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Appunti Economia dei servizi finanziari, Appunti di Economia degli Intermediari Finanziari

Appunti dei economia degli intermediari/servizi finanziari, insieme di appunti presi in aula, libri di testo e slide della prof.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 23/09/2020

stefano_gaggioli
stefano_gaggioli 🇮🇹

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Scarica Appunti Economia dei servizi finanziari e più Appunti in PDF di Economia degli Intermediari Finanziari solo su Docsity! ECONOMIA DEI SERVIZI FINANZIARI 1-IL SISTEMA FINANZIARIO Insieme complesso e sistematico di rapporti diretti di debito e di credito tra intermediari, mercati, strumenti e norme/regole. Nasce per permettere lo svolgimento della funzione di intermediazione finanziaria . A sua volta l’intermediazione finanziaria nasce per soddisfare le esigenze finanziarie di pagamento e di investimento. Il sistema finanziario può essere iniziato sotto due dimensioni funzionale e strutturale. LE FUNZIONI 1- FUZIONE CREDITIZIA  trasferimento di risorse da risparmiatori a investitori 2- FUNZIONE MONETERIA (senso stretto) garantisce il funzionamento del sistema dei pagamenti 3- FUNZIONE MONETARIA (senso ampio) impulsi di politica monetaria. A) DIMENSIONE FUNZIONALE  il sistema finanziario è un’infrastruttura dedicata al soddisfacimento di bisogni finanziari degli operatori non finanziari . Ha il compito di rendere possibile la negoziazione dell’operatore finanziario, circolazione degli strumenti finanziari. Funzioni fondamentali: - monetaria; - trasmissioni di politica monetaria economica; - creditizie e intermediazione. A.1) FUNZIONE MONETARIA La funzione monetaria consiste nella produzione e circolazione della moneta sia come moneta legale sia come moneta bancaria , accettati dal mercato come se fossero moneta legale. Si concretizza nei rapporti che legano ciascuna banca alla sua clientela alla quale fornisce strumenti per effettuare pagamenti. Il sistema finanziario in questo caso ha il compito di assicurare la funzionalità del sistema dei pagamenti, cioè il funzionamento di meccanismi di produzione e circolazione di moneta. A.2) FUNZIONE DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA I processi monetari e finanziari sono tra loro strettamente correlati, in quanto entrambi trovano fondamento in uno scambio finanziario. Tale sistema mette in collegamento l’economia monetaria con quella reale. Questo processo è governato dalla banca centrale che facendo leva sulla moneta creata in proprio agisce sull’offerta complessiva dei mezzi di pagamento, sul volume dei finanziamenti alle imprese, sulla quantità di strumenti finanziari offerti dai risparmiatori, sul livello dei tassi di interesse e di cambio. A.3) FUNZIONE CREDITIZIA O DI INTERMEDIAZIONE Consiste nel collegamento tra risparmio e investimento. Essa riguarda il trasferimento e l’allocazione delle risorse tra gli agenti economici che prevedono l’esecuzione di prestazioni monetarie contrapposte e distanziate nel tempo. Tale funzione consiste in operazioni di prestito attraverso le quali il sistema finanziario consente: 1- Distribuzione risorse; 2- Distribuzione dei rischi mediante il collegamento intertemporale; 3- Redistribuzione dei diritti proprietari. Il mercato si articola in più luoghi di scambio differenziati per tipologia contrattuale. 1 1- Mercati a negoziazione DIRETTA  le transazioni sono concentrate su un confronto diretto tra le controparti, di natura bilaterale personalizzata. 2- Mercati a negoziazione APERTA  sono realizzati in via impersonale secondo regole codificate mediante l’adesione di scambio a condizioni contrattuali prefissate. L’attività di strumenti finanziari è un mezzo tecnico giuridico attraverso il quale avviene il passaggio di risorse dall’unità in avanzo a quelli in disavanzo. Sulla natura del legame si distinguono vari canali di transito delle risorse. TIPOLOGIE DI COLLEGAMENTO 1- Canale diretto: quando l’attività e gli strumenti finanziari emessi dalle unità elementari in disavanzo sono oggetto di acquisto da parte dei soggetti in avanzo finanziario. Le passività dei prenditori finali figurano contemporaneamente nell’attivo patrimoniale dei prestatori finali. 2- Canale indiretto : quando un intermediario finanziario si interpone con il proprio stato patrimoniale tra soggetti in surplus finanziario e i prenditori di fondo. L’intermediario pone in essere due separate operazioni finanziarie realizzando uno sdoppiamento del collegamento tra gli operatori finali. L’intervento dell’intermediario serve a conciliare le esigenze di finanziamento e di investimento degli operatori finali. L’organizzazione degli scambi finanziari realizzata dal sistema finanziario garantisce il finanziamento di investimento di valore superiore all’autofinanziamento, assicurando la continuità dei processi di finanziamento e accumulazione del capitale redistribuendo le risorse attraverso una valutazione e selezione degli investimenti reali programmati dalle imprese. L’azione combinata di intermediari assicura la successiva mobilità e liquidabilità di impieghi finanziari. B)DIMENSIONE STRUTTURALEinsieme dei contratti finanziari, dei mercati in cui essi sono negoziati, degli operatori e delle regole che presiedono al suo funzionamento. In cui i contratti finanziari, mercati, operatori e regole sono, per data unità di tempo e luogo, gli elementi base sui quali ricade l’onere di sostenere e alimentare la fitta rete di collegamenti, di relazioni e di scambi finanziari che intercorrono tra gli agenti economici. Ha il compito di creare e trasferire i mezzi di pagamento e di strumenti finanziari CONTRATTI FINANZIARI Le operazioni finanziarie si concretizzano in un rapporto contrattuale dove entrambe le prestazioni delle parti in causa sono espresse in moneta e differenziate nel tempo. La natura monetaria ed il fattore tempo costituiscono i principali elementi qualificanti di un’operazione finanziaria. Le attività finanziarie e specularmente le passività finanziare presentano la proprietà di figurare nel bilancio di due operatori . Un’attività finanziaria e al tempo stesso è una componente attiva di un operatore ed un elemento di del passivo di un altro. Le attività reali invece si differenziano dalle finanziare per il fatto di comparire nel bilancio di un solo operatore, in quanto espressione di un rapporto di proprietà. Le attività reali sono rappresentate tipicamente da beni intangibili. Le caratteristiche delle attività finanziarie sono:  Natura monetaria  trasferimento potere d’acquisto;  Tempo  gap prestazione e contro-prestazione;  Interesse  remunerazione tempo-rischio;  Informazione  input e output intermediari e dei mercati finanziari RIDURRE ASIMMETRIE;  Natura del contratto sottostante; 2 realizzati dai singoli prenditori di fondi. Il rischio non sistemico è collegato alle caratteristiche peculiari del soggetto prenditore di fondi. Sono fonti di rischio specifico ad esempio la posizione competitiva ed il livello di indebitamento di un operatore economico. 2- LA FUNZIONE DI INTERMEDIAZIONE E I SALDI FINANZIARI LA FUNZIONE DI INTERMEDIAZIONE Consiste nel facilitare il trasferimento di risorse monetarie tra agenti economici , che presentano bisogni contrapposti. Per trasferire risorse da coloro che risparmiano a coloro che investono, è necessario che il sistema renda compatibili le richieste di impiego di fondi con la domanda dei finanziamenti insidiano le esigenze contrapposte differenziate degli agenti economici. APPROCCIO MICROECONOMICO: SALDI FINANZIARI DELLE SINGOLE ATTIVITA’ I comportamenti economici dei singoli soggetti sono finalizzati a modificare la dotazione iniziale di ricchezza. Le operazioni di ogni singolo agente economico sono rappresentate in un prospetto contabile di stato patrimoniale , espressione consistente dello stock e accumulazione di beni disponibili e dei crediti e debiti esistenti ad una certa data, e in un conto economico riassuntivo dei flussi di risorse in entrata in uscita in un determinato periodo temporale. STATO PATRIMONIALE  ricchezza netta disponibile Il patrimonio netto costituisce la ricchezza netta disponibile ad una certa data è misurata dalla differenza tra attivo (beni di natura reale o finanziaria) e quello risultante dei debiti ovvero il passivo (natura finanziaria). Nel passivo troviamo il capitale netto che può essere visto come la somma del risparmio accumulato nel corso del tempo. ATTIVITA’ (usi o impieghi di fonti) PASSIVITA’ (fonti di fondi) -ATTIVITA’ FINANZIARIE (AF) Moneta, crediti, titoli, quote d’impresa -ATTIVITA’ REALI (AR) Terreni, abitazioni, macchinari, fabbricati, scorte monetarie. -PASSIVITA’ FINANZIARIE (PF) Debiti -PATRIMONIO NETTO (PN) CONTABILMENTE VALE IL VINCOLO DI BILANCIO AF+AR=PF+PN AF+AR= RICCHEZZA TOTALE AF=RICCHEZZA FINANZIARIA LORDA AF-PF=RICCHEZZA FINANZIARIA NETTA (AF-PF)+AR= RICCHEZZA TOTALE NETTA CONTO ECONOMICO Transazioni che concorrono alla formazione del risultato di esercizio  Il conto rileva solo entrate e uscite correnti. Contrapposizione flussi in entrata e uscita RISPARMIO. -SALDO POSITIVO eccesso pagamenti rispetto alle spese correnti. RISPARMIO valori positivi o negativi, se la spesa per consumi è superiore ai redditi guadagnati nel periodo. USI DI FONDI FONDI DI FONDI USCITE CORRENTI (UC) RISPARMIO (a saldo) ENTRATE CORRENTI (EC) 5 IL CONTO DELLA FORMAZIONE DEL CAPITALE E IL SALDO FINANZIARIO Attraverso il sistema finanziario si mettono in collegamento soggetti che hanno posizioni debitorie creditorie diverse, e gli intermediari hanno il compito di farli incontrare. Il risparmio va a definire la gestione caratteristica del nostro operatore. DISSOCIAZIONE TRA RISPARMIO E INVESTIMENTO Due situazioni: 1- se il risparmio e/o e gli investimenti sono uguale a zero; è necessario procedere all’emissione di passività/attività