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Guide e consigli
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Appunti Economia Aziendale Completi, Appunti di Economia Aziendale

Appunti completi delle lezioni di economia aziendale. Ho preso 30 in entrambi i parziali.

Tipologia: Appunti

2018/2019

In vendita dal 16/05/2019

alessiacolferai
alessiacolferai 🇮🇹

4.8

(23)

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Scarica Appunti Economia Aziendale Completi e più Appunti in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! Economia aziendale lunedì 18 febbraio 2019 Mazzola Divisione gruppo ABA-DIU aula 125 martedì 10:30-13:30 giovedì 13:30-15 Esami: Scritto obbligatorio + orale facoltativo non integrativo Per fare l’orale bisogna aver preso almeno 18 allo scritto libro: Economia aziendale 2019 McGraw Hill Frequenza —> almeno il 70% delle ore appunti dettagliati studiare giorno per giorno Discussione casi ed esercitazioni: - Casi —> leggere i contenuti il giorno prima - Esercitazioni —> esercitazione intermedia e una finale 2 APRILE PROVA INTERMEDIA -> contenuti trattati nelle prime 4 settimane di corso (1-12) Prova finale 20 MAGGIO PROVA FINALE —> contenuti (14-25) —> MEDIA dei voti delle due esercitazioni solo se fai almeno 18 in entrambe le prove —————1° CICLO————— 1. Cos’è l’azienda? L’attività delle persone viene organizzata in istituti con finalità proprie. Le imprese sono un istituto e vengono tipicamente costituite per realizzare prodotti e servizi. L’economia aziendale si occupa degli aspetti economici relativi al funzionamento degli istituti e definisce le regole di buon funzionamento. Si occupa dell’ordine economico degli istituti. Esempi di aziende: Hermès, Ferrari, Apple, Facebook, Alitalia, ILVA. 2. Come interagisce con l’ambiente circostante? Sistema aziendale: sistema input-output aperto; un sistema aperto che si interfaccia con l’ambiente. Sistema di prodotto offerto → sistema perchè non si vende solo il prodotto ma anche l’immagine, la garanzia ecc. L’equilibrio dipende dalla capacità di riuscire a vendere il proprio prodotto. La remunerazione e le condizioni di lavoro sono delle componenti dell’offerta di collaborazione. Le imprese devono interfacciarsi con clienti e apportatori di condizioni produttive per funzionare e per sopravvivere. 1 concorrenti 3. Come funziona e come muta? Risorse: • Primarie → lavoro e capitale • Derivate → patrimonio tecnico industriale e patrimonio commerciale Le risorse primarie vengono impiegate e investite e diventano così risorse derivate. Attività: • Gestione → dipende dal tipo di impresa ed è l’attività fondamentale • Organizzazione del lavoro • Rilevazione → misurare i risultati delle attività. Organizzazione e rilevazione sono attività accessorie. Risultati: • Economici → profitto • Competitivi • Sociali Bisogna ottenere tutti e tre i risultati per poter operare. La gestione strategica è la gestione degli investimenti, attività volte a modificare l’assetto delle risorse disponibili. La gestione operativa sono le attività che presidiano al corretto funzionamento del sistema aziendale nell’ambito delle risorse date. 4. Quali sono i suoi fini? Finalismo aziendale Il profitto non è un fine ultimo delle imprese ma è un fine mezzo: - Nessuna impresa sopravvive senza profitto - È mezzo perchè le imprese sopravvivono se investono il profitto al fine di migliorarsi 2 Know-how commerciale, il saper fare commerciale (es. percorso che bisogna seguire nella consulenza che prestano per dare aiuto) Patrimonio tecnico: 36 fabbriche in 11 paesi differenti, uffici, impianti, macchinari. Know-how tecnico di come si producono i mobili e anche di progettazione. I risultati competitivi dipendono dalla coerenza della parte sinistra del sistema: quando c’è coerenza tra sistema di prodotto, clienti e risorse e attività di gestione. Parte sinistra = sistema competitivo In questa parte ci sono anche i concorrenti. I risultati sociali dipendono dalla coerenza della parte destra: apportatori di condizioni, offerte di collaborazione. Il consenso dipende dalla parte destra. Un’azienda che ha buoni risultati competitivi e sociali sono condizioni necessarie ma non sufficiente per ottenere i risultati economici. → serve efficienza e innovazione Riassunto: - parte teorica su sistema aperto input output - Caratteristiche tratte dal caso Ikea - Come fa Ikea a ottenere i risultati? Rende coerente sia la parte destra che la parte sinistra giovedì 21 febbraio 2019 Marchi Conclusioni caso Ikea: a. Impresa che ha risultati economici, sociali e competitivi buoni poiché sa organizzare le risorse in modo coerente → vedi risultati competitivi e sociali da cosa dipendono b. Un’azienda funziona bene se riesce a configurare tutti gli elementi del sistema in modo coerente c. Il successo delle aziende in termini di risultati dipende dalla coerenza con il quale si organizzano gli elementi Tutte le componenti sono coerenti. FINALISMO Qual è la finalità delle aziende? In un’azienda esistono dei fini immediati, che devono essere raggiunti da subito: 1. Remunerare gli apportatori di lavoro, coloro che dedicano tempo a lavorare da noi; 2. Remunerare gli apportatori di capitale, i soci. → Fini immediati = remunerazione di apportatori di risorse primarie (lavoratori e soci) Fini generali, essenziali per i fini immediati: 1. Durare nel tempo → durabilità ossia l’attitudine/capacità dell’azienda di perdurare nel tempo, anche oltre ai soci generatori; 2. Autonomia → l’attitudine dell’azienda di non ricorrere sistematicamente all’aiuto di terze economie, di terzi; un’azienda che non ricorre all’indebitamento, che riesce a farcela da sola, non chiede l’aiuto di altri ma trova una ragione d’esistere in sé stessa; 5 Fini immediati Fini generali Remunerare gli apportatori di risorse primarie Durabilità Autonomia Qual è la regola di condotta che le aziende devono rispettare per poter raggiungere i propri fini? → Il principio di economicità: L’economicità è la regola che le aziende devono rispettare per raggiungere i propri obiettivi. Bisogna operare nel rispetto del principio di economicità. Che condizioni sono alla base di questo principio? 1. Equilibrio reddituale → la differenza tra ricavi e costi; se i ricavi sono maggiori dei costi l’azienda è in equilibrio reddituale. R - C > 0 2. Equilibrio monetario → differenza tra entrate e uscite (E - U); deve essere maggiore di 0. Differenza tra ricavi e entrate → entrate monetarie che l’azienda incassa a seguito della vendita (es. caffè al bar) quindi ricavi e entrate sono uguali, ma non sono sempre uguali. La differenza è il tempo: c’è uno scostamento temporale tra ricavo e entrata. Le condizioni di pagamento non sono pagate subito ma a 30/60/90 giorni → (l’entrata è dopo). 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Fabbisogno finanziario → chi lavora nelle imprese, si interfaccia con il sistema bancario e creditizio e analizza le fonti più convenienti per coprire quel fabbisogno. Su quel finanziamento ci saranno degli interessi passivi. Gli interessi passivi sono quelli che pago alla banca per avermi prestato dei soldi. Quegli interessi sono un’uscita ma son anche un costo. Il mio utile sarà diminuito perché devo sottrarre gli interessi. C’è una relazione tra i due equilibri perché la gestione finanziaria può generare interessi passivi che sono un costo. Molte aziende falliscono per cause finanziarie a causa degli insoluti. Che condizioni ci sono alla base degli equilibri: Equilibrio reddituale: 1. Efficacia e efficienza → efficacia = il grado di raggiungimento dell’obiettivo; 
