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La Varietà del Latino Volgare: Caratteristiche e Evoluzione, Appunti di Filologia romanza

Linguistica comparataLinguistica RomanzaLinguistica storica

Una panoramica della varietà del latino volgare, inclusa la distinzione tra latino volgare e latino formalizzato, l'evoluzione di vocali toniche e la dissimilazione di vocali atone. Vengono anche discusse le innovazioni consonantiche e i fenomeni di limitazione della legge fonetica. Il testo illustra come il latino volgare ha dato origine a diverse lingue romanze, come il francese, il provenzale e lo spagnolo.

Cosa imparerai

  • Che cosa si intende per latino volgare?
  • Come si spiega la dissimilazione di vocali atone?
  • Come le innovazioni consonantiche contribuiscono alla formazione di nuovi suoni in diverse lingue romanze?
  • Come le vocali toniche si evolvono in diverse lingue romanze?
  • Come la distinzione tra latino volgare e latino formalizzato si riflette nelle evoluzioni fonetiche?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 05/08/2022

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Scarica La Varietà del Latino Volgare: Caratteristiche e Evoluzione e più Appunti in PDF di Filologia romanza solo su Docsity! FILOLOGIA 28\09 Editto che porta all’uso obbligatorio del francese e soprattutto limitare l’uso del latino, lingua del vaticano e quindi a bloccare anche la Chiesa L’occitanico non avrà riconosciuto nessuno statuto di ufficialità, solo da pochi decenni ha riacquistato potere traverso alcune opere Occitanico o lingua doc , si usa anche provenzale ma quest’ultimo è una varietà usata nelle zone sud Pittavino : zona di transizione tra lingua d’oil e doc con caratteristiche più settentrionali Area Franco provenzale Gruppo di parlate sudorientali, attualmente parlato solo in valle d’Aosta anche se non viene riconosciuto come il francese in quella zona. La sua definizione è solo di epoca moderna e si deve a un grande linguista italiano Ascoli; che riconosce quest’ultima come una varietà discostante dal francese e dalle altre. Nonostante ciò, non viene mai nominata come lingua a parte nelle opere dei medievali. Area italo-romanza Lingua ufficiale italiano con diversi dialetti. L’italiano si è sviluppata in tutta la penisola solo in un tardo momento a causa dell’unità politica che è avvenuta nella seconda metà dell’800. Il fiorentino si afferma tardi e ci riesce per un vantaggio culturale e non politico. Verso la fine del 200 ci sono una serie di varietà usate nel territorio italiano in toscana, il pisano, il quale comincia a decadere ad un evento storico cioè la battaglia dei Meloria 1284 contro Genova che ne uscirà vincitrice e segna la fine del prestigio politico e culturale di Pisa. Nel frattempo, abbiamo il fiorentino che si espande grazie a una cerchia di intellettuali come Cavalcanti e Dante. La varietà con dante boccaccio e Petrarca prendono corpo e sopravvento nel ‘500 con il ritorno del problema del volgare e quale tipo di quest’ultimo usare. Nonostante questo, non si ha una padronanza per una lingua letteraria fino a Bembo che crea le “3 corone” di dante Petrarca e boccaccio che iniziano a discutere su quale fiorentino sia più adeguato (fini all’unità politica si avrà questo problema). Quello che ha unificato linguisticamente l’Italia è la cultura di massa (televisione, stampa ..) 01\10 L’italiano viene riconosciuta come una delle lingue più famose culturalmente parlando con molte più varietà e dialetti. Siciliano e napoletano La tradizione lirica nasce dalla Sicilia alla corte di Federico secondo, per poi essere “toscanizzata” successivamente. Il grande modello dantesco e altre opere di carattere didattico morale e religioso (come volgarizzamenti), vengono fatte in Toscana perché ci sono le condizioni economiche adeguate a garantire lo sviluppo del territorio. Attraverso bologna partono così queste opere tradotte che esportano il toscano anche in altre zone, cosa che rende possibile leggere nel 300 il fiorentino. Dialetti settentrionali Delimitati da una linea dalla Spezia a Rimini (massa Senigallia) che delimita anche l’area romanza orientale dalla occidentale. A loro volta si distinguono in altri due gruppi: 1) Dialetti veneti 2) Dialetti gallo-italici (il nome dalle caratteristiche gallo romanze) Diverso rapporto con latinità e romanità perché quest’ultimo periodo è durato poco nel territorio e la conquistano nel 106 dC con traiano 04\10 Da dove viene la linguistica romanza Deriva da una lingua comune che è il latino, ecco perché chiamate neolatine. Che le lingue fossero affini tra di loro è già evidente da dante nel suo volgare eloquentia dove si pone il problema di quale volgare usare. Dante non ha le conoscenze e gli strumenti per capire la loro comune discendenza e si rende conto che il latino è normata mentre il volgare no quindi, non avevano un’organizzazione grammaticale per fare un salto in avanti per diventare una lingua di cultura officiale. Dante pensava che il latino fosse una lingua artificiale. Secondo la prospettiva cristiana di dante le lingue sarebbero nate da una punizione di Babele. Gli strumenti per un’analisi avanzata furono trovati a inizio 800 con la messa a punto di un metodo scientifico per analisi comparata delle lingue, messo a punto dalla linguistica comparativa come tra lingue orientali e occidentali e in uno stadio antichissimo di studio. Questa origine comune tra lingue così distanti viene da una in comune, l’indo-germanica ma solo successivamente si darà la definizione di indo-europeo nel 1700. Definizione indo-europeo Comprende 12 famiglie con le rispettive sottofamiglie. Quella che ci interessa è l’ultima cioè l’italico con lingue estinte, tra queste il latino. Partendo dal confronto tra lingue già costruite, (discendenti) risaliamo al progenitore analizzando il materiale genetico dei discendenti; come ci siamo arrivati? Nel 1786 con le prime intuizioni da parte di William Jones un appassionato di lingue che pronuncia una relazione alla society di Calcutta e trova le prime affinità tra lingue indiane (sanscrito) e quelle occidentali come greco. Con Schlegel si arriva a illustrare rapporti lessicali precisi tra greco latino e germanico, persiano e sanscrito (uber die sprache und weisheit der indier) Lingua flessiva: componenti variabili, cioè morfemi che modificano il significato della parola. Schlegel identifica il progenitore comune nel sanscrito (fortemente flessiva), sbagliando anche se il movimento evolutivo parte da una lingua flessiva a una meno fino ad arrivare a quelle analitiche; cioè elementi invariabili contrapposti Le agglutinanti: morfemi invariabili Il latino usava morfemi diversi anche per i sostantivi a seconda dei bisogni. Schlegel arriva ad una intuizione cioè che è il sistema grammaticale che spiega la possibile parentela tra le lingue. Franz Bopp Fa un passo avanti rispetto a Schlegel con comparazione sistematica su base morfologica (non più lessicale) e ne trae una conclusione accettata; il progenitore è nell’indo germanico. Dopo tre anni, Grimm scrive una deutsche grammatik dove propone il primo esempio di grammatica elaborata con il sistema storico- comparativo. Questi progressi della linguistica vanno visti nei loro limiti perché il sistema comparativo dà la possibilità di ricostruirne anche il lessico e la fisionomia vera a e propria. August Schleicher Crea il primo “albero genealogico” delle indo-europee applicando alle lingue l’idea che Darwin aveva proposto per il mondo animale arrivando ad un lessico circoscritto che comprendeva poche parole con le quali riuscì a realizzare addirittura un testo (1868). Nel frattempo, visto i risultati del sistema comparativo si vede che tutto è possibile per le lingue romanze perché lingue documentate. I primi romanisti Le lingue romanze medievali non erano state abbandonate del tutto ma prese in considerazione da alcuni eruditi cioè grandi raccoglitori di poesie come Raynouard e Diez vero fondatore della linguistica romanza (differenza qualitativa tra i due) Raynouard 1)Choix des poesies originales des trobadours 2) lexique roman: dizionario romantico sempre di tipo comparativo Provenzale: discendente dipendente dal latino Diez Applica il metodo storico-comparativo al gruppo delle lingue neolatine che porta due strumenti per lo studio di quest’ultime; una grammatica per le lingue romanze (grammatik der romanischen sprachen ) e un vocabolario dove le parole sono rappresentate dalle parole latine originarie e la voce rappresentata dagli esiti romanzi (etymologischen worterbuch der romanischen sprachen) I neogrammatici (metà 800) Definizione che in un primo momento vuole essere denigratoria Hermann osthoff e karl brugmann : propongono un metodo di ricostruzione delle regole fonetiche arrivando al principio della alcune zone in particolare. Schuchardt sarà il primo a riunire in un’unica opera tutte le caratteristiche del latino volgare Latino volgare e latino parlato Il latino parlato usava costruzioni parlate più semplici rispetto allo scritto (non si scrive come si parla), diminuendo gli elementi flessivi per adottare soluzioni di tipo analitico. Le preposizioni cambiano la funzione logica in quello volgare cosa che non succede in quello classico, che usa dai morfemi chiamati CASI e DESINENZE che modificano la parte finale della parola evitando l’uso della preposizione. Da qui molti termini sono passati nelle lingue romanze, imposti calato dall’alto e detto> CULTISMI e si sovrappongono a quelli passati dal volgare >PATRIMONIALE che deriva dalla lingua parlata Es: come “loqui” parlare >” fabulari”> hablar ecc.. invece l’italiano parlare deriva da un francese Schuchardt ha avuto un’intuizione: il cambiamento linguistico non viene solo in senso verticale bensì viene da variazioni orizzontali. Ha immaginato il mutamento linguistico come un’onda che si propaga da un centro ad una periferia per questo detto TEORIA DELLE ONDE. Riassunto: All’espressione latino volgare a volte si aggiunge protoromanzo per indicare quelle caratteristiche non classiche viste in prospettiva storica >latino volgare diverso da quello formalizzato perché è solo una varietà, non è esistito come lingua vera e propria non collocabile né nello spazio né nel tempo. Prima del latino sommerso si parlava di protolatino perché si credeva di avere tracce del parlato, ma poi viene capito che anche quelle tracce del latino parlato non potevano essere prese per corrette al 100% perché anche se erano tracce epigrafiche erano scritte, e nella scrittura un minimo di formalizzazione c’è quindi non si può parlare di un completo latino parlato, per cui per parlare del parlato si usa “latino-sommerso”. Opere dei grammatici latini che inseriscono termini volgari, i quali vengono condannati>paradosso mentre per i linguisti sono fonti preziose “Appendix probi” >opera di un grammatico di nome Probo ed è un elenco di sostantivi\forme di 227 voci latine corrette nella forma classica