertura” o “Stato patrimoniale iniziale” OBBLIGHI IN TEMA DI CONTABILITÀ • Art. 2214, co. 1, C.C. “L’imprenditore che esercita un’attività commerciale deve tenere il libro giornale e il libro degli inventari.” • Art. 2215, co. 3, C.C. “Il libro giornale e il libro degli inventari devono essere numerati progressivamente e non sono soggetti a bollatura né a vidimazione.” o Significa che le scritture devono essere ordinate cronologicamente • Art. 2219 C.C. “Tutte le scritture devono essere tenute secondo le norme di un’ordinata contabilità senza spazi in bianco, senza interlinee e senza trasporti in margine. Non vi si possono fare abrasioni e, se è necessaria qualche cancellazione, questa deve eseguirsi in modo che le parole cancellate siano leggibili.” o La contabilità deve dare una rappresentazione dei fatti di gestione e quindi è importante che questi fatti siano rappresentati (nel libro giornale e nel libro degli inventari) in ordine cronologico, nell’esatta consequenzialità con cui sono avvenuti. Questo anche per permettere a terzi di poter ricostruire i fatti e le operazioni poste in essere dall’azienda. Lasciare spazi in bianco permetterebbe di inserire nuove informazioni, in qualunque momento a chiunque. Tutto ciò per permettere una corretta ricostruzione dei fatti aziendali • Art. 2220 C.C. “Le scritture devono essere conservate per dieci anni dalla data dell'ultima registrazione. Per lo stesso periodo devono conservarsi le fatture, le lettere e i telegrammi ricevuti e le copie delle fatture, delle lettere e dei telegrammi spediti. Le scritture e documenti di cui al presente articolo possono essere conservati sotto forma di registrazioni su supporti di immagini, sempre che le registrazioni corrispondano ai documenti e possano in ogni momento essere rese leggibili con mezzi messi a disposizione dal soggetto che utilizza detti supporti.” o Conservazione per 10 anni → spesso alcuni diritti a interesse dei creditori hanno un termine di prescrizione di questa durata. Può essere fatto in formato elettronico. DOVE SI RILEVANO LE OPERAZIONI DI UN’AZIENDA? • Le operazioni di un’azienda i rilevano nel LIBRO GIORNALE che registra le operazioni di gestione in ordine cronologico → libri in cui sono riportate tutte le scritture contabili ordinate cronologicamente dell’azienda, le scritture vengono annotate giornalmente • Ogni scrittura del libro giornale è un articolo, riceve un numero progressivo e indica data dell’operazione, descrizione, codici dei conti utilizzati e indicazioni dei conti da addebitare e da accreditare → utilizzeremo la seguente versione semplificata: • Ogni scrittura contabile deve prevedere la movimentazione di almeno due conti di contabilità generale → il totale degli importi movimentati in DARE o ADDEBITATI deve essere pari al totale degli importi movimentati in AVERE o ACCREDITATI (totale dare = totale avere → ogni scrittura deve essere bilanciante). • IL LIBRO MASTRO che accoglie sistematicamente tutti i conti sotto forma di tabella. Si focalizza sul singolo conto e illustra tutte le movimentazioni che sono intervenute in dare e in avere nel singolo conto in un dato periodo. Serve per effettuare controlli e le chiusure dei conti. QUANDO SI REGISTRA UN’OPERAZIONE DI GESTIONE? • Nel momento in cui si ha la manifestazione finanziaria. • Abbiamo un documento di trasporto che attesta l’avvenuto trasferimento della proprietà e l’insorgere di un diritto. Per i beni immobili registrati il passaggio di proprietà si ha con l’insorgere dell’atto pubblico. • Per crediti e debiti al momento dell’accertamento che si verifica con il passaggio del titolo di proprietà (per i beni mobili alla data di spedizione o consegna, per le prestazioni di servizi quando la prestazione è effettuata) IL PIANO DEI CONTI • L’impresa deve individuare tutti i conti che ritiene utile impiegare per rappresentare i propri fatti di gestione. • Deve contenere: o Denominazione del conto → codice o Superficie operativa, ossia quali valori vi devono confluire → superficie operativa in cui quel conto deve essere impiegato, indicare se è un conto di natura economica (di reddito o di capitale) o finanziaria. • IL PIANO DEI CONTI è uno schema riepilogativo in cui vengono elencati tutti i conti che l’azienda utilizza (non sono uguali per tutte le aziende) → es. impresa industriale del settore navale ≠ settore delle calzature. • Ogni volta che viene aperto un nuovo conto viene inserito nel piano dei conti. • Il piano dei conti può essere modificato in base alle esigenze di rendicontazione. fenomeno dell’autofinanziamento, ovvero il trattenimento all’interno dell’azienda di utili realizzati ma non distribuiti ai soci. Possono essere:  Obbligatorie → costituite in base a una legge (riserva legale) o allo statuto (riserva statutaria); devono essere costituite in base a delle disposizioni normative, indipendentemente dalla volontà dei soci. La riserva legale è prevista dal codice civile, questo prevede che il 5% degli utili realizzati in ciascun esercizio debbano essere accantonati, fino a che la riserva non raggiunge un’entità pari al 20% del capitale sociale. Lo statuto definisce delle norme ulteriori a quelle della normativa che devono essere rispettate dai soci (le riserve non dipendono solo dalla legge).  Facoltative → quando gli accantonamenti sono decisi di volta in volta dai soci in base alle esigenze del momento in sede di destinazione degli utili (quando deliberano in assemblea). o DI CAPITALE → costituite in un momento successivo alla costituzione della società, in occasione di ulteriori apporti dei soci, del soggetto economico (riserva sovrapprezzo azioni), rivalutazione economica o monetaria di attività patrimoniali (riserva di rivalutazione monetaria) oppure rinuncia ai crediti da parte dei soci (spesso i soci apportano dei finanziamenti a titolo di credito, fanno un prestito alla società). La variazione del capitale sociale richiede un atto pubblico mentre un versamento in riserve di capitale no. Inoltre una variazione del capitale sociale può comportare oneri accessori. Aumentare il capitale sociale significa incrementarlo perché si ha un’esigenza di finanziamento dell’azienda stabile e duratura. PATRIMONIO della società → capitale sociale e riserve (e utili o perdite realizzate in esercizi precedenti) LA COSTITUZIONE • È l’atto di nascita (costitutivo) dell’impresa durante il quale essa viene dotata dei capitali necessari per svolgere la sua attività. • Richiede scritture contabili differenti in base alla forma giuridica dell’azienda o Impresa (azienda) individuale → abbiamo un’unica voce rappresentativa di tutto il capitale apportato dall’imprenditore (capitale netto), ha autonomia patrimoniale imperfetta, infatti l’imprenditore è illimitatamente responsabile nei confronti dei terzi creditori e risponde con tutto il suo patrimonio personale. o Società di persone → es. società in accomandita semplice, avremo alcuni soci accomandanti con responsabilità limitata e altri soci accomandatari con responsabilità illimitata. o SOCIETÀ DI CAPITALI → hanno una personalità giuridica e quindi hanno autonomia patrimoniale perfetta; queste società sono un soggetto distinto giuridicamente rispetto ai soggetti promotori e che le amministrano. I creditori di questa forma di impresa collettiva potranno far valere i loro crediti solo nei confronti della società e non sul patrimonio del soggetto economico.  Società a responsabilità limitata (Srl)  Società per azioni (Spa)  Società in accomandita per azioni (Sapa) • La costituzione si perfeziona, entro 20 giorni dalla stipula, attraverso il deposito dell’ATTO COSTITUTIVO (redatto in forma pubblica e contente tutti gli elementi costitutivi della società, tratti ed elementi essenziali) all’Ufficio del registro delle imprese → l’iscrizione determina la nascita della società e l’acquisizione della personalità giuridica (la società ha un proprio capitale ed è responsabile delle proprie obbligazioni esclusivamente con quel capitale). In allegato all’atto costitutivo il notaio richiede anche di depositare lo STATUTO che rappresenta l’insieme di norme che disciplinano il funzionamento della società. • Sono identificabili i seguenti tre momenti rilevanti o Sottoscrizione del capitale sociale o Versamento dei conferimenti in denaro o Conferimenti dei soci in natura 1. SOTTOSCRIZIONE DEL CAPITALE SOCIALE • I soci si assumono l’obbligo di conferire le quote di capitale di loro spettanza → sorge un’obbligazione nei confronti della società (creditrice) con la quale ci si impegna ad effettuare i versamenti del capitale conferito • La sottoscrizione avviene contestualmente alla firma dell’atto pubblico di costituzione della società • Determina la nascita del capitale sociale e, in contropartita, un credito della società verso gli azionisti per i conferimenti che essi si sono impegnati a effettuare nell’atto costitutivo → il credito non dipende dal tipo di conferimento ma deve essere pari all’intero capitale sociale • Contabilmente si tratta di costituire da un lato il capitale sociale per l’entità determinata, dall’altro rilevare un credito nei confronti dei soci UN ESEMPIO Si costituisce Alfa Spa con capitale sociale di 200.000€. Al momento della costituzione della società, con la sottoscrizione del capitale sociale, la scrittura è la seguente: • Insorgere di un credito pari all’entità del capitale sottoscritto → variazione finanziaria attiva • Aumenta il capitale sociale → variazione economica di capitale positiva COME POSSONO ESSERE LIBERATE LE AZIONI? • Art. 2342, co. 1, C.C. “Se nell'atto costitutivo non è stabilito diversamente, il conferimento deve farsi in danaro.” • Il denaro è la forma privilegiata dal legislatore perché è la più fungibile. • Liberare i conferimenti significa effettuare il conferimento, estinguere l’obbligazione verso la società. • Dunque, oltre a quelli in denaro, possono esserci: o Conferimenti di beni (anche beni complessi come l’azienda) o Conferimenti di crediti o Solo per le Srl e non per le Spa, prestazioni di opera o di servizi (art. 2342, co. 5, C.C.) 2. IL VERSAMENTO IN DENARO DEI CONFERIMENTI INIZIALI • Art. 2342, co. 2, C.C. “Alla sottoscrizione dell'atto costitutivo deve essere versato presso una banca almeno il 25% dei conferimenti in danaro o, nel caso di costituzione con atto unilaterale, il loro intero ammontare.” o In caso di conferimento in denaro, al momento della sottoscrizione del capitale deve esser versato almeno il 25% del capitale sociale sottoscritto → è obbligatorio o Il restante 75% verrà versato in un secondo momento e quindi rimarrà un credito per capitale sottoscritto ma non versato. • Art. 2331, co. 4, C.C. “Le somme depositate a norma del secondo comma dell'articolo 2342 non possono essere consegnate agli amministratori se non provano l'avvenuta iscrizione della società nel registro. […]” o Il denaro che viene conferito dai soci all’atto costitutivo non entra nell’immediata disponibilità degli amministratori perché la società ancora non ha personalità giuridica, quindi quei conferimenti in denaro devono essere depositati presso un CONTO CORRENTE BANCARIO VINCOLATO che non potrà essere utilizzato fino a che non la società non acquisirà personalità giuridica (dopo l’iscrizione al registro delle imprese). Una volta avvenuta l’iscrizione gli amministratori potranno effettuare, con la visura camerale che attesta che la società è iscritta e quindi è esistente, un giroconto dal conto corrente vincolato ad un conto corrente bancario ordinario. • Ai sensi dell’art. 2329 C.C., il versamento del 25% dei conferimenti in denaro è una condizione necessaria per il deposito dell’atto costitutivo presso l’Ufficio del registro delle imprese e per l’iscrizione della società nel medesimo registro UN ESEMPIO Il capitale sociale della società Alfa Spa pari a 200.000€ è versato interamente con conferimenti in denaro. I soci versano il 25% in un conto vincolato presso l’istituto di credito Banca X • Art. 2342, co. 3, C.C. “Per i conferimenti di beni in natura e di crediti si osservano le disposizioni degli articoli 2254 e 2255. Le azioni corrispondenti a tali conferimenti devono essere integralmente liberate al momento della sottoscrizione.” o I conferimenti in natura e di crediti sono ammessi (fabbricati, macchinari, …). o Devono essere fatti integralmente al momento della sottoscrizione → se un socio decide di apportare un bene, questo deve essere trasferito interamente alla società nel momento della sottoscrizione del capitale. UN ESEMPIO Si costituisce Beta Spa con capitale sociale pari a 200.000€, suddiviso in azioni del valore nominale unitario di 1€. Il socio Bianchi conferisce denaro contante per 80.000€, Rossi un immobile valutato 60.000€, Verdi crediti per 40.000€ e Gialli un’azienda in funzionamento valutata 20.000€. Le azioni sono assegnate ai soci proporzionalmente al capitale sociale sottoscritto: Bianchi 40%, Rossi 30%, Verdi 20% e Gialli 10%. [Le azioni sono normalmente sempre assegnate in modo proporzionale al capitale sociale sottoscritto]. • Al momento della costituzione le scritture sono le stesse. • Rilevazione dell’entrata monetaria nel conto corrente vincolato e in contropartita la riduzione del credito verso il socio. • Con l’integrale conferimento dell’immobile e del credito i soci estinguono la loro obbligazione nei confronti della società, quindi