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Appunti Economia dei servizi finanziari 1 parziale, Appunti di Economia Finanziaria

Appunti completi e integrati con libro di Economia dei servizi finanziari del prof. Mussoni (CLEI Unibo).

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 06/11/2022

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Scarica Appunti Economia dei servizi finanziari 1 parziale e più Appunti in PDF di Economia Finanziaria solo su Docsity! CAPITOLO 1- IL SISTEMA FINANZIARIO Struttura, funzioni e organizzazione Sistema finanziario costituito dall’insieme dei contratti finanziari, dei mercati in cui essi sono negoziati, degli operatori (intermediari) e delle regole che presiedono al suo funzionamento. Il sistema finanziario è un’infrastruttura dedicata al soddisfacimento dei bisogni finanziari degli operatori non finanziari (famiglie, imprese). Struttura del sistema finanziario Il sistema finanziario può essere studiato: - Da un punto di vista micro struttura finanziaria delle imprese - Da un punto di vista macro come sono organizzati i sistemi finanziari nei diversi paesi (ad esempio Italia è orientata al mercato verso un canale indiretto) L’economia finanziaria influenza l’economia reale e viceversa. Ad esempio, la crisi finanziaria del 2008 è partita dal settore finanziario e si è propagata a quello reale. L’economia finanziaria serve per far credere quella reale perché consente all’impresa di finanziare gli investimenti. Se l’economia reale cresce questo può provocare una pressione inflazionistica cioè un aumento di prezzo e di conseguenza aumentano i tassi di interesse come politica monetaria restrittiva per combattere l’inflazione. La finanza crea valore a condizione che sia svolta nel rispetto di una certa dimensione etica. - Scandali finanziari obbligazioni parmalat, mutui subprime= mutui al di sotto del livello migliore, mutui concessi a poveri. Questi mutui erano destinati a diventare NPL (non performing loans) - Regolamentazione introdurre regole rigide e creare autorità di vigilanza che le faccia rispettare I prodotti finanziari sono prodotti che godono di fortissime asimmetrie informative (imperfezione del mercato; tra chi compra e chi vende non c’è lo stesso livello di informazione). Esistono 3 tipi di beni che godono di asimmetria informativa: - Search goods beni per cui non esistono asimmetrie informative - Experience goods beni per i quali ci sono asimmetrie informative prima del consumo; beni per i quali si scopre la soddisfazione solo consumandoli - Credence goods beni per i quali tu puoi solo crederci, hanno asimmetrie informative elevate sia prima che dopo aver consumato (es. finanza) Perché esiste il sistema finanziario? Il sistema finanziario è un insieme complesso e sistematico di rapporti di debito e di credito nel quale i protagonisti sono: - Intermediari (canale indiretto) - Mercati (canale diretto) - Strumenti (contratti) - Norme e regole (regolamentazione) Permette lo svolgimento dell’intermediazione finanziaria (attività principale) L’intermediazione finanziaria nasce per: - Soddisfare le esigenze finanziarie o Pagamento o Investimento (ciclo economico prevede che prima ci siano le uscite e poi le entrate. Le uscite sono chiamate investimenti. Questo fa si che le imprese abbiano un fabbisogno di finanziamento utile per il funzionamento dell’economia reale) - degli operatori o famiglie (normalmente le famiglie sono sempre in surplus. Come distribuire il surplus nelle diverse attività scelte di portafoglio) o imprese (reperimento risorse e assetto finanziario reperimento delle risorse quando devono finanziare gli investimenti; devono mantener un equilibrio finanziario per non avere perdite) o settore pubblico (finanziamento del disavanzo deficit= entrate pubbliche (tasse) – uscite pubbliche (spese)) come si finanzia il deficit pubblico? Emettendo titoli di debito pubblico o titoli pubblici (stato si indebita) Debito pubblico= grandezza di capitale che si accumula tutti gli anni per coprire i disavanzi. Normalmente espresso sul pil. o estero (40% del debito pubblico italiano è detenuto dall’esterno con il quale si possono avere sia rapporti di credito che di debito) DIMENSIONI DEL SISTEMA FINANZIARIO  Dimensione funzionale studiare gli scopi del sistema finanziario (soddisfare i bisogni finanziari); risponde alla domanda “a cosa serve?”  Dimensione strutturale quale struttura deve avere il sistema finanziario perché possa funzionare; risponde alla domanda “come deve essere fatto?” DIMENSIONE FUNZIONALE Il sistema finanziario è un’infrastruttura dedicata al soddisfacimento dei bisogni finanziari degli operatori non finanziari (famiglie, imprese). Compito: rendere possibile la negoziazione delle operazioni finanziarie e la circolazione degli strumenti finanziari. Più in particolare al sistema finanziario sono attribuite le seguenti funzioni: - Funzione monetaria: creazione e circolazione dei mezzi di pagamento - Funzione di intermediazione: trasferimento di risorse finanziarie dalle unità economiche in avanzo a quelle in disavanzo - Funzione di trasmissione della politica monetaria - Funzione di assicurazione e gestione dei rischi: copertura dei rischi puri (contratti assicurativi) e la gestione dei rischi speculativi mediante la negoziazione di diritti a scambi futuri (contratti derivati) Funzione monetaria La funzione monetaria consiste nella produzione e circolazione della moneta sia come moneta legale sia moneta bancaria (strumenti di debito della banca) che sono accettati dal mercato come se fossero moneta legale (gestione del sistema dei pagamenti). Quando depositiamo soldi in banca quei soldi diventano moneta bancaria perché posso utilizzare il mio deposito come strumento di pagamento (bancomat, assegni, bonifici). Nel momento in cui la banca raccoglie saldi finanziari dei soggetti in surplus genera moneta. Quella moneta viene prestata alle imprese. Le imprese possono a loro volta depositare i soldi e usarli come strumento di pagamento. Il sistema finanziario è chiamato ad assicurare un’adeguata funzionalità al sistema dei pagamenti ovvero un efficiente funzionamento dei meccanismi di produzione e di circolazione della moneta. L’azione combinata degli intermediari e dei mercati assicura anche la mobilità (circolazione) e la liquidabilità (cessione, riscossione) degli impieghi finanziari rendendo possibile il disinvestimento degli attivi senza che ciò determini variazioni dell’entità dei finanziamenti originariamente ricevuti dai prenditori. Funzione di trasmissione della politica monetaria Il sistema finanziario attraverso la funzione monetaria e di intermediazione mette in collegamento l’economia monetaria con quella reale (economia che produce le cose) per cui è in grado di influenzare il prodotto di un’economia, i consumi, gli investimenti e i prezzi. La moneta infatti entra in circolazione in seguito alla negoziazione di operazioni creditizie da parte della banca centrale (moneta legale) e delle banche (moneta bancaria). Per entrambe, la concessione di prestiti si concreta nel mettere a disposizione dei debitori mezzi di pagamento rappresentati dai propri debiti e quindi nel trasformare generici diritti di credito a scadenza (prestiti) in potere d’acquisto immediatamente disponibile (banconote e depositi). Il ruolo svolto dalle istituzioni monetarie nella determinazione del volume complessivo dei mezzi di pagamento conferisce al sistema finanziario una posizione chiave nel trasmettere al settore reale dell’economia le variazioni dell’offerta di moneta. Il processo è governato dalla banca centrale che facendo leva sulla moneta creata in proprio (base monetaria= grandezza di politica monetaria di base, dal quale parte il meccanismo del moltiplicatore monetario) agisce sull’offerta complessiva dei mezzi di pagamento, sul volume dei finanziamenti alle imprese, sulla quantità di strumenti finanziari offerti si risparmiatori, sul livello dei tassi di interesse e del cambio. DIMENSIONE STRUTTURALE Sistema finanziario complesso integrato di: - Strumenti/contratti - Operatori - Regole Che in un dato luogo e momento, presiedono al suo funzionamento attraverso la creazione e il trasferimento di mezzi di pagamento e di strumenti finanziari. CONTRATTI FINANZIARI Gli scambi finanziari si concretizzano in un rapporto contrattuale dove entrambe le prestazioni delle parti in causa sono espresse in moneta e differenziate nel tempo. Sono trasferimenti di potere d’acquisto nel tempo tra soggetti che intendono soddisfare esigenze contrapposte di impiego e di raccolta di risorse monetarie. La natura monetaria e il fattore