 efficienza = connessa al rapporto input output, concetto secondo cui riesco ad ottenere il massimo risultato col minimo sforzo; efficacia impatta sui ricavi mentre l’efficienza impatta sui costi (più sono efficiente meno costi ho) 6 Transazione €5000 R= € 10000 Oggi 60gg Utile 5000 90gg 5000 10000 30 gg = fabbisogno finanziario Un’azienda che rispetta contemporaneamente i due equilibri è un’azienda che opera secondo l’economicità e quindi è in grado di durare nel tempo in modo autonomo e di raggiungere i fini immediati. 2. Flessibilità → attitudine dell’azienda di modificare l’offerta sulla base del mutamento dei bisogni del mercato/dei clienti; impatta sia sui ricavi che sui costi; 3. Congruità → la capacità dell’azienda di pagare le risorse a valori normali ALITALIA Più che un caso è un esempio di azienda che non sta operando in base al principio di economicità, non è in equilibrio reddituale né in equilibrio finanziario. Non rispetta gli equilibri, non è autonoma, non dura (la vendono a Easyjet), scioperano i lavoratori, perdono soci. lunedì 25 febbraio 2019 Mazzola Assetti istituzionali e modelli di governance Assetto dell’istituto impresa e del suo governo Come vengono prese le decisioni e da chi Qual è il miglior modo per prendere le decisioni Elementi che comportano l’assetto istituzionale dell’azienda: A. prerogative di governo economico B. I soggetti a cui spettano queste prerogative C. Come questi soggetti esercitano le loro prerogative: attraverso un principio e un’individuazione di contributi e ricompense D. Ricostruzione delle strutture e meccanismi di correlazione 1. A chi spetta il governo delle aziende? A. Individuazione delle prerogative di governo economico: assumere su di se la responsabilità di prendere le decisioni di maggior rilievo come: Budget → programma di dettaglio dei prossimi 12 mesi Proposte di bilancio → ogni 12 mesi vado a vedere i miei risultati, che devono essere approvati 7 martedì 26 febbraio 2019 Marchi Caso Alitalia Alitalia nel 2018 è in perdita, i costi sono maggiori dei ricavi. Un’azienda che brucia cassa = uscite > entrate Le condizioni sono le stesse del 2006: non c’è equilibrio reddituale né monetario, non opera secondo il principio di economicità. Quindi non può durare e tanto meno essere autonoma. Alitalia non è mai stata autonoma e di durabilità. Non è in grado di remunerare gli azionisti, i soci, che si aspettano una quota degli utili di Alitalia che però non produce utili ma perdite. Chi deve esercitare il comando? Chi prende le decisioni? Che contributi e ricompense spettano a queste persone? È giusto che nelle aziende comandi il soggetto economico, colui che prende le decisioni di fondo nelle aziende. Le prerogative sono: approvazione del bilancio, destinazione del risultato, scelte di fondo, approvazione piani, budget, nomina dei vertici aziendali. Vuol dire andare a costituire l’assetto istituzionale (corporate governance), definire 5 elementi: Chi comanda, cosa comanda, come comanda ???? Caso Costa Nasce come azienda che commercializzava olio di oliva. Dopo la prima guerra mondiale diventa un’azienda manifatturiera di olio; affianca l’attività armatoriale e del trasporto di merci in generale. Nel secondo dopoguerra, si allarga in trasporto di passeggeri di linea e poi diventa un trasporto per crociere. In ultimo si occupa dell’avvio di nuove attività nel settore tessile e meccanico. Lavora in più settori, è quindi un’azienda diversificata perché opera su più business. SITUAZIONE COSTA PRE-CRISI - anni 70 Qual era l’assetto istituzionale? Prerogative: • Decisioni di fondo, approvazione del bilancio, destinazione del risultato, approvazione piani, budget, nomina dei vertici aziendali Soggetto: • Il soggetto economico → soci, apportatori di capitale → 26 soci maschi della famiglia Costa, le femmine erano liquidate con altre componenti del patrimonio che detengono una quota di partecipazione che va dal 2 al 10%. → matrice tendenzialmente liberal Contributi: • Conferire capitale → non solo il versamento di soldi ma ance una garanzia accessoria indiretta che è il patrimonio personale • Partecipare alle scelte di governo → partecipazione diretta alla gestione aziendale • → apporto di lavoro diretta alla partecipazione aziendale • Lavorare senza affanno e non erano richieste particolari competenze Ricompense: • Remunerazione/stipendio • Quota dell’utile (dal 2 al 10%) → quota di partecipazione agli utili • Riconoscimento di essere un Costa → senso di appartenenza alla famiglia Strutture e meccanismi di correlazione tra contributi e ricompense ed esercizio del governo economico: • Solo uomini Costa • Regole Società in Nome Collettivo (s.n.c.) • Le prerogative venivano esercitate in due momenti: tutte le mattine in Sala Posta e ogni 15 giorni tramite delle riunioni → gestite informalmente (tipica del s.n.c.) • Meccanismi e strutture basate sui valori della famiglia, in base al ruolo ricoperto A chi spetta il dovere di comandare? Agli apportatori di risorse primarie ossia lavoratori e soci. Se l’interesse è quello di remunerare gli apportatori di risorse primarie, è giusto che siano essi a governare. 10 Soggetti economici: Matrice liberal → soggetto economico = apportatori di capitale Matrice radical → solo lavoro Matrice misto → modello renano Excursus → società = due o più persone insieme per ottenere utili; bisogna scegliere tra i 6 tipi di società. Due gruppi: - Società di capitali → risponde la società con il proprio patrimonio - Spa → società per azioni → le azioni sono più facili da far circolare - Srl → società a responsabilità limitata → capitale in quote - Sapa → società in accomandita per azioni (l’unica è quella degli Agnelli) - Società di persone → elemento personale prevalente e quindi c’è una responsabilità illimitata dei soci - Snc → società in nome collettivo - Sas → società in accomandita semplice - Ss → società semplici Nelle aziende esistono due grandi organi: - Assemblea dei soci → apportatori di K → proprietari dell’azienda - Management → organo di gestione, manager Definire rapporto tra i due → 3 alternative: 1. Proprietà concentrata → i due organi coincidono, sono sovrapposti → Costa negli anni 70 → essere socio comporta la qualifica di amministratore. 2. Public company anglosassone → non è quotata in borsa, la proprietà è frammentata. Ci sono molti soci. Questi non coincidono con gli amministratori (manager), c’è una netta distinzione. Separazione tra proprietario e amministratore, chi gestisce. 3. Renano → misto, azienda come bene della collettività; c’è un socio forte di riferimento ma la caratteristica principale è che sono presenti anche i lavoratori nel consiglio di sorveglianza. C’è la separazione tra proprietà e chi gestisce. Resta un problema che è la tutela dei soci di minoranza che restano senza garanzie. Limiti del modello a proprietà concentrata: Carenza manageriale → Carenza finanziaria → le risorse non è detto che siano infinite Segnali della crisi: - Problema di capitale, pochi soldi e aveva già debiti → aveva bisogno di capitale - Concorrenza con il trasporto aereo - Crisi del petrolio e inflazione (incremento del valore del carburante) - Riforma fiscale che impattò sulle strutture amministrative Il cambiamento di alcune condizioni ambientali esterne mettono in crisi l’aspetto istituzionale di Costa che cerca di ricostruire un triumvirato, modello che era a capo quando governava nonno Angelo. Questo non funziona perchè nessuno aveva una visione generale dell’azienda. Soluzioni del problema delle risorse capitale: - Aprire il capitale a membri non della famiglia Costa - Problema di stallo decisionale → aprire il capitale a soci diversi ad espressione di una maggioranza di questo capitale ——> cambio di assetto → Necessità di integrare e in parte sostituire gli amministratori con soggetti diversi → Public Company anglosassone, modello aperto in cui c’è una separazione tra i due organi. → spa o srl Chi diventerà il soggetto economico? Sempre meno i soci ma sempre più gli amministratori competenti. 11 Cosa ci insegna il caso Costa? - l’assetto istituzionale di un’azienda deve essere sempre coerente con l’evoluzione dell’attività e con il contesto di riferimento → Coerenza Il modello diventa incoerente perché non c’è più coerenza tra i 5 elementi e con l’ambiente esterno. Manca la coerenza interna ed esterna. giovedì 28 febbraio 2019 Marchi L’ambiente esterno Sistema input output aperto perchè l’azienda trova la ragione d’esistenza nelle relazioni con l’esterno. Scambia i prodotti con i clienti e le offerte con gli apportatori. Agenda: - definire l’ambiente e le sue componenti (Cosa è?) - Capire l’importanza per l’impresa di conoscere l’ambiente e il sistema competitivo (Perchè?) - Analizzare gli strumenti elaborati dalla teoria per analizzare in particolare il sistema competitivo (Come?) Sistema competitivo è la parte destra del sistema. 