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APPUNTI ITALIANO SU ITALO SVEVO, Appunti di Italiano

Appunti italiano su Italo Svevo + opere

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 18/04/2024

Midnights13_
Midnights13_ 🇮🇹

41 documenti

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Scarica APPUNTI ITALIANO SU ITALO SVEVO e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ITALO SVEVO Pensiero dell’autore La parola chiave su cui si concentra tutta la sua produzione, nonché il protagonista dei principali romanzi di inizio 900, è l’inetto ovvero l’antieroe, un uomo comune che fallisce perché non si sente adatto all’ambiente in cui vive e non sa e non vuole scegliere. Il capolavoro di Italo Svevo fu “La coscienza di Zeno”, il primo romanzo italiano con una chiara apertura al mondo della psiche, un romanzo di un’attualità disarmante e per questo motivo molto letto ancora. In Italo Svevo, letteratura=autoanalisi nel senso che per Svevo la scrittura è sempre uno strumento per cercare di capire se stessi. L’autore scrivendo riesce a comprendere se stesso. Per questo si parla di realismo critico, nel senso che per Svevo il romanzo non ha la funzione di raccontare, intrattenere, fantasticare, ma quella di conoscere la propria condizione. Se la letteratura di D’Annunzio era sempre orientata all’esibizione, al successo e alla retorica potremmo dire che invece la produzione di Svevo è tutta rivolta dentro di sé, nel tentativo di capire e risolvere quei conflitti interiori che l’autore affrontava. Tutti i protagonisti dei suoi tre romanzi saranno quindi sempre molto autobiografici. Il problema dell’adattamento: tutti i personaggi non riescono ad adattarsi e sono dei perdenti, ma se per Verga i perdenti erano tali perché c’era un fato avverso che li portava a perdersi, con Svevo i perdenti potrebbero aver successo la siccome non hanno gli strumenti per affrontare la realtà, non riescono. Poetica Il romanzo di Svevo viene comunemente ritenuto un romanzo analisi: uno studio, una radiografia della società. Il romanzo per Svevo è prima di tutto conoscenza e non arte, per questo si parla di realismo critico. Anche la lingua di Svevo diventa analitica: è molto tesa e in fondo anche brutta, aggressiva. Questa lingua coincide esattamente con quella concretezza che è alla base della realtà. In poche parole, Svevo vuole presentare la realtà con il linguaggio della realtà. Questa realtà che presenta Svevo è sempre molto autobiografica e per questo tutti e tre i suoi romanzi presentano cinque grandi caratteristiche in comune: 1. Il protagonista è sempre un inetto: un uomo che fatica ad adattarsi all’ambiente. È indeciso, è debole di carattere e privo di forza di volontà. L’inetto non fa mai delle scelte e quando finalmente prende una decisione sbaglia sempre. Differenza con D’Annunzio: Con Svevo l’inetto è a tutto mondo, con D’Annunzio il personaggio è inetto solo in campo sentimentale; 2. Il protagonista ha sempre l’età anagrafica e svolge la stessa professione dell’autore. 3. La presenza di un amico rivale che è esattamente l’opposto dell’inetto; 4. La presenza di una donna amata che puntualmente non corrisponde all’amore del protagonista ma sceglie e si innamora dell’amico rivale; 5. La sofferenza dell’inetto viene sempre amplificata dalla morte di un familiare. Nel primo romanzo si tratta della madre, nel secondo della sorella e infine nella coscienza di Zeno del padre. Primo conflitto interiore Il luogo e la data di nascita Svevo nacque a Trieste nel 1800 da madre italiana e padre tedesco di origini ebree. Il 1861 é la data dell’unità d’Italia, tuttavia Trieste è una di quelle terre che entreranno a far parte del territorio italiano soltanto molti decenni dopo, quindi Svevo si sente italiano ma in realtà ha una carta d’identità austriaca. Il suo vero nome è Ettore Schimitz, ma ha scelto lo pseudonimo Italo Svevo per indicare proprio la doppia natura delle sue origini e della sua formazione culturale: da una parte Italo (italiana), dall’altra Svevo che ci ricorda la Svevia una regione della Germania, quindi tedesca. Nel clima economico favorevole della città di Trieste, il padre di Svevo aveva raggiunto una certa solidità finanziaria grazie al commercio di vetrani e chiaramente voleva che anche il figlio seguisse le sue orme. Svevo ha frequentato un collegio in Baviera e in seguito un istituto commerciale a Trieste. Qui, tuttavia, capì che per il commercio non era portato, nacque così in lui l’interesse per la lettera. Ebbe però una formazione disordinata, da autodidatta. Gli scrittori di cui rimase maggiormente affascinato sono quelli che lui chiama gli “scrittori di cose” : Boccaccio, Machiavelli, Guicciardini, ma anche gli scrittori russi come Dostoevskij e