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Filosofia di Hegel: l'idealismo assoluto e la realtà come ragione, Appunti di Filosofia

Hegel, filosofo tedesco, rappresenta il culmine della filosofia moderna e viene considerato il più grande filosofo di tutti i tempi. Egli realizza il suo scopo di spiegare la realtà, aprendo la strada a argomenti nuovi e rendendo la filosofia sperimentale. Nella sua opera, troviamo l'idealismo assoluto, la filosofia che nasce dalla rilettura di kant e dall'abolizione del concetto di noumeno. Hegel inverte la gerarchia tra intelletto e ragione, affidandosi interamente alla ragione per capire l'infinito. La realtà è razionale, intera e in divenire, e per lui l'essere e il pensiero sono identici. Esistono due tipi di ragione: soggettiva e oggettiva. La realtà non è caotica o casuale, ma è essa stessa ragione, lo sviluppo e la realizzazione dell'idea. Per hegel, la filosofia ha il compito di mostrare e comprendere la razionalità di ciò che succede, senza futuro e proclamando la fine della storia.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 27/11/2022

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Scarica Filosofia di Hegel: l'idealismo assoluto e la realtà come ragione e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! HEGEL Hegel è un filosofo tedesco e rappresenta il culmine della filosofia moderna, viene considerato il più grande filosofo di tutti i tempi perché dà una svolta alla storia della filosofia realizzando il suo scopo cioè spiegare la realtà, infatti dopo Hegel i filosofi parlarono di argomenti nuovi, sperimentarono l’irrazionale e la filosofia diventò sperimentale sovrapponendosi alla poesia e alla letteratura. In Hegel troviamo l’idealismo assoluto, tutta la sua filosofia nasce da una rilettura di Kant e dall’abolizione del concetto di noumeno, infatti come ricordiamo in Kant il soggetto modifica ciò che vede e conosce solo il mondo che corrisponde alle sue forme a priori, quindi il fenomeno, però gran parte ci sfugge infatti non conosciamo il mondo autentico quello vero che non dipende dalla nostra mente e non è filtrato dalla nostra ragione, quindi il noumeno. Per gli idealisti Kant non solo si sbaglia, perché pensano che se non conosciamo una cosa non possiamo dire che ci sia, e in più Kant per loro sia auto contraddice perché si dice che il noumeno è l’origine delle sensazioni, ciò significa che lui utilizza la categoria “causa effetto” però le categorie possono essere utilizzate solo per definire gli elementi del fenomeno. In più gli idealisti pensavano che esistesse solo la mente umana, tipo Cartesio, gli idealisti aboliscono l’autonomia della realtà rispetto all’Io quindi rimane solo ciò che è plasmato dalla nostra mente: questo si chiama infinitizazzione del soggetto; Quindi per Kant l’io è il legislatore della realtà. Per Hegel l’io è creatore della realtà. Per Hegel tutta la realtà è ragione, idea e spirito quindi per lui tutto è parvenza, illusione. La filosofia di Kant porta il rischio di essere interpretata come idealista, infatti nella seconda edizione della critica della ragion pura Kant prende le distanze dall’idea della filosofia idealista dicendo che la mente è potente ma non onnipotente. Gli idealisti pensano che la ragione sia infinita e che il mondo reale non esista. L’opera più coinvolgente di Hegel è la Fenomenologia dello spirito pubblicata nel 1807. È la più facile da leggere ed è isolata rispetto al vero sistema Hegeliano che invece appartiene a un’altra opera che è l’Enciclopedia delle scienze filosofiche pubblicata nel 1817, che è quella più difficile. Per Hegel la realtà è razionale, intera e in divenire. perché coincide con la ragione cioè “tutto ciò che è razionale è reale e tutto ciò che è reale è razionale” Per lui l’essere e il pensiero sono identici quindi l’oggetto e il soggetto sono solo apparentemente separati ma in realtà sono uniti. Per lui la ragione non è astratta ma governa il mondo, non è soggettiva ma è l’essenza del mondo e possiamo conoscere il mondo proprio perché appunto è fatto della nostra stessa coscienza, stessa stoffa. Esistono due tipi di ragione quella soggettiva, che usiamo per pensare, e quella oggettiva che appunto è la stoffa di cui è fatta la realtà. La realtà non è caotica o casuale ma è essa stessa ragione, quindi è lo sviluppo e la realizzazione dell’idea quindi non può essere insensata o sbagliata ma è giustificata in ogni caso, Hegel infatti riesce a trovare il buono in qualunque dramma, in qualunque momento della realtà. Quindi per lui la filosofia ha il compito di mostrare e comprendere la razionalità di ciò che succede, è un compito diverso da quello degli illuministi perché loro