1. Cos’è l’ambiente? L’ambiente di un istituto è l’insieme di condizioni e fenomeni esterni allo stesso che ne influenzano significativamente la struttura e la dinamica. Si divide in due sottofamiglie: • Micro-ambiente → sistemi esterni all’azienda che interagiscono con essa, quelli più vicini, che interagiscono di più. → es. clienti • Il micro-ambiente si distingue a sua volta nella parte di sinistra, detta ambiente competitivo, e parte di destra, l’ambiente sociale, gli stakeholders. • Macro-ambiente → condizioni e fenomeni sociali, economiche, politiche ecc, un insieme di vincoli e opportunità generali che indirettamente influenzano la dinamica dell’azienda. Costituiscono un’opportunità e una minaccia per l’istituto. → es. cambio di politica monetaria da parte della banca centrale • Il macro-ambiente → S.T.E.P. perchè le condizioni e i fenomeni macro vengono a loro volta classificati in: sociali, tecnologiche, economiche, politiche. La differenza tra i due è il livello di prossimità e interazione. Macro-ambiente: Sociale → di tipo demografico piuttosto che di comportamento; struttura e stratificazione della popolazione Tecnologico → il cambio della tecnologia può creare una minaccia ma anche un’opportunità per l’azienda Economico → es politica monetaria; le politiche della banca centrale impattano sui comportamenti dell’azienda; es reddito disponibile delle famiglie: l’impoverimento collettivo influenza l’intero mercato. Politico → variabile legislativa Che differenza c’è tra mercato e settore? Il mercato fa riferimento alla domanda di un determinato prodotto, è l’insieme delle negoziazioni che hanno per oggetto un determinato prodotto specifico. Il settore è l’insieme delle aziende che servono quel determinato prodotto. Mercato → focus sulla domanda → analisi di mercato = analisi della domanda di un determinato bene → marketing Settore → focus sull’offerta → analisi di settore = analisi delle aziende di un settore → economia aziendale 12 Sono di diverso tipo ma ci sono tre competenze di carattere generale, che è meglio avere: • Flessibilità → capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali; il costo del mancato adattamento è un costo enorme e perciò è importante sapersi adattare. • Innovazione → saper introdurre innovazioni marginali e radicali che hanno successo • Integrazione → saper integrare competenze, mentalità e prospettive diverse e farle lavorare assieme, sia interna che esterna. Le risorse e le competenze sono in grado di contribuire al successo aziendale quando hanno queste caratteristiche: - Alto valore → coerenza rispetto ai fattori critici di successo - Rarità o scarsità → se tutti hanno quella medesima risorsa o competenza, la capacità innovativa non fa la differenza. Perché una risorsa faccia la differenza, deve essere unica Una volta che hanno creato successo, le risorse partecipano al successo duraturo dell’azienda se rispettano: - Bassa imitabilità - Bassa trasferibilità 2. LE ATTIVITÀ Bisogna leggere l’azienda in base agli accadimenti interni all’azienda, alle azioni che avvengono al suo interno. L’operazione è un’azione compiuta che consente di cambiare il patrimonio dell’azienda o che ha un impatto (che ha un costo). Si aggregano operazioni simili, attraverso vari processi. Si possono fare altre aggregazioni, di due tipi: tutti i processi dello stesso tipo (es. vendita, produzione) quindi delle coordinazioni parziali oppure aggrego processi diversi in funzione dell’oggetto (es. processi di acquisto, produzione, vendita di uno specifico oggetto) quindi delle combinazioni parziali. Se aggrego tutto arrivo al livello dell’azienda, che si chiama combinazione economica generale. L’unità elementare che posso osservare è l’operazione (es. acquisto lana). Questa si caratterizza per almeno uno di questi effetti: - Modifica la struttura dell’azienda - Produce valori, scambiando con l’esterno (ho un panino, lo vendo, non ho più il panino ma ho il valore del panino) Dato che le operazioni sono tante, unisco quelle dello stesso tipo. Il processo è l’insieme ordinato di operazioni della medesima specie e con il medesimo oggetto. Aggregazione di processi dello stesso tipo. La coordinazione economica parziale è l’insieme dei processi della medesima specie differenti per oggetto. L’alternativa è l’aggregazione dei processi non dello stesso tipo, ma che riguardano lo stesso oggetto. La combinazione economica parziale è l’insieme dei processi differenti per specie e omogenei per oggetto. 3. LA GESTIONE Le attività aziendali sono l’insieme delle operazioni tutte svolte dall’azienda. Sono suddivise in 3, anzi 4, attività di base: - Gestione - Organizzazione - Rilevazione - Configurazione dell’assetto istituzionale → cambio proprietà Le prime 3 vengono sviluppate in maniera sistematica e regolare mentre la quarta è un’attività che avviene su base sporadica. L’attività principale è l’attività di gestione, l’insieme delle operazioni con cui io realizzo la funzione dell’impresa. 15 A supporto di questa attività gestionale ci sono le attività di organizzazione (organizzare il lavoro) e rilevazione (raccogliere i risultati e comprenderli per capire se vado bene o male). L’attività di gestione all’interno di un’azienda può essere divisa in gestione strategica (investimenti di lungo periodo) e gestione operativa (gestisco giorno per giorno il funzionamento dell’azienda). Posso leggere la gestione suddividendola in 4 tipologie: • Caratteristica → operazioni che riguardano il mio mestiere, l’attività tipica svolta dall’azienda • Patrimoniale → investimento di risorse eccedenti la gestione caratteristica, gestione del patrimonio dell’azienda • Finanziaria → raccolta dei capitali presi a prestito necessari per far funzionare l’attività aziendale caratteristica • Tributaria → accertamento e pagamento dei tributi (imposte) All’interno della gestione caratteristica io posso fare un’ulteriore distinzione: • Per coordinazioni parziali • Per combinazioni parziali martedì 5 marzo 2019 Marchi Continuo Modello di Porter b. Potere contrattuale/fornitori → La forza che il mio cliente/fornitore ha. Il potere contrattuale sarà più alto ed il settore meno attrattivo se: 1. Maggiore sensibilità al prezzo degli acquirenti → maggior potere contrattuale → minore attrattività del settore. Dipende da: - scarsa importanza del componente rispetto al costo totale - Scarsa differenziazione dei prodotti dei fornitori - Alta pressione competitiva tra gli acquirenti - Bassa importanza del prodotto per la qualità del prodotto o servizio 2. Maggiore potere contrattuale relativo → se io sono un piccolo fornitore e il mio cliente è grande, il suo p.contrattuale sarà grande perché vendo a un colosso A sua volta dipendente da o dimensione (minore) e concertazione (minore) degli acquirenti rispetto ai fornitori; o (tante) informazioni degli acquirenti; o (alta) capacità di integrazione verticale. c. Potenziali entranti/minaccia di nuove entrate Sono le altre aziende che come me possono decidere di entrare in un settore. Se il settore è attrattivo molte aziende decidono di entrarvi. Il rischio di una minaccia di nuovi competitor rende il settore meno attrattivo. Le barriere all’entrata, ostacoli all’ingresso di nuove imprese, sono fattori che rendono difficile iniziare ad operare in un settore. La minaccia dipende dall’esistenza o meno di barriere all’entrata → no barriere, molte aziende entrano nel settore che diventa meno attrattivo. Es. barriere → fabbisogno di capitale, economia di scala, vantaggi assoluti di costo, differenziazione di prodotto, accesso a canali distributivi, barriere istituzionali e legali, reazione delle imprese. d. Minaccia di prodotti sostituitivi Prodotti diversi dal mio che però svolgono la stessa funzione La minaccia dipende: - dalla propensione dei clienti alla sostituzione - dal rapporto prezzo-prestazione dei prodotti sostituivi Un esempio, trasporto aereo e treno, stesso valore d’uso, ti portano da un posto all’altro. Alta propensione degli acquirenti, stesso valore, ma il rapporto tra prezzi e prestazioni non è lo stesso. Per l’analisi di settore all’analisi di filiera bisogna scomporre il settore nelle diverse fasi della produzione. 