accompagnate da quelle che il maestro considerava scorrette quindi volgare. Iscrizioni di Pompei > fuggite allo scrivente che non si è accorto di lasciare, azioni del parlato Lingue di sostrato Sono lingue preromane e che hanno esercitato una qualche influenza sul latino. Non sono stati accettati da tutti i linguisti, alcune non hanno lasciato traccia quindi fenomeni ipotizzati ma non affermati soprattutto fenomeni di tipo fonologico. Si formano diverse lingue di sostrato come: sostrato italico, celtico, basco e iberico, illirico trace e daco, infine quello greco Il sostrato italico osco-umbro comprende osco-umbro con tratti comuni parlate nell’Italia centro bubulcus e scarabeus e scarafaggio sono due esiti della lingua latina solo che uno è volgare, mentre l’altro è colto. Molti dei cultismi latini sono entrati in epoca moderna (post-medievale) anche di tipo scientifico; lo stesso per l’assimilazione del nesso nd>nn e mb>nn 08\10 Il sostrato etrusco Legami stretti con i romani\etruschi per il fatto che fenomeni di sostrato sono stati riferiti alla varietà egemone> toscano e fiorentino. Per l’etrusco si hanno tipici problemi di sostrato, cioè la difficoltà a dimostrare l’autenticità del valore di quest’ultimo a causa di una scarsa documentazione. Non è ancora chiaro se sia una lingua autoctona o importata dall’Europa orientale. In ogni caso dal lessico possiamo dare per certo che molte parole etrusche sono entrate in circolo durante l’epoca più tarda. Famoso per i toponimi, una parte del lessico più decifrabile e fa da tramite per l’emissione di alcune parole latine o con base greca. Il fenomeno di sostrato più famoso è di tipo fonetico perché alla fine dell’800 si iniziarono a fare esercizi di prove di sostrato e con quest’ultime si spiegò una relazione tra la fonetica del fiorentino e quella etrusca; il più famoso è la gorgia toscana\pisana cioè fenomeno di aspirazione di occlusive sorde intervocaliche. Si voleva dimostrare questo fenomeno sui territori etruschi ma in assenza di documentazione sono venute fuori prove contro quest’ultima teoria, sulla base di un documento che innanzitutto la smentisce (risale al 500). Quello che toglie il dubbio è una prova fonetica. Esiste un altro fenomeno più ampio venuto posteriore alla aspirazione, cioè la palatizzazione (pan romanzo) delle velari latine. Il fenomeno non può essere anteriore alla palatizzazione e quindi fenomeno toscano post- medievale e sarà nato forse a Firenze tra 15 e 16 secolo. Sostrato celtico La lingua dei celti è venuta a contatto col latino dall’antichità, rapporto che è continuato influenzandone il linguaggio. Il celtico è indo-europea e si divide in celtico continentale (Gallia) ormai estinto e celtico insulare (Inghilterra Irlanda) è invece Superstrato> si intende quella stratificazione linguistica i cui influssi sono reperibili a lingue entrate in rapporto coi latini dopo la frammentazione dell’Impero Romano; sono lingue quindi di popoli che si sono insediati nell’impero romano latinizzato dopo la sua caduta (5 secolo avanti cristo) con Romolo Augustolo. Dal terzo secolo l’impero subisce degli attacchi (un paio di secoli prima del crollo), i germani avevano tentato di invaderne i territori effettuando diverse incursioni fino all’episodio dominante cioè il SACCO DI ROMA (410) ad opera dei visigoti. Evento apocalittico dove si pensò addirittura che il mondo potesse finire. Dopo il crollo dell’impero si viene a definire una situazione geografica diversa; una frammentazione del territorio (476-568 data della discesa dei longobardi) con unità politiche differenti e regni romano- barbarici che avranno poca vita perché dati dalla non organizzazione politica da parte dei popoli >motivo per il quale si chiamano romano-barbarici perché i romani ne fanno sempre parte e sono gli unici a far andare avanti l’amministrazione del popolo anche se il territorio è preso dai barbari che sono romanizzati in qualche maniera (Europa romanizzata). Il germanico non ci riesce non cancellando il latino, solo esercitando un piccolo influsso. Dal 568-569 arrivano i Longobardi per finire nel 574 quando il regno Longobardo crolla definitivamente per l’azione dei franchi chiamati in Italia e questo secondo alcuni è sempre stata interpretata come la causa principale della mancata formazione unitaria politica> dissoluzione di un regno che avrebbe potuto essere unitario. Il concetto di superstrato nasce dal linguista Warther von Wartburg da un’opera la frammentazione linguistica della Romanìa ; in cui propone questa tesi con la quale non si limita a individuare gli influssi di superstrato, bensì avanza l’ipotesi della diversificazione delle diverse varietà romanze sull’ ex territorio romano sia dovuta a diversi popoli germanici quindi le varietà germaniche come il francone sarebbero responsabili delle differenze tra francese, franco provenzale. Il superstrato germanico ha avuto un’influenza lessicale > forma ricostruita. A livello fonetico il contribuito più importante è l’entrata del fonema \w\ che il latino non aveva e presente in numerose parole entrate nel lessico romanzo (sempre forme costruite) Lingue superstrato: arabo 827> conquista Sicilia che resta sotto al dominio fino alla successiva invasione normanna. Il castigliano conta 4000 arabismi (prestiti) che coprono un lessico molto più vasto Principali fenomeni del vocalismo romanzo Fonetica del latino – sistema del vocalismo Il latino possiede 10 fonemi vocalici e corrispondono a quelli italiani (7 orali) solo raddoppiati perché in latino la differenza la faceva non solo l’APERTURA DELLA VOCALE bensì un elemento distintivo che le lingue romanze hanno perso cioè la quantità vocalica> indicava la durata della vocale nella sua articolazione con un prolungamento o meno, cosa che dava più peso o meno (quelle brevi dette brevi). Questo sistema ha funzionato bene anche dal punto di distinzione fonematica> distinzione delle parole in base alla durata delle vocali> parole omografe es: botte\botte, distinzione che il toscano ha mantenuto. Questa distinzione di parole omografe invece nel latino è data dalla quantità vocalica> es: “VENIT” poteva avere la I breve che indicava la 3 persona presente del verbo venire, con la I lunga invece indicava il passato remoto dello stesso verbo. Era difficile individuare la quantità e questo ce lo riporta sant’Agostino in uno dei suoi scritti, che capiva bene la difficoltà di persone non romane\ latine con la fonetica latina. Nei territori romani non latini questo sistema va in crisi per risaltare un altro elemento che è il timbro (elemento secondario fino a quel momento). Le vocali, quindi, vengono pronunciate tutte uguali, senza alcuna distinzione tra breve o lunga>riduzione vocali latine ecco perché le lingue romanze hanno meno vocali, non 10. Abbiamo 4 sistemi vocalici diversi: tonico> accento nella parola e che sono il punto più forte Sul territorio della Romania abbiamo 4 tipi di vocalismo tonico: 1) Vocalismo del sardo>gruppo a sé dalle vocali toniche latine che sono 5 dove mancano le vocali aperte (timbro aperto). Questo sistema (uno dei più antichi dalla crisi del sistema vocalico>lingua arcaizzante), fa parte delle varietà sarde e dell’area Lausberg; zona tra Calabria e Basilicata in cui si parla il dialetto senza vocali aperte 2) Sistema non documentato ma ipotizzato per l’occidentale (toscano sì ma non sardo e siciliano): stadio della perdita delle vocali> differenza timbrica estesa a quasi tutte le vocali tranne la A, sistema a nove vocali. Vocale lunga>timbro chiuso e vocale breve>timbro aperto 3) Romanzo orientale> comprende il romeno\ balcano- romanzo e che copre il vocalismo romeno e le sue sottovarietà. È un sistema di 6 vocali (E doppia) che segue per le vocali anteriori il sistema occidentale, mentre per la O e la U (più antico) segue il sardo> sistema ibrido forse per ragioni storiche. Questa innovazione tocca il romeno solo in parte dal momento che quest’ultimo è fuggito all’influsso latino al momento della fuga dai romani. LENGUA invece di LINGUA> una E chiusa si è innalzata per anafonesi da una I PER UNA NASALE SEGUITA DA VELARE Anafonesi di primo e secondo tipo Distingue due diversi tipo differenziati dalle vocali coinvolte posteriori o anteriori e anche dalla antichità del fenomeno quindi in due momenti diversi 1) La più antica riguarda le vocali latine (primo tipo)>avrebbe avuto luogo dopo la palatizzazione dei nessi latini -lj e -nj (consonante + iod) ed è collocabile tra terzo e quarto secolo. 2) La più recente (secondo tipo)> anteriore alla palatalizzazione dell’altro nesso cioè palatale + velare - ng però non documentata Dittongazione romanza In latino solo 3 dittonghi con esito monottongato, mentre in romanzo vengono dallo stadio più antico quello occidentale a 7 vocali Es: PIEDE con I breve > avrebbe dovuto dare una E aperta con esito PEDE in una fase successiva invece è passata ad una pronuncia dittongata ascendente in cui l’accento sale al secondo elemento del dittongo (in questo caso la E). Altre varietà come portoghese e occitanico ne sono escluse che mantengono la vocale aperta protoromanza (il più antico) e non hanno dittongazione spontanea, solo quella condizionata. Anche per la vocale O breve abbiamo esiti dittongati in francese e italiano e castigliano come con NOVUM> nuovo ecc… mentre in portoghese rimane NOVO. Dalle E breve latina ed O esito una E aperta e una O aperta; un secondo esito fu uno dittongato sempre ascendenti come \iè\ per la E, mentre per la O si ha un varietà per \uo\ e \uè\. Osserviamo però per il castigliano altri esempi; gli esiti italiani e francese non dittongano mentre in corrispondenza il castigliano ha un dittongo con un ampliamento di quest’ultimo. Sillaba chiusa e consonante che chiude la sillaba ha impedito la formazione del dittongo nella maggior parte delle varietà romanze tranne il castigliano> vocali medie anche in sillaba chiusa> dalle vocali breve latine posteriori e anteriori E ed O aperta sono esiti dittonghi discendenti \iè\ anteriore con sillabe chiuse sempre. Dittongazione nel francese e provenzale (galloromanze) Il provenzale (occitanico) insieme con catalano e portoghese presenta una dittongazione condizionata solo in alcuni suoni. Il francese ha sia quella spontanea che fa gruppo con ita e castigliano sia quella condizionata. I due fonemi fortissimi perché sono suoni che innescano dei cambiamenti sono >\yod\ e \w\ che il latino non aveva e si sono formati nel latino volgare e \yod\ deriva da E ed I atone latine + seguita da un’altra vocale come es: LINEA ; \w\ u latina seguita da vocale Il francese ha esiti dittongati solo suoi in casi come; PILUM dove in francese ha esito dittongato passato poi a una grafia OI (passaggio che avviene nel dodicesimo secolo) con pronuncia WUEL (intorno al ‘700). Vocale media posteriore O breve latina U breve latina con esito O chiusa in italiano. Mentre il francese è \ou\ poi \eu\ Cosa ne ricaviamo da questi esempi? Nell’Italia