abbiamo l’estinzione di un credito nei confronti dei soci, abbiamo una riduzione del credito azionisti c/sottoscrizione (variazione finanziaria passiva). • D’altra parte entreranno a far parte del capitale della società l’immobile e i crediti conferiti. Registriamo quindi una variazione finanziaria attiva per quanto riguarda i crediti → nel capitale della società è entrato un diritto Registriamo poi la titolarità dell’immobile, rileviamo al variazione economica negativa, accensione di un costo sospeso al conto economico immobili. • Il primo problema è il valore dei conferimenti in natura (immobili in questo esempio) → si pone un problema valutativo, è necessario capire se il valore del bene o del diritto conferito dal socio sia effettivamente pari all’importo che la società riconosce al socio per la sua partecipazione al capitale sociale della società. • Il bene o il diritto che si decide di conferire deve avere un valore almeno pari a quello del conferimento e questo valore deve essere attestato da un perito con perizia giurata. Per liberare i propri decimi deve aver fatto periziare il proprio conferimento e quella perizia giurata deve riportare un valore almeno pari a quello della porzione di capitale che viene assegnata al socio. Il notaio si porrà il problema della verifica della perizia. • Il conferimento in natura, se esiste, dovrà essere effettuato lo stesso giorno della costituzione della società e dovrà essere annotato nei conti della società contestualmente al versamento dei 25 decimi dei conferimenti in denaro. • Conferendo questi beni e diritti il diritto di proprietà di quei beni e di quei diritti viene trasferito dal socio conferente alla società → la proprietà è trasferita alla società così come la titolarità dei crediti. • I soci, una volta verificato il valore economico di quei beni e diritti, con il trasferimento dei beni e dei diritti estingueranno la loro obbligazione nei confronti della società. I VINCOLI E I CONTROLLI SUI CONFERIMENTI IN NATURA • Art. 2343 C.C. (comma 1, 3, 4) “Chi conferisce beni in natura o crediti deve presentare la relazione giurata di un esperto designato dal tribunale nel cui circondario ha sede la società, contenente la descrizione dei beni o dei crediti conferiti, l'attestazione che il loro valore è almeno pari a quello ad essi attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale e dell'eventuale soprapprezzo e i criteri di valutazione seguiti. La relazione deve essere allegata all'atto costitutivo. […] Gli amministratori devono, nel termine di 180 giorni dalla iscrizione della società, controllare le valutazioni contenute nella relazione indicata nel primo comma e, se sussistano fondati motivi, devono procedere alla REVISIONE DELLA STIMA. Fino a quando le valutazioni non sono state controllate, le azioni corrispondenti ai conferimenti sono inalienabili e devono restare depositate presso la società. Se risulta che il valore dei beni o dei crediti conferiti era inferiore di oltre un quinto a quello per cui avvenne il conferimento, la società deve proporzionalmente ridurre il capitale sociale, annullando le azioni che risultano scoperte. Tuttavia il socio conferente può versare la differenza in danaro o recedere dalla società. […]” o La relazione giurata deve essere effettuata da un perito selezionato tra quelli iscritti al tribunale. o La relazione deve essere allegata all’atto costitutivo perché è un’attestazione di effettiva consistenza ed esistenza del capitale sociale di cui la società è stata dotata. o Può capitare che queste perizie, effettuate ad una certa data, perdano di attendibilità nella fase inziale dell’attività d’impresa. Anche per prevenire eventuali errori materiali o valutativi, il codice civile pone un obbligo agli amministratori → gli amministratori, entro 180 giorni dall’iscrizione della società nel registro delle imprese, devono controllare le valutazioni contenute nella perizia di stima e se sussistono fondati motivi, devono procedere alla revisione della stima. o Devono verificare che il valore periziato sia effettivo → se si verifica una qualsiasi discrepanza tra il valore attribuito ai beni o ai crediti conferiti al momento della costituzione e questa verifica fatta dagli amministratori, si attiva una procedura. Se il valore è inferiore di oltre un quinto a quello per cui è avvenuto il conferimento la società dovrà ridurre il capitale sociale annullando le azioni che risultano scoperte. Se il socio intende mantenere la sua partecipazione nella società per il capitale che aveva sottoscritto dovrà effettuare un versamento pari alla differenza → dovrà reintegrare il capitale conferito. Infine il socio può decidere di recedere dalla società e a quel punto la società dovrà rimborsare il valore effettivamente risultante dalla revisione degli amministratori oppure dovranno restituire il bene → si annullano le azioni relative al socio recedente, si riduce quindi il capitale sociale e si ha la fuoriuscita del socio dalla società. UN ESEMPIO In sede di revisione della stima dei conferimenti in natura da parte degli amministratori di Beta Spa, si accerta in 40.000€ il valore dell’immobile conferito dal socio Rossi precedentemente valutato 60.000€. Poiché il valore del bene è inferiore di oltre 1/5 a quello per cui è stato effettuato il conferimento, si attiva la procedura prevista dall’art. 2343 del C.C. • Ridurre il valore del bene conferito • L’effetto finale è una riduzione del capitale sociale e una riduzione del costo di iscrizione del bene inizialmente apportato → questa scrittura va effettuata ogni volta che gli amministratori rilevano un minor valore del bene conferito rispetto a quello periziato. • Rettificare il valore dell’immobile iscritto in contabilità → variazione economica positiva, rettifica di un costo sospeso al conto immobile, riduco indirettamente il valore dell’immobile. • In contropartita rilevo una variazione economica negativa di capitale al conto economico di capitale minusvalenza da apporto di beni (conto transitorio) → ho un valore economico negativo che riduce l’entità del capitale sociale. • Il socio che ha conferito il bene ha TRE POSSIBILITÀ o RIDUZIONE del capitale sociale mediante annullamento delle azioni scoperte singoli beni → flussi reddituali e finanziari negativi attesi dalla gestione di quel complesso di beni. • L’avviamento è un componente economico parificato a un costo sospeso (costo sostenuto che apporterà le sue utilità negli esercizi futuri) mentre l’avviamento negativo è una sorta di ricavo sospeso, rettifica di un costo sospeso. Quindi l’avviamento verrà iscritto nella sezione dare in un conto economico acceso a costi sospesi e il disavviamento avrà una collocazione nella sezione avere in un conto economico acceso a ricavi sospesi, a rettifica di costi sospesi. UN ESEMPIO Il socio Gialli apporta un’azienda il cui valore economico è pari a 20.000€ e che presenta la seguente situazione patrimoniale: Il valore contabile netto è 17.000€. La differenza tra quest’ultimo e il valore attribuito all’azienda conferita è pari a 3.000€, che rappresenta dunque l’avviamento. • Si chiude il credito nei confronti del socio conferente (aspetto originario) → variazione finanziaria negativa nel conto azionisti c/sottoscrizione. • Andiamo a iscrivere in contabilità tutti gli elementi dell’attivo e del passivo dell’azienda conferita (tutti gli elementi del capitale) e infine rileviamo l’elemento immateriale avviamento. I CONFERIMENTI PRESTAZIONE D’OPERA O DI SERVIZI • I soci o il socio si impegnano ad erogare delle proprie prestazioni d’opera o di servizi nei confronti della società → bisogna capire il valore di questa prestazione e la certezza che questa prestazione venga poi effettivamente fornita. • Impegno del socio conferente a prestare attività nel tempo nei confronti della società. • Il conferimento dei soci deve essere GARANTITO da una polizza di assicurazione o da una fidejussione bancaria oppure, se previsto dall’atto costitutivo, da un versamento di denaro presso la società a titolo di cauzione. • Nel caso in cui il socio conferente si trovi nell’impossibilità di rendere quella prestazione promessa, gli amministratori della società possono, in qualsiasi momento, escutere dalla compagnia assicurativa o dalla banca il controvalore della prestazione che doveva ancora essere effettuata. • Oppure il socio può decidere di versare del denaro presso la società come deposito cauzionario e, a mano a mano che le prestazioni verranno rese, la società restituisce il denaro versato al socio (in disuso). • Solitamente la verifica dei conferimenti effettivamente effettuati viene fatta annualmente in sede di chiusura del bilancio → viene quantificata l’entità della prestazione resa e a quel punto si prende atto dell’effettivo conferimento fino ad allora effettuato e così via fino a che il valore delle prestazioni non saranno arrivate ad eguagliare l’impegno assunto in sede di sottoscrizione del capitale sociale. UN ESEMPIO I soci Bianchi e Neri costituiscono la Kappa Srl con capitale sociale di 35.000€: Bianchi conferisce denaro per 15.000€ e Neri una prestazione d’opera per due anni a favore della società valutata 20.000€ e garantita con una polizza di assicurazione. Al termine del primo anno, il valore della prestazione del socio Neri è stimato in 8.000€. • Alla sottoscrizione del capitale sociale si ha la costituzione di un capitale sociale e dei crediti verso i soci per la quota di capitale sottoscritto. • Vedi scritture per il versamento dei 25 centesimi dei decimi sottoscritti dal socio in denaro. • Al momento in cui è prestata garanzia a favore della società per il conferimento del socio Neri si ha: • Il socio deve immediatamente prestare una garanzia in favore della società a sostegno della prestazione d’opera. • Quando viene presentata la polizza assicurativa o bancaria di valore pari alla prestazione che deve essere effettuata, si ha il conferimento del capitale da parte del socio (questo perché la società è comunque garantita). • Con la consegna della polizza si ha la chiusura del credito nei confronti del socio per la sottoscrizione del capitale e in contropartita si rileva un credito verso il socio per crediti garantiti verso il socio in c/sottoscrizione di capitale sociale → si accende un credito che misura il credito garantito dalla polizza che il socio dovrà estinguere prestando la propria opera oppure che la società potrà escutere nel caso in cui il socio smettesse di prestare la propria opera. • Durante l’esercizio, la prestazione d’opera di Neri è rilevata come un acquisto di servizi del valore di 8.000€ • La società comincia a svolgere la propria attività e il socio comincerà a prestare la propria opera e a emettere le proprie fatture nei confronti della società per i servizi resi → quelle fatture verranno annotate come un acquisto di servizi da parte della società. • Si andrà a rilevare un debito verso il socio per prestazioni d’opera e in contropartita andremo ad annotare il costo per servizi (costo d’esercizio) → questo al momento in cui a fine anno il socio emette una fattura per servizi resi. • Poi, si compensa il credito garantito verso il socio, sorto al momento della sottoscrizione del capitale, con il debito verso il medesimo per la prestazione d’opera • Si effettua quindi una permutazione finanziaria → chiudiamo il debito verso il socio con una variazione finanziaria attiva e in contropartita chiudiamo i crediti vantati dalla società nei confronti del socio. • Da un punto di vista economico la società ha rilevato un costo per i servizi forniti e da un punto di vista di capitale la società ha ricevuto prestazioni d’opera che vanno a ridurre il credito per l’impegno assunto dal socio. • Le stesse scritture saranno effettuate negli esercizi successivi fino a quando il credito della società nei confronti del socio sarà estinto → se il socio non erogasse del tutto le sue prestazioni l’amministratore della società chiederà la differenza del credito residuo all’assicurazione o alla banca che ha rilasciato la garanzia. • La scrittura in questa seconda ipotesi sarebbe: o Entrata di banca (a misurare il bonifico in entrata dalla banca o dall’assicurazione) o Crediti garantiti v/socio X in c/sottoscrizione capitale sociale Possono essere legati alla conversione di debiti iscritti in bilancio → es. quando un debito verso soggetti terzi viene convertito in capitale Questo tipo di aumenti servono per ricapitalizzare la società o per finanziare un ampliamento di attività o per diminuire l’indebitamento o VIRTUALI O GRATUITI → sono realizzati utilizzando riserve del netto formatesi in precedenza → si tratta di un’operazione di conversione di risorse già presenti in azienda le quali vengono trasformate in capitale sociale. Si tratta di una trasformazione di risorse tale per cui il legame con l’azienda diventa più duraturo → es. conversione di riserva di utili. Con questa operazione di fatto nulla di crea e nulla si distrugge → il capitale cambia solo nella sua composizione qualitativa (e non quantitativa). COME SI AGISCE? • Data l’equivalenza Capitale Sociale = Numero azioni x Valore nominale per aumentare il capitale sociale occorre alternativamente: o Aumentare il valore nominale delle vecchie azioni (caso abbastanza raro) o Aumentare il numero delle azioni emettendone di nuove (caso più comune) • Chi