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Fenomenologia dello Spirito di Hegel, Appunti di Filosofia

Una descrizione dell'opera di Hegel, Fenomenologia dello Spirito, che racconta la storia romanzata della coscienza che si riconosce come spirito. Il testo si concentra sui tre momenti della coscienza: coscienza, autocoscienza e ragione, e sulla dialettica hegeliana. Viene anche discusso il concetto di verità come intero e la critica alla matematica come conoscenza formale e adialettica. inoltre una descrizione della prefazione dell'opera e del concetto di fenomenologia come scienza di ciò che appare.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 14/01/2024

miraris9
miraris9 🇮🇹

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Scarica Fenomenologia dello Spirito di Hegel e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO la storia romanzata della coscienza che strada facendo si riconosce come spirito, storia dell’umanità nei passaggi per rendersi consapevole di sé come spirito. Come storia, parla di contrasti e opposizioni incontrate da tutti gli uomini, partendo dalla sua coscienza. Ci mostrerà il passaggio dall’opposizione. E le estraneità dell’individuo rispetto all'oggettivo, al riconoscimento dell’oggettività nei termini dello spirito. Passaggio da finito, fase impropria, all’infinito, che si raggiunge quando si riescono a inquadrare le parti come componenti di un tutto. Fenomenologia: scienza di ciò che appare. Palesarsi dello spirito. Susseguirsi di figure, di singoli momenti metaforicamente esplicativi di concetti filosofici. (Coscienza! Autocoscienza! Passaggio da ragione a spirito.) -triadica: primo momento della coscienza, negazione della coscienza in termini di autocoscienza e poi ragione. primo momento è quello della coscienza, contraddistinto da un opposizione tra soggetto-oggetto e la convinzione che la verità sia fuori di sé, nel secondo momento c’è la negazione, il momento dell’autocoscienza, caratterizzato da una forte fiducia della soggettività e dalla convenzione che la verità si trovi nel soggetto e non negli enti. Nel terzo momento di sintesi ci troviamo di fronte alla parte più complessa, la ragione metafisica ci porta allo spirito e lo spirito, il sapere assoluto, consiste nel superamento dell’opposizione tra soggetto e oggetto, tra fenomeno e noumeno, e il riconoscimento dell’io di essere ogni realtà. Lo spirito è la possibilità tramite la ragione di cogliere la totalità integrale del reale con un pensiero in divenire. -PREFAZIONE dell’opera: da intendersi come prefazione all’intero sistema hegeliano. Concezione della verità come intero. Nozione di automovimento del concetto, dimensione dialettica. Critica il formalismo della mate, e da questo il criticismo ( pretesa di giudicare la conoscenza dall’esterno, non è possibile scindere, giudicare la ragione). La dialettica non ha questi timori referenziali, mette la ragione a nuotare rispetto alla realtà non la fa stare fuori. -bacchetta la matematica perchè conoscenza formale e adialettica. La conoscenza esteriore è inerte e siccome è tale modifica in ultima analisi la realtà, dall’interno, non per come essa è ma per come la mate vuole. L’opera viene da fuori per cui altera l’ente. Anticipa il principio di indeterminazione di Heisenberg ( quando io osservo un soggetto, interferisco con esso e quindi lo modifico, per cui non posso scindere newtonianamente oggetto e soggetto ). Il realismo matematico Galileiano non può predire come andranno le cose. La matematica è statica, la dialettica coglie il tempo storico. nella prefazione parla di Schelling e Fichte. -fenomenologia:storia romanzata della coscienza, che attraverso contrasti e dolori, deve essere compiuta in ogni individuo per comprendere ciò che accade al di fuori di sé. L’uomo, a seguito del confronto tra oggetto e soggetto, si innalza dalle forme più semplici di conoscenza a quelle più generali e poi all’assoluto. -susseguirsi di figure fenomeniche, che a gruppi o singolarmente fanno riferimento a Momenti significativi. -coscienza: contraddistinta da un’opposizione tra soggetto-oggetto e la convinzione che la verità sia fuori di sé -autocoscienza: ,momento della negazione. forte fiducia nella soggettività a discapito dell'oggettività. Due tesi complementari opposte. -ragioniamo sulla ragione, che essendo metafisica ci porta allo spirito, filo dello spirito, e dunque al superamento della separazione soggetto-oggetto. +dialettica: capacità eraclitea di cogliere l’essere nel divenire + 1)COSCIENZA: momento primordiale, inizio della consapevolezza di sé della coscienza. Primo soggetto che si confronta con il reale, incontro e confronto tra individuo ed ente. È confronto sensibile. Momento di conoscenza tripartita: -certezza sensibile: si è certi che esiste l’ente, rivelato dalla nostra percezione sensibile, avvenuto in un dato luogo e tempo. Questa dimensione muta in funzione del tempo. Cambiando il momento percettivo abbiamo casomai diversi fenomeni, ma rimane invariato il questo, l’oggetto in sé, così come il qui, in ultimo l’ora, il momento in cui i sensi lo rivelano. Ciò rimanda all’esistenza del fenomeno. Nasce la difficoltà di intendere come riportare enti e fenomeni a tutti gli altri eventi. Tesi della coscienza 1 -percezione sensibile: l’attenzione del soggetto si declina per fare in modo che le diverse proprietà dei fenomeni possano essere riportate a un unico fenomeno. Sostanza aristotelica presente in tutte le cose del mondo. Può l’uomo accumulare tutto ciò. La memoria rimuove buona parte delle memorie sugli eventi, che in realtà sono latenti, non rimossi. Moltiplicazione in termini di sostanza della realtà. -intelletto: ( sintesi). Siamo ancora nella dimensione finita dell’intelletto la kantiano. Il tutto non sta negli enti. Tra tutti questi dati bisogna fare sintesi, che l’individuo non trova fuori di sé. Supera ciò con l'intelletto. Nulla di nuovo, ciò che fa Kant. Ogni fatto rimanda all’atto che lo pone, il conoscere la realtà che ci circonda. Troviamo a priori dentro di noi che descrivono ciò che ci è esterno. coscienza ha interiorizzato se stessa ed e dunque arrivata alla coscienza di sé, per cui può ora interagire con quelle degli altri. Non ha più bisogno di riferirsi agli oggetti. L'individuo si relaziona all’altro e tende a proiettare il patto sociale, giusnaturalismo. Il rapporto con l’altro non avviene in maniera in se conciliante e benevola, ma attraverso la lotta. Alcuni sfidano la morte, altri si limitano alla propria autoconservazione. Autocoscienza: -rapporto signoria e servitù: uomini che con la lotta primeggiano sugli altri e altri che preferiscono la subalternità. Il nobile, nel rischiare la propria vita, afferma la propria indipendenza, si eleva sul suo servo. Il servo trasforma il reale ed e dinamico, mentre il nobile è statico e coltiva i propri privilegi invece di mettersi alla prova con l'esistente, cosa che storicamente ne causerà la morte. Il padrone dipende sempre più dal servo e arriva a non poterne fare a meno. Il punto di partenza era un nobile indipendente da tutti perché sa morire. Si rovescia dialetticamente la gerarchia. Il lavoro forma perché il servo mette se nel lavoro, manualmente e intellettivamente. Il servo domina i propri desideri, mentre il nobile pretende oggetti e servizi che non sa produrre. Ritrovamento della coscienza attraverso se stessa. -si può seguire la fenomenologia rispetto ai momenti della storia. Società antica a partire dalle civiltà idrauliche, con rigorosa struttura sociale che subordina chi produce. Storia incedere dialettico che ribalterà la situa. -privilegio aristocratico non è irraggiungibile STOICISMO E SCETTICISMO Si entra nella dimensione di stoicismo e scetticismo, filosofie alessandrine o ellenistiche o imperiali, dopo Aristotele la filo si sviluppa rispetto alla dinamica di domanda e ricerca esistenziale. -può il lavoro in quanto tale dare significato all’esistenza dell’uomo. Coscienza raggiunge indipendenza nel rapporto con l’altro. Evoca lo stoicismo, visione in un cui il saggio si ritiene non condizionato dalla realtà esterna e crede dunque di poterne fare a meno. Lo stoico governa il dolore, personalità che si sente al di sopra