settentrionale si ha un successivo stadio di dittongazione che riguarda anche la E ed I chiusa 15\10 Le vocali brevi latine> suono breve Un ulteriore esito delle vocali sono le vocali aperte e ne sono esclusi occitano portoghese e catalano dalle dittongazioni che si formano da contesto fonetico e non dittongazione spontanea>vocali toniche in sillabe libera Il castigliano il fenomeno si estende\ dittonga anche in sillaba chiusa. Lo sviluppo superiore riguarda il francese e altre zone che riguardano i dialetti gallo-italici; la condizione è sempre sillaba libera ma dittongano le vocali chiuse come O chiusa che derivano da una I breve latina da qui> per la E chiusa \èi\ infine da \oi\ pronunciata \èu\ VERUM> VEIL ,VOIR, VEU. Per la O chiusa gli esiti sono \Où\ e \èu\; tutti spontanei. Esiti condizionati Sono esiti fonetici che non sono meccanici ma vengono condizionati dalla presenza di un suono di un fonema intorno alla sillaba che porta la vocale tonica. Uno degli esiti più importanti è la METAFONESI> assimilazione a distanza dove un suono assume il timbro (punto di articolazione) dell’altro, con due suoni una tonica e una atona la vocale atona è in grado di esercitare una influenza su quella tonica e modificarne il timbro assimilandolo al proprio. È un fenomeno regolabile nell’uso delle lingue non solo romanze, anche indo- europee. Per il romanzo è caratteristica per alcuni dialetti tranne il fiorentino e inoltre è caratteristica del provenzale metafonesi progressiva> la vocale che porta il cambiamento nel timbro è nella sillaba iniziale quindi si esercita questo influsso su quella tonica successiva oppure avviene nella parte finale della parola verso la tonica della parola (il più diffuso). L’atona della sillaba che precede può essere rappresentata dall’articolo in alcuni casi quindi nemmeno internamente. Tre varietà Il galloromanzo vocalizza e forma un dittongo nella parola e deriva dalla vocalizzazione di L, B, V + consonanti. L’esito finale di \w\ deriva da una A+ L+ consonante dal latino quindi: au <a +w<a +l+ consonante come ALTERUM dal francese AUTRE Dittonghi in provenzale si formano per: 1)Presenza di semiconsonanti yod e uau 2)Presenza di consonante palatale FOLIA> FUELHA LUNGUM> LUENH 3) Presenza di vocali in iato MEUM> MIEU 4) METAFONESI HERI>IER EGO>IEU Fenomeni del vocalismo atono romanzo Si trovano meno suoni vocalici rispetto a quello tonico Sardo 5 vocali con riduzione quindi vocalico modello identico al vocalismo tonico senza suoni aperti (ecco perché 5 e non 7) Romanzo orientale Solo 6 vocali ma rimangono in 4 Siciliano Le atone sono solo 3 (I, A , U) che si chiudono tutte quelle medie in una I o una U (infatti le parole finiscono sempre in u o i). Questa tendenza avviene anche nell’occidentale dove da 7 si passa a 5 perché la E e O aperte cadono 18\10 La vocale atona è più debole anche nelle sue caratteristiche timbriche e lo possiamo vedere da esempi come>LOCALEM da lugar in spagnolo, tende a chiudere in una U. Nel francese si ha gli esiti nasali sia anteriore che posteriore mediana davanti a consonante nasale, con cambiamenti che si sono fissati anche nella grafia > da latino INTENDI a ENTENDI e ANTANDI con E nasalizzata ma che si può scrivere anche con una A. Esito delle vocali atone finali In generale con le atone più deboli si ha la caduta delle vocali finali, rispetto ovviamente al latino. Nel gallo romanzo le vocali finali cadono sempre parole sono infatti tutte tronche (accento su ultima sillaba), confronto che si può fare con l’italiano lasciando solo la A ma con esiti diversi in francese e provenzale. In francese questa A finale diventa E ma è sempre etimologica perché deriva da una A latina appunto. Lo spagnolo conserva soltanto solo due vocali latine A, O mentre quelle che finiscono con la E si definisce non etimologica Differenza tra francese e provenzale AMICA > amie in francese e provenzale> amiga (conserva la A) Epitesi La caduta delle vocali indeboliva tutta la sillaba finale della parola, della quale vediamo la caduta definitiva dell’ultima parte della parola> QUANDO in provenzale CAN. Questa cosa produce la formazione di un nesso consonantico alla fine della parola> due consonanti finali con situazione di pronuncia poco economica così i linguisti reintroducono la vocale così detta “d’appoggio”, una E che si ritrova sempre in francese e spagnolo e provenzale e spesso nel toscano> epitesi, inserzione alla fine esempi: da ALTERUM latino> franc. e provenzale AUTRE > la E finale non può derivare da una vocale latina bensì vocale d’appoggio perché è caduta la parte finale di alterum e si determina per un’altra caduta vocale (sincope) e T che viene vocalizzata in una I. andranno segnalati i casi di epitesi nel toscano con le parole tronche dove il parlante tende a ripetere un lessico piano dove aggiunge una sillaba e una vocale quindi esempio> da PIU’ a PIUE. Altre forme sono le parole tronche della 3 persona del passato remoto italiano come andò, lasciò dove nelle forme più antiche si trova andoè, lascioè ecc... un altro esempio di epitesi è quella dei verbi di 3 persona plurale sempre al remoto > fiorentino trecentesco AMARONO quel NO finale è epitetica perché viene da un’antica forma AMARO con esito regolare del latino che sta alla base, cioè AMARUNT. Prostesi ed epentesi Fenomeni sempre per migliorare la pronuncia come nell’epitesi. Prostesi> inserimento inizio parola, fenomeno antico che si trova attestata nei graffiti pompeiani (79 dopo cristo) ma nonostante la sua antichità, non è presente in tutto il dominio romanzo. Caratterizza le varietà più occidentali ma anche quelle iberiche mentre in italiano è quasi del tutto assente esempi> SCHOLA con finale prostetica in francese ESCOLE, spagnolo ESCUOLA ma quelle orientali mantengono la forma latina come in ita SCUOLA con dittonghi regolari Esempio> IAM latino dove le due vocali si pronunciano separatamente ottenendo quindi una palatalizzazione o VIR> uir con fricativa che è alla base dei cultismi latini Esempi di \j\ verso \d3\>\3\ Esito delle consonanti Un fenomeno molto usato è la caduta consonanti finali nelle parole latine cosa che portò a un cambiamento radicale nelle lingue con una grossa difficoltà nella pronuncia ma cosa più importante riguarda un altro fenomeno che è la crisi del sistema flessivo nominale latino> la perdita dei casi latini, sistema di marche alla fine della parola che rendeva il latino una lingua flessiva e quindi forte. Tra le prime consonanti a cadere troviamo la \M\ che già non veniva pronunciata in poesia nelle sinalefi, ma cade del tutto in età imperiale esempi> PANEM diventa PANE. Nei monosillabi invece la \m\ tende a diventare una \N\ come in CUM che diventa CON in ita e spagnolo. Un’altra consonante che ha avuto esiti importanti è la \s\ che già in latino ricorreva nella formazione dei plurali e tende a cadere come la \m\ conservando la stessa funzione latina (cioè marcatore plurale) ma cade oltre che nelle varietà occidentali (soprattutto gallo romanzo), anche in quelle orientali dove viene sostituita da marche vocaliche (e femminile I maschile plurale). Resta come tratto grafico conservativo e sparisce oralmente nel tredicesimo secolo invece in francese è solo grafica. Un discorso simile è per la \t\ finale marca sempre forte in latino, che marcava le terze persone verbali e in tutte le varietà romanze è un suono debole e si conserva solo nell’antico francese dove marca sempre la terza persona, ma solo nello scritto perché nel parlato non si pronuncia esempio> AMAT e diventa AIMET. Lenizione Vuol dire letteralmente “indebolire” e infatti indebolisce le consonanti occlusive sorde latine in posizione intervocalica come la \p\ \t\ \k\. È un fenomeno molto esteso e marca più le varietà occidentali (gallo romanzo e ibero) specialmente nel francese. La lenizione distingue le varietà occidentali da quelle orientali e distingue dialetti veneti che leniscono le consonanti, mentre i toscani le conservano. La linea di demarcazione è quella Spezia -rimini e si realizza con un grado minore o maggiore e si individuano 4 gradi di lenizione dal meno al più spinto dal passaggio della doppia alla consonante singola latina che porta a un indebolimento della doppia (scempiamento) fino alla caduta definitiva della consonante. In mezzo abbiamo passaggi intermedi cioè da sorda a sonora e nella sua fricativizzazione 1) Scempiamento> CATTUM scempiamento della dentale fino a gatto dal toscano 2) Sonorizzazione > da sorda a sonora cambia quindi la sonorità, indebolimento dato dalle due vocali come in FATAM> FADA, HADA con h aspirata con forse tratto sostrato basco e francese FE’E con esito regolare da fatam latino con passaggio della A tonica (pronuncia avanzata di questa A che avviene solo in francese) ad una E accentata, e dileguo della consonante intervocalica dove la T cade e la E finale avanza AMICAM> consonante coinvolta è la occlusiva velare sorda e sono tutti sonorizzati e italiano conservatore che si tiene l’esito latino, mentre in francese la velare sparisce RIPAM> verso la fricatizzazione (terzo grado di lenizione) ROSAM> sonorizzazione della \s\ che in latino non aveva il correspettivo sonoro aveva solo la sorda che sonorizza però nell’italiano AMICA> varietà evolutiva soprattutto in francese, con lenizione estrema che porta al dileguo della consonante Palatalizzazione Suoni palatali con spostamento del punto di articolazione verso il palato> passaggio che avviene per un agente palatalizzante che lo innesca ed è iod per esempio (\j\) Consonante l ed n + yod che diventa palatale nel caso di \l\ laterale con FOLIA con esito fricativo nella pronuncia con j nello spagnolo attuale HOJA mentre in e provenzale si usa L+H nella grafia comune nello scripta della lingua medievali non stabili. Perché ci sono grafie diverse per due consonanti? Capita di suoni che non esistevano in latino come palatali e quindi non si aveva nemmeno un corrispondente grafico quindi ogni lingua romanza ha adattato la propria grafia, e ciò spiega tutto il fenomeno. La palatale nasale dà grafie diverse risolvendone quindi il problema. VERECUNDIA> D+ yod con doppio esito italiano cioè VERGOGNA non formale e anche cultismo (ripropone esattamente l’esito latino) volgare che latino che ha dato origine alla consonante assimilata, è un nesso secondario (il nesso si forma in seguito a un altro fenomeno fonetico che è la sincope che fa cadere la vocale più debole che è la I) in occitanico conserva il nesso quindi DOMNA invece in ita si risolve con l’assimilazione della M dalla N ; OCTO > dal nesso vocale più velare forma assimilata con OTTO in ita. Lo stesso nesso in francese porta a vocalizzazione forma di dittongo che riguarda anche il portoghese come da NOCTE > NOITE Dissimilazione> allontanamento di punto di articolazione fra due consonanti vicine o identiche dà una pronuncia poco economica quindi una delle due viene assimilata esempi QUAERERE> nelle due R identiche una delle due è stata