decide? L’assemblea dei soci delibera l’aumento del capitale sociale stabilendo: o Le modalità di esercizio del diritto di opzione o Il prezzo di emissione delle nuove azioni o Il godimento delle nuove azioni GLI AUMENTI REALI DI CAPITALE SOCIALE • Art. 2439, co. 1 “[…] i sottoscrittori delle azioni di nuova emissione devono, all'atto della sottoscrizione, versare alla società almeno il 25% del valore nominale delle azioni sottoscritte. Se è previsto un soprapprezzo, questo deve essere interamente versato all'atto della sottoscrizione.” o In caso di conferimenti in denaro, non è necessario versare il 25% dei conferimenti in denaro in un c/c vincolato → la società ha già la personalità giuridica e quindi i decimi di capitale sociale vengono versati in un conto corrente ordinario. Il conto corrente vincolato serve ad impedire agli amministratori di utilizzare le risorse senza aver acquisito la personalità giuridica. o In caso di conferimenti in natura e crediti, le azioni sottoscritte devono essere interamente liberate contestualmente alla sottoscrizione → stesso meccanismo previsto in sede di costituzione della società. o Valore nominale → valore legale (stampigliato sulle azioni) Valore economico → deriva da una procedura di stima (valore effettivo) Valore corrispettivo → valore dato dall’incontro tra domanda e offerta o In sede di costituzione valore nominale e valore economico coincidono mentre in caso di aumento di capitale non è sempre così (possiamo avere un valore economico pari, maggiore o minore al valore nominale). o Il capitale iniziale sarà variato in base ai nuovi apporti o in base al risultato economico della gestione (utile o perdita) → il capitale proprio in un momento successivo alla costituzione non sarà mai uguale al capitale apportato in sede di costituzione. Quindi essere titolari di un’azione in un momento successivo alla costituzione vuol dire vedersi garantire maggiori (o minori in caso di perdita) diritti rispetto a quello che è il valore legale dell’azione. Se ho un patrimonio netto costituito da capitale sociale e utili di esercizio riportati a nuovo o riserve di utili oppure se ho una situazione con perdite di esercizio, le singole azioni nelle due situazioni hanno un valore nominale uguale ma un valore economico diverso. Nel caso in cui il valore economico sia maggiore del valore nominale, davanti a un aumento di capitale sociale (emissione di azioni che saranno sottoscritte per il loro valore nominale), si chiede al sottoscrittore di ogni nuova azione (che hanno pari valore nominale a quelle di vecchia emissione, di apportare anche un sopraprezzo che sia pari al valore della porzione delle riserve di utili o di capitali diverse dal capitale sociale ma presenti all’interno dell’azienda. Sopraprezzo → è un apporto in più che viene chiesto per ogni azione di nuova emissione in presenza di riserve di utili o di capitale all’interno del capitale dell’azienda. Se è previsto deve essere interamente versato all’atto della sottoscrizione → nel caso in cui il socio decida di liberare le azioni in denaro deve versare il 25% del capitale sociale sottoscritto assieme all’intero soprapprezzo; nel caso di versamenti in natura, di diritti o di prestazioni tutto il capitale sociale e il sopraprezzo dovranno essere versati al momento della sottoscrizione. IL DIRITTO DI OPZIONE • Art. 2441, C.C. (comma 1, 2) “Le azioni di nuova emissione […] devono essere offerte in opzione ai soci in proporzione al numero delle azioni possedute. […] L'offerta di opzione deve essere depositata presso l'ufficio del registro delle imprese e contestualmente resa nota mediante un avviso pubblicato sul sito internet della società, con modalità atte a garantire la sicurezza del sito medesimo, l'autenticità dei documenti e la certezza della data di pubblicazione, o, in mancanza, mediante deposito presso la sede della società. Per l'esercizio del diritto di opzione deve essere concesso un termine non inferiore a 15 giorni dalla pubblicazione dell’offerta. […] o Laddove la società decida di aumentare il capitale sociale, prima di tutto le azioni di nuova emissione devono essere offerte ai soci preesistenti per garantire la possibilità di mantenere la compagine sociale, l’assetto della proprietà. o Il socio può rinunciare a questo diritto oppure può venderlo. o In caso di aumento di capitale sociale aumenta il numero delle azioni e se queste azioni vengono sottoscritte in proporzioni uguali, la percentuale di partecipazione di ciascun socio non cambia. o Nel momento in cui qualcuno rinuncia al diritto d’opzione, si avrà un cambiamento dell’assetto → a questo punto potranno cambiare i diritti amministrativi e i diritti economici dei soci che partecipano all’attività d’impresa. o Nel momento in cui tutti vi rinunciano il capitale si apre all’ingresso di nuovi soci. UN ESEMPIO La Alfa Spa ha un capitale sociale di 900.000€ suddiviso in 300.000 azioni del valore nominale di 3€ ciascuna. Il 3/4 delibera un aumento di capitale sociale di 300.000€ con emissione di 100.000 nuove azioni. Questo significa che: RAPPORTO DI OPZIONE = NUOVE AZIONI / VECCHIE AZIONI = 100.000/300.000 = 1/3 LE ECCEZIONI AL DIRITTO DI OPZIONE • Art. 2441, C.C. (comma 4, 5) Il diritto di opzione non spetta per le azioni di nuova emissione che, secondo la deliberazione di aumento del capitale, devono essere liberate mediante conferimenti in natura. Nelle società con azioni quotate in mercati regolamentati lo statuto può altresì escludere il diritto di opzione nei limiti del 10% del capitale sociale preesistente, a condizione che il prezzo di emissione corrisponda al valore di mercato delle azioni e ciò sia confermato in apposita relazione da un revisore legale o da una società di revisione legale. Quando l'interesse della società lo esige, il diritto di opzione può esser escluso o limitato con la deliberazione di aumento di capitale. […]” o Quando si effettuano conferimenti in natura in caso di aumenti di capitale, il diritto di opzione può non essere offerto agli altri soci perché quell’aumento di capitale pensato con conferimenti in natura ha già individuato il bene oggetto del conferimento. o Lo stesso può succedere nel caso di conferimenti di diritti. QUAL È IL VALORE DI EMISSIONE DELLE NUOVE AZIONI? • Valore di emissione → valore che viene richiesto al socio sottoscrittore dell’azione di nuova emissione per divenire proprietario, per entrare in possesso dell’azione (valore di scambio, valore che il socio dovrò materialmente versare). • EMISSIONE ALLA PARI → i sottoscrittori versano un importo uguale al valore nominale delle azioni emesse (caso raro, casi in cui la differenza è minima) → il valore di emissione corrisponde al valore nominale (valore economico = valore nominale). • EMISSIONE SOPRA LA PARI → i sottoscrittori versano un importo superiore al valore nominale delle azioni emesse e questa differenza (positiva) costituisce il sovrapprezzo di emissione che confluirà nello specifico conto “Riserva sovrapprezzo azioni” → si tratta di una riserva di capitale all’interno del patrimonio netto. • Si registra una compensazione → il debito nei confronti del terzo si sposta nel capitale (da finanziamenti di terzi si passa a finanziamenti propri). LA TRASFORMAZIONE DEL FONDO TFR • Il dipendente ha un credito nei confronti della società per quanto riguarda il trattamento di fine rapporto → la società ha sempre, nel caso in cui impegni lavoratori dipendenti, un fondo di trattamento di fine rapporto, un fondo accesso all’accantonamento del trattamento di fine rapporto che dovrà essere corrisposto ai dipendi al momento della cessazione del rapporto lavorativo. • È possibile ipotizzare un aumento di capitale sociale, riservato ai lavoratori dipendenti, da effettuarsi attraverso la conversione in capitale sociale del fondo TFR. • L’operazione contabile è assimilabile a quella della conversione dei debiti. • Il capitale sociale di nuova emissione viene sottoscritto o versato dai dipendenti attraverso la rinuncia a quota parte del proprio fondo TFR. • All’aumento di capitale sociale (variazione economica positiva di capitale), dovrà essere contrapposto la riduzione dell’accantonamento del fondo TFR che spetta al dipendente fino a quel momento. Questa riduzione è una variazione finanziaria attiva perché rappresenta una diminuzione di una passività. Un fonte di finanziamento di capitale di terzi si è trasformato in una fonte di finanziamento propria e il dipende è entrato a far parte della compagine sociale. LE RIDUZIONI DI CAPITALE SOCIALE • Possono essere legate a situazioni differenti, tra le quali l’esuberanza del capitale rispetto alle reali esigenze e la decisione volontaria dei soci • I soci accertano che i mezzi apportati a titolo di capitale di rischio sono eccedenti rispetto alle esigenze della gestione. • Art. 2445, co. 1, C.C. “La riduzione del capitale sociale può aver luogo sia mediante liberazione dei soci dall'obbligo dei versamenti ancora dovuti, sia mediante rimborso del capitale ai soci […]” o Nel caso in cui i soci non abbiano ancora versato tutti i decimi di capitale sottoscritto, possono effettuare una riduzione di capitale attraverso il venir meno dei crediti nei loro confronti. o Nel caso in cui i soci avessero già effettuato tutti i versamenti di capitale dovuti, la strada è il rimborso del capitale sociale dalla società ai soci. IL RIMBORSO DELLE AZIONI • Come si stabiliscono quali sono le azioni da rimborsare? o PROPORZIONALMENTE per tutti i soci → è il metodo più stabile perché garantisce il mantenimento della compagine sociale e quindi il mantenimento dei diritti amministrativi e economici  ANNULLAMENTO DI AZIONI, per ciascun socio proporzionalmente alla sua quota di partecipazione → diminuisce il numero delle azioni in circolazione ma rimane invariato il valore nominale (vengono diminuite in maniera tale da garantire a ciascun socio la stessa percentuale di partecipazione)  DIMINUZIONE DEL VALORE NOMINALE di ciascuna azione in circolazione → rimane invariato il numero di azioni in circolazione ma diminuisce il valore nominale unitario (anche in questo caso l’obbiettivo è mantenere invariata la percentuale di partecipazione o CASUALE → con estrazione a sorte delle azioni da rimborsare (non garantisce la continuità della compagine sociale) → avremmo un assetto societario diverso, è più comune in società quotate in borsa dove l’assetto è molto frazionato. UN ESEMPIO DI RIMBORSO DI CAPITALE MEDIANTE RIMBORSO DELLE AZIONI L’assemblea di Gamma Spa delibera la riduzione del capitale sociale per esuberanza. Il capitale è allora ridotto di 20.000€ mediante rimborso dei soci e riduzione proporzionale del valore nominale di ogni azione in circolazione • Alla delibera di diminuzione del capitale mediante rimborso • L’aspetto originario è il rimborso del valore nominale delle azioni → sorge un debito nei confronti dei soci (uscita di denaro differita) • L’aspetto derivato è la riduzione del capitale sociale. • Al momento del versamento ai soci • La società estinguerà il suo debito sostenendo un’uscita finanziaria → l’aspetto originario sarà l’uscita di banca e in contropartita avremo l’estinzione del debito nei confronti dei soci. UN ESEMPIO DI RIMBORSO DI CAPITALE CON LIBERAZIONE DEI SOCI DAI VERSAMENTI DOVUTI L’assemblea straordinaria di Epsilon Spa delibera la riduzione del capitale per esuberanza. Il capitale sociale è ridotto di 10.000€ mediante liberazione dei versamenti residui da parte dei soci. • Il presupposto è che al momento della delibera di riduzione di capitale sociale ci sia ancora un credito nei confronti dei soci, i quali hanno sottoscritto capitale sociale ma lo hanno versato solo parzialmente. • I decimi di capitale non ancora versati dai soci saranno iscritti nel conto azionisti c/sottoscrizioni (se non sono stati richiamati) o nel conto Crediti v/soci per decimi richiamati (se sono stati richiamati). • Dopo la delibera di riduzione di capitale sociale l’aspetto originario è l’accensione di un debito nei confronti degli azionisti e di contro misuriamo la riduzione del capitale sociale. • Compensazione del debito nei confronti degli azionisti per la riduzione del capitale sociale con il credito verso gli azionisti per i decimi non ancora versati. • Dare riduzione del debito avvenuto tramite compensazione, avere riduzione del credito • (liquidazione e regolamento in un’unica scrittura) GLI ALTRI APPORTI DEI SOCI • Il finanziamento può avvenire anche mediante versamenti che possono assumere la forma di: o VERI E PROPRI CONFERIMENTI DI CAPITALE DI RISCHIO, ossia:  A fondo perduto o in conto capitale → attraverso la costituzione di riserve di capitale nel patrimonio netto della società denominate versamenti in conto capitale → si tratta di un versamento generico che misura semplicemente un apporto dei soci a titolo di capitale di rischio (non qualificato come capitale sociale).  