tempo costituiscono i principali elementi qualificanti di un’operazione finanziaria. - Tempo= il tempo in termini di gap temporale tra prestazione e controprestazione che ci rinvia alla distanza temporale che separa nell’economia reale la produzione e la vendita di beni e servizi che è alla base della creazione delle attività finanziarie - Natura monetaria= moneta è il veicolo universale per il trasferimento del potere di acquisto Le operazioni finanziarie trovano espressione in varie tipologie di contratti finanziari rappresentativi degli accordi tra gli operatori per definire diritti, obblighi, vincoli e divieti relativi all’esecuzione delle prestazioni in trasferimento dei poteri di acquisto. Le attività finanziarie e le passività finanziarie presentano la particolarità di fruirne il bilancio di due operatori. Infatti, per sua natura, un’attività finanziaria è al tempo stesso una componente dell’attivo di un operatore ed un elemento del passivo di un altro. Le attività reali si differenziano dalle attività finanziarie per il fatto di comparire nel bilancio di un solo operatore in quanto espressione di un rapporto di proprietà. Le attività reali sono rappresentate tipicamente da beni tangibili ad esempio immobili, impianti, macchinari. Attività finanziaria e il termine generico con cui è generalmente individuata qualsiasi specie di operazione finanziaria e di contratto finanziario. Le attività finanziarie possono essere ricondotte quattro categorie principali di contratti finanziari: - Di indebitamentorimborso del capitale precedentemente prestato (conseguenti ad operazioni di credito o di prestito monetario) - Di partecipazionediritto di proprietà del capitale di un’impresa; caratterizzati dalla piena condivisione dei risultati economici e dei rischi dell’impresa finanziata - Di assicurazione relativi al risarcimento al verificarsi dell’evento con il trasferimento dei rischi ad istituzioni specializzate - Derivati rappresentativi di diritti e obblighi relativi ad altre attività finanziarie sottostanti da cui dipende la valorizzazione del contratto Contratti di inadempimento (di debito) Si tratta di un’operazione creditizia o di indebitamento che implica l’esecuzione, da parte di un primo contraente detto creditore, di una prestazione monetaria attuale sulla base di un contestuale impegno, assunto dalla controparte debitrice, comprendente tanto la restituzione del capitale di un ad una scadenza futura, quanto la corresponsione di un interesse quale compenso riconosciuto al prestatore dei fondi moneta oggi contro moneta domani. Rientrano tra queste operazioni: emissione di obbligazioni, negoziazione di un mutuo, versamento di una somma di denaro in un conto di depositi presso una banca. L’operazione creditizia sottintende la presenza di un rapporto di natura fiduciaria tra i soggetti dello scambio. Perciò, colui che cede potere d’acquisto fa affidamento sulla promessa della controparte di adempiere agli impegni assunti (sussiste sempre l’eventualità di insolvenza o di dilazione dei tempi di rimborso). La distanza temporale che separa le due prestazioni implica una componente aleatoria a carico del creditore, il quale prima di finanziare la controparte, dovrà valutarne la capacità di rimborso a scadenza. Per instaurare un rapporto di indebitamento è necessario che i potenziali prestatori di fondi possano disporre di informazioni in merito all’attività economica svolta dal debitore per trarre giudizi fondati sul relativo grado di rischio di inadempienza (accesso all’informazione rilevante e costo per la sua disponibilità sono elementi essenziali). Contratti di partecipazione Sono rappresentativi di diritti relativi al conferimento di quote di capitale d’impresa. Questi contratti configurano un rapporto finanzi diversi soggetti giuridici - L’impresa emittente= tenuta a adempiere a taluni obblighi e all’esecuzione di determinate prestazioni (riparto e distribuzione degli utili) - Il detentore o conferente= titolare dei diritti patrimoniali ( quota parte degli utili e del patrimonio) e amministrativi (gestione della società) Questa categoria di contratti si caratterizza per l’interesse diretto ai risultati dell’attività economica svolta dall’emittente e per il vincolo che lega i capitali investiti alla vita dell’impresa, per cui il prenditore di fondi non assume alcun impegno certo di remunerazione e di restituzione futura del capitale originariamente ricevuto. Contratti di assicurazione I contratti di assicurazione prevedono che dietro il pagamento di un premio, l’assicuratore assuma un onere finanziario al verificarsi di un dato evento futuro ed incerto inerente al patrimonio (ramo danni) o alla persona dell’assicurato (ramo vita). Quest’ultimo trasferisce pertanto alla controparte l’onere economico di un accadimento temuto. L’istituzione assicuratrice trasforma i rischi individuali delle controparti assicurate in rischi collettivi. In questo modo le aziende assicuratrici compensano i rischi o ridistribuiscono gli stessi tra tutti i soggetti assicurati. Il diritto del singolo assicurato a ricevere la prestazione configura un credito aleatorio verso l’istituzione assicuratrice. Questo credito, salvo casi e forme particolari di mobilizzazione come il riscatto su polizza unit linked o index linked, è indispensabile e non liquidabile. Contratti derivati Gli strumenti definiti derivati (derivate securities) sono rappresentati in particolare dalle options, dai financial futures, dai forward rate agreements, dagli swap. Sono denominati anche strumenti contingenti trattandosi di obblighi contrattuali che possono o no tradursi in prestazioni effettive e in impegni condizionati, oppure dipendenti da eventi casuali o accidentali. La denominazione strumenti derivati è dovuta al fatto che il prezzo di uno strumento derivato dipende da quello di un altro contratto finanziario o di un bene reale sottostante. Con i contratti derivati io mi impegno a comprare o vendere un titolo futuro (futures). I contratti derivati sono strumentali allora copertura del rischio di variabilità dei prezzi degli strumenti finanziari. Gli strumenti derivati sono quindi titoli che consentono a operatori di affrontare i problemi di gestione del rischio speculativo. RISCHI DELL’ATTIVITÀ DI INTERMEDIAZIONE Il rischio è connaturato a qualsiasi forma di attività economica. In campo finanziario assume una particolare importanza in quanto l’oggetto stesso della produzione sono le attività finanziarie caratterizzate da differenti profili di rischiosità. Ogni operazione finanziaria è caratterizzata da più componenti o tipologie di rischio che complessivamente considerate ne determinano il rischio totale. Il trasferimento di fondi attuato dagli intermediari finanziari comporta un insieme di rischi finanziari. Rischi puri e speculativi: - Puri possibilità che si verifichi un evento futuro sfavorevole di natura aleatoria che in caso di accadimento si traduce in un danno rischio operativo - Speculativi connessi alle attività economiche e comportano la possibilità che al verificarsi di eventi futuri si realizzino effetti diversi da quelli attesi sia negativi sia positivi. I rischi puri possono produrre solo perdite. Contro i rischi puri ci si può solo assicurare (mi copro contro il rischio). I rischi speculativi possono produrre perdite o guadagni. Sono gestiti tramite contratti derivati con l’obiettivo di guadagnare ma ho anche il rischio di perdere. Rischio di credito Qualsiasi attività di prestito è esposta a un rischio di credito cioè alla possibilità che il debitore non assolva alle obbligazioni (pagamento interessi e rimborso del capitale) previste dal contratto di debito. Rappresenta la componente più importante del rischio complessivo delle attività di intermediazione. Alla base dell’attività di finanziamento, vi è pertanto la valutazione della capacità di rimborso del potenziale prenditore di fondi e, in particolare, delle sue prospettive di redditività MERCATI Il sistema finanziario si compone di strumenti, intermediari e mercati. I mercati si identificano con l’insieme degli scambi generalmente ma non necessariamente organizzato e regolamentato degli strumenti e servizi finanziari. Possono essere rappresentati da luoghi fisici in cui operatori specializzati svolgono la funzione di ricercare l'incontro tra domanda e offerta. Ma possono anche essere circuiti telematici di collegamento in cui confluiscono secondo certe regole e procedure gli ordini di acquisto di vendita di strumenti finanziari. Il mercato immobiliare è un segmento del mercato finanziario. Classificabili in base:  Alla tipologia di strumenti scambiati