dissimilata rispetto alla prima e si arriva all’italiano CHIEDERE Inserzione> inserimento di un suono in punti diversi della parola come prostesi vocalica o epitesi con E finale o la epentesi; qui vediamo gli stessi fenomeni solo con le consonanti Epentesi > inserzione interna di parola Cancellazione > caduta di suono a volte anche di una intera sillaba (inizio o fine) AURICULA> soggetta a sincope con caduta della U post tonica ha dato origine a una serie di esiti caratterizzati da altri fenomeni e si ha palatizzazione in esiti romanzi come ORECCHIA o OREJA in spagnolo Sincope> caduta di un segmento post tonica caduta segmento interno alla parola Aferesi> caduta all’inizio di parola Apocope> caduta segmento finale atono successivo alla sillaba tonica che dà luogo alle parole tronche del toscano che ha la caratteristica di conservare la parola latina la posizione degli accenti e il carattere piano. Metatesi> spostamento dell’ordine originario dei suoni all’interno di una parola; scambio della posizione dei suoni nella parola esempi > POPULUM diversa dalla Populum che significava popolo dalla quantità vocalica (la O più lunga). Dal cambio della P e della L ha portato a una forma intermedia ricostruita come PLOPU ricostruita in italiano come PIOPPO che deriva da plopu e non da populum quindi P+L con esito con yod. FABULA > si ha una lenizione il secondo esito invece che è FLABA è soggetto alla metatesi per lo scambio della L e la B. Morfologia romanza Il sistema nominale latino è molto flessivo che viene conservato molto bene dalle altre lingue romanze specialmente nei verbi, con morfemi grammaticali diversi nella coniugazione. La grande rivoluzione riguarda il sistema nominale dove nel latino si usavano diversi morfemi per distinguere il maschile dal femminile singolare dal plurale e così via ma non è rimasto l’impianto per distinguere le funzioni logiche per indicare se il sostantivo aveva la funzione di soggetto o complemento e venivano coperte con marche diverse (poco economico) che è stato soppiantato da un sistema analitico cioè elementi fissi di una parola quindi non flessibili\variabili >le preposizioni che danno un diverso significato logico per una parola che è più semplice rispetto al sistema nominale flessivo iniziale che era la declinazione, senza preposizione. Il caso latino era la caduta della parola e ne furono individuati sei tipi: nominativo, genitivo, dativo accusativo, vocativo e ablativo che poteva prevedere insieme all’accusativo anche l’uso di preposizioni con un misto di analitico-flessivo aprendo le porte alle forme romanze. Esempio DOMINA> era scritto uguale sia per funzione di soggetto che di complemento di causa ecc. > si distingueva per la quantità vocale della A finale della parola quindi della durata della vocale in questione. Col crollo dei casi abbiamo le preposizioni anche se rimangono i relitti dei marchi latini per distinguere singolare\plurale ecc. un’altra semplificazione sono i generi dove in latino si aveva il neutro che copriva gli astratti oppure gli oggetti che non avevano sesso; nelle lingue romanze invece verrà completamente abbandonato. 25\10 L’ordine di frase non era necessario per stabilire l’organizzazione logica della struttura, cosa invece fondamentale nelle varietà romanze. Si tratta di un processo che è ancora in corso e distingue varietà più conservative da quelle più evolutive con sistemi analitici; in quasi tutte le lingue romanze abbiamo marcatori di genere e numero però in quelle più evolutive come francese questi marcatori stanno perdendo la loro funzione in quanto non più pronunciati. La E del singolare il plurale neutro è tutt’ora produttivo usate anche per le neoformazioni, in prestito dal romeno per altre lingue. Motivi per la disgregazione dei casi e riduzione delle marche: risiedono in cambiamenti fonetici, in primo luogo, a quelli legati alla perdita di quantità vocalica che coincide con il momento in cui il latino viene esteso ad altre zone oltre a quelle italiche e che usano altri marcatori. Anche la perdita delle consonati finali porta alla crisi delle declinazioni; uso sempre più delle preposizioni > fenomeni già molto antichi che si ritrovano nelle iscrizioni pompeiane esempio> cum sodales ; cum è per indicare unione\compagnia come in italiano, che può essere usata solo con il caso ablativo quindi la forma corretta sarebbe “cum sodalibus”. Quindi da questo esempio si comincia a considerare la preposizione e non più la parte finale della parola parte che identifica il genere ecc. L’accusativo dà la maggior parte degli esiti romanzi con N al singolare e AN alla prima declinazione, UM alla 2 ecc. ma anche il nominativo lo è stato, in maniera diversa però a seconda della zona esempio> se è vero che tutte le forme di “notte” vengono da noctem (forma accusativo o da nocte ablativo che vengono messi insieme) e NON da nox. In altri casi il nominativo ha prodotto l’esito con doppi canali di trasmissione; a volte l’accusativo e il nominativo sono diventate concorrenti esempio > MULIER al nominativo (donna), ma all’accusativo MULIEREM hanno dato due forme diverse nell’esito romanzo dove il toscano ha moglie da mulier ma altre come i meridionali “mulliera” derivanti invece dall’accusativo mulierem. Le lingue romanze sono la semplificazione del sistema nominale latino. Il “mi” è la forma analitica del pronome italiano. “tu dai a me il libro” col significato di “mi” forma analitica che è un relitto della forma latina del pronome (io, mi, me) che operano anche se ridotti. Forme come “a me” sono maggiori di “me” perché più economica e facile. Nel francese e provenzale antico si usavano marche diverse per le funzioni logiche, con accusativo e nominativo e si usa fino ai giuramenti di Strasburgo dell’842 dopo cristo. Nei testi medievali del francese e provenzale vengono usati e poi abbandonati; nella poesia è una forma vincolata i sistemi dei casi viene conservato più a lungo fino al tredicesimo secolo e parte del quattordicesimo. Nella prosa invece viene abbandonato prima e meno grammaticalizzato. Il sistema a due casi viene chiamato bicasuale per nome e oggetto e sono caso retto> funzioni del nominativo, quindi, copre solo la funzione del soggetto Caso obliquo> funzioni dell’oggetto e altre funzioni logiche con ausilio delle preposizioni. I marcatori sono S (sigmatica dal greco) che marca il soggetto al singolare e il caso obliquo quindi l’oggetto al plurale ma il sostantivo non ha un marcatore particolare (viene segnato dallo zero nella tabella, sono incrociati) dove abbiamo il simbolo barrato, si intende una marca non sigmatica rappresentata da una vocale o consonante diversa. 26\10 La tabella funziona per sistema etimologico; la I latina diventa etimologica la S singolare invece viene dalla marca S di MURUS. Invece per il caso obliquo la U cade e MUR deriva da MURUM Il secondo gruppo ha le uscite con un’alternanza marca analogica rispetto ai sostantivi del primo gruppo, ma NON etimologica esempio PATREM> pere(S) (singolare); pere (i padri soggetto); pere(oggetto singolare); pereS (oggetto plurale) e derivano dai nessi latini PATREM;PATRES. Non c’è la S al plurale perché si è messa una forma analogica > PATRI dove la E iniziale evidentemente è caduta Il terzo gruppo di terza declinazione maschile vede sostantivi che derivano da sostantivi latini che avevano diverse numeri di sillabe con nominativo da una sillaba e accusativo da due esempio > BARO\BARONEM> dal latino tardo che ha un diverso numero di sillabe, due per il nominativo e tre per l’accusativo questo implica uno spostamento dell’accento (dalla A alla O) e quindi della vocale tonica e quando cambia quest’ultima cambia tutto anche nelle lingue romanze >l’uscita BER dell’esito francese per il retto singolare è regolare cioè passaggio di questa A tonica in sillaba libera fa sì che la O si dilegui. Le altre uscite invece derivano da BARONEM quindi BAR, BARON< BARO\BARONI<BARONES dove ha agito l’uscita di I dei nominativi maschili, marca analogica IMPERATOR> IMPERATOREM spostamento di accento con esiti occitanici dove l’uscita del retto dall’apocope tranne per lo spagnolo (caduta sillaba finale). LO>ILLUM (lo) preceduto da vocale che diventa IL in italiano, forma dell’articolo nei dialetti centro-meridionali> si pensava fosse avvenuta una apocope quando in realtà l’unica forma esistente di questa è nello spagnolo. -Lui e lei derivano da ILLUI ed ILLEI L’articolo indeterminativo deriva dal latino, quello che usano le lingue romanze è il cardinale. Da UNUS derivano i pronomi indefiniti, che è stato messo da parte nel latino volgare tranne QUISQUE che è rimasto nell’occitanico. Pronomi indefiniti Viene da forme che sono il risultato dell’unione di UNUM+ preposizione distributiva CATA dalla quale derivano le neoformazioni CADA UNO dello spagnolo. Da composti estesi derivano le forme del gallo romanzo da cui deriva probabilmente “ciascuno” italiano. Un’altra neoformazione ha dato ALICUNUM > AUCU in francese+ ALCUN in italiano Pronomi negativi Nessuno e niente hanno origini curiose e non ancora ben identificate perché derivanti dal latino che aveva uno schema difficile e pesante. Nemo (nessuno) che non è passata in nessuna altra lingua perché irregolare come NIVIL (forma neutra) > sparito nel latino parlato e lingue romanze, nichilismo è un cultismo che inizialmente manteneva la pronuncia della H, nella lingua parlata invece non è rimasta, l’unica cosa che è rimasta è NULLUS modellato sui nomi della seconda declinazione, è l’unico sopravvissuto nel passaggio. L’italiano mantiene il neutro plurale di NULLUS\NEMO che sopravvive solo nel romeno. NEUS >NEC da cui viene NE’ italiano 29\10 Sistema verbale romanzo Rispetto alle flessioni verbali latine quello verbale è ben conservato nelle lingue romanze perché hanno ereditato il sistema flessivo dal latino quindi ben articolato. E’ un sistema che si regge bene conservando le desinenze e si appoggia a elementi esterni come pronomi personali (come in inglese) solo nel caso in cui le marche nominali sono cadute non riusciamo a distinguere una persona dall’altra come nel francese (che si scrive in un modo e si pronuncia in un altro). Le coniugazioni hanno subito assestamenti ma nel complesso sono ben conservate tutte e quattro nel francese e tre nell’italiano anche se nella seconda italiana abbiamo dei relitti della terza e seconda latina. Il francese ha un normale esito dalle quattro latine in OIR dalla E lunga latina, qualche passaggio da una coniugazione all’altra si è avuta dallo spagnolo e portoghese con l’accento> VENDERE con E breve diventa in spagnolo VENDER con E lunga> metaplasmo, passaggio da una classe all’altra o da una coniugazione all’altra. Quello che agisce maggiormente nel sistema verbale è l’analogia (adeguamento di forme sulla base di un modello percepito come funzionante) e già nel latino c’erano spinte analogiche nel trattamento di neoformazioni come la coniugazione ARE che è rimasta come modello