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Appunti italiano, tutti gli argomenti si trovano nella descrizione, Appunti di Italiano

L'illuminismo in italia, Antonio Genovesi, accademia dei pugni, il caffè, cesare beccaria, dei delitti e delle pene,pietro verri, osservazione sulla torutura, la tortura è intrinsicamente ingiusta,neoclassicismo, Carlo Goldoni, la Locandiera, Giuseppe Parini, le odi, il giorno, la vergine cuccia,pre-romanticismo in europa e in germania, passione!ebrezza!follia!, vittorio alfieri, del principe e delle lettere, il misogallo, le rime, tacito orror di solitaria selva, sublime specchio di veraci dett

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 08/05/2022

Emanuela.03
Emanuela.03 🇮🇹

4.2

(13)

44 documenti

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Scarica Appunti italiano, tutti gli argomenti si trovano nella descrizione e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! L’ILLUMINISMO IN ITALIA--->In Italia l’Illuminismo si diffuse principalmente a Milano e a Napoli, poiché tali Stati erano guidati da sovrani riformatori decisi a modernizzare le strutture amministrative ed economiche. Fu proprio qui che si formarono i maggiori esponenti dell’Illuminismo italiano, i quali si ispirarono essenzialmente a vari interpreti dell’Illuminismo francese e inglese. Tuttavia in Italia l’Illuminismo, rispetto alle esperienze straniere, non ottenne esiti rilevanti soprattutto dal punto di vista politico e sociale in quanto la borghesia, era ostacolata dall’aristocrazia e dal clero ancora molto influenti. I principali intellettuali illuministi italiani predilessero la scrittura di opere di saggistica, storiografia e trattatistica dove essi affrontavano principalmente problemi concreti della realtà contemporanea. Per questo motivo adottarono un linguaggio più semplice e immediato, capace di raggiungere un pubblico più ampio e socialmente eterogeneo, rifiutando il tipico linguaggio accademico. ANTONIO GENOVESI--->Fra gli illuministi napoletani più importanti c’è Antonio Genovesi, e le sue opere erano quasi tutte di tipo economico, inoltre finanzia anche una cattedra di economia e commercio. Egli inserisce tutte le sue lezioni in un libro “Lezioni di commercio o sia l’economia civile”, dove indica 5 aspetti da migliorare:  Egli auspica che si insegni a leggere e a scrivere a tutti  Raccomanda il miglioramento dell’agricoltura e pastorizia, cosi invita a studiare nuove macchine e nuove tecniche  Inserisce l’adozione di uno stile di vita sobrio e moderato, perciò egli sostiene che uno stato con leggi valide e ordinate, porti a una popolazione più virtuosa  La promozione del commercio L'ACCADEMIA DEI PUGNI - --> fu un’istituzione culturale fondata da Pietro Verri nel 1761 a Milano. Vi parteciparono molti degli illuministi lombardi dell’epoca, tra i quali Alessandro Verri, Giuseppe Visconti, Cesare Beccaria. Quest’ultimo scrisse l'opuscolo “Dei delitti e delle pene” in cui veniva criticata la pena di morte e l’opera di carattere storico-giuridico “Osservazioni sulla tortura” di Pietro Verri. IL CAFFE---> si diffonde anche la stampa periodica prevalentemente con la rivista “Il Caffè”, pubblicato ogni 10 giorni, che trattava ogni sorta di argomento adottando uno stile vario poiché il suo scopo era quello di non annoiare mai. CESARE BECCARIA---> uomo di legge, esprime nelle sue opere il desiderio di rinnovare la società alla luce delle dottrine illuministe, fiducioso in una nuova giustizia basata sull'uguaglianza fra gli uomini e sulla chiarezza delle leggi che tutti devono rispettare per il loro stesso vantaggio. Le sue idee rivoluzionarie prospettavano anche l'abolizione della pena di morte, cosi si imposero all'attenzione di tutta l'Europa e costituirono la base di un dibattito politico-sociale vivace ancor oggi. Secondo lui, la TORTURA è ingiusta, in quanto punisce prima di aver accertato la consapevolezza, essa inoltre non è utile per indagare la verità perché i deboli, pur di far finire le torture, sono indotti a confessare il falso. Lo stesso vale per la PENA DI MORTE. Cosi arriva alla conclusione, che lo Stato non ha il diritto di togliere la vita a un cittadino, e che la pena di morte deve essere sostituita dai lavori forzati. DEI DELITTI E DELLE PENE ---> opuscolo pubblicato in anonimo, ebbe un enorme successo europeo; è uno dei