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Analisi logica e declinazione parole latine: soggetto, attributo, apposizione, complementi, Schemi e mappe concettuali di Lingua Latina

La funzione dei costituenti in una frase latina, come soggetto, attributo, apposizione e complementi. Viene inoltre descritta la declinazione di parole in latino, con un focus sulle prime declinazioni di nomi maschili e femminili, e il modo in cui i complementi si connettono agli elementi a cui si riferiscono. Il documento include anche esempi e terminologia specifica come genitivo, nominativo, ablativo e accusativo.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 01/02/2024

martina-lorenzini-1
martina-lorenzini-1 🇮🇹

7 documenti

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Scarica Analisi logica e declinazione parole latine: soggetto, attributo, apposizione, complementi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Lingua Latina solo su Docsity! Introduzione alla lingua latina, 2020, Zago 22/09/2020 • Analisi grammaticale o morfologica Morfè “forma” (parole) Parti del discorso: 1) Nome 2) Verbo 3) Aggettivo 4) Pronome 5) Avverbio 6) Articolo 7) Congiunzione 8) Preposizione 9) Interiezione [esclamazioni, difficili da definire perché talvolta sono fisse e altre volte declinabili; esprimono emozioni o stati d’animo] Le parti del discorso declinabili sono quelle che possiamo modificare adattandole alle altre parti del discorso; le parti declinabili sono: nome (genere e numero), verbo (numero, tempo), aggettivo (genere e numero), pronome (genere e numero) e articolo (genere e numero). Le parti indeclinabili sono invece: congiunzione, avverbio, preposizione e interiezione. 24/09/2020 Il latino è una lingua ancora più flessiva dell’italiano, in cui oltre a genere e numero si ha anche la flessione dei casi: la declinazione. VERBUM in latino significa “parola” e il fatto che nella nostra lingua si sia specificato il significato di “azione compiuta”, la parte più importante della frase, sottolinea la sua importanza; questa parola ci da’ infatti informazioni riguardo a colui che compie l’azione e il modo e tempo in cui l’azione si svolge; esso può anche indicare l’esistenza di un soggetto, il suo modo di essere, ma basilarmente indica quello che il soggetto fa. Il predicato verbale dice qualcosa dell’azione che sto compiendo; i verbi predicativi (correre, mangiare, parlare) indicano dunque l’azione che si sta compiendo I verbi copulativi (sembrare, apparire, diventare, nascere, crescere, morire) altrettanto utilizzati, collegano il soggetto della frase ad una parte nominale. - il verbo essere si inserisce nel contesto come predicato nominale - i verbi appellativi sono invece quelli che indicato il modo di chiamare qualcosa (chiamare, nominare) e sono una sottocategoria dei verbi appellativi; - i verbi elettivi (eleggere, scegliere, nominare) - i verbi estimativi (stimare/ritenere) - verbi effettivi (fare, rendere) I verbi si possono anche distinguere in verbi transitivi (che possono reggere o ammettono il complemento oggetto, come: mangiare, leggere, dire) e intransitivi (che non possono reggere o non ammettono il complemento oggetto, come: piovere, morire, ma possono ammettere un complemento dell’oggetto interno). L’uso di un verbo transitivo senza complemento oggetto si dice uso assoluto (ABSOLUTUS “sciolto da legami” = ablativo assoluto) come ad esempio: Io mangio una mela (predicativo, transitivo), oppure Io mangio (uso assoluto). Alcuni verbi intransitivi possono avere un complemento oggetto (Io dormo un sonno tranquillo, Piangere lacrime amare, Vivere una vita tranquilla, Corro una corsa lunghissima) che appartiene alla stessa area semantica (come dormire e sonno) si dice che essi hanno un complemento oggetto interno. Altri verbi infine possono essere transitivi in un certo uso e intransitivi in un altro (doppi), ad esempio finire: Maria finisce i compiti (transitivo), Le vacanze a settembre finiscono (intransitivo). Volgendo le frasi al passato: Maria ha finito i compiti e Le vacanze a settembre