nell’italiano. L’altro motivo era anche la spinta a limitare le forme irregolari voci verbali) e che vennero adeguate analogicamente a forme più economiche e semplici> l’analogia ha eliminato uscite verbali irregolari latini adeguandoli a quelle regolari esempio VOLERE> adattato sulle forme di seconda coniugazione diventando verbo Voleo anche se si stata di una forma ricostruita perché non si hanno documentazioni in merito arrivando a VOLEO … la forma vogliamo è formata sullo marche del congiuntivo presente, percepite come caratteristiche della prima persona plurale e sono state adattate . anche quando nella base etimologica non c’è l’influsso, c’è il processo analogico che aggiunge le marche. Una cosa simile è successa per O >tipica della persona singolare e deriva dal latino, è stata estesa alla prima singolare anche in altri tempi verbali che aveva uscite diverse come nell’imperfetto> AMABAM ECC… ma gli esiti italiani sono AMAVO ECC… e quella che la conserva analogicamente regolare è la terza persona che rimane AMAVA con fricatizzazione (lenizione); come è successo? La O della prima è analogica e la marca I dalla marca di prima persona di terza coniugazione. CANO> le forme romanze vengono da CANTO, CANTUM, CANTARE ma deriva in realtà dal tempo supino del verbo originale (serviva per formare partecipi passati del latino). Per esempio, la forma latina è rimasta in spagnolo portoghese e occitanico che ne hanno conservato la forma della un tempo nuovo per quanto riguarda la forma e che copre un significato che già in latino era coperto da un tempo verbale Futuro semplice latino -AMABO> “io amerò”\ AMABAM> “io amavo” diventano forme identiche a causa di fenomeni fonetici che li rendono non più funzionali e si sostituiscono con forme analitiche che riguardano anche il futuro di terza coniugazione. VOLO CANTARE>”voglio cantare” questo indicativo iniziò ad assumere anche una volontà futura e quindi “io canterò”\ HABEO CANTARE> “ho da cantare”; forma più famosa che è rimasta di più nelle romanze. Il cambiamento si ha con la preposizione latina AD (verso qualcosa) inserita nella base analitica; anche per il napoletano dove non esiste il futuro sintetico si usa verbo avere + AD ; il portoghese aggiunge DE dove la base è ancora più evidente perché è staccato hei-de cantar. Invece sono sopravvissute in lingue come il romeno e DEBEO CANTARE invece è rimasto nel sardo. CANTARE HABEO> posposta, fase ricostruita di CANTARE AIO partita come perifrastico è diventata sintetica. È possibile aggiungere un pronome a mezzo della voce verbale tra infinito e l’ausiliare come in portoghese> distinzione dei due elementi originali perifrasi. Condizionale Il latino non lo aveva perché era coperto dal congiuntivo; nelle lingue romanze si è formato in funzione del presente sempre di tipo analitico con presente + avere. Stavolta avere non è al presente come al futuro bensì al passato >imperfetto HABEBAM io avevo o il perfetto HABUI “io ebbi” che sono alla base del francese e spagnolo. 02\11 Lirica europea> nasce come trobadorica cioè dei trovatori> poeti provenzali occitanici che fondano la lirica in volgare tra 11 e 14 secolo ed esportano il modello in altre parti d’Europa I giuramenti di Strasburgo (842) Manoscritto nella biblioteca nazionale della Francia>” scritto segnato” che identifica la posizione della quale fa parte il manoscritto nella biblioteca> (BNF biblioteca nazionale di Francia) con codice latino 9768 scritto tra fine del 900 e inizio dei mille; ma il testo che trasmette è molto più antico di almeno un secolo perché trasmette un’opera latina storiografica che racconta le vicende dei figli di Ludovico il Pio> figlio di Carlo magno che ritiratosi dalla politica e andando in convento (da qui il pio) lascia il regno ai figli maschi cioè Lotario e Ludovico il germanico e Carlo il calvo che si contendono il poter politico dopo il ritiro del padre. Chi è l’autore della storia? È un personaggio di conte carolingia in realtà imparentato con questi personaggi; Nitardo che è un cugino illegittimo nato da una relazione fuori dal matrimonio. I due fratelli minori si alleano e vanno contro il fratello maggiore e si ritrovano a Strasburgo nell’842 per stringere appunto questo patto contro il fratello Lotario. Nitardo traduce questo patto in due lingue volgari; una romanza e una germanica un debutto assoluto. Nell’813 si era avuto già un primo indizio della presenza delle lingue romanze con un’attestazione nel concilio di Tours> con Carlo magno esponente della cultura germanica, instaura la riforma carolingia e stabilisce anche rapporti fondamentali con la Chiesa facendo riunioni\concili con sacerdoti. L’organizzazione del territorio in diocesi era lo strumento attraverso il quale l’imperatore organizza il proprio impero. Durante il concilio di tours vengono prese delle decisioni, tra queste la norma numero 17> si dice che i vescovi sono tenuti a fare le prediche in rusticam romanam linguam, cioè sono tenuti a fare prediche in una lingua romanza (lingua romana e teotisca erano le due lingue utilizzate) e siamo a inizio 800. La distanza dalla lingua parlata nel clero cioè il latino che verrà usato sempre, sappiamo già che non è più capita dal popolo tanto che si rende chiara una legge che impone ai preti di tenere almeno una parte della messa in volgare, altrimenti i fedeli non capirebbero le parole dei preti. Nell’842 abbiamo il primo esempio di cosa si intende con rusticam… cioè le forme trascritte da Nitardo nei giuramenti di Strasburgo. Nell’843 i fratelli giungono ad un accordo e a Lotario rimane una parte dell’impero (parte lotaringia) mentre gli altri due si dividono la zona germanica e francese. Carlo il calvo è a capo dell’esercito di lingua romanza, il germanico invece è a capo dell’esercito delle lingue germaniche; ma la lingua che parlano è quella della lingua del fratello, il germanico giura in romanzo e viceversa tutto questo per capirsi Uso della declinazione bicasuale > ce ne accorgiamo da DEO in complemento\DEUS è soggetto in caso retto sigmatico MEOS mio soggetto\MEON oggetto Futuri analitici come SALVARAI che sono sintetiche ma vengono da una forma analitica Mancanza articolo determinativo lessico (vedi slides) meos sendra> mio signore nel giuramento dei soldati, quando dicono che “Carlo mio signore da parte sua non lo mantiene” … è una forma che già nel latino significa padrone e viene da questo sendra che viene a sua volta da una forma ricostruita senr con sincope con caduta di I che ha prodotto un nesso consonantico, T finale di parola risolta con SENDRA con A di appoggio (epitesi) e D che è una epentesi. a sua volta da senior> sostantivo latino che significa “più anziano” 05\11 Cronologia delle origini I testi di fine 800 e inizio 900 non sono inseriti in un testo testuale perché sono frammentarie (come quello veronese); sono primissime prove del volgare occidentale. Chi lo lascia soprattutto è chi conosce anche il latino, ma dal decimo\undicesimo secolo si inizia a usare il volgare anche per l’altra importante funzione; per chi non conosceva il latino quindi per i non dotti. Dopo il concilio di Tours bisogna rivolgersi al popolo in volgare> funzione comunicativa e istruttiva. La predica dei preti si basava sulla vita del santo del giorno che aveva una funzione edificante; forniva un più alto modello di comportamento etico al popolo diventando un vero e proprio valore. L’altra parte della predica era la parte edificante, che aveva una morale> testi di carattere religioso. Le prime composizioni in volgare vere e proprie (che hanno una forma letteraria) hanno una funzione comunicativa perché si tratta di racconti di santi (agiografia) o scene della vita di Cristo. Il primo debutto letterario romanzo è la cosiddetta “Sequenza di santa Eulalia”> datato al nono secolo ed è un testo letterario (il più antico) una sequenza, canto liturgico nel medioevo ed è composto da 14 distici di decasillabi + uno che non ha rapporti coi precedenti (10 versi) > versi legati tra di loro da un rapporto di rima. L’opera veniva recitata perché la maggior parte del popolo non sapeva né leggere né scrivere perché non sapevano i codici specifici che erano in mano solo ai vescovi\sacerdoti che avevano accesso ai grandi monasteri con le rispettive biblioteche. Com’è che si ha accesso a ciò? Con la recitazione o la musica > deriva dal medioevo dove tutto era cantato. È un testo coerente sia con la struttura in volgare sia col concilio di Tours Sermon di Valenciennes> sermone, frammento in cui si mescolano francese e latino e l’argomento è un commento al quarto capitolo del “libro di Giona”. Si usavano fogli di guarda per proteggere la copertina del libro da pioggia, umidità ecc.… I manoscritti medievali sono numerati per foglio ma non come numeriamo i libri> si dà il numero di ordine solo sulla facciata di destra del manoscritto (1 recto destra 1 verso sinistra; 2 recto 2 verso) e si dice cartulare. Benedizioni di Clermont-Ferrand> benedizione e formula con la quale si cerca di scacciare il male dal corpo di un bambino; esempio più antico in volgare Passione di Augsburg> esprimono un momento della passione di Cristo, umiliato sulla croce che è riassunto in 6 versi; con 4 octosyllabes + un verso finale di 6 sillabe e uno octosyllabe finale. Il legame musicale è sempre quello con l’assonanza. Alba bilingue di Fleury > apocrifo, testo non autentico e non riconosciuto dalla Chiesa solitamente, ma nel medioevo anche questi testi erano considerati autentici e circolavano lo stesso. “Fleury” perché è stato rinvenuto dal codice dell’abbazia benedettina di Fleury appunto; testo misto tra volgare e latino difficile da decifrare anche sotto dal punto di vista del senso e parla del risorgere di Cristo a Pasqua> collegato alla figura del sorgere del sole che è stato decifrato appunto, come la resurrezione. Inno> latino con piccole strofe destinato alla liturgia di Natale Tropo> composizione musicale realizzata con un testo proprio aggiungendo un canto liturgico già noto (già usato nel medioevo) Tutti questi testi hanno la caratteristica comune di appartiene ad un solito codice; 1139 > deriva da uno dei posti più importante per la lirica volgare e canti liturgici Poemetti agiografici 08\11 Hargat> testi di un piccolo corpus di strofe (fino ad 8 versi) con lingua mozarabico, considerata romanza. Metrica> un blocchetto di monorimi rimanti tra di loro + un verso finale a rima fissa; la rima è legata alla strofa del contenitore e sono collegate quindi alla strofa che le ospita. Non è però chiaro il rapporto tra hargat e strofe contenitori e autori che sarebbero forse di origine mozaraba; quindi, un piccolo gioco dei poeti arabi avrebbero raccolto queste strofe per marcare l’espressione linguistica tra romanzo e arabo. Sarebbero stati loro stessi a giocare con questa forte contrapposizione stilistica tra contenitore delle muwassahat e hargiat; muwassahat> differenze nell’io lirico perché la poesia araba è sempre a voce