azionari, obbligazionari, titoli di stato…  Alla scadenza delle operazioni negoziatemonetario-a vista, dei capitalo o finanziario  Alla modalità di scambionegoziazione diretta o mercati aperti  Alla struttura organizzativa mercati ad asta basato sulla centralizzazione degli scambi con quotazione concorrenziale ed operatori specializzati (mercati regolamentati) oppure OTC (mercati non regolamentati) basati su assenza di luogo fisico e centralizzazione degli scambi Funzioni (a cosa servono i mercati): - Allocazione delle risorse finanziarie (da surplus in deficit) - Gestione dei rischi - Quotazione nel mercato regolamentato (decisione del prezzo) - Controllo emittente (solvibilità dell’emittente tramite programma informativo) VIGILANZA AUTORITA’ DI VIGILANZA  Banca d’Italia stabilità per il sistema bancario e società di gestione del risparmio (SGR) e imprese di investimento  CONSOB (commissione nazionale per le società e la borsa) correttezza e trasparenza su strumenti finanziari scambiati sui mercati  IVASS (istituto di vigilanza assicurativa) presieduto dal direttore generale della Banca d’Italia  COVIP (commissione di vigilanza sui fondi pensione)  ANTITRUST (autorità garante della concorrenza e del mercato AGCM) si occupa anche del comparto bancario e assicurativo sentito parere dell’IVASS. CONTROLLI PER LA VIGILANZA CAPITOLO 2- SALDI FINANZIARI E FUNZIONE DI INTERMEDIAZIONE SALDI FINANZIARI La funzione di intermediazione attribuita al sistema finanziario consiste nel facilitare il trasferimento di risorse monetari tra agenti economici che presentano bisogni finanziari contrapposti. L’offerta e la realizzazione di operazioni finanziarie consentono al sistema finanziario di soddisfare da un lato le esigenze di impiego fruttifero del risparmio dei soggetti in avanzo finanziario (prestatori finali di fondi) e dall’altro, le necessità di finanziamento dei soggetti in disavanzo finanziario (prenditori finali di fondi), originate da una spesa per investimenti in attività reali superiore alle risorse disponibili. PAG 16? APPROCCIO MICROECONOMICO I comportamenti economici adottati dalle unità economiche elementari sono finalizzati a modificare, per ogni dato intervallo temporale, la dotazione iniziale di ricchezza (profitto). Le operazioni svolte da ciascuna gente economico possono trovare ideale rappresentazione contabile:  In uno stato patrimoniale espressione delle consistenze o stock di beni di proprietà, di crediti e di debiti esistenti ad una certa data  In un conto economico rappresentativo dei flussi di risorse di entrate in uscita, generate dai ricavi dei costi di competenza di un determinato periodo temporale Stock sono voci che ci danno una fotografia statica, fissa in un certo momento Flusso cioè variazione dei costi e dei ricavi Stato patrimoniale Il patrimonio netto costituisce la ricchezza netta disponibile ad una certa data, misurata dalla differenza tra il valore attribuito ai beni di proprietà, ai diritti di credito e di partecipazione, genericamente denominati attività, e quello risultante dai debiti. I beni e i valori che costituiscono l’attivo e il passivo patrimoniale possono essere:  Attività reali (AR) esprimono rapporti di proprietà. Si riferiscono a beni tangibili (impianti, macchinari, case, terreni etc.) e intangibili (avviamenti, brevetti, etc.). compaiono nel bilancio di un solo operatore  Attività/passività finanziarie esprimono rapporti di credito/debito e diritti sulla controparte. Compaiono nel bilancio di due operatori: come attivo del creditore e come passivo del debitore. Un’attività finanziaria conferisce al suo possessore dei diritti nei confronti della controparte, mentre la proprietà di un’attività reale attribuisce la facoltà di determinarne l’uso. Le attività finanziarie e le passività finanziarie sono rappresentative di operazioni finanziarie cioè trasferimenti di potere d’acquisto nel tempo tra soggetti che intendono soddisfare esigenze finanziarie contrapposte. Lo scambio finanziario prevede l’esecuzione di una prestazione attuale di moneta a fronte della promessa di una prestazione futura, sempre in moneta. Le attività e le passività finanziarie trovano espressione in varie tipologie di contratti finanziari (accordi che definiscono diritti, obblighi e modalità di esecuzione delle prestazioni monetarie tra i soggetti dello scambio finanziario). Attività finanziarie compaiono nell’attivo patrimoniale dei soggetti titolari dei diritti a ricevere le prestazioni monetarie concordate con le controparti. Passività finanziarie compaiono nel lato destro dello stato patrimoniale dei soggetti che hanno sottoscritto l’impegno ad eseguire le prestazioni monetarie concordate. Le attività finanziarie, al pari delle attività reali, sono uno strumento di accumulazione della ricchezza individuale e concorrono a determinare il patrimonio netto delle unità economiche. Tenuto conto che, contabilmente, vale il vincolo per cui AF+AR=PF+PN, il patrimonio netto esprime la differenza tra valore dell’attivo (reale e finanziario) e le passività finanziarie rappresentative di debiti verso terzi (AF+AR-PF=PN). Attivo perché esprime le modalità con cui l’impresa impiega risorse finanziarie. Passivo indica le fonti di finanziamento che possono essere o a titolo di debito (PF) o a titolo di capitale proprio (PN). (AF+AR) = ricchezza totale o lorda= totale attivo AF= ricchezza finanziaria lorda (AF-PF)= ricchezza finanziaria netta o posizione creditoria netta Se AF>PF posizione creditoria netta (PN>AR) l’impresa riesce ad autofinanziarsi Se AF<PF posizione debitoria netta (PN<AR) per finanziare gli investimenti l’impresa ha bisogno di rimediare fonti a titolo di capitale di debito (si deve indebitare) S= utile= risparmio= capacità dell’impresa di mettere da parte denaro PN+S= patrimonio netto PN= differenza tra TA e TP Il patrimonio netto di incrementa per effetto del risparmio corrente (S) oltre a rivalutarsi o svalutarsi per effetto di variazioni del valore delle AR o AF. 1) FAMIGLIE= comprende tutte le unità di consumo. I redditi correnti percepiti nel settore, di norma, superano la spesa per i consumi, originando un volume di risparmio superiore all’investimento in attività reali. È il tipico settore in surplus e, come tale, è prestatore finale di fondi. 2) IMPRESE= sono tipiche unità in deficit e quindi prenditori di fondi. Il risparmio del periodo è insufficiente a coprire il fabbisogno finanziario derivante dalla spesa per investimenti in attività reali. I fondi necessari sono raccolti attraverso l’emissione di passività finanziarie cioè attraverso finanziamenti sia nella forma di nuovi debiti, sia in quella di aumenti di capitale sociale. 3) PUBBLICO= comprende tutti gli operatori pubblici che producono servizi non finanziari non destinabili alla vendita ed operano una redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese. Ha il compito di prestare alla collettività servizi non vendibili (difesa, ordine pubblico) che trovano evidenza finanziaria nella spesa pubblica (G), comprensiva di uscite correnti e uscite in conto capitale (Ipa), attingendo alle risorse ottenute attraverso le imposte, le tasse e i contributi sociali (T). Il saldo finanziario (T-G) è di norma in disavanzo essendo il settore istituzionalmente rivolto all’accumulazione di capitale. È tipicamente un’unità in deficit e, dunque, un prenditore finale di fondi. 