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Filosofia di Hegel: L'Idealismo Assoluto e la Dialettica, Appunti di Filosofia

DialetticaHegelFilosofia tedescaIdealismo

Una introduzione alla filosofia di Hegel, con un focus sulla sua critica al pensiero di Kant e l'introduzione alla sua teoria dell'idealismo assoluto e della dialettica. Viene discusso il concetto di ragione come realtà e la struttura triadica della coscienza. Inoltre, vengono presentate le idee di fenomenologia dello spirito e la lotta tra autocoscienza e signoria-servitù.

Cosa imparerai

  • Che critica Hegel a Kant riguardo alla separazione della ragione da sé?
  • Come viene esaminata la lotta tra autocoscienza e signoria-servitù da Hegel?
  • Come Hegel descrive la struttura della coscienza?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 25/02/2022

Mavirighini
Mavirighini 🇮🇹

4 documenti

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Scarica Filosofia di Hegel: L'Idealismo Assoluto e la Dialettica e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! filosofia Hegel pagina 1 di 8 GEORG FRIEDRICH WILHELM HEGEL Idealismo tedesco, pensatori post-kantiani: Fichte (idealismo etico), Schelling (idealismo estetico, criticato da Hegel per aver scritto un testo simile ad “una notte in cui tutte le vacche sono nere” da lì la fine dell’amicizia), Hegel (idealismo assoluto). L’IDEALISMO ASSOLUTO 1° critica di Hegel a Kant: critica al Tribunale della Ragion Pura (sottoporre a processo la ragione e le sue pretese conoscitive ad opera della ragione). Hegel critica l’idea che la ragione possa separarsi da sé per guardarsi dall’esterno. È come se Kant volesse capire cosa si può conoscere prima di conoscere, ma non puoi chiederti cosa conosci prima di conoscere, se non mentre stai già conoscendo. “È come se di volesse imparare a nuotare, senza arrischiarsi di buttarsi in acqua”. Dal processo alla ragione, alla ragione come processo, il divenire. Ragione = realtà. 2° critica: distinzione fenomeno-noumeno. È un’eredità dell’idealismo ingenuo, secondo Hegel è inutile fare questa distinzione, perché dato che non conosceremo mai il noumeno, esso è inconoscibile assolutamente, perché parlarne, se non sappiamo che esiste? La distinzione è priva di senso, perché c’è solo la realtà che nel suo apparire si mostra (fenomeno). Sarà necessario riferirsi alla realtà soggetto- oggetto in modo dinamico. Dialettica nella Critica della Ragion Pura: logica delle delusioni, quando l’uomo cerca di capire il mondo non può se non sbagliarsi. DIALETTICA per HEGEL: il movimento/dinamismo dell’unità soggetto-oggetto, la legge della realtà nel suo movimento, la legge del pensiero nel suo movimento. “Tutto ciò che è reale, è razionale, e tutto ciò che è razionale è reale” -Hegel. SCIENZA DELLA LOGICA, Hegel (Wissenschaft der Logik) Fa un esempio di dialettica: movimento sia della realtà che del pensiero. L’ente è. L’essere è. L’essere dell’essere è di non essere un ente, l’essere è il ni-ente, l’essere è il non ente, l’essere è il nulla. Se penso posso superare questa convinzione. Dialettica: conservare gli opposti, in una sintesi, che consenta di mantenere la verità. Superamento: innalzare un’opposizione alla realtà assoluta. 1° idea = essere = tesi, 2° idea = non essere = antitesi, 3° idea = divenire = sintesi. filosofia Hegel pagina 2 di 8 L’antitesi è la verità dell’essere, è il suo opposto. Noi dobbiamo superare l’opposizione in una sintesi. Qual è l’essere il cui essere coincide nel non essere? L’essere il cui essere coincide nel non essere, alcunché indeterminato, è il divenire. La sintesi a sua volta diventerà una tesi, che ha un’antitesi, che diventerà una nuova sintesi, che diventerà una nuova tesi… Quando una sintesi non sarà più una nuova tesi, si manifesterà l’assoluto. FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO, Hegel (Phänomenologie des Gesteis) Spirito = realtà in sé stessa Fenomenologia = discorso che permette all’assoluto di manifestarsi Per mezzo di noi l’assoluto fa esperienza di sé. Lo spirito diviene consapevole di sé, per mezzo dell’esperienza (esperienza dialettica di superamenti) che la coscienza fa di esso. Vi è il progressivo manifestarsi dell’assoluto per mezzo dell’esperienza che noi facciamo di lui. L’assoluto viene a conoscenza di sé, tramite l’esperienza che la coscienza fa di esso, in una modalità dialettica. La nostra esperienza dell’assoluto è la sua manifestazione (=Parmenide), essere e pensiero coincidono, però non in modo statico come in Parmenide, ma vengono