finanziarie tali da coprire i fabbisogni sia di investimento sia di ripiano dei deficit correnti 2- se il risparmio uguale agli investimenti; allora non ci sarebbe bisogno di emettere altri strumenti finanziari sistema finanziario non subirebbe alcuna modifica. Ma se questo uguaglianze rispettata ex post e non è detto che lo sia ex ante. Il sistema finanziario ha come compito quello di riportare in equilibrio la situazione a livello MACROECONOMICO. La separazione o dissociazione tra risparmio e di investimento trova evidenza nell’esistenza dei saldi finanziari di segno opposto e richiede l’esistenza di contratti finanziari che possono funzionare da veicoli per il trasferimento delle risorse dei settori in avanzo (famiglie) e quelle in disavanzo (impresa amministrazione pubblica). Si stabilisce che il saldo delle imprese finanziarie sia nullo. Il settore estero può assumere saldi positivi e negativi che in genere si alterano nel corso del tempo. CONTI FINANZIARI I conti finanziari rilevano per ogni settore istituzionale le transazioni che determinano un flusso ed erogazione di fondi. Ciò si traduce nella contabilizzazione della variazione delle operazioni finanziarie che riflettono, sia il finanziamento dei settori in avanzo sia gli scambi conclusi dagli operatori finali con gli intermediari finanziari che ne fanno parte. Le attività e le passività finanziarie, considerate sia come variazioni del periodo che come consistenza iniziali finali sono rilevate separatamente per tipologia e per categorie di attività finanziaria. Si ha quindi una rappresentazione sufficientemente completa ed analitica della struttura finanziaria dell’economia. I conti finanziari nazionali consentono di classificare gli intermediari distinguendo: settore delle banche, settore delle istituzioni finanziarie, imprese di assicurazione. I conti finanziari offrono informazioni sulla situazione finanziaria dei singoli settori e mediante la definizione di alcuni indicatori elementari, finalizzati a catturare il peso svolto dei mercati e degli intermediari nell’ambito della funzione di raccolta e di allocazione delle risorse finanziarie tra i vari settori istituzionali. Indicatori: 1- FIR  rapporto tra ricchezza finanziaria e ricchezza reale. 2- ANIR,  rapporto FIR può essere scomposto, rapporto tra le emissioni totali (flussi) delle istituzioni e il REDDITO NAZIONALE. 3- FIN,  quoziente di intermediazione finanziaria, rapporto tra le passività finanziarie delle istituzioni finanziarie e passività complessive. 4- RAPPORTO DI INTERMEDIAZIONE BANCARIA,  rapporto tra le attività finanziarie detenute dalle banche e l’ammontare delle attività detenute da tutti gli intermediari. 5- FMR .  rapporto attività finanziarie negoziabili e totale passività finanziarie del sistema. CANALI DI FINANZIAMENTO Il sistema finanziario è chiamato a rendere possibile il riaggiustamento dello squilibrio tra fonti e impieghi di risorse e a consentire la realizzazione di una spesa superiore proventi correnti. L’intervento del sistema finanziario può realizzarsi secondo modalità 6 diverse avvalendosi di canali di finanziamento, istituzioni finanziarie e di tecniche operative differenziate per meglio rispondere alle esigenze di prenditore e prestatori di fondi. Le modalità di collegamento sono riconducibili a due tipologie principali: una diretta e l’altra in diretta. - CANALE DIRETTO  quando lo scambio finanziario connette direttamente i prenditori e prestatori finali di fondi per cui le passività emesse dai settori in deficit sono attività finanziarie nello stato patrimoniale dei settori in surplus. - CANALE INDIRETTO  quando tra gli operatori finali si interpone il bilancio di un intermediario finanziario. Nell’ambito del canale di finanziamento diretto, il trasferimento delle risorse tra i richiedenti e gli offerenti finali di fondi può realizzarsi attraverso l’intervento di intermediari finanziari, in grado di assicurare le condizioni per la conclusione delle opportune operazioni finanziarie. Per questi motivi è di gran lunga più frequente la modalità di collegamento concentrato sulla presenza attiva di un intermediario finanziario nella veste di soggetto che si adopera per agevolare e rendere possibile il trasferimento delle risorse. Nel canale diretto autonomo c’è un legame diretto tra i conti patrimoniali degli operatori finali. CANALE DI FINANZIAMENTO DIRETTO Il trasferimento di risorse si realizza mediante l’emissione di passività finanziarie da parte dell’unità in disavanzo e il classamento delle stesse presso le unità in avanzo. Gli strumenti finanziari emessi dalle unità in deficit sono definiti strumenti finanziari primari o diretti, rappresentati tipicamente da titoli azionari e obbligazionari. Il collegamento tra i prenditori e prestatori è definito diretto perché eventuali adempimenti da parte di prenditori finali di fondi si riflettono in via immediata sul patrimonio dei prestatori finali configurando a loro carico costi opportunità e/o perdite patrimoniali. Gli intermediari mobiliari offrono una pluralità di servizi specifici diretti a facilitare l’accesso degli operatori finali ai mercati sia la conclusione degli scambi. La presenza di tali servizi può esprimersi attraverso attività di consulenza e di assistenza agli emittenti in vari ambiti. Questa attività di consulenza, per la sua natura è tipica in tutti i mercati esperti sia primari che secondari. CANALE DI FINANZIAMENTO INDIRETTO Il trasferimento delle risorse tra le unità in avanzo e di unità in disavanzo può realizzarsi anche in via indiretta, ovvero con l’interposizione del bilancio di un intermediario finanziario. Quest’operatore è specializzato e si assume il compito di rendere compatibile le diverse e contrapposte esigenze e preferenze delle unità economiche. Il trasferimento delle risorse e dai prestatori e ai prenditori finali è specializzato in due operazioni distinte di segno opposto accentrate presso un’unica controparte e da questa coordinate. L’intervento consiste nella prestazione di servizi finanziari e creditizi di investimento. 3-FUNZIONE CREDITIZIA (Corigliano) Le principali funzioni del sistema finanziario sono: funzione di allocazione delle risorse intermediazione o creditizia, monetaria, aiuta a realizzare la politica monetaria. La funzione creditizia consente di mettere in collegamento le unità in surplus e in deficit creando valore. Le banche sono in vantaggio in quanto riescono a superare le asimmetrie informative e riescono a svolgere la funzione dell’intermediario in modo efficiente. La funzione creditizia definita come concessione di prestiti merita un trattamento speciale perché: -è la principale fonte di finanziamento nel nostro paese nelle piccole medie imprese -i prezzi sono il tramite più efficace per l’avvio delle relazioni di clientela, -caratterizzano gli intermediari bancari e ne giustificano l’esistenza. L’operazione di prestito è caratterizzata da due aspetti: 7 d. Indicatori di rischiosità finanziaria: rischio di interesse e rischio di cambio. 3.2- PREVISIONALE  BILANCI PRO-FORMA: per stimare l’eccedenza di liquidità o indebitamento bancario. È inoltre possibile effettuare previsioni di breve periodo e andare a stimare i flussi di cassa così da poter valutare l’ammontare del fabbisogno di credito bancario. 4- RELAZIONE DI FIDO  Valutazione e sintesi complessive delle fasi ai fini della decisione di affidamento. Limiti all’utilizzo di tutte le possibili metodologie di analisi dovuti: -ai diversi obiettivi della banca e della sua attitudine al rischio; -alle caratteristiche della clientela richiedente; -alla frequente indisponibilità̀ di tutte le informazioni necessarie -ai tempi e costi elevati RICLASSIFICAZIONE DEL BILANCIO STATO PATRIMONIALE Lo stato patrimoniale viene riclassificato in base al criterio della liquidità, andando a distinguere il breve periodo e il lungo periodo. Da ciò emerge il capitale circolante netto che è la differenza tra il via correnti e le passività correnti di importante per verificare situazione finanziaria dell’impresa in quanto evidenzia l’equilibrio finanziario di breve periodo. È un indicatore utile per capire la restituzione debiti e ci dice il rischio finanziario dell’impresa . CONTO ECONOMICO Si segue il modello di riclassificazione a «valore della produzione e valore aggiunto». Obiettivo mettere in luce se l’impresa è stata in grado di aggiungere valore ai fattori produttivi acquistati all’esterno attraverso il processo di trasformazione degli stessi. RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO Si segue il modello del valore della produzione valore aggiunto . L’obiettivo è quello di mettere evidenza la ricchezza generata dalle diverse aree gestionali, destinata a remunerare i soggetti o i fattori produttivi che l’hanno generata. il conto economico riclassificato è così suddiviso: - Gestione operativa; - Gestione accessoria; - Gestione finanziaria; - Gestione straordinaria; - Risultato netto esercizi . La quarta fase comporta la redazione della relazione di fido , nella quale alla luce delle analisi qualitative e quantitative compiute nelle fasi precedenti vengono sintetizzati gli aspetti favorevoli e sfavorevoli della richiesta sottoposta a valutazione viene attribuito il giudizio di racing interno . Viene inoltre suggerita la dimensione del fido ragionevole e del fido massimo. Nella pratica esiste un limite all’utilizzo di tutte le possibili metodologie di analisi a causa: Dei diversi obiettivi della banca e della sua attitudine al rischio; Delle caratteristiche della clientela richiedente; Delle frequenti in disponibilità di tutte le informazioni richieste ; Dei tempi e dei costi elevati. DOPO L’ISTRUTTORIA DI FIDO Dall’istruttoria di fido emergono le operazioni fattibili, in base alle caratteristiche e alle condizioni del credito richiesto, vengono confrontate con i termini della pratica 