e indipendente dalla natura, si illude in realtà di eliminare le cose. Atteggiamento che nasce dalla sottrazione del reale, il punto di partenza della dialettica è che tutto ciò che è reale è razionale e viceversa, non si può raggiungere la sintesi senza la natura. Scetticismo insegna la sospensione del giudizio sulla realtà, con l’ambizione di ignorare totalmente la realtà. Nel rapporto con la realtà gli scettici pensano di poterne fare a meno in merito al loro operato ( la felicità consiste nell’essere virtuosi). L’eradicazione dal reale è pratica di sospensione di giudizio, non comporta fortezza d’animo, atteggiamento che vede qualsiasi cosa accada come senza valore, non come qualcosa da oltrepassare con una forza interiore. Per H lo scetticismo si contraddice perché da un lato dubita della realtà, perfino della sua sostanza, ma vorrebbe poter sostenere qualcosa di reale. Quel relativismo in merito all’essenza del reale rende anche il soggetto relativo. Assai insoddisfacente nella prospettiva dialettica di Hegel. Sull’orlo della scissione tra soggetto e reale. Non a caso, nel percorso della fenomenologia appare una verità che soppianta tali contraddizioni: la religione monoteista, quella abramitica. Essa pone il soggetto al cospetto di una totalità a lui superiore, cioè dio. Stiamo percorrendo la storia. Arriviamo all'affermarsi del cristianesimo. -coscienza infelice: quella del rapporto con dio, vuole dire che nella sua filo la religione c’è e ha ruolo rilevante, la ritroveremo nello spirito assoluto, ma è subalterna alla filosofia. -affermazione dio monoteista e creazionista, indipendentemente dalla realtà. Scissione tra la coscienza mutevole dell’individuo e quella immutabile di dio diventa esplicita nella spaccatura che si va a creare tra l’uomo e dio nell’ambito della religione. Nell’ebraismo dio è visto come essere totalmente trascendente, vendicativo, signore di vita e morte, può controllare la vita della creatura. Nell'ebraismo la coscienza è particolarmente infelice perché non è risolta, ma proietta in un altro da sé che determina in maniera assoluta le condizioni per il singolo. Non è un caso che nel procedere degli eventi le cose non 2 O spirito è l'individuo, che nei rapporti con la comunità, e fondatore di civiltà. Nasce dalla ragione, che essendo metafisica diventa etica. -mondo greco: mondo della libertà bella, da herder perché non ha stato imposto. Polis vede spontaneo inserimento del singolo nella realtà dello stato, che risponde a un principio di autorità che non è imposto. Ci sono però contraddizioni, l'antitesi alla grandezza della polis è tra la legge umana e quella divina. Antigone è testimone della tradizione, mentre la legge politica non può accettare il seppellimento di un tradizione entro le mura. Trema la libertà belle, perché non imposte, così come nell Edipo col fato. Finisce con l’inizio del mondo romano -mondo romano: antitesi tra individuo e leggi universali. Vuole porsi a dominio del mondo. -mondo moderno sintesi del rapporto tra individuo e legge universale, tra finito e infinito. Si potrà realizzare con l'alienazione dell’individuo da sé come realtà empirica, e ci si realizzerà nello stato nella regola. Pur in merito a una visione organicità basata sul principio di autorità non vuole un tiranno ma governanti. Stato di diritto e norma, che permettono la partecipazione nell’assoluto. Nel contesto moderno e a H contemporaneo, si oppone a una dimensione di spirito immanente che ricomponga la libertà degli antichi rispetto alla dimensione giuridica, la fede, che giudica vanità l’organizzazione del potere mondano, che non è la salvezza, e gli illuministi, scettici, coloro che sul piano dell'astrazione intellettuale si chiudono nel parziale, fintino e magari formano l’idea giusnaturalismo dello stato che garantisce le libertà individuali in chiave edonistica o il mercato. Kant e la riv francese da pulpiti ben diversi, la tolleranza kantiana o la violenza rivoluzionaria, sono due poli opposti della legge, La tensione morale delle legge dentro di sé è nell’illuminismo, così come nella rivoluzione francese c’è una realtà imposta. Improprio anche il romanticismo perché la soggettività romantica è passionale e individualista, non si coglie una dimensione organica del dovere rispetto alla collettività e non tende all’assoluto. Apostrofa i romantici come anime belle, seguono l’amato e non si preoccupano del dovere rispetto all’organizzazione dello spirito come entità politica. Lo spirito greco come armonia, l’antitesi è la frattura fra l’io e la società, spirito si rende estraneo a sé rottura tra io e società, la sintesi è lo spirito certo di sé: spirito oggettivo, soggettivo e assoluto. Tesi-idea-logica Antitesi-Natura-filo e conoscenza della natura Sintesi-spirito-filo dello spirito LOGICA Studia come il pensiero si formula. Il pensiero nella prospettiva hegeliana è un atto del soggetto, una delle sue facoltà spirituali con sensibilità, intuizione, fantasia, appetizione. Pensiero come atto del soggetto si rapporta a ente esterno, è sempre una riflessione su qualcosa. 3)il soggetto che pensa ente esterno a se, facendo ciò la trasforma. Mutamento prodotto nell’oggetto, facciamo affiorare nella coscienza la sua vera natura. Nel pensare la cosa la trasformo in quella che è. Pensiero è maturo quando scopre di essere produttivo dell'oggetto, il soggetto ha la libertà nel pensare e fare di creare un mondo. Spirito crea il mondo, condizione unica all’uomo. Per H, logica e metafisica sono un tutt’uno, pensiero in divenire dialettico è come la realtà si manifesta. L’oggetto della metafisica è l’essere, che coincide col pensiero, logica unisce pensare e metafisica rispetto alla realtà. IDENTITÀ’ non riconosciuta nell’immediato della storia, ma ha anch’essa fatto un percorso in 3 momenti: -metafisica classica: Platone e Aristotele. Riconosce a quella fase di pensiero una logica e metafisica, ma col limite di essere cristallizzate e non dinamiche. Procedono ingenuamente, pensando di potersi rivolgere direttamente agli oggetti. Pensiero in unità con l’essere, che è però cristallizzato. Credere che il finito sia retto da principi di identità non contraddizione non è il modo opportuno di cogliere l'essere. La vecchia metafisica pensa in maniera alta, ma cristallizza fuori di sé la certezza della realtà -dualismo moderno: Kant, fenomeno e noumeno, o prima cartesio, con res cogitans ed estensa, padre di ogni dualità. Nel pensiero moderno la logica è vittima di separazione tra pensiero ed essere. Empirismo, riduzione alla sola materialità, riduzione di senso alla fenomenicità. Produce lo scetticismo con Hume, paradossalmente, come fai a sapere se domani il sole sorgerà. Kant, per risolvere la questione, dice bene essere lontani dal dogma metafisico, ma la scienza deve avere certezze. Le avvalora col criticismo, bisogna 5 avvalorare il modo in cui pensiamo. Per il criticismo pensiamo in rapporto tra soggetto e a priori rispetto alla realtà empirica. Si crea dualismo fenomeno-noumeno. Ragione che unifica è qualcosa di astratto, dualismo tra intelletto e ragione. Empirismo riduttivo dei moderni -sapere immediato, sintesi, dopo tesi e antitesi. Logica della perfetta unità tra sapere ed essere delle cose. L’infinito, l’eterno sono nella nostra rappresentazione ciò che è,non è semplice idea platonica, o solo metafisica del significato dell'essere, ma c’è unità. Vero e intiero, non pensieri soggettivi limitati a una sola mente, che pongono esterni ciò che è fuori di te, ma tu pensi le cose come sono, sono pensieri oggettivi. L’idea è in grado di esplicare dinamicità della manifestazione dell’essere senza renderla esterna, compiendo l’unione tra ragione e realtà, divide dalla polarizzazione illuminista. ANTITESI-filosofia della natura Tripartita. La natura è il momento negativo, dell’alimentazione dell’idea. Idea fuori di sé si confronta col reale. Razionalità capovolta perché è il momento negativo, razionalità dispersa nella natura, nell'animale c’è l’istinto ma non la consapevolezza dell’istinto. Hegel si rifà alle filo della natura panteistiche e rinascimentali, ma anche alla natura romantica, organica e fatta di polarità e forze opposte. Quel tipo di approccio