maschile e trattano temi diversi come quello amoroso e si parla sempre di donne sposate (ragazze escluse) hargat> voce femminile che si lamenta di amore e ne parla interagendo con altri personaggi come amici e madre che hanno un ruolo consolatorio perché la ascoltano e soprattutto hanno una leggerezza e un tuono aurorale sorprendente. Nella stessa consapevolezza dei trattatisti arabi era quello che si cercava nelle hargat> le definì “maliziosa acuta” cioè risolvere nel giro di pochi versi questa capacità di colpire i sensi del pubblico e sono una delle prime attestazioni liriche amorose in Europa. Testo Lingua di base romanza quindi a base latina che usa un lessico arabo per indicare protagonisti della vicenda amorosa che viene raccontata; l’amato del quale parla la ragazza (non sposata) è lontano e non torna o intrappolato, e il guardiano del ragazzo è “raquibe”. Si riconosce in questa trascrizione un testo di base romanzo. Si ha il lamento della donna per amore> uno degli aspetti più grandi che si ha del sesso femminile come, per esempio, vediamo anche nell’Iliade con Elena in tardo medioevo diventa il filone principale dei testi. Testi dove parla una donna compone quasi la totalità della lirica medievale gallico portoghese e infatti ha la caratteristica di aver sviluppato un tipo particolare di testo come “cantigas de amigo” dove con amigo si intende l’uomo amato e molte parole della strofa precedente vengono riprese in quella successiva, e ha le stesse caratteristiche delle hargat primitive e quindi si ha una continuità fra questi due testi. Un genere a voce femminile si sviluppa anche in lirica francese con le “canzoni di tela” > protagoniste donne che lavora la tela, inizia un canto di amore e quindi lamento (torna sofferenza). Ci sono dei generi con voci maschili che sono legati alla tradizione del lamento o follia amorosa della donna> la donna nel medioevo in immagine lirica viene sempre rappresentata così, con la passione anche intesa come in senso religioso e delle sante, altre protagoniste medievali ma il centro di tutto della donna è sempre la passionalità> visione storica e datata del medioevo tanto che c’è una frase di Abelardo che dice “la differenza tra maschio e donna è che ai maschi spetta i VERBA cioè le PAROLE, e hanno la padronanza della dialettica, della lettura, cervello, razionalità ecc.… invece le donne hanno a che fare con RES cioè le COSE che sono la materia da intendere anche come carne stessa delle donne e di altri perché partoriscono e danno vita ad altri uomini. diviene precettore di una ragazza di 17 anni che è posta sotto custodia dello zio e dotata di grande intelligenza. Di Abelardo sappiamo che dà un’istruzione a questa ragazza e decide di sedurla arrivano alla relazione ma lo zio lo scopre e punisce Abelardo facendolo castrare, così si ritira in convento e i due innamorati iniziano una corrispondenza di lettere> da qui nascono molte opere ispirati ai due visti come i “nuovi” romeo e giulietta. Libesstrophen- Harley Abbiamo un’altra attestazione che chiamiamo Libesstrophen che sono state rinvenute in un manoscritto di Londra dal fondo Halrey 2750 dove troviamo solo due strofe. Qui siamo tra le hargat e l’inizio della tradizione trobadorica (decimo e undicesimo secolo)> codice che non ha a che fare col testo, per questo detti attestazioni stravaganti Analisi testo Las> elas francese cioè me infelice Tu> “ogni” come l’attuale TU francese Proposta di leggere DUSSI RIE come DUSSI -RE eliminando la I, probabile errore Aspetti tematici Primo verso> motivo folclorico di origine mitica ma anche celtica e bretone, cioè trasformazione di un uomo in uccello per poter raggiungere l’amata e il libera espressione dei sentimenti, bensì riguarda la società con un sistema etico con rapporti tra uomini anche di corte e quindi rapporti di potere e politici. Idea dell’amore> idea che abbiamo già nelle poesie di Guglielmo (1071-1126) e che segna uno scarto rispetto al passato. In greco il centro è la passione, con l’eros ma a causa dei testi clericali scritti alle monache, questo amore non piò essere espresso al 100% rimanendo così scritto in testi ambigui tra amicizia e amore che si ferma al momento del contatto fisico. Nel medioevo abbiamo Ovidio il massimo esponente dell’amore fisico che viene moralizzato e nuovamente cristianizzato. Epistola del clerico Baudri de bourgueil alla monaca Costanza Epistola in versi, con espressione dei sentimenti da una parte, e la “gara” letteraria dall’altra. Che tipo di relazione è? È un sentimento molto ambiguo. Si elogia la donna per la sua bellezza e virtù e si gioca sulla materialità del foglio della lettera che manda alla monaca. C’è una allusività sensuale molto forte che riprende da Ovidio ma comunque frenata. Si parla quindi di un amore sempre fermo al corpo della carnalità, non è un amore che viene consumato. L’altra visione amorosa è quella della sottomissione dell’uomo (testo di Guglielmo, il “gatto rosso”) concetto dell’amor cortese. Il termine MIDONS, MI DOMINUS cioè “mio signore” che viene riferita alla donna, al maschile perché è l’appellativo di rispetto che un uomo usa nei confronti di un altro uomo, rapporto vassallatico feudale> un uomo di rango inferiore (dal cavaliere fino al re) era sottomesso e investito del proprio grado da quello maggiore, che lo faceva diventare il suo vassallo proteggendolo in caso di guerra. In una poesia di Guglielmo c’è riferimento a questa immagine solo dalla parte femminile, dove l’amato è disperato perché non ha notizie della donna, ma alla fine i due si ritrovano e la donna gli dona il suo amore e il suo anello (dono feudatario al proprio vassallo); la donna è feudatario per così dire e l’uomo il vassallo. In questo rapporto quel è il potere esatto della donna? La situazione è varia su cosa si debba o no fare con una donna. Nel canzoniere di Guglielmo si ha un sentimento senza limiti che lo porta verso la donna, senza tabù e limitazioni. Nei trovatori successivi si trova un’ideologia che impone all’amante di non arrivare a consumare l’atto sessuale con la donna> questo tabù diventa oggetto di dibattiti e viene sublimato; quindi, il desiderio fisico non realizzato diventa il vero e solo obiettivo dell’amore> sublimazione di rinuncia. L’atto sessuale svilirebbe l’amore stesso e l’uomo che una volta che possiede la donna acquisisce meno ispirazione e per questo deve rifugiarsi nella frustrazione e appunto nella rinuncia. A questa concezione la figura della donna diventa astratta, angelica in alcuni casi (Dante nella Vita Nova con Beatrice) e l’erotismo viene cancellata. Non è così in quella trovadorica dove l’erotismo vive solo nella dimensione del desiderio o del sogno e l’amore è sempre diretto a una donna sposata e mai a una ragazza. Invece per altri la vicenda si sposta in campagna, non è cortese e non è sposata. Quindi da una parte il tabù sessuale (che diventa centrale nell’ideologia cortese essenziale per mantenere l’ordine a corte con Guglielmo e un altro contemporaneo di Ventador) e dall’altro la fin’amor cioè “l’amore raffinato” e che nella concezione di alcuni trovadori è l’amore perfetto che si esprime solo nel canto e nell’elogio della amata. Evento storico che determina la fine della cultura meridionale -Crociata deli albigesi (1209-1229) che si svolge per combattere i catari, una setta che parte per operazione religiosa e finisce come politica per rafforzare la corona francese. Si conclude nel 1255 con l’indipendenza delle corti meridionali dove si era sviluppato il canto d’amore (nel frattempo è stata introdotta la inquisizione per punire gli eretici) e mette fine alla lirica trobadorica ma non del tutto, perché questa tradizione viene continuata in Italia con le dovute trasformazioni; sviluppo tra undicesimo e dodicesimo secolo, cade nel tredicesimo con una punta di rinascita. Movimento del Fèlibriges> rinascita della linguistica del provenzale che riscatta l’occitanico anche nelle scuole (anche se non ha riconoscimento come in Italia col sardo ecc.…) L’esponente è Frederic Mistral che è destinato a fallire perché non riesce a trovare una lingua comune da adottare per la nuova poesia Settentrionali francesi> trovieri da TROBAR da TROPUS latino, che indica la attività poetica con l’edizione che viene fuori è critica, filologica fatta con procedimento scientifico> non ci assicura comunque di star leggendo un vero testo di Bernart. K maiuscola è senza codice musicale solo un piccolo gruppo di canzoni sono state realizzate con nozione musicale difficile che trasmette solo la linea melodica> solo melodia della canzone senza accompagnamento strumentale su tetragramma. La linea melodica, quindi, è stata interpretata come un accompagnamento musicale ipotizzato. La biografia di bernart è un uso che si trova solo in alcuni canzonieri, qui è posta all’inizio come introduzione e poi cominciano le canzoni. In altre le biografie sono in una sezione a parte. In ogni dei due casi per queste biografie abbiamo un senso di originalità > esportata dalla Francia fino alle corti italiane; un autore vidas di trovadori firma la biografia. E’ così che nascono le vidas, brevi biografie insieme al commento elementare delle canzoni chiamate in provenzale “razo” che significa spiegazione> presentava il singolo testo a un pubblico che non aveva contesto per capirlo, problema di autenticità perché spesso si ricreano storie inventate; si parla quindi di una lirica mediata e reinterpretata per il nuovo pubblico al quale sono destinati questi canzonieri. Biografia di Bernart Fu attivo dal 1147 al 1172 possiamo sapere con certezza che nacque nel castello di Ventadorn (il suo toponimo, posto dove l’autore è nato) posto tra due centri culturali dove nascono le prime liriche. Bernart nasce da una famiglia modesta ma non nobile e ha a che fare con due visconti; eble secondo di Ventadorn il padrone del castello dal quale impara la lirica trobadorica e la sua lirica aveva caratteristiche di leggerezza> trobar leu il “comporre lieve”, uno stile che non usa artefici metrici e difficoltà nel lessico bensì usa una semplice struttura. Bernart inizia la sua attività poetica intorno al dodicesimo secolo con 4 canzoni dedicate a una donna, da identificare con una delle due mogli delle quali una delle due mogli di Eble terzo> moglie amata del poeta che è del proprio signore anche se il nome della donna non viene rilevato, rimane astratta e citata con un segnale (segnals) in codice. Incontro nel 1152 con Eleonora D’aquitania > donna di alta nobiltà nipote di Guglielmo nono ed è una donna straordinaria che riesce a formare una propria corte di cantori di cui diventa mecenate e accoglie Bernart stesso il quale si innamora di lei (viene scritto nella “vida”, amore ricambiato) e la segue anche dopo che rompe il matrimonio con Luigi settimo di Francia e infine sposa il duca enrico di Normandia, che diventa poco dopo re di Inghilterra (1154) con nome “enrico di plantageneto” e anche qui Bernart segue