In conto futuro aumento di capitale  In conto aumento di capitale Queste due ultime riserve di capitale sono costituite dai versamenti effettuati dai soci con un vincolo di destinazione preciso → possono servire per un’operazione di capitale sociale che si sta preparando e quindi quei fondi saranno destinati a essere impiegati per l’aumento di capitale sociale imminente oppure sono fermi all’interno del patrimonio in attesa che in futuro sia effettuato un aumento di capitale sociale (a quel punto i soci, attraverso la costituzione di questa riserva di I FINANZIAMENTI DI CAPITALE DI CREDITO IL CAPITALE AZIENDALE • Queste forme di finanziamento sono molto più numerose rispetto alle forme di finanziamento di capitale proprio. • Abbiamo visto che la composizione del capitale aziendale può essere osservato da due punti di vista → investimenti e finanziamenti. • Il finanziamento di capitale di terzi avviene solitamente con la negoziazione di un finanziamento tra l’azienda e un finanziatore istituzionale, ovvero un soggetto che ha come oggetto della sua attività l’erogazione di credito. • I finanziamenti di capitale di credito sono finanziamenti ESTERNI e possono essere apportati sia da banche che da finanziatori istituzionali che da altri finanziatori → tutti coloro che apportano risorse sono finanziatori esterni, questo perché, da un punto di vista contabile, si avrà l’insorgere di un debito dell’azienda nei confronti degli apportatori di queste risorse. GLI ASPETTI CONTABILI → LE FASI TIPICHE DEL FINANZIAMENTO • Qualsiasi operazione di finanziamento esterno è costituita da queste tre fasi (ad eccezione dei finanziamenti infruttiferi che non prevedono la fase della remunerazione): o EROGAZIONE → l’erogazione è il momento inziale, quando insorge il debito dell’azienda nei confronti del soggetto che ha apportato il denaro. Da un punto di vista contabile si da luogo a una permutazione finanziaria → si ha una variazione della composizione del capitale. Abbiamo una manifestazione monetaria (finanziaria) ovvero un’entrata di denaro (solitamente su un conto corrente bancario) → variazione finanziaria attiva Rileviamo poi l’accensione di un debito nei confronti della banca (del finanziatore) → quel capitale dovrà essere restituito e quindi presuppone la nascita di un’obbligazione che vincolerà l’azienda ad una o più uscite finanziarie future → variazione finanziaria passiva differita. o REMUNERAZIONE → pagamento al soggetto finanziatore di quella che è la remunerazione del finanziatore per il capitale prestato (solo per finanziamenti fruttiferi) → pagamento degli interessi passivi che maturano sul capitale prestato. Una volta ottenuto il finanziamento, sulla base di quelle che sono le obbligazioni assunte nel contratto di finanziamento, l’azienda si sarà impegnata a restituire quel capitale in determinati tempi e modi e con il pagamento di una certa remunerazione al soggetto finanziatore → INTERESSI PASSIVI calcolati sulla base del tasso di interesse stabilito (solitamente che matura sulla base del capitale prestato e in funzione del tempo). Contabilmente rileviamo come aspetto originario un’uscita di denaro per il pagamento degli interessi passivi e come aspetto derivato rileviamo un costo di esercizio corrispondente agli interessi passivi (costo del finanziamento) che andranno a impattare sul risultato economico della gestione. o ESTINZIONE → materiale restituzione (parziale o totale) del capitale apportato dal finanziatore. Contabilmente si tratta di una permutazione finanziaria con la quale andiamo a rilevare un’uscita monetaria relativa alla restituzione della quota capitale (variazione finanziaria passiva) e in contropartita andremo a rilevare la riduzione del debito nei confronti del terzo a seguito del rimborso (variazione finanziaria attiva) Il rimborso del capitale e la remunerazione dipendono da quelli che sono gli accordi tra le parti. QUANDO SI RILEVANO I DEBITI? • È necessario partire dal contratto di finanziamento sottoscritto col soggetto finanziatore. • I debiti si rilevano nel momento in cui, secondo quando previsto dal contratto e dalla legge, sorge l’obbligazione dell’impresa verso la controparte. • I debiti di finanziamento si rilevano nel momento in cui è erogato il finanziamento che corrisponde al momento di sottoscrizione del contratto → non corrisponde necessariamente all’erogazione materiale del finanziamento. LE PRINCIPALI OPERAZIONI DI FINANZIAMENTO • APERTURA DI CREDITO IN CONTO CORRENTE → concessione della possibilità ad un’azienda di operare su un conto corrente anche su basi passive. Indipendentemente da quello che è il saldo attivo, la banca concede un finanziamento molto elastico che permette all’azienda di operare su quel conto corrente fino a un saldo negativo di un certo importo stabilito → è una delle forme di finanziamento più elastiche perché non prevede un obbligo di rimborso con una scadenza. Viene utilizzato quando si necessita di liquidità ed è molto diffusa ma anche molto pericolosa dal momento in cui l’azienda non ha più la solidità finanziaria necessaria per poter ottenere un rinnovo. Prevedono la possibilità concessa all’azienda di sfruttare questa disponibilità salvo poi, una volta utilizzato il conto su basi passive, dover rimborsare il finanziamento in uso al momento della revoca → rimborsare il finanziamento, dal momento della revoca non sarà più possibile utilizzare l’apertura di conto corrente. • ANTICIPAZIONE BANCARIA GARANTITA DA TITOLI E MERCI → a fronte del possesso di titoli (crediti, cambiali) o di merci, la banca decide di erogare un finanziamento garantito da questi titoli o merci → la banca anticipa un importo pari a una frazione del valore assegnato a quei beni o titoli. • SMOBILIZZO DI CREDITI COMMERCIALI → in presenza di crediti commerciali, questi possono essere oggetto di garanzia per ottenere un’anticipazione, una parte del loro valore nominale, da parte della banca. Possono portare in banca la fattura o il contratto che da origine al credito, la banca, valutato il merito creditizio da riconoscere al cliente da cui dovremmo avere il denaro, decide di anticipare una parte di quel credito all’azienda che lo porta in banca per lo smobilizzo → invece di aspettare la scadenza per incassare il credito dal cliente, per potersi finanziare l’azienda può decidere di ricorrere a un finanziamento bancario, garantito da quel credito commerciale e quindi incassare anticipatamente una parte di quel credito dalla banca. Può essere: o ANTICIPI SU RI.BA. o ANTICIPI SU FATTURE DI VENDITA • CAMBIALE PASSIVA FINANZIARIA → riconoscimento di un debito. Il credito attestato da una fattura non ha valore dal punto di vista giudiziale e quindi prima di poter andare dal giudice, in caso di mancato pagamento, è necessario ottenere un riconoscimento giudiziale di quelle fatture. La cambiale ha un valore di titolo immediatamente esecutivo, quindi nel caso in cui il cliente non onori la propria cambiale si può escutere direttamente il creditore. La cambiale permette all’azienda di ottenere più facilmente un finanziamento da parte della banca sulla base di questo titolo. • SOVVENZIONE CAMBIARIA • RIPORTO PASSIVO • MUTUO PASSIVO → operazione di finanziamento che ha ad oggetto denaro → una banca, concedendo un mutuo ad un’azienda richiedente, eroga una determinata somma, un capitale con la promessa da parte dell’azienda di rimborsare quel capitale e di pagare o Se il c/c è in posizione di credito (saldo dare), l’impresa ha fondi liquidi depositati presso la banca perciò matureranno intessi attivi → verranno messi a disposizione dell’impresa a incremento del saldo di conto corrente. UN ESEMPIO Il 31/3 la banca addebita alla società interessi passivi per 150€ e commissioni per 10€ • Gli interessi passivi su un’apertura di credito in c/c vengono liquidati (calcolati) dalla banca una volta all’anno, alla chiusura dell’esercizio e vengono addebitati all’azienda cliente per il pagamento in unica soluzione entro il 31 marzo dell’esercizio successivo. • In questa scrittura la banca addebita interessi passivi, maturati nell’esercizio precedente, e commissioni bancarie. • Contabilmente l’aspetto originario è l’uscita di banca mentre l’aspetto derivato è la rilevazione dei costi per interessi passivi e commissioni bancarie che vanno ad incidere sul risultato economico di gestione. UN ESEMPIO Il 30/6 la banca accredita interessi attivi sul c/c per 100€; la ritenuta d’acconto è pari al 26% • Contabilmente rileviamo come aspetto originario l’entrata monetaria sul conto corrente. • Rileviamo componenti positivi di reddito al conto economico interessi attivi di c/c. • Infine dobbiamo rilevare la ritenuta d’imposta → si tratta di una variazione finanziaria attiva perché si tratta di un credito. • Nel corso del trimestre ci sono stati momenti in cui il saldo di conto corrente è stato attivo (in realtà ad oggi si fa annualmente) → l’azienda deve percepire gli interessi attivi maturati in quei giorni. • La banca accredita interessi attivi → quando la banca eroga interessi attivi diventa un sostituto d’imposta dell’azienda → all’atto dell’erogazione degli interessi maturati sul conto corrente, la banca è obbligata a trattenere una parte di quegli interessi attivi (ad applicare una RITENUTA D’ACCONTO) per versarla all’erario per conto del cliente. • Quindi la banca eroga interessi attivi al netto delle imposte a titolo di acconto che la banca preleva e versa all’erario per conto del cliente. • Le imposte trattenute dalla banca rappresentano per l’azienda un credito verso l’erario, è come se l’azienda avesse versato un acconto d’imposta → quel credito potrà essere utilizzato in compensazione alla fine dell’esercizio per effettuare il regolamento delle imposte con l’erario; quindi questo credito potrà essere dedotto dalle imposto effettivamente dovute all’erario. UN ESEMPIO Chiuso il conto corrente presso la banca A con uno scoperto pari a 260€. La banca addebita interessi passivi per 25€ e spese di chiusura conto per 15€ UN ESEMPIO Chiuso il conto corrente presso la banca B con saldo attivo pari a 300€. La banca accredita interessi attivi per 20€ e spese di chiusura conto per 15€. La ritenuta d’acconto sugli interessi attivi è il 26% • L’aspetto originario sarà l’entrata di cassa che ammonta al saldo più gli interessi al netto delle commissioni e della ritenuta d’acconto. • Abbiamo la chiusura del conto corrente → variazione finanziaria passiva. • iscriviamo il credito verso l’erario. • Infine registriamo due valori economici → commissioni bancarie (negativo) e interessi attivi su c/c (positivo). • Quando viene chiuso un conto corrente la banca deve liquidare gli interessi attivi o passivi maturati fino a quel giorno, addebitare le commissioni di chiusura conto e dei servizi erogati fino a quel momento e, nel caso di interessi attivi, deve accreditarli al netto della ritenuta d’acconto mentre nel caso di interessi passivi, deve addebitarli all’azienda. LA RICEVUTA BANCARIA (Ri.Ba.) • È sia uno strumento di finanziamento che uno strumento che serve per dare un ordine di incasso che un credito. • Può essere utilizzata come strumento sulla base del quale l’azienda, titolare di un credito, può richiedere l’anticipazione di quel credito tramite presentazione di una ricevuta. La richiesta di anticipazione del credito deve essere fatta dal titolare del credito (il quale dovrà essere incassato per mezzo di una ricevuta bancaria) alla banca, sulla quale, il flusso finanziario del credito portato dalla ricevuta bancaria, dovrà essere accreditato. • La RICEVUTA BANCARIA è uno strumento che contiene un ordine di incasso disposto dal creditore (titolare del credito) a un istituto finanziario per la riscossione di crediti verso propri clienti derivanti da operazioni commerciali comprovate da fatture. • Il presupposto è l’operazione di compravendita e l’emissione di fattura attiva nei confronti del cliente che comporta la nascita di un credito (dilazione di pagamento concessa); questa fattura dal momento dell’emissione al momento della scadenza del credito può essere oggetto di ricevuta bancaria. • Quando si richiede per l’incasso di una fattura l’emissione di una ricevuta bancaria, significa che l’operazione di incasso di quel credito (documentato da fattura) non verrà effettuato a scadenza curato direttamente dall’azienda titolare del credito, ma viene affidato ad una banca. • Non è un titolo di credito e quindi non ha natura di titolo esecutivo, in caso di mancato pagamento alla scadenza non ha titolo esecutivo, giudizialmente non ha valore → la natura del credito non cambia → non è protestabile e non può essere ceduta a terzi: o Non è protestabile → il cliente che alla scadenza del credito non pagasse non può essere protestato per il fatto che non ha adempiuto ad un’obbligazione. o Non può essere ceduto a terzi → è un semplice strumento tecnico per l’incasso con cui il creditore delega la banca a incassare. • La banca ha solo un mandato di riscossione quindi il credito non è trasferito ma rimane nella titolarità dell’impresa → la banca semplicemente riscuote. LO SCHEMA PER L’INCASSO DELLE Ri.Ba • Dopo avere emesso la ricevuta bancaria si richiede l’operazione di finanziamento, ovvero l’anticipazione dell’importo. • Vado a dare notizia che quel credito è stato oggetto di anticipazione → permutazione finanziaria che modifica qualitativamente il capitale, effettuiamo un giroconto dal conto clienti c/Ri.Ba al Conto clienti c/Ri.Ba all’incasso SBF. • La banca anticipa contestualmente l’importo delle Ri.Ba. sul c/c e addebita le commissioni di incasso • Si tratta di un finanziamento → la banca eroga un finanziamento. • Abbiamo un’entrata di banca al netto delle commissioni e l’accensione di un debito verso la banca (preferibile banca c/anticipi su ricevute bancarie) • Inoltre rileviamo un