16 Può essere opportuno scomporre il settore nelle diverse fasi della filiera per capire quali fasi della filiera andare a presidiare in base al valore di ciascuna fase. Nel caso TOD’S, Della Valle affermava che bisognava presidiare anche la fase finale, quella della vendita. Può succedere che il fornitore entra nel mio settore. E’ un fornitore dei negozianti che si mette a fare il negoziante. Questo precesso si chiama integrazione verticale di settore. Fenomeno dove il produttore viene a integrarsi a valle. Più è bassa la minaccia, più è attrattivo il settore. Caso Tod’s Tod’s = azienda a proprietà concentrata Risultati competitivi buoni, misurati con tasso di crescita del fatturato e quota di mercato. Il fatturato dal 2000 la 2001 era cresciuto del 26,6%. Il fatturato dei concorrenti era in riduzione consistente. Se il settore perde e la mia azienda cresce → ruba quote di mercato agli altri, i clienti abbandonano i competitor e gradiscono me. I risultati competitivi dipendono dalla coerenza della parte sx. Quota di mercato = vendite mie/vendite totali La quota di mercato di Tod’s è dell’8% Risultati economici buoni → crea utili Risultati sociali → se non specificati sono buoni solitamente LE RISORSE: Risorse finanziarie: Capitale di rischio → soldi dei soci; patrimonio netto 369 milioni (60% di Della Valle, 38% flottante) Capitale di debito → soldi presi in prestito dalle banche, vanno restituiti e hanno quindi una scadenza →posizione finanziaria netta (PFN) 51,4 milioni di euro Crediti → ammontare di denaro che dobbiamo ancora incassare; contenuti nel capitale circolante netto (CCN) insieme alla cassa → 132 milioni di crediti di funzionamento, non ci sono informazioni relative ai crediti di finanziamento —crediti di funzionamento (crediti verso i clienti) e crediti di finanziamento (ho prestato dei soldi e ho quindi diritto a riceverli con un interesse). I primi non prevedono solitamente interessi. —— Risorse finanziare endogene ed esogene: prelevate dall’esterno e create dall’interno. Risorse materiali o tangibili: A fecondità semplice → materie prime utilizzate una sola volta, risorse che rilasciano la loro utilità subito. → es. materia prima come il pellame A fecondità ripetuta o pluriennali → rilascino la loro utilità lungo un asse temporale pluriennale. → es. macchinari per la produzione di scarpe e borse, capannoni, impianti, laboratori, negozi Risorse immateriali o intangibili: Capitale umano → abilità, conoscenze e know-how del personale; è di proprietà delle persone che lo prestano all’azienda; Tod’s ne beneficia fino a quando le persone che hanno queste abilità lavorano per l’azienda → competenze di marketing, qualità, ricerca e sviluppo (r&d) Capitale organizzativo → cultura organizzata, procedure codificate e brevetti Capitale relazionale → capacità dell’azienda di gestire il consenso con gli stakeholder vari. Reputazione verso gli stakeholders. Le risorse devono essere rare/scarse, difficilmente imitabili e trasferibili. 17 Mercato: Il primo criterio è l’area geografica. Italia – Estero. Il secondo criterio è la distinzione per tipo di cliente. Privati – Collettività (banche, imprese, alberghi e ristoranti). Il terzo criterio è il canale di vendita. Il canale diretto – indiretto. 2. Selezionare i criteri strategicamente rilevanti (prendere decisioni di investimento) Andremo quindi a non considerare dei criteri che non hanno impatti strategici. Ad esempio nel caso Kartell non terremo in considerazione il criterio del colore. 3. Dobbiamo identificare le combinazioni prodotto mercato possibili. lunedì 11 marzo 2019 Mazzola Attività di organizzazione Agenda: 1. Cosa significa organizzare un’azienda? → le attività d’organizzazione 2. Come si organizza un’azienda?→ l’assetto organizzativo: organismo personale, struttura organizzativa e sistemi operativi COS’È L’ATTIVITÀ DI ORGANIZZAZIONE, PERCHÈ È IMPORTANTE E COME FUNZIONA? È una delle grandi classi di attività che si svolgono in azienda (gestione, organizzazione e rilevazione) e ha per oggetto caratteristico il lavoro. Il tema dell’organizzazione è quello di coniugare il lavoro con il sistema delle attività aziendali. Le decisioni di organizzazione portano alla configurazione dell’assetto organizzativo aziendale Le scelte di organizzazione concorrono direttamente al soddisfacimento di una classe importante di attese del soggetto economico e sono perciò legate alla definizione dell’assetto istituzionale. La progettazione dei due assetti (organizzativo e istituzionale) ha l’obiettivo di soddisfare i due seguenti fabbisogni organizzativi (da soddisfare congiuntamente): - Efficienza delle combinazioni economiche - Soddisfazione delle persone I due fabbisogni organizzativi devono essere soddisfatti congiuntamente, innescando un circolo virtuoso (nel rispetto del principio di contemperamento degli interessi). Se la combinazione economica funziona meglio, riesco a soddisfare meglio le persone. L’idea è che all’interno di un’azienda, una persona possa soddisfare diversi bisogni. La soddisfazione delle persone si ottiene attraverso il soddisfacimento dei loro bisogni (Maslow). 20 L’assetto organizzativo Variabili individuali, sociali, di contesto Struttura organizzativa Sistemi operativi ORGANISMO PERSONALE L’organismo personale è l’insieme unitario delle persone che, con il proprio lavoro, partecipano allo svolgimento delle attività aziendali. L’organismo personale è qualificato innanzitutto dalle caratteristiche individuali delle persone che lo compongono in termini di: • valori • bisogni • conoscenze • competenze Oltre che dalle variabili individuali, l’organismo personale è caratterizzato dalle variabili sociali (ossia dall’intensità e dalla qualità delle variabili interpersonali). I meccanismi di funzionamento di un gruppo sono analizzabili in termini di: • ruoli • norme • relazioni (di influenza e di conflitto) Altri elementi critici da considerare nell’analisi e nella definizione dell’organismo personale di un’impresa sono: • Dimensioni → A tal fine sono rilevanti gli indicatori di produttività, composizione e costo • Dinamismo → quantitativo e qualitativo (apprendimento) • Flessibilità LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA - PROGETTAZIONE La struttura organizzativa è la configurazione unitaria e coordinata degli organi aziendali e degli insiemi di compiti e responsabilità loro assegnati. Il processo di progettazione della struttura organizzativa porta all’individuazione di: • un elenco di unità organizzative • un elenco di insiemi di compiti assegnati a ciascuna unità • un insieme di relazioni gerarchiche che collega le diverse unità La struttura organizzativa formale è rappresentata da • un «organigramma» (rappresentazione grafica delle unità organizzative e delle loro relazioni gerarchiche); se non ci sono linee vuol dire che non ci sono relazioni gerarchiche tra le due parti; • un «mansionario» (raccolta di compiti e di responsabilità per le diverse unità organizzative) LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA - I MODELLI Esistono tre tipi fondamentali di struttura organizzativa: A. Struttura elementare → assenza di livelli intermedi, non ci sono organi di direzione intermedio e quindi tutti rispondono a un’unica persona; B. Struttura funzionale → ci sono delle responsabilità intermedie organizzate per funzione C. Struttura divisionale → ha dei livelli intermedi organizzati per divisioni, per linee di prodotto La scelta dipende dalle caratteristiche dell’azienda e dai criteri privilegiati di divisione e di coordinamento del lavoro. 