10 dei prestiti bancari. A questo punto sono i possibili risultati: uno è il fido viene concesso o prende avvio un processo di aggiustamento caratterizzato dalla negoziazione tra richiedente banca delle condizioni contrattuali. Istruttoria di fido si conclude non solo con un breve giudizio qualitativo argomentato ma anche con l’attribuzione di un rating interno da parte della banca la perdita attesa viene scomposta in due parti, probabilità che si verifichi l’evento di insolvenza o default e la perita in caso di default. Possiamo quindi definire il tasso di perdita attesa come prodotto tra probabilità che si verifichi l’evento è la perdita in caso di default. Vengono solitamente individuate tre metodologie fondamentali di attribuzione del racing. Una prima modalità è basato sui giudizi di un analista esperto, una seconda che riassume due approcci soggettivi e una terza basato sull’approccio statistico che utilizza sistemi di sintesi meccaniche degli stessi. Istruttoria è segnato il giudizio di rating al debitore che si proceda alla decisione di affidamento e le competenze decisionali relative alla concessione dei prestiti sono fissate dallo statuto degli ordinamenti interni di ciascuna banca tali competenze seguono uno schema piramidale a livelli crescenti di autonomia. I poteri in materia affidamento dei fidi spettano: consiglio di amministrazione, comitato esecutivo, direzione generale, servizio fidi, filiali. Dal punto di visto tecnico del prestito bisogna considerare sia le esigenze di gestione dell’impresa richiedente sia riflessi di tali scelte sulla gestione della banca. La fase di gestione viene gestita dalle filiali che intrattengono rapporti con imprese richiedenti. Ogni operazione dovrebbe essere sottoposta in continuo monitoraggio al fine di individuare ogni eventuale peggioramento della qualità del credito. Le modalità di utilizzo dei crediti e il verificarsi di ritardi nei pagamenti di interessi e capitale. Nel primo caso il processo di monitoraggio ha un’importanza cruciale nel caso dei finanziamenti a scadenza indeterminata i quali possono essere prontamente revocata in caso di necessità le cui condizioni contrattuali possono essere rinegoziate, nel secondo caso la banca si preoccupa invece della lunghezza della frequenza dei ritardi di pagamento degli interessi o nel rimborso del capitale. Dal punto di vista operativo la banca opera introducendo ex ante nel contratto di affidamento una serie di particolari clausole che impongono limiti precisi e verificabili al comportamento del debitore. Quindi controlla periodicamente che tali clausole siano rispettate e procede con una verifica delle condizioni economiche finanziari e patrimoniali del cliente e (eventualmente) alla revoca dell’affidamento. Se la verifica delle condizioni del cliente da esito positivo, la banca provvede alla rinegoziazione delle clausole, al contrario procede la ristrutturazione del credito o all’esperimento di opportuni atti per tutelare la propria posizione. 4- LA FUNZIONE DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA La politica monetaria insieme di azioni intraprese dalle AUTORITA’ MONETARIE (Banca centrale), volte a modificare il credito e la finanza. La derivazione del termine sta ad indicare la capacità del sistema bancario e del sistema finanziario di trasformare gli impulsi di politica economica in comportamenti degli intermediari finanziari diversi tali da implicare a loro volta comportamenti diversi da parte di operatori finali. Le banche in tutto ciò hanno un ruolo centrale che sta nel meccanismo di trasmissione degli impulsi di natura monetaria all’economia reale. BANCA CENTRALE  è un’istituzione a cui spetta la funzione di controllo e regolamento relativo alla creazione di moneta e di realizzazione della politica monetaria oltre alla vigilanza e controllo degli operatori con cui interagisce. Le principali funzioni sono: 1- Creare moneta legale; 2- Trasmettere gli impulsi di politica monetaria all’economia reale; 3- Controllo dei suoi interlocutori; 11 4- Funzione di controparte del tesoro dello Stato , infatti il conto corrente lo Stato viene gestito dalla BCE; 5- Controparte della banca. La banca centrale è risultato dell’evoluzione degli istituti di emissione, dei quali ha ereditato l’originale attività di emissione di banconote. Si distingue dalle altre banche in quanto non intrattiene rapporti con i soggetti privati, ma solo con banche del tesoro, spesso le passività costituiscono la moneta legale mentre le banche commerciali con funzione monetaria presentano al passivo la moneta bancaria. A capo della banca l’Italia c’è un governatore e il suo compito è quello di rappresentare la banche nei rapporti con terzi di presiedere l’assemblea ed informare il governo in materia di finanza estera e interna. Il sistema europeo di banche centrali formato da tutte le banche centrali dei paesi membri dell’Unione Europea e dalla BCE. Tutte le banche centrali nazionali agiscono tenendo conto delle direttive e istruzioni della BCE. POLITICA MONETARIA OBIETTIVI coincidono con quelli di politica economica. Tali obiettivi hanno natura generale in quanto riguardano l’economia nel suo complesso . VARIABILI Pil, occupazione, controllo dell’inflazione, tasso di cambio equilibrio dei conti con l’estero. E toccano i cittadini da vicino in quanto il Pil è un indicatore di approssimazione del benessere sociale. Gli obiettivi di natura reale monetaria sono in contrasto tra di loro in quanto sia bisogno di politiche monetarie espansive. Le banche per poter regolamentare la politica monetaria sono in possesso di alcuni strumenti che gli consentono di controllare il mercato della moneta. STRUMENTI variabili controllate direttamente dalle autorità monetarie e manovrabili con tempestività. Si dividono in due tipologie di strumenti: -Gli strumenti di natura amministrativa, ovvero di controllo diretto, sono quegli strumenti volti a limitare le scelte di portafoglio degli operatori al fine di raggiungere gli obiettivi intermedi. Tra i quali troviamo il massimale sugli impieghi bancari il vincolo di bilancio controlli valutari restrizioni movimenti di capitali e autorizzazione delle missioni sui titoli. -Gli strumenti di natura negoziale, ovvero di controllo indiretto. Mirano a condizionare le scelte di portafoglio degli operatori influenzando i tassi di interesse e la quantità di base monetaria: tassi ufficiali, riserve obbligatorie, operazioni di mercato aperto. OBIETTIVO DELLA STABILITÀ DEI PREZZI Principale obiettivo della politica monetaria unica è la stabilità dei prezzi nei paesi dell’unione. Esso si compone di tre elementi principali: una definizione quantitativa della stabilità dei prezzi e due pilastri su queste si poggia per consentire il proprio obiettivo ovvero: 1- Analisi economica osservazione valutazione degli andamenti economici e finanziari correnti e dei rischi avessi collegati nel breve e medio periodo per la stabilità dei prezzi. 2- Analisi monetaria avere il controllo della moneta in circolazione con l’annuncio di un valore di riferimento quantitativo per il tasso di crescita di M3 compatibile con la stabilità dei prezzi nel medio periodo. Gli aggregati monetari:  M1  È l’aggregato monetario più ristretto e comprende gli strumenti finanziari più liquidi cioè il circolante e depositi in conto corrente;  M2  comprende M1 più gli altri depositi a breve termine;  M3  è lo obiettivo operativo e si ottiene sommando a M2 alcune categorie di passività negoziabili. 12 convertibili nella moneta nazionale. La base monetaria è composta dalla moneta legale circolante ( CU ) e dalle riserve bancarie ( RE ). La base monetaria è l'aggregato monetario più ristretto. Il rapporto tra la quantità di moneta circolante ( M ) e la base monetaria ( H ) consente di calcolare il moltiplicatore monetario del sistema economico. Quanto più alto è il rapporto, tanto più alta è l'offerta di moneta endogena del sistema economico. La base monetaria è uno dei principali strumenti della politica monetaria. Tramite la base monetaria e il moltiplicatore monetario è possibile calcolare la quantità di moneta circolante in un sistema economico, nei mercati monetari e finanziari. La base monetaria è utilizzata come riserva obbligatoria a cui possono far fronte le banche e come scorta della moneta circolante per gli operatori economici. La base monetaria è gestita dall'autorità monetaria di un paese, solitamente la banca centrale del paese. Nell'Unione europea la base monetaria è gestita direttamente dalle autorità monetarie europee. Con l'ingresso nell'Ue i paesi membri della zona Euro hanno trasferito la propria sovranità monetaria nazionale alle autorità sovrannazionali dell'Unione europea. OPERAZIONI NON CONVENZIONALI In risposta alla crisi finanziaria l’euro sistema ha attuato una serie di misure non convenzionali di politica monetaria conducendo contemporaneamente una politica monetaria secondo l’assetto operativo convenzionale. Le banche hanno dovuto chiedere liquidità alla Banca centrale europea pagando il tasso massimo ma anche maggiore fisicamente a una seconda fase che prende il nome di debito sovrano. Gli interventi di politica monetaria della BCE volti a fronteggiare la crisi hanno interessato diversi strumenti e ambiti operativi: 1- Tassi di interesse : i tassi ufficiali sono stati ridotti a più riprese sino a livelli prossimi allo zero fino a diventare negativi . 2- Attività stanziabili : le attività che le banche mettono una garanzia per avere liquidità è stata progressivamente ampliata e di conseguenza la BCE ha accettato attività di qualità meno elevata. 3- Operazioni di rifinanziamento aggiuntive a più lungo termine , le operazioni a lungo termine tra giugno 2016 e Marzo 2017 con frequenza trimestrale sono state operazioni a 4 anni con tassi di interesse estremamente bassi. 4- ACQUISTO TITOLI  operazioni riconducibili a tre programmi specifici. 