mantenuti il divenire, ecc… L’assoluto attraversa 6 tappe nel libro: 1. coscienza, 2. autocoscienza, 3. ragione, 4. spirito (in senso stretto/oggettivo), 5. la religione e 6. il sapere assoluto (che per Hegel è la filosofia). Ciascuna di queste è un movimento dialettico, vi è un inveramento = vengono innalzate/sintetizzate (NON ABBANDONATE) in una verità più alta. Hanno una struttura simile ad una matriosca, però dinamica, ogni “step” successivo è la sintesi dinamica dello step precedente (es. autocoscienza = sintesi della coscienza). La dialettica è un po’ il respiro dell’assoluto, costante movimento di cercarsi al di fuori di sé, del cogliersi in sé e di trovarsi nell’unità di questo movimento (espirare + inspirare = respirare). La filosofia, presa come sapere assoluto, non è tanto il sapere della realtà, ma la realtà nel suo sapersi. 1° TAPPA, LA COSCIENZA La coscienza al suo interno vive un movimento triadico mentre cerca di conoscere una realtà diversa da sé e al di fuori di sé: filosofia Hegel pagina 5 di 8 autocoscienza, poi ripreso da Sartre in “L’essere e il nulla” con il sadomasochismo nella dialettica signore-servo. Il padrone è il sadico, ha bisogno di trattare da servo, mentre il masochista, il servo, ha bisogno di essere comandato. Il servo si rende conto però che il padrone HA BISOGNO di comandare, è quindi il servo ad esercitare il potere sul sadico. Si vede anche nel rapporto prostituta-cliente, sembra la prostituta ad essere servo (dato che da quello che può avere: il proprio corpo), ma è in realtà il padrone, perché è il cliente ad avere bisogno di lei, di ciò che gli da (tantoché alcune prostitute ricattano i clienti perché si rendono conto del potere che hanno in mano). Hegel fa tre esperienze: 1. Il servo serve, e grazie a ciò si rende conto che è in grado di controllare i suoi impulsi (es. rabbia nei confronti del padrone) e quindi è libero (+ libero rispetto al padrone); 2. Il servo lavora, sa fare meglio del padrone, il padrone ha bisogno del servo per fargli determinate cose, il lavoro è la nostra capacità di trasformare le cose, in qualcosa che può essere utile, senza il servo il padrone non sa fare niente, il suo lavoro lo nobilita; 3. Il servo sa che ha paura della morte e si rende conto di poter morire: il servo sa che è nelle mani del padrone, la sua vita è a contatto con la possibilità del poter morire (determinata dal padrone), il servo ci pensa alla morte, sa che quello che ha non è scontato, da un determinato peso alla sua vita (Heidegger dice che la morte è la possibilità ultima dell’impossibilità di ogni altra possibilità). b) Stoicismo Il servo trova la sua libertà e serenità in questa consapevolezza, diventando così STOICO (stoicismo = sintesi della dialettica servo-padrone). Non diventerà nuovo padrone del padrone, bensì padrone di sé stesso, libero. Non è però una vera libertà perché lo stoico è ancora imprigionato, è una libertà astratta perché resta comunque la natura di fronte a lui. (Nancy e Levinas dicono che la libertà interiore non è estirpabile, la profondità della spiritualità di ognuno di noi non può essere rubata, lo sguardo di ognuno di noi non può essere rubato). Autori stimolati dal pensiero di Hegel: -Umanesimo ateo= per diventare davvero essere umani, per completare il nostro percorso di crescita è necessario diventare atei, perché Dio più che accompagnare l’uomo, lo limita (Feuerbach). -Entfremdung/Entäußerung > alienazione > cercarsi fuori da sé, su cui Marx scriverà i “Manoscritti Economico-Filosofici”. Viene mostrato come il capitalismo sia un modo di produzione alienante. c) Scetticismo Lo stoico è comunque in catene. Il tentativo di sciogliere le catene si trasforma in scetticismo, ovvero nella relativizzazione di ogni verità. Questa, però, la si azzera di fronte a una verità che pretende essere solida e che mette in discussione il concetto che tutto è relativo: Dio. Lo scettico cerca quindi di uscire filosofia Hegel pagina 6 di 8 dalla sua indifferenza e relativizzazione ma si scontra con l’ammirare/il voler raggiungere/l’anelare di ciò che per lui non è raggiungibile, ma a cui si sente devotamente fedele. Diventa quindi coscienza infelice. d) Coscienza infelice L’autocoscienza si cerca nuovamente al di fuori di sé nel sentirsi parte di un atteggiamento di “devozione popolare” dove l’altro è interiorizzato: la credenza in Dio. Nel rapporto tra l’autocoscienza e la religiosità Hegel attraversa 3 tappe: 1. Il rito (l’essere umano pensa di raggiungere il divino attraverso pratiche rituali: es. Via Crucis) 2. La glorificazione di Dio attraverso il lavoro (cerca di raggiungere il divino in mondo più intimo > caratteristiche dell’etica calvinista di Max Weber) 3. L’ascesi (l’asceta rinuncia a sé e ad altre pratiche per innalzarsi a Dio: es. non mangia, no rapporti sessuali, lavora molto…). Quando riesce ad immedesimarsi in Dio non c’è più lui o Dio, ci sono lui e Dio in una cosa sola. L’autocoscienza è il momento dello spirito in cui la realtà si esprime come soggetto. Cerca di conoscersi al di fuori di sé, ma non si trova e diventa quindi coscienza infelice. Allora cerca di trovare il divino e ci riesce attraverso l’ascesi, diventando così una cosa sola con il divino e l’assoluto, sintetizzandosi nella ragione. (3° TAPPA, LA RAGIONE) 4° TAPPA, LO SPIRITO OGGETTIVO È la libertà, dunque, il tema su cui Hegel lavora sempre più con maggiore incisività. Sappiamo che Hegel distingue tre momenti: la filosofia dello spirito oggettivo, soggettivo e assoluto. Noi ci concentreremo sulla filosofia dello spirito oggettivo, quella per cui lo spirito (la libertà) si oggettiva, si concretizza, si fa istituzione. La filosofia hegeliana inizia piano piano ad abbracciare ogni ambito della realtà, anche le istituzioni (che hanno la loro essenza, il loro spirito). Si concentra sulle istituzioni, prendendo le mosse da tre passaggi: a) Il Diritto b) La Moralità c) L’Eticità. a) Il Diritto È quella situazione in cui la libertà viene tutelata esteriormente, attraverso la legge. La legge è uguale per tutti, e per essere tale deve essere universale, ma per essere universale deve prescindere dalle differenze di ciascuno (linguistiche, etniche, sessuali…), deve essere universale ma anche astratta, trattare di una persona che in realtà non esiste, poiché non esiste una persona con tali differenze. filosofia Hegel pagina 7 di 8 Una persona che obbedisce alla legge per timore di una sanzione, non è una persona libera: dovrebbe essere in grado di agire correttamente anche senza una minaccia. Es. se potesse ruberebbe. Antitesi: il diritto rimane in un campo astratto, pur essendo universale, ed è legato all’elemento sanzionatorio esterno. È una libertà ancora esteriore e deve essere superata (aufgehoben) attraverso una libertà più profonda, che è quella della moralità. Diritto > libertà esteriore > UNIVERSALITÁ ASTRATTA b) La Moralità (coscienza morale) Qui Kant ne è maestro, dice che la dignità dell’essere umano si trova nella sua autonomia (dare a sé la propria legge e non essere eteronomi, formati solo da leggi di natura, società e famiglia, ecc…). La persona libera non è quella che fa ciò che vuole, ma quella che si impone una legge a cui sa obbedire, quella che obbedisce al foro della propria coscienza morale. Siamo noi i primi giudici di noi stessi, indipendentemente che ci sia una legge esteriore o meno: la legge della coscienza morale è la legge/la libertà interiore (es. amico partita imperativo categorico). Antitesi: essendo raccolta nell’interiorità di qualcuno è più concreta rispetto al diritto, ma è diventata individuale. Moralità > libertà interiore > INDIVIDUALITÀ CONCRETA NB: nella nostra cultura siamo particolarmente attenti alla coscienza morale (es. obbiezione di coscienza) e al diritto. Spesso trattiamo argomenti eticamente sensibili o per appello alla moralità, o per appello ad una legge che dovrebbe essere in grado di tutelare determinati valori, ma quasi mai per appello all’eticità. c) L’Eticità L’eticità è la capacità che noi abbiamo non tanto di essere apposto con la nostra coscienza morale (qui l’altro siamo noi, siamo noi che dobbiamo confrontarci con noi stessi), ma della nostra libertà di giocare con altre libertà, riuscendo a costruire momenti di libertà più vera e reale. 1. La Famiglia (primo momento dell’eticità) Nella famiglia due libertà si incontrano. Quando una persona fa la scelta di unirsi con un’altra libertà, raggiunge un livello di libertà maggiore rispetto a quello che potrebbe avere sola. Il confronto fra le due è una sfida per mantenere una libertà più densa, rispetto a quella in solitario. L’unione che crea dei figli porta ancora nuove libertà, che allo stesso tempo rappresentano una vera sfida per le due libertà originali e la terza neo-nata. È nella nostra eticità (capacità di stare con gli altri) che si vede la nostra libertà. Antitesi: tuttavia la famiglia è anche il luogo in cui i genitori sono per i figli, e i figli per i genitori. Talvolta può quindi essere opprimente e chiusa.
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