4) ESTERO= comprende tutti gli operatori non residenti. Il saldo finanziario corrisponde al divario tra entrate e uscite di parte corrente della bilancia dei pagamenti, per cui, a seconda del segno, esprimerà un risparmio o un investimento dell’estero. Il saldo finanziario dell’estero è definito dalla differenza tra importazioni ed esportazioni. Il saldo finanziario rileva, per ciascun settore istituzionale: - Da un lato il divario tra risparmio e investimento in attività reali - Dall’altro la differenza tra il flusso di attività finanziarie e quello di passività finanziarie (domanda e offerta netta di risorse monetarie) DERIVAZIONE MACROECONOMICA DEL SALDO FINANZIARIO Per ottenere equilibrio macroeconomico sommiamo tutti i valori a sinistra dell’uguale otteniamo: S-I+T-G+M-X=0 In equilibrio finanziario deve valere questa uguaglianza. Riscriviamo l’equazione: S-I=G-T+X-M Se il settore pubblico è in disavanzo cioè G>T per cui il saldo finanziario della pubblica amministrazione è minore di 0 chi finanzia? O l’estero o le famiglie che comprano i titoli pubblici. Se invece il settore privato fosse in disavanzo (S<I) chi finanzia le imprese? O si finanziano tramite le famiglie oppure può finanziare anche l’estero. Questa equazione quindi ci dice che a livello macroeconomico il sistema deve andare in equilibrio. Viceversa, se un settore ha un saldo finanziario positivo, deve investire. Questo saldo è ex post. Se semplificassimo questa equazione, e considerassimo le sole attività finanziarie sull’interno avremmo: S-I-(G-T)=X-M Se il saldo fosse negativo ci finanzia l’esterno e viceversa. Se il nostro paese fosse chiuso (escludiamo l’estero X-M=0 X=M)  saldo finanziario=0 Alcuni corollari Due situazioni differenti: - S=I ed entrambi siano >0 (S>0) impresa riesce totalmente ad autofinanziarsi, non ci sarebbe il bisogno di emettere altri strumenti finanziari. Ma se questa uguaglianza è rispettata ex post (SF=0) non è detto che lo sia anche ex ante. Vi sono differenze intersettoriali che danno origine all’emissione e allo scambio di strumenti finanziari - S e/o I=0 (S<0) il settore economico non si può autofinanziare quindi è necessario procedere all’emissione di passività/attività finanziarie tali da coprire i fabbisogni sia di investimento sia di ripiano dei deficit correnti (per ripianare ad esempio il fatto che le tasse siano minori della spesa pubblica). Quanto più è ampia la divergenza tra S e I tanto più ampio sarà il ricorso al sistema finanziario per l’attivazione di circuiti diretti o indiretti. A livello macroeconomico l’equivalenza tra risparmi e investimenti (S=I; SF=0) è verificata ex post ma non ex ante (servono una serie di transazioni finanziarie). In un sistema economico chiuso il risparmio nazionale coincide con la variazione delle attività reali, cioè gli investimenti. Per cui S=I ex post. In un sistema aperto se S<I (il paese consuma più risorse di quante ne produce) si avrà un indebitamento netto verso il resto del mondo cioè il paese per finanziare quel saldo finanziario negativo si deve indebitare con l’estero. In tutti questi casi è necessaria l’intermediazione finanziaria perché in un sistema apetto abbiamo sistemi e monete diversi e pe far passare risorse finanziarie da un paese all’altro abbiamo bisogno di un intermediario. La dimensione dei saldi finanziari (S-I) è frutto delle scelte degli operatori dei singoli settori (politiche fiscali dei governi, da quanto le famiglie consumano o risparmiano, quanto utile decidono di reinvestire o distribuire), influenzate dalla storia economica e dagli interventi pubblici. Il trasferimento dei saldi da luogo ai flussi finanziari che si muovono secondo i modelli di intermediazione in essere (circuiti diretti o indiretti). Eventi di varia natura danno luogo alla necessità di ricomposizione dei portafogli finanziari (modifica delle scelte iniziali). Questi 3 fattori sono alla radice del grado di intensità finanziaria di ciascun sistema che è in relazione con il grado di sviluppo del Paese. Più un paese è sviluppato più è intenso lo sviluppo del suo sistema finanziario. IL SALDO FINANZIARIO DELLE IMPRESE Schema di stato patrimoniale dell’impresa riclassificato secondo criterio finanziario FONTI Patrimonio netto: - Capitale sociale - Riserve (da utili e da sovrapprezzo azioni) Riserve da utili formano l’autofinanziamento quando l’impresa, anziché distribuire gli utili come dividendi, li riinveste vanno a formare l’ammontare delle riserve. Debiti: - Correnti breve termine - Consolidati medio lungo L’insieme di queste due voci (debiti) da luogo alle PF IMPIEGHI AR immobilizzazioni materiali, immateriali e magazzino AF immobilizzazioni finanziarie, liquidità e crediti L’indebitamento e il netto patrimoniale (passivo) esprimono le fonti di copertura del fabbisogno finanziario cioè ci indica come il saldo finanziario negativo può essere coperto. Il passivo indica la provenienza della fonte di finanziamento, il tipo di contratto e la durata. Ad esempio: - Capitale di terzi e capitale proprio - Debito e titoli di capitale (cs, azioni) - Breve e lungo termine Un’altra informazione che si può ricavare da questo schema riclassificato è il grado di indebitamento dell’impresa (leverage o leva) mi indica di quanto è indebitata la mia impresa. L’indebitamento non indica necessariamente qualcosa di negativo perché se gli oneri finanziari che devo pagare sul mio debito mi aspetto che siano più che compensati dagli utili che otterrò vendendo i prodotti con gli investimenti che faccio. Ottenere soldi a prestito è un meccanismo di leva finanziaria che mi consente di guadagnare come impresa mi faccio prestare dei soldi che mi costano ma con quei soldi faccio investimenti con i quali ottengo profitti e quei profitti mi aspetto siano superiori degli oneri finanziari. Tramite questo meccanismo di indebitamento l’impresa può sviluppare. Leva= debiti/patrimonio= tot attivo/patrimonio= debiti/tot attivo Maggiore è la leva maggiore è il rischio finanziario che l’impresa corre l’impresa si sottopone al rischio di non poter restituire quei soldi ma anche di variazione di tassi di interesse che possono provocare un aumento degli oneri finanziari; maggiore leva può provocare maggior rischio di credito per i finanziatori (banche o risparmiatori); maggiore rischio per gli azionisti che sono residuai (chi presta soldi a titolo di capitale corre un rischio perché se l’azienda fallisce, gli azionisti sono gli ultimi ad essere rimborsati) rispetto ai creditori. L’impresa ha bisogni finanziari. Imprese esprimono una domanda di servizi finanziari mentre il sistema finanziario risponde offrendo servizi finanziari. Le imprese esprimono diversi bisogni finanziari ai quali il sistema finanziario, tramite intermediari e mercati, cercano di rispondere attraverso l’offerta di servizi finanziari: I bisogni finanziari (S-I) è una delle leve che fa scattare la domanda di bisogni di servizi finanziari, a fronte dei quali gli intermediari finanziari offrono servizi di finanziamento. La domanda di servizi finanziari è anche dovuta al bisogno di pagamento e incasso (funzione di moneta bancaria che può essere sia delle famiglie che delle imprese) a questa domanda gli intermediari finanziari rispondono offrendo servizi di pagamento e gestione della liquidità (depositi, bancomat). Una terza domanda di servizi finanziari che è quella di gestione dei rischi puri che viene garantito dai servizi assicurativi. Quindi le imprese esprimono soprattutto i primi due bisogni, che sono esigenze diverse che determinano una domanda di servizi finanziari contraddistinti. imprese. Se le imprese dovessero rivolgersi a cento risparmiatori che le danno ognuno una piccola cifra sarebbe un costo enorme ma il fatto che lo faccia uno solo riduce i costi di transazione. o Costi di ricerca della controparte ex ante o Costi di stipulazione del contratto ex ante o Costi di screening e monitoring ex ante/post Questi costi sono chiamati costi di informazione 3. Incertezza ovvero di copertura dei rischi le banche sono un IF che si assume il rischio; non tutti gli intermediari si assumono i rischi, ad esempio i fondi comuni non si assumono il rischio. Incertezza implica rischio (credito, mercato e operativo) 4. Minimizzare asimmetrie informative tra i 3 soggetti (US,IF,UD) nel canale indiretto ci sono diversi livelli di informazione. Queste teorie sono complementari e ci spiegano perché esistono gli if e qual è il loro ruolo. TRASFORMAZIONE DELLE SCADENZE (Diamond e Dybvig) Quali sono le ragioni che giustificano l’esistenza delle banche? E perché viene sostenuto un costo? Gli IF offrono un servizio di trasformazione delle scadenze e di conseguenza anche i rischi, per conciliare le esigenze delle US con quelle delle UD. Le US hanno esigenze di fare pagamenti a vista mentre le UD hanno bisogno di avere a disposizione quei soldi per periodi di tempo medio lunghi. Per soddisfare le US le banche emettono passività bancarie noti come depositi bancari (a vista). Come fanno a farsi pagare questo servizio di trasformazione delle scadenze? Differenza tra tassi attivi (UD) e passivi (US)= margine di interesse= profitto per l’intermediario e costo per la collettività. Oggi sono fonte di redditività della banca le commissioni. Come fa la banca a trasformare le scadenze e i rischi della raccolta rispetto agli impieghi? Tramite la combinazione e il coordinamento delle diverse condizioni economiche e finanziarie dei contratti stipulati. Sia per la raccolta sia per gli impieghi la banca stipula contratti (di deposito e di prestito). Questi contratti hanno condizioni economiche diverse, scadenze temporali diverse e combinare e coordinare tutte le diversità dei contratti è compito delle banche. La banca si assume il rischio che da un lato i prestiti diventino NPL e dall’altro si sottopone il rischio che noi risparmiatori andiamo a prelevare (bank