che vede la natura animata ci permette di trovare dio anche in un filo d’erba. Tutto l'esistente della natura è la manifestazione di questa razionalità capovolta. Ricompongo il tutto intelligente. La natura è un tutto vivente. Keplero, uno dei grandi astronomi, ha visione animata e spiritualistica del cosmo, consimile alle universali ligature di Bruno, di contro al meccanicismo e riduzionismo fenomenico empirico di Newton. Contro alla presunzione della scienza che pretende di cogliere il perché. Natura come razionalità sommersa nel fenomeno si divide in tre momenti: fisica e fisica organica. Come in Schelling si parte dallo studio della materia come causa efficiente, fisica come spirito che agisce, spirito che prende coscienza di sé nella dimensione fisico-organica, che rapporta la parte al tutto. Si parte da spirito estraniato e si arriva ad aspetti più vitalistici. Natura evocata da Hegel è caratterizzata dalla spazialità, fenomeno in un luogo, spirito caratterizzato dalla temporalità. Se la natura è fenomeno spaziale, le sue strutture sono fisse nel tempo, mentre lo spirito nel tempo è caratterizzato da un fenomeno di progressiva civilizzazione. Invece nella natura non c’è dinamica dello spirito in divenire nel realizzarsi e sottrarsi alla zavorra della materialità. Le specie animali rimangono le stesse. Ciclo biologico è riprodotto e fisso. Circolarità virtuosa che si ripete su se medesima, non è una spirale. Si deve dunque andare oltre la natura e nello spirito, nel quale c’è metamorfosi. Gli uomini primitivi sono uguali a noi fisicamente, ma non spiritualmente. La circolarità gira su se medesima a vuoto, va studiata ma è una impotenza. La natura è animata e organica, ma non crea vero progresso, solo la dialettica ci porta alla filo dello spirito. LA FILOSOFIA DELLO SPIRITO E’ la conoscenza più alta dello spirito e viene trattata nell’enciclopedia delle scienze filosofiche. Nello spirito vi è metamorfosi, cambiamento. I primitivi sono uguali a noi per quanto riguarda la fisicità, ma spiritualmente no. Biologicamente la circolarità gira a vuoto su se medesima, ma è un’impotenza: la natura è impotente, non crea vero divenire, vero progresso. Solo la dialettica ci porta alla filosofia dello spirito. Lo spirito è capace di autocreazione. Lo sviluppo dello spirito ha tre momenti: spirito soggettivo, oggettivo e assoluto. Lo spirito soggettivo risponde allo spirito individuale, quello oggettivo è quello sovraindividuale: lo spirito sociale. Spirito assoluto: l’assoluto si declina attraverso l’arte, la religione e la filosofia. Il panteista Hegel dà alla religione un ruolo fondamentale nella ricerca dell’assoluto, ma rimane comunque subalterna alla filosofia. Così come la natura, lo spirito procede per gradi, ognuno dei quali è propedeutico a quello successivo. Nello spirito ogni grado è compreso e risolto in quello successivo, che si fa poi superiore. Nella natura c’è la ciclicità biologica. 3 momenti dello spirito soggettivo: In questo sistema tripartito di passaggi progressivi, si parla di anima,L’anima tramite la consapevolezza di sé si pone nel romanzo della coscienza della fenomenologia dello spirito e nella psicologia il soggetto dispone lo spirito come teorico, pratico e libero: a quel punto si relazionerà agli altri e diventerà spirito oggettivo. -antropologia: si parte dalla condizione primaria di anima naturale. Dormiveglia dello spirito, sta per rendersi consapevole a se.l'uomo ha qualcosa in più. Anima per Hegel non ha risvolti metafisico soprannaturale, ma desume da Aristotele e dal de anima il termine, riferimento fisiologico e biologico, una cosa che rende gli animali tali. fisiologico: può essere la consapevolezza di quella condizione fisiologica. Nella fase dell’anima lo 6 spirito è uno spirito naturale. anima ulteriore al biologico, si può diventare coscienti di questo piano. L passaggio da anima naturale a senziente a naturale e infine anima reale.. -fenomenologia: basato su coscienza, autocoscienza e ragione. Qui tralascia le parti storiche, non adopera il servo-signore o la coscienza infelice, e va al netto. Arriviamo alla possibilità della psicologia -psicologia:momento di sintesi, spirito propriamente detto. Uomo in grado di essere consapevole a se sul piano di una ragione metafisica e costruisce: lo spirito libero, che avendo piena consapevolezza di sé è una volontà libera, creativa, fa scelte coerenti, razionali, consapevolezza della scelta.La scelta si evolve su un piano culturale. Si è liberi quando si sa ciò che si vuole e si vuole ciò che si sa. Lo spirito libero permette il passaggio da spirito soggettivo a spirito oggettivo. spirito studiato dalla psico che si riconosce in 3 funzioni: -spirito teoretico: hegel sottolinea l’aspetto cognitivo di conoscenza, soggetto su oggetto. Disegnare quadro coerente di ciò che ci circonda. Subentra lo -spirito pratico: homo faber, volontà e intenzionalità d’azione del soggetto sull’oggetto. Nel secondo momento si trasforma la realtà. -spirito libero: sintesi, lo spirito ha consapevolezza di sé e dunque è volontà creativa. Vuole dire fare scelte razionali, sapere cosa si sceglie. Scelta si evolve oltre il piano meramente funzionale a quello culturale. Si è liberi quando si sa ciò che si vuole e si vuole ciò che si sa. Quando si arriva a ciò c’è il passaggio DESCRIZIONE DELLE FASI DELLA VITA età della vita. La vita dell’essere umano ha 3 momenti, infanzia, giovinezza e maturità. -infanzia corrisponde all’armonia. Il tempo era un non tempo e c’era immaginazione, momento di incantesimo e stupore. Armonia stupefatta rimanda alla tesi, non si è ancora confrontata col reale. -giovinezza: comincia il contrasto, è l'antitesi, il contrasto nella consapevolezza di se stessi. Ciò che ci circonda si sente contrastivo alla voglia di affermarsi,dimostrare a se stesso quello che si è , passaggio che le società facevano con riti di passaggio, delle svezzature . Nell'infanzia si è ancora protetti dal fatto che nella nostra fragilità vediamo il mondo in maniera ingenua, cosa che nella giovinezza non succede più. I romantici per lui rimangono qui, nell'emotività. Percorso della vita non può finire con negazione. C’è ricerca del proibito -maturità e riconoscere la realtà oggettività, quando subentra la consapevolezza del reale. L’uomo maturo riconosce la necessità oggettiva e adopera la razionalità senza oltrepassare il mondo. Non mero conservatorismo o venuta meno di istinti giovanili. Maturità e il compimento di un percorso, fase di sintesi. Hegel usa la dialettica per descrivere ogni aspetto del reale. SPIRITO OGGETTIVO cuore della filo hegeliana. Per comprendere H bisogna comprendere eminentemente ciò. Lo spirito oggettivo e trattato ‘nei Lineamenti di Filosofia del Diritto’, tratta del fatto che la ricerca di libertà dell’anima trova la sua realizzazione dello spirito oggettivo, non nella creatività o sensibilità romantica, ma nel manifestarsi di strutture sovraindividuali dello stato. Diritto indica il sistema nel suo complesso, comprende la dimensione giuridica ma corrisponde alle filo pratiche, economia. Tripartizione -diritto astratto: tesi, parla di legge, che è un pro forma rispetto all’essenza, e dunque astratto. Rapporto giuridico vede la proprietà, spirito si compie nel fare e realizza, forma giurisprudenziale del diritto garantisce il contatto tra proprietà. Nel contratto c’è reciproco riconoscimento. Diritto contro il torto, 3o momento. Il sistema giudiziario si occupa di ciò. Persona: etimo latino non rimanda a entità costitutiva, ma a maschera teatrale. Nel diritto ci rapportiamo con gli altri in maniera esteriore, a contare non conta chi si è ma il ruolo giocato nei contratti e nei rapporti giuridici. Maschera e una rappresentazione. Aggiunge aggettivo astratto perché le persone sono legate tra loro da rapporti esterni, persona si traspone nell’oggetto, no rapporti profondi, ma formali e mediati dalla legge. Diritto contro il torto: bisogna riaffermare la possibilità del diritto rispetto alla violazione del torto. Fare giustizia vuol dire ricomporre il danno del diritto contro il torto. C’è processo in uno stato di diritto, no arbitrio, processo normato, giudici imparziali. Per colpevolezza c’è