21 Psicologia Sociologia A. B. C. Funzione = coordinazione economica parziale CRITERI DI SCELTA TRA I MODELLI DI STRUTTURA ORGANIZZATIVA: - verso una struttura funzionale • Economie di scala ottenibili con funzioni centralizzate (più sono grande più riesco a risparmiare, quindi mi conviene aggregare tutti gli acquisti insieme) • Elevata specializzazione richiesta nell’ambito delle singole funzioni - verso una struttura divisionale • Elevata interdipendenza tra le funzioni nell’ambito di ciascuna linea di prodotto (es se per progettare un prodotto c’è la necessità di unire i vari processi) • Elevato fabbisogno di differenziazione tra linee di prodotto LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA - SINGOLE UNITÀ Esistono due logiche fondamentali: I SISTEMI OPERATIVI I sistemi operativi sono l’insieme di regole, di procedure e di programmi che governano il comportamento dei singoli e dei gruppi e la dinamica dell’organismo personale. Sono di tre tipi: • Sistema informativo → raccoglie le informazioni, elaborarle e di portarle all’attenzione dei vari responsabili; • Sistema di pianificazione e controllo → sistema con cui definisco gli obiettivi generali dell’azienda, li declino poi negli obiettivi dei vari organi, dare obiettivi coordinati che emergono da un sistema di pianificazione; si passa poi a misurare il raggiungimento degli obiettivi; • Sistema di gestione del personale → meccanismi di gestione del personale: attività di ricerca e selezione del personale, definizione del percorso di carriera, formazione del personale, incentivazione; 22 STRUTTURA All’inizio (42) era una struttura di tipo elementare: nasce come un’impresa artigianale, con sopra Alberto Bertocchi e sotto di lui tutti gli organi operativi, che rispondono direttamente all’imprenditore. L’azienda si sviluppa e si arriva agli anni 70, boom dei prodotti dei casalinghi e anche dell’inserimento in azienda dei due figli neolaureati. Negli anni 70 la struttura organizzativa è quella che viene descritta nella figura 1(pg.208), di tipo funzionale non pura, perché a non tutte le funzioni corrisponde un organo di direzione. es. direzione amministrazione e finanza che non vengono affidate a nessuno se non alla direzione generale. Vengono articolate per combinazione economiche parziali. struttura ibrida, non c’è per ogni funzione e direzione un organo di direzione. Negli anni 80 l’azienda cresce e si arricchisce; Alberto sente la necessità di cambiare l’organizzazione anche in un’ottica di passaggio generazionale (ai figli). Chiede l’intervento di una società di consulenza e chiede come sarebbe opportuno andare a configurare l’assetto organizzativo di Bertocchi S.p.a. per ottenere il soddisfacimento delle persone che ci lavorano e dei figli e l’efficiente svolgimento delle attività aziendali. Gli viene proposta una struttura divisionale. Le divisioni identificate sono: casalinghi speciali (Roberto) e casalinghi classici (Stefano). Le attività sono in stuff alla direzione generale, sono quelle che non vengono rappresentate in modo verticale ma orizzontale. SISTEMI OPERATIVI Negli anni 40 erano basati sull’informità, erano pochi ed essenziali. Negli anni 70 non erano formalizzati ed erano centrati sulla figura di Alberto. Negli anni 80: S. informativo: hardware/software; S. di pianificazione e controllo: budget/scostamenti → divisione; S. gestione del personale: formalizzati, concentrati sull’incentivazione. Il risultato però è che il figlio Roberto è scontento perché gli scostamenti del budget non lo soddisfano in risultati competitivi ed economici. Assetto organizzativo ‘42 ‘70 ‘80 Struttura organizzativa Elementare Funzionale (non pura) Divisionale Sistemi operativi Pochi, essenziali, informali Informali, centrati sulla figura di Alberto S. informativo: hardware/software; S. di pianificazione e controllo: budget/ scostamenti → divisione; S. gestione del personale: formalizzati, concentrati sull’incentivazione 25 COS’AVREMMO FATTO NOI? Una struttura divisionale forse non era quello che serviva a Bertocchi. Si poteva pensare a una funzionale diversa. Parametri da tenere in considerazione per la scelta della struttura: Verso la struttura funzionale: - Economie di scala ottenibili con funzioni centralizzate: se riesco a gestire con una funzione centralizzata più articoli → tanto nei casalinghi classici, poco nei casalinghi speciali - Elevata specializzazione richiesta nell’ambito delle singole funzioni → poco nei casalinghi classici, tanto in quelli speciali Verso la struttura divisionale: - Elevata interdipendenza tra le funzioni nell’ambito di ciascuna linea di prodotto → non presente nei classici, non del tutto negli speciali - Elevato fabbisogno di differenziazione tra le linee di prodotto → non presente nei classici, non del tutto negli speciali 26 Casaling hi classici 100% Casalingh i speciali 25% 75% Casalingh i speciali 100% Casaling hi classici 50% 50% Casalingh i speciali 25% 75% Casalingh i speciali 75% 25% Complessivamente prevalgono le prime, avremmo quindi scelto quella funzionale, per ottenere economie di scala e specializzazione. Avremmo potuto istituire un Comitato per lo sviluppo di nuovi prodotti. I comitati sono dei gruppi temporanei di persone che si incontrano per favorire l’integrazione tra le funzioni. COSA CI INSEGNA IL CASO? Tutte le aziende quando vengono istituite sono elementari e poi divisionali? NO. Gli assetti organizzativi (struttura e sistemi) devono essere adeguati all’evoluzione della gestione e del contesto di riferimento. giovedì 14 marzo 2019 Marchi Caso People Express Nasce nel 1981 e nel 1984 viene definita come “la società a crescita più rapida” nella storia degli Stati Uniti. Nel 1985 raggiunge l’apice del successo e nel 1986 la società sfiorava la bancarotta. People express è una compagnia aerea che ha come target le persone che vogliono risparmiare Compagnia aerea, nata grazie alla deregulation, ossia la deregolamentazione, la liberalizzazione del settore → un settore chiuso in cui c’erano barriere legali che non consentivano a tutti di operare —————-> fattore macro-ambientale che in questo caso ha generato un’opportunità Risultati: - economici → reddito negativo ma in crescita → buoni - Competitivi → fatturato in crescita → buoni - Sociali → Risorse: scarse, meno imitabili e meno trasferibili Il successo di People Express si basa su: - lavoro → sulle persone e perciò sul capitale umano (risorsa immateriale) Attività di gestione: - caratteristica → trasporto aereo - Strategica → può essere organizzata in ASA? Essendo un’azienda monobusiness ha 1 sola ASA, 1 sola combinazione prodotto/mercato Struttura: organigramma Funzionale su tre livelli Funzioni = coordinazioni economiche parziali Sistemi operativi: Non ci sono sistemi formali pianificazione e controllo: all’inizio People Express ha individuato una fascia di mercato non protetta e ci si è fiondata e questa strategia fino alla crisi è rimasta immutata. Per quanto riguarda i sistemi di controllo non si fa menzione di strumenti di controllo molto precisi e quindi non ci sono grandi strutture di controllo. Sistemi informativi: sistema di prenotazione semplice e rapido; essendoci una tariffa unica non c’è un sistema informativo che consenta di capire se la tariffa è appropriata o inappropriata Gestione del personale → corso di addestramento + esame → processo lungo, formale e selettivo → politica retributiva: norme sulla retribuzione → ai dipendenti vengono date 100 azioni Assetto istituzionale: Soggetto economico → comanda, definisce piani e budget → apportatori di risorse primarie Nel caso di People Express è simile al Renano ma non lo è proprio. 