run). La trasformazione delle scadenze è alla base: - Sia del divario tra tassi attivi e passivi tassi attivi sono più alti di quelli passivi perché servono a remunerare una scadenza più lunga e quindi devono coprire più rischio. Al contrario i passivi sono bassi (nulli). - Sia dell’incertezza temporale dei movimenti in entrata e in uscita quale determinante della liquidità mantenere un equilibrio tra entrate (incasso prestiti) e uscite (prelievi dei depositanti) importante per mantenere liquidità (incapacità a far fronte temporaneamente ai pagamenti) - Allungando la scadenza del passivo (passivo) si riduce il rischio di liquidità la banca può fare raccolta anche emettendo propri titoli (certificati di deposito), la banca concede titoli (raccoglie soldi) e normalmente hanno scadenza breve (1 anno, 2 anni…) - Divario anche rispetto ai tassi fissi e variabili applicati alle diverse poste attive e passive ALM (asset liability management) le banche devono cercare di mantenere un equilibrio tra tassi fissi e variabili; capacità di gestire in maniera sinergica sia l’attivo che il passivo. Le caratteristiche di rischio e di liquidità alle proprie passività devono risultare coerenti con quelle relative alle attività e in particolare con la capacità di riduzione del rischio complessivo del portafoglio degli impieghi mediante il frazionamento e la diversificazione per scadenze e rischi e attraverso un adeguato livello di attività liquide prontamente utilizzabili per le esigenze di rimborso delle passività (raccolta). COSTI DI TRANSAZIONE Costi associati alla transazione cioè allo scambio. Quindi sono i costi legati alla stipulazione di tutti i contratti che la banca deve stipulare nella raccolta e negli impieghi ex ante, durante ed ex post. Principalmente sono costi di informazione. L'informazione ha un costo perché per rimediare l'informazione ci vuole del tempo e ci vogliono ci vogliono anche delle competenze specifiche. Perché i costi di transazione giustificano l'esistenza degli intermediari finanziari? Per poterlo sostenere dobbiamo dimostrare che i contratti di deposito bancario, ad esempio, quindi le operazioni svolte dagli intermediari finanziari, sono “superiori” a quelli che il risparmiatore potrebbe stipulare direttamente con l'unità in deficit il fatto che la banca da un lato abbia a che fare con tanti depositanti (la raccolta) e con tante imprese minimizza i costi di transazione per rispetto all'ipotesi in cui invece le singole imprese dovessero rivolgersi ai singoli risparmiatori per avere un prestito. Il contratto costa all'intermediario finanziario. Il contratto di finanziamento di qualunque tipo costa molto di meno di quello che costerebbe all'unità in surplus. Questa superiorità è dovuta all’esistenza di costi di transazione e in primis i costi di informazione che devono essere minimizzati: - Costi di ricerca della controparte - Costi di produzione del contratto - Costi di valutazione dell’attività finanziaria all’inizio del contratto screening - Costi di monitoring durante la vita del contratto Oltre ai costi di informazione esistono anche altri costi di transazione sono i costi di transazione legati alle imperfezioni di mercato sulle caratteristiche degli strumenti finanziari - dimensione minima o il taglio minimo ad esempio, io risparmiatore, posso avere a disposizione 10.000 € oppure posso averne 5000 oppure posso averne 50.000. A seconda del taglio io sceglierò lo strumento finanziario che più si adatta alle mie esigenze. Quindi le unità in surplus in particolare ma anche le unità in deficit, hanno diverse esigenze in termini di quantità. Alcuni titoli (alcune obbligazioni o alcuni titoli di Stato) hanno un taglio minimo cioè quando il risparmiatore li vuole comprare deve investire un minimo, una certa cifra. Consente di andare incontro a diverse esigenze di operatori economici. - Scadenza preferenze dei consumatori possono essere a breve, a lungo, medio lungo. Consentire di soddisfare le esigenze di tutti è costoso perché vuol dire fare diversi strumenti finanziari. Quindi per andare incontro a queste diverse esigenze sono necessari strumenti finanziari con diverse caratteristiche ma produrre strumenti finanziari con caratteristiche così diverse è costoso perché bisogna fare contratti diversi, con clausole diverse e anche questi sono costi di transazione che un intermediario minimizza. - Rinegoziazione se io ho acquistato delle obbligazioni per 10.000 € ma improvvisamente ho bisogno di quei soldi, ho bisogno o di cederle oppure di rinegoziarle cioè di rinegoziare la scadenza. Questa flessibilità nel gestire le mie esigenze finanziarie come risparmiatore comporta dei costi per la banca perché la banca deve prevedere la possibilità di negoziarli, di cederli, di venderli o di riacquistarli. Quindi da questo punto di vista l'intermediario è un “Asset Transformer” (asset = attivo) cioè può trasformare le caratteristiche degli strumenti finanziari acquistati e venduti per andare all'incontro alle diverse esigenze dei propri clienti. Perché questo ne giustifica l'esistenza? Perché: - può ridurre i costi sfruttando le proprie economie di scala (sono legate alla dimensione la quantità) e di scopo (legate alla diversità degli strumenti cioè più si specializza nel diversificare gli strumenti finanziari e più questo gli consente di risparmiare alla banca) nella produzione dei servizi finanziari. Inoltre garantisce agli acquirenti la massimizzazione dell'utilità intertemporale del consumo l'utilità del consumatore può essere considerata nel tempo quindi l'utilità intertemporale è quella che tiene conto della massimizzazione dell'utilità legata non solo ai consumi ma anche ai risparmi cioè ai consumi di oggi e ai consumi di domani perché risparmi sono i consumi di domani. Quindi consente al risparmiatore di potersi gestire (in gergo spalmare) i propri consumi nel tempo per massimizzare la propria utilità intertemporale - Il servizio offerto ha un grado di liquidità e di rischio inferiore per le unità in surplus cioè il fatto di garantire diversi strumenti finanziari al risparmiatore consente di garantirgli una certa liquidità (può andare a ritirare i soldi quando gli servono) e di rischiare di meno. - Sia il depositante (datore di fondi) che il prenditore di fondi pagano un premio per il servizio offerto e quindi questa attività di asset Transformer la banca se la fa pagare. Il premio in realtà possiamo chiamarlo commissione perché premio fa riferimento al rischio. Premio per il rischio= i maggiori tassi a credito (tassi attivi) e i minori tassi a debito (tassi passivi) scontano una sorta di premio per il rischio associato per il trasferimento di questi costi (associati a rischi) all’IF. Il risparmiatore paga il minor rischio in termini di minor interesse. Cosa spiega e che cosa non spiega la teoria dei costi di transazione Spiega: - il perché dei servizi di pagamento offerti dagli intermediari finanziari consentono di poter gestire il contante in un modo molto comodo (possiamo usare il bancomat, carta di credito, home banking). Questo è un servizio molto comodo che la banca ci concede e ce lo fa pagare diciamo relativamente poco. - ripartizione delle transazioni tra i mercati e gli intermediari finanziari o tra i vari intermediari finanziari i clienti vanno da quegli intermediari finanziari oppure vanno sui mercati che li consentono di pagare meno e quindi che minimizzano i costi di transazione e quindi di conseguenza minimizzano i propri prezzi (commissioni e interessi) - il livello di internalizzazione dei costi spiega come l'intermediario finanziario internalizza questi costi cioè li gestisce internamente Non spiega invece: - l'allocazione del risparmio da parte delle unità in surplus - la selezione degli investimenti da parte degli intermediari finanziari cioè come fanno gli intermediari finanziari a selezionare gli investimenti da finanziare. I costi di transazione non c'entrano niente c'entrano diversi metri informative. INCERTEZZA L'incertezza legata in modo strutturale alla finanza implica dei rischi. I diversi livelli di rischiosità che devono affrontare gli intermediari finanziari implica la necessità di: - Valutare questi rischi - Gestirli. - Pubblicase riguarda tutti gli operatori - Privata se riguarda solo alcuni operatori, es. la banca nel rapporto di credito (relationship landing) ha l’informazione relativo a un operatore specifico diverso dal finanziamento via mercato: quando si acquista un titolo si hanno solo le informazioni disponibili pubblicamente (es. bilanci pubblici, trand valori azionari) Le informazioni sono un input perché è la materia prima per