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Appunti sulla Filosofia del Linguaggio: L'Evoluzione del Suono e della Comunicazione Umana, Appunti di Filosofia del Linguaggio

Una panoramica della fase evolutiva dell'uomo sulla terra, con un focus particolare sulla transizione dal quadrupedismo al bipedismo e sulla differenza tra l'uomo e le specie estinte come neanderthal. La teoria secondo cui la capacità di articolare il tratto vocale perfettamente è un fattore chiave per la comunicazione e la riproduzione umana. Vengono discusse le differenze anatomiche tra l'uomo e i suoi antenati, come la lunghezza del collo e la conformazione del tratto vocale, e l'importanza della struttura ossea e della miosina nella produzione del suono. Il documento include anche alcuni casi storici di bambini sordi-ciechi e di individui considerati ineducabili, che hanno dimostrato la capacità umana di apprendere il linguaggio articolato.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 01/06/2019

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chiara-modica-1 🇮🇹

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Scarica Appunti sulla Filosofia del Linguaggio: L'Evoluzione del Suono e della Comunicazione Umana e più Appunti in PDF di Filosofia del Linguaggio solo su Docsity! APPUNTI DI FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO • FASE EVOLUTIVA DELL’UOMO SULLA TERRA 1. Scimmie Antropomorfe 2. Intorno agli anni ’60 gli antropologi ritrovarono dei fossili, che riconobbero con il nome di Lucy, aveva il pollice opponibile, un tratto vocale ancora non perfettamente conformato per l’articolazione linguistica, ed era bipede, ebbe inizio la fase evolutiva dal QUADUPEDISMO al BIPEDISMO. 3. Genere Homo: Habilis, Erectus, Neanderthal, Sapiens. Vi fu un periodo che sulla terra vissero le specie Sapiens e Neanderthal e altre due specie minori che si estinsero velocemente. La differenza per quanto riguarda la postura tra Sapiens e Neanderthal era che il Sapiens poteva articolare il Neanderthal no, perché innanzitutto per poter articolare bisogna avere la conformazione del tratto vocale idonea, ovvero una laringe bassa, mentre negli animali si trova in posizione alta, ecco perché non possono parlare, perché non hanno un tratto vocale perfettamente sviluppato, (es. i bambini) in cui l’abbassamento della laringe avviene attorno ai 3 anni. Studi etologici hanno confermato presenze di laringi basse, non in maniera permanente, soltanto durante l’emissione di suoni, in alcuni animali. Fitch, un famosissimo etologo, studiò il tratto vocale nei cervi e si accorse che durante l’accoppiamento questi cervi abbassano la laringe fino al limite fisiologico emettendo dei suoni gravi, (quindi secondo Fitch il Sapiens, per migliorare la fitness, durante l’accoppiamento abbassava la laringe per emettere dei suoni per attrarre le femmine e poi l’evoluzione ha selezionato questo tratto e quindi nel corso dell’evoluzione la laringe rimane in posizione bassa). Spingere la laringe in maniera bassa per permettere dei suoni è faticoso, però è un elemento importante per la riproduzione perché in questo modo la stazza del Sapiens appare più grande, di conseguenza era più appetibile per le femmine, quindi abbassava la laringe per migliorare la fitness per poi procedere alla riproduzione. Nel Sapiens la parte del collo, la parte del tratto della faringe è molto più lunga rispetto al Neanderthal ed Erectus. Il nostro tratto vocale è costituito da due cave ipotetiche, una orizzontale che va dalle labbra alla parete posteriore della faringe ed una verticale che va dalle chiusure vocali alla parete del palato molle. Nell’uomo questa conformazione forma un angolo retto, elemento vantaggioso per noi perché quando deglutiamo possiamo soffocare, ma all’interno della nostra laringe vi è una valvolina che non ci permette di soffocare: l’EPIGLOTTIDE. Quando deglutiamo l’epiglottide si chiude e copre la trachea in modo da non far andare residui di masticazione nei polmoni, quando invece respiriamo si apre. Un altro elemento che permise all’uomo di parlare fu la struttura ossea, in quanto il Neanderthal possedeva una struttura ossea mandibolare ampia perché si nutrivano sostanzialmente di carni crude e quindi necessitavano di possenti mascelle per poter masticare. Con l’evoluzione queste mascelle si riducono, (es. l’uomo) dovuta non solo alla diminuzione del cibo che ingeriva ma anche dall’inattivazione di un gene (miosina) che produce la forza contrattile dei muscoli (tutti i nostri muscoli sono rivestiti da miosina, comprese le corde vocali). Nonostante esse siano rivestite di miosina, le corde vocali non si contraggono con un semplice tocco, come avviene negli altri muscoli, ciò è dovuto al fatto che le corde vocali possiedono fibre muscolari a tonicità lenta, ecco perché siamo in grado di riprodurre un suono stabile, duraturo e resistente alla fatica. Quindi la miosina che troviamo all’interno delle nostre mandibolari presenta un gene che improvvisamente nel Sapiens si è disattivato, ma non ne conosciamo il motivo. Se la miosina non produce più forza muscolare, le strutture in cui i muscoli si legano perdono potenza, e da ciò deriva la deformità delle strutture ossee: una mandibola più piccola. Secondo alcuni studiosi (es. Bitherman) sarebbe conseguenza di incrementazione del linguaggio articolato, perché una mandibola più piccola, denti più piccoli, permettono la modulazione dei suoni, soltanto quando il Sapiens acquisì maggior controllo di bocca, lingua e denti; potrà generare effetti acustici reali. Con il corso dell’evoluzione molti studiosi si accorsero che nella riproduzione dei suoni un ruolo importante è svolto anche dall’imitazione visiva, es. bambino/genitore: il bambino può apprendere il linguaggio articolato, questo ci fa capire che quest’ultimo è un elemento innato della nostra specie, che viene attivato soltanto grazie all’esperienza. Es: • IL BAMBINO LUPO: (Victor) è stato trovato in Francia, un grandissimo esperto (Pinel) lo ritenne ineducabile, in quanto egli non riusciva a camminare e parlare non avendo mai vissuto all’interno di un ambito sociale. Un giovane medico francese Hitar si intestardì provando ad educare il bambino, ma il bambino già tredicenne non riuscì mai a parlare, soltanto camminare; aveva imparato le maniere educative e si faceva comprendere a gesti. • Nel 1880 nasce HELLEN KELLER, una bambina sordo-cieca che per i primi 7 anni di vita rimase in braccio alla madre. All’età di 7 anni la sua insegnante Sullivan le insegnò a leggere, scrivere, e parlare. All’età di 20 anni riuscì a parlare e articolare perfettamente. La domanda che sorge spontanea è: perché Victor nonostante vedesse e sentisse non riuscì mai a parlare ed Hellen sì? Perché sia studi ecologici, sia studi psicobiologici affermano che l’apprendimento può avvenire soltanto entro certi intervalli sensibili, che vengono chiamati PERIODI CRITICI, entro i quali l’individuo è più propenso all’apprendimento, e questo periodo va dai 3 anni ai 9. Un famosissimo linguista, Chomsky, afferma che durante tale periodo i bambini siano dotati di una sorta di dispositivo chiamato LED. Dipende anche da un impianto cerebrale conosciuto come plasticità neurale secondo cui tutti i meccanismi di
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