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Appunti Italiano su Italo Svevo, Appunti di Italiano

Appunti di Scuola Superiora sull'autore Italo Svevo. Il pdf presenta l'introduzione dell'autore, i modelli narrativi e le influenze storiche, le caratterische di narrazione e scrittura prima descitta in generale per poi essere analizzata in maniera specifica durante la trattazione delle opere "Una vita", "Senilità" e "La coscienza di Zeno", con le rispettive descrizioni e approfondimenti sulle tematiche, e con l'analisi della figura dell'inetto.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 27/07/2023

viola-sampino
viola-sampino 🇮🇹

2 documenti

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Scarica Appunti Italiano su Italo Svevo e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ITALO SVEVO Nasce a Trieste, è città bilingue con cultura particolare, vivace, il fatto di essere bilingue rappresenta l’anima stessa dell’autore, e il suo stesso nome rappresenta l’adesione alla tradizione culturale italiana, studiava i classici italiani, leggeva machiavelli, e conosceva bene il tedesco. A Trieste circolavano i romanzi di Kafka, studi di Freud, la filo di Schopenhauer, è un crocevia non solo di merci e di attività economiche ma anche di esperienze di cultura, molto stimolante. Lì conobbe le opere di Darwin, Schopenhauer, e da lì inizia lo svecchiamento della cultura italiana. Fa studi commerciali avviato dal padre ma i suoi studi e il suo primo lavoro in banca sono mortificanti rispetto all’ispirazione che sentiva già da giovane, uno slancio creativo insopprimibile che lo portava alla scrittura, inizia a scrivere come giornalista di un quotidiano. Nel 1887 scrive il suo 1 romanzo pubblicato nel 1892 prima con un titolo “Un Inetto” e poi “Una vita”, già lo scrittore aveva assunto lo pseudonimo di Italo Svevo per segnare la sua doppia origina, la cultura italica e la partecipazione al mondo tedesco. Il suo 1 romanzo non viene accolto benevolmente da critica e pubblico, dopo qualche anno scrive “Senilità”, pubblicato prima a puntate sul quotidiano e poi pubblicato in un unico volume, ma anche qui non c’è riscontro positivo e lui decide in seguito a sta frustrazione di abbandonare l’impegno della scrittura, scrive per sé. Sente il bisogno di perfezionare l’inglese per viaggi d’affari e prende lezioni da un irlandese che risiedeva a trieste (James Joyce), i due diventano amici tanto che svevo sottopone a Joyce la lettura delle sue opere che erano state pubblicate e sottovalutate dal pubblico. Joyce rimane colpito dall’originalità di quella scrittura, e si stabilisce un primo contatto e comincia a ritenere di essere dotato di avere una vocazione nella scrittura. Un’altra esperienza importante è la scoperta della psicoanalisi. Il cognato seguiva le sedute psicoanalitiche di Freud, mentre Svevo stesso venne a conoscenza di un altro componente dell’ambiente freudiano (Stekel), e vedremo come la psicoanalisi intesa come indagine dell’inconscio sarà fondamentale per le tematiche dei suoi romanzi. Scoppia la 1 guerra mondiale e mentre la famiglia di Svevo deve allontanarsi da Trieste rimane e si dedica allo studio della musica e negli ultimi anni della guerra scrive il 3 romanzo “Coscienza di Zeno”. Svevo invia a Joyce una copia di sto romanzo, lui vuole un sostegno e Joyce rimane entusiasta e consiglia di inviarlo ad intellettuali europei. Mentre in Italia Eugenio Montale, nel 1926, scrive una recensione sulle opere di svevo sulla rivista “L’esame”, e qui assume risonanza il “Caso Svevo”, lui che era rimasto sconosciuto fino a quel momento e diventa improvvisamente famoso e viene invitato da intellettuali francesi a Parigi che avevano organizzato una serata in suo onore e finalmente Svevo può dirsi scrittore di fronte al mondo. Decide di continuare la sua attività, pubblica alcuni racconti, inizia a scrivere il seguito de “La coscienza di Zeno” ma subisce un grave incidente e muore. Tappe fondamentali caso Svevo sono: la sua vita a Trieste (ambiente fecondo di iniziative e studi), insopprimibile vizio della scrittura che lo porta a pubblicare le 2 