erogare i servizi ma è anche un output che deve dare alle unità in surplus. Al sistema finanziario è demandato il compito di generare informazioni sufficienti affinché possa avvenire il passaggio delle risorse finanziarie dalle unità in deficit a quelle in surplus. Quali sono i costi delle informazioni cioè quelli legati alle asimmetrie informative? - Costo necessario per acquisire i dati sull’economia in generale (informazione pubblica/generale) e sui singoli debitori (informazione pubblica/specifica) search cost - Costo necessario per ottenere direttamente informazioni anche non pubblicamente disponibili sui singoli debitori, sul valore delle singole attività finanziarie (informazioni private/specifiche) - Costo necessario per ottenere informazioni sul futuro rientrano in questa categoria tutti i costi necessari per produrre (acquisire) previsioni economiche di carattere generale e previsioni su specifici settori Poiché l’informazione è costosa è possibile che non sia distribuita in modo uniforme tra i soggetti asimmetrie informative Queste ultime possono portare al fallimento del mercato (market failures) l’incertezza e gestione del rischio no! Basta ponderare, indicizzare ciascun bene con i possibili stati del mondo e l’equilibrio può essere raggiunto come in condizioni di certezza Esistono due tipi di asimmetrie informative: 1. Moral hazard (ex post) 2. Selezione avversa (ex ante) MORAL HAZARD Fallimento del mercato che può derivare dall’asimmetria informativa ex post. Dopo aver stipulato il contratto, l’agente (prenditore dei fondi) gestisce male i fondi, cioè tiene un comportamento moralmente azzardato e di eccessivo rischio. L’asimmetria si manifesta ex post agente potrebbe adottare uno sforzo basso cioè nell’utilizzare i fondi che ha ricevuto il prenditore dei fondi potrebbe non sforzarsi in modo sufficiente. Spesso viene anche chiamato hidden action comportamento riprovevole che l’agente può tenere dopo aver stipulato il contratto, azione nascosta al principale. Agente è in grado di compiere azioni non controllabili dal principale. Chi subisce il moral hazard? Il principale Come risolvere il problema del moral hazard? - Deve cercare di incentivare l’agente a mantenere un comportamento opportunistico cioè ad agire anche nel suo interesse. Il principale ha interesse che l’agente utilizzi bene quei soldi mentre l’agente potrebbe avere altri interessi. - Monitoraggio controllo comportamento SELEZIONE AVVERSA (advers selection) Il possibile comportamento opportunistico si verifica prima della stipulazione del contratto ad esempio l’agente vende un titolo in cambio di soldi ma è un titolo tossico. Una delle parti ha informazioni che l’altra non ha prima di stipulare il contratto Pericolo che agente abbia una hidden information sulla qualità del titolo che sta vendendo Es. assicurazione, banca nelle operazioni di prestito, auto usate… A causa della mancata informazione il principale fa una selezione avversa (sceglie quello di qualità bassa). Possibili soluzioni: - Incentivare la parte che possiede l’informazione privata a rivenderla (signalling- segnalazione, screening- selezione) - Trovare strumenti che consentano di avere quanta più informazione è possibile produrre informazioni - Reputazione se un agente di qualità alta vuole mantenere la sua reputazione nel tempo deve garantire qualità alta, deve svelare informazione. Un meccanismo che usano le banche per tutelare la loro reputazione è il patrimonio (se è ben patrimonializzata), correttezza, passato, storia Ci possono essere tre possibili risultati (casi): - c'è simmetria informativa cioè non c'è asimmetria informativase l'acquirente conoscesse perfettamente la qualità reale dell'auto che sta comprando, tutti hanno informazione perfetta. Non esiste il principale e sono tutti agenti. Ovviamente le auto buone saranno vendute a 10.000 le auto mediocre a 5000 mentre non saranno venduti i bidoni quindi semplicemente ogni auto venduta al giusto prezzo - entrambe le parti non hanno informazione completa cioè sono tutti e due principali tutte e due non sanno qual è la qualità dell'auto. Non hanno informazioni completa, tuttavia, conoscono la probabilità che l'auto appartenga ad una classe o ad un'altra e cioè sanno che la proprietà di prendere un bidone è di un certo tipo un'auto mediocre di un altro. Non c'è asimmetria informativa c'è solo incertezza, quindi, non c'è un fallimento del mercato vero e proprio. In condizioni di incertezza il criterio per prendere una decisione è calcolare il valore atteso (media ponderata per le probabilità) - solo i venditori (agente) hanno informazione completa si verifica il fallimento del mercato in cui le auto migliori non vengono scambiate Fallimento del mercato Un acquirente razionale e neutrale al rischio valuta in maniera media l'auto pari a 6500 (valore atteso) però a quel valore i venditori di auto buone si rifiutano di venderle perché 6500<10.000 escono dal mercato rimangono solo le auto mediocri che valgono 5000 e i bidoni che valgono 0. Sul mercato rimangono solo le auto di qualità bassa e i bidoni che non valgono proprio niente. L'acquirente razionale sa che ci sono solo due possibilità: o auto mediocre o bidone per cui cosa fa, calcola il prezzo atteso (5000*0,3/2+0 *0,2/2) che è = a 3000 cioè il valore atteso si abbassa perché sul mercato non ci sono più le auto usate e ormai il compratore e il venditore sanno che i venditori di auto buone sono usciti dal mercato e rimangono soltanto ormai in vendita alle auto mediocri o bidoni a questo prezzo. 3000 è inferiore anche a 5000 cioè il valore delle auto mediocri escono dal mercato anche le auto mediocri. Alla fine del percorso, quindi, rimangono solo i bidoni sul mercato. A causa dell’asimmetria informativa genera in maniera perversa una crisi del mercato scomparsa del mercato. 2 motivi di fallimento di mercato: 1. il prezzo riflette la qualità media il prezzo non rispecchia la qualità reale ma indica la quantità media ponderata. A causa di questo prezzo che riflette la qualità media, non con compensando i venditori “buoni” questi ritireranno il loto prodotto dal mercato prezzo diminuisce e qualità diminuisce. 2. Il prezzo seleziona male la qualità del prodotto, nel senso che incentiva ad un suo progressivo deterioramento legge di Gresham Può non esistere un prezzo al quale l’offerta del bene eguagli la domanda Il mercato del bene può scomparire del tutto. Soluzionii segnali (signalling, screening) I segnali comportano qualche forma di autoselezione da parte dell’offerente di buona qualità agente di alta qualità è interessato a intraprendere un’azione che dia al compratore (principale) un’indicazione inequivocabile sulla qualità del prodotto offerto e che nello stesso tempo sia troppo costosa per essere imitata da parte del produttore di cattiva qualità. Un esempio di signalling si ha quando la banca (agente) attraverso la propria attività di prestito, segnala agli altri potenziali detentori di titoli (principale US) la convenienza o meno ad investire in una determinata impresa, evitando a questi ultimi inutili duplicazioni dei costi di informazione. SOLUZIONI in pratica per le asimmetrie informative  Intermediari creditizi utilizzano la relationship lending instaurano una soluzione stretta con l’impresa che chiede i soldi. In questo caso la banca è il principale e l’impresa è l’agente. In modo tale di avere più informazioni (screening).  La banca produce informazioni confidenziali (da al proprio cliente informazioni riservate) che se rese note al mercato da un lato garantirebbero l’accesso a fonti di finanziamento meno costose ma tenuto conto della rilevazione dell’informazione riservata diventerebbero di fatto più costose (la banca si fa pagare le asimmetrie informative per la produzione di informazioni).  