Eleonora che si trasferisce alla corona inglese. Eleonora però viene accusata di tradimento dal marito enrico e infine muore in convento da monaca reclusa. Bernart sarebbe stato il cadetto, figlio minore di Eble terzo entrando nell’abbazia nel 1210 e muore nel 1237> ipotesi che non regge per cronologia perché sarebbe morto a più di 90 anni. Nella canzone dell’allodola la fine Bernart dice che non avendo avuto l’amore della donna amata si sente muto, morto e si prefigura un abbandono della poesia. Giocando su questa leggenda del ritiro di Bernart della poesia si è pensato a un ritiro in convento> ipotesi non dimostrabile. La figura romanzata di Bernart che è stata conosciuta dalle corti lo conosceva dalla vida di Sensit Testo analisi di Huc: “venc” imperfetto di venire, “adreichs” abile, “saup” è un passato occitanico, provenzale, “enseignatz” raffinato, “s’abelli” in provenzale è farsi piacere qualcosa (to like inglese). Il tipo schema delle biografie; prima dove nasce l’autore per chi lavora poi si inizia a parlare del motivo del canto, di chi era innamorato> “en” signore. Il trovatore canta per lei e ne tesse l’elogio, componente essenziale del canto e corteggiamento. “congiat” addio, che diventa un tipo di poesia, “lausor” saper apprezzare la poesia di lode. L’ultima parte del testo ci dice che la biografia è pensata come introduzione alla sezione scritta di Bernard come nel canzoniere K (vedi sopra). Peire D’alvernha Scrive una parodia dei trovadori del suo tempo e dedica una strofa a uno di questi trovatori che vengono presi in giro per i loro presunti difetti (possono anche essere inventati) > “per tirare con l’arco a mano d’avornello” cioè che sessualmente non era più valido, mentre il forno al quale fa bibliografia dei trovatori ed è il modo in cui vengono identificate e numerate le loro poesie (circa 2000 testi molto anonimi) con 460 trovatori che sono stati catalogati alfabeticamente numero più alto con nome più alto nell’alfabeto ecco perché> 70.7 mentre il secondo numero indica la posizione della canzone. Edizione Appell> storica 1915 di bernart ripresa da Mancini. Analisi – prima parte La E cade per fare di due pronomi uno solo, segnato col punto in alto> forma enclitica. Genser anche qui viene fatta cadere e il pronome è di nuovo enclitico> la differenza tra i due è il punto in alto. Nelle due prime coblas abbiamo la rappresentazione della natura nel suo pieno splendore, quando gli amanti stessi sono gioiosi come il paesaggio ma si può rappresentare lo stato d’animo angoscioso dell’amato. A volte però la natura può essere anche rappresentata anche nel momento invernale dove tutto è fermo e l’autore al contrario grazie alla potenza dell’amore gioisce nel caso qui di Bernart. Topos che serve anche a sottolineare le condizioni dell’amato che riesce a trasfigurare\snaturare la natura e i cicli stagionali> tema nelle prime due coblas come introduzione che introduce la condizione dell’amante appunto e in seguito lo riprende soffermandosi più sulle immagini naturali. La donna al solito è chiamata in causa con la terza persona> costante di questo genere di lirica Seconda parte Nella terza e quarta cobla viene introdotto il tema dei lauzengers> maldicenti che rappresentano una immagine tipica, e sono gli ostacoli agli amanti ma soprattutto commettono la grave colpa di rivelare il loro amore e la loro azione di spia è negativa e quindi contraria all’amore. Viene vista come qualcosa che può distruggere il mondo L’us ab lautre> l’uno con l’altro 16\11 5 e 6 cobla Noih> noich si legge Il tema è l’individualità dell’io amante con una piccola casistica psicologica della canzone e di Bernart che è sempre attento alle dinamiche affettive che innesca il sentimento d’amore. On mehls m’estai> Tratto dell’innamorato che quando pensa di stare meglio in realtà sta peggio Bos Respeihz> speranza, aspettativa della ricompensa da parte della donna Tema> far corrispondere il proprio stato d’animo col desiderio d’amore Si lh quer> pronome enclitico Ni> sarebbe una particella negativa, da “nec” latino e “ne” italiano ma viene usato in frase affermativa come rafforzativo in questo caso Nell’ultima parte l’amato pensa che la gente lo veda trasformato dalla follia d’amore che lo consuma; una volta che ottiene quello che vuole dalla donna (abbraccio\ carezza anche se si poteva arrivare a giacere con la donna con un vero rapporto sessuale> druz) 7 e 8 cobla La misericordia viene chiesta prima a Dio da bernart creando un legame diretto tra la adorazione per dio e la donna> sacrilegio, dove la figura umana è al livello inferiore di Dio (nello stilnovismo è il contrario) La tornada ha la firma dell’autore, Bernartz dove si ha la z quando segue una dentale come la T, cosa che indica una fricata dentale e si segna appunto come S o Z. l’altra tornada è più generica perché chiude la canzone con una piccola nota di tipo psicologico e dà significato un po’ ambiguo; per 2 motivi a) c’è un ostacolo che impedisce agli amanti di vedersi b) decisione di bernart stesso di allontanarsi. Normalmente invece le tornade contengono il destinatario della canzone che possa dire cosa ne pensa o al giullare che la canta. Possono essere facilmente cambiate perché scritte in 3-4 versi al massimo e può essere una parte staccata o variata. Nella tradizione manoscritta si trovano tornadas diverse per la stessa canzone > varianti d’autore così chiamate perché le introduce e le varia. Note in più sull’analisi (vedi slides) Esordio stagionale> topos della natura (vedi sopra) che viene snaturata dal forte sentimento. Fine prima cobla ritroviamo un altro tema importante> ultimo verso motivo del canto di amore che stabilisce una corrispondenza tra la preziosità d’amore e del canto; ma solo dal vero amore può nascere il vero canto Gioia d’amore> esaltazione che ha desiderio e frustrazione del desiderio ecc.… donna, lasciandole un messaggio che sembrerebbe dire “noi siamo come il caprifoglio” perché può vivere solo alla pianta a cui si appiglia> io non posso stare senza te e viceversa. In seguito, abbiamo i primi romanzi strutturati che raccolgono i materiali orali sulla vicenda con aneddoti ecc.… e li ordinano in una storia completa che approda ai giorni nostri. Nella tradizione celtica si fa riferimento a questa leggenda. A tristano viene detto di uccidere un gigante guerriero con un sacrificio umano (riprende il mito del Minotauro); riesce ad ucciderlo ma rimane ferito e viene curato dalla principessa irlandese locale che è appunto Isotta la Bionda che conosce le arti magiche (legato alle conoscenze delle erbe trasmessa dalla madre). Tristan ritorna in patria ma viene incaricato un’altra missione, trovare la sposa dello zio alla quale appartiene un ciuffo biondo portato per segno di destino da una colomba. La serva sbaglia e consegna il filtro ai due amanti> inizio tragedia, da qui non si staccano più anche se il matrimonio con lo zio deve accadere lo stesso. A questo punto cercano di tenere nascosta la relazione ma senza riuscirci. Per fingere il tutto addirittura Isotta giura per volere del marito di fronte a Dio di non essere l’amante di Tristano. Alla fine della storia si innamora di un’altra Isotta detta dalle bianche mani ma non consuma il suo matrimonio con lei, solo con la Isotta originale della quale è innamorato. La Isotta originale decide di curare tristano e si imbarca. Le vele sarebbero state bianche se ci fosse stata Isotta altrimenti nere, e la moglie di Tristano gli mente e gli comunica che le vele sono nere e che quindi Isotta non c’è> motivo del suicidio di Tristano. Qui Bernart crea un collegamento fra lui e Tristano 5 e 6 cobla Tornada> da “messager” 22\11 Tlio> primo dizionario italiano storico fatto online Ab joi mou lo vers e l comens Cobla 1-2 Le coblas hanno stessi suoni rima ed è una tipica canzone in cui Bernart esprime il tema tra amore e canto e soprattutto sviluppa una sua argomentazione sull’amore perfetto così come deve essere e cioè in quello stato misto di sofferenza e frustrazione. Mou> muovo Bernart fa un gioco tra inizio e fine dicendo che terrà la stessa altezza del proprio canto come all’inizio così anche alla fine> dalla fine si giudica la qualità del canto Joi> parola chiave, indice della qualità del canto che sarà buono perché alla base è la gioia elemento che troviamo nella seconda cobla Veiretz> vedrete, plurale perché si riferisce al pubblico Segretezza dell’amore> il nome della donna non viene rivelato che viene accentuato nella terza cobla 3 e 4 C’anc> anc sta per “mai” La donna deve rimanere la stessa per far morire di invidia i nemici di lui 23\11 5 e 6 Si ha il carattere della donna che si contrappone alla paura dell’amante, di rivelarsi> topos comune nella lirica cortese. Questo coraggio della donna in realtà è di aiuto alla donna che si ricordi che questo è il giusto comportamento che è quello di corrispondere all’amante leale. Il corteggiamento condotto deve avere una risposta benevola da parte della donna, senza che il marito in questo abbia una parte. Una donna fedele al marito è una donna di bassa levatura per questo è più fedele all’amante> leggenda che ci dice che il pappagallo che con le sue parole convince la donna a ricambiare l’amante; la donna non può avere libero amore essendo costretta al matrimonio. Quindi se la donna non ha libertà l’uomo non può arrivare all’affinamento spirituale “domnei” (corteggiamento della donna); ed è proprio di questo affinamento che Bernart parla nel canto. Si ricordano i nomi delle amate come, per esempio, con Dante in Beatrice. Nella sesta cobla si ha ancora il soggetto della donna con immagini, metafore. Fa riferimento al mito della lancia di peleo padre di Achille, che ebbe in dono dal centauro Chirone una lancia che feriva chiunque fosse colpito e poteva essere guarito solo se si veniva colpiti una seconda volta correlazione tra bacio della donna e ferita della lancia di peleo, mito classico per dire che la donna gioire; quindi, considera sé stesso escluso da questa gioia. 2 cobla Tolc> viene da togliere, “mi ha privato di me stesso e di tutto il mondo” La donna si figura già come un qualcosa di astratto, ma dotato di una forza enorme che gli ha tolto tutto lasciando un senso di desolazione arrivando al silenzio che vedremo nella cobla successiva. 3 cobla Mirahls> signal della donna (S del caso retto) Narciso> personaggio che viene nominato e nella mitologia antica è un giovane bellissimo che non crede all’amore e non si concede a nessuno perché riesce a invaghirsi solo della propria immagine riflessa nell’acqua, non rendendosi appunto conto che quella immagine è sé stesso. Si innamora della sua stessa figura e si getta nell’acqua e muore e gli dèi lo salvano. Lo specchio di Bernart è quello in cui Nasrciso si è riflesso, perdendo sé stesso> ricostruzione data dagli studiosi. L’immagine che viene fuori della donna da questo concetto è quello astratta e fredda> illusione narcisistica un tipo di comunicazione che in realtà si ferma soltanto a chi ama, l’altro è assente è uno specchio freddo che può solo rimandare l’immagine di chi ama, di chi non è ricambiato, circolo di pensieri destinati a fallire che si ferma all’amante. 