opere, l’incontro con Joyce che gli ha ridato fiducia, la scoperta della psicoanalisi come metodo di indagine, la pubblicazione del 3 romanzo a distanza di tanti anni dai primi 2 (pubblicato 1923), e il successo grazie all’interesse rivolto da Joyce, dalla recensione di Montale e l’accoglienza benevola dagli intellettuali francesi. MODELLI NARRATIVI E INFLUENZE STORICHE Svevo analizza nelle sue opere una figura in particolare che riflette la crisi del suo tempo, ovvero L’inetto, l’inadatto alla società, l’incapace di prendere decisioni di realizzarsi o di concepire dei progetti. Un individuo sradicato e questa narrazione avviene in una società di fine ‘800 e primo ‘900 e almeno inizialmente nei primi romanzi Svevo era influenzato dalla narrativa del naturalismo. I primi modelli narrativi risalgono al romanzo naturalista francese, quello di Zola fratelli De Goncourt, Flobert perché nei primi due romanzi, ma soprattutto in “Una vita” si rileva una minuziosa descrizione del contesto sociale, gli ambienti lavorativi, vita di Trieste ecc.. in sto contesto abbiamo l’indagine psicologica, e Svevo si accosta maggiormente a Dostoevskij, liberamente perché svevo concentra la sua analisi su sto individuo inadatto all’esistenza. Nei primi romanzi è presente un andamento narrativo apparentemente tradizionale con svolgimento dei fatti secondo un andamento logico e cronologico, nel romanzo si fa più frammentaria, in nuclei tematici. Per quanto riguarda le influenze filosofiche abbiamo l’influenza di Darwin per quello che riguarda la contrapposizione tra individui che riescono ad affermarsi in società e l’Inetto che rimane ai margini, che diventa darwinismo sociale di Spencer, e l’analisi dell’inconscio secondo le teorie di Freud, la ricerca di tutto quello che è moto involontario nell’inconscio. Importante l’influenza di Schopenhauer. Per lui l’uomo non è libero di affermare la sua volontà, la volontà dell’uomo non è razionale, è una delle molteplici espressioni della volontà generale, un’entità metafisica, cieca e irrazionale che regola l’intero universo. Noi non percepiamo la realtà ma la volontà ci mostra l’apparenza e fa in modo di perpetuare se stessa attraverso i viventi, inducendoli a soddisfare i propri bisogni e riprodursi. L’uomo è ingannato, non riesce a manifestare una propria volontà, può solo sottrarsi, scegliendo la via della NOLONTA’, che si compie con la contemplazione estetica, con L’arte, con la moralità o con la compassione o col distacco ascetico del mondo. L’Inetto è il contemplatore di Schopenhauer, si è distaccato dalla volontà generale, dall’apparenza, che ha rinunciato ad essere un lottatore perché non si integra in un mondo dominato dalla volontà. Il contemplatore cerca di preservare la propria libertà, l’inetto rinuncia non riesce ad adeguarsi, non condivide gli schemi della società, ma non li contesta. C’è consonanza tra la teoria filosofica di Schopenhauer e la concezione dell’inettitudine secondo Svevo. Per la teoria di Darwin c’è una chiara influenza. Darwin rientra nell’interesse di Svevo sin dalla giovinezza e lui si rifà a Darwin per l’interpretazione dei rapporti tra singolo e società anche Mitti, lui è insicuro, emarginato, Macario è ammirato ha un suo posto in società e sposerà Annetta. Lucia Landucci, figlia della famiglia Lanucci in cui Alfo prende una camera in affitto, lei è segretamente innamorata di Alfo. Lei è una figura semplice, modesta rispetto ad annetta. Temi: aspetto autobiografico (del fatto che la vicenda si svolge a Trieste ma anche gli altri romanzi si svolgono lì), il fatto che Alfonso era un impiegato di banca come svevo, la storia di Alfo e annetta che può rimandare alla storia d’amore dello scrittore, ma è lo scrittore che guarda il personaggio, è Svevo che si rifà il personaggio, ne imita i modi per capirlo meglio. Altro tema è l’inettitudine, il personaggio è convinto di alcune caratteristiche, cime è convinto di essere intellettuale, di essere superiore agli altri impiegati, agli stessi giovani che frequentano la casa da Annetta, ma sta superiorità non gli viene riconosciuta. Ha sempre grandi difficoltà, anche ad