capolavori del nostro Illuminismo per l'originalità delle idee contro l'uso della tortura e contro la pena di morte, di cui l'autore dimostra l'inutilità. PIETRO VERRI---> è uno dei padri del liberismo italiano. Per lui l’Inghilterra rappresenta la conferma che la prosperità economica, sia una conseguenza della libertà commerciale. Il tema principale di Verri è la giustizia, infatti egli non perde mai la fiducia nei valori illuministici. Inoltre, egli rifiuta l’idea della nobiltà basata sulla stirpe e sangue e la vuole sostituire con l’onore fondato su virtù e merito. Tuttavia, egli conserva un senso di superiorità tra gli uomini comuni, in quanto primo genito di una famiglia nobile. OSSERVAZIONI SULLA TORTURA---> in questo libro egli prende le mosse dalla peste di Milano e indaga e studia il processo che venne intentato agli untori ritenuti responsabili della diffusione dell’epidemia, gli imputati subirono delle torture prima del processo. Nella 1° parte ripercorre il processo, senza tralasciare i particolari macabri sulla tortura dei sospettai, e inoltre sottolinea le inverosimiglianze del processo, e denuncia l’assurdità delle precauzioni prese per limitare il contagio e la stupidità degli uomini che si abbandonarono alla superstizione. Mentre nella 2° parte, costruisce un discorso teorico per esporre la propria opinione sulla tortura. LA TORTURA E INTRINSICAMENTE INGIUSTA---> In questo brano Verri mostra che la tortura è ingiusta. Dice che l’argomentazione dei sostenitori della tortura è utile per scoprire la verità. Mentre, egli sostiene che la persona sospetta o è colpevole o è possibile che sia innocente. Nel 1° caso la tortura non è necessaria, in quanto la verità è nota, e infliggere una sofferenza a un uomo è ingiusto. Nel 2°caso il sospetto potrebbe essere innocente, quindi sarebbe ancora più ingiusto sottoporlo a un tormento, anche perché dovrebbe essere proprio lo stato a difendere gli innocenti dalle violenze. NEOCLASSICISMO---> movimento culturale, che si concentra sulla ricerca della perfezione estetica e dell’idea del bello. Per quanto riguarda la letteratura, gli autori classici greco e latini (Omero), si -- alle traduzioni CARLO GOLDONI---> Egli applica la filosofia del buonsenso: secondo il quale bisogna agire sempre con moralità, bisogna sempre pagare le tasse e non bisogna mai comportarsi in modo negativo. Egli prova disprezzo per i nobili che, come parassiti, vivono pesando sulle spalle altrui; apprezza invece chi va avanti grazie al proprio lavoro. Questa borghese antipatia per il privilegio, porta Goldoni a desiderare un'uguaglianza tra le diverse classi sociali: egli auspica ad una concordia tranquilla tra i ceti più benestanti e i membri medi della società. La società dovrebbe essere una famiglia allargata, ma questa visione è puramente utopica perché non corrisponde alla realtà. LA VERGINE CUCCIA---> È possibile dividere il brano in quattro sequenze, per comprenderne al meglio il contenuto:  nella prima sequenza il vegetariano fa notare che la dama ha gli occhi lucidi e  nella seconda viene spiegato che le era tornato in mente l’episodio in cui la sua cagnolina stava giocando ed ha accidentalmente dato un morso ad un servitore; quest’ultimo ha colpito l’animale, lanciandolo lontano e facendolo rotolare tre volte.  Nella terza parte si racconta che dopo l’avvenimento, tutti i servitori sono accorsi in aiuto della cagnolina e la dama era svenuta; dopo poco rinvenne, era molto arrabbiata, e prese in braccio la bestiolina.  Nell’ultima parte, la dama decide di licenziare in tronco il servitore, nonostante i suoi vent’anni di scrupoloso servizio e le sue suppliche. Così si trovò sulla strada insieme alla moglie, vestita di stracci, e ai figli affamati. Nel brano, alla cagnolina vengono attribuite dapprima caratteristiche umane, come ad esempio nei versi 526 e 527, quando dice che la cagnetta sembrava che stesse chiedendo aiuto, attraverso i guaiti, e poi anche caratteristiche divine, come negli ultimi versi, quando parla della cagnolina, definendola un “idol placato dalle vittime umane”. Nel testo, inoltre, si alternano il punto di vista della dama e dell’autore.  