27 STATO PATRIMONIALE Determina il capitale netto. Rappresenta in un determinato istante la ricchezza aziendale netta, ossia l’insieme dei beni e dei diritti aziendali (attivo) al netto delle obbligazioni verso terzi (passivo) In ogni istante, i beni e i diritti a disposizione dell’impresa (condizioni patrimoniali positive) uguagliano le obbligazioni (o impegni) esistenti nei confronti dei terzi creditori o dei conferenti di capitale (condizioni patrimoniali negative). CONTO ECONOMICO Il reddito d’esercizio è il risultato della differenza tra ricavi e costi generati dallo svolgimento delle operazioni. PRINCIPIO DI COMPETENZA È il criterio adottato per l’attribuzione dei valori (costi e ricavi) ad un esercizio. "I valori sorti dalle operazioni devono essere attribuiti al periodo cui essi si riferiscono, ossia ad un esercizio vanno attribuiti tutti e solo quei costi e ricavi che risultano tra loro correlati” • Un ricavo è di competenza dell’esercizio se è stato conseguito con nostri sostenuti in tutto o in parte nell’esercizio; • Un costo è di competenza dell’esercizio se è stato sostenuto per produzioni effettuate nell’esercizio o quando le condizioni di produzioni acquisite non sono più utilizzabili in futuro. METODO DELLA PARTITA DOPPIA Consente che stato patrimoniale e conto economico quadrino in ogni istante. Stato patrimoniale e conto economico sono costituiti da numerosi conti, ognuno dei quali è dedicato ad un oggetto specifico (es. cassa, ricavi ecc). Il metodo prevede che ogni rilevazione contabile consista nella registrazione di due valori in due sezioni opposte (es. la vendita genera ricavi e - in genere - cassa), consentendo un costante equilibrio fra il totale degli addebitamenti e il totale degli accreditamenti. 30 Capitale netto = attivo - passivo Reddito d’esercizio = ricavi - costi martedì 9 aprile 2019 Marchi Attività di rilevazione - bilancio Le attività di rilevazione sono l’insieme di processi che ci consentono di verificare che in ogni istante la nostra azienda stia rispettando il principio di economicità (eq. reddituale e eq. finanziario). Le attività di rilevazione si basano sul bilancio; usano il modello del bilancio per verificare. Questo modello si articola in due prospetti: stato patrimoniale e conto economico. Stato Patrimoniale → determina il capitale netto = insieme dei beni che l’azienda ha in un determinato momento al netto degli impegni in quel momento. Conto Economico → determina l’utile, il reddito, il profitto; la differenza tra ricavi e costi. Coincide con l’anno solare, 12 mesi, detto esercizio. Qual è la tecnica che consente a coloro che presidiano le attività di rilevazione di implementare il modello di bilancio? La partita doppia → La tecnica contabile che consente di implementare il modello di bilancio al fine di verificare se l’azienda rispetta il principio di economicità. Il criterio che utilizzo per attribuire i valori al bilancio è il principio della competenza economica. Il principio dice che il redattore del bilancio deve imputare Ricavi e Costi di competenza dell’esercizio, che si riferiscono quindi all’anno del quale devo calcolare Capitale Netto e Reddito. Esercitazione “Il Tondino” Definizione di attività (nello stato patrimoniale, a sinistra): insieme di beni e diritti che la nostra azienda ha in un determinato momento. Definizione di passività (nello stato patrimoniale, a destra): insieme degli impegni, delle obbligazioni che l’azienda ha verso terzi in un determinato momento. Definizione di capitale netto (nello stato patrimoniale, a destra): differenza tra attivo e passivo. Può essere definito anche come i debiti che la società ha verso i soci. Cassa e banca → saldo del conto corrente al 31/12 → attività Banca c/c passivo → apertura di credito in c/c, il fido bancario ossia la possibilità che la banca ci dà di andare in negativo di conto corrente. Se ho 100€ e spendo 1000€ vado a -900€; la banca ce lo consente. La banca mi fa un finanziamento → passività Credito verso clienti → soldi che devo ricevere dai clienti, diritto a ricevere una data somma ad una determinata scadenza → attività perchè è un diritto Rimanenze finali → rimanenze di magazzino, merci che non vendo quest’anno ma l’anno successivo → attività Fondo trattamento fine rapporto (TFR)→ soldi che aspettano ai lavoratori alla fine del rapporto di lavoro, quando si licenziano; pari ad una mensilità all’anno che viene accantonata e viene data ad ogni interruzione di rapporto → passività Impianti e macchinari → attività Fornitori → debiti verso i fornitori, il reciproco dei crediti verso i clienti → passività Titoli → investimenti, azioni e titoli di stato; attività finanziarie che la nostra azienda acquista per impiegare gli eccessi di liquidità. Ho tanti soldi e non mi servono quindi li impiego per generare un utile → attività Mutui passivi → debito → passività Capitale sociale → soldi dei soci → capitale netto Riserve → gli utili degli esercizi precedenti che i soci non si sono distribuiti sotto forma di dividendi; una forma di autofinanziamento dell’azienda → capitale netto 31 Utile d’esercizio, utile netto → gli utili spettano ai soci → capitale netto Differenza tra banca passiva e mutui passivi → il mutuo si usa per i finanziamenti di medio/lungo periodo mentre il fido bancario viene usato per fabbisogni di breve termine. Dei due prospetti del modello del bilancio (SP e CE), uno guarda al futuro (SP) mentre l’altro guarda al passato (CE). 1. Acquisto di materiale a debito → quando nell’azienda entrano dei beni noi ci dobbiamo porre una domanda: se sono a fecondità semplice o ripetuta → se sono fecondità semplice sono componenti negative di reddito (COSTO) e vanno perciò nel conto economico. Se sono a fecondità ripetuta sono attività dello stato patrimoniale (PASSIVITÀ). Rilevo due volte la stessa cosa perchè rilevo sia quello che lui dà a me che quello che dò io a lui. 2. Vendite a credito → vendo i beni ai clienti, escono beni dalla mia azienda quindi rilevo dei RICAVI (CE) e in cambio il cliente mi dà un diritto di credito a scadenza (SP). 3. Pagamento energia → riceve dei soldi in contanti il fornitore (Cassa negativa nelle attività dello SP e costo nel CE) 4. Incasso crediti commerciali → credito verso i clienti 5. Destinazione dell’utile dell’esercizio precedente a riserve → i soci hanno deciso che l’utile del 2007 (250) lo lasciano in azienda come autofinanziamento e lo mettono a riserva. 6. Riscossione di interessi attivi su titoli → la gestione dei titoli ha prodotto degli interessi attivi che sono il guadagno che faccio per aver investito quelle attività finanziarie 7. Rimborso quota mutuo → prendo i soldi dalla banca e rimborso il mutuo 8. Pagamento debiti commerciali 9. Pagamento affitti passivi per cassa → costi che l’azienda sostiene per il godimento di un bene immobile (es. capannone) → costo e cassa 10. Pagamento di oneri finanziari → interessi passivi → costi e cassa 11. Pagamento salari e stipendi → costi e cassa 12. Acquisti e vendita titoli → sono due attività 1. Acquisti titoli → attività titoli e cassa 2. (13) Vendita titoli → attività titoli e cassa giovedì 11 aprile 2019 Marchi L’impresa sposta merci da magazzino 1 a magazzino 2 per 1000 → il sistema di bilancio rileva solo le azioni che intervengono tra l’azienda e l’ambiente esterno perciò quest’azione non verrà riportata nel modello del bilancio d’esercizio. 14. Interessi attivi riscossi su titoli di 6 riguardano il periodo 1/7/2008-30/6/2009; → Il conto economico non ha segni; lo stato patrimoniale si (+ e -). Per questo se voglio correggere un ricavo cosa faccio? Le scritture di assestamento si inventano un costo che non è vero perchè non sostengo spese in più ma rettifico un ricavo. Rettifica → risconto: un artifizio contabile che consente di rettificare un componente positivo. L’esercizio 2008 ha incassato interessi attivi per 6, ma quelli di competenza sua sono solamente 3, ha un debito o un credito verso il 2009? Ha un debito in quanto deve restituirli al 2009. —> Risconto passivo di 3 nelle componenti negative del CE. 15. Le rimanenze al 31/12/2008 sono valutate 925; a Avevo rimanenze finali 370, ne vengono valutate 925 quindi SP rimanenze finali +925; CE nelle componenti positive 925. 16. Gli ammortamenti sono pari a 120; → qual è l’usura degli impianti di competenza del 2008? Questo procedimento di stima si chiama all’interno della contabilità generale, il processo di ammortamento. Se un impianto viene acquistato per 1000 nel 2019, la sua vita utile è 5 anni. Quanto sarà l’ammortamento negli anni? 1000/5=200. L’ammortamento è il costo di competenza del 2008 relativo al deperimento degli impianti (1325). 32 CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO Attraverso la riclassificazione del Conto Economico «a ricavi e costo del venduto» si comprende in che modo le diverse attività di gestione hanno contribuito alla formazione del reddito. Si presenta «a scalare»: ai ricavi di vendita si sommano algebricamente, progressivamente, proventi e oneri riferiti a diverse attività di gestione. Consente quindi di evidenziare una serie di risultati intermedi, frutto del contributo cumulativo delle diverse gestioni. Di seguito i diversi risultati economici evidenziati dalla riclassificazione: • Reddito operativo di gestione caratteristica è il risultato delle operazioni di gestione caratteristica (che identificano la funzione economico-tecnica in senso stretto dell’azienda)