4.1- SMP 2010 (Securities Market Program)  acquisto di titoli di stato e privati sul mercato secondario, con l’obiettivo di ridurre le tensioni sui mercati finanziari. Introdotte nel 2010 per la crisi economica della Grecia e riutilizzati nel 2011 per le crisi di Italia e Spagna. 4.2- OMT (Outright Monetary Trasaction) annunciati ma mai realizzati. Operazioni definitive di acquisto titoli. 4.3- QE 2015 (Quantitative Easing) previsto fino a settembre 2018, fino a che tasso di inflazione non raggiunge 2%. 5- ELA, erogazione di liquidità di emergenza  fatte dalle BC sotto il controllo della BCE per banche solvibili, ma momentaneamente in crisi di liquidità. Se il tasso di interesse aumenta il presso dei titoli diminuisce P=CF/r (CF=cash flow), a fronte di una politica monetaria restrittiva c’è anche una ripercussione sul mercato finanziario. 15 5-BANCHE E ATTIVITÀ BANCARIA - GLI INTERMEDIARI FINANZIARI CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERMEDIARI Il mercato dei capitali caratterizzato dalla presenza di intermediari finanziari la cui vita tipica è costituita dalla creazione, detenzione dalla negoziazione sistematica di strumenti finanziari, nonché della prestazione di servizi a supporto della conclusione di operazioni finanziarie. Triplice caratteristica: 1- Le componenti essenziali del loro bilancio sono le attività e le passività finanziarie; 2- I costi e i ricavi di tali intermediari originano nella produzione dello scambio di attività finanziarie, sono quindi rappresentati da interessi e commissioni; 3- La loro attività è soggetta una serie di rischi tipici dell’attività finanziarie. Gli intermediari vengono solitamente suddivisi tra intermediari del canale diretto e intermediari del canale indiretto . Canale INDIRETTO si caratterizzano per interventi volti a conciliare le esigenze degli operatori finali (unità in surplus e in deficit) attraverso l’offerta, da un lato, di proprie attività gradite ai prenditori finali di fondi (i richiedenti prestiti) e, dall’altro lato, di proprie passività gradite ai prestatori finali di fondi (i risparmiatori). Qui l’intermediario realizza a proprio rischio un processo di trasformazione qualitativa e quantitativa dei rapporti di natura creditizia. Canale DIRETTO offrono agli operatori finali un'ampia gamma di servizi a supporto delle scelte di investimento e disinvestimento del proprio portafoglio e dell’emissione, del collegamento e della negoziazione di strumenti primari. La prestazione di questi servizi non rende necessaria la creazione di rapporti finanziari diretti nei confronti di tutte e due le categorie di operatori finali. Questi intermediari mirano infatti a prospettare soluzioni per la copertura dei fabbisogni finanziari e a risolvere problemi di natura tecnica e gestionale. LE RAGIONI DELL’ESISTENZA DEGLI INTERMEDIARI Essendo operatori specializzati sono in grado di conseguire vantaggi in termini di: misurare i costi di transazione, migliorare la gestione dell’incertezza, riduzione delle asimmetrie informative uguali alle informazioni tra chi riceve e chi prende. 1-MINIMIZZARE I COSTI DI TRANSAZIONE  È necessario dimostrare che i contratti di depositi bancari che rappresentano lo strumento mediante il quale le banche raccolgono risparmio siano superare la contrattazione privata. Tale superiorità deriva dai; -Costi collegati alla divisibilità finita degli strumenti finanziari riguardanti la difficoltà di poter conciliare le esigenze delle controparti esprimono diverse preferenze in ordine alle quantità di risorse scambiate attraverso gli strumenti finanziari. -Costi di ricerca della controparte che risultano particolarmente elevati quando il richiedente di fondi è poco conosciuto la richiesta fondi presenta caratteri di eccezionalità. -Costi contrattuali  attraverso la definizione di specifiche clausole contrattuali le controparti cercano di tutelarsi rispetto a comportamenti che possono compromettere la conclusione dello scambio di risorse nel tempo. -Costi informativi  di valutazione dell’attività finanziaria all’inizio del contratto . -Costi per il monitoraggio  post istruttoria . Tutti questi vengono meglio gestiti dalla banca rispetto che dal singolo. 2-MIGLIORARE LA GESTIONE DELL’INCERTEZZA L’incertezza è l’elemento che caratterizza le operazioni finanziarie in quanto limitata è la conoscenza di quelli che possono essere i risultati dello scambio di 16 risorse finanziarie nel tempo. Uno scambio diretto tra le parti richiederebbe una coincidenza - spesso non raggiungibile – sulla natura e sulle caratteristiche economiche, tecniche e giuridiche dello strumento finanziario e sulle relative condizioni di aleatorietà. I differenti livelli di rischiosità tra UD e US determinano la necessità di intermediari per le operazioni di: Valutazione dei rischi, Gestione dei rischi, Immunizzazione (es. contratti derivati), Attenuazione (es. diversificazione), Trasferimento (es. assicurazione). Se non esistessero gli intermediari i mercati dovrebbero produrre degli strumenti finanziari che consentono di conciliare esattamente le caratteristiche di rischio di chi offre risparmio e di chi lo domanda. GESTIONE DEL RISCHIO: -ELIMINARLOContratti derivati; -LIMITARLOContratti di diversificazione; -TRASFERIRLOContratto di assicurazione. RISCHIO BANCA  LIQUIDITA’  BANK RUN tale rischio può essere controllato da AUTORITA’ DI VIGILANZA e BANCA CENTRALE BC può stampare moneta, riportando così il SISTEMA IN EQUILIBRIO. -TRASFORMAZIONE SCADENZE attività essenziale dell’attivo di intermediazione= gestione discrepanza tra il BREVE e il LUNGO periodo. Divario interessi attivi e passivi PROFITTO INTERMEDIARIO. -TRASFORMAZIONE RISCHI non è patrimonio esclusivo intermediari creditizi. Le esigenze contrapposte spesso sono difficili da conciliare: la superiorità degli intermediari è rappresentata dalla capacità di diversificare e frazionare il rischio che i singoli investitori non riescono a fare. L’intermediario trasforma il rischioRicompone le preferenze contrapposte degli operatori. L’intermediario trasforma i rischi grazie alle economie di scala e: alla diversificazione e frazionamento del rischio di default dei debitori - rischio credito. Fronteggia lo sfasamento tra entrate e uscite - rischio liquidità. Stabilizza la redditività - rischio di interesse. La trasformazione delle scadenze è alla base: sia del divario tra tassi attivi e passivi, profitto: le US proprio per ridurre l’aleatorietà delle proprie attività e degli strumenti diretti emessi dalle UD sono disposti a pagare un prezzo in termini di minore remunerazione; analogamente le UD sono disposte a pagare un costo più elevato pur di ottenere crediti in linea con le loro esigenze. Sia dell’incertezza temporale dei movimenti in entrata e in uscita quale determinante della liquidità. Allungando la scadenza del passivo si riduce il rischio di liquidità. Divario anche rispetto ai tassi fissi e variabili applicati alle diverse poste attive e passive ALM asset liability management; rischio di interesse. Per la trasformazione del rischio l’intermediario si fa pagare in quanto offre ai depositanti degli strumenti con crediti in linea con le loro esigenze di finanziamento. Direttamente sul mercato e offrono alle imprese dei un rischio inferiore a quello che otterrebbero andando Margine di interesse (remunera rischio di liquidità; di interesse; di credito). Margine di intermediazione. I margini rappresentano la remunerazione per l’attività intermediazione e il compenso per il rischio assunto nonché l’onere sostenuto dalla collettività per consentire il trasferimento dei fondi dalle US alle UD.La capacità di trasformazione dei rischi non è una esclusiva delle banche. Assicurazioni  hanno un bilancio. Riserve tecniche sono la passività nei confronti degli assicurati vs attività finanziarie e reali. Investitori delegati: fondi comuni, fondi pensione, SICAV, ecc il rischio è in capo al risparmiatore. Restituiscono il valore di mercato del portafoglio. 3-RIDUZIONE ASIMMETRIE INFORMATIVE Agire consapevolmente, dipende STATO D’INFORMAZIONE, COSTO DI ACQUISIZIONE, CONOSCENZE TECNICHE di ELABORAZIONE INFORMAZIONI ACCESSO INFORMAZIONI= modo ineguale/asimmetrico. 17 banche concorrenti. Prima di svolgere analisi per indici bisogna riclassificare il bilancio. I risultati intermedi di maggior interesse sono: 1- Margine di interesse; 2- Margine di intermediazione; 3- Risultato netto della gestione finanziaria; 4- Utile o perdita della operatività corrente al lordo delle imposte; 5- Utile o perdita della operatività corrente al netto delle imposte; 6- Utile o perdita dell’esercizio. L’analisi del bilancio di esercizio basata sul ROE fornisce un metodo comodo e sistemico per identificare i punti di forza e di debolezza della redditività di una banca che a sua volta spinge i manager dell’attività nella ricerca di strumenti per migliorare la redditività. INDICATORI - ROE (Return on Equity) = Utile netto/Capitale netto totale Misura la redditività complessiva dell’istituzione finanziaria per euro di capitale netto - ROA (Return on Asset) = misura i profitti generati rispetto alle attività dell’istituzione finanziaria - EM (Equity Multiplier) = Misura la quota di attività dell’istituzione finanziaria finanziate tramite capitale netto piuttosto che debito (moltiplicatore: totale attivo/ capitale netto, tanto più è basso tanto meglio è, quante attività sono generate con il capitale netto). - PM (Profit Margin) : misura la capacità di sostenere i costi e di generare utile netto a partire dai ricavi da interessi e non da interessi (indicatore di misurazione dell’efficienza, in quanto mette a rapporto l’utile netto con i ricavi operativi, tanto maggiore è il PM tanto più è efficiente la banca). - AU = misura (Asset Utilization) : misura l’ammontare di ricavi da interessi e non da interessi generato