la pena. Hegel è autorevole nel pensiero, ma non vuol dire che sia tirannico. Dei diritti e delle pene del giusnaturalista, contrattualista Beccaria, celebra l’idea della pena redentiva per il condannato, con la privazione della libertà deve capire di aver violato il contratto sociale (patto da stato di natura a civile tra individui, si cedono un po’ di diritti perché lo stato garantisca la sicurezza e i 7 Nei lineamenti di filo del diritto,dice che la filo è il proprio tempo appreso nel pensiero, espresso in concetti. Ruolo egemone della filo in ambito del sapere, ma riassume anche nella filo l’andamento del mondo, scopo della realtà, determinismo storico, non è solo un palcoscenico degli eventi ma questi eventi costituiscono una razionalità. Gli eventi non accadono per caso, i vincitori sono portatori di una razionalità superiore. Hegel usa la metafora della nottola di minerva e quella della talpa, che fa l’opposto, scava nella terra con gli occhi chiusi, rappresenta il fatto che la storia in realtà non finisce con il tramontare di un’epoca, ma incede, avanza per fasi storiche. C’è un sistema chiuso dove l’Hegel della maturità adopera delle metafore in cui il rapporto tra la civetta filosofica rappresenta la condizione vigile del pensiero, dimensione cosciente, mentre la talpa che lo spirito che inconsciamente trasforma la realtà, mediante un lavoro cieco risponde all’incontro di due entità opposte unite nel matrimonio tra razionalità e irrazionalità. Hegel ha l’ambizione nel porci all’interno di una spiegazione della storia, di dirci che essa ha una finalità, e il singolo accidente (come ciò che scaturì la prima guerra mondiale) viene spiegato nell’incontro della cecità dei fatti e della razionalità. Matrimonio tra queste due metafore. Il pensiero intende la storia attraverso la ragione, la somma dei fatti non dà la storia, la storia va compresa, ha un’intelligenza. Il fine della storia è che lo spirito si realizzi, giunga alla consapevolezza di sé e che quindi oggettivi questo sapere, facendo un mondo caratterizzato da norme e manifesti se stesso. Lo spirito del mondo si differenza nelle varie culture dello spirito dei popoli, che si succedono portando avanti lo spirito della storia. Quello che vince porta avanti il medesimo scopo della storia, c’è una competizione che è una disputa in funzione della superiorità della storia stessa che si realizzerà in termini di spirito. Ci sono delle passioni individuali, delle figure specifiche, le personalità sono uno strumento della storia, il progresso vede uno strumento negli eroi, che sono capaci di elevarsi dalle scelte comuni, questi personaggi sono visti da Hegel come veggenti, hanno una visione superiore al senso comune, sanno interpretare una verità della storia. Glia lari tendono a riconoscere questa personalità nel suo carisma, perché essa sta portando avanti la storia. Questi personaggi storico-universali sono solo degli strumenti usati dalla storia: difficilmente fanno una bella fine. Hegel fa l’esempio di Ale Magno (muore trentenne piangendo l’incompiutezza di un impero universale), Giulio Cesare (diventa dittatore a vita e poi finisce accoltellato dai suoi seguaci stessi) e Napoleone Bonaparte (sogna un impero continentale che si conclude in solitudine nell’isola d’Elba, dimenticato da tutti, finisce in esilio la sua vita). Lo spirito del mondo dopo essersi servito di queste figure le abbandona ai lati. Verga ha scritto il ciclo dei vinti, in cui c’è una famiglia che ha lo sforzo di colmare un successo personale in una visione del progresso, famiglia travolta dall’ambizione di migliorare la propria condizione sociale, descrizione della fiumana del progresso che porta via anche chi pensa di realizzare il proprio progresso personale. Il progresso è come un fiume che lascia ai lati tutto ciò che ha trascinato rispetto a uno scopo. Per Hegel tutte queste figure si somigliano come involucri vuoti che cadono. Hegel dice che raggiunto il loro scopo, non sono diventati felici, sono stati dimenticati dalla storia. L’unica felicità che possono godere è la consapevolezza di aver cambiato il mondo. Sono stati però dei servitori di qualcosa ad essi superiore. Anche nella tragedia. Visione provvidenziale della storia di Manzoni è trascendente, non immanente come in Hegel, ma comunque la provvidenza ha in mente uno scopo che si realizza anche rispetto agli eventi tragici. Tutta la storia è sviluppo del concetto di libertà, anche se c’è il momento della dittatura, esso è parte in negativo di intendere che anche quando si subisce il male, questo è un male parziale rispetto a uno scopo superiore che è la libertà che varrà per tutti. Hegel ritiene che lo stato etico e la cultura tedesca abbia il ruolo di completamento della dimensione spirale della realizzazione dello spirito. Hegel parla di 3 momenti della libertà dello spirito: il mondo orientale in cui governa un solo re, il mondo greco romano in cui alcuni sono liberi (non i servi) e il mondo della realtà cristiano-germanica, in cui tutti sono liberti, la libertà è inserita nel concetto dell’eticità in una visione comunitaria, libertà partecipativa. La storia ha anche un’evoluzione geografica: da oriente a occidente. Nella monarchia moderna si aboliscono i privilegi nobiliari e si pone una costituzione, garantendo norme che tutelano tutti is sudditi come cittadini: nello stato etico si risolve l’individuo nella visione comunitaria, i più importanti sono i funzionari pubblici, di contro agli interessi di parte meramente economici, che vedono il privilegio di un rispetto a un’altro: ad esempio le teorie marxiste distruggono la società, non c’è un’uguaglianza in nome del singolo, ma si deve garantire l’unità del tutto. 10 Dopo Hegel allora che succede? Vi sarà ancora una storia della filosofia, dell’incedere del pensiero? La dialettica è una spirale, non è una circuitazione compiuta, quindi quando finisce ricomincia come nuovo ciclo. Però per rispondere a questa domanda si deve arrivare al vertice dello spirito assoluto. Lo spirito assoluto è tragico, è il raggiungimento della piena consapevolezza e autocoscienza del spirito. E’ caratterizzato dall’arte (sensibile), religione (emotiva-sentimentale dell’assoluto) e la filosofia (concetto, l’assoluto si conosce tramite il divenire del pensiero in quanto tale). L’arte pone una dialettica non risolta, incompiuta. L’arte tramite il sensibile cerca la fusione tra il soggetto e l’oggetto, cerca di ricomporre il dualismo di idea e realtà, soggetto e oggetto. L’oggetto nell’arte è una natura spiritualizzata e il soggetto è uno spirito che si naturalizza. Nell’oggetto c’è la materia e nel soggetto c’è l’idea di quello che l’oggetto deve diventare. (Schelling) L’incontra tra soggetto e oggetto mira alla forma del bello. Ma l’assoluto è superiore ai confini delle forme dell’arte, la forma viene manifestata attraverso la percezione sensibile. LO SPIRITO ASSOLUTO ARTE I momenti della storia dell’arte: arte simbolica, classica e romantica. L’arte simbolica si trova in Oriente, squilibrio tra forma e contenuto, eccesso ridondante della forma rispetto al contenuto, eccesso delle piramidi, grandissime mura della città, arte che con quelle dimensioni eccede lo squilibrio, eccede la musica. Poi c’è l’arte classica, in cui c’è la sintesi di armonia tra forma e contenuto. Dallo squilibrio all’equilibrio, che però è l’antitesi: si tornerà allo squilibrio —> questa è l’unica dialettica aperta. eccesso di contenuto nel romanticismo, spirito romantico non trova compiutezza e legittime forme o canone capace di manifestare quella tensione che lo anima. anticipa alcune posizioni critiche in merito alla morte dell’arte, cioè alla sua inadeguatezza espressiva. l’arte non può essere superiore alla filo. non si è in grado nella condizione contemporanea di tornare all’equilibrio e l’armonia dei classici, armonia tra forma e contenuto. unica triade aperta -arte romantica: quando si ha concezione poco matura prevale l’architettura -3o momento constata l’opposto: c’è la simbolicità, ma la volontà di descrivere l’assoluto è talmente tesa che diventa impotente e il divino sfugge al romantico. riconosce equilibrio nel momento intermedio della classicità. RELIGIONE () arte spodestata con coerenza dialettica. superata dal momento religioso, il pensiero. religione vista da un punto panteistico immanente, ma comunque è seconda. è assoluto nella forma della rappresentazione, riconosce alla religione positiva, della rivoluzione la religione dove c’è dio, sente il cristianesimo quella più vicina all’uomo perché dio si fa uomo. rapporto di concetto tra parziale e assoluto. la religione è sentimentale e rimanda dunque all'immediatezza, questo è un sentimento che per hegel non si trasforma in verità(), perché ha in sé l’elemento del sentimento, che sovrasta il concetto. quando hegel parla del romanticismo cristiano in ambito artistico dice che il sentimento di dio è così forte che non si riesce a oggettivare nella forma -rappresentazione: relazione di dio con il molteplice è unita in modo esteriore. dio si rivela inconcepibile alla limitatezza della condizione umana. passaggi di rappresentazione non di coerenza logica. fa bene la religione a declinarsi l’assoluto, ma il rapporto con esso va raggiunto con la filo, che colga la manifestazione di dio nella molteplicità e non nel trascendente. religione pensiero inibito. sepolcro vuoto -sviluppo storico: 1)momento animistico /ilozoistico, religione della natura. religione sommersa dalla natura che per hegel è la negazione. in essa c’è intelligenza,ma sepolta in se stessa 2)religione della libertà. dio come spirito libero, ancora eredità naturalista, ad esempio nello zoroastrismo. 3)religione dell’individualità spirituale. religiosità della classicità. divino è completamente in forma spirituale. dio in forma completamente spirituale, sia che sia monoteismo o politeismo. ebraismo 4)religione assoluta, cioè quella cristiana, dio si è fatto uomo. è lo spirito assoluto 11 la triade dialettica è in parallelo a quella religiosa, di padre, figlio e spirito. critica fortemente la teologia negativa, vuol dire credere in dio oltre le sue forme, quasi dimensione mistica. ritiene che la ripartizione della trinità possa essere colta tramite la filo FILOSOFIA 3o momento dello spirito è lo spirito in se. alta filo perchè sa annoverare nel momento vissuto dall’idealismo la conclusione di una spirale che si è mossa lungo la storia dell’umanità, magari si aprirà di nuovo. storia ha una razionalità. nella storia della filosofia fa piccolo manuale della costruzione del pensiero filosofico. applica la dialettica dello sviluppo della filo rispetto allo sviluppo del pensiero umano -Parmenide, l’essere è il non essere non è e non esiste il divenire. in Parmenide c’è la tesi. negazione dell’essere nelle filo magiche ed ermetiche orientali, ci vede negazione del concetto. vede sintesi virtuosa rispetto al pensiero classico in Eraclito, il filosofo del divenire, non ci si può tuffare due volte nello stesso punto di un fiume che scorre, affermazione che sottende comunque un essere immutabile. la filo non inventa nulla, il concetto, per quanto assoluto, bisogna scoprire la realtà che già c’è. la filosofia ha questo ruolo, quella di hegel è il vertice supremo dello sviluppo dello spirito nel pensiero umano, il mondo ha raggiunto la sua compiutezza. si andrà ora verso la decadenza così si può leggere la triade artistica. oggi arte è morta, soppressa dal concetto. chi sa se il dopo sarà meglio o peggio. EREDITÀ’ DEL PENSIERO HEGELIANO destra e sinistra hegeliana. in hegel convivono la superiorità della filosofia rispetto alla religione. e l’uguaglianza tra le due in ambito di contenuto, perché entrambe cercano l’assoluto. ci sono altre due realtà contrapposte nella realtà, da una parte tutto ciò che è giusto è tale perchè razionale e dunque va realizzato. hegel in veste progressista, la storia va avanti è fa progredire l’umanità. vanno buttate le strutture conservatrici rispetto alla realizzazione. in hegel troviamo anche che la realtà che è razionale è giusta, per cui può anche essere filo conservatrice. è un filosofo in prussia di una società vista in maniera corporativa e organica che non lascia spazio alle rivendicazioni dei meno abbienti. può essere letto da sinistra e destra. alla sua morte nel 1837, tra i vari pensatori a lui debitori, si creano due partiti, centrale rispetto alla sinistra hegeliana la figura di David Strauss. designa due correnti della possibile declinazione del pensiero hegeliano. convinto sostenitore dell’interpretazione da sinistra, razionalizzare la realtà portarla a un miglioramento. Strauss parte dall'opera vita di gesù del 1835, che non ne mette in dubbio l’esistenza, ma è convinto che gesù sia elaborazione mitologica. i cristiani hanno elevato gesù a essere il figlio di dio, era un sapiente, non è lui che ha informato il cristianesimo. si vuole naturalizzare il concetto di spirito, gesù non crea il cristianesimo, i cristiani creano una religione rispetto a una figura storica che non ha valenza trascendente a lui attribuita. sinistra hegeliana ritiene diversità di forma tra religione e filosofia, che deve diventare strumento critico di distruzione della religione, inconciliabilità tra dogma religioso e elaborazione razionale, filo deve cogliere la dialettica come trasformazione razionale della realtà. nella vita di gesù, strauss mette in discussione il fatto che gesù diventa cristo come elaborazione mitologica dei cristiani. bisogna invece naturalizzare il concetto di spirito vedere le cose alla luce di uno spirito razionale critico. la destra ritiene unità per forma e sostanza tra religione e fine, interpretano in maniera transcendent hegel, per loro la filo rivela e legittima per i più conservatori la religione, serve a dimostrare le ragioni di dio. la filo esplica il livello di dio e lo legittima SINISTRA HEGELIANA Feuerbach, hegel danno origine al marxismo Stirner, Bakunin… da loro uscirà anarchismo sociale, di destra con S che declina la deriva di massa, e di sinistra con B, emancipazione dell’uomo in chiave collettiva sempre disconoscendo le autorità e l’autoritarismo FEUERBACH, uomo dell’800, età napoleonica studia teologia in una dell’università più prestigiose di germania.si reca a berlino, dove è influenzato dal dominatore della filo, Hegel. tiene sporadici corsi all’università di (), cultore della materia, ricercatore. non è nominato professore perché il suo giudizio di valore sulla realtà non è coerente all’autorità, predica l’ateismo filosofico. non si può insegnare filosofia se legitimi una postura atea. inizia carriera in proprio nel 39 pubblica il Per la critica della filosofia hegeliana, non critica solo la destra hegeliana, ma anche al pensiero idealistico assoluto.òe…………………………………………………... l’essenza del cristianesimo: essenza religione 12 L’unico e la sua proprietà: sostiene che esiste soltanto e solamente l’individuo ciò che noi siamo, il mondo è concepito come palcoscenico per attuare la realizzazione del singolo. Bakunin: si qualifica come anarchico. azione anche violenta. si muove in russia, parteciperà alla prima internazionale, nella quale gli anarchici saranno allontanati. l’uomo individuo si emancipa tramite le masse. sentono entrambi il presagio dell’arrivo della società di massa. vuole emancipare dalla povertà diffusa della realtà russa. elabora anche egli anarchismo individualista ma da prospettiva socialista. comunità somma di individui. bisogna abolire con violenza proletaria e organizzazione proletaria lo stato, che come qualsiasi ente è espressione di un potere coercitivo, che limita la volizione delle genti. marx definirà l’anarchismo utopico, a favore della sua tesi di dittatura proletaria. il comunismo sarebbe una società senza stato, altrettanto ideale, accusano gli anarchici di avere fretta, vogliono andare direttamente al comunismo, senza passare per la dittatura del proletariato. stato biodegradabile. vogliono realizzare nell’immediato questo ideale, anche in difesa della libertà dei più deboli, chi sa se quello era il modo in cui essi la intendevano. questa politica dell’azione porterà ad attentati e violenza generalizzata, come le bombe. MARX il suo pensiero determina nel bene o nel male la contemporaneità. Marx è un ebreo, 1818-1881. nasce in germania da un affermato avvocato, molto abile. il padre gli impone di studiare diritto, non è la sua