Patrimonio che crea reputazione la banca (agente) che vuole far sapere la propria qualità ex ante tramite il patrimonio crea una reputazione perché grazie al patrimonio può assorbire i rischi e non renderli avvertibili all’esterno alla sua clientela. TEORIA EVOLUZIONISTA Ritiene che un sistema in cui prevalgono i mercati è superiore rispetto ad uno in cui prevalgono gli intermediari finanziari. La moneta è uno stock di beni (attività finanziarie) che possono essere utilizzati immediatamente (a vista) per fare transazioni. Pur non essendo uno strumento finanziario (contratti, titoli, obbligazioni, prestiti) è un’attività finanziaria. Attività finanziaria bene che esprime un rapporto contrattuale nel quale entrambe le prestazioni delle parti in causa sono denominate in moneta e scadono in tempi diversi. Senza moneta: - Autosufficienza (non ci sono transazioni) - Baratto 3 funzioni: - Intermediario degli scambi o mezzi di scambio - Unità di conto e misura del valore - Strumento di riserva o fondo di valore La moneta, pertanto, misura il valore dei beni e consente il trasferimento di ricchezza ma è anche uno strumento per conservare la ricchezza nel tempo. Moneta come mezzo di scambio L’esistenza di un mezzo di scambio consente di superare i limiti impliciti del baratto derivanti sia dalla doppia coincidenza di bisogni e beni, sia dai costi di ricerca delle controparti. La moneta è quindi un mezzo di scambio accettato e trasferibile a costi minimi per il pagamento id beni e servizi e per l’estinzione di debiti. I generi monetari utilizzabili sono molteplici. Pur diversi per natura e caratteristiche possono essere ricondotti a due distinte tipologie:  Moneta-merce (moneta attività reale) è rappresentata da un bene, in genere di uso comune, con uno specifico valore intrinseco legato alle sue caratteristiche fisiche e/o funzionali. Es. monete d’oro e d’argento (l’economia ha adottato un sistema aureo)  Moneta-segno (moneta attività finanziaria) rappresentata da mezzi di scambio con valore intrinseco nullo o molto basso. La moneta cartacea (banconote) e la moneta divisionale (spicciola) sono un tipico esempio così come lo sono i depositi bancari. È una passività patrimoniale del soggetto emittente e per contro, un’attività finanziaria per colui che la detiene. È accettata in pagamento sulla base di: o Moneta legale o Moneta fiduciaria Moneta legale La moneta legale è un debito della banca centrale a cui lo stato ha delegato la funzione di emettere, in regime di monopolio, i mezzi di scambio con pieno potere liberatorio. Lo stato ne impone l’accettazione nei rapporti economici, assumendo l’impegno di assicurare alla moneta legale un illimitato potere liberatorio. Nei paesi dell’area euro, l’emissione della moneta legale, rappresentata da banconote, è attribuita alla BCE e alle banche centrali nazionali che, insieme alla BCE, costituiscono l’Eurosistema. La moneta metallica divisionale (coins) insieme alle banconote costituiscono il cosiddetto “circolante”. Passività del bilancio dell’Eurosistema circolante e riserve libere e obbligatorie (debiti a vista) verso le istituzioni creditizie. Circolante + riserve libere e obbligatorie= BASE MONETARIA materia prima su cui si fonda la produzione della moneta bancaria da parte delle banche. Attivo banche e passivo BC Moneta legale aggregato deciso dalla banca centrale (circolante). Uno degli aggregati più importanti su cui si basa la politica monetaria. Le banche (sia la banca centrale che la banca di Italia eurosistema) contribuiscono a creare un altro aggregato ancora che si chiama offerta di moneta (M) ammontare complessivo di moneta che è in circolazione che è dato da circolante+ depositi bancari. Tutta la moneta che complessivamente circola è data dal circolante (liquidità) e dai depositi cioè i soldi che mettiamo in banca. Viene decisa direttamente dagli agenti economici che scelgono quanto avere in deposito Indirettamente deciso dalla base monetaria cioè dalla Bce. Le decisioni di politica monetaria influenzano la quantità complessiva di moneta che è in circolazione manovrando la base monetaria può influenzare l’offerta complessiva di moneta che è in circolazione. La quantità di moneta influenza il tasso di inflazione la quantità di moneta in circolazione può far aumentare o diminuire il tasso di inflazione (relazione diretta) Obbiettivo principale Banca centrale stabilità dei prezzi lotta all’inflazione La banca centrale influenza l’offerta di moneta che a sua volta influenza il tasso di inflazione. Questo meccanismo avviene o direttamente perché la banca centrale controlla il circolante e le riserve. È influenzata anche da altri intermediari finanziari (banche responsabili della moneta fiduciaria depositi). Moneta bancaria o fiduciaria È un debito della banca che si impegna a convertirlo in moneta legale su richiesta del depositante. La moneta bancaria è anche detta moneta scritturale in quanto il debito a vista della banca trova riferimento materiale nelle scritture contabili relative alla movimentazione del deposito in conto corrente. L’impiego della moneta bancaria è reso possibile dai servizi di pagamento prestati dalle banche (bonifici, assegni...). La moneta bancaria circola su basi fiduciarie e, in questo caso, la fiducia del creditore riguarda sia la validità del diritto di credito nei confronti della banca (es. la validità di un assegno bancario dipende dal fatto che l’assegno non sia scoperto) sia dalla capacità della banca di onorare il proprio impegno trasformandolo in moneta legale. Attivo clienti e passivo banche Deposito regolare deposito di monete in cambio di carta; la conseguenza è che la moneta complessivamente in circolazione è immutata (se deposito 100, nel conto avrò 100 e la banca presterà 100). Deposito irregolare non c’è obbligo di restituire la stessa moneta merca depositata ma un equivalente valore con la conseguenza che il depositario poteva liberamente disporre attraverso operazioni di prestito. Ad esempio, se deposito 100, la banca può prestate 200. Banche potevano emettere direttamente moneta. Il susseguirsi di numerosi dissesti impone che la funzione di emissione venga delegata a un istituto di emissione che ne detiene il monopolio separazione tra attività bancaria e di emissione. Introduzione del corso forzoso divieto della convertibilità dei biglietti in oro (convertibilità interna). Permane la convertibilità esternatrasformare la valuta estera in valuta nazionale Moneta come unità di conto e misura del valore La moneta è l’unità di misura con cui sono espressi rapporti di scambio. Unità di misura= € Una moneta può essere impiegata anche solo come unità di conto: l’euro, ad esempio, è nato nel 1999 e per i primi 3 anni è stato utilizzato solo per fini contabili; il contante infatti è entrato in circolazione solo il 1 gennaio 2002. Il valore dell’unità monetaria è per definizione uguale all’unità. È opportuno distinguere tra valore nominale e valore reale. Una banconota da 50€ ha un valore nominale certo (cioè 50 unità) a qualsiasi data futura. La capacità di acquisto può tuttavia variare per effetto del cambiamento dei prezzi. Il valore reale o potere di acquisto può modificarsi nel tempo in misura più o meno accentuata in base all’andamento dell’inflazione. La perdita di potere di acquisto di una moneta, conseguente a un eccessivo e prolungato aumento dei prezzi, può determinare una caduta della fiducia nel mezzo di scambio. Ecco perché il mantenimento della stabilità dei prezzi sia il principale obiettivo dell’Eurosistema. Moneta come strumento di riserva o fondo di valore La moneta-segno è accettata in pagamento in quanto rappresenta un potere di acquisto generalizzato che può essere conservato nello spazio e nel tempo. In quanto mezzo di scambio, la moneta è un veicolo per trasportare la ricchezza nel tempo. La moneta inoltre può essere detenuta e conservata per la sua capacità di mantenere valore nel tempo. Può essere detenuta come fonte di ricchezza come altre attività finanziarie e reali che tuttavia non hanno peculiarità monetarie. La facilità con la quale la moneta è convertita in altri beni – beni e servizi – è detta LIQUIDITA’ della moneta. La moneta si distingue dalle altre attività finanziarie per le sue caratteristiche di liquidità (è uno strumento perfettamente liquido). A loro volta, anche la attività finanziarie diverse dalla moneta si differenziano tra loro per il diverso grado di liquidità meno (più) liquida è un’attività finanziaria, tanto maggiore (più) è il rendimento che l’investitore percepisce come compenso per la rinuncia di liquidità (inversamente proporzionale al rendimento). Tale rinuncia configura un costo-opportunità, in genere espresso in termini di tasso di interesse che appunto misura il prezzo della moneta-fondo di valore. SISTEMI DI PAGAMENTO La funziona monetaria consiste nella produzione di moneta e nell’erogazione di servizi di pagamento. Questa attività identifica una vera e propria “industria” di servizi, denominata sistema dei pagamenti, diretta a soddisfare i bisogni di trasferimento di moneta originati dal regolamento degli scambi commerciali e finanziari. Sistema di pagamento Insieme delle norme, degli intermediari e degli strumenti che permette il passaggio della moneta da un operatore economico all’altro, al fine di consentire lo scambio di beni e servizi. È composto da: - Soggetti che emettono moneta (BC e banche commerciali) - Mezzi di scambio e strumenti di pagamento sia