per euro di attività ACCORDI DI BASILEA Il comitato di Basilea ossia un organismo che opera all’interno della Banca dei Regolamenti Internazionali. Esso non ha alcuna autorità sovranazionale (efficacia diretta) ma opera al fine di promuovere e rafforzare la cooperazione tra le autorità di vigilanza e le condizioni di competitività nell’ambito dei 13 paesi aderenti. La funzione degli accordi consiste nel favorire la convergenza delle regolamentazione dei vari Paesi per armonizzare e standardizzare i sistemi finanziari e bancari internazionali. L'accordo di Basilea sull’adeguatezza patrimoniale delle banche nasce nel 1988 ad opera del comitato di Basilea per la vigilanza bancaria con l'obiettivo di adeguare le risorse patrimoniali delle banche cosiddetto patrimonio di vigilanza. Esso comprende tutte le poste contabili pienamente disponibili per la banca, per poter essere usate senza limiti ai fini della copertura del patrimonio di base e di quello supplementare. L'accordo si è evoluto nel tempo passando da Basilea 1, 2 3. E’ stato quindi introdotto oltre al rischio di credito e di mercato anche quello operativo. Il cosiddetto nuovo accordo poggia sulla convinzione che la stabilità del sistema finanziario possa essere ottenuta con la combinazione di tre elementi: la gestione efficiente del rischio da parte delle banche, l'attività dell'autorità di vigilanza e le operare della disciplina di mercato successivamente sono stati definiti tre pilastri che devono operare congiuntamente 20 con l'obiettivo di implementare una sana ed efficiente gestione dei rischi da parte delle banche. - PILASTRO 1  si basa sul mantenimento di coefficienti patrimoniali minimi a fronte di rischi: di credito, di mercato e operativo. - PILASTRO 2  riguarda il cosiddetto processo di controllo prudenziale. Nella prima fase, le banche devono procedere all’autovalutazione in quattro ambiti: business model, governance and risk managment, rischi di capitale e rischi di liquidità. Nella seconda fase, alle autorità di vigilanza spetta condurre la revisione e valutazione del processo di autovalutazione condotto dalle banche nei quattro ambiti indicati. - PILASTRO 3  si bassa sulla disciplina che le forze di mercato possono esercitare sulle banche al fine di rafforzare l’adeguatezza patrimoniale e prevede che le banche forniscano flussi informativi al mercato, relativi ai rischi assunti, al loro monitoraggio. 6- FUNZIONE MONETARIA: MONETA E SISTEMI DI PAGAMENTO LA MONETA: FUNZIONI E CARATTERISTICHE La moneta è tutto ciò che viene accettato come mezzo di pagamento per l’acquisto di beni e servizi per l’estinzione di debiti. La moneta può essere definita anche in base alle funzioni che svolge all’interno del sistema economico , principalmente sono tre: intermediari degli scambi e mezzo di scambio, unità di conto e misure di valore, strumento di riserva infondo di valore. 1- La moneta come mezzo di scambio . L’esistenza di un mezzo di scambio consente di superare i limiti impliciti del baratto, derivanti dalla necessità della doppia coincidenza dei bisogni e di beni sia dei costi di ricerca delle controparti. Generi monetari utilizzabili: a. Moneta merce è rappresentato da un bene con uno specifico valore intrinseco legato alle sue caratteristiche fisiche e funzionali. b. Moneta segno rappresentata da mezzi di scambio con valore intrinseco nullo o comunque inferiore rispetto ai beni contro cui è scambiata. Accettata in pagamento sulla base di b.1 -Moneta legale un atto dello Stato che sancisce il potere liberatorio pagamenti effettuati con il trasferimento di quella specifica moneta. b.2- Moneta fiduciaria o bancaria è una convenzione tra le parti che si accordano per attribuire un determinato valore al bene che funge dal genere monetario. È un debito della banca che si impegna convertirlo in moneta legale su richiesta del cliente depositante. La moneta bancaria circola su basi sociali la fiducia del creditore riguarda sia la validità del diritto di credito nei confronti della banca, dichiarato da colui che paga sei una capacità della banca di onorare i propri impegni trasformando in moneta legale. 2- Moneta come unità di conto e misure di valore . La moneta è l’unità di misura con cui sono espressi rapporti di scambio. La moneta è il comune denominatore del valore di scambio di beni e servizi. Il valore di tutti i beni e pertanto determinato in base alle unità di moneta necessaria per l’acquisto dei beni stessi. Il valore dell’unità monetaria è per definizione uguale all’unità. Essa è infatti la misura di valore a cui si rapporta il valore di tutti beni. È tuttavia opportuno distinguere il valore nominale da quello reale . La capacità di acquisto di beni/servizi può tuttavia variare per effetto del cambiamento dei prezzi. Per assicurare la moneta di conto pieno e illimitato potere liberatorio è necessario che l’emittente sia in grado di preservare nel tempo le funzioni ed il valore in termini di potere di acquisto. 3- Moneta come strumento di riserva o fondo di valore . In quanto mezzo di scambio la moneta è un veicolo per trasportare la ricchezza nel tempo, una 21 dimora temporanea di potere d’acquisto. La moneta è accettata in pagamento perché può essere ritenuta è conservata fino al luogo e al momento in cui il possessore decide di trasformarli in beni o servizi. La moneta può essere tenuta o conservata per la sua capacità di mantenere il proprio valore nel tempo come un bene a tenere quale parte della propria ricchezza. MONETA E ATTIVITÀ BANCARIA Nelle economie moderne la moneta merce è stata sostituita nell’uso pratico dalla cosiddetta moneta segno, nella forma principale di moneta attività finanziaria quindi depositi bancari e banconote. L’adozione e la diffusione della moneta finanziaria non è contemporanea l’uso della moneta merce ma c’è stato tutto un evoluzione dietro. LA PRODUZIONE E LA CIRCOLAZIONE DELLA MONETA La funzione monetaria del sistema finanziario consiste nella produzione di moneta e nell’erogazione di servizi di pagamento. Questa attività identifica una vera e propria industria di servizi, denominata sistema di pagamenti. Il sistema di pagamenti è l’insieme delle norme degli intermediari e degli strumenti che permette il passaggio della moneta da un operatore economico all’altro, al fine di consentire lo scambio dei beni e servizi. Il sistema di pagamenti è composto da: 1- Soggetti che emettono la moneta; 2- Mezzi di scambio e strumenti di pagamento sia cartaceo che elettronici; 3- Operatori che gestiscono reti e procedure tecniche; 4- Norme che regolano la parte coinvolte. Il sistema dei pagamenti può essere osservato sotto tre punti di vista : quantitativo qualitativo il tecnico operativo. 1- QUANTITATIVO  il sistem finanziario È impegnata a fornire un volume di mezzi di pagamento adeguato alle esigenze degli scambi. le componenti del sistema finanziario preposta questa funzione sono la banca centrale e il sistema bancario che concorrono a determinare la quantità complessiva di potere d'acquisto pro tempore disponibile cioè l'offerta di moneta. 2- QUALITATIVO  riguarda la tipologia dei mezzi di scambio gli strumenti di pagamento. Il sistema finanziario produce un particolare tipo di generi monetari, quelli di natura finanziaria, rappresentati dal circolante dalla moneta bancaria. Una passività, infatti, può svolgere la funzione di mezzo di pagamento se esiste una generale incondizionata accettazione da parte della collettività. Tipologia=> circolante e moneta bancaria Moneta legale=> corso forzoso. Illimitato potere liberatorio sancito per atto dello Stato. Moneta bancaria=> fiducia. Disponibilità correntista, capacità della banca di liquidare. 3- TECNICO-OPERATIVO riguarda l’insieme delle norme dei processi relativi all’emissione di mezzi di pagamento e dall’altro i meccanismi le procedure che presiedono alla circolazione della moneta attiva spendibilità. Il sistema di pagamento è caratterizzato dei seguenti elementi costitutivi: -Mezzi di scambio; -Strumenti procedure infrastrutture per la circolazione della moneta; -Accordi di cooperazione tra gli operatori del mercato; -Quadro normativo che presiede alla circolazione della moneta; -Il ruolo delle autorità monetarie. LA MONETA, GLI STRUMENTI ED I SERVIZI DI PAGAMENTO L’emissione o la creazione della moneta è il risultato di un’operazione di credito . La base monetaria viene immessa nel sistema economico dalla banca centrale in 22 3- Prodotti finanziari  di qualsiasi forma di investimento e di natura finanziaria. È l’insieme più ampio che comprende ogni forma di investimento di natura finanziaria. Il profilo giuridico delle operazioni finanziarie assume rilievo in particolare ai fini della disciplina dei servizi di investimento della sollecitazione investimento quella relativa all’offerta pubblica d’acquisto. COMPONENTI 1- TASSO BASE  rinuncia al potere d’acquisto; 2- COMPENSO PER L’INFLAZIONE; 3- COMPENSO per la DURATA della rinuncia al potere d’acquisto  PREMIO DI LIQUIDITA;’ 4- PREMIO AL RISCHIO. TASSI DI INTERESSE 1- TASSO BASE  compenso per la rinuncia al potere d’acquisto; 2- COMPENSO PER L’INFLAZIONE  variazione potere d’acquisto nel tempo. Distinzione: -TASSO D’INTERESSE REALE (rr)  misura variazione prezzi nel tempo. -TASSO D’INTERESSE NOMINALE (rn)  indicatore calcolato al lordo dell’inflazione 3- COMPENSO PER LA DURATA DEL POTERE D’ACQUISTO ; 4- PREMIO AL RISCHIO  maggiore sarà il rendimento, maggiore sarà il rischio per acquistare quel titolo. EQUAZIONE DI FISCHER tasso reale atteso è uguale a quello nominale meno il tasso d’inflazione. (1+rn )=(1+ p ) (1+rr )rn=rr+ p  Se p è previsto in aumento e superiore al rn rr negativo (un trasferimento di ricchezza dai creditori ai debitori).  