materia. in lui emerge rapidamente spirito di ribellione, per spirito e sensibilità, anche contro il profilo borghese di provenienza. si ubriaca spesso, lo farà anche in età matura, schiamazzi notturni, qualche volta per questo arrestato a Bonn, luogo dell’università. affronterà un duello universitario, in germania diffuso rito di iniziazione e coraggio. tipico atteggiamento di chi a vent’anni e cerca se stesso e di emanciparsi. si fidanza con una nobile e parte per berlino per finire i suoi studi in diritto. in quel contesto austero, nel 36 incontra il pensiero hegeliano e la filo, spesso ascolta quelle lezione. entra in circolo universitario della sx hegeliana tra 37 e 41, che comincia a impegnarlo politicamente. titolo della sua tesi di laurea, studia la filo classica, Differenza tra la filo di democrito ed epicuro, pochi dei filosofi classici con visione materialista. Si rifà ai pensatori materialisti minori. All’uni scrive per la rivista renese, giornale liberale, poi chiusa dalla censura dello stato prussiano. si dedica allo studio filosofico, in particolare del materialismo, radicalizzato in speculazione filo Feuerbach, sulla sua scia scrive critica del diritto pubblico di hegel, critica al suo pensiero. Marx diventa direttore della rivista degli annali franco-tedeschi: può pubblicare alcuni saggi significativi, come quello sulla questione ebraica. Scrive “lo stato” e “sulla religione”, che provocano la reazione della Prussia. Frequenta in Francia Blanc (socialista) e Proudhon (anarchico) e Bakunin. Entra nella lega dei giusti e collabora in un’associazione con implicazioni comuniste. Lo invita a Parigi, per continuare a fare pubblicazioni visto che in prussia non può. Dirigere annali franco tedeschi, dirigere il periodico per contenuto e pubblicare alcuni saggi come sulla questione ebraica (ebreo. critica il comportamento di appartenenza identitaria in società capitalista. può pubblicare alcuni saggi significativi, come quello sulla questione ebraica. Scrive “lo stato” e “sulla religione”, che, provocano reazione della prussia. Entra nella lega dei giusti, cioè egualitari, organizzazione protocomunista. collabora con pubblicazione di agitazione rivoluzionaria comunista, il vorwarts, fa proselitismo tra lavoratori relativamente alle tematiche rivoluzionarie. lo fa espellere dalla francia, tra 45 e 6 va a bruxelles, dove è raggiunto da Engels, pensiero simile, che è figlio di un imprenditore e farà testo del partito comunista, sosterrà economicamente M. fanno insieme viaggio in inghilterra, paese più evoluto per struttura industriale. ci sono molte associazioni operaie, i cartisti rivendicazione su carta dei diritti, e maggiormente ci sono le problematiche della classe operaia. con Engels scrive l’importante testo l’ideologia tedesca, emblematico, trattano dei filosofi idealisti. il titolo è ideologia, nulla di astratto e metafisico, è un’ideologia del potere che legittima una autorità illegittima, stato etico, che permette di mantenere subalterni i lavoratori. per la prima volta esplicitata la nozione di materialismo storico. scrive le tesi su feuerbach, divorzio dal suo pensiero a causa dell’arrivo a un comunismo filosofico, per Marx il comunismo è una lettura economica politica, non solo di astrazione mentale. 1848 rivoluzione generalizzata, scrivono il manifesto del partito comunista, esplicita opera di proselitismo rispetto alle idee comuniste, cominciano a diffondersi in maniera comunitaria in qualche piazza. dovranno 15 lasciare anche il belgio. marx si trasferisce a londra, ci morirà, vivrà però in miseria. E gli manderà denari per sopravvivere. quando si stabilizza diventa promotore del movimento internazionale dei lavoratori, alla prima internazionale del 64 ne redige il programma. scontro aspro tra tesi socialiste, mazziniane (no lotta di classe, no ateismo ) e anarchiche ( Bakunin). Nella prima internazionale il pensiero di Marx risulta egemone, diventa maggioritario: in questi anni, 1867 esce il primo libro il Capitale, testo più rappresentativo di marx, tentativo capitale di marx di descrivere con certezza il capitalismo con l’intento di abbatterlo. Nel 71 i francesi perdono alla prussia di bismarck e la francia torna a essere repubblicana, rivolta della comune di parigi. Marx vede in quella comune quello che andrebbe fatto in riv, esalta perché crede che lì ci sia stato il comunismo, primo governo proletario a cui ispirarsi (“la guerra civile in Francia”). muore nell’83 PENSIERO -analisi globale della realtà, pensiero non riducibile a una dimensione solo teoretica. fa osservazione del mondo borghese e dell'istitualizzazione del potere. cerca di avere un pensiero aderente al reale, non vuole sia definita una teoresi perchè vuole applicare la prassi, cioè fornire un'interpretazione di uomo e mondo che sia espressione di intenti rivoluzionari e di cambiamento sociale. bisogna mettersi a servizio degli sfruttati, sofferenti e disuguaglianza rispetto a chi detiene il potere. bisogna avere idee che trasformino la realtà. richiamo anche a Prometeo (Frankenstein). prometeo diventa un testimone di ciò che bisogna fare, rubare conoscenza e portare al popolo il fuoco perchè si liberi dalle catene oppressive del capitalismo. condurre il sapere nel mondo favorendo la civilizzazione. mettere in atto incontro tra realtà e razionalità tramite la prassi, senza adeguare l’una e l’altra e viceversa, come nello stato etico, autoritario. di Hegel dice che il suo idealismo adopera stratagemma speculativo, fa della realtà empirica una manifestazione dello spirito, si sottrae alla prassi. ha derivato che lo stato presuppone per forza una autorità per essere legittimo. errore di aver posto l’astrazione del principio rispetto alla realtà del potere. per H è importante che lo stato ci sia e sia un principio di autorità, che per Marx è illegittimo perché non lavora rispetto all’emancipazione degli ultimi. razionalità politica in atto è per marx un misticismo, una giustificazione del potere per metterlo in mano ai borghesi, si pone il potere in allegoria astratta e non si pensa quello che effettivamente. bisogna ribaltare il rapporto tra soggetto e predicato, come prima aveva fatto l’idealismo. è dunque un rapporto dialettico.riproduce la dialettica di hegel come dialettica materiale, confronto di classe. la prassi ,la trasformazione della realtà induce e produce il pensiero. critica della civiltà moderna e del liberalismo nella modernità si fa scissione tra società civile e stato. non è il primo, democrazia degli antichi e dei moderni, anche Hegel lo dice. consapevole che la polis greca fosse simbiosi tra pubblico e privato, per cui non c’era conflitto tra i due, modello partecipato, simbiosi tra politico e civile. nella modernità, col primato borghese, c’è scissione di quel rapporto, terra della società civile fatta di interessi ed egoismi, e il cielo o presunto tale della dimensione statale, che ratifica formale uguaglianza tra individui che non vale sulla terra. serve il comunismo perché ciò avvenga. il presunto interesse comune ratificato dallo stato è in realtà strumento di classi più agiate. la riv fra è servita ma porta uguaglianza formale, ha ratificato una disuguaglianza sostanziale. per marx la democrazia rappresentativa è camerieri del potere economico, vuole abbatterlo per realizzare democrazia. società moderna non è progresso, periodo di egoismi. descrive la società borghese come bellum omnium contra omnium, tutti contro tutti, società dell’individualismo, no appartenenza comunitaria e scissione tra pubblico e privato. comunismo vuol dire ritenere che la proprietà privata sia un furto e che questa vada resa comune per ridare la condizione sociale agli uomini, che possono così rapportarsi in maniera libera agli altri. democrazia totale e sostanziale e comunista, con alla base la comunità della proprietà. SULLA QUESTIONE EBRAICA Posizione quasi alla martin lutero. tesi di bruno Bauer, in merito all’emancipazione degli ebrei diceva che si sarebbe realizzata quando lo stato avrebbe cessato di essere cristiano e fosse diventato laico e consente a tutti di avere un’opinione religiosa. per Marx l’uguaglianza di fronte alla legge è astratta e formale. rimane la