costo per l’operazione di finanziamento iscritto al conto economico commissioni bancarie. • Alla scadenza possono verificarsi due situazioni o La banca incassa il credito commerciale dal cliente o La banca ci comunica l’incasso del credito che quindi viene estinto e in contropartita rilevo anche l’estinzione del debito di finanziamento nei confronti della banca. o Il cliente debitore non onora la propria obbligazione o Se alla scadenza il debitore non paga la propria obbligazione, la banca addebita l’importo anticipato e le spese per insoluti. o L’aspetto originario sarà l’addebito nel conto corrente dell’impresa pari all’importo del debito e le spese per insoluti. o Il debito verso la banca viene chiuso e rileviamo i costi per le spese per insoluti. o Il credito Clienti c/Ri.Ba all’incasso SBF rimane iscritto in contabilità e dovrà essere recuperato → sarà opportuno effettuare un giroconto e iscrivere questo credito al conto crediti v/clienti perché ritorna ad essere un credito documentato solo da fattura attiva. GLI ANTICIPI SU FATTURE DI VENDITA • Forma di finanziamento molto diffusa → la banca apre un conto di finanziamento per anticipi su fatture, si tratta di un conto corrente utilizzato per erogare delle anticipazioni ai clienti, i quali intendono ottenere tale anticipazione sulla base della presentazione di una fattura attiva che serve come garanzia. • La differenza con l’anticipo su ricevuta bancaria è che la banca anticipa direttamente l’importo di una fattura, indipendentemente dal fatto che gli sia stato conferito un mandato per incassare quell’importo → è un’operazione più libera • L’impresa presenta alla banca fatture di vendita relative a crediti commerciali → la banca, dopo aver controllato la scadenza e l’importo e dopo aver effettuato una verifica di merito sul cliente, anticipa in c/c i crediti indicati. • Solitamente la banca, in base alle condizioni contrattuali, si riserva sempre uno scarto di garanzia. • Le scritture contabili sono del tutto simili a quelle degli anticipi su Ri.Ba. IL MUTUO PASSIVO • I fondi sono erogati da parte della banca a fronte di un PIANO DI INVESTIMENTO → solitamente il mutuo viene utilizzato per sostenere degli investimenti (acquisizione di beni durevoli, espansione aziendale …) • La durata è più lunga rispetto alle altre forme di finanziamento → si tratta di uno strumento di finanziamento a medio-lungo periodo e quindi adatto a finanziare operazioni di acquisizione di fattori produttivi a utilità pluriennale (beni durevoli) secondo la logica per cui è bene utilizzare fonti di finanziamento che abbiano una durata coerente con l’investimento che vanno a coprire. • Gli importi sono rilevanti e quindi più elevati rispetto ai finanziamenti di breve termine. • La durata e la rilevanza degli importi fanno sì che sia normalmente assistito da garanzie reali (ipoteca su immobili) e, talvolta, dà garanzie personali (fideiussione) rilasciate dai soci. • Si caratterizza per due momenti chiave rilevanti anche dal punto di vista contabile o L’EROGAZIONE della somma da parte della banca o Il RIMBORSO graduale del capitale e la contestuale REMUNERAZIONE del finanziatore attraverso rate periodiche composte da una quota capitale e una quota interessi → solitamente il rimborso avviene secondo un piano di ammortamento basato su rate periodiche da corrispondere in via anticipata o posticipata, costituite da una quota capitale e da una quota interessi maturata sul capitale residuo e in funzione del tempo secondo un tasso di interesse stabilito. UN ESEMPIO Stipulato l’1/6 un mutuo ipotecario per 1.000€ da rimborsare in 20 rate semestrali a un tasso di interesse annuo fisso del 5%. • Erogazione del finanziamento → entrata di denaro sul conto corrente bancario e in contropartita abbiamo l’accensione di un debito nei confronti della banca iscritto al conto finanziario mutui passivi. Il 30/11 si paga la prima rata complessivamente pari a 40€ e composta da 15€ di quota capitale e 25€ di interessi. • Abbiamo un’uscita di banca come aspetto originario. • Andiamo a rimborsare una quota capitale e una quota interessi fino a quel momento maturata → la quota capitale viene stornata dai debiti mutui passivi e quindi abbiamo una riduzione del debito verso la banca mentre gli interessi passivi rappresentano il costo sopportato in questo semestre per la disponibilità di quel capitale. IL LEASING • È un’operazione grazie alla quale l’impresa ottiene la disponibilità di un bene in “LOCAZIONE” da una società di leasing senza acquistarlo in proprietà. • Si può realizzare secondo due formule tecniche o OPERATIVO → l’obiettivo è godere temporaneamente del bene attraverso una locazione → si tratta di una pura operazione di locazione, non c’è interesse ad acquisire il bene ma il principale interesse economico è l’utilizzo del bene per un periodo di tempo. È prevista una rata periodica di locazione del bene e spesso la società che concede i beni in locazione è la stessa che li costruisce. o FINANZIARIO → si tratta del finanziamento di un acquisto con pagamento rateizzato, in cui ogni rata è maggiorata degli interessi per la dilazione di pagamento ottenuta → l’operazione di concessione in locazione del bene è finalizzata ad ottenere la disponibilità del bene all’impresa che lo richiede tramite un contratto di locazione e ottenere alla fine del periodo di locazione il trasferimento della proprietà del bene. Il fine dell’operazione è quindi la volontà di acquisire il bene → si tratta di un’operazione di finanziamento. La società di leasing si impegna a acquistare un bene con delle caratteristiche specifiche fornite dal locatario (l’impresa che utilizzerà il bene) e a metterlo a • Si accende un debito nei confronti della società di leasing e in contropartita si iscrive il costo storico del bene al conto impianti (costo sospeso). • Per il residuo periodo di utilizzazione economica (4° e 5° anno) occorre rilevare l’ammortamento del bene mediante la seguente scrittura: • Avremo quote annuali di 100 euro. • Rileviamo un costo d’esercizio nel conto ammortamento impianti e in contropartita storniamo indirettamente il costo pluriennale di acquisizione dell’immobilizzazione. • Fondo ammortamento → valore economico acceso a ricavi pluriennali LE RETTIFICHE DI IMPUTAZIONE E DI STORNO ALLA FINE DELL’ESERCIZIO • Per calcolare il reddito di esercizio occorre “rileggere” i fatti di gestione secondo la competenza economica → decurtare o aggiungere costi e ricavi in base alla loro competenza economica (scritture di assestamento) • RETTIFICHE DI IMPUTAZIONE (integrative) → Operazioni che avranno manifestazioni finanziarie future oltre il 31/12, ma che hanno generato costi o ricavi di competenza dell’esercizio (la relativa uscita o entrata avverrà negli esercizi successivi) • RETTIFICHE DI STORNO (sottrattive) → Storno di costi o ricavi che hanno già avuto manifestazione finanziaria ma che sono di competenza di esercizi futuri • Si tratta tipicamente della rilevazione di ratei e risconti. • Riguardano tipicamente: o (a)L’imputazione e lo storno di interessi per operazioni a cavallo tra due o più esercizi → in tutte le operazioni di finanziamento con capitale di credito può sorgere un problema di competenza economica degli interessi quando il finanziamento riguarda un periodo di tempo a cavallo di due o più esercizi. In questo caso, se gli interessi sono liquidati in via posticipata, occorre aggiungere, mediante imputazione, la quota di interesse maturata nell’esercizio ma che sarà liquidata in futuro alla scadenza prevista. Allo stesso modo, se gli interessi sono liquidati in via anticipata, occorre rinviare, mediante storno, la parte non di competenza degli esercizi futuri o (b)Interessi attivi e passivi da liquidare → può succedere che alla data di redazione del bilancio non sia ancora pervenuto l’estratto conto della banca con la liquidazione degli interessi relativi alla chiusura dell’esercizio, occorre allora stimare il presumibile valore degli interessi, attivi o passivi, basando tale stima sui movimenti del c/c bancario, rilevando gli interessi da liquidare. Gli interessi attivi o passivi da liquidare sono ricavi e costi interamente di competenza economica dell’esercizio anche se la corrispondenza e manifestazioni finanziaria avrà luogo nel successivo periodo amministrativo. Il ricavo per gli interessi è interamente di competenza dell’esercizio in quanto relativo un impiego di capitale effettuato nel corso del periodo amministrativo in chiusura. Il costo per interessi è interamente di competenza dell’esercizio in quanto relativo all’utilizzazione del fattore produttivo capitale di credito nel corso dell’esercizio medesimo. (a)L’IMPUTAZIONE DEGLI INTERESSI PASSIVI L’1/9/20X0 si contrae un mutuo passivo con rate di rimborso semestrali posticipate. Il contratto prevede la prima corresponsione di interessi pari a 30 il 28/2/20x1. • Alla chiusura dell’esercizio 20X0 occorre imputare per competenza economica la quota di interesse maturata pari a 20 mediante un rateo passivo • L’interesse passivo verrà iscritto in contabilità l’anno successivo ma in realtà una parte è maturata già nell’esercizio in corso → quindi devo integrare quel costo. • Andranno quindi iscritti alla chiusura dell’esercizio anche se non hanno ancora avuto manifestazione finanziaria. • Rileviamo quindi interessi passivi come costo di esercizio e in contropartita rileviamo il conto ratei passivi che è assimilabile a un debito (aspetto originario) (a)LO STORNO DEGLI INTERESSI PASSIVI Un’anticipazione bancaria a scadenza fissa con liquidazione anticipata degli interessi per 40 è contratta l’1/10/20X0 e ha scadenza il 31/3/20X1. • Alla chiusura dell’esercizio 20X0 occorre stornare gli interessi passivi non di competenza economica mediante un risconto attivo • Si tratta di costi che hanno già avuto manifestazione finanziaria ma che sono in parte di competenza dell’esercizio successivo → è necessario rinviare parte di questi costi all’esercizio successivo stornando il costo nella sezione avere • Iscriviamo quindi la parte degli interessi da rimandare in avere e in contropartita iscriviamo dei risconti attivi che rappresentano dei costi sospesi. (b)INTERESSI ATTIVI E PASSIVI DA LIQUIDARE Il 31/12/20X0 sono stimati i seguenti valori: • Sul c/c della banca A, interessi attivi per 250€ • Sul c/c della banca B, interessi passivi per 100€ • Il conto interessi attivi di c/c da liquidare un conto economico che accoglie il ricavo presunto per interessi invece il conto banca c/interessi attivi dal liquidare é un conto finanziario che accoglie un credito presunto verso la banca. • Il conto interessi passivi di c/c da liquidare è un conto economico che accoglie il costo presunto per interessi, invece il conto banca c/interessi passivi da liquidare è un conto finanziario che accoglie un debito presunto verso la banca. o ORDINARIO (obbligatorio per questi volumi) → applicato alle imprese il cui volume di affari sia superiore a 400.000€ (per imprese di servizi) ovvero a 700.000€ (per imprese non di servizi) → liquidazione dell’IVA mensile, ultimo giorno del mese e versata entro il 16 del mese successivo. o SEMPLIFICATO (a questi volumi si può scegliere) → applicabile alle imprese il cui volume di affari sia inferiore a 400.000€ (per imprese di servizi) ovvero a 700.000€ (per imprese non di servizi) → liquidazione dell’IVA mensile o trimestrale, liquidazione alla fine di ciascun trimestre e versamento entro il 16 del secondo mese successivo alla chiusura del semestre. QUANDO SI APPLICA L’IVA? I TRE PRESUPPOSTI • Derivano direttamente dalla definizione → “È un’imposta indiretta che si applica sulle cessioni di beni e sulle prestazioni di servizi effettuate sul territorio dello Stato nell’esercizio di imprese, arti e professioni e sulle importazioni da chiunque effettuate”. • I presupposti sono i seguenti: o OGGETTIVO → deve trattarsi di una cessione di beni o di una prestazione di servizi → cessione o prestito di denaro non ha requisito oggettivo o SOGGETTIVO → l’operazione deve essere realizzata nell’ambito di un’attività di impresa o di lavoro autonomo (artisti o professionisti) → si guarda al soggetto che compie un’operazione (lato attivo dell’operazione), non conta la natura dell’acquirente (lato passivo dell’operazione). o TERRITORIALITÀ → l’operazione di scambio di beni e servizi deve avvenire nel territorio dello Stato italiano → le operazioni devono essere perfezionate nel territorio nazionale • Per poter essere assoggettata ad Iva un’operazione deve soddisfare tutte e tre i presupposti. IVA SULLE VENDITE ESEMPIO Per capire: riprendiamo il punto 4 dell’esercitazione n. 2 Il 3 aprile sono venduti prodotti a un cliente nazionale per 95.160€ → Una parte (il 22%) dei 95.160€ corrisponde all’IVA che il cliente deve pagare sui prodotti Il pagamento avviene per il 30% mediante un bonifico bancario contestuale, mentre per la parte rimanente è emessa una Ri.Ba. scadente a 90 giorni, presentata alla banca per l’incasso salvo buon fine. In data 10 aprile la banca accredita il relativo importo al netto di una commissione di incasso pari a 15€. Alla scadenza, il cliente salda il proprio debito. • Credito complessivo corrisponde al totale della fattura emessa che comprende il corrispettivo e l’Iva • L’Iva rappresenta un debito da corrispondere all’erario e viene collocata nel conto