sono finite; con uso transitivo l’ausiliare al passato è “avere”, mentre con uso intransitivo al passato ha “essere”. Un verbo transitivo con uso assoluto è leggere: - uso transitivo: Davide legge un libro  Davide ha letto un libro (ausiliare avere) 1 al passivo diventano predicativi  sono eletto capoclasse - uso assoluto: Davide legge molto  Davide ha letto molto = resta transitivo, poiché leggere non ha un uso doppio 29/09/2020 Il verbo ci dà alcune informazioni sul tempo, il modo [modalità con la quale viene presentata l’azione espressa del verbo, ossi l’atteggiamento di chi parla/scrive rispetto all’azione del verbo], persona e numero; queste quattro informazioni (detti ACCIDENTIA “cose che accadono” dai latini, categorie in italiano) sono quelle che si specificano ogni volta che si analizza un verbo e sono riunite all’interno della coniugazione, che in italiano sono tre e si distinguono per la terminazione all’infinito: -are, -ere, -ire. Esistono i modi indefiniti (infinito, participio e gerundio) e quelli finiti (indicativo, congiuntivo, condizionale e imperativo). In latino invece i modi sono otto e pur non avendo il condizionale presenta il gerundivo e il supino, mentre le categorie temporali sono le stesse dell’italiano. Rientra nella coniugazione anche la diatesi [la parola viene dal greco diàtesis, composto della preposizione dià e il verbo ìzemi, corrispettivo di disporre; in un certo senso la diatesi è la disposizione di un verbo, quella categoria che esprime il rapporto che il verbo ha con l’oggetto e il soggetto]. La diatesi attiva è la forma del verbo che indica un’azione che il soggetto compie su un verbo (Luca legge un libro); volgendo la frase al passivo il soggetto diventa un complemento di agente, mentre l’oggetto di prima diviene soggetto (il soggetto subisce l’azione: Il libro è letto da Luca, Io sono costretto). In italiano esiste anche la diatesi riflessiva, usata quando l’azione espressa dal verbo ricade/si riflette sul soggetto ad esempio: - propria: Io mi lavoro (soggetto e complemento oggetto sono gli stessi) - impropria: Io mi do una botta in testa/Luca si pettina i capelli (il riflessivo coincide con il complemento di termine) - reciproca: Luca e Mario si salutano (azione riflessa su due persone) Il latino riproduce sia la diatesi attiva che quella passiva, ma ivi esiste anche la forma deponente, che indica un’azione che il soggetto compie per sé stesso, o in cui il soggetto è particolarmente coinvolto e questo valore corrisponde per lo più alla diatesi riflessiva italiana. • Rudimenti di analisi logica Mediante questo tipo di analisi siamo in grado di capire quale funzione svolge un elemento all’interno della frase. La parola predicato significa appunto “qualcosa che viene enunciato/comunicato” rispetto alla frase, e si tratta dunque dell’elemento che dà l’informazione riguardo all’azione che viene compiuta nella frase. - Il predicato [cioè un verbo, che dunque esprime l’azione compiuta nella frase, che concorda con il soggetto in persona, numero e genere] si differenzia in predicato verbale e nominale, costituito dalla copula (verbo essere) più un nome o un aggettivo riferito al soggetto che ne specifica una qualità, una caratteristica o una condizione. Quando il verbo essere non è accompagnato da aggettivo o nome, significa “esserci, esistere, trovarsi” e non ha la funzione di predicato nominale, ma verbale, come nella frase Carlo è in casa. - Il soggetto è l’elemento della frase di cui il predicato ci dice qualcosa; in genere si tratta di un nome o un pronome, ma qualsiasi parte del discorso può essere resa soggetto quando viene sostantivata, come nell’esempio Mangiare è un piacere, dove il verbo mangiare, sostantivato, è il soggetto dell’enunciato; esso può essere esplicito (se compare esplicitamente nell’enunciato), oppure sottinteso se non compare chiaramente nell’enunciato ma è deducibile dal contesto, come nel caso di Sono stanco - L’attributo è un’informazione importante ma non essenziale e si tratta di un aggettivo che precisa un nome, ed è dunque