cartacei che elettronici - Operatori che gestiscono reti e procedure tecniche - Norme 3 aspetti principali: Una volta avvenuta la compensazione avviene il regolamento Regolamento estinzione delle posizioni finali a debito o a credito di ogni banca partecipante alla procedura. Tipicamente svolta dalle banche centrali. saldo debiti e crediti viene regolato (pagato) e può essere netto o lordo. Lordo significa che non c’è compensazione. Questo sistema di regolazione dei conti, quindi, può avvenire o prima con compensazione e poi il regolamento del netto oppure solo il regolamento del lordo (pagamento dei debiti). Il regolamento dei pagamenti avviene in via bilaterale o multilaterale. Il primo avviene tramite scritture contabili nel conto correnti di corrispondenza dei due soggetti interessati, il secondo avviene per mezzo di un terzo soggetto che solitamente è un istituto di compensazione) e questo regolamento piò essere netto o lordo. Netto non avviene in tempo reale ma a fine giornata e ciò comportava uno sfasamento temporale, lordo avviene in tempo reale su base lorda cioè transazione per transazione. Tra la compensazione e il regolamento passa del tempo. La differenza temporale tra il momento della transazione e quello del regolamento (c’è la compensazione) crea il rischio di controparte. Maggiore è la differenza temporale tra un pagamento e l’altro e maggiore è la presenza di un rischio di controparte Può creare rischio domino rischio che si estenda Eliminato con i sistemi di regolamento lordo Il sistema dei pagamenti si articola in più sistemi di compensazione e di regolamento, differenziati in ragione delle diverse regole e accordi che presiedono allo svolgimento delle varie fasi operative. Sulla base delle tipologie di operazioni trattate, il sistema dei pagamenti si compone di sistemi di pagamento all’ingrosso e sistemi di pagamento al dettaglio. - All’ingrosso pagamenti tra istituzioni finanziarie (riguardano i rapporti tra banche e banche e banca centrale) che, oltre ad essere caratterizzati da importi elevati, richiedono il completamento delle procedure a una data definita ed entro un certo intervallo di tempo - Al dettaglio tra operatori non finanziari (famiglie e imprese) es. bonifici tra privati. Pagamenti che avvengono tra soggetti non finanziari ma che passano per un canale bancario. Caratterizzati da numero elevato di pagamenti, importo contenuto tra operatori non finanziari (famiglie ed imprese). Il sistema dei pagamenti con la moneta unica (AREA EURO) Il sistema dei pagamenti dell’area euro è un sistema integrato, realizzato per assicurare che la liquidità all’interno dell’area monetaria possa essere trasferita tra i diversi operatori in modo sicuro, rapido e agevole. Pagamenti all’ingrosso (tra banche) 1. Target 2 (avviene in base monetaria) 2. Target 2- securities (avviene tramite securities- titoli) 3. Euro1 Il sistema TARGET2 infrastruttura portante dei sistemi di regolamento lordo degli stati membri dell’UE e della BCE. Sistema di regolamento lordo in tempo reale in moneta della banca centrale realizzato per soddisfare le esigenze derivanti dall’integrazione finanziaria nell’ambito dell’area euro. Nucleo centrale per la gestione della liquidità bancaria e l’accesso alla BCE. TARGET2-SECURITIES infrastruttura tecnica comune per il regolamento in moneta di banca centrale delle transazioni in strumenti finanziati (titoli) operativo dal 2013. EURO 1 sistema di regolamento e compensazione del netto, gestito dalla EBA  divisione BI- COMP Banca di Italia. Per i pagamenti al dettaglio nell’area euro SEPA (Single Euro Payments Area) Deposito bancario Forma tipica di raccolta di risparmio da parte delle banche. La banca si impegna a custodire e a restituire le somme di moneta ricevute dai clienti risparmiatori, maggiorate di interessi concordati e maturati. Può essere esigibile a vista o a scadenza. Deposito regolare deposito di monete in cambio di carta; la conseguenza è che la moneta complessivamente in circolazione è immutata (se deposito 100, nel conto avrò 100 e la banca presterà 100). Deposito irregolare non c’è obbligo di restituire la stessa moneta merca depositata ma un equivalente valore con la conseguenza che il depositario poteva liberamente disporre attraverso operazioni di prestito. Ad esempio, se deposito 100, la banca può prestate 200. Banche potevano emettere direttamente moneta. Il susseguirsi di numerosi dissesti impone che la funzione di emissione venga delegata a un istituto di emissione che ne detiene il monopolio separazione tra attività bancaria e di emissione. Introduzione del corso forzoso divieto della convertibilità dei biglietti in oro (convertibilità interna). Permane la convertibilità esternatrasformare la valuta estera in valuta nazionale CAPITOLO 4- FUNZIONE DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA Funzione di trasmissione della politica monetaria la base monetaria tramite l’intermediazione diventa offerta di moneta. BANCA CENTRALE EUROPEA: BCE è un’istituzione ufficiale dell’UE che si colloca al centro dell’Eurosistema (collabora anche con BCN) e anche del Meccanismo di vigilanza unico, per quanto riguarda la vigilanza sulle banche. Tramite l’eurosistema si occupa della politica monetaria. Obiettivo preservare il valore dell’euro e mantenendo la stabilità dei prezzi Si occupa della definizione della politica monetaria per l’area dell’euro e svolge il ruolo di autorità di vigilanza bancaria. è l’autorità di vigilanza bancaria (controlla l’operato delle banche) mentre le banche più piccole vigilate dalle BCN (BDI). Alcuni strumenti della politica monetaria (strumenti con i quali la banca centrale può incidere sulla base monetaria): - Tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale prestiti che la banca centrale fa le banche. Le banche depositano soldi (riserve) e chiede prestiti alla banca centrale. Su queste somme viene pagato un tasso di interesse interbancario. Questo strumento di politica monetaria viene chiamato manovra tasso ufficiale di sconto oggi viene chiamato manovra dei tassi ufficiali della Bce. Aumentando o diminuendo questo tasso la banca centrale influenza la base monetaria. Se i aumenta riduce indirettamente offerta di moneta (per le imprese diventa più costoso) politica monetaria restrittiva per combattere/ridurre il tasso di inflazione  rischia di abbassare il tasso di crescita Se la Bce riduce i tassi di interesse offerta aumenta (politica monetaria espansiva). I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento e sulle operazioni di rifinanziamento marginale Tassi di interesse di riferimento della BCE tassi stanno tra un massimo e un minimo (corridoio tassi ufficiali Bce). Obiettivo è avere un tasso di inflazione vicino al 2%. - Acquisti o vendite di titoli pubblici (titoli di stato) queste operazioni si chiamano operazioni di mercato aperto la banca centrale acquista titoli che le banche hanno nel loro portafoglio (da un lato escono soldi dall’altro entrano) aumenta l’offerta di moneta i soldi con cui paga i titoli vanno alle banche politica monetaria espansiva (quantitative easing). Se invece vende titoli alle banche, incassa soldi quindi indirettamente la quantità di moneta in circolazione diminuisce. La banca toglie liquidità vendendo titoli (politica monetaria restrittiva) - Manovra del coefficiente di riserva obbligatoria soldi che le banche obbligatoriamente devono depositare nella banca centrale. Se chiamiamo coefficiente Ro, se aumenta questo provoca una diminuzione dell’offerta. Se le banche devono depositare soldi avranno meno risorse per fare prestiti. Viceversa, una riduzione di Ro provoca un aumento di M (espansiva) Nuovi strumenti di politica monetaria (covid) - Forward guidance (indicazioni prospettive) Bce dice ai mercati cosa farà in futuro influenza l’andamento dei mercati - Il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del Programma di Acquisto delle Attività continuerà a essere reinvestito, integralmente per mantenere condizioni di liquidità acquistare titoli per immettere liquidità - Le modalità della nuova serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT III) trimestrali saranno modificate per preservare condizioni favorevoli del credito bancario a condizione che le banche utilizzino i soldi della Bce per concedere prestiti alle imprese risolvere il problema del credit crunch (banche non davano più prestiti). - Al fine di sostenere il canale bancario di trasmissione della politica monetaria si prevede una remunerazione delle riserve (debito per Bce e credito per le banche) su due livelli:
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