inserirsi in società, non si capisce, misura tutti gli eventi dal suo punto di vista, è molto insicuro ed è portato a rinunciare, anche quando annetta si innamora di lui, decide di interrompere il rapporto, ritorna in campagna dalla madre e lascia annetta da sola, e annetta si sposerà con Macario. Inettitudine è l’incapacità di conoscere se stesso, incapacità di rapportarsi con se stesso. Alfo non capisce se stesso e nemmeno quello che gli accade, da molto peso ad avvenimenti poco importanti, mentre altri avvenimenti non gli da importanza. Questa opposizione alla realtà delle idee è anche tra quella che è la condizione del personaggio e la sua volontà. Egli vorrebbe essere intellettuale, scrittore, ma non riesce a scrivere quel romanzo che avrebbe voluto pubblicare. L’altro tema è l’opposizione città campagna, una vita è romanzo di interni, si svolge nel salotto Maller, nella banca Maller, nell’appartamento in cui Alfonso vive, ambienti tipici di una borghesia cittadina. Trieste appare come città triste, spenta, grigia, e si oppone alla campagna, gli ricorda come viveva da bambino, campagna luminosa, aperta, ma in realtà non è così perché l’inetto vede la realtà a modo suo, ma la vita della città così stretta e opprimente si oppone all’idea che lui ha di una vita nella libertà, nell’autenticità. Due cronotopi concorrenti, quella della città che mette in difficoltà l’Inetto, e della campagna che nella memoria e del pensiero di Alfonso potrebbe essere il luogo della vita e della realizzazione. Narrazione: apparentemente romanzo di impostazione naturalistica perché ci sono gli interni perfettamente descritti, il personaggio che si adatta al mondo in cui vive, narratore esterno, ma se in genere adotta il p.d.v. del protagonista a volte rappresenta il p.d.v del personaggio e i due p.d.v si alternano (narratore e personaggio), il narratore interviene per smascherare gli alibi del personaggio, le sue insincerità, l’incapacità che ha il personaggio di capire se stesso, al di là della descrizione di un oggettività apparente c’è spazio per l’analisi, riflessione sul personaggio. La narrazione si caratterizza da un p.d.v sveviano anche per la lingua irregolare, strana, influenzata dalla lingua tedesca, piena di perifrasi ,irregolarità nella reggenza, il parlato è goffi ed esprimono il disagio e la figura del protagonista. L’inetto: coscienza incerta, complessa, complica interiormente ogni accadimento , pensa tanto prima di agire e poi l’azione vanifica, perché ci pensa troppo alle cose che fa. L’animo di Alfo è caratterizzato da intuizioni, pentimento per ogni azione, rabbia perché non riesce a capire gli altri pensa sempre di essere mal visto, di essere mal considerato, tutti sentimenti che sono nel suo animo perché nella realtà non è cosi. Percepisce gli eventi o ne comprende il significato con un tempo differito, cioè vive male, pensa sempre dopo a qualcosa che avrebbe potuto fare o al modo con cui avrebbe potuto agire, ed è consapevole di non comportarsi in modo consono alle situazioni, anche il modo vestire, stile di parlare, di interagire con gli altri. SENILITA’ 2 romanzo di svevo. Romanzo più complesso per i modi narrativi ma apparentemente tradizionale secondo le tecniche della narrazione naturalistica. Il personaggio è un inetto, il romanzo che montale definì quasi perfetto. Rappresenta una riflessione più intensa sui temi dell’inettitudine. Senilità, titolo, si parla di una vecchiaia psicologica quella del protagonista, Emilio Brentani, impiegato della piccola borghesia che vive con la sorella Amalia, si innamora di Angiolina, una ragazza affascinante ma frivola, è in competizione con l’amico antagonista, lo scultore Stefano Balli, uomo di successo ,ammirato dalle donne, un sistema di personaggi tipico, come nel primo romanzo, di antagonismo, di opposizione tra Emilio Brentani e Stefano balli, l’altro antagonismo è tra Angiolina (donna amata da Emi) e Amalia (figura più spenta), lei segretamente innamorata di Stefano Balli, al punto che quando il fratello Emi geloso perché Angiolina si lascia andare ad un avventura con lo scultore vede che anche Amalia era attratta