ben diverso dal nome del predicato; un esempio è Al villaggio turistico ho vissuto un’esperienza indimenticabile, dove entrambe le specifiche non sono necessarie alla frase - L’apposizione è invece un nome riferito ad un altro nome, con intento di specificarlo meglio; classicamente è introdotta da: da, come, in funzione, in veste di, ma talvolta è complessa da individuare: Andrea, come rappresentante di classe, è andato dal preside oppure Fabio, fratello di Chiara, è giunto a Roma La difficoltà dell’analisi logica si riscontra nei complementi, elementi che completano o espandono il significato dei due elementi essenziali della frase; in base a come si collegano agli elementi a cui si riferiscono, vengono distinti in diretti, cioè connessi senza intermediari, come il complemento oggetto, oppure indiretti se introdotti da una particella (preposizioni o locuzioni come a causa di): 2 Gli abitanti dell’Italia sono perlopiù/nella maggior parte dei casi agricoltori e marinai. L’agricoltura è cara agli abitanti della penisola: la vita degli agricoltori è maestra/esempio di parsimonia e diligenza, così/in questo modo gli agricoltori arricchiscono l’Italia. Nella penisola ci sono molte e famose colonie della Grecia: talora infatti l’Italia è chiamata Magna Grecia. Le coste dell’Italia, soprattutto quelle delle isole di Sicilia e Sardegna, sono terre di viti, di ulive e di castagne, di rose e di viole. La fama dei poeti e delle lettere di Roma e dell’Italia è straordinaria. sum, es, fui, esse = sono dito, ditas, ditavi, didatum, ditare = arricchire appello, appellas, appellavi, appellatum, appellare = chiamarsi IN CHE MODO? Complemento di modo: CUM + ABLATIVO (anteposto, interposto o omesso), ABLATIVO SEMPLICE CON CHE MEZZO? Complemento di mezzo o strumento: ABLATIVO SEMPLICE, PER + ACCUSATIVO (quando il mezzo/tramite sono le persone) 20/10/2020 In rivi aquā columba pennas lavat et parvam formicam videt. Formica in undis rapidis est, natare non valet et auxilium implorat. Columba tum formicae herbam praebet et bestiolam servat. Sed inter herbas, in rivi ripa, agricola columbam videt, eam necare optat et sagittam parat. At formica, grata columbae, agricolae pedem mordet: sagitta in terram cadit et columba rapide avolat. Ita columba servatur a formica. La colomba si lava le ali nell’acqua del ruscello e vede la piccola formica. La formica è trascinata nelle onde, non è in grado di nuotare e implora aiuto. La colomba allora porge dell’erba alla formica e salva l’animaletto. Ma tra l’erba, sulla sponda del ruscello, il contadino vede la colomba, desidera ucciderla e prepara la freccia. Così la formica, grata alla colomba, morde il piede del contadino: la freccia cade in terra e la colomba vola via rapidamente. Così la colomba è salvata dalla formica. Valeo, văles, valui, valitum, vălēre = essere in grado Praebeo, praebes, praebui, praebitum, praebēre = porgere DA DOVE? Complemento di moto da luogo: E/EX (uscita), A/AB (allontanamento) DE (dall’alto verso il basso) + ABLATIVO PER DOVE? Complemento di moto per luogo: PER + ACCUSATIVO anche con i nomi propri di città o piccola isola. I nomi che indicano un passaggio obbligato (es porta) vogliono invece l’ablativo semplice L’imperfetto indicativo si compone con il tema del presente (radice e vocale tematica) + ba + desinenze personali e la sua funziona principale è quella di segnalare un’azione continuata nel passato: laudabam, monebam, legebam, veniam Il verbo sum presenta una coniugazione propria: eram, eras, erat, eramus, eratis, erant 22/10/2020 Il futuro indicativo si compone: tema del presente (radice e vocale tematica) + bo, bi, bu (per la prima e seconda coniugazione) + a, e (per la terza e quarta coniugazione) + le desinenze personali: laudabo, monebo, legam, perveniam 5 La -u si trova anche nel presente attivo della terza persona plurale nella terza e quarta coniugazione (legunt, cupiunt). Il verbo sum presenta la coniugazione proprie: ero, eris, erit, erimus, eritis, erunt Italiae nautae multas paeninsulas et insulas visitabant, non solum magnas insulas