4 cobla Situazione tipica cortese e non solo, anche della donna inserita nel gruppo femminile che può essere di aiuto alle amiche> visione cortese ma negativa, tute le donne vengono così considerate perché l’unica donna che voleva non l’ha potuta avere. Domna> domina cioè padrona e dama francese Femna> da femina latino e viene usato con connotazione spregiativa, quella che non ha una dignità da dama perché non vuole ciò che si dovrebbe volere e fa quello che le si vieta> secondo l’etica cortese la donna corteggiata gli deve corrispondere perché quando l’amante ha tutte le caratteristiche per essere amato deve ottenere ricompensa, se non lo ricambia non ha il sapere cortese 5 cobla Il pazzo sul ponte> verso ambiguo, sembra che Bernart si riferisca a un’espressione\detto noto al suo pubblico dove si hanno due interpretazioni> a) espressione proverbiale scelta coraggiosa ma strada sbagliata b) epistole di Orazio che per attraversare il ponte aspetta che il fiume si prosciughi. 6 cobla Pessimismo delle donne che si diffonde universalmente e nulla può più salvarlo Captivus> in latino “preso prigioniero” ma in italiano diventa “cattivo” 7 cobla Anticipa il voto del silenzio e abbandono del canto che dice nella tornada> tristano come R Mort> aggettivo riferito a lui sia sostantivo “morte” 8 cobla Chi è il tristano della tornada> in altre 3 canzoni viene usato lo stesso signal, che si riferisce a un altro importante trovatore Analisi Nella sua perfezione la canzone si è prestata a diverse interpretazioni; quella che si è data è quella della vulgata con amore infelice in contesto cortese e si conclude con visione pessimistica, dove il nulla finale del silenzio con appunto lo specchio narcisistico. Un’altra ipotesi è quella di Kohler di tipo sociologica e successivamente rifiutata anche se negli anni 50\60 era stata accettata Storico medievale> parla delle proprietà feudali e aveva individuato una categoria nobiliare meno fortunata, quella dei figli cadetti che erano stati esclusi dalla eredità che passava al primogenito. I figli cadetti erano destinati a essere emarginati> da questi studi Kohler ha trovato corrispondenze tra gruppi di cadetti e un termine usato dai provenzali> interpretazione storico-sociologica con tensione verso l’oggetto amato che rifletterebbe una classe sociale come i cavalieri, classe inferiore> interpretazione rifiutata e che trova la sua validità nella coerenza con cui ha costruito il quadro feudale alla base dell’immaginario di questi poeti 29\11 Individualismo lirico cortese prima concezione. L’interpretazione mistico-simbolica “dell’allodoletta e il suo archetipo” di Lazzerini altro pezzo di Dante nel Convivio> specchio che riflette l’amante di nuovo; qui dante fa riferimento alla filosofia allegoricamente rappresentata come una donna e si riproduce il solito messaggio di secchio creato da Bernart. Gran parte della critica si è concentrata anche sul rapporto della canzone con altri testi coinvolti, che sembrano un dibattito botta-risposta; 1) RbAur> Una delle quattro canzoni di Bernart sono state dedicate a Raimbaut identificato come Tristan presente nella tornada finale della canzone precedente di Bernart. Raimbaut fa parte dei poeti aristocratici che contrasta l’amore perfetto perché secondo lui l’amore ideale è quello che si realizza col godimento. La canzone di R si apre con un rovesciamento di topos utilizzato anche da B e procede nella seconda cobla dicendo che ha lasciato una donna che non si è comportata bene e ora con una che lo corrisponde> posizione scanzonata, con tono di polemica cosa che lo rende originale. Esprime verso la donna il desiderio di stare con lei ma nella quarta cobla c’è il primo aggancio alla canzone ci Bernart attraverso la figura di Tristano citato in terza persona, anche se sappiamo che R si identifica in questo personaggio. Irrazionalità dell’amore a cui l’uomo non può sottrarsi> cobla 4. Nella 5 cobla la camicia della donna è la verginità che Isotta al momento non ha ancora concesso a Tristano. Nella 6 cobla ci dice che la donna deve tradire il marito> visione di R, morale diversa da B e nella tornada anche R usa un senhal che è però “carestia” cioè povertà, con riferimento a un altro poeta che potrebbe essere B e in effetti qualcuno ha pensato che R propone la canzone e B risponde con quella è pessimistica che si chiude proprio con un rifiuto a mandargli gioia perché è un rifiuto del canto. Si rispondono fra di loro con uno schema metrico che riprende l’altro quindi, i due testi sono in corrispondenza, ma non si sa chi ha scritto per primo. Il terzo testo che è stato individuato è francese, e parla di un troviero che è conosciuto come autore di romanzi, dei quali ne conosciamo solo 5 ed è contemporaneo rispetto a R e B, ma è probabile che la sua canzone sia in rapporto con le altre due> 2) chretien de troyes con un amante che si toglie l’amore e quindi infelice; quindi, è in linea con la canzone di B. A differenza delle altre non fa riferimento al paesaggio, qui si ha un avvio concettuale non naturalistico. Con la 3 cobla il discorso si rivolge alla donna (verso 5-6 importante) che ci ricorda la parte finale di B, potrebbe essere una corrispondenza una risposta fra le due canzoni. Nella 4 cobla è ripreso il motivo Tristaniano ma ribaltato rispetto a quello che fa R> posizione diversa, affermazione di una ortodossia diversa da quella di B. Nella 5 abbiamo “carus” che indica la stessa carestia di povertà appunto usato prima da R. Carestia potrebbe essere lui chretien ipotesi non fondata> ne parla Di Girolamo e abbiamo posizioni diverse, per esempio, Roncaglia pensava appunto che cretan fosse collegato a chretren invece per Rossi il collegamento è R, B e C. 1) carestia sarebbe povertà e quindi si rivolgerebbe sotto una presa di giro a Bernart perché è considerato il poeta della scarsità d’amore 2) Intorno al 1170 avviene questo dibattito fra questi tre grandi poeti su cosa debba essere l’amore perfetto; prevale la ortodossa di C che definisce la vulgata cortese cioè amare senza ricompensa, amare per cantare e quindi senza sfatare il tabù sessuale come R ed eliminare il canto come B. COME SI SVOLGE L’ESAME -UN SAGGIO A NOSTRA SCELTA -MANUALE DI GIROLAMO CON PARTE LINGUISTICA COPERTA DAGLI APPUNTI -I TESTI DI BERNART; TRADUZIONE E ANALISI SOLO DEI TESTI FATTI A LEZIONE, GLI ALTRI SOLO IN TRADUZIONE ITALIANA - DEI “TROVATORI” DA FARE PAGINA 3-141 COME SU VALUTAMI Altri testi di Bernart Analisi altri testi di Bernart 2 Esordio stagionale, concettuale dove B pone quesiti ad amore e spicca la fedeltà di vassallo\servitore. Lui ama la donna ma non è Esordio stagionale con primavera in contrasto con lo stato d’animo del poeta> triste perché la donna e amore definiti traditori, lo hanno abbandonato. È un amore nato quando erano fanciulli, lei non gli ha mai concesso il suo amore, spera che lo faccia in vecchiaia. Si chiede il senso della sua vita se non potrà avere la sua donna tra le braccia> la prega affinché lei gli dia un bacio segreto perché gli darebbe forza per andare avanti. Conclude la canzone dicendo che senza la sua donna avrebbe smesso di cantare a causa dei maldicenti. 10 La voce dell’usignolo gli rende impossibile smettere di cantare anche se lui non è colpito d’amore. Si sofferma sulla ingiustizia perché chi è scorretto riceve e chi non lo è non riceve. Altra metafora> così come il ramo su piega dove il vento lo spinge, così l’amante si piega verso l’amore e per questo viene distrutto perché la donna lo accusa di essere scorretto prendendosi gioco di lui e non si sarebbe mai aspettato che la donna fosse ingannevole> gli uomini non hanno via di scampo con amore 11 Fattore tempo> dice che il tempo passa ma il suo obiettivo no, cioè quello di conquistare la donna che non lo ha mai ricambiato e questo fissarsi su di lei è una cosa folle. Si rende conto che il suo canto non gli vale niente e decide di abbandonarlo e si chiede> perché devo essere punito prima ancora di aver commesso un peccato? E spera in una ricompensa per essere felice dicendo che il suo amore esisterà finché sarà vivo> vuole solo questa donna creata da Dio. 12 Bernart mette tutto sé stesso nelle sue canzoni poi si rivolge ai maldicenti che vivono senza amore e danno fastidio alla gente> non è la condizione di B che è prigioniero d’amore e non ha vie di uscita tanto che vede qualcosa di positivo anche questa sofferenza. B vorrebbe che esistesse un modo per distinguere i fini amanti dai falsi amanti, questi ultimi indicati con delle corna in fronte. Questo amore lo rende infantile e quindi gli basta essere accettato dalla donna come suo fedele vassallo 13 Bernart dice che per la sua donna è disposto a rinunciare a tutto, dice che si è lasciato conquistare dagli occhi e dal sorriso. Lui non è come le donne che riescono ad amare più persone, lui è in grado di donare il cuore ad un’unica donna. Si rivolge alla donna e le chiede se vuole concederle il suo amore o continuare così> senza i maldicenti questa sofferenza non ci sarebbe, ma ha ancora la speranza che il canto piaccia alla donna. 14 Esordio stagionale> primavera uguale stato d’animo ed è un amore che lo tiene con la testa fra le nuvole e non si accorge di ciò che ha attorno. B si meraviglia di come faccia a resistere alla sua donna senza correre verso di lei ma la paura di perderla è più grande e vorrebbe incantare i suoi occhi per poterla baciare anche di nascosto; se la donna si degnasse di amarlo lui non cercherebbe dei rivali per ingannarla. 15 Primavera uguale stato d’animo> gode della sua donna nonostante non provi felicità anche perché non può vivere senza amore perché generato da quest’ultimo. Sa di star parlando troppo e brontola la sua lingua rischiando di distruggere questo sentimento. La bellezza della donna lo fanno tremare e quando è vicino a lei trabocca di felicità quando è lontano lo raggiunge il gelo e nuovamente rimprovera la sua lingua. L’onore che ricevette con il suo sguardo ha grande valore per lui, se lei si degnasse di ascoltarlo come lui fa con lei diventerebbero un unico cuore. Di nuovo l’aspetto della donna è ingannevole che lo porta a provare speranza, ma lei può essere la sua unica salvezza. 16 Esordio primaverile in analogia> b dice che nonostante soffra per amore non rinuncia e la fin amor trionfa sull’orgoglio che la donna prova poiché non vuole più ricevere né lui né alcun suo messaggio, ma lui è un folle d’amore e prosegue per la sua strada invitando la donna a non credere alle parole dei maldicenti. Le lacrime che escono dai suoi occhi sono la prova che sta scontando la sua follia perché lei è la sua rovina poiché lui le appartiene. L’ultima tornada è messa tra parentesi perché non gli appartiene.
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