Se p è previsto in riduzione rr positivo, superiore rn (trasferimento di ricchezza da debitori ai creditori). - TASSO DI RENDIMENTO ATTESO/ EX-ANTE  tasso che si calcola nel momento in cui si investe. - TASSO REALIZZATO O EFFETTIVO O EX-POST  tasso che si calcola al momento della conclusione dell’investimento considerando esborsi e incassi effettuati. 1- TASSO DI INTERESSE NOMINALE O CEDOLARE  remunerazione periodica che l’emittente paga. 2- TASSO ATTESO (EX-ANTE) o YTM  investimento che arrivi a scadenza. 3- TASSO DI INTERESSE RICHIESTO (trri)  tasso che consente di calcolare il valore intrinseco o fair value di un titolo. 4- TASSO REALIZZATO (EX- POST) O EFFETTIVO (trri) 8-STRUMENTI E DURATION TITOLI DI DEBITO A REDDITO FISSO Sono titoli di debito e quindi il sottoscrittore non influenza la vita e le scelte dell’impresa. L’impresa è sottoposta a limitazioni nell’emissione dei titoli obbligazionari. Gli elementi che contraddistinguono questi titoli sono: -Tasso cedolare, il tasso può essere fisso o variabile. Le variazioni del tasso sono limitate entro un limite dichiarato; -Valore di rimborso ovvero il valore nominale; -Durata prestito; -Trattamento fiscale; -Piano da ammortamento, esempi: - Bullet bond; 25 - Progressive; - Callable bonds; - Buy back. Il valore nominale del titolo può essere immesso nel mercato primario alla pari o sotto la pari. Una volta che il titolo entrato nel mercato, circola nel mercato secondario, li si scambiano i titoli prezzarti al corso secco e corso tel quel. - Corso secco  rappresenta il prezzo al quale è negoziato il solo capitale del titolo. Sul mercato italiano sono negoziati a corso secco le obbligazioni, titoli di stato e le ABS - Corso tel quel è il prezzo di negoziazione di un titolo mobiliare compreso di valore capitale (il corso secco) più il rateo di interesse o dividendo maturato. In questo modo sono quotati i Buoni Ordinari del Tesoro e i titoli azionari. VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO Il tasso di rendimento dipende da due componenti: -La parte di interesse; -Capital gain ovvero la remunerazione derivante dalla differenza tra il prezzo di acquisto e di vendita, oppure il prezzo di acquisto e il valore di rimborso. Il rendimento degli elementi certi e elementi incerti i quali sono agganciati alla cedola: il reinvestimento di cedole non è certo in quanto se i tassi di interesse diminuiscono il rendimento della cedola è minore. Il rendimento di periodo di una generica attività finanziaria è dato dalle due componenti di rendimento fratto il prezzo di acquisto. La misura di rendimento si applica a tutte le tipologie di attività finanziarie. TIPOLOGIE DI TITOLI 1- TITOLI DI STATO ZERO COUPON  non prevedono la corresponsione di cedole periodiche. La remunerazione è rappresentata dal rendimento implicito pari alla differenza tra il valore nominale a rimborso ed il prezzo di emissione. 1.1. BOT (buoni ordinari del tesoro): Sono titoli a breve termine che vengono emessi in asta competitiva con scadenza a 3, 6 e 12 mesi, vengono calcolati con scadenza su base 360, le tasse vengono pagate anticipatamente e vengono calcolate sul capital gain: differenza tra il valore di realizzo il prezzo di acquisto. 1.2. CTZ (certificati del tesoro zero coupon): vengono calcolati con scadenza su base 365 le tasse sono posticipate e vengono calcolate sul capital gain. 2- TITOLI DI STATO A TASSO VARIABILI 2.2.CERTIFICATI DI CREDITO DEL TESORO (CCT); Sono titoli con la durata di 7 anni, emessi tramite asta marginale, le cui cedole semestrali sono date dal rendimento annuale dei Buoni Ordinari del Tesoro a sei mesi registrato nell’asta precedente l’inizio godimento della cedola moltiplicato per 0,5 e dunque aumentato di uno spread di 15 punti base; sulla remunerazione dei titoli incide anche lo scarto d'emissione, dato dalla differenza tra il valore nominale ed il prezzo di emissione. Sono negoziati sul mercato MOT in modalità corso secco ed i contratti sono regolati tre giorni dopo la conclusione. 2.3 CERTIFICATI DI CREDITO DEL TESORO (CCTeu); Sono titoli solitamente di durata di 7 anni e mai di durata inferiore ai cinque anni, emessi tramite asta marginale, che pagano cedole semestrali pari al tasso Euribor 6 mesi maggiorato di uno spread e moltiplicato per la base di calcolo ACT/360. 26 2.4 BUONI DEL TESORO POLIENNALI INDICIZZATI ALL’INFLAZIONE EUROPEA; Sono titoli a medio-lungo termine con scadenze a 5, 10, 15 o 30 anni, emessi mensilmente in concomitanza dell'asta di fine mese, che garantiscono una protezione contro l'aumento del livello dei prezzi in Europa. Questi titoli sono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione europea. 2.5 BTP Italia; Sono titoli con scadenza a 4 anni che garantiscono una protezione contro l'aumento del livello dei prezzi in Italia. Questi titoli sono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione italiana. 3- TITOLI DI STATO A TASSO FISSO 3.1 BUONI DEL TESORO POLIENNALI (BTP); Sono titoli a medio-lungo termine con scadenze a 3, 5, 10 o 15 anni, emessi tramite asta marginale, che pagano cedole semestrali a tasso fisso costante. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Con il termine rischio si indica l’eventualità che un avvenimento possa causare un danno o una perdita. Si distinguono due tipologie di rischio puro e rischio speculativo. Il rischio puro è da ricondurre ad accadimenti che possono generare solo danni o perdite, nessun beneficio. Il rischio speculativo è collegato ad avvenimenti futuri incerti che possono comportare non solo effetti sfavorevoli ma anche favorevoli. La possibile divergenza tra rendimenti realizzati e rendimenti attesi dipende dal verificarsi di eventi che possono produrre effetti di segno diverso sui flussi di cassa dell’operazione. Rischi speculativi: lato positivo e negativo. Misura quanto si discosta il valore realizzato da quello atteso sia in positivo che in negativo. Tanto è maggiore lo scarto tanto è maggiore il rischio. Il rischio misura la variabilità del rendimento e può essere misurato sia ex ante che ex post. Il rischio sistematico è originato da eventi o da situazioni di carattere generale che condizionano tutte le operazioni finanziarie. Il rischio non sistematico Trova origine a fenomeni relativi ai singoli prenditori di fondi. Si tratta di fattori di rischi originati da situazioni specifiche inerenti all’attività svolta e i risultati economici realizzati dei singoli prenditori di fondi. Il rischio non sistematico è collegato alle caratteristiche peculiari del soggetto prenditori di fondi. La diversificazione degli investimenti è realizzabile su dividendo il capitale tra più attività per usufruire dei vantaggi dei vanti da una riduzione della componente di rischio non sistematico. L’obiettivo della diversificazione è quello di ottenere il massimo rendimento per dato rischio, o massimo rischio per dato rendimento, sulla base di questa regola si costruisce la frontiera di portafoglio efficiente. TIPOLOGIE DI RISCHIO La varie tipologie di rischi sono riconducibili in prima istanza a: Al comportamento della controparte; A situazioni di carattere generale collegate a variazioni inattese di variabili di mercato. 1- I rischi derivanti dall’adempimento degli impegni contrattuali della controparte -Rischio di insolvenza; Si verifica quando il debitore non è in grado di onorare integralmente i propri debiti, pagando gli interessi e rimborsando il capitale. Viene infatti stabilito un premio per il rischio che tiene conto non solo della probabilità di fallimento ma anche di altri eventi di default come il ritardo nei pagamenti il mancato rispetto di clausole contrattuali diverse dai pagamenti in denaro la rinegoziazione la restituzione del debito appunto il premio richiesto è commisurato quindi il rischio di credito cioè la probabilità che il debitore non adempie agli impegni contrattuali complessivamente considerati. 27 definiti zero coupon in quanto gli interessi sono pagati in unica soluzione alla scadenza insieme al capitale impiegato. Sono rischiose le operazioni in cui debitori non sono in grado di fornire le certezze di un adempimento degli obblighi assunti queste operazioni rischiose comprendono anche un premio per il rischio ovvero una remunerazione per l’incertezza dei flussi di cassa futuri attesi. Il tasso di rendimento associato di investimenti rischiosi è: r=r+ p+σ - r= rendimento nominale rischioso; - r= tasso di rendimento reale privo di rischio; - p= tasso d’inflazione attesa; - σ=premio per il rischio. In termini nominali: r=r f+σ - r=tasso di rendimento nominale; - r f= tasso di rendimento nominale privo di rischio (risk-free rate); - σ= premio per rischio. CAPITALIZZAZIONE SEMPLICE Tasso annuale 12% Tasso mensile: 12/12 Tasso Semestrale: 12/2 Tasso Bimestrale 12/6 Tasso quadrimestrale 12/3 Tasso trimestrale 12/4 REGIME DI CAPITALIZZAZIONE COMPOSTA (1-I a) = ( 1+I p)^P a= annuale p= periodico P = periodi Tasso annuale 12% Tasso mensile p, P =12 —-> ( 1- I12)^12 -1 (1+0,12) ^1/12-1 = 0,09% Tasso semestrale p.P =2 (1-I2)^2-1 (1+0,12)^1/2 -1 LA DURATION La Duration esprime la scadenza dei flussi di cassa che l’attività genererà . Corrisponde alla media ponderata delle scadenze dei flussi di cassa, dove i pesi sono dati dei rapporti tra i valori attuali delle cedole il prezzo e il del titolo. Tale indicatore indica la vita media di un applicazione che tiene conto di tutte le prestazioni attese dal titolo e dal relativo contributo alla determinazione del prezzo. Misura il tempo necessario per recuperare l’investimento iniziale di un’obbligazione. Ciascun flusso di cassa ricevuto nel periodo precedente alla Duration riflette il recupero dell’investimento iniziale, mentre ogni flusso di cassa ricevuto fra la Duration e scadenza rappresenta il profitto. Rappresenta la sensibilità/elasticità del valore dell’attività o passività a piccole variazioni di tassi di interesse. La Duration può essere vista come la distanza alla quale si dovrebbe posizionare un fulcro per tenere l’asse bilanciato. D= ∑ CFx t (1+R)t ∑ CF (1+R)t = ∑ PVx t ∑ PV =∑tw 30 La duration è l’indicatore finanziario di durata di un titolo, ciò che interessa è la durata finanziaria che esprime il tempo per rientrare del mio investimento. La duration può essere vista come la media ponderata delle scadenze dei flussi di cassa futuri, dove i pesi sono dati dei valori dei futuri flussi di cassa per il tempo. La duration di un’obbligazione Zero-Coupon dato che sono vendute sotto la pari a scadenza danno diritto al pagamento del valore nominale e non hanno flussi di cassa intermedi (cedole) e la duration è pari alla scadenza. Per le altre obbligazioni la duration è sempre inferiore alla scadenza. CARATTERISTICHE DELLA DURATION 1- Più la cedola/interesse è elevato minore è la duration tempo di recupero minore; 2- La duration diminuisce all’aumentare del rendimento . Maggiore è il rendimento a scadenza più basso è il costo dell’attesa a ricevere il flusso successivo; 3- All’aumentare della scadenza aumenta la duration ma a un tasso decrescente; DURATION COME INDICATORE DI RISCHIO Più il valore della duration è elevato più il prezzo dell’obbligazione è sensibile a variazione dei tassi di interesse secondo la relazione: (∆ PP ) [ ∆ R (1+R ) ] =−D La duration può anche essere utilizzata come misura di sensibilità del prezzo al variare del tasso di interesse e dunque come misura del rischio. DM= D (1+r ) Il valore della duration modificata consente di stimare la variazione percentuale del prezzo in corrispondenza di una determinata variazione del rendimento. ΔP P =−DM× Δr CURVA DEI TASSI A SCADENZA Il mercato obbligazionario in ogni momento esprime una relazione tra rendimenti e titoli scadenza. E studiando tale relazione si può notare che se aumenta la scadenza del titolo il rischio aumenta e di conseguenza anche il compenso, dunque si deve capire come evolvono i tassi nel tempo. Per capire tale evoluzione dei tassi si utilizziamo la curva dei tassi scadenza o struttura a termine dei tassi di interesse e si riferisce ai rendimenti dei titoli obbligazionari che sono identici ad eccezione per le date di scadenza. La curva dei tassi può essere costruita distinguendo due tassi: 1- Tasso a pronti o spot, è il tasso di sconto o il rendimento rischiato quotato al periodo corrente. 2- Tasso a termine o Forward, è il tasso di sconto per un periodo di tempo futuro. 9-MERCATI All’interno del mercato finanziario abbiamo due categorie di operatori intermediari e mercati. Intermediari si distinguono tra intermediari del canale diretto gli intermediari del canale indiretto, la diversità deve essere ricercata nella tipologia di attività di bilancio. 31 1- CANALE DIRETTO  coloro che fanno da tramite tra chi acquista e chi vende attività finanziare. 2- CANALE INDIRETTO  utilizzano come banner il bilancio. fanno da tramite tra chi acquista e chi vende attività finanziaria. LA BANCA È un’impresa costituita sotto forma di società di capitali e ha come obiettivo la massimizzazione del profitto e dell’efficienza. Si dedica principalmente alla concessione di credito andando ad organizzare il processo di credito. La banca insieme alla BCE gestisce la moneta i circuiti di pagamenti. Grazie all’emissione di propri segni di debito accettati nella stessa misura della moneta facilita la gestione dell’equità, affianca l’autorità monetaria nella gestione dei pagamenti, trae vantaggi nell’attrazione dei risparmi svolge la funzione di politica monetaria. I MERCATI Il sistema finanziario si compone di strumenti intermediari e mercati. I mercati si identificano come l’insieme degli scambi generalmente ma non necessariamente organizzati e regolamentati dagli strumenti e servizi finanziari i mercati possono essere rappresentati da luoghi fisici o circuiti telematici. Possono essere classificati in base: - Tipologia degli strumenti scambiati ; - Scadenza dell’operazioni negoziate; - Modalità di scambio; - Struttura organizzativa. CLASSIFICAZIONE  riguarda il grado di personalizzazione e standardizzazione dei contratti oggetto di scambio. 1- NEGOZIAZIONE DIRETTA  relazione bilaterale. I contratti generati appartengono alla categoria degli strumenti finanziari indiretti, possono essere: depositi bancari, prestiti bancari o non bancari e contratti assicurativi. Contratti personalizzati, relazioni finanziarie continuative e stabili nel tempo, informazione riservata, difficilmente negoziabili. La conseguenza è che si configurano come mercati primari di creazione delle attività finanziarie. 2- MERCATI APERTI  Insieme di strutture, regole e procedure che risultano funzionali allo scambio di attività finanziarie con predisposizione alla circolazione. - Sono titoli autonomi cioè titoli che incorporano i diritti contrattuali del possessore e sono al tempo stesso strumento di circolazione degli stessi. - Regole e procedure, sono definite da autorità pubbliche oppure da accorti diretti tra operatori. Definiscono inoltre le modalità in cui ha luogo lo scambio di attività finanziarie di tipo standardizzato formazione dei prezzi e la loro comunicazione. - Mercati agevolano il trasferimento delle risorse dalle unità in surplus a quelle in deficit. - Trasmettono informazione tramite la formazione dei prezzi. 2.1- MERCATO PRIMARIO Nuove emissioni di strumenti finanziari. Il prezzo-rendimento è stabilito all’incontro delle esigenze dell’emittente che da impulso all’operazione e del sottoscrittore. SISTEMA DI COLLOCAMENTO 1. PRIVATO  contrattazione direttamente tra i potenziali investitori. Usata per operazioni di importo limitato da società non quotate. 32 1- Non esiste a priori la certezza ex ante della remuneratività delle somme investite. 2- La scadenza dell’investimento è indeterminata, perché si presuppone che l’azienda continui a vivere nel tempo, essa dipende esclusivamente dalle preferenze dell’investitore. 3- La restituzione del capitale ai soci è subordinata rispetto ai creditori. I REQUISITI DEI TITOLI AZIONARI L’azione è un titolo di credito rappresentativo di una quota parte del capitale sociale di un’impresa costituita in forma di società per azioni o in accomandita per azioni o di società cooperativa. L’azione può avere diversi valori: - Valore nominale  rappresenta la quota di capitale sociale che corrisponde alla singola azione; - Valore patrimoniale  rappresenta la quota di patrimonio netto che corrisponde alla singola azione; - Valore di rimborso  non esiste un valore di rimborso al momento dello scioglimento la società. E’ il valore che residua dopo il pagamento dei debiti fatto salvo il diritto di rimborso di certe categorie di azioni. - Valore di mercato  si forma attraverso l’incontro della domanda e l’offerta sul mercato secondario, si ricava quindi dalla vendita del titolo. - Valore di emissione  prezzo a cui la società colloca le nuove azioni sul mercato primario. DIRITTI E CATEGORIE DI AZIONE Le azioni possono essere nominative oppure al portatore ma date le nuove normative è stato introdotto il principio della nominatività obbligatoria dei titoli azionari. Questo comporta la loro intestazione a una persona fisica o una persona giuridica, con annotazione sul libro dei soci della società. E comportano una serie di diritti e ha facoltà di intervento nella vita della società. 1. Diritti di natura a amministrativa: 1.1. Diritto di voto rappresenta il diritto di un socio o di un suo rappresentante di partecipare a decisioni della società ed esprimere la propria opinione su una particolare questione. 1.2. Diritto di impugnativa , è il diritto esercitabile da un socio o da un gruppo di soci di impugnare le decisioni dell’assemblea qualora queste possano arrecare danni ingiusti. 2. Diritti di natura patrimoniale: 2.1. Diritti agli utili , è il diritto di ricevere parte dei risultati economici conseguiti dall’azienda. 2.2. Diritto alla quota di liquidazione condiviso tra coloro che ne hanno garantito il raggiungimento. 3. Diritti di natura mista , componente amministrativa e una patrimoniale 3.1. Diritto d’opzione , diritto di sottoscrivere con una prelazione nuove azioni a fronte di un aumento del capitale sociale. 3.2. Diritto di recesso esercitato a fronte, ad esempio di delibere assembleari giudicate di portata rilevante per la società. Esse sono divise in due categorie ovvero quelle acquistate per entrare a far parte dell’azienda e quelle acquistate solo per ottenere un rendimento . E di particolare esistono quattro categorie di azioni che si distinguono per una diversa combinazione di diritti amministrativi ai proprietari e sono: 1- Azioni ordinarie , sono nominative e quindi intestate ad una persona fisica o giuridica con relativa annotazione sul registro dei soci. 2- Azioni con diritto di voto limitato , lo statuto d’azienda può prevedere creazione di azioni senza diritto di voto o con diritto di voto limitato a particolari 35 argomenti, con diritto di voto subordinato al verificarsi di particolari condizioni non meramente potestative. 