molto più tardi anche i romanzieri inglesi, come Dickens. Negli anni del collegio studia i grandi filosofi dell’Ottocento, come Darwin, Marx, Nietzsche, ma sicuramente l’influenza più grande sarà quella del filosofo Schopenhauer (scrive Svevo che Schopenhauer era il suo filosofo preferito perché fu il primo capire noi stessi). Secondo conflitto interiore Crisi finanziaria del padre A causa del crollo finanziario del padre, Svevo fu costretto a trovare lavoro e diventò un corrispondente della Union Bank (Trieste). Iniziò a lavorare in banca e ci rimase per per 19 anni fino al 1888. L’unico rifugio dalla noia di questo lavoro da impiegato fu la biblioteca civica nella quale tutte le sere si ritirava per leggere. Terzo conflitto interiore L’insuccesso Il primo romanzo che pubblicò (a sue spese) fu “Una vita” : un fiasco. Nel 1898 Svevo ci riprova e pubblica, sempre a sue spese, il suo secondo romanzo dal titolo “Senilità” : ancora un fiasco. Vorrebbe diventare un autore famoso della letteratura ma non trova successo. Deluso decide di non pubblicare più e di smettere addirittura di scrivere. Quarto conflitto interiore La lingua il vero problema che ruota attorno a questi fallimenti letterari sta nella lingua utilizzata da Svevo. Perché? Svevo è uno scrittore sgrammaticato: al lavoro parla per 8 ore tedesco, a casa invece il dialetto triestino, mentre l’italiano lo impara esclusivamente leggendo nella biblioteca. Fa quindi molta fatica a esprimersi nella nostra lingua. Dopo la morte del padre conosce Giovanni Malfenti che sarà per lui come un padre. Giovanni Malfenti aveva tre figlie che potevano sposarsi: Ada, Augusta e Alberta. Zeno si propone ad Ada e Augusta ma lo rifiutano, perciò si ritrova costretto a sposarsi, anche se non innamorato, con Augusta che era la figlia brutta e strabica. Ada, invece di innamorarsi di Zeno, si innamora di Guido Speier che diventa il rivale di Zeno nella storia. o É il protagonista e narratore della storia, ma non è attendibile in quanto non racconta in maniera oggettiva la realtà dei fatti. o È un nevrotico → in lui opera particolarmente la rimozione, ossia un meccanismo di difesa che allontana dalla coscienza gli eventi più traumatizzanti che vengono sepolti nell'inconscio. o Inetto: Zeno è il rappresentante perfetto dell’inetto sveviano. L’inetto Zeno è un uomo eternamente indeciso, incapace di prendere in mano le situazioni. Zeno è inadeguato a vivere nel mondo borghese di cui fa parte, si sente a disagio e prova un continuo senso d'inferiorità. Egli insegue sempre una felicità che si dimostra illusoria e irrealizzabile ed è tormentato da un eccesso di coscienza, cioè dal voler sempre analizzare le cose della vita e svelarne le falsità e gli inganni, su cui si basa la vita borghese. Tuttavia Zeno non riesce a sottrarsi a quei valori borghesi che capisce essere falsi e continua a vivere in questa contraddizione.   o Perde la mamma e resterà con il padre, il quale non avrà alcuna stima nei suoi confronti. Il padre, facendosi avanti con l’età, non riconosce le doti del figlio e deciderà di dare le sue eredità ad una persona estranea alla famiglia. Questo provocherà un senso di frustrazione.  Dottor S: è una figura più ironica dello psicoanalista.  Guido Speier: è l’antagonista della storia e rivale di Zeno sia in campo lavorativo che in quello sentimentale. In campo sentimentale perché Ada, la ragazza di cui Zeno si era innamorato, si innamora di Guido Speier al quale era stata presentata proprio dallo stesso Zeno (perdente). In campo lavorativo perché contribuirà alla caduta finanziaria di Guido attraverso delle dimenticanze fatte apposta. Per questa caduta, Guido, deciderà di prendere una quantità esorbitante di sonniferi e morirà durante un nubifragio. Zeno, specula a suo nome in banca prendendosi tutto quanto il suo capitale, ma si tratta di un successo temporaneo. Zeno viene colpito da un lapsus: invece di andare al funerale di Guido, va ad un altro funerale di una persona sconosciuta.  L’amante Carla: Zeno, siccome non era soddisfatto del matrimonio con Augusta, decide di trovarsi un amante in grado di amarlo come avrebbe voluto lui. L’amante è Carla una giovane fanciulla bella ma povera, per questo Zeno decide i compierò una buona azione e di aiutarla economicamente. Il rapporto che si viene ad instaurare tra i due è molto simile a quello della sigaretta: entrambi vogliono lasciarsi ma il loro ultimo abbraccio viene sempre rimandato ad un altro giorno. Carla prenderà in mano la situazione è deciderà di lasciare Zeno per sempre perché non era capace di scegliere tra lei e la moglie. Alla fine, Carla, si metterà insieme al suo manetta di musica che lo stesso Zeno le aveva presentato.
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