da lui, decise di allontanarlo dalla vita domestica al punto che Amalia ne soffre, si ammala e muore. Emi si innamora di Angio,è attratta da lei, si illude che la tipa sia ingenua, vorrebbe educarla ma in realtà lei è molto scaltra. All’inizio concepisce la storia come un'avventura ma poi si innamora e riesce a staccarsene a fatica ma non riesce a staccarsi dall’idea che ha di lei, vive per sempre nel suo ricordo. Temi: autoinganni di Emi, lui si crede di essere uno scrittore per avere scritto un solo saggio ed essere famoso solo a Trieste ma dopo sta opera non riesce a scrivere più niente, pena di essere un responsabile capo di famiglia (costituita da lui e dalla sorella ) ma in realtà lui non si prende le sue responsabilità è molto schivo e superficiale. Il tema della vecchiaia psicologica potrebbe essere anche capovolto, diventerebbe una perenne immaturità, infanzia perché Emi non riesce a crescere pur rendendosi conto di tante sue debolezze e non riesce ad affrontarle e maschera le sue velleità con l’immaginazione. Altro tema: educazione Angiolina, convinto di dover avviare la ragazza all’emancipazione, ma in realtà lei ha i suoi programmi e lo tradisce in cerca di un altro partito più vantaggioso per lei. Narrazione: ambiguità del narratore, il fatto che il p.d.v è quello di Emi durante tutta la narrazione, tanto che il narratore riproduce i suoi modi di dire che sono solenni, letterari, ma ne fa quasi la parodia. Il narratore smentisce gli alibi del protagonista e critica certe sue posizioni. Discorso è indiretto libero, direttamente nell’azione viene calato il modo di pensare e di dire del protagonista. Il tema è ancora quello dell’inettitudine che diventa senilità, rinuncia, vecchiaia psicologica o immaturità (senilità vuol dire pigrizia mentale, rinuncia) con cui Emilio si sottrae alle responsabilità e le affronta con l’immaginazione; quando si rende conto che Angelina non era la creatura angelica che credeva decide di rinunciare a sto rapporto, e si accontenta di coltivare nella sua immaginazione il sogno di un amore che non ha mai vissuto. Angiolina viene idealizzata, ma emilio scopre qual è la reale personalità di quella tipa. L’avventura iniziale si trasforma in passione, Emi vorrebbe educarla ma lei è spregiudicata e frivola. Gli autoinganni sono la fama di scrittore e la convinzione di essere un uomo impegnato nella gestione della famiglia. L’antagonista è Stefano Balli rappresenta l’uomo sicuro e dominatore, la condizione che il protagonista non riesce a raggiungere. Anche in questo caso come nel primo romanzo, Stefano non è un uomo così di successo come vorrebbe apparire, uno scultore che non riesce a piazzare le proprie opere e vive di una fama molto aleatoria. Lo scenario è all’aperto (diverso da una vita che si ambienta negli interni, al chiuso). Strade in salita che Emi deve percorrere per raggiungere Angiolina; luoghi degli appuntamenti con Angiolina (piazze, il golfo, il passeggio di sant’Andrea, i caffè.. luoghi di Trieste che la voce narrante descrive minuziosamente). La narrazione si distacca dal romanzo naturalista perché l’analisi si concentra sul protagonista e vengono filtrati con la focalizzazione interna di Emi, delle sue esperienze, dall’immaginazione di Emi dei suoi autoinganni. Linguaggio stereotipato, al di sopra delle righe, parla di Angiolina come se fosse una creatura del Dolce Stil Novo, ora una donna tigre, parla con i versi degli antichi poeti, con i versi di D’Annunzio. Il narratore a volte smonta i suoi autoinganni l’ironia a volte è oggettiva perché a volte è Emi stesso a mettersi in ridicolo. LA COSCIENZA DI ZENO Il 3 romanzo di Svevo, un romanzo diverso sia nell’impostazione che nella narrazione e anche per quanto riguarda l’evoluzione del protagonista, la tipica figura dell’inetto che qui assume una coscienza diversa di sé. La coscienza di Zeno è il romanzo che portò svevo al successo grazie all’intervento di Joyce e alla recensione di montale. L’argomento è la storia di Zeno cosini, le cui memorie vengono pubblicate da un dottore psicanalista Dottor S, che
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