3- Azioni con diritto di voto maggiorato; - Diritto di voto MAGGIORATO  per coloro che posseggono azioni della società per un certo periodo di tempo. - Diritto di voto LIMITATO  massimo di tre voti per azione previsto dal CC poi modificato dal TUF. 4- Azioni con diritti patrimoniali limitati, ad esempio l’azione correlata. Si prevede che la società possa emettere azioni fornite di diritti economico patrimoniali correlati ai risultati dell’attività sociale in un determinato settore. DIVIDENDI E QUOTAZIONE Il diritto al dividendo consente all’azionista di partecipare alla distribuzione degli utili di una società. La distribuzione dividendi agli azionisti è deliberata dall’assemblea ordinaria della società che approva il bilancio annuale. Il diritto di ricevere il dividendo è materialmente rappresentato da una cedola staccabile d’azione. Si dice un titolo circola ex dividendo quando la cedola è staccata e chi lo acquista non ha più diritto al dividendo. Con riferimento a titoli azionari la quotazione a corso tel-quel : il prezzo comprende, oltre al valore capitale dei titoli anche i dividendi maturati dalla data di pagamento dell’ultima quota parte di utili distribuiti. I titoli azionari non sono titoli a reddito fisso e quindi non esiste il titolo a ricevere sempre comunque una remunerazione nella forma di dividendo, inoltre per l’azionista non c’è alcun diritto di rimborso. La remunerazione delle azioni dipende dal livello degli utili netti conseguiti dalla società e dalla parte di utili che l’assemblea approva nel bilancio d’esercizio. Il prezzo dei titoli di capitale è la risultante del valore attuale dei futuri flussi di cassa: P0=∑ FCt (1+ trri)t Dove: trri=tasso di mercato richiesto dall’investitore; FCt= dividendi e il valore del capitale rimborsato quando l’azienda è liquidata oppure il valore realizzato alimentato dalla liquidazione sul rimborso di mercato; t=periodo durante il quale effettuare l’attualizzazione dei flussi di cassa. Periodo di detenzione del titolo. MODELLO DEL DIVIDENDO Sulla base di questo modello si stima il valore teorico, detto anche intrinseco delle azioni come valore attuale dei dividendi attesi, e viene scontata ad un tasso variabile infatti i tassi devono essere corretti per il rischio e poi applicati. È un modello teorico in quanto si basa su un’ipotesi. Si ipotizza che il tasso di interesse utilizzato per la produzione dei tassi sia trri. DIVIDEND DISCOUNT MODEL (DDM) E MODELLO DI GORDON La formula di valutazione di un azione basata sul valore attuale dei flussi di cassa può essere riscritta come: P0=∑ D t (1+ trri)t Dove: P0= prezzo dell’azione alla data corrente; Dt= dividendo per azione futuro atteso dopo t anni alla data corrente Trri= tasso di attualizzazione dei dividendi, pari al tasso di rendimento richiesto dal mercato da una data classe di rischio. Il valore di un’attività è dato solo dall’attualizzazione dei flussi di cassa (dividendi nel caso di un’azione) generati dall’attività stessa a un tasso che rappresenti il costo 36 opportunità del capitale. Il prezzo al tempo n, po' essere sempre espresso come sommatoria di dividendi futuri. Rimane il problema concreto di come poter prevedere i dividendi in un arco temporale finito, infatti si può ipotizzare che i dividendi dell’impresa crescano ad un tasso g costante all’infinito, in modo che la formula per la determinazione del valore dell’azione converga a: P0= D1 (trri−g ) Tale formula, conosciuta come Modello di Gordon, fa dipendere il valore delle attività da tre valori: D1, trri e g. Le ipotesi sono: flusso dei dividendi perpetuo, crescita dei dividendi ad un tasso costante pari a g, condizioni di rischio assunte non modificabili e con esse il tasso di rendimento richiesto trri, politica dei dividendi consolidata e immodificabile, tasso di rendimento superiore al tasso di crescita die dividendi. Questo modello si presta a due usi: - Stimata la serie dei dividendi futuri e il tasso di attualizzazione opportuno; - Permette all’investitore che valuta l’azione di individuarne il valore intrinseco, al fine di confrontarlo con il prezzo sul mercato. Nel caso in cui si ritenga che il prezzo di mercato esprima correttamente il valore intrinseco del titolo, il modello permette di ricavare una misura del tasso di rendimento atteso dell’investimento azionario diventa: trri= D1 P0 +g Tale rendimento può essere visto sia dal lato dell’impresa che da quello dell’investitore: - Dal lato dell’impresa si avrà che trri rappresenta il costo del capitale formato da D1/P0 quale politica dei dividendi e da g quale tasso di crescita dell’impresa; - Per l’investitore, di contro, si avrà che trri rappresenta il rendimento dell’investimento azionario formato da D1/P0 quale rendimento e da g quale incremento di valore dell’investimento. 12- I MULTIPLI La diffusione di indicatori sintetici ha permesso di confrontare il prezzo di mercato di un titolo azionario con alcuni dati desunti, principalmente dal bilancio della società emittente. I multipli di mercato appartengono alla categoria dei modelli di valutazione relativi. La prassi operativa utilizza diversi multipli di mercato, tra cui abbiamo: 1- Price earning ratio  esso indica quante volte la quotazione di un titolo azionario è multipla dell’utile netto unitario, il quale si ottiene dividendo l’utile totale, risultante dall’ultimo bilancio approvato nel caso di valori storici, per il numero delle azioni in circolazione. Esso indica il numero di anni necessari perché l’investimento possa recuperare, tramite gli utili prodotti dalla società, l’esborso iniziale sostenuto per l’acquisto dell’azione. 37 sono strumenti di investimento, gestiti dalle società di gestione del risparmio (SGR) che riuniscono le somme di più risparmiatori e le investono , come un unico patrimonio, in attività finanziarie (azioni, obbligazioni, titoli di stato, ecc.) o, per alcuni di essi, in immobili, rispettando regole volte a ridurre i rischi. Sono suddivisi in tante parti unitarie, dette quote, che vengono sottoscritte dai risparmiatori e garantiscono uguali diritti . Accanto alla forma tradizionale, SGR/fondo comune, la stessa attività di investimento può essere svolta dalle società di investimento a capitale variabile (SICAV) o a capitale fisso (SICAF). In teoria, la differenza è netta, perché il fondo comune è un patrimonio a sé stante, costituito con il denaro dei sottoscrittori e gestito dalla SGR, mentre le SICAV e le SICAF sono vere e proprie società di cui i sottoscrittori divengono soci con tutti i relativi diritti (ad esempio il diritto di voto). In pratica, sia i fondi che le SICAV e le SICAF svolgono lo stesso tipo di attività. TIPI DI FONDI Esistono vari tipi di fondi. Una distinzione fondamentale è fra: - Fondi APERTI  che consentono di sottoscrivere quote, o chiederne il rimborso, in qualsiasi momento . Questi fondi investono normalmente in attività finanziarie quotate. - Fondi CHIUSI  che consentono di sottoscrivere quote solo nel periodo di offerta, che si svolge prima di iniziare l'operatività vera e propria, e le rimborsano di norma solo alla scadenza del fondo . Ai fondi chiusi sono riservati investimenti poco liquidi e di lungo periodo (immobili, crediti, società non quotate). Fra i fondi aperti, sono molto importanti, per la loro diffusione, i fondi "armonizzati", costituiti nei paesi dell'Unione europea, che investono prevalentemente in titoli quotati (azioni, obbligazioni, ecc.). Il termine "armonizzati" deriva dal fatto che seguono regole e criteri comuni volti a tutelare gli interessi dei risparmiatori, limitando e frazionando i rischi assumibili dai fondi. La vigilanza sui fondi armonizzati è affidata alle autorità del paese di origine (ad esempio, un fondo lussemburghese sarà vigilato dall'autorità del Lussemburgo, anche se offerto in Italia). Alle autorità italiane spetta esclusivamente la vigilanza sulle modalità di commercializzazione del prodotto nel nostro Paese. A seconda delle loro politiche di investimento, i fondi armonizzati si suddividono in: - AZIONARI : investono prevalentemente in azioni e, generalmente, si caratterizzano per un alto grado di rischio; - OBBLIGAZIONARI : investono principalmente in titoli di Stato ed in obbligazioni e si caratterizzano per un grado di rischio generalmente minore dei fondi azionari; - BILANCIATI : investono sia in azioni che in obbligazioni, con livelli di rischio via via crescenti in base alla percentuale di azioni presenti in portafoglio; - MONETARI : investono in strumenti del mercato monetario a breve termine (non superiore a 6 mesi). Per scegliere il fondo occorre leggere il KIID (Key Investor Information Document) – che deve essere obbligatoriamente consegnato al sottoscrittore – e prestare molta attenzione alle c.d. caratteristiche chiave:  Finalità e politica di investimento : le principali tipologie di attività in cui il fondo investe con particolare riguardo, se rilevante, all'area geografica o settoriale di riferimento . 40  Profilo di rischio-rendimento : ciascun fondo è classificato con un indicatore sintetico di rischio che va da 1 (minimo rischio) a 7 (massimo rischio);  Costi : commissioni di sottoscrizione e/o di rimborso, commissioni di gestione, commissione di performance. Conoscere i costi è importante, primo, perché possono abbattere in maniera significativa il rendimento del fondo e, secondo, perché molti fondi offrono formule alternative di costi (ad esempio commissioni di rimborso invece che di sottoscrizione) che meglio possono soddisfare le nostre esigenze;  R endimenti passati : per ciascun fondo vengono riportati i rendimenti conseguiti negli ultimi 10 anni . Occorre però non sopravvalutare questi dati perché non vi è alcuna certezza di conseguire analoghi rendimenti in futuro. L'investimento in fondi deve essere seguito nel tempo. In questo, il risparmiatore è avvantaggiato dalla mole di informazioni che può ottenere, grazie alle quali può monitorare l'investimento e, eventualmente, maturare altre scelte. Le informazioni a disposizione del risparmiatore sono:  Valore della quota : pubblicato sui principali quotidiani o anche su internet. Ci dà giorno per giorno l'ammontare e l'andamento del nostro investimento;  Modifiche su caratteristiche importanti del fondo : che devono essere comunicate singolarmente a ciascun partecipante (identità del gestore, variazioni della politica di investimento, aumento superiore al 20% dei costi, ecc.);  La parte 2 a del prospetto informativo : contenente tutti i dati aggiornati di rendimento del fondo e del benchmark, che deve essere inviata al risparmiatore entro il mese di febbraio di ciascun anno;  Documenti contabili del fondo (rendiconto annuale e relazione semestrale): che illustrano la situazione patrimoniale e reddituale del fondo. 41
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