disuguaglianza reale, che interessa a Marx, è quella che induce società alienata e di sfruttamento. se si emancipano in quella maniera assumeranno ruolo ancora più improprio nello stato borghese. emancipazione può avvenire solo soverchiando lo stato, l’emancipazione degli ebrei si avrebbe solo superando la società di 16 classe.che a loro può fare comodo rispetto alla propensione ad occuparsi di soldi. vuole che l’ebreo scompaia a se stesso religiosamente ed economicamente I cosiddetti diritti dell’uomo nascondono mistificazione, se gli ebrei si identificano con quel giudaismo vanno considerati capitalisti e vanno abbattuti per realizzare il comunismo. se gli ebrei si identificano con quel giudaismo vanno considerati capitalisti della peggior specie. manoscritti economici denuncia l’alienazione del mondo industrializzato, rapporto incompiuto tra operaio e prodotto finito, che è per il lavoratore estraneo. alienazione significa dunque, non come in feuerbach nè come in hegel, il lavoratore è in mano al capitalista che possiede i mezzi di produzione, il capitalista realizza economia di scambio per lui profittevole sfruttando il lavoratore. l’economia politica con davide ricardo, adam smith, descrivono gli elementi della produzione economica. già in età giovanile, marx non si sottrae alla loro teoresi. in quell’analisi tecnica il mercato è autoregolato in maniera meccanica e autoriferita, non si riconosce struttura dialettica contraddittoria dell’economia industriale capitalista. la reale condizione del lavoratore è quella storica del proletariato, che prima era servile. nella società analizzata da marx lo sfruttato è il lavoratore salariato. l’alienazione si declina in Marx rispetto a 4 punti: -in funzione del rapporto col proprio lavoro. il lavoratore produce un oggetto che non gli appartiene -il lavoratore è alienato perché è uno strumento del profitto di altri, non è partecipe di tale resa, ma ottiene una quantità di denaro funzionale solo al suo operato, e lui è sfruttato senza avere i margini di profitto del capitalista. -alienazione alla propria essenza. lavora in maniera costretta, forzata e ripetitiva. negata la sua dignità, non è lavoro libero e creativo che manifesti la sua personalità. per il materialista marx il lavoro qualifica l’uomo rispetto alla sua condizione animale. (chi detiene i mezzi di produzione e chi li subisce). costruzione molto pesante perchè in chiave psicologica, costringe l’uomo a una postura di regressione animale -alienazione al loro prossimo. non bisogna mantenere nulla della società corrente. alienazione al proprio prossimo. per il rapporto conflittuale allargato alla società in genere, alienazione in tutti i rapporti umani, mediati da costrizione economica. il vicino è visto con occhi di sospetto, sta cercando il suo interesse.rapporto basato su un condizionamento di sfruttamento serve la rivoluzione, trasformare l’esistente in modo tale che il capitalista non possa più espropriare del lavoro e dell’umanità, superare la proprietà privata e realizzare il comunismo, modello che eviterà le condizioni dell’alienazione mettendo tutto in comune. la storia va intesa come perdita e riconquista dell’essenza dell’essere umano, della sua dignità e bontà persa a causa dell’economicismo imposto e dei rapporti di proprietà. comunismo soluzione escatologica ( termine legato a visione religiosa della storia), comunismo diventa una religione, risolverà la storia se riesce nel suo scopo e salverà l’umanità dall’oppressione (). tesi su feuerbach 1845 si consuma il distacco con l’autore. in realtà il materialismo di F è incompiuto, risente dell’illuminismo, di lemaitre. quell’uomo è nella sua prospettiva in postura passiva, non può elaborare vera prassi perché non legge la realtà in chiave storico-sociale. fa riferimento a un comunismo filosofico di inversione dei rapporti di predicazione in una dimensione passiva, teoretica e concettuale. limiti da oltrepassare: l’uomo non è semplicemente natura, è più che natura, società e dunque storia. attraverso le condizioni tecniche che trasformano il ruolo di produzione. c’è sfruttatore e sfruttato. uomo qualificato dal tipo di rapporto sociale. pensiero della prassi, in cui i rapporti di forza esprimono chi li subisce. corregge hegel con feuerbach e viceversa. marx è un dialettico, odio e amore con hegel ,nel comunismo non c’è lo stato. dialettica di hegel è materialista. per hegel si realizza lo spirito, per Marx si realizzerà l’emancipazione dell’umanità tramite il comunismo. “i filosofi hanno esclusivamente diversamente interpretato il mondo, mentre invece si tratta di trasformarlo”, cit. Hegel . il naturalismo non permettere di cogliere la natura anche dell’alienazione religiosa. per Marx la religione è un prodotto storico sociale delle ingiustizie sociali, Marx ritiene che non ci sia un’astrazione 17 le riforme di integrazione sociale in quegli istanti. socialismo interclassista, piccolo borghese e umanista è critico di liberismo e liberalismo, ma è comunque un ostacolo al socialismo scientifico, non è ciò che ci vuole per abbattere il tutto e disaminare la società. socialismo filantropico umanitario, conservatore borghese, critica il capitalismo ma non è in grado di distruggerlo. critica proudhon, anarchico, che non identifica la lotta di classe rispetto al proletariato ma ai contadini. non parla di annichilimento della proprietà, di cui lui parla per primo intendendo però i monopoli del capitale. mette in discussione la proprietà privata capitalista, non essa in se. per marx ha comunque un fondo borghese. questi socialismi non portano alle estreme conseguenze, non sono effettivamente nichilistici nell’abbattere tutti i valori di riferimento del passato. Rousseau: interesse comune superiore a quello parziale. questa logica è adialettica, mantiene sentimento per quelle cose. socialismo idealistico, Saint Simon, Owen, fourier. gli ultimi due sono imprenditori illuminati, Rivendicano la necessità di un rapporto più equo tra imprenditore e lavoratore, condizioni di tutela del lavoratore. non riconoscere funzione dialettica, rivoluzionaria al proletariato e lo rende parte di ciò che va abbattuto. capire l’annichilimento portato dal capitalismo, da risolvere con atteggiamenti di filantropia, è una lettura che non porta alla rivoluzione. i socialisti riformisti sono logica di forza rivoluzionaria, sono sodali di società che va abbattuta, bisogna disalienare la società, creare col comunismo il paradiso in terra, non semplicemente migliorare le condizioni dei lavoratori, che non devono più sottostare all’alienazione. IL CAPITALE libro capitale di Marx, che con questo testo vuole mettere in luce i meccanismi strutturali della società borghese, che vuole abbattere. siccome è finito il tempo di pensare il mondo e bisogna trasformarlo, bisogna fare ciò con un costrutto scientifico applicato, studiando cioè la borghesia, in particolare la sua economia, per svelare la legge economica, che governa l’andamento della società moderna, cioè quella borghese. struttura e sovrastruttura: visione economicista, descrive la realtà rispetto al suo scheletro cioè l’economia, e all’epoca i mezzi di produzione erano dei borghesi. il metodo d’indagine non è diverso dai pari dell’economia classica, come Adam smith, ricardo, e anche Malthus. la differenza è che se Marx adopera i loro strumenti non li legittima, perché inserisce la descrizione economica della realtà in una riflessione storico dialettica. per Marx la storia è un incedere di lotte di classe, di conseguenza non esistono leggi universali dell’economia, regole scientificamente certe, che legittimano il sistema dominante capitalista. per Marx esistono leggi storiche specifiche a ogni formazione sociale, nell’antichità c’era la società schiavista, nel medioevo il feudalesimo, nella società moderna è la borghesia, e le lotte di classe sono specifiche a ogni contesto storico. per marx, non c’è autoreferenzialità dello studio economico. 