 • Reddito operativo somma al risultato di gestione caratteristica i proventi netti derivanti dalla gestione patrimoniale (finalizzata alla produzione di redditi addizionali per l’azienda)
 • Reddito lordo di competenza tiene conto del risultato operativo e degli oneri finanziari (interessi passivi) derivanti dalla gestione finanziaria (volta a reperire risorse necessarie a far fronte al fabbisogno finanziario dell’azienda)
 • Reddito ante imposte considera il reddito lordo di competenza e l’effetto dei componenti straordinari positivi e negativi intercorsi nell’esercizio
 • Reddito netto è il risultato reddituale finale, che tiene conto di tutte le gestioni e quindi somma al risultato ante imposte il prodotto della gestione tributaria 35 Il costo del venduto può poi essere distinto in due categorie: COSTI VARIABILI variano al variare delle unità prodotte e vendute COSTI FISSI non variano al variare delle unità prodotte e vendute. martedì 16 aprile 2019 Marchi Esempi: 1. L’azienda Alfa vende merci per 1500, pagamento 500 per cassa e 1000 a credito. 2. Alfa acquista per 1500, 500 per cassa e 1000 a debito. Dato che non sappiamo che merci compra l’esercizio non può essere completato (materie prime a fecondità semplice o ripetuta?) Se semplice: Materie prime 3. Alfa presenta rimanenze finali per 1500, si proceda alla relativa scrittura di assestamento 4. Alfa presenta rimanenze iniziali per 1500, si proceda alla relativa scrittura di apertura 5. Alfa ha sottoscritto un contratto di locazione del capannone per il periodo 1.10.2018 - 30.9.2019. Il pagamento dell’intero canone di euro 12000 avviene il 30.9.2019. Si proceda alla relativa scrittura di assestamento al 31.12.2018. 1. Determino il costo di competenza: è un costo a cavallo tra il 2018 e il 2019. Quanto è dei 12000 di competenza del 2018? Canone di competenza 2018 = 12000/12 = 1000 = canone mensile. I mesi di competenza 2018 sono 3 quindi 3000. 2. Chiederci: questo componente di reddito (sia costo o ricavo) è già rilevato in bilancio o no? No perchè non ho pagato il 1.10.2018. Quindi, in questo caso, non devo rettificare nulla. Devo integrare quindi avrò un rateo. Scrittura di integrazione: rateo 3000. 6. Alfa ha sottoscritto un contratto di locazione del capannone per il periodo 1.10.2018 - 30.9.2019. Il pagamento dell’intero canone di euro 12000 avviene il 1.10.2018. Si proceda alla relativa scrittura di assestamento al 31.12.2018. 1. Il canone di competenza non cambia. 2. Ho già rilevato quindi rettifico. Ho perciò un risconto. La differenza del 2019 quindi 9000. 7. I titoli di Alfa di euro 1200 producono interessi attivi annui al tasso del 10% per il periodo 1.10.2018 - 30.9.2019. il cui pagamento avviene il 30.9.2019. si proceda alla relativa scrittura di assestamento al 31.12.2018. 1. Interessi di competenza 2018 = 120/12 = 10. I mesi di competenza del 2018 sono 3, quindi 30. 2. Il componente è già contabilizzato o no? Il problema è quando avviene il pagamento: in questo caso è posticipato all’anno successivo. Nel CE quindi non c’è. Devo integrare quindi ho un rateo. Rateo attivo —————————————- Lo Stato Patrimoniale riclassificato e il Conto Economico riclassificato - Il Tondino Per ricavare informazioni aggiuntive sull’andamento della gestione (sul rispetto del principio di economicità), si riclassificano i prospetti di SP e CE sulla base si particolari logiche. Riclassificazione = riesposizione delle voci di SP e CE sulla base di determinati criteri funzionali all’obiettivo conoscitivo che ci siamo posti. In base a ciò che vogliamo sapere, andiamo a riallocare le voci per determinare le grandezze. I bilanci sono sempre quelli. Criteri più importanti: Criterio finanziario → andare a riesporre le voci di SP per ottenere informazioni finanziarie. Ci consente di fare questo tipo di valutazione. L’obiettivo è quello di indagare, analizzare e apprezzare la solvibilità dell’azienda, la sua attitudine a far fronte ai suoi impegni, alle sue obbligazioni con le proprie attività e risorse. Andare a riesporre le attività secondo il criterio della liquidità decrescente (mettere prima le attività che si trasformeranno in cassa nel breve periodo e più sotto quelle che si trasformeranno in cassa oltre un determinato termine). 36 Distinzione delle attività in: - Attività correnti - Attività fisse nette La differenza tra le due è il tempo entro il quale le attività si trasformano in cassa. All’interno dell’attivo corrente abbiamo le liquidità immediate (LI), le liquidità differite (LD) e le disponibilità (D). Attività che si trasformeranno in cassa entro i 12 mesi. Liquidità immediate → sono quelle liquidità che sono già liquide quindi: cassa, banca c/c attivo, titoli. Liquidità differite → liquide entro 12 mesi: crediti vs clienti, - fondo svalutazione crediti, crediti verso altri, cambiali, ratei e risconti attivi. Disponibilità → rimanenze finali Nell’attivo fisso netto, secondo il criterio della liquidità decrescente, ci sono le attività che si trasformeranno in cassa dopo i 12 mesi. Si distinguono in immobilizzazioni finanziarie, materiali e immateriali. Immobilizzazioni materiali → impianti, terreni, macchinari, mobili, - fido ammortamento Immobilizzazioni immateriali → marchi e brevetti, - fido ammortamento Immobilizzazioni finanziarie → partecipazioni (quote in altre aziende), obbligazioni attive Le passività vengono classificate per esigibilità decrescente: mettiamo prima quelle che scadono prima e via via quelle che scadono sempre più tardi. Si dividono in: - Passivo corrente → entro i 12 mesi - Passivo consolidato → dopo i 12 mesi Passivo corrente → fido bancario (banche c/c passivo), debiti vs fornitori, ratei e risconti passivi Passivo consolidato → fondo TFR, mutui passivi e obbligazioni passive Capitale netto → capitale sociale, utile o perdita, riserve 37 Perchè l’attivo fisso è netto? Perché sono al netto dei fondi di ammortamento. Gli impianti sono stati ammortizzati per 120. INDICI DI LIQUIDITÀ Esprimono la capacità dell’azienda di far fronte agli impegni di pagamento nel breve termine. Quoziente di disponibilità Rapporto che mette al numeratore l’attivo corrente (attività che diventeranno liquide nei 12 mesi) e a denominatore il passivo corrente. Le attività devono essere maggiori e uguali alle passività e quindi il rapporto deve essere maggiore e uguale a 1. Più è alto meglio è. Se l’indice è superiore a 1, significa che l’azienda sarà in grado di far fronte agli impegni di pagamento assunti nel breve termine. Se è inferiore a 1, l’attivo è inferiore al passivo e l’azienda dovrà trovare un meccanismo per far fronte al breve termine. Quoziente di liquidità Al numeratore ci sono le liquidità immediate e differite, e al denominatore il passivo corrente. Indice più prudente. Questo indice mi darà una risposta positiva quando il numero che sta sopra è più grande di quello sotto e quindi il risultato sarà più grande di 1. Se l’indice è superiore a 1, significa che l’azienda sarà in grado di far fronte agli impegni di pagamento assunti nel breve termine. INDICATORI DI SOLIDITÀ Esprimono la capacità dell’azienda di far fronte agli eventi sfavorevoli Rapporto di indebitamento Quanto più il rapporto è alto, tanto più l’azienda è indebitata e quindi è maggiore il suo grado di dipendenza verso i conferenti di capitale di prestito (solidità patrimoniale bassa). 