Siciliam et Sardiniam, sed etiam parvas insula Melitam, Ithacam, Pithecusam. Saepe in provinciam Africam perveniebant et ad Asiae terras longinquas navigabant atque postea domum ad familias suas remeabant. At interdum piratae nautis insidias parabant et nautarum vita tuta non erat. Piratae, praesertim Illyriae et Ciliciae, orarum Graeciae Italiaeque incolas terrebant, villas incendebant et interdum feminas abducebant. At prostremo Cnaeus Pompeius cum pertinacia ac peritia piratas oppugnabat, fugabat et delebat, itaque, post rapidam victoriam, famam gloriamque obtinebat. I marinai italiani visitavamo molte penisole e isole, non solo le grandi isole (come) Sicilia e Sardegna, ma anche piccole (isole) Malta, Itaca, Ischia. Spesso giungevano nella provincia Africa e navigavano verso le terre delle regioni dell’Asia e dopo ritornavano verso le loro case e famiglie. Ma allora talvolta i pirati disponevano inside ai marinai e la vita dei marinai non era sicura. I pirati, soprattutto dell’Illiria e Cilicia, spaventavano gli abitanti delle coste di Grecia e Italia, bruciavano le ville e portavano talvolta via le mogli. E infine Gneo Pompeo con tenacia e abilità contrastava i pirati, li scacciava e annientava, perciò, dopo la rapida vittoria, otteneva la fama e la gloria. 27/10/2020 La seconda declinazione: 6 Comprende in maggioranza nomi maschili, pochi nomi femminili e molti nomi neutri e si caratterizza per la presenza del genitivo singolare in -i, mentre il nominativo singolare per nomi maschili (annus, lupus) e femminili è -us (ad esempi i nomi di pianta come fagus), pochi nomi maschili escono in -er, uno solo esce in -ir (vir, che a parte il nominativo si declina esattamente come i nomi in -er), mentre i nomi neutri escono in -um. I nomi in -er tipo magister perdono la -e- a partire dal nominativo: magister, magistri, magistro, magistrum, magister, magistro e il loro vocativo è uguale al nominativo; lo stesso viene per ager,agri, aper,apri, arbiter,arbitri, culter,cultri, faber,fabri, liber,libri. Ci sono alcuni nomi in -us apparentemente regolari che hanno un vocativo singolare ancora diverso: filius,fili e genus,geni (“genio”, divinità familiare che protegge la gens) o nomi propri in -ius come Caius o Vergilius hanno il vocativo singolare uguali al genitivo singolare: fili, geni, Cai, Vergili. Allo stesso modo si comportano anche gli aggettivi possessivi: meus, tuus, suus, nostrus, vestrus. 29/10/2020 Modus, modi = modo, misura, moderazione Locus, loci = luogo, passo di un testo Legatus, legati = ambasciatore, messo Pŏpulus, populi = popolo Humus, humi = terra (femminile) Aegyptus, Aegypti = Egitto (femminile) Sono femminili anche i nomi di pianta: fagus, fagi “faggio”, pinus, pini “pino”, pirus, piri “pero”, pōpulus, populi “pioppo” Ager, agri = campo Faber, fabri = fabbro Gener, generi = genero Liber, libri = libro [che come magister, magistri perde la -e-] Bellum, belli = guerra Castra, castrorum = accampamento Imperium, imperii = ordine, potere esecutivo, possedere la prerogativa di re Ingenium, ingenii = attitudine naturale, intelligenza Otium, otii = riposo, tempo libero Negotium, negotii = attività, occupazione Proelium, proelii = combattimento Studium, studii = passione, desiderio, interesse Uno dei sostantivi più usati è deus,deii, ma che non ha il vocativo, ma è sostituito in epoca classica da dive (vocativo di divus “cose divine”); ad abbondare sono invece le forme del plurale. Potrebbero mandarci in crisi alcuni nomi neutri che presentano però i caso diretti in -us: pelagus,pelagi “mare”, virus,viri “veleno”, vulgus,volgi “volgo”, che dunque presentano un accusativo in -us. Ulteriore particolarità è che questi nomi non hanno il plurale. 3/11/2020 Nomi di città e piccola isola e pluralia tantum nella seconda declinazione 7 Il neutro presenta tutti i casi diretti uguali; nella tradizione spagnola ad esempio Nominativo, Vocativo e Accusativo sono tutti raggruppati insieme. Al singolare la loro terminazione è -um, mentre al plurale è -a.
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