2)la società borghese ha in sé contraddizioni strutturali (la mano invisibile di Smith, ( mercato indipendente determina il prezzo, stato invisibile, regolazione di domanda e offerta regola i meccanismi dell’economia), che ne minano la solidità. società destinata a crollare 3) economia riguarda la totalità organica. Dialettica hegeliana, non lasciare il finito nella solitudine. Marx ha dialettica storico-materialista, ma qui si avvicina a Hegel nel dire che l’economia riguardi una totalità organica. gli elementi, produzione, distribuzione, scambio, consumo, vanno pensati in maniera complessiva, non aggregato di elementi di bilancio, da analizzare in maniera meccanicistica e lontana dalla realtà sociale. ortodossia: il capitalismo crollerà, ma non si potrà fare la rivoluzione se non si presentano le condizioni socio- economiche. Lenin invece vedrà la riv come un intervento politico. marx parte dal fatto che l'uomo si caratterizza come condizione animale nel soddisfare i suoi bisogni tramite il lavoro, trasformando la realtà fa merce/prodotti, si può fare ciò con due implicazioni, il valore d’uso o quello di scambio. produrre con l'intento del valore d’uso vuol dire creare un prodotto che soddisfi un bisogno. comunismo primitivo. il valore di scambio, (liberisti), produco per metterli a disposizione, per venderli. chi produce fa ciò per fare profitto attraverso il ricarico del prezzo. Marx dice che il valore di un bene prodotto non è determinato come dice adam smith dall'incontro tra domanda e offerta, per marx il valore è determinato dal lavoro applicato, non dal prezzo, che è influenzato da variabili contingenti come la disponibilità. qualsiasi cosa si produce col lavoro, l’aggregato totale dei prezzi delle merci ( in una società) equivale alla somma del lavoro contenuto in essa. la particolarità capitalistica consiste nel fatto che la produzione non sia finalizzata all’uso ma al profitto. questa è la problematica da cui partire per disalienare la società, creare eguaglianza indotta e 20 imposta, nel quale l’economia non produca differenze di stato rispetto all’aspetto privatistico, in maniera tale che tutti abbiano le stesse possibilità. dal punto di vista tecnico-economico, le economie di valore d’uso sono chiamate anche mdm, merce-denaro- merce, produco la merce, il denaro è strumento di scambio universale tramite il quale posso avere altra merce. è un'economia a ciclo semplice, dove si vende per comprare. per il valore di scambio, c’è l’acronimo dmd^1. i protocapitalisti, i primi banchieri, molti italiani, mettono il denaro per produrre merce in quantità difforme dalla mdm per generare denaro. ciclo capitalistico, il capitalista investe denaro per accumularne di più. Questo determina la questione del plusvalore, si determina producendo in grande quantità a poco prezzo tramite la fabbrica di spilli di adam smith ( divisione del lavoro), il plusvalore non è nello scambio di merce, nell’abilità di gestire incontro tra domanda e offerta, ma nel lavoro. il capitalista fa ricchezza sfruttando il proletariato, manodopera alienata dalla divisione del lavoro, che con un misero salario alimenta la produzione di grande profitto del capitalista. salariato produce un valore molto maggiore di quanto gli viene restituito. il plusvalore discende dal pluslavoro, il salariato lavora molto di più in rapporto a quanto viene pagato, si identifica con il valore da lui gratuitamente offerto al capitalista, è un'imposizione sociale della società sui meno abbienti, costretti a lavorare in condizioni di sfruttamento. abolendo tale società e rendendo pubblici i mezzi di produzione non ci sarà più il pluslavoro-plusvalore capitale libro scientifico-economico. marx vuole distinguere il plusvalore dal profitto. non sono la stessa cosa, entrambi prodotti dallo sfruttamento del lavoro per marx. il capitalista è colui che produce tramite due fattori di capitale, il capitale variabile (capitale mobile investito in denaro. include anche i salari. tutto ciò che è dimensione volubile in denaro), e quello costante ( è il capitale investito i macchine, impianti innovazione, ricerca scientifica applicata. ), che il capitalista possiede entrambe. il saggio del plusvalore è dato dal plusvalore fratto il capitale variabile, quest0ultimo determina rispetto ai salari il decesso di lavoro o mero sfruttamento. il saggio del profitto è determinato dal plusvalore diviso (capitale costante + variabile). il profitto effettivo del capitalista si determina così. nella logica del profitto privato, il capitalista tenta sempre di ridurre gli elementi sotto la linea di frazione per massimizzare i guadagni. nella logica di marx, egli cercherà di ridurre il capitale variabile, razionalizzare la forza produttiva innovando tecnologicamente, cioè investendo sul capitale costante. ‘industria meccanizzata con l’innovazione migliora la sua efficienza espellendo la forza di lavoro salariale. l’aumento di produttività genera ricchezza per il capitalista e conflitto per la società. la disoccupazione genera il conflitto sociale, ci sono crisi costanti nel modello di accumulo capitalista, crisi cicliche di sovrapproduzione. e la gente deve continuamente reinventarsi per tenere il passo ( fiumana del progresso verdiana). per marx tutto ciò è scientifico, vuole dare elementi positivisti, di certezza storica riguardo all’incedere della crisi del sistema capitalista. la crisi del 300 fu dettata dal fatto che la crescita delle risorse è in progressione aritmetica, quella della popolazione geometrica, secondo malthus, e quindi a un certo punto deve arrivare una crisi di scarsità, l’economia non può sopportare tutti. paradossalmente, nella società capitalista la crisi è per sovrabbondanza di merci. beni rimangono invenduti, l’economia capitalista crea crisi di disoccupazione prodotte dalla sovrapproduzione. queste crisi sono di due tipi: -congiunturale: legata all’innovazione tecnologica -strutturale: crisi diventa veramente letale. l'inconveniente strutturale è causato dall’innovazione e espresso economicamente dalla caduta tendenziale del saggio di profitto. saggio di profitto è in tendenza perversa, perché accrescendosi smisuratamente il capitale costante ( anche prendendo risorse all’estero con l’imperialismo. il capitalismo nasce d'altronde con lo schiavismo), facendo diminuire il saggio di profitto. rendimento decrescente del capitale produce anarchia produttiva, il capitalismo si alimenta con una lotta spietata, darwinistica per la sopravvivenza con crisi cicliche che diventano vorticose e portano le due classi opposte, borghesia e proletariato, a un contrasto che sarà finale e terminerà questa società. la legge della storia è caratterizzata dal rapporto tra forze produttive e rapporti di produzione. le forze produttive arrivano a un livello così avanzato da ribaltare i rapporti di produzione. tutto quello che vedete è destinato a un esito catastrofico, legato al tracollo del saggio di profitto. arriverà la rivoluzione comunista, la legge della storia produce il comunismo finale. la riv cancellerà la proprietà privata, divisione del lavoro e dominio di classe, originando quell’epoca nuova della storia del mondo, che darà stabilità tornando a un’economia basato sul 21 valore d’uso e non di scambio, sottraendosi alle contraddizioni dell’accumulo capitalista, è un’escatologia, una religione immanente questo comunismo. la violenza è parte del processo. la violenza è imposta ai lavoratori, che sono legittimati a usarla per abbattere sistematicamente la società. non sono più luddisti, non si scagliano contro l’innovazione tecnologica, ma vogliono abbattere l’uomo visto come figura che comporta lo sfruttamento di un altro uomo. la lotta di classe conduce necessariamente a una violenza liberticida, che si impone con la dittatura del proletariato. la dittatura è un periodo di transizione, regolato dal socialismo reale, propedeutico come dittatura di una maggioranza di oppressi a raggiungere il comunismo, il comunismo è una società globalizzata, dove non c’è più neanche lo stato, società si autoregola relativamente a una dimensione libertaria, estinzione dello stato. nessuno ha mai visto il comunismo, è un’utopia, di realizzare il sogno anarchico con metodo realistico-storico-scientifico, col monopolio della forza ( gli anarchici non credevano nell’azione diretta). noi abbiamo visto realizzato soltanto il socialismo reale. 22
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