Il primo si può notale nella parte centrale, quando la dama racconta l’episodio in cui il cane è stato colpito dal servitore; si capisce che è il punto di vista della donna, poiché, nella descrizione dell’accaduto, minimizza il morso, definendolo “lieve nota”, e si nota come ci sia simpatia nei confronti della cagnetta e astio nei confronti del servitore, in quando viene definito “sacrilego”, e il suo piede “villano”.  L’autore, invece, esprime il suo punto di vista nell’ultima parte: da un lato è compiaciuto della punizione inflitta al servo, dall’altra però pensa che sia disumano il comportamento della dama nei confronti dell’uomo, in quanto lo ha lasciato senza lavoro e costretto a vivere per strada con la sua famiglia. Nel brano, non sono presenti rime, tuttavia ci sono numerose figure retoriche di suono:  al verso 526 possiamo notare un’allitterazione della lettera “R”,  al verso successivo “aita, aita” indica un’onomatopea del guaito del cane  ai versi 538 e 540 vi è una consonanza tra le parole “questa” e “avesti”,  mentre ai versi 553 e 554 vi è un’assonanza tra le parole “spargendo” e “lamento”. In quest’opera vengono anche utilizzati riferimenti mitologici come il dramma della cagnetta, poiché i guaiti della cagnetta diventano per la dama la voce della ninfa Eco (era una ninfa condannata dalla dea Era a ripetere soltanto le ultime sillabe delle parole altrui, che fu consumata dall’amore per Narciso e cosi gli rimase solo la voce). Vergine cuccia de le Grazie alunna - verso 519 - è la definizione utilizzata da Parini nel brano per la cagnolina (vergine cuccia), tanto bella da sembrare allevata dalle Grazie in persona (de le Grazie alunna). PREROMANTICISMO---> un movimento letterario sorto in Europa nella seconda metà del 700, dove si inizio a notare un cambiamento nella sensibilità e nell’immaginazione letteraria. Questa nuova tendenza è caratterizzata da un’inquietudine diffusa, dall’esaltazione della soggettività e del sentimento, e c’è il gusto per le atmosfere notturne e nature tempestose, e infine c’è il pensiero ossessivo per la morte. La poesia cimiteriale, allude a testi poetici caratterizzati dal gusto per le atmosfere notturne e malinconiche, e il tema principale è la meditazione sulla morte e sul tempo che travolge la vita degli uomini. I due principali esponenti sono gli inglesi Edward Young, che concentra la sua riflessione soprattutto sul tema della morte, e Thomas Grey, che con il suo poemetto,” elegia scritta in un cimitero campestre”, mette in evidenza il tema del destino di morte che accumuna tutti gli uomini, il valore delle tombe, che aiutano a custodire la memoria di chi non c’è più e la rivendicazione della dignità di ogni esistenza. PREROMANTICISMO IN GERMANIA---> La tendenza preromantica tedesca nasce con il movimento “Sturm und drang”. Il movimento si caratterizzò per la forte contestazione del classicismo, del razionalismo illuministico, a favore invece dell’irrazionalità, dell’istintività, della forza del genio creatore, in contrasto con le regole e le convenzioni sociali. Gli aspetti fondamentali erano:  Aspirazione alla piena realizzazione di sé al di là degli impedimenti imposti dalle convenzioni sociali.  Esaltazione della forza del sentimento e della facoltà dell'intuizione.  Il suicidio come ribellione.  Centralità dell’io nella sua forza creatrice e nella sua tensione verso l’infinito.  Attrazione per la natura selvaggia e solitaria.  Antitesi tra individuo e società ed esaltazione dell'autenticità primitiva del popolo. PASSIONE!EBREZZA!FOLLIA! --- > Albert e Werther affrontano il tema del suicidio; Albert dichiara la propria severa disapprovazione per coloro che perdono il controllo di sé e arrivano a uccidersi, mentre Werther reagisce con veemenza alle sue parole difendendo chi si abbandona all'impulso istintivo, anche impetuoso e folle, sotto la spinta di un forte e giusto sentire. In questo confronto spicca l'opposizione tra due opposti modi di considerare la vita: quello di Werther, che afferma la necessità della libera espansione delle forze vitali dell'individuo, e quello di Albert, che antepone alla sfrenatezza delle passioni il calmo controllo della ragione. VITTORIO ALFIERI---> fu un precursore del pensiero romantico. Fin da giovane egli dimostrò un energico accanimento contro la tirannide e tutto ciò che può impedire la libertà ideale. In realtà risulta che questo antagonismo fosse diretto contro qualsiasi forma di potere che gli appariva e oppressiva. Anche il concetto di libertà che egli esalta non possiede precise