finanziario Iva ns debito. • Infine rileviamo il ricavo delle vendite al conto prodotti finiti c/vendite. IVA SUGLI ACQUISTI ESEMPIO In data 10 giugno sono acquistate materie prime utili per la produzione dei prodotti realizzati dall’impresa per 104.350€ + IVA 22% • In questo caso l’Iva rappresenta un credito verso lo stato → l’operazione di acquisto è gravata dall’Iva (tramite il meccanismo di rivalsa) → la iscriviamo nel conto finanziario Iva ns credito e rappresenta una variazione finanziaria attiva. • Totale della fattura di acquisto → corrisponde al debito verso i fornitori che comprende il costo delle materie prima e l’Iva che viene addebitata dal fornitore al cliente (aspetto originario) • Sostenimento del costo per l’acquisto delle materie prime iscritto nel conto materie prime c/acquisti COME FUNZIONA? • Funziona secondo il MECCANISMO DELLA RIVALSA o L’impresa che vende beni o servizi sul territorio italiano deve addebitare l’IVA al proprio cliente. Allo stesso modo, l’impresa che acquista beni o servizi per la sua attività deve pagare l’IVA al fornitore. o L’IVA SULLE VENDITE non rappresenta un ricavo ma un DEBITO verso l’erario. L’IVA SUGLI ACQUISTI non è un costo ma un CREDITO verso l’erario. o Questi debiti e crediti, che si formano costantemente nell’ambito dell’attività di impresa, vengono liquidati periodicamente → mensilmente nel caso di imprese che adottano un regime ordinario e trimestralmente in caso di regime semplificato. Si effettua la verifica della posizione complessiva dell’azienda nei confronti dell’erario → verificare se è maturata più Iva a credito o Iva a debiti in quel determinato periodo. Periodicamente, l’impresa procede alla liquidazione del tributo, cioè compensa il credito per l’IVA pagata sugli acquisti con il debito per l’IVA riscossa sulle vendite determinando così la propria posizione netta nei confronti dell’erario  Se IVA a debito > IVA a credito → occorre versare la differenza entro il 16° giorno del mese successivo (o del secondo mese successivo in caso di liquidazione trimestrale) Significa che l’Iva applicata col meccanismo della rivalsa ai propri clienti in quel periodo è superiore rispetto a quella che è stata detratta sugli acquisti effettuati dai propri fornitori.  Se IVA a debito < IVA a credito → la differenza rappresenta un credito verso l’erario che può essere compensato con il debito della liquidazione successiva o rimborsato (solo in casi specifici). Il credito non viene mai incassato ma utilizzato in compensazione, quindi viene riportato nelle successive liquidazioni → nella generalità dei casi l’Iva a credito non da luogo ad un rimborso e quindi quel credito resterà iscritto in contabilità e concorrerà a ridurre l’importo dell’Iva a debito. • L’imposta sul valore aggiunto è uno degli elementi che concorre alla formazione del credito o del debito → l’Iva deve essere sempre documentata dalla fattura. PER POTER DETRARRE L’IVA SUGLI ACQUISTI • Detrazione → meccanismo con cui un soggetto che acquista dei beni soggetti ad Iva può utilizzare l’Iva pagata al fornitore come credito verso l’erario → rappresenta per l’acquirente un credito verso l’erario da far valere in sede di liquidazione, poter portare l’Iva a riduzione dell’Iva sulle vendite. • Perché l’Iva sull’acquisto di quel bene o servizio sia detraibile, ovvero riconoscibile come credito verso l’erario e quindi iscrivibile nel conto Iva ns credito, sono necessari due requisiti: o I beni e i servizi acquistati devono essere strumentali rispetto all’attività esercitata dall’impresa (INERENTI) → legame tra il consumo del bene acquistato e l’esercizio dell’attività d’impresa. o Si deve disporre di un valido documento giustificativo che indichi chiaramente l’IVA corrisposta al fornitore (FATTURA o NOTA DI CREDITO). • In mancanza anche di uno soltanto di questi due elementi l’IVA sugli acquisti diviene indetraibile e rappresenta un costo (d’esercizio) per l’impresa acquirente che si aggiunge a quello del bene o del servizio → onere accessorio per l’acquisto di fattori produttivi. Questo costo potrà essere aggiunto direttamente al costo d’acquisto del bene o del servizio a cui si riferisce oppure potrà essere iscritto in un conto autonomo dedicato all’Iva indetraibile (conto economico Iva indetraibile) che rappresenterà un costo d’esercizio generico atto ad accogliere tutti gli oneri accessori degli acquisti con Iva non detraibile. • Avremo un conto Erario c/Iva con un’eccedenza dare → quindi un saldo avere che rappresenta un credito che rimarrà iscritto nella contabilità e sarà rinviato alla liquidazione successiva. E se il saldo fosse stato un’eccedenza di IVA a debito? • Nel caso in cui avessimo avuto un’eccedenza avere, quindi un saldo dare, quell’Iva in eccesso dovrà essere versata all’erario. • Abbiamo quindi al giorno del versamento un’uscita di banca e l’estinzione del debito verso l’erario. I FATTORI PRODUTTIVI DI ESERCIZIO L’ACQUISTO DEI FATTORI PRODUTTIVI • Per svolgere la propria attività di produzione l’impresa ha bisogno di fattori produttivi o A FECONDITÀ SEMPLICE (o di ESERCIZIO) che, essendo destinati alla vendita o alla diretta trasformazione per l’ottenimento dei prodotti, esauriscono la propria utilità al termine del singolo atto produttivo cui partecipano o A FECONDITÀ RIPETUTA (o ad utilizzo DUREVOLE) che partecipano a più atti produttivi senza ridurre la loro utilità economica → esauriscono la loro utilità in più esercizi • L’acquisizione dei fattori produttivi può essere scomposta nelle seguenti operazioni amministrative: o PERFEZIONAMENTO contrattuale (in forma scritta oppure orale, ordine scritto o orale), quando si definiscono il prezzo e le altre condizioni di scambio → non si compiono rilevazioni in contabilità generale o LIQUIDAZIONE è il momento in cui in contabilità generale si rilevano il costo e il debito verso il fornitore (e l’eventuale Iva) → liquidazione significa determinazione, calcolo → si determina l’importo dovuto, si riceve la fattura o il documento d’acquisto. La rilevazione segue il principio della competenza economica perciò l’operazione è registrata quando il processo produttivo dei beni è stato completato e si è verificato il passaggio sostanziale del titolo di proprietà, assumendo come riferimento il passaggio dei rischi e benefici. o PAGAMENTO (REGOLAMENTO) è il momento in cui si ha la cessione di denaro o di titoli di credito a fronte dell’estinzione del debito → il fatto amministrativo è rilevato solo nell’aspetto finanziario (permutazione finanziaria) → si paga la fattura al fornitore • Il fattore produttivo può essere registrato utilizzando il VALORE NOMINALE (valore riportato in fattura, iscriviamo il costo risultante dal documento di acquisto) o il costo ammortizzato. IN CASO DI ACQUISTO, QUANDO SI HA IL TRASFERIMENTO DEI RISCHI E BENEFICI? • Per i beni mobili, alla data di spedizione o di consegna (dipende dalle clausole stabilite, giuridicamente spesso la consegna non coincide con il passaggio materiale). • Per i beni immobili, alla data di stipulazione del contratto di compravendita • Per la vendita a rate con riserva di proprietà, si acquista la proprietà con il pagamento dell’ultima rata ma i rischi sono assunti nel momento della consegna (l’acquirente diventa custode del bene) → rateizzazione del pagamento, fino alla fine del pagamento il bene rimane nella sfera patrimoniale del venditore • Per i servizi, al momento in cui è effettuata la prestazione L’ACQUISTO DI BENI MATERIALI IMPONIBILI Acquistate merci per 1.000€ + IVA 22% con regolamento a 90 giorni dalla data di emissione della fattura. • Al momento della liquidazione • Registrazione della fattura di acquisto → rileviamo il debito verso i fornitori, il costo di acquisto pari al corrispettivo indicato in fattura e il credito Iva. • Al momento del pagamento • Permutazione finanziaria → uscita di banca e estinzione del debito verso il fornitore. L’ACQUISTO DI BENI MATERIALI NON SOGGETTI A IVA Acquistati beni non imponibili per 500€ con regolamento a 90 giorni dalla data di emissione della fattura. • Al momento della liquidazione • La fattura che riceviamo non ha un Iva esposta e quindi il debito corrisponde al corrispettivo per le merci. • Al momento del pagamento • Regolamento della fattura → uscita di banca e estinzione del debito. • Permutazione finanziaria. L’ACQUISTO DI BENI MATERIALI SOGGETTI A IVA NON RIMBORSABILE Acquistati beni per 1.000€ + IVA 22%. L’IVA indicata in fattura non è detraibile. Sono possibili due modalità di rilevazione alternative: Franco magazzino → identifica tra le parti dove ha luogo la consegna dei beni e su chi graveranno le spese di trasporto → aspetto economico • Franco magazzino venditore → la vendita ha luogo presso il magazzino del venditore, quindi il trasporto è a carico del compratore → le spese di trasporto graveranno sul conto economico del compratore • Franco magazzino compratore → la cessione ha luogo nel magazzino del compratore e quindi il trasporto sarà a carico del venditore → le spese di trasporto graveranno sul conto economico del venditore Per quanto riguarda l’aspetto finanziario → indipendentemente dal conto economico su cui gravano le spese di trasporto, possono essere pagate dal soggetto su cui gravano quei costi oppure possono essere anticipate dalla controparte (in questo caso sorge un credito) • Porto assegnato → finanziariamente le spese di trasporto sono pagate dal compratore • Porto affrancato → è il venditore che paga le spese di trasporto allo spedizioniere GLI ACQUISTI DI SERVIZI • Riguardano prestazioni o fattori immateriali che esauriscono la loro utilità in un singolo atto di produzione. Ad esempio, lavorazioni commissionate da terzi, provvigioni ad agenti e rappresentanti, servizi energetici, servizi di vigilanza, pulizia e consulenza, pubblicità e promozione • La registrazione contabile avviene nel momento in cui la prestazione è stata effettuata • Ai fini IVA, si distingue tra: o Acquisti imponibili o Non soggetti a IVA o IVA non rimborsabile • Si distinguono, infine, le fasi di liquidazione e di pagamento UN ESEMPIO DI ACQUISTO DI SERVIZI Si ricevono le seguenti fatture relative ad acquisti di servizi: servizi telefonici per 998€ + IVA 22% e spese per taxi per 100€. • Liquidazione della fattura di acquisto → rileviamo quindi un debito verso fornitori in avere e in contropartita il costo per servizi acquistati, l’iva a credito e la differenza in arrotondamenti passivi (abbuono passivo, conto di natura economica). • Uscita monetaria e in contropartita il costo d’esercizio per le spese di traporto (non sono soggette ad Iva) UN ESEMPIO DI ACQUISTO DI SERVIZI DI ASSICURAZIONE Stipulato un contratto di assicurazione contro il rischio di incendio e furti nello stabilimento. Il premio ammonta a 100€. • Ricorda → alla sottoscrizione del contratto non si effettuano rilevazioni • Al momento del pagamento registriamo un’uscita finanziaria e in contropartita rileviamo il costo nel conto economico acceso a costi d’esercizio premi assicurativi. A seguito della distruzione di un impianto per incendio, la compagnia di assicurazione liquida un indennizzo di 600€. • Rileviamo un credito verso la compagnia assicurativa (sulla base del documento di liquidazione firmato dall’assicurazione) → aspetto originario entrata differita • L’aspetto derivato invece è rappresentato da un provento che stornerà parzialmente o integralmente il costo subito con la perdita del bene → componente positivo assimilato ai ricavi • Permutazione finanziaria → incasso e riduzione di credito UN ESEMPIO DI ACQUISTO DI SERVIZI COMMERCIALI Si riceve fattura da un rappresentante per 1.000€ + IVA 22%. A fronte di tale compenso, la ritenuta fiscale è pari a 90€ (non si tenga conto dei contributi previdenziali). • Alla ricezione della fattura, si liquida la provvigione • Al momento della corresponsione del compenso si ha: • Al momento del versamento delle ritenute fiscali trattenute dal compenso del rappresentante, si ha: UN ESEMPIO DI ACQUISTO DI SERVIZI PROFESSIONALI Si liquida a un commercialista il compenso di 1.000€ + IVA 22% + contributo previdenziale 2%. La ritenuta fiscale operata è del 20% • I professionisti emettono delle parcelle → il professionista applica un compenso, ovvero il corrispettivo concordato tra le parti, e su quel prezzo i professionisti hanno diritto ad addebitare al proprio cliente una piccola percentuale a titolo di contributo previdenziale (onere accessorio). • Il compenso più il contributo corrispondono alla base imponibile Iva → quindi il totale fattura sarà la base imponibile più l’iva e corrisponderà al debito verso il fornitore. • Per i professionisti inoltre c’è un’altra disciplina da articolare → il fornitore, che acquista un servizio professionale di lavoro autonomo, viene qualificato come sostituto d’imposta per il professionista nei confronti dell’erario. Il fornitore deve applicare, all’atto del pagamento, la ritenuta d’acconto → deve pagare l’importo al netto di una ritenuta fiscale a titolo di acconto che dovrà essere trattenuta e versata nelle casse dell’erario (entro il 16 del mese successivo a mezzo F24) per conto del professionista → la ritenuta è il 20% dei compensi. • Al ricevimento della fattura, si liquida il compenso • Si registra la parcella → registrazione della fattura di acquisto. • Al ricevimento della nota di credito RIBASSI, ABBUONI