volevano cambiare e rifare il mondo, la filosofia aveva una funzione pratica, invece quella hegeliana è senza futuro e proclama la fine della storia. Hegel infatti paragona la filosofia alla nottola di Minerva che è una civetta. La civetta è un animale notturno che compare al crepuscolo, quindi come la civetta anche il filosofo compare quando il processo storico è finito, si è idealizzato quindi diciamo che non ha un compito attivo nel processo storico, ma il suo compito è quello di capire e di spiegare il significato di questo evento una volta finito. La realtà è intera secondo il principio che per lui “il vero è l’intero” quindi il filosofo deve guadagnare il punto di vista dell’intero e dell’infinito. Il finito sono gli avvenimenti storici, gli esseri umani e le singoli ragioni soggettive. L’infinito è la ragione, l’idea. La totalità invece è lo spirito quindi l’idea assoluta che si realizza attraverso i singoli finiti. La storia è una sorta di provvidenza, i finiti non sono reali ma valgono in funzione dell’infinito; ad esempio la guerra per il finito è sbagliata ma ha un senso nella totalità dal punto di vista dell’infinito. La realtà è in divenire quindi non statica, perché per Hegel il reale non è già razionale ma lo diventa. Per lui grazie all’isomorfismo la ragione è assoluta. Isomorfismo significa stessa forma cioè per lui la ragione soggettiva e quella oggettiva hanno la stessa forma, così anche mente e mondo; per questo la mente può conoscere il mondo, perché appunto è fatto della stessa cosa. Questo fu accennato da Eraclito e infatti Hegel dice che la sua filosofia è basata su uno sforzo della lettura dei suoi frammenti. Lui chiama la realtà e ragione insieme anche idea, spirito, assoluto e infinito e questo ci riconduce al romanticismo. Per lui la ragione ci può avvicinare a Dio che non è quello della chiesa ma diciamo che ha una visione simile a quella dei greci e di Giordano Bruno cioè il panteismo spiritualistico, e non naturalistico. Lui crede che Dio incarni tutta la storia umana. Hegel inverte la gerarchia che Kant aveva costruito tra intelletto e ragione cioè condanna l’intelletto, lo definisce difettoso perché opera solo su una piccola parte della realtà e non abbraccia la totalità. Quindi si affida interamente alla ragione e solo grazie alla ragione noi possiamo pensare all’infinito. Infatti Hegel si ritiene concreto e definisce gli altri astratti, perché gli altri parlavano dell’intelletto e del finito e ciò ci puo condurre soltanto a qualcosa di astratto, mentre invece Hegel parla di ragione e di infinito quindi riesce ad arrivare a qualcosa di concreto. La filosofia di Hegel ci mostra la realtà nella sua totalità, cioè per lui la realtà deve essere condotta da una totalità, e la manifestazione di questa totalità non deve essere osservata in base ad un elemento ma in base all’assoluto. Quindi per lui tutto ha una funzione, e l’infinito si serve degli avvenimenti per contribuire al suo divenire; quindi può essere brutta o sbagliata l’ottica di un singolo individuo ma non quella dell’infinito. La storia viene vista come un processo razionale che va dall’inconsapevolezza alla consapevolezza, quindi lo spirito deve fare errori, conoscere conflitti per poi arrivare alla consapevolezza e conoscere diciamo la sua essenza. Hegel da una parte è un critico del romanticismo e da una parte è un romantico. Critico perché è un filosofo della ragione quindi è lontano dall’irrazionalità del romanticismo che rifiuta la ragione. Anche romantico perché è molto legato alla storia, e la storia è una delle maggiori passioni dei romantici. Per lui lo spirito necessita della storia per arrivare all’autocoscienza e alla conoscenza di se stesso. Tutta la storia dello spirito necessita anche dell’arte, dei sentimenti, della ragione. Gli illuministi erano contro la storia mentre invece i romantici amavano la storia e il passato, cercavano le origini dei vari popoli europei. La storia di Hegel è particolare perché non vede come protagonisti gli uomini, ma l’idea che si realizza indipendentemente dalle intenzioni dei singoli individui, la storia quindi è tutta necessaria, prevista da una provvidenza non trascendentale ma razionale per permettere allo spirito di conoscere se stesso. Quindi lo spirito si incarna nella storia per ottenere autocoscienza e per capire che ciò che apparentemente sembra diverso da lui in realtà è una sua stessa creazione, quindi alla fine della storia lo spirito scopre la sua potenza, infatti la storia è un auto prodursi, un dispiegarsi, un avverarsi, un realizzarsi di diventare se stesso e di diventate libero da parte dello spirito Razionale
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