connotazioni politiche o sociali, ma resta un concetto astratto. La libertà alfieriana, infatti, è espressione di un individualismo eroico e desiderio di una realizzazione totale di sé. Infatti Alfieri sembra presentarci, invece che due concetti politici (tirannide e libertà), due rappresentazioni mitiche: il bisogno di affermazione dell'io, desideroso di spezzare ogni limite e le "forze oscure" che ne ostacolano l'agire. Questa ricerca di forti passioni, quest'ansia di infinita grandezza, di illimitato è il tipico titanismo alfieriano, che caratterizza, in modo più o meno marcato, tutte le sue opere. Ciò che viene tanto osteggiato da Alfieri è la percezione di un limite che rende impossibile la grandezza, tanto da procurargli costante irrequietezza, angosce e incubi che lo costringono a cercare nei suoi innumerevoli viaggi ciò che può trovare soltanto all'interno di sé stesso. DEL PRINCIPE E DELLE LETTERE---> strutturato in 3 libri, il poeta affronta il problema del rapporto tra il principe e il letterato. Per lui lettere e potere politico non possono essere che naturali nemici: infatti il principe tende per sua natura a soffocare la libertà dei cittadini e a condizionarne la vita morale, mentre le lettere hanno soprattutto il compito di promuovere nei lettori l'amore della libertà, la coscienza dei propri diritti, la responsabilità inalienabile del proprio destino. Severo è il giudizio dell'Alfieri sul fenomeno del mecenatismo, giudizio che non investiva solo i principi ma anche quei poeti che in ogni tempo secondo lui si erano fatti cortigiani ed adulatori. Da quest'opera emerge esplicitamente la nozione che l'Alfieri aveva del letterato: questi si configura come un eroe al quale spetta un'alta missione educativa, al di là di ogni compromesso. Soprattutto maestro di libertà, il poeta, e non solo nei tempi di tirannide politica, ma in ogni tempo perché in ogni tempo la libertà può essere insidiata e compromessa e rischia di essere ingannata o perduta se non è difesa con vigile coscienza da ogni minaccia. IL MISOGALLO--->In un primo tempo, Alfieri aveva guardato con simpatia alla Rivoluzione Francese come affermazione di libertà, ma poi, visto il degenero, si chiude in un atteggiamento di disprezzo, si schierò contro. Questa violenta reazione alle tendenze della storia contemporanea si manifesta nel Misogallo: come rivela il titolo, essa esprime un odio furibondo contro la Francia, che in realtà è odio contro la Rivoluzione, contro i princìpi illuministici. Quest'odio contro la "tirannide" francese accresce però, d'altra parte, il suo senso patriottico e lo porta ad auspicare che proprio l'avversione contro la Francia e il suo dominio politico e culturale possa spingere il popolo italiano ad assumere una coscienza nazionale, a difendere la propria individualità e la propria libertà. Il Misogallo è importante perché comincia a delinearsi in esso un fatto culturale nuovo, l'idea di nazione, che, in antitesi al cosmopolitismo illuministico, sarà una delle componenti essenziali della visione romantica. LE RIME---> hanno forma di un diario poetico composto durante tutta la sua vita. Nella scelta della forma prevale il sonetto di ispirazione petrarchesca, ma non mancano canzoni, epigrammi, odi d’occasione. L’opera fornisce una testimonianza del pensiero e delle esperienze emotive dell’autore: le rime sono caratterizzate dall’impronta autobiografica, tanto che portano segnati i luoghi, la data e le circostanze in cui furono composte. I motivi ispiratori delle rime sono molteplici: il sentimento di solitudine, che porta malinconia e disperazione, i momenti di amore, il contrasto ragione-sentimento, la riflessione dell’essere poeta, la passione politica, in cui Alfieri si scaglia contro la propria epoca che accetta di restare oppressa. È presente l’io lirico, che avvicina le Rime al Canzoniere di Petrarca: sia Petrarca che Alfieri soffrono per donne, ma Petrarca ha più compostezza, mentre Alfieri è più passionale. Anche dal punto di vista stilistico i due poeti sono molto diversi: Petrarca ha uno stile più composto, elaborato, ricco, dal tono lento, mentre lo stile di Alfieri è più spezzettato, leggero e calzante; queste scelte stilistiche realizzano una rappresentazione dei sentimenti, che si avvicina le liriche alla produzione tragica.
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