E SCONTI SU ACQUISTI • Sono riduzioni dei prezzi di listino che possono essere ottenute per diversi motivi: o Al momento della fatturazione → nella stessa fattura originaria di acquisto il fornitore accorda uno sconto all’acquirente o Dopo l’emissione della fattura da parte del venditore → succede spesso quando c’è una segnalazione di una lieve imperfezione, quando l’imperfezione non è determinante per dare luogo a un reso il fornitore riconosce uno sconto particolare. Riceveremo quindi un secondo documento (nota di credito) contenente uno sconto rettificativo dell’importo di acquisto originario. • Le scritture contabili sono diverse a seconda che si riferiscano ad acquisti o Imponibili o Non soggetti a IVA UN ESEMPIO DI ABBUONI E SCONTI SU ACQUISTI IMPONIBILI OTTENUTI IN FATTURA Avendo acquistato merci per 2.000€ + IVA 22%, l’impresa ottiene uno sconto del 10% direttamente in fattura. • Le parti hanno già negoziato uno sconto nelle condizioni di vendita, nel contratto. • Generalmente gli sconti vengono fatti in relazione alla quantità o alla particolare qualità della merce → La base imponibile è l’importo al netto dello sconto. • Scrittura contabile: • L’aspetto originario è la nascita del debito verso il fornitore pari al totale della fattura. • Registriamo il costo d’acquisto nel conto merci c/acquisti e un componente positivo di reddito, ovvero lo sconto che dovrà essere iscritto nel conto sconti e abbuoni attivi in avere (oppure rettifichiamo direttamente il conto del costo d’acquisto nella sezione avere), • Infine registriamo la rettifica del credito Iva. UN ESEMPIO DI ABBUONI E SCONTI SU ACQUISTI IMPONIBILI ACCOMPAGNATI DA NOTA DI CREDITO A fronte dell’acquisto di merci per 2.000€ + IVA 22%, il fornitore concede un abbuono di 200€ + IVA 22%. L’abbuono è accompagnato da nota di credito → Lo sconto viene riconosciuto con un documento emesso successivamente rispetto a quello originario. • La prima scrittura è l’acquisto (debito, costo e iva) • La scrittura contabile riguardante la nota di credito è la seguente: • Il totale del documento rappresenta l’aspetto originario e dovrà essere iscritto in dare a rettifica del debito. • L’aspetto derivato è la rettifica del costo attraverso l’utilizzo del conto sconti e abbuoni attivi. • Infine si registra la rettifica del credito Iva. Può anche succedere che il fornitore accordi uno sconto finanziario → non si intende riconoscere un minor corrispettivo di vendita dei prodotti forniti, quindi legato al prezzo di cessione dei beni. Si vuole riconoscere un vantaggio all’acquirente per varie ragioni → ad esempio il pagamento anticipato, si rinuncia alla dilazione di pagamento e spesso il fornitore è propenso a concedere uno sconto di natura finanziaria. L’abbuono corrisponde ad una componete positiva di reddito perché comunque va a ridurre il costo di acquisto dell’operazione principale. Questi sconti non sono accompagnati da nota di credito, non sono legati al valore dei beni trasferiti → si tratta di sconti di cassa. Il fornitore rinuncia semplicemente a una parte del corrispettivo. UN ESEMPIO DI ABBUONI E SCONTI SU ACQUISTI IMPONIBILI NON ACCOMPAGNATI DA NOTA DI CREDITO A fronte dell’acquisto di merci per 2.000€ + IVA 22%, il fornitore concede un abbuono di 200€. L’abbuono è ottenuto al momento di pagamento del debito e non è accompagnato da nota di credito. • La scrittura contabile è la seguente • Si ha un’uscita di banca pari all’importo della fattura al netto dell’abbuono. • In contropartita abbiamo l’estinzione del debito. • La differenza tra l’importo pagato e il debito estinto rappresenta lo sconto → rappresenta un componente positivo di reddito. UN ESEMPIO DI ABBUONI E SCONTI NON SOGGETTI A IVA A fronte di un acquisto di merci non imponibile per 1.000€, l’impresa riceve una nota di credito con abbuono di 200. PREMI SU ACQUISTI • Sono componenti positive di reddito → riconosciuti dal fornitore • Possono essere premi di: o QUANTITÀ → strumentali alla promozione dell’impresa venditrice e ottenuti da coloro che comprano quantitativi minimi dallo stesso fornitore. Possono essere riferiti ad acquisti imponibili e non soggetti ad IVA → la natura Iva è la stessa a cui è stata assoggetta l’operazione principale. o FEDELTÀ → sono concessi discrezionalmente dal fornitore per creare o rafforzare il rapporto commerciale → Si tratta di un premio di natura finanziaria. • Le rilevazioni contabili seguono lo schema delineato per i resi su acquisti UN ESEMPIO DI PREMI DI QUANTITÀ SU ACQUISTI IMPONIBILI Ricevuta nota di credito di 200 + IVA 22% in relazione a un premio di quantità concesso da un fornitore. • L’acquisto originario era soggetto ad Iva. • Dobbiamo quindi iscrivere in dare il totale della nota di credito a rettifica del debito verso fornitori e in avere, nel conto premi di quantità, il valore del premio applicato per rettificare il costo di acquisto (componente positivo di reddito). • Il fornitore ci riconosce un premio quantità ma non ci arriva la nota di credito. • Il componente positivo va comunque iscritto perché va a rettificare i costi di acquisto delle merci. • Andiamo a rilevare l’entrata differita e in contropartita il componente positivo di reddito a rettifica del costo di esercizio precedentemente registrato. UN ESEMPIO DI IMPUTAZIONE DI QUOTE DI COSTI DI COMPETENZA ECONOMICA DELL’ESERCIZIO AVENTI FUTURA MANIFESTAZIONE FINANZIARIA A fronte di contratto di affitto trimestrale con pagamento posticipato di 120€ per il periodo dicembre 20X0/febbraio 20X1, la quota di fitti passivi di competenza è stimata in 40. Alla fine dell’esercizio occorre imputare per competenza la quota di costo maturata mediante iscrizione di un rateo passivo. • Ratei → natura finanziaria (entrate o uscite differite), accolgono costi o ricavi che sono di competenza dell’esercizio ma che avranno manifestazione finanziaria futura. • Dobbiamo iscrivere il costo → si tratta di una scrittura di imputazione di quella parte di canone di competenza dell’esercizio ma che avrà manifestazione futura. • Andiamo a rilevare il rateo passivo (uscita finanziaria differita) e il costo relativo ai fitti. UN ESEMPIO DI STORNO DI COSTI PER I QUALI SI È AVUTA MANIFESTAZIONE FINANZIARIA MA DI COMPETENZA ECONOMICA DI ESERCIZI SUCCESSIVI L’1/12/20X0 è pagato in via anticipata un premio assicurativo annuale di 120 per la copertura del rischio di incendio e furto dello stabilimento. La quota di costo da stornare al 31/12 mediante un risconto attivo è pari a 110. • Risconto → storno di componenti positivi o negativi di reddito che hanno già avuto manifestazione finanziaria ma che sono di competenza dell’esercizio successivo → si tratta di costi sospesi (attivi) o ricavi sospesi (passivi), hanno natura economica • Rettifico il costo di esercizio nella sezione avere del conto premi assicurativi e rilevo un risconto attivo (riserva di utilità futura). UN ESEMPIO DI RILEVAZIONE DI RIMANENZE FINALI Alla fine dell’esercizio 20X0, il valore delle rimanenze di materie prime è stimato pari a 60. • Rettifichiamo indirettamente il costo di acquisto delle materie prime → questo perché non sono state impiegate nel corso dell’esercizio e quindi cederanno la loro utilità nell’esercizio successivo → devono essere collocati nell’attivo dello stato patrimoniale in un conto acceso a costi sospesi e sottratti dal conto economico. • Imputiamo il valore delle rimanenze in avere per rettificare indirettamente il costo di acquisto delle materie prime (materie prime c/acquisiti) e in contropartita rileviamo il costo sospeso nel conto economico rimanenze finali (acceso a costi sospesi e quindi iscritto nell’attivo dello stato patrimoniale). I FATTORI PRODUTTIVI DUREVOLI I fattori produttivi possono essere: • A fecondità semplice • A fecondità ripetuta → capacità di apportare ripetutamente utilità all’azienda. I fattori produttivi durevoli sono quelli a fecondità ripetuta e possono essere a loro volta: • MATERIALI → hanno una fisicità o Beni immobili o Beni mobili durevoli • IMMATERIALI → assenza di una materialità, fisicità o Oneri pluriennali → oneri sostenuti ma che sono di competenza, quindi imputabili ad una serie di esercizi (il codice civile stabilisce che deve essere ripartito in 5 anni) o Beni e diritti immateriali → sono dei beni veri e propri garantiti da diritti giuridici (hanno comportato un costo che dovrà essere ripartito in più esercizi) o Avviamento → è un onore specifico, costo che si sostiene quando si acquisisce un’azienda già avviata. • Struttura aziendale → insieme di elementi materiali e immateriali capaci di apportare utilità all’azienda per più anni → non esauriscono la loro utilità in un solo esercizio. • Si tratta di elementi che partecipano a più atti produttivi senza esaurire la loro utilità economica → per questo si parla di COSTI ANTICIPATI O SOSPESI (attivo dello stato patrimoniale) → conti economici accesi a costi sospesi Verranno poi imputati ai conti economici dei singoli esercizi attraverso il processo di ammortamento. • Possono essere CAPITALIZZATI (sospensione del costo e imputazione a stato patrimoniale), ovvero portati in aumento del costo di acquisizione delle immobilizzazioni, diventandone quindi parte integrante (soggetta al processo di ammortamento). • Concorreranno così alla determinazione dell’onere pluriennale da ripartire mediante ammortamento → la rilevazione contabile può avvenire: o FUORI CONTO o IN CONTO LA RILEVAZIONE FUORI CONTO → UN ESEMPIO Al momento dell’acquisto dell’impianto precedente (3.000€ + IVA), sono sostenuti i seguenti oneri accessori: spese legali e notarili 100€ + IVA 22%; compenso al mediatore 50€ + IVA 22%; costi di messa in opera 100€ + IVA 22% • Rileviamo tutti gli oneri accessori a conti economici accesi a costo d’esercizio, l’Iva a credito (calcolata su tutti gli oneri) e il debito verso i fornitori. Successivamente, la società decide di capitalizzare gli oneri accessori che vanno a incrementare il costo complessivo di acquisizione dell’impianto e quindi concorrono anch’essi al processo di ammortamento • Andiamo a stornare i vari costi di esercizio nella sezione avere (rettifica di un coso d’esercizio) e li imputiamo nella sezione avere del conto impianti → non gravano più sul conto economico e concorreranno al processo di ammortamento • Solitamente questa operazione viene effettuata al 31 dicembre LA RILEVAZIONE IN CONTO → UN ESEMPIO Gli oneri accessori sono capitalizzati imputandoli al conto relativo all’immobilizzazione alla quale si riferiscono • Si iscrive l’onere accessorio nello stesso conto in cui si iscrive il costo di acquisizione dell’immobilizzazione → non è necessaria la successiva operazione di capitalizzazione. DA UN PUNTO DI VISTA CONTABILE, CI SONO DIFFERENZE? Procedendo con la rilevazione delle spese accessorie fuori conto oppure in conto non vi sono differenze → l’impianto è iscritto in contabilità per 3.250€ (costo di acquisto 3.000€ + oneri accessori 250€) LA CONTABILIZZAZIONE DEGLI ANTICIPI • Spesso il fornitore di immobilizzazioni richiede un anticipo che deve essere fatturato e assoggettato ad IVA → l’anticipazione è un’operazione finanziaria, rappresenta un trasferimento finanziario al fine di garantire al fornitore l’intenzione di acquistare. • Se il bene non venisse consegnato non si darebbe luogo all’acquisto a seguito di un inadempimento del fornitore → possiamo rivalerci sul fornitore per ottenere l’importo dell’anticipo • L’anticipo è considerato una parte del prezzo perché spesso vengono fuori per accordi tra le parti in conto prezzo al momento della fornitura → se il pagamento avviene prima della consegna del bene materiale o prima della conclusione del servizio, quel pagamento, anche se non è economico, deve essere assoggettato ad Iva (deve essere emessa una fattura attiva da parte del fornitore) ESEMPIO Versato un anticipo di 500€ + IVA 22% per l’acquisto di un impianto il cui costo è 3.000€ + IVA 22% • L’aspetto derivato è dato da una manifestazione finanziaria → non rileviamo un costo ma rileviamo un credito nei confronti del fornitore per l’anticipazione (rimarrà tale fino alla consegna del bene) • Andiamo a rilevare l’uscita di banca per l’importo della fattura più Iva • Infine rileviamo il credito Iva • N.B. Fornitori c/anticipi per impianti è un conto finanziario che registra il credito verso il fornitore dell’impianto → esso è iscritto nelle Attività dello Stato patrimoniale tra le Immobilizzazioni materiali alla voce “Immobilizzazioni in corso e acconti” “Fornitori c/anticipi per impianti” dovrà essere chiuso al momento del ricevimento della fattura di acquisto (liquidazione acquisto) • Nella fattura troviamo indicato il valore compressivo dell’immobilizzazione e da questo verrà dedotto il valore dell’anticipo per il calcolo dell’Iva. • L’IVA non è calcolata sul valore complessivo dell’acquisto (3.000€) ma al netto dell’anticipo (3.000 - 500 = 2.500) • Rileviamo il debito per il totale della fattura che è pari al valore complessivo al netto dell’anticipo più Iva. • Rileviamo il costo sospeso per l’acquisizione dell’impianto e il credito Iva. • Infine chiudiamo il conto relativo all’anticipo. L’ACQUISTO DI IMMOBILIZZAZIONI NON SOGGETTO A IVA Un terreno agricolo è acquistato al costo di 2.000€ versando un anticipo di 800€. • Al momento del versamento dell’anticipo avremo: • Al momento della liquidazione dell’acquisto