40 Copertura delle immobilizzazioni Se l’indice è maggiore di 1, significa che l’attivo immobilizzato netto (beni a fecondità ripetuta) è coperto dal capitale proprio (solidità patrimoniale alta). Tanto più è migliore, tanto più il rapporto è alto. INDICATORI DI REDDITIVITÀ Esprimono la capacità dell’azienda di produrre ricchezza. Return on sales Il ROS indica la redditività delle vendite: si ritiene soddisfacente quando supera il valore medio realizzato dai rivali. Return on Asset Il ROA esprime la redditività degli investimenti: si ritiene soddisfacente quando supera il valore medio realizzato dai rivali. NB: se un valore economico (riferito ad un periodo) viene messo in relazione con un valore patrimoniale (riferito ad un istante) si suggerisce di utilizzare il valore patrimoniale all’inizio del periodo. 41 Il ROA e il ROS sono legati dalla formula: Tasso di rotazione Il TR è una misura del livello di efficienza dell’attivo ed esprime il numero di volte in cui l’attivo netto «gira» in un anno per effetto dei ricavi di vendita. Return on Equity Il ROE esprime l’incremento potenziale del capitale netto di periodo (prima dell’eventuale distribuzione di dividendi). E’ il tasso di remunerazione dei conferenti di capitale di rischio. Si ritiene soddisfacente quando supera il valore obiettivo posto dalla proprietà, funzione dei business in cui opera, delle performance pregresse e dalla propensione al rischio della proprietà. Il ROE è determinato da tre fattori: INDICATORI DI SVILUPPO Esprimono la misura in cui sono cresciuti alcuni parametri indicativi delle dimensioni aziendali in un dato periodo. Si calcolano come percentuale di crescita realizzata nel periodo considerato. 42 Per esprimere un giudizio più prudente si utilizza il QL, perché esclude il magazzino. (se i due si contraddicono) Il QL esprime un giudizio più prudente rispetto al QD. Indici di solidità patrimoniale: attitudine dell’azienda a far fronte ad eventi sfavorevoli. Un’azienda molto indebitata sarà poco solida. Rapporto di indebitamento (prima versione) = MEZZI DI TERZI (MT)/CN (Vedi retro CE riclassificato) I terzi ci hanno messo circa il doppio dei soldi che hanno messo i soci. Siamo contenti per valori minori a 1 perché per valori inferiori di 1 succede che il CN è maggiore dei MT. La nostra azienda è poco solida. Rapporto di indebitamento (seconda versione) = AN/CN (Vedi retro CE riclassificato) Contenti per valori minori di 2. La seconda versione è uguale alla prima maggiorata di 1. I due indici dicono la stessa cosa! Un’azienda indebitata, fa più profitti rispetto ad una che è meno indebitata. Grado di copertura delle immobilizzazioni = CN/AFN 
 (Vedi retro CE riclassificato) Contenti per valori maggiori di 1. Il GC è un indicatore che completa l’analisi della solidità patrimoniale sulla base del RI. Se due aziende hanno lo stesso RI, preferisco quella che ha il GC più alto. Indici di redditività: capacità dell’azienda di produrre ricchezza. Gli indici di redditività confrontano un risultato (al numeratore) di conto economico, diviso un risultato che sta al denominatore (questa componente può essere sia di SP che di CE). Se la x che sta al denominatore è di CE allora è relativa allo stesso anno del risultato. Se la x che sta al denominatore è di SP allora è relativa all’anno precedente. ROA - Return on Asset = RO/AN (Vedi retro SP riclassificato) AN è nello SP quindi anno precedente. Ogni 100 euro di investimento produco 25,44€ di reddito. Per esprimere un giudizio sul ROA va confrontato con il ROA medio di settore. Se le altre aziende fanno 18 e io 25 è buono, se le altre fanno 40 e io 25 no. giovedì 9 maggio 2019 Marchi ROS - Return on Sales = RO/FATT 
 Fatturato è nel CE quindi stesso anno. Misura quanto il fatturato si trasforma in reddito operativo. In questo caso ogni 100 euro di fatturato, 28 sono di reddito operativo. Il risultato va comparato con il ROS medio di settore. Scomposizione del ROA
 ROA08 = ROS08 x TR La relazione: il ROA è funzione del ROS. Scomporli consente di capire se il problema è il ROS o il TR. La redditività dell’attivo è funzionale alla redditività delle vendite. Il ROA è funzionale alla redditività delle vendite per il tasso di rotazione delle vendite. Più sono bravo a fatturare tanto con poco attivo, più è alto il ROA, più è alto il TR, maggiore è la redditività operativa. 45 ROE - Return on Equity = RN/CN Capacità dell’attivo di generare fatturato. L’equity è il termine per intendere il capitale netto. Rapporta l’utile intero dell’azienda con il capitale netto. Il CN è nello SP quindi anno precedente. Per esprimere un giudizio bisogna confrontare il rendimento degli investimenti alternativi di pari rischio. Un investitore non guarda solo il ROE ma anche il rischio che c’è dietro all’investimento. Differenza tra ROA e ROE? Quando uso uno e quando uso l’altro. Che informazioni ricavo da uno e dall’altro. A chi interessa il ROE e a chi interessa il ROA? Ai soci interessa il ROE per capire dove investire. Il ROA invece interessa ai manager, a chi gestisce l’azienda. Scomposizione del ROE VEDI FOGLIO Esiste una relazione tra ROE e ROA? Si il ROE è = a ROA per il RI per il TI. TI = tasso d’incidenza della gestione non operativa. Quanto è il peso della gestione non operativa. TI = RN/RO. Un’azienda poco solida è un’azienda maggiormente redditizia? Poco solida = ha debiti, il ROE migliora perché il RI è alto. Tanto più è indebitata tanto più fa ROE. C’è una relazione diretta tra indebitamento e redditività per i soci. Il ROE migliora se il RI è alto. Questo non succede sempre! Succede solo se il ROA è maggiore del Tasso d’interesse (i). Se la mia azienda si indebita sempre di più, sarà sempre più rischiosa quindi i soldi che le banche mi chiedono (tasso d’interesse) saliranno. Prima o poi il ROA sarà minore del tasso d’interesse. lunedì 13 maggio 2019 Mazzola La valutazione dei risultati aziendali Andiamo a riprendere i risultati, ora che abbiamo una maggiore consapevolezza, e li leggiamo complessivamente allo scopo di valutare l’andamento della società. Il successo dell’azienda dipende dalla sua strategia. Agenda: 1. Come si interpretano i risultati aziendali al fine di migliorarli attraverso le attività di gestione? La valutazione dei risultati 2. Da cosa dipendono i risultati nel lungo periodo? La strategia e il vantaggio competitivo. I risultati aziendali sono 3: Economici: differenza tra il valore della produzione (ricavi) e il costo sostenuto per la produzione. Competitivi: gradimento del cliente nei riguardi del sistema di prodotto offertogli. Sociali: consenso delle forze economiche e sociali nei riguardi dell’attività svolta dall’azienda. La valutazione dei risultati aziendali guarda anche a due prospettive temporali: guarda quelli attuali e quelli prevedibili futuri, ovvero i risultati che le attuali risorse e le attuali attività produrranno con una certa probabilità in un futuro prossimo. Come valutiamo i risultati?
 Approccio standard: due elementi - L’ideale: benchmark, una rappresentazione della realtà che identifica la situazione ottimale; - La tecnica: uno o più strumenti di misurazione che consentano di rilevare il gap tra la situazione dell’azienda e l’ideale. 46 Sia la valutazione dei risultati attuali sia quella dei risultati futuri si effettua attraverso la comparazione dei risultati aziendali effettivi, misurati attraverso diverse tecniche, con la situazione ottimale indicata dai risultati ideali. Valutare risultati attuali → Per la redditività ROE e ROA sono i due indicatori principi! Valutare i risultati futuri → 47
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