avremo: • La compravendita di terreni non è soggetta ad IVA • RETTIFICA DIRETTA → Si incrementano le immobilizzazioni (costo pluriennale in dare) e, in contropartita, si rettificano direttamente i costi usando i conti di reddito originariamente rilevati (es. stipendi, materie c/acquisti, fitti passivi, ecc.) • Se l’immobilizzazione alla fine dell’esercizio non è ancora ultimata si utilizza il conto (costo pluriennale, dare) Impianti in costruzione UN ESEMPIO Nell’esercizio “n” sono stati sostenuti i seguenti costi per la costruzione di un impianto: Nell’anno n+1 l’impianto viene completato sostenendo costi di lavorazione per 800€ RETTIFICA INDIRETTA • Anno “n” al 31.12.n: • Capitalizzazione, con il metodo indiretto, dei costi sostenuti nell’esercizio n. • Gli impianti non sono completati quindi il costo sospeso verrà capitalizzato al conto impianti in costruzione (in dare) e non sarà soggetto al processo di ammortamento. • In avere registriamo un conto economico acceso a rettifica di costi con il quale effettuiamo la capitalizzazione dei costi d’esercizio → quei costi non faranno più parte del conto economico ma faranno parte del conto impianti in costruzione. • Anno “n+1”: • L’anno successivo l’impianto viene concluso. • Chiudiamo il conto il conto acceso a costi sospesi, impianti in costruzione in avere e lo girocontiamo al conto impianti. • Inoltre capitalizziamo i costi sostenuti nell’esercizio n+1. LA RETTIFICA DIRETTA • Anno “n” al 31.12.n: • Avremmo effettuato le rettifiche dei costi direttamente nei conti in cui erano stati registrati i costi. • Anno “n+1”: LA PERMUTA • Operazione con cui si intende acquisire un fattore produttivo nuovo e contestualmente si intende anche dismettere un’immobilizzazione già in possesso dell’attività Spesso rappresenta un modo per rinnovare o sostituire un bene già impiegato nel processo produttivo. • Spesso è riconducibile a un’operazione di compravendita → si ha l’acquisto di un fattore produttivo sul mercato. Questa operazione di acquisto viene affiancata da un’operazione di dismissione, di vendita di un’immobilizzazione. Tra la società e il fornitore si instaurano due negozi di compravendita (acquisto del nuovo fattore produttivo e dismissione del vecchio) → questo darà luogo all’apertura di debiti e crediti reciproci • Occorre confrontare il prezzo di vendita dell’immobilizzazione ceduta con il suo VALORE CONTABILE RESIDUO (costo di acquisto/storico al netto del fondo ammortamento) • Se il prezzo di vendita del bene ceduto in permuta è superiore al suo valore contabile avremo una plusvalenza, in caso contrario una minusvalenza. → prezzo di vendita - valore contabile residuo • Spesso ci può essere il pagamento di una differenza in denaro (CONGUAGLIO) → solitamente l’immobilizzazione acquistata ha un valore superiore a quella ceduta (compensazione), si tratta di un aspetto finanziario • Le fasi sono tre: o Prima fase → alienazione, operazione di vendita della vecchia immobilizzazione al fornitore, determinazione plusvalenza o minusvalenza e nascita di un credito nei confronti del fornitore → è necessario calcolare il valore contabile residuo (si chiude il fondo ammortamento) o Seconda fase → registriamo l’acquisto della nuova immobilizzazione, nascita del debito o Terza fase → regolamento delle operazioni di credito e di debito reciproco, effettueremo la compensazione del credito e debito verso il fornitore e infine, laddove necessario, effettueremo il pagamento del conguaglio. ESEMPIO Un’autovettura A, iscritta in contabilità per 1.000 e ammortizzata per 700, è ceduta al prezzo di 400 + IVA 22%, in cambio di un macchinario B al quale è attribuito un valore di acquisto pari a 600 + IVA 22%. Per la differenza è pattuito un conguaglio di 200 + IVA 22% Vediamo di individuare i passaggi per risolvere la scrittura contabile → Ci troviamo di fronte a una minusvalenza o a una plusvalenza? • Valore contabile autovettura A → 1.000 - 700 = 300 • Prezzo di cessione – Valore contabile → 400 – 300 = 100 → Plusvalenza • N.B. il conguaglio non ha niente a che vedere con la minusvalenza/plusvalenza → non c’è nelle permute alla pari • Le scritture sono: • Viene chiuso il fondo ammortamento che ha eccedenza avere e quindi viene chiuso con un saldo in dare. • In contropartita abbiamo il conto dell’immobilizzazione. • Aspetto originario → credito verso il fornitore (non è un credito di natura commerciale). • L’immobilizzazione viene dismessa, rileviamo la rettifica del costo sospeso per il suo valore contabile residuo → il conto si chiude • PROCESSO DI AMMORTAMENTO → è un procedimento tecnico-contabile di ripartizione del costo di un fattore produttivo a utilità pluriennale tra gli esercizi nei quali fornisce il suo contributo • A tal fine, occorre predisporre un PIANO DI AMMORTAMENTO: o Valore da ammortizzare → non corrisponde necessariamente al costo storico o Periodo di ammortamento → dipende dalla residua possibilità di utilizzazione, è collegato con la vita utile del bene (numero di anni) o Metodo di ripartizione 1. IL VALORE DA AMMORTIZZARE • Non necessariamente coincide con il costo di acquisto, ci sono dei beni che mantengono un valore intrinseco che non esauriscono mai → anche se hanno esaurito la loro utilità, questi beni hanno la caratteristica di mantenere un valore di mercato anche al termine del processo di ammortamento (es. terreni) • Valore originario → costo sostenuto per l’acquisto più oneri accessori capitalizzati • Dal valore originario togliamo il presunto valore di realizzo al termine della vita 2. IL PERIODO DI AMMORTAMENTO • N.B. Il periodo di ammortamento dipende soprattutto dalla vita utile del bene ovvero dalla durata economica e non dalla vita fisica del bene stesso → obsolescenza • Senescenza fa riferimento al deperimento fisico di un bene, invecchiamento materiale del bene. • Obsolescenza → fa riferimento all’utilità di impiego di una bene, invecchiamento tecnologico, non coincide necessariamente con l’invecchiamento fisico di un bene. 3. IL METODO DI RIPARTIZIONE • Come determinare le quote di ammortamento: o Metodi regolari → sistematici, si definisce in modo preciso come distribuire il costo (in linea con il grado di obsolescenza delle immobilizzazioni)  Ammortamento a quote costanti  Ammortamento a quote crescenti → ripartire il costo con quote di ammortamento crescenti nel tempo  Ammortamento a quote decrescenti o Metodi irregolari → non garantiscono oggettività, potrebbero essere strumentalizzati per politiche di bilancio DA UN PUNTO DI VISTA CONTABILE • Abbiamo 2 metodi per rilevare l’ammortamento o METODO DIRETTO O IN CONTO → il valore del bene oggetto di ammortamento è ridotto iscrivendo la quota di ammortamento direttamente nel conto acceso a costo sospeso (sezione avere) o METODO INDIRETTO O FUORI CONTO → il valore del bene oggetto di ammortamento è ridotto indirettamente iscrivendo la quota di ammortamento nella sezione avere di un conto apposito (Fondo ammortamento) che rettifica il valore del bene. Il fondo ammortamento è un conto economico acceso alle rettifiche di costo → Stato patrimoniale a correzione del bene UN ESEMPIO DI AMMORTAMENTO Un impianto acquistato per 1.000€ presenta una vita utile di 10 anni. Si procede a un ammortamento per quote costanti: • Procedimento diretto o in conto • Rileviamo la quota di ammortamento al 31/12 → iscriviamo in dare il costo relativo alle quote di ammortamento e in avere rettifichiamo il costo sospeso • Procedimento indiretto o fuori conto • In questo caso utilizziamo un conto specifico in contropartita. • Nello Stato patrimoniale → avremo un costo storico iscritto in dare dell’immobilizzazione e in avere avrò un fondo ammortamento per un importo pari alle quote di ammortamento iscritte • Per capire l’utilità residua → costo storico – fondo ammortamento LE TIPOLOGIE DI SPESE DI MANUTENZIONE E RIPARAZIONE • Quando si tratta dei costi di manutenzione è necessario capire se hanno impattato sulla vita utile e sulla capacità produttiva dell’immobilizzazione. o Le manutenzioni ordinarie rappresentano il costo di utilizzo di un’immobilizzazione ed è legato al controllo e al mantenimento. Rappresentano un costo di esercizio e quindi concorrono alla formazione del risultato d’esercizio. o Le manutenzioni straordinarie hanno una natura incrementativa del bene a cui si riferiscono, aumentano la vita utile del bene e la capacità produttiva → incrementano il costo del bene e quindi rappresentano un costo sospeso, incrementano il costo sospeso dell’immobilizzazione e quindi devono essere iscritte in dare nel conto dell’immobilizzazione a cui si riferisce → il costo deve essere capitalizzato • Tutto quello che comporta un aumento significativo e misurabile di capacità influisce sulla vita utile e quindi deve essere capitalizzato UN ESEMPIO DI NATURA INCREMENTATIVA Un impianto acquistato per 1.000€ e con vita utile 10 anni è ammortizzato a quote costanti. Il settimo anno viene realizzato un intervento destinato all’ampliamento produttivo per 100€ + IVA 22%: • Si sarebbe potuta fare anche un’unica scrittura (preferibile l’altro) • Per non sbagliare in caso di scrittura unica: o “Crediti diversi” si movimenta per il prezzo di vendita + IVA o “Fondo ammortamento impianti” si chiude in Dare o “Impianti” si chiude in Avere per il costo storico. o Si rileva l’IVA a debito A questo punto, la scrittura DEVE quadrare • VENDITA A UN VALORE SUPERIORE AL VALORE CONTABILE Un impianto acquistato per 1.000€ e ammortizzato per 800€ viene venduto a 300€ + IVA • L’operazione di chiusura del fondo ammortamento non cambia. Valore contabile → 1.000€ - 800€ = 200€ → < prezzo di vendita (300€) → Plusvalenza di 100€ • Registriamo la fattura di vendita → sorge un credito per il totale dell’importo della fattura emessa, rileviamo l’Iva a debito, chiudo il conto impianti per il suo valore contabile residuo e infine registriamo la plusvalenza, ovvero un componente positivo di reddito. • Si sarebbe potuta fare anche un’unica scrittura • Per non sbagliare (in caso di unica scrittura): o “Crediti diversi” si movimenta per il prezzo di vendita + IVA o “Fondo ammortamento impianti” si chiude in Dare o “Impianti” si chiude in Avere per il costo storico o Si rileva l’IVA a debito o La mancata quadratura DEVE corrispondere alla plusvalenza • VENDITA A UN VALORE MINORE DEL VALORE CONTABILE Un impianto acquistato per 1.000€ e ammortizzato per 800€ viene venduto a 100€ + IVA Valore contabile → 1.000€ - 800€ = 200€ → > prezzo di vendita (100) → Minusvalenza di 100 • In questo caso registriamo una minusvalenza, ovvero un componente negativo di reddito. • Il valore residuo e l’impianto devono fuoriuscire dalla contabilità. • Si sarebbe potuta fare anche un’unica scrittura • Per non sbagliare (in caso di unica scrittura): o “Crediti diversi” si movimenta per il prezzo di vendita + IVA o “Fondo ammortamento impianti” si chiude in Dare o “Impianti” si chiude in avere per il costo storico o Si rileva l’IVA a debito o La mancata quadratura DEVE corrispondere alla minusvalenza b) LA ROTTAMAZIONE • I beni durevoli sono estromessi dal processo produttivo e non possono essere collocati sul mercato → la rottamazione prevede la distruzione dell’immobilizzazione, non si ha una vendita. • Se il bene non è stato completamente ammortizzato, si rileva una INSUSSISTENZA PASSIVA → perdita di utilità future (componente negativo di reddito) → questo non avviene se il bene è già stato completamente ammortizzato, in questo caso non si ha nessuna perdita di utilità. ESEMPIO Si rottama un macchinario del costo storico di 500, ammortizzato per 400 • Al momento della rottamazione andiamo a chiudere il costo sospeso del macchinario in avere il fondo ammortamento in dare → rettifiche • Il valore contabile residuo viene imputato in avere come costo d’esercizio. c) LA DISTRUZIONE NON VOLONTARIA • È causata da un evento dannoso (incendio, terremoto, ecc.) • Occorre dismettere il bene dal processo produttivo e quindi conseguentemente dalla contabilità: o Se non abbiamo una copertura assicurativa, la scrittura è la stessa della rottamazione → rileviamo un‘insussistenza passiva pari al valore contabile residuo. o Se abbiamo una copertura assicurativa, occorre rilevare il componente positivo relativo al rimborso dell’assicurazione → verificato il danno e la possibilità di risarcimento, la compagnia assicurativa liquida (determina) l’entità del danno. Una volta determinata l’entità del danno, l’assicurazione lo comunica all’impresa. Iscriviamo un credito in contabilità e il provento relativo all’indennizzo assicurativo. Scritture:  Al momento della liquidazione → crediti verso assicurazioni (VF+) a indennizzi assicurativi (VE+)  All’incasso dell’indennizzo, regolamento → banca c/c (VF+) a crediti verso assicurazioni (VF-) d) CESSIONI A TITOLO GRATUITO • Deve essere emessa una fattura → senza IVA per operazioni a favore di enti pubblici, associazioni riconosciute (ecc…), con IVA per cessioni a favore di altri (in questo caso l’IVA è indetraibile). • Scritture: o Chiusura del fondo ammortamento → fondo ammortamento (VE-) a Immobilizzazione (VE+) o Al momento della cessione senza IVA → perdite su impianti per cessione a titolo gratuito (VE